QUADERNI DI ARCHEOLOGIA DELL’EMILIA ROMAGNA 34

Collana di Monografie della Soprintendenza Archeologia dell’Emilia-Romagna

Coordinamento scientifico: LUIGI MALNATI

Coordinamento di redazione: ANNALISA POZZI
Redazione grafica: ROSSANA GABUSI
Segreteria di redazione: MASSIMO MORARA
A cura di: Patrizia von Eles, Laura Bentini, Paola Poli, Elena Rodriguez
Foto di copertina: Claudio Cocchi, Moreno Fiorentini
Immagine di copertina: Anna Maria Monaco
Peer review: Marta Bazzanella, Giovanna Bosi, Silvia Bruni, Loredana Capuis, Paola Cassola, Stefano Cremonini, Anna Dore,
Luciana Drago, Mariolina Gamba, Giovanna Gambacurta, Gian Luca Garagnani, Dario Giorgetti, Marinella Marchesi,
Nicoletta Onisto, Elsa Pacciani, Isabella Rimondi, Mariangela Ruta Serafini, Ursula Thun

Giornate di studio dedicate a Renato Peroni

Immagini di uomini e di donne dalle necropoli villanoviane di Verucchio
Verucchio (RN), Teatro Eugenio Pazzini, 20-22 Aprile 2011
Progetto scientifico: Patrizia von Eles
Organizzazione: Soprintendenza Archeologia dell’Emilia-Romagna, Comune di Verucchio
Segreteria: Elena Rodriguez
Patrocinio: Regione Emilia-Romagna, Provincia di Rimini
Contributo: Regione Emilia-Romagna, Provincia di Rimini, Aetna Group
Rapporti con la stampa: Carla Conti (Soprintendenza Archeologia dell’Emilia-Romagna)

Scavi archeologici 2005-2009. Verucchio, necropoli Lippi

Direzione scientifica: Patrizia von Eles
Operatori di scavo: Giorgia Di Lorenzo, Sara Di Penta, Fabrizio Finotelli, Lorenza Ghini, Lisa Manzoli, Marta Mazzoli,
Claudio Negrini, Marica Ossani, Paola Poli, Annalisa Pozzi, Tiziano Trocchi, Giovanni Virruso
Restauri: Mauro Ricci, Virna Scarnecchia, Micol Siboni, Monica Zanardi (Soprintendenza Archeologia dell’Emilia-Romagna),
Renaud Bernadet, Florence Caillaud, Kriterion S.n.c.
Primi interventi conservativi dei reperti recuperati: Marta Mazzoli, Marica Ossani
Analisi scientifiche sui materiali: Pietro Baraldi, Alessandra Giumlia-Mair, Marco Marchesini, Melissa Marzi, Nicoletta
Onisto, Mauro Rottoli, Annemarie Stauffer
Progettazione ed elaborazione del software database: Flavia Masi
Calco delle deposizioni equine: Ikhos Calchi di Paola Arzarello
Finanziamenti: Provincia di Rimini, Comune di Verucchio
Videoriprese, videosorveglianza, trasmissione web e supporto rete internet: Raytalk Wireless Professional
Si ringraziano tutti i volontari che hanno partecipato alle campagne di scavo e ai laboratori negli anni 2005-2015

Le necropoli di Verucchio. Materiali e nuovi dati di scavo – DVD allegato al volume

A cura di: Patrizia von Eles, Laura Bentini, Paola Poli
Progetto scientifico: Patrizia von Eles
Impaginazione delle tavole: Patrizia von Eles, Giulia Patrizi
Foto: Roberto Macrì (Soprintendenza Archeologia dell’Emilia-Romagna)
Per la documentazione grafica e fotografica si ringraziano Agnese Mignani, Anna Maria Monaco, Dante Pelagatti, Vanna Politi,
Serena Privitera
Indirizzi e-mail degli autori possono essere richiesti al Museo Civico Archeologico di Verucchio
(museoarcheologicoverucchio@gmail.com)

Indirizzo redazione: SOPRINTENDENZA ARCHEOLOGIA DELL’EMILIA ROMAGNA, via Belle Arti 52, 40126
Bologna — tel. +39 051 223 773 - 220 675; fax +39 051 227 170

Edizione e distribuzione: ALL’INSEGNA DEL GIGLIO s.a.s., via del Termine 36, 50019 Sesto Fioren-
tino (FI) — tel. +39 055 8450 216; fax +39 055 8453 188 — web site: www.insegnadelgiglio.it
e-mail:  redazione@insegnadelgiglio.it
 MINISTERO DEI BENI E DELLE ATTIVITÀ CULTUR ALI E DEL TURISMO
SOPRINTENDENZA ARCHEOLOGIA DELL’EMILIA ROMAGNA
COMUNE DI VERUCCHIO

