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ALESSANDRO MAGNO

Nasce nel 356 avanti Cristo nella città di Pella nell'antica Macedonia a cavallo tra le odierne
Grecia Macedonia e Bulgaria. Suo padre re Filippo II di Macedonia è un grande guerriero
ma ama il vino quasi più della spada. è spesso assente impegnato in campagne militari
lasciando a casa sette mogli e tanti figli. Si vocifera addirittura che Alessandro sia un figlio
illegittimo ma è destinato a seguire le orme del padre intraprendendo una formidabile
carriera militare sotto il comando di Filippo. Ottiene il suo primo successo in battaglia a soli
16 anni.
Alessandro si ispira a suo padre in quanto eroe e condottiero. Tuttavia Filippo è anche un
genitore assente. Dall'altra parte la madre è onnipresente sulla scena lo rassicura dicendogli
continuamente che è un figlio speciale destinato a grandi imprese. Una grande tragedia
incombe sulla famiglia reale. Quando nel teatro di re Filippo è assassinato da una guardia
del corpo Pausania. Alessandro non andava d'accordo con suo padre avevano un rapporto
conflittuale non solo per il sospetto che fosse un figlio illegittimo o per una lotta strisciante di
potere tra i due è lecito chiedersi se veramente Alessandro fu implicato nell'omicidio del
padre. Si narra che Olimpia temesse che i fratellastri e i cugini di Alessandro fossero allevati
per salire al trono al posto di suo figlio Olimpia e Alessandro hanno buoni motivi per
desiderare la morte di Filippo e poco dopo il re viene assassinato. L'unica persona che
conosce la verità su chi abbia ordito l'assassinio di Filippo è il sicario Pausania ma viene
ucciso da un fedele di Alessandro prima che possa parlare. Il conseguente comportamento
di Alessandro e della madre è sospetto. La vedova il cui lutto è di breve durata un'ora
l'assassino del marito deponendo una corona sulla tomba di Pausania Alessandro fa
l'opposto benché odia se Filippo recita la parte del figlio addolorato riempiendo d'oro la
tomba del padre. Mai nessun re macedone ha ricevuto un tale onore ma sembra che madre
e figlio stiano facendo un gioco delle parti l'opulenza la ricchezza della tomba sono sospette
e fanno pensare che Alessandro sia davvero coinvolto nell'omicidio del padre. Alessandro
cerca di mascherare la sua colpevolezza e sviare i sospetti su un suo ruolo nella vicenda.
Ma Alessandro non può essere sicuro che il trono tocchi a lui di nuovo. L'omicidio è nell'aria
e il fratellastro muore ma Olimpia sua madre si sbarazza dell'ultima sposa di Filippo e del
suo figlio maschio. Alessandro ottiene così il trono di Macedonia. A soli 20 anni il giovane re
messo immediatamente alla prova la città di Tebe si ribella ad Alessandro e al dominio
macedone. I greci considerano infatti macedoni un popolo inferiore dei barbari giunti dal
nord. Alessandro marcia sulla città protetta da mura spesse più di due metri. Nessuno è mai
riuscito ad attraversare una linea difensiva così massiccia nel quarto secolo avanti Cristo i
Greci combattono essenzialmente schierando gli eserciti e lanciandosi contro sassi e pietre
con macchine da guerra sorprendentemente sofisticate. I Tebani hanno le catapulte che
possono lanciare massi a distanza. Ma Alessandro li supera utilizzando un'invenzione
relativamente recente la balistica l'equivalente per l'epoca dei missili anti bunker qui
riprodotta da esperti di antiche macchine belliche come configurazione è un'arma molto
simile a una balestra. Quest'arma permette ad Alessandro di fare breccia nelle mura di
Tebe. Le difese che per secoli hanno protetto la città crollano di schianto. Da quel momento
in poi non c'era più luogo in cui rifugiarsi. Non c'era scampo né salvezza dall'esercito di
Alessandro. Oltre 6.000 abitanti di Tebe vengono massacrati. Non solo la punisce ma la
distrugge. è come se dicesse a tutta la Grecia affrontate a vostro rischio e pericolo. E sapete
funziona a Tebe 30.000 sopravvissuti tra cui donne e bambini sono ridotti in schiavitù.
