Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
Il Fascismo, a differenza del Nazionalsocialismo e del Comunismo marxista-leninista, non ha un’ideologia ben
definita e strutturata; comunque l’ideologia fascista è in gran parte riconducibile al nazionalismo. Scopo del
fascismo è dare forza e grandezza alla nazione, foggiare un italiano nuovo, fiero della propria italianità, bellicoso,
capace di sacrificare se stesso per la patria, emendato dagli antichi “vizi” italici (l’arte di arrangiarsi, l’attitudine al
compromesso, l’opportunismo e la debolezza…)
Forme di mobilitazione del popolo: Adunate e manifestazioni “oceaniche”, campagne: battaglia del grano,
bonifiche, oro alla patria… Culto del capo
Lo stato totalitario : Nel regime fascista esiste un unico partito che si identifica con lo stato.
La vita dell’individuo, subordinata all’interesse della nazione, viene organizzata dal regime in ogni aspetto.
POLITICA ECONOMICA
All’iniziale liberismo (della fase legalitaria) segue un maggior intervento statale che si concretizza in grandi
“battaglie” propagandistiche:
Battaglia della Lira: contro la svalutazione per raggiungere la “quota 90” con la Sterlina
(ciò è conveniente per l’importazione di materie prime, ma rende più difficili le esportazioni; i salari
degli Italiani vennero ridotti, con la motivazione che la lira valeva di più, ma nel complesso il potere
d’acquisto diminuì, soprattutto per i ceti popolari).
Battaglia del grano: per ridurre le importazioni cerealicole. Diede buoni risultati, avvicinando l’Italia alla
autosufficienza, ma danneggiò le altre colture (agrumi, olivi ecc.)
Campagna demografica: per aumentare la popolazione (sussidi e premi alle famiglie numerose)
Dopo la crisi del 1929
Si intensifica l’intervento dello stato:
I grandi lavori pubblici consentono di assorbire la disoccupazione. Grandi bonifiche (Agro Pontino)
costruzione di nuove città.
Si attua il contenimento di prezzi e salari.
Lo Stato sostiene le aziende in difficoltà attraverso l’ Istituto Mobiliare Italiano (IMI) e l’Istituto per la
ricostruzione industriale (IRI): lo Stato italiano diventa azionista di industrie e banche (dopo l’URSS è lo
Stato con la maggior quantità di industrie statalizzate). Ma i maggiori gruppi privati si rafforzano.
Successo degli interventi economici affidati a “tecnici”, non a fascisti. Sacrifici per i ceti popolari: calo dei salari,
riduzione dei consumi alimentari. Verso il 1933-34 c’è il superamento della crisi, ma…
… dal ’35 dispendiose imprese militari, economia di guerra. Autarchia (si cerca di raggiungere l’autosufficienza
in tutti i settori economici, anche sviluppando nuovi prodotti, come fibre artificiali per il tessile, gas metano in
sostituzione del petrolio e del carbone ecc.)
LA PROPAGANDA FASCISTA
Fascistizzazione del Paese attraverso la propaganda e la mobilitazione delle masse:
adunate “oceaniche”, campagne, enti e associazioni collegate al PNF (Opera Nazionale Dopolavoro, circoli di
fabbrica e di quartiere, Opera Nazionale Maternità e Infanzia, CONI).
particolare attenzione fu dedicata ai giovani: Figli della Lupa, Balilla, Avanguardisti, Gioventù italiana del Littorio
IL FASCISMO E LA CULTURA
Utilizzo dei mass media per la propaganda: stampa, cinema, radio, informazione
’25: Manifesto degli Intellettuali fascisti (Giovanni Gentile, Luigi Pirandello, Giuseppe Ungaretti, Gioacchino
Volpe ecc.)
’26: Accademia di Italia (presidente Marconi)
Cinematografia: ’25: istituto Luce (produceva cinegiornali), Cinecittà nel ’37
Censura e direttive per i giornali (veline)
Ripresa in chiave attualizzata di temi e simboli della tradizione romana in ogni campo
L’ANTIFASCISMO
Una parte dei politici e degli intellettuali antifascisti sceglie l’opposizione silenziosa.
Molti antifascisti emigrano in Francia o in URSS (i comunisti italiani rifugiati in URSS saranno sterminati nelle
purghe staliniane).
il Partito comunista è l’unico che riesce a mantenere un’organizzazione clandestina in Italia e ad attuare
propaganda antifascista, ma migliaia di comunisti sono condannati dal Tribunale speciale.
Socialisti, repubblicani e liberaldemocratici esuli in Francia formano la Concentrazione antifascista nel ’27 >
dibattito politico, propaganda,, testimonianza dell’Italia antifascista.
Nel ’29 nasce Giustizia e Libertà fondata da Carlo Rosselli e Emilio Lussu; obiettivi: superare la frattura tra
liberalismo e marxismo, attivare nuclei clandestini in Italia.
Fino al ’35 il PCI, guidato da Mosca da Palmiro Togliatti, è ostile agli altri gruppi antifascisti. Dal ’35 al ’39 svolta
dei Fronti popolari, collaborazione nelle Brigate internazionali in Spagna… ma … divisioni e fallimento del Fronte
popolare spagnolo, patto Ribbentrop-Molotov (1939) tra Russia comunista e Germania hitleriana… >
disorientamento dei comunisti italiani ed europei
L’antifascismo non ottiene risultati concreti fino al 1943, tuttavia getta le basi per il movimento della Resistenza
e per la costruzione dell’Italia democratica dopo la guerra.
POLITICA ESTERA
Nonostante le “tendenze revisionistiche” del Fascismo (volontà di “rivedere” cioè modificare i Trattati di pace
del 1919, considerati svantaggiosi per l’Italia, l’aggressività italiana fu inizialmente moderata.
Mussolini godette della stima di Francia, Inghilterra e USA per aver salvato l’Italia dal bolscevismo.
Anche la conclusione della questione romana con la firma dei Patti Lateranensi (11 febbraio 1929) diede
prestigio al Fascismo.
Nel 1934 opposizione italiana all’Anschluss (tentativo di Hitler di annettere l’Austria alla Germania), Hitler
desiste.
Nel 1935 l’Italia partecipa alla Conferenza di Stresa contro il riarmo tedesco
La guerra d’Etiopia
Forte di questo consenso, Mussolini tenta l’impresa coloniale attaccando l’Etiopia.
Motivazioni: presunti benefici economici, fare dell’Italia una grande potenza coloniale, mobilitare la popolazione
(campagna “oro alla patria”).
L’Etiopia (1935) si appella alla Società delle Nazioni che decreta le sanzioni economiche (blande) contro l’Italia.
Polemica di Mussolini contro le nazioni “plutocratiche” (gli Stati “ricchi”, cioè la Gran Bretagna e la Francia, che
dopo aver conquistato enormi imperi coloniali, negano all’Italia il diritto di conquistare una piccola parte
dell’Africa)
L’Italia conquista l’Etiopia: il 9 maggio 1936 si celebra “il ritorno dell’Impero sui fatali colli di Roma”.
Conseguenze
All’interno, la guerra consolida il consenso attorno al regime: le sanzioni rafforzano il nazionalismo italiano.
L’embargo spinge la politica economica sulla via dell’autarchia.
L’Italia, isolata sul piano internazionale, è attratta nell’orbita della Germania (anche per l’affinità ideologica).
L’alleanza con la Germania nazista
1936-39: l’Italia partecipa, con largo impiego di mezzi e uomini, alla guerra civile in Spagna, e dà un contributo
determinante alla vittoria di Franco – diventa alleata di fatto della Germania.
Ottobre 1936: asse Roma-Berlino (patto di amicizia).
1937: adesione al Patto antiComintern (Germania Giappone e Italia, uniti contro il comunismo e contro un
eventuale attacco sovietico)
Con la Germania, verso la guerra...
Marzo 1938: La Germania annette l’Austria (questa volta l’Italia non si oppone)
Settembre 1938: Conferenza di Monaco proposta da Mussolini: la Germania ottiene i Sudeti (regione della
Cecoslovacchia abitata da molti tedeschi, Hitler chiede, e ottiene, che venga assegnata alla Germania).
L’Italia adotta Leggi razziali imitando la Germania
Marzo 1939: la Germania occupa la Cecoslovacchia
Aprile 1939: l’Italia occupa l’Albania (volontà di Mussolini di costituire un impero italiano tra il Mediterraneo
orientale e l’Africa orientale, volontà di “tenere il passo” dell’alleato tedesco)
Maggio 1939: Patto d’acciaio Italia Germania (alleanza militare: l’Italia impegnata a combattere a fianco della
Germania, che però s’impegna a non scatenare la guerra prima di un anno, clausola voluta dal ministro degli
esteri Galeazzo Ciano, consapevole dell’impreparazione militare dell’Italia)
L’Italia in guerra
Settembre 1939: dopo il patto Ribbentropp – Molotov, Hitler attacca la Polonia, inizia la Seconda guerra
mondiale; l’Italia si dichiara “alleato non belligerante” (non è militarmente pronta, ma cerca anche di mantenere
buoni rapporti con l’Inghilterra…)
Giugno 1940: Dall’inizio della guerra la Germania ha realizzato straordinarie conquiste (Polonia, Belgio, Olanda,
Francia, Norvegia), solo l’Inghilterra resiste, la Germania sembra ormai vicina alla vittoria, allora Mussolini pensa
che si debba entrare in guerra per cogliere i frutti della vittoria > l’Italia dichiara guerra alla Francia e
all’Inghilterra.
"L'Italia mussoliniana poteva aspirare a diventare una grande potenza solo alleandosi con la Germania.
Malgrado che dalla metà degli anni Trenta quasi un terzo delle entrate pubbliche fosse stato destinato agli
armamenti, l'apparato militare italiano, nel 1939, era logorato dalla guerra di Spagna e di Etiopia, e di gran lunga
inferiore alle stime sia del governo italiano che degli stranieri. Ma soprattutto l'Italia continuava a dipendere , in
misura elevata, dalle importazioni di carbone, di ferro, di petrolio, che per l'80% transitavano per Gibilterra o
per Suez. Senza né moderni carri armati, né cannoni antiaerei, né caccia veloci, né decenti bombardieri, né
portaerei, né radar, né valuta estera, né adeguato supporto logistico, solo grazie ai Tedeschi l'Italia avrebbero
potuto ottenere la vittoria nel conflitto che stava per divampare".