IMM AGINI DI UOMINI E DI DONNE

DALLE NECROPOLI V ILL A NOV I A NE
DI V ERUCCHIO
Atti delle Giornate di Studio dedicate a Renato Peroni
Verucchio, 20-22 Aprile 2011

a cura di
Patrizia von Eles, Laura Bentini, Paola Poli, Elena Rodriguez

testi di
Pietro Baraldi, Elena Bedini, Laura Bentini,
Angiola Boiardi, Irene Calabria, Fabio Cavalli, Claudio Cavazzuti,
Giorgia Di Lorenzo, Patrizia von Eles, Fabrizio Finotelli, Lorenza Ghini, Lisa Manzoli,
Marta Mazzoli, Filippo Maria Gambari, Alessandra Giumlia-Mair, Domenico Mancinelli,
Marco Marchesini, Alessandro Naso, Claudio Negrini, Nicoletta Onisto, Giacomo A. Orofino,
Marica Ossani, Elsa Pacciani, Emmanuele Petiti, Paola Poli, Annalisa Pozzi,
Lise Ræder Knudsen, Elena Rodriguez, Mauro Rottoli, Virna Scarnecchia,
Micol Siboni, Annemarie Stauffer, Tiziano Trocchi,
Flavia Trucco, Teresa Ulivelli, Rita Vargiu,
Marica Venturino Gambari,
Monica Zanardi

Quaderni di Archeologia dell’Emilia Romagna 34

All’Insegna del Giglio

ISSN 1593-2680
ISBN 978-88-7814-692-1
e-ISBN 978-88-7814-693-8
© 2015 All’Insegna del Giglio s.a.s.
© Immagini, quando non altrimenti specificato:
Soprintendenza Archeologia dell’Emilia Romagna.

Edizioni All’Insegna del Giglio s.a.s

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sito web www.insegnadelgiglio.it

Stampato a Firenze nel dicembre 2015

Grafiche Martinelli
 Indice

Presentazioni . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 8

Sezione 1
LE NECROPOLI VILLANOVIANE DI VERUCCHIO

Il progetto Verucchio dal 1992 al 2011. Primi dati sulle campagne di scavo 2005-2009 nella necropoli Lippi.
Considerazioni sulla classificazione tipologica dei materiali e la sequenza cronologica, Patrizia von Eles . . 17
La necropoli Lippi: aspetti geologici, geomorfologici e topografici. Per una lettura della sequenza di deposizione
e delle relazioni fra le tombe, Fabrizio Finotelli, Paola Poli . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .45
Le indagini di scavo a Verucchio e l’impiego della metodologia GIS, Giacomo A. Orofino . . . . . . . . . . .58
Tra simbolo e realtà. Identità, ruoli, funzioni a Verucchio, Laura Bentini, Angiola Boiardi,
Giorgia Di Lorenzo, Patrizia von Eles, Lorenza Ghini, Marica Ossani, Elena Rodriguez . . . . . . . 61
Legami di vita oltre la morte: casi di deposizioni doppie o plurime, Lisa Manzoli, Claudio Negrini,
Paola Poli . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .75
I troni di Verucchio tra archeologia e iconografia, Marta Mazzoli, Annalisa Pozzi . . . . . . . . . . . . . . .89
Artigiani e committenti: officine locali e produzioni specializzate a Verucchio tra VIII e VII sec. a.C.,
Patrizia von Eles, Tiziano Trocchi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .99
Men’s cloaks from different tombs in Verucchio VIII-VII century BC. New insights and open questions,
Annemarie Stauffer, Lise Ræder Knudsen . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 105
Analisi archeobotaniche e chimiche su alcuni materiali dalla necropoli Lippi di Verucchio, Mauro Rottoli,
Pietro Baraldi, Marco Marchesini . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 109
Restaurare per conoscere … conoscere per restaurare, Virna Scarnecchia, Micol Siboni, Monica Zanardi . . 118
Lo studio antropologico dei resti cremati di Verucchio, Nicoletta Onisto . . . . . . . . . . . . . . . . . . 130
Metalli esotici tra tecniche di lavorazione e status symbol nell’Emilia Romagna nell’età del Ferro,
Alessandra Giumlia-Mair . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 137

Sezione 2
ARCHEOLOGIA E STUDIO DEI RESTI CREMATI:
ESPERIENZE A CONFRONTO

Lo scavo stratigrafico di un cinerario con l’ausilio di Tomografia Computerizzata Multistrato, Elsa Pacciani,
Irene Calabria, Teresa Ulivelli . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 157
Il ruolo attuale della Tomografia Computerizzata nello studio dei cinerari antichi, Fabio Cavalli . . . . . . 163
Aspetti del rituale crematorio nella necropoli dell’età del Ferro di Borgo Panigale. Ossilegi differenziati,
Claudio Cavazzuti . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 169
Lo scavo, il recupero e lo studio di resti cremati: l’integrazione tra antropologia e archeologia. Il caso
della necropoli della prima età del Ferro di Villa Bruschi Falgari (Tarquinia), Rita Vargiu,
Domenico Mancinelli, Flavia Trucco . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 175
Primo tentativo di interpretazione sistematica dei rituali di cremazione in Piemonte
tra la medio-tarda età del Bronzo e l’età del Ferro, Elena Bedini, Emmanuele Petiti . . . . . . . . . . 180
“Non semper eodem modo”. Spunti per l’interpretazione di rituali funerari particolari in necropoli
a cremazione dell’età del Bronzo e dell’età del Ferro in Piemonte, Marica Venturino Gambari,
Filippo Maria Gambari . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 187
 Sezione 3
TAVOLA ROTONDA

Breve riassunto della Tavola Rotonda “Verucchio nel quadro della protostoria dell’Italia centrale”,
Elena Rodriguez . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .195
Appunti sulle relazioni di Verucchio, Alessandro Naso . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 199

Bibliografia, a cura di Massimo Morara . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 203