Alessandro ha mandato il suo messaggio alla Grecia che si arrende. Nessuna città oserà più
ribellarsi ad Alessandro. Ora è pronto a terrorizzare il mondo intero. A soli 20 anni
Alessandro Magno soffoca nel sangue la rivolta di Tebe. Ora pianifica una campagna
militare che neanche il padre era riuscito a compiere. Vuole sfidare il potente impero
persiano la testa di ponte per la grande invasione è la città di Troia teatro delle battaglie
leggendarie cantate da Omero. Per Alessandro è come un pellegrinaggio. è cresciuto
ascoltando le storie favolose dei guerrieri greci e soprattutto del suo mito Achille. Per
Alessandro Achille era un esempio un modello da imitare perché secondo la leggenda la
madre chiese ad Achille vuoi morire vecchio ed essere dimenticato o morire giovane e
diventare leggenda. E Alessandro quando venne qui a Troia fece la sua scelta. Alessandro
si sente simile ad Achille è convinto di avere poteri sovrannaturali anche questa è opera di
sua madre Olimpia l'ambiziosa madre lo fa sentire molto speciale gli fa credere che sarà in
grado di compiere grandi imprese e molto probabilmente arriva a convincerlo addirittura che
discende dagli dei. Ora che ha reso omaggio al suo eroe Alessandro punta sulla Persia
l'antico nemico di tutti i greci. Qui sulle rive del fiume granico si scontra con le forze di re
Dario terzo. Alessandro invade l'Asia Minore e incontra l'esercito persiano inviato a fermarlo
proprio qui sulle rive del fiume granico. è la prima di una lunga serie di vittorie di Alessandro
che qui afferma il suo stile circonda 3000 nemici e taglia loro ogni via di fuga. è un bagno di
sangue. Altri duemila si arrendono ma vengono ridotti in schiavitù per suo ordine. è un
monito a non mettersi mai più contro di lui. è una vittoria sorprendente. Secondo le fonti
Alessandro perde meno di 200 soldati. E rafforza la sua convinzione di essere il nuovo
Achille. I Persiani sono sulla difensiva. Alessandro diventa il padrone dell'odierna Turchia.
Una volta conquistata l'Asia Minore non fa la mossa strategicamente più logica non procede
verso est per conquistare i porti del Mediterraneo orientale prima che i Persiani li rafforzino
ma devia nord verso Gordio il che può sembrare assurdo se non si conosce la leggenda del
nodo gordiano. La leggenda narra che il re della Frigia legò a un palo con una corda un
carro dedicato alla divinità. Questo nodo era intricati. Per secoli nessuno fu in grado di
scioglierlo. Sempre secondo la leggenda chi vi fosse riuscito sarebbe diventato padrone di
tutta l'Asia. Alessandro non poté resistere alla tentazione di mettersi alla prova. Era il suo
momento. Giunse a Gordio si fece portare davanti al nodo invece di tentare di scioglierlo
estrasse la spada e lo tagliò a metà. Una soluzione nel più puro stile di Alessandro andare
subito al nocciolo della questione. Meglio se con un'arma in mano lasciò Gordio con la
profezia dalla sua parte. Sapeva che sarebbe diventato il padrone dell'Asia. Alessandro
conquista uno dopo l'altro i luoghi storici del mondo antico. è lui a stabilire le regole del gioco
le vie consuete sono per i poveri mortali. Alessandro ha bisogno di continue prove della sua
natura divina. nel 332 avanti Cristo Punta sulla città fortificata di tiro su un'isola distante
mezzo miglio dalla costa nell'odierno Libano attaccare l'isola di tiro equivale a un suicidio. è
una città inespugnabile perché può essere raggiunta solo via nave e ha delle mura
imponenti. è impossibile ma proprio come dimostrato con il nodo gordiano. Impossibile è una
parola che Alessandro non può accettare. Alessandro cambia le regole costruisce una
lingua di terra che dalla costa arriva fino all'isola in modo da renderla accessibile unendo la
costa la lingua di terra permette ad Alessandro di scatenare le sue micidiali balistiche.
