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CONSIGLIO SCIENTIFICO:
Gabriel Amengual, Myriam Bienenstock, Rossella Bonito Oliva, Claudio Cesa,
Ferruccio De Natale, Giannino Di Tommaso, Alfredo Ferrarin, Luca Fonnesu,
Stephen Houlgate, Marco Ivaldo, Jean-François Kervegan, Claudio La Rocca,
Eugenio Mazzarella, Francesca Menegoni, Maria Moneti Codignola, Adriaan Th.
Peperzak, Michael Quante, Leonardo Samonà, Birgit Sandkaulen.
REDAZIONE:
Luca Illetterati (coordinamento), Valentina Chizzola (segreteria di redazione).
c.p. 269
I-38100 Trento
web: www.verificheonline.net
e-mail: info@verificheonline.net
SAGGI
3 «In der Tat ist der Geist der eigentliche Idealist»: idealità e oggettività
nella filosofia dello spirito soggettivo di Hegel
di Paolo Giuspoli
45 Pensare incondizionatamente la condizione
(Heidegger, il Sofista di Platone e Hegel)
di Alfonso Cariolato
83 I limiti dell’interpretazione coerentista della dialettica hegeliana
di Michela Bordignon
135 Hegel e la filosofia del tempo contemporanea
di Federico Perelda
187 Normatività, spirito, libertà. A partire da Hegel
di Sergio Soresi
215 Struttura e significato metacategoriale della soggettività nella logica di Hegel
di Andrea Gambarotto
251 Esperienza e ragione in Hegel
di Gianluca Mendola
Discussioni
277 Il gradualismo nella Psicologia hegeliana e gli stati mentali degli animali:
una discussione
di Pierfrancesco Biasetti
297 Sviluppi recenti della discussione sull’insegnamento della filosofia nella
scuola secondaria di secondo grado
di Alberto Gaiani
Recensioni
di Michela Bordignon
1 Diss, p. 227 (p. 88). Riporto di seguito l’elenco delle sigle utilizzate nel testo (la
sigla è seguita dal numero di pagina dell’edizione tedesca e da quello dell’edizione
italiana.
Diss: G.W.F. HEGEL, Dissertationi philosophicae de orbitis planetarum, in Gesammelte
Werke, in collaborazione con la Hegel-Kommission della Rheinisch-Westfälischen
Akademie der Wissenschaften e con lo Hegel-Archiv della Ruhr-Universität
Bochum, Meiner, Hamburg 1968 ss. (d’ora in avanti GW), Bd. V, Schriften und
Entwürfen (1799-1808), hrsg. von M. Baum e K. R. Meist, Meiner, Hamburg
1998, pp. 223-253; trad. it a cura di A. Negri, Le orbite dei pianeti, Laterza, Bari
1984.
PdG: G.W.F. HEGEL, Die Phänomenologie des Geistes, in GW, Bd. IX, hrsg. von
W. Bonsiepen, R. Heede, Meiner, Hamburg 1980; trad. it. di V. Cicero,
Fenomenologia dello spirito, 2 voll., Bompiani, Milano 2000.
NG: G.W.F. HEGEL, Nürnberger Gymnasialkurse und Gymnasialreden (1808-1816),
in GW, Bd. X, hrsg. von K. Grotsch, Meiner, Hamburg 2006; trad. it. a cura di
G. Radetti, Propedeutica filosofica, La Nuova Italia, Firenze 1977.
WdL I: G.W.F. HEGEL, Wissenschaft der Logik, erster Band, Die objektive Logik,
erstes Buch, Die Lehre vom Seyn (1832), in GW, Bd. XXI, hrsg. von F.
Hogemann, W. Jaeschke, Meiner, Hamburg 1985; trad. di A. Moni, revisione
della trad. e nota introduttiva di C. Cesa, Scienza della logica, Laterza, Bari 1968,
pp. 9-430.
WdL II: G.W.F. HEGEL, Wissenschaft der Logik, erster Band, Die objektive Logik,
zweites Buch, Die Lehre vom Wesen (1813), in GW, Bd. XI, hrsg. von F.
Hogemann, W. Jaeschke, Meiner, Hamburg 1978; trad. it. Scienza della logica,
cit., pp. 431-646.
Saggi I limiti dell’interpretazione coerentista 85
WdL III: G.W.F. HEGEL, Wissenschaft der Logik, zweiter Band, Die subjektive
Logik. Die Lehre vom Begriff (1816), in GW, Bd. XII, hrsg. von F. Hogemann e
W. Jaeschke, Meiner, Hamburg 1981; trad. it. Scienza della logica, cit., pp. 647-
957.
Enz: G.W.F. HEGEL, Enzyklopädie der philosophischen Wissenschaften im Grundrisse
(1830), in GW, Bd. XX, hrsg. von W. Bonsiepen, H.-C. Lucas, Meiner,
Hamburg 1992; trad. it. a cura di B. Croce, Enciclopedia delle scienze filosofiche,
Laterza, Roma-Bari 2002.