*   *
*
Pieghevole allegato in terza di copertina
TABELLA DELLE ASSOCIAZIONI PER LE NECROPOLI DI VERUCCHIO
di Patrizia von Eles

*   *
*
DVD allegato al volume
LE NECROPOLI DI VERUCCHIO. MATERIALI E NUOVI DATI DI SCAVO
a cura di Patrizia von Eles, Laura Bentini, Paola Poli

Classificazione tipologica dei materiali

delle necropoli di Verucchio

Ornamenti
Bracciali, A. Boiardi, P. von Eles
Cinturoni, L. Bentini
Elementi decorativi del costume, L. Bentini
Fermagli e fibbie, L. Bentini
Fibule, P. von Eles
Perle di vetro, L.C. Koch
Pettorali, L. Bentini
Spilloni, A. Boiardi, P. von Eles
Armi
Asce, L. Bentini, G. Di Lorenzo
Coltelli, A. Boiardi, G. Di Lorenzo, P. von Eles
Elmi, M. Mazzoli, C. Negrini
Punte di lancia/giavellotto, G. Di Lorenzo
Scudi, L. Bentini, G. Di Lorenzo
Spade, L. Bentini, G. Di Lorenzo
Utensili
Oggetti da toletta, L. Bentini
Rasoi, L. Bentini
Oggetti rituali
Palette, L. Bentini
Tintinnabula, L. Bentini
Morsi equini, P. von Eles, M. Marchesi
 Relazioni preliminari di scavo delle tombe 1-42
nella necropoli Lippi (campagne 2005-2009)

Le schede delle tombe 2005-2006: redazione e documentazione, P. von Eles, P. Poli

Tomba 1/2005 (P. von Eles, P. Poli)

Tomba 2/2005 (G. Di Lorenzo, P. von Eles, P. Poli)
Tomba 3/2005 (P. von Eles, P. Poli)
Tomba 4/2005 (P. von Eles, P. Poli)
Tomba 5/2005 (P. von Eles, P. Poli)
Tomba 6/2005 (P. Poli, A. Pozzi)
Tomba 7/2005 (G. Di Lorenzo, S. Privitera)
Tomba 8/2005 (C. Negrini)
Tomba 9/2005 (P. Poli, T. Trocchi)
Tomba 10/2005 (P. Poli, T. Trocchi)
Tomba 11/2005 (M. Ossani, A. Pozzi)
Tomba 12/2005 (G. Di Lorenzo, S. Privitera)
Tomba 13/2005 (P. Poli, A. Pozzi)
Tomba 14/2005 (P. Poli, A. Pozzi)
Tomba 15/2005 (P. Poli, A. Pozzi)
Tomba 16/2005 (M. Ossani, A. Pozzi)
Tomba 17/2005 (L. Ghini, C. Negrini)
Tomba 18/2005 (M. Mazzoli, P. Poli)
Tomba 19/2005 (M. Mazzoli, P. Poli)
Tombe 20 e 20bis/2005 (C. Negrini, P. Poli)
Tomba 21/2005 (L. Ghini, C. Negrini, P. Poli)
Tomba 22/2005 (L. Manzoli, T. Trocchi)
Tomba 23/2005 (M. Ossani, A. Pozzi)
Tombe 24/2005 e 41/2006 (L. Manzoli, C. Negrini, P. Poli)
Tomba 25/2005 (P. Poli, A. Pozzi)
Tomba 26/2005 (L. Manzoli, A. Pozzi)
Tomba 27/2006 (P. von Eles)
Tomba 28/2006 (P. von Eles)
Tomba 29/2006 (P. von Eles)
Tomba 30/2006 (L. Manzoli, T. Trocchi)
Tomba 31/2006 (P. von Eles)
Tomba 32/2006 (P. Poli, T. Trocchi)
Tomba 33/2006 (P. von Eles)
Tomba 35/2006 (L. Ghini, P. Poli)
Tomba 36/2006 (L. Ghini, L. Manzoli)
Tomba 37+42/2006 (L. Ghini, M. Ossani, P. Poli)
Tomba 38/2006 (L. Ghini)
Tomba 39/2006 (G. Di Lorenzo)
Tombe 40 e 40bis/2006+84/2009 (L. Manzoli, P. Poli)

Riferimenti bibliografici

Integrazioni alla Sezione 1

Le necropoli villanoviane di Verucchio

Tabella delle associazioni per le necropoli di Verucchio, P. von Eles

Elenco delle tombe con datazione e relazioni stratigrafiche, P. von Eles
Tavole dei tipi in tabella, P. von Eles
Allegato 1: Planimetria generale della necropoli Lippi con indicazione dei movimenti che hanno coinvolto le diverse aree,
F. Finotelli, P. Poli
Allegato 2: Planimetria generale dei nuovi scavi (2005-2009, 2014) che evidenzia le dinamiche post-deposizionali relative alle
singole tombe, F. Finotelli, P. Poli
Immagini a colori, A. Stauffer, L. Ræder Knudsen
Immagini a colori, F. Cavalli
Immagini a colori, E. Bedini, E. Petiti
 Patrizia von Eles *, Tiziano Trocchi **
Artigiani e committenti: officine locali e produzioni specializzate
a Verucchio tra VIII e VII sec. a.C.
Dall’analisi dei contesti funerari verucchiesi emer-
ge con chiarezza la presenza a Verucchio di produ-
zioni locali che riguardano vari settori produttivi.
Nell’ambito di alcune classi di materiali l’esistenza
di produzioni locali è attestata da tipi specifici, che
risultano poco o per nulla documentati altrove, con
l’apertura a sperimentazioni innovative: gruppi di
oggetti caratterizzati da una specificità morfologica
e da una fortissima elaborazione a livello proget-
tuale e tecnologico, che diventano elementi forti di
identità culturale. Questo si verifica in particolar
modo nell’artigianato dell’ambra, ma alcune con-
siderazioni fanno ipotizzare che anche le officine
metallurgiche partecipino alla elaborazione di nuo-
ve tipologie di materiali. Talvolta questo impulso
all’innovazione si concretizza in forme note, con
attestazioni relativamente limitate – anche in altri
ambiti – ma che sembrano comparire a Verucchio
in anticipo rispetto alla cronologia corrente. Dalla
tabella di seriazione risulta, ad esempio, che le fibu-
le ad arco ribassato crestato rappresentano uno dei
tipi più caratteristici della fase III 1 di Verucchio, da
collocare a cavallo della metà dell’VIII sec. a.C. 2,
e sono raramente attestate nelle fasi successive.
A questa prima serie di prodotti si possono acco-
stare materiali a più ampia diffusione rappresentati
da forme relativamente comuni, che, per quantità e
precocità di attestazioni, rivelano una sicura identi-
ficazione di Verucchio come centro di elaborazione
delle forme e di diffusione dei prodotti 3. Le due
*  Già Soprintendenza Archeologia dell’Emilia-Romagna e Direttore
Museo Civico Archeologico di Verucchio.
**  Soprintendenza Archeologia dell’Emilia-Romagna.
1 
von Eles, supra.
2 
Il tipo è ben noto in ambito settentrionale con numerose
attestazioni sia da Bologna sia da Este: nella classificazione di S.
Tovoli (Tovoli 1989, p. 260, tav. 116, 84) è attribuito ad un mo-
mento recente del Villanoviano III (fine VIII-inizi VII sec. a.C.); una
cronologia alquanto più alta propone invece A. Dore almeno per la
comparsa del tipo (Dore 2005, tav. 11, fase IIB). Alla fine dell’VIII
sec. a.C. riconducono anche gli esemplari da Este (von Eles 1986,
nn. 613-618). Il tipo è documentato a Veio e attribuito da A. Guidi
alla fase IIC, dunque, secondo la sua datazione, al momento finale
dell’VIII sec. a.C. (Guidi 1993, p. 48, tipo 100, varietà C, fig. 16,
2). Il tipo è assente in Italia Meridionale, dove tuttavia due fibule ad
arco ribassato passante a sanguisuga presentano una piccola cresta
longitudinale (Lo Schiavo 2010, pp. 262-263), simile a quella pre-
sente nell’esemplare che viene accostato al tipo 37 nella classificazione
delle fibule inclusa nel DVD allegato a questo volume.
3 
Tra le forme più rappresentative in questo senso figurano le ciste
cordonate con anse mobili in bronzo, già oggetto di un attento
studio che ne ha identificato in Verucchio uno dei principali centri
di produzione (Micozzi 2001, pp. 9-25).
99
categorie di manufatti non rappresentano ambiti
nettamente separati, ma anzi mostrano talvolta
interessanti e significative sovrapposizioni, laddove
le esigenze proprie di una committenza locale limi-
tata, trovano – evidentemente in breve successione
di tempo – il favore dei ‘mercati’ sia nell’ambito
della comunità stessa, sia al suo esterno.
In riferimento ai prodotti a forte connotazione
locale, vanno considerati innanzitutto oggetti nella
cui realizzazione si prende come punto di partenza
un tipo noto, giungendo però ad elaborazioni
talmente complesse e particolari da travalicare il
concetto stesso di variante, per approdare ad uno
snaturamento pressoché totale del modello di
partenza. È il caso per esempio di alcuni tipi di
fibule che costituiscono sicuramente uno dei campi
di applicazione più evidenti di questo genere di
approccio progettuale e produttivo.
Un esempio particolarmente chiaro è quello di una
coppia di fibule ‘a gabbia’ con tarsie in ambra dalla
tomba Lippi 40bis/2006 4. Si tratta di un tipo che
trova forse qualche analogia con un esemplare in
ambito veneto agli inizi del VII sec. a.C. 5 e, pre-
sumibilmente, con un elemento dal riempimento
del pozzo in Pian del Monte 6 (fig. 1).
Nelle due fibule di Verucchio, alla struttura in
bronzo vengono applicate tarsie in ambra singo-
larmente sagomate per essere alloggiate in ogni
riquadro e agli incroci degli elementi della gabbia
viene imperniata una scimmietta in bronzo. L’e-
sito è una fibula praticamente avulsa da qualsiasi