Bombarda la città e la sconfigge. Le conseguenze sono terribili. La città viene saccheggiata
e 8000 abitanti sono massacrati. Altri duemila soldati nemici sono crocifissi.Questo choc
psicologico e la paura spingono molte città ad aprire volontariamente le proprie porte e a
sottomettersi ad Alessandro piuttosto che subire la sconfitta e il massacro. Il messaggio è
chiaro non porti mai ad Alessandro. Ora l'Asia gli appartiene proprio come previsto dalla
profezia. Alessandro si considera da sempre un essere speciale se qualcuno gli resiste lo
prende come un affronto personale. Dopo tre anni di combattimenti l'impero di Alessandro
copre 650 mila chilometri quadrati cinque volte le dimensioni dell'odierna Grecia e ha solo
23 anni. La sua prossima tappa è l'Egitto. Allora sotto il dominio della Persia gli egizi
accolgono Alessandro come un liberatore senza il giogo persiano lo incorona Faraone per
Alessandro l'Egitto ha una speciale attrattiva. Alessandro decise di passare dal deserto per
arrivare all'Oasi di Siwa e trovare L'oracolo di Amon. Alessandro cerca delle risposte
l'oracolo è il luogo in cui gli antichi consultano gli dei. Per prima cosa Alessandro vuole
cancellare qualsiasi voce che lo vede coinvolto nell'omicidio del padre. Chiede al sacerdote
se il colpevole sia stato punito ed egli conferma. Alessandro ha un'altra domanda per gli dei
che chiede: conquisterò il mondo intero? La risposta che riceve lo lascia confuso. Pare che il
sacerdote gli sia andato incontro dicendo in greco o poi on o “oh caro figlio”. Ma poiché il
suo greco non era molto buono disse piuttosto o Pai di Oss cioè: “oh figlio di Zeus”.
Alessandro era giunto lì come un mortale e se n’è andato credendosi una divinità.
Lo stesso anno Alessandro torna a scontrarsi in campo aperto con il re persiano Dario in un
luogo chiamato Gangamela. Si narra che il re Dario abbia radunato un esercito di 250 mila
uomini cinque volte quello di Alessandro. Si narra che nonostante l'inferiorità numerica
Alessandro comandò la sua piccola armata con eccezionale abilità guida personalmente la
cavalleria all'assalto per fare breccia attraverso le linee nemiche.
Usare insieme la cavalleria e la fanteria che ha un'unica semplice arma. L'arma chiave della
fanteria macedone è Larissa una lancia affilata che poteva arrivare anche a 7 metri chiamata
sarisse, creando la falange macedone. Questa tattica permette ad Alessandro di tenere
testa ad un esercito nettamente superiore per numero. Dopo la battaglia di Gangamela la
resistenza persiana crolla. Alessandro è ormai l'indiscusso padrone della Persia e senza
dubbio l'uomo più potente del mondo avendo solo 25 anni. Sconfitti i Persiani entra
trionfante a Babilonia. Se tutta la città usciva da chiamarlo sacerdoti e dignitari lo accolsero.
Venivano gettati fiori e gli offrivano doni. Gli consegnarono la città e il palazzo reale e il suo
tesoro. Presto i Babilonesi avrebbero incoronato Alessandro il Macedone re dell'universo.
Si impossessa di 180.000 talenti d'oro e argento l'equivalente di 4,1 miliardi di dollari di oggi.
A Persepoli durante una notte di vino e feste un greco urla “bruciamo il Palazzo di Dario”.
Alessandro in preda all'euforia da ubriachezza acconsente e quella notte i soldati greci
bruciano il palazzo di Persepoli. Alessandro stesso getta la prima Torcia e resta a guardare
mentre uno degli edifici più belli dell'antichità diventa cenere.
Un altro modo con cui Alessandro impone la sua autorità sull'impero è attraverso la
fondazione di città che portano il suo nome. La più famosa è Alessandria d'Egitto. Tuttavia
Alessandro Dal suo nome non ha una sola ma ad almeno 57 città una porta il nome del suo
cavallo e un'altra forse quello del suo cane. Le truppe vogliono tornare a casa. Ma
Alessandro non lo permette. Inoltre, Alessandro si sposa con una donna persiana. Sposare
una principessa persiana è una mossa politicamente astuta verso questo popolo ma è
oltraggioso per le truppe e distrugge la sua reputazione tra i Macedoni. Un uomo chiamato
filota e suo padre Parmenio furono accusati di complottare per uccidere Alessandro. Ma il
motivo per cui Alessandro la prese così seriamente fu che non molto tempo prima Flora si
era vantato con Alessandro che tutti i successi militari del re non erano dovuti al suo genio
ma a quello di Parmenio. Alessandro decide di risolvere il problema senza indugio invia dei
sicari a uccidere Filota e Parmenio. Altri assassini tramano alle spalle. Appena due anni
dopo le circostanze si ripetono. Alessandro cede nuovamente al vino e le conseguenze sono
devastanti. Mentre si sta ubriacando con i suoi compagni Alessandro inizia a parlare di suo
padre Filippo si lamenta del fatto che non gli ha mai dato credito per i suoi successi. Cleto
uno dei generali si alza e lo rimprovera dicendo che Filippo era comunque un generale
migliore di Alessandro. accecato dall'ira Alessandro afferra una lancia e si scaglia contro
Cleto uccidendolo all'istante. Ormai i complotti si susseguono numerosi e in rapida
successione il mondo di Alessandro va in frantumi e il potere inizia a sfuggirgli di mano. La
situazione è sempre più difficile per Alessandro le tensioni aumentano tra le truppe e
l'avanzata verso oriente Procede a rilento. Quando Alessandro raggiunge i confini dell'India
il suo impero misura 14.000 chilometri da un estremo all'altro. Massacra intere guarnigioni
venendo meno alla promessa fatta di risparmiare i soldati se si fossero arresi. Alessandro
vuole continuare la marcia verso est ma dopo un'epica battaglia sul fiume Ida spesso le sue
truppe si ribellano. Gli uomini di Alessandro sono stanchi mancano dalle loro case e dalle
famiglie da otto anni Diventa ovvio ai suoi soldati che Alessandro non si fermerà mai
continuerà finché non ci saranno più terre da conquistare. E questo non era nei patti è un
grosso problema per Alessandro perché non può mostrarsi debole di fronte ai suoi uomini
ma allo stesso tempo non può continuare senza il loro supporto e ne è consapevole. I
comandanti macedoni preparano un piano per porre fine alla campagna. Ai generali occorre
un piano che allo stesso tempo tuteli l'esercito e non offenda il narcisismo di Alessandro.
Alessandro accetta di ritirarsi ma non rende le cose facili. Invece di seguire la strada lungo la
costa insiste per andare ad ovest attraverso il deserto di Rosa approssimativamente
nell'odierno Iran meridionale. Alcuni affermano che abbia voluto punirli per aver rifiutato di
seguirlo nella sua corsa verso oriente. I suoi uomini pagarono quell'atto di insubordinazione
con le proprie vite. 25.000 uomini più di tre quarti del suo esercito muoiono nel deserto al
ritorno in Persia. Alessandro è indurito dalla guerra e ancora più spietato accusa alcuni
governatori di aver tramato in sua assenza e li fa giustiziare i soldati che si sono ribellati
vengono messi a morte quando il suo fedele compagno Efestione muore di febbre. Nel 324
avanti Cristo Alessandro sembra impazzire e accusa il medico che non ha saputo salvare
Efestione è condannato a morte su ordine di Alessandro fa sacrificare dei fanciulli in suo
onore e pretende che Efestione sia adorato come un eroe. Alessandro non supererà mai il
dolore per la perdita dell'amico a Babilonia. Cerca consolazione nel vino per l'ultima volta.
Dopo un'altra notte di ubriacatura Alessandro lamenta dolori allo stomaco e viene colto da
una febbre che lo consuma per 12 giorni. Pochi mesi prima il suo migliore amico è morto con
sintomi quasi identici. Alessandro perde gradualmente l'uso delle gambe e viene confinato a
letto. Perde quindi anche l'uso delle braccia e la capacità di parlare. Sintomi di una
condizione che i medici definiscono paralisi ascendente. Pochi giorni dopo aver compiuto 33
anni nel 323 avanti Cristo il più grande condottiero che il mondo abbia mai conosciuto
muore.

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