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Un mediazione possibile

Se sussistono buone ragioni per non abbandonare un approccio storico e per conservare la pluralità
delle filosofie, rinunciando a considerare cumulativo il sapere filosofico, sembra però plausibile che il
metodo storico non possa più essere proposto nella sua forma tradizionale, cioè come rassegna
di pensatori o correnti di pensiero. Esso dovrebbe essere corretto, e in buona misura ciò sta
avvenendo sia nelle proposte ufficiali (vedi i “programmi Brocca”), sia nella prassi didattica, alla luce di
alcune importanti esigenze sollevate dall’approccio per problemi.

Note
(1) R. Rorty, La storiografia filosofica, pp. 81-82, citato in S. Parigi, Tra filosofia e storia della filosofia,
Firenze, La Nuova Italia, 1991, p. 35.
(2) Ora in R. M. Calcaterra (a cura di), L’insegnamento della filosofia oggi. Prospettive teoriche e
questioni didattiche, Fasano (Brindisi), Schena Editore, 1994, pp. 11-32.
(3) F. Bianco, Insegnamento della filosofia: metodo storico o metodo “zetetico”?, in R. M. Calcaterra (a
cura di), L’insegnamento della filosofia oggi, cit., p.24.
(4) J. Rohbeck Imparare a filosofare, «Paradigmi», 1990, 23, ora in R. M. Calcaterra (a cura
di), L’insegnamento della filosofia oggi, cit., pp. 33-45.
(5) G. Magistrale, Intervento su “La didattica della filosofia”, “Paradigmi”, 1991, 25; ora in R. M.
Calcaterra (a cura di), L’insegnamento della filosofia oggi, cit., p. 200.

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