modello di riferimento. Il procedimento teorico e
produttivo che sta alla base di una elaborazione di
questo tipo è molto particolare, ma non inusuale
nei contesti di Verucchio.
Da una sepoltura maschile, la tomba Lippi
76/2008, proviene una fibula serpeggiante al cui
arco e alla cui staffa sono state applicate file mul-
tiple di scimmiette in bronzo, che rendono anche
in questo caso pressoché irriconoscibile il tipo
di partenza, ridotto quasi ad un mero scheletro
di supporto (fig. 2). L’elaborazione concettuale
4 
Sulle modalità di realizzazione, in occasione del convegno, M.
Casagrande ha presentato una interessantissima proposta; sulle
caratteristiche strutturali emerse dal restauro, si veda Scarnecchia,
Siboni, Zanardi, infra.
5 
von Eles 1986, n. 1384.
6 
Baldoni 1987, fig. 175, 23.
 Patrizia von Eles, Tiziano Trocchi
fig. 1 – A: Fibula da Verucchio, tomba Lippi 40bis/2006; B: fibula da Este, Casa di Ricovero, tomba 144; C: possibile fram-
mento di fibula da Verucchio, pozzo di Pian del Monte.
fig. 2 – Fibula da Verucchio, tomba Lippi 76/2008.
che sta alla base di queste variazioni risponde ad
una precisa esigenza di identificazione. Nel caso
della fibula con arco a ‘gabbia e tarsie in ambra’
si fa uso di un modello già molto particolare in
partenza, mentre nell’altro si usa un profilo base
ben conosciuto, la fibula serpeggiante a doppio
ago, ma in entrambi si mira – anche con l’uso
reiterato di un particolare elemento plastico – ad
ottenere un effetto di assoluta personalizzazione e
riconoscibilità 7.
Un analogo impegno speculativo e progettuale
può essere considerato alla base dello sviluppo di
lavorazioni estremamente specializzate e partico-
lari; nella realizzazione delle grandi fibule ad arco
rivestito in ambra e osso, note da alcune sepolture
femminili verucchiesi di alto rango, entrano in
gioco elementi in ambra e osso assemblati in modo
vario e complesso 8. Gli esemplari particolarmente
7 
Molto frequente nelle produzioni verucchiesi è d’altra parte l’ap-
plicazione di elementi ornamentali plastici. Tra questi le scimmiette
conoscono una particolare fortuna: compaiono non solo su oggetti
diversi (fibule, oggetti da toletta, coltelli), ma anche in materiali
diversi (bronzo, avorio, ambra) e sulle rappresentazioni iconografiche
sul trono della tomba Lippi 89/1972 (von Eles 2002a).
8 
La presenza di ambra a Verucchio passa, tra i primi decenni e il
periodo a cavallo della metà dell’VIII sec. a.C., da circa 10% a valori
superiori al 30% delle tombe sia maschili che femminili. Nelle tombe
maschili sono presenti esclusivamente le fibule ad arco rivestito da
100
elaborati sono molteplici e sistematicamente pro-
dotti in modelli unici o in coppie, evidentemente
su specifica commissione 9.
Tra i numerosi casi possibili vanno citate, a titolo
esemplificativo, le grandi fibule ad arco cavo in
osso e ambra. In questi manufatti l’applicazione
progettuale e tecnologica arriva a livelli di elabo-
razione funzionale ed estetica molto complessi.
L’assemblaggio di dischi in osso e ambra con
elementi cilindrici vuoti sostenuti da supporti
organici consente innumerevoli variazioni com-
positive dei castoni in osso e delle tarsie in ambra
che li compongono 10.
Lo sviluppo di una conoscenza e di una capacità
tecnologica complesse e avanzate nella lavorazione
dell’ambra include, oltre a molte altre realizzazio-
ni nel campo degli ornamenti, l’applicazione di
elementi in ambra ad altre categorie di oggetti,
che assumono per questo caratteristiche del tutto
particolari e tipiche di alcuni contesti verucchiesi:
si tratta ad esempio di vasellame sia in bronzo sia
in ceramica, come le tazze con elementi in ambra e
talvolta altra sostanza organica incastonati, nonché
di elementi di bardatura equina, tra cui spiccano
alcuni tipi di morso con montante a barra sinuosa
e terminazione a semisfera con alloggiamenti per
tarsie probabilmente in ambra.
Ai casi sopra brevemente ricordati, fa riscontro un
secondo gruppo di prodotti che, pur mostrando
caratteri assolutamente peculiari, non si presentano
come ‘modelli unici’, ma conoscono una diffusione
relativamente più ampia all’interno dei corredi
funerari verucchiesi. Tra il vasellame bronzeo si
semplici perle d’ambra e le fibule serpeggianti rivestite in ambra; i
tipi a castoni e tarsie invece sono esclusivi delle tombe femminili.
9 
Sul significato di ciò in funzione della rappresentazione simbolica
del defunto, si veda Bentini et al., supra.
10 
Per gli aspetti tecnici di dettaglio e le immagini di alcuni oggetti,
si veda Scarnecchia, Siboni, Zanardi, infra.
 officine locali e produzioni specializzate a Verucchio tra VIII e VII secolo a.C.
evidenzia in primo luogo un particolare gruppo
di tazze con ansa sopraelevata e configurata, nota
a Verucchio in diversi esemplari 11.
È un tipo non esclusivo di Verucchio, ma che qui
compare con una particolare concentrazione – 5
esemplari in bronzo, cui va aggiunta un’imitazione
in ceramica – e con una specificità morfologica tale
da rendere gli esemplari verucchiesi del tutto ca-
ratteristici, distinguendoli da quelli noti in ambito
centro-italico. Si tratta di tazze in lamina di bronzo
con piccole figure animali rivolte verso il basso. Alla
parte esterna del labbro si collega, almeno negli
esemplari meglio conservati, un bronzetto plastico
a figura umana eretta con volto semi-mostruoso 12.
Va ricordato che questo tipo di tazze risulta testi-
moniato quasi esclusivamente in contesti femmini-
li e che ad esse è stata attribuita una funzione nella
gestione e nello svolgimento di cerimonie pubbli-
che a carattere sacro 13. Sono oggetti fortemente
caratterizzanti, anche e soprattutto dal punto di
vista del ruolo sociale a cui fanno riferimento.
A ciò si può aggiungere che, pur trattandosi di
una forma presente in molti contesti per i quali è
legittimo pensare ad una funzione con riferimenti
condivisi, ad oggi nessun sito, per quanto ricco di
testimonianze funerarie (Bologna, Imola, Perugia,
Chiusi, Vetulonia, Roselle, Bisenzio, Veio), ha
restituito un numero così alto di esemplari 14.
I morsi equini sono indubbiamente un’altra delle
categorie di oggetti nell’ambito delle quali si distin-
guono tipi che attualmente non sono documentati
fuori da Verucchio; in genere si tratta di versioni
locali di modelli a più ampia diffusione, anch’essi
testimoniati nei corredi verucchiesi; si vedano ad
esempio i morsi con montanti ad arco tipo Bologna
e quelli con montanti angolati tipo Verucchio,
in particolare un esemplare con figurine animali
sulla barra 15.
Anche nell’ambito delle produzioni metalliche
riservate all’abito femminile, si trovano oggetti
che paiono esclusivi di Verucchio; ricordiamo i
cinturoni a fascia rettangolare con dischi traforati
a raggi spezzati, presenti in diverse varietà, ma
strettamente identificativi di un costume locale,
tanto da essere individuabile nel caso di circa 40
11 
Per l’identificazione di un tipo specificamente verucchiese, si
veda von Eles 2007, pp. 154-155; per una revisione e un catalogo
di questo tipo di tazze, cfr. Außerlechner 2012, mentre per un
esemplare di scavo recente: von Eles et al. 2014.
12 
Agli esemplari con quadrupedi sul margine esterno si aggiunge un
pezzo dalla tomba Lippi 32/2006, che presenta una continua serie
di globetti (Trocchi 2007, p. 183, fig. 133).
13 
Per il significato della presenza di questo tipo di vasellame nelle
tombe femminili di Verucchio: von Eles 2007, pp. 154-155.
14 
Per un elenco degli esemplari romagnoli ed un primo inquadra-
mento tra i confronti di area italica: Trocchi 2007, pp. 183-184
n. 133.
15 
Per la classificazione tipologica dei morsi equini a Verucchio: von
Eles, Marchesi, Classificazione tipologica dei materiali delle necropoli
di Verucchio: morsi equini, in allegato digitale a questo volume.
101
donne 16, a partire dalla fase III (vale a dire nei
decenni a cavallo della metà dell’VIII sec. a.C.),
per proseguire fino all’ultimo periodo. Altri ele-
menti legati all’abbigliamento femminile e – per
quanto ne sappiamo – prodotti localmente, sono
le placchette di metallo realizzate a getto e talora
con aggiunta di perline d’ambra o vetro, e un
particolare fermaglio da cintura con occhiello e
due elementi laterali sinuosi e catenelle appese 17.
Anche tra le produzioni in ceramica si distinguono
alcune forme, ben testimoniate, che assumono
caratteri del tutto peculiari in alcuni tipi presenti
a Verucchio. Tra queste si segnalano ad esempio
le tazze biansate che, oltre ad essere la forma di
elezione per l’inserimento di elementi decorativi
in ambra (fig. 3), presentano – in alcuni tipi di
piccole dimensioni – una caratteristica morfologia
a imboccatura ovalizzata. Talvolta essa si combina
con un apparato decorativo particolarmente ricer-
cato, che può includere l’uso di impasti con colori
in contrasto cromatico e di borchiette o lamelle
metalliche applicate 18.
È evidente, da quanto sin qui esposto, uno stretto
legame tra produzioni specializzate e committenti
verucchiesi, che indubbiamente rientrano tra i
componenti dell’élite aristocratica. Gli oggetti che
abbiamo visto sinora erano chiaramente destinati,
a partire dall’individuo sino a gruppi familiari e
sociali più ampi, alla rappresentazione della loro
immagine in termini di ruoli e di ranghi.
Occorre tuttavia comprendere l’incidenza di questa
forte specializzazione produttiva sulla struttura
socio-economica di Verucchio tra fine VIII e prima
metà del VII sec. a.C.
Da questo punto di vista soccorrono i dati rela-
tivi in particolare alla seconda delle categorie di
manufatti in partenza individuate: manufatti,
non tanto caratterizzati dal punto di vista della
elaborazione progettuale, ma la cui attestazione
locale, in termini di quantità e precocità, va ben
oltre le valutazioni espresse in passato in merito
alla loro produzione.
Ci si riferisce, in particolare, da un lato ad elementi
pertinenti all’armamento, quali gli elmi conici
crestati 19 ed i coltelli a lama sinuosa, entrambi
tradizionalmente definiti ‘tipo Novilara’, dall’altro
a forme di vasellame metallico di ampia diffusione,
come le ciste cordonate in bronzo con anse mobili.
16 
Le tombe in tabella delle associazioni sono 38, ma gli esemplari
sono in numero maggiore, in quanto alcune tombe risultano prive
di associazioni e in altre ne sono presenti più di uno.
17 
Bentini, Classificazione tipologica dei materiali delle necropoli di
Verucchio: cinturoni, fermagli e fibbie, elementi decorativi del costume,
in allegato digitale a questo volume.
18 
Per un’analisi del tipo e delle caratteristiche tecnologiche e pro-
duttive si veda: Bendi, Poli, Trocchi 2002, pp. 43-45.
19 
Mazzoli, Negrini, Classificazione tipologica dei materiali delle
necropoli di Verucchio: elmi, in allegato digitale a questo volume.
 Patrizia von Eles, Tiziano Trocchi

fig. 3 – Tazze con inserti in ambra da Verucchio. A: tomba Lippi 26/1972; B: tomba Lippi 27/1972.

fig. 4 – Coltelli in ferro

da Verucchio. A: tomba
Moroni 35/1969; B:
tomba Lippi 12/2005.

Nel primo caso occorre osservare che il numero di
elmi conici con cresta documentati a Verucchio
(10 esemplari), rappresenta allo stato attuale – per
quanto ci è noto – il nucleo di attestazioni più
numeroso del tipo, se raffrontato con gli esemplari
presenti nelle necropoli di Novilara e con gli elmi
conici testimoniati in ambito nord-adriatico. Ana-
loga osservazione può essere avanzata per i coltelli
di ferro a lama sinuosa; il tipo è documentato in
ne del fodero, a dischi o a globetti. Le due varietà
sono spesso presenti a Verucchio nelle stesse tombe
e, come è stato messo in evidenza nell’analisi delle
tombe maschili, sono intercambiabili anche dal
punto di vista simbolico (fig. 4) 20.
Boiardi, Di Lorenzo, von Eles, Classificazione tipologica dei
20 

materiali delle necropoli di Verucchio: coltelli, in allegato digitale a

due varietà che differiscono solo per la terminazio- questo volume.

102
 officine locali e produzioni specializzate a Verucchio tra VIII e VII secolo a.C.
L’attribuzione del tipo a produzione verucchiese
può essere considerata certa: in totale sono do-
cumentati a Verucchio oltre 50 esemplari, di cui
almeno 17 appartenenti alla varietà a dischi, pre-
senti – per quanto finora noto – solo a Verucchio 21;
la varietà con terminazione del fodero a globetti,
pur diffusa altrove, comunque ha una prevalenza
numerica a Verucchio rispetto alle presenze nei
sepolcreti nord-piceni. Sono note peraltro alcune
attestazioni di questi coltelli da diverse località delle
Marche (Ancona, Sirolo, Ripatransone S. Severi-
no), a riprova di una loro diffusione relativamente
ampia in ambito medio-adriatico 22.
Nel considerare i dati esposti va tenuto presente
anche che, ad avvalorare l’ipotesi di una produzio-
ne in ambito verucchiese, sia per quanto riguarda
gli elmi sia per i coltelli, i contesti di rinvenimento
di Verucchio sono in ogni caso precedenti rispetto
alle altre testimonianze citate. In particolare gli
elmi ed i coltelli di Verucchio iniziano con la fase
IV (corrispondente all’ultimo quarto dell’VIII sec.
a.C.), mostrando dunque una comparsa piuttosto
precoce, e perdurano sino alla fase V (cioè fino alla
metà del VII sec. a.C. circa).
Per quanto riguarda le ciste cordonate in bronzo
è da tempo consolidato il riconoscimento di Ve-
rucchio come uno dei centri produttivi principali
di questi manufatti, diffusi in tutto il versante
adriatico centro-settentrionale ed in particolare del
tipo originariamente isolato come Novilara Gruppe
nella tipologia della B. Stjernquist 23.
Quello che in questa sede si può aggiungere è una
considerazione in merito all’origine e alla funzione
di questo gruppo di recipienti bronzei: si è osser-
vato infatti che, nei contesti funerari di Verucchio,
le ciste – sempre documentate nei tipi con doppia
ansa mobile – assumono il ruolo di contenitori di
pregio per bevande collegate alla sfera rituale del
banchetto/simposio. Ciò è ben confermato dai
più recenti scavi, in cui si è più volte documen-
tata la presenza di piccole tazzine in funzione di
attingitoio all’interno delle ciste stesse e, almeno
in un caso (tomba Lippi 32/2006), la presenza di
un consistente residuo organico, evidentemente
da mettere in relazione al contenuto originario 24.
Si tratta di una funzione che di norma, ad esempio
nei contesti bolognesi, viene associata a conteni-
tori come le situle, in bronzo o ceramica, peraltro
assai rare nei corredi di Verucchio. Proprio questa
particolare interpretazione della forma fa delle ciste
verucchiesi un prodotto effettivamente peculiare
21 
Per altri esemplari, circa 20, non è possibile distinguere la varietà
a causa delle condizioni di conservazione.
22 
Per la diffusione del tipo in area medio-adriatica: Gobbi 1999;
Sabbatini 2008.
23 
Stjernquist 1967; Micozzi 2001.
24 
Poli, Trocchi, Relazione preliminare della tomba Lippi 32/2006,
in allegato digitale a questo volume.
103
e rende forse meglio spiegabile lo sviluppo di una
così consistente produzione locale 25 di un vaso
in bronzo, d’altra parte estremamente comune
e diffuso in molti contesti villanoviani coevi, sia
centro-italici che padani. Se in questa interpreta-
zione della forma possiamo riconoscere il dato,
essenzialmente e fortemente culturale, che porta
all’origine del tipo, occorre però mettere bene in
evidenza che le officine verucchiesi hanno avuto
in questo caso la capacità di dare vita nel tempo ad
una produzione che, per quantità e diffusione, è
andata ben oltre le sue origini ed il suo significato
nel contesto socio-culturale locale.
La breve e sintetica disamina proposta a titolo
esemplificativo evidenzia come si possano di-
stinguere, tra le produzioni che maggiormente
si qualificano come culturalmente identitarie a
Verucchio, da un lato casi talmente particolari e
unici da divenire distintivi di singoli individui o
gruppi molto ristretti all’interno della compagine
sociale e quindi apparentemente legati ad una
committenza estremamente specifica (grandi fibule
in ambra, fibula a drago con scimmiette e inserti
d’ambra); d’altro canto si evidenziano chiaramente
produzioni da porre in relazione ad una più ampia,
per quanto selezionata, componente sociale e che
dobbiamo immaginare legata a specifici ruoli, in
taluni casi connessi anche a precise caratterizzazio-
ni di genere (tazze bronzee con ansa sopraelevata).
Ad una committenza ancora più allargata, che
potremmo definire genericamente di alto rango,
vanno verosimilmente riferiti infine quei prodotti,
sempre fortemente caratterizzati in senso locale,
ma a più ampia diffusione (tazze ceramiche, morsi
equini, ciste bronzee).
Seguendo questa impostazione analitica, da
ampliare e ulteriormente approfondire su altre
categorie di manufatti, queste produzioni mettono
in risalto la presenza, nel tessuto economico-pro-
duttivo verucchiese, di officine locali altamente
specializzate, capaci di gestire un’organizzazione
complessa del lavoro, che implicava una forte ca-
pacità progettuale e abilità tecniche di alto livello,
con professionalità impegnate nella lavorazione di
materiali diversi: officine che appaiono fortemente
legate ad una specifica committenza evidentemente
colta e internamente molto ben differenziata. Que-
sti prodotti infatti, oltre ad essere importanti ele-
menti di identificazione culturale del villanoviano
verucchiese, divengono rivelatori di una geografia
sociale estremamente complessa ed articolata della
comunità di Verucchio, in cui fattori legati al rango
dei membri dei gruppi sociali che utilizzano le
25 
Le ciste a cordoni con anse mobili sono presenti in oltre 80 tombe
con una percentuale pari a circa il 15%; in molte sepolture sono
inclusi numerosi esemplari, ma, in assenza di complete verifiche di
restauro, non è possibile attualmente precisarne il numero.
 Patrizia von Eles, Tiziano Trocchi
necropoli fin qui note si combinano ad elementi
distintivi di ruolo e a indicatori di individualità 26.
Particolarmente significativo in ordine ad un’inter-
pretazione sociologica dei dati esposti risulta quan-
to osservato in merito agli elmi conici, ai coltelli
a lama sinuosa e alle ciste cordonate in bronzo. Si
tratta di produzioni locali ben caratterizzate, ma
in questo caso, evidentemente, destinate non solo
ad una committenza molto più ampia in loco,
come dimostra la quantità di esemplari presenti
nei contesti verucchiesi, ma anche – come si è visto
– ad una diffusione su più larga scala, che, oltre
a comprendere il vicino comparto nord-piceno,
arriva a coinvolgere l’altra sponda dell’Adriatico.
Ciò presuppone una notevole capacità degli arti-
giani verucchiesi di proiettare i propri manufatti
su rotte di traffici e scambi che a buon diritto
possiamo definire ad ampio raggio. Ed è proprio
su quest’ultimo elemento che occorre concentrare
l’attenzione: è infatti del tutto evidente che, se la
presenza di botteghe ad altissima specializzazione,
strettamente legate ai desiderata delle famiglie
emergenti, pare del tutto compatibile col mo-
dello di organizzazione sociale aristocratico, non
26 
Bentini et al., supra.
104
altrettanto può essere facilmente affermato per la
presenza – ormai evidente a Verucchio – di una
classe artigianale, che, oltre ad essere altamente
qualificata, produce su larga scala ed ha maturato
la capacità e l’autonomia necessarie per inserirsi in
una rete commerciale che va ben oltre la comunità
locale. Gli artigiani non sono rappresentati nelle
necropoli, rarissimi e poco significativi i casi di
attrezzi da lavoro nelle sepolture, e le officine
lavorano certamente sotto il controllo dei gruppi
dominanti, il che configura un sistema produttivo
simile a quello documentato attualmente solo in
età arcaica a Murlo 27 e definisce per Verucchio
un ruolo di cui i guerrieri sono probabilmente i
garanti.
Proprio nella coesistenza di una classe artigianale
così sviluppata e di un sistema sociale di tipo ari-
stocratico-gentilizio possiamo leggere un fattore di
forte destabilizzazione del sistema socio-politico
verucchiese; destabilizzazione che non può non
essere messa in relazione con la crisi che notoria-
mente porta al cedimento di questa struttura nel
corso del VII sec. a.C.
27 
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