2 Cf. R-B. BRANDOM, Tales of the Mighty Dead, Harvard University Press,
5 Ivi, p. 33.
6 Da qui in poi PNC.
7 La coerenza consiste nell’impossibilità, in un sistema, di dimostrare all’interno
del sistema stesso sia una formula sia la sua negazione. Alla coerenza è
strettamente connessa anche la consistenza del sistema stesso: se in un sistema
non sono derivabili contraddizioni allora esiste almeno una formula del
linguaggio L, in cui il sistema si esprime, che non viene dimostrata all’interno del
sistema.
Saggi I limiti dell’interpretazione coerentista 87
dall’uso che egli fa di questo concetto e non da ciò che ne dice. E poiché egli
usa la “contraddizione” per illuminare il funzionamento delle nozioni comuni e
delle cose del mondo, e non per gettare l’ombra del dubbio sul loro significato
o sulla loro realtà, è chiaro che non la adopera in quella maniera auto-
cancellante che sembrerebbe, a prima vista, plausibile. Per presenza di “con-
traddizioni” nel pensiero o nella realtà Hegel intende, è chiaro, la presenza di
tendenze opposte o antitetiche, tendenze che operano in direzioni contrarie,
che mirano, ciascuna, a dominare tutto quanto il campo e a sconfiggere il
proprio avversario, ma che esigono anche, ciascuna, il proprio avversario per
essere ciò che esse sono e per avere qualcosa contro cui lottare» (J.N.
FINDLAY, Hegel oggi, trad. it. di L. Calabi, Istituto Librario Internazionale,
Milano 1972, pp. 72-73). Anche Hartmann si esprime in termini simili: «La
contradiction, par son essence, appartient a la sphère des pensées et des
concepts. Pour «contredire» il faut «dire»: la contradiction, en bonne logique,
suppose le jugement. Des concepts et des jugements peuvent se contredire [...].
Mais des choses, des événements, des rapports réels ne le peuvent pas, a la
rigueur. […] Ce qu’on appelle, très improprement, contradiction dans la vie et
dans la réalité n’est pas le moins du monde une contradiction, mais, a la vérité,
un conflit» (N. HARTMANN, Hegel et le problème de la dialectique du réel, in «Revue
de Métaphysique et de Morale», 38 (1931), pp. 314-315).
Saggi I limiti dell’interpretazione coerentista 89
dire che è all’interno della loro unità che gli opposti sono ognuno
«negazione dell’altro» significa, appunto, escludere che all’interno
di tale unità gli opposti si identifichino: significa che, nell’unità,
l’uno non è l’altro […] stando in relazione all’altro, riesce ad
essere sé, riesce ad essere sé senza dissolversi nell’altro, riesce ad
essere una determinazione. In questo senso l’unità degli opposti
(cioè la relazione all’altro) lungi dall’essere la violazione del
p.d.n.c., è addirittura la condizione trascendentale del costituirsi di
tale principio. […] L’opposizione non è una violazione del
p.d.n.c., ma è la stessa non-contraddizione25.
Milano 2010, p. 9.
32 «Questo è il senso della contraddizione in Hegel, che si produce a seguito
37 «Dialektisches Denken wäre aber nicht, was es ist, würde es nicht auch seine
Grenze reflektieren. An seine Grenze stößt es in Denken des Widerspruchs»
(M. THEUNISSEN, Krise der Macht. Thesen zur Theorie des dialektischen Widerspruchs,
in «Hegel Jahrbuch», 7 (1974), p. 318).
38 «Contraddizione […] è essenzialmente la posizione di qualcosa come altro da
sé. Ora, per la logica hegeliana, la posizione di qualcosa come altro da sé, è la
posizione che spetta a ogni tesi intellettuale o astratta. L’intelletto pone infatti
le sue astrazioni come aventi autonoma sussistenza, come capaci di mantenersi
indipendentemente, al di là della relazione a tutto ciò che esse non sono, senza
avvedersi che – facendo tanto – esso isola la determinazione (questo il senso
dell’astrazione) dal riferimento oppositivo-negativo a ciò che ne costituisce
l’alterità, e – così isolata dall’opposizione negante all’altro da sé – la
determinazione è destinata a contro-vertirsi nell’altro tralasciato. Ma la posi-
zione astratta-intellettuale […] è ciò che per il metodo dialettico costituisce
proprio la contraddizione tetica che andrà sopprimendosi nel momento
negativo-razionale, per poi ricostituirsi secondo verità, ovvero secondo l’unità
delle determinazioni nella loro opposizione nel momento positivo-razionale o spe-
culativo» (P. BETTINESCHI, Contraddizione e verità nella logica di Hegel, cit., pp. 8-9).
104 Michela Bordignon Saggi
3. Coerentismo semantico
39 Si tratta di letture che non solo hanno riportato lo sviluppo del processo
dialettico all’interno degli schemi della logica classica, ma che anzi si sono
sviluppate proprio nel confronto diretto e tramite l’apporto della logica e della
filosofia del linguaggio, abbattendo quella barriera che tradizionalmente sussis-
te tra filosofia analitica e filosofia continentale.
40 «[…] der dialektische Fortgang auch den Charakter einer Bedeutungsmodifikation
operating on both ordinary language and the language of traditional logic and
metaphysics. […] Thus, the language change introduced by dialectic aims first
at showing the speculative spirit of ordinary language integrating it with the
conceptual language of philosophy; and second at refuting previous doctrines
through a clarification of language. […] Dialectic is the process through which
philosophical language is altered in order to address new sets of issues» (A.
NUZZO, Hegel and the Analytic Tradition, Continuum, London-New York 2010,
pp. 65-66).
46 Angelica Nuzzo cerca di mostrare come la dialettica sia un’analisi critica del
Wissenschaft der Logik, hrsg. v. A.F. Koch und F. Schick, Akademie Verlag,
Berlin 2002, p. 42).
112 Michela Bordignon Saggi
54 Ad esempio, Francesco Berto: «Sulla base della lettura del metodo come
teoria semantica […] credo sia possibile rendere – come dicono gli inglesi –
palatable almeno qualche tratto della dottrina hegeliana sulle essenzialità e sulle
‘leggi del pensiero’» (F. BERTO, Che cos’è la dialettica hegeliana?, cit., p. 313).
Saggi I limiti dell’interpretazione coerentista 113
Nijhoff, The Hague 1987; S. GAIO, Sul principio di non contraddizione. Il dibattito
sul «Dialethism», in «Verifiche», 1-2 (2006), pp. 69-92.
61 Non a caso, alcuni esempi chiave cui Priest fa riferimento per quanto
62 «L’intelletto cioè guarda agli enti come a degli essenti in sé e per sé, come a
delle sostanze indipendenti e non ne vede la reciproca mediazione» (L.
CORTELLA, Dopo il sapere assoluto. L’eredità hegeliana nell’epoca post metafisica,
Guerini, Milano 1995, p. 261).
63 F. BERTO, Che cos’è la dialettica hegeliana?, cit., p. 195. Allo stesso modo Bloch
Com’è evidente dal passo appena citato, quella che è stata definita
la failure of determinacy affetta necessariamente la conoscenza
intellettualistica. Non è però la manchevolezza e l’indetermina-
tezza della determinazione intellettualistica a muovere il processo
dialettico. Se così fosse, questo avverrebbe solo sulla base di una
relazione del primo momento con un momento che deve ancora
venire – il terzo momento – in cui si dispiega la concreta verità
della determinazione in questione. Il processo dialettico risulte-
rebbe teleologicamente orientato e ogni determinazione intellet-
70 «Denn «vage» nennen wir ein Ausdruck, der hinsichtlich der Bedingungen
seiner Anwendung unbestimmt ist» (H.F. FULDA, Unzulängliche Bemerkungen zur
Dialektik, cit., p. 247); «ihre Bedeutung anfangs nur minimal bestimmt. Das
Minimum ist festlegt durch umgangssprachlich Regeln für das Gebrauch
abstrakter Termini, soweit diese Regeln nicht durch die vorausgegangene
Bewusstseinskritik [...] bedeutungsirrelevant gemacht werden sind» (ivi, p. 246).
In termini simili, Marconi scrive: «to start with natural language is to start by
using linguistic expressions in the somewhat vague sense in which they are
used naturally» (D. MARCONI, Contradiction and the Language of Hegel’s Dialectic,
cit., p. 179). I tre caratteri fondamentali di un’espressione linguistica vaga sono
l’ammissione di casi limite (borderline), la mancanza di confini precisi (di
un’estensione ben determinata) e la suscettibilità ad essere oggetto di paradossi
del sorite. Sul concetto di vaghezza cfr. R. KEEFE, Theories of Vagueness,
Cambridge University Press, Cambridge 2000; S. Gaio, Vaghezza. APHEX, vol.
1 (2010), http://www.aphex.it/index.php?Temi=557D030122027403210E727677
(ultima consultazione: 4 dicembre 2010).
122 Michela Bordignon Saggi
76 «Possiamo dire che l’Intelletto prende la scorciatoia nelle nostre idee, taglia via
quella sottile penombra per cui esse sfumano in altre idee, o le implicano senza
chiaramente includerle: e vanifica la tendenza delle nostre idee e dei nostri
principi a trasformarsi in altre idee e in altri principi quando si confrontano casi
e problemi che non sono consueti. Essendosi ritagliato le idee in questo modo,
l’Intelletto può poi giuocare, con esse, delle facili partite, che gli riescono
124 Michela Bordignon Saggi
sempre proprio perché gli avversari sono forme standard e si adattano perfet-
tamente l’uno all’altro» (J.N. FINDLAY, Hegel oggi, cit., p. 53).
77 WdL I, p. 15; p. 16.
lascia da parte la verità, si può unicamente riparare col tirar dentro alla consi-
derazione pensante non solo quello che si suole imputare alla forma esteriore,
ma anche il contenuto» (Ivi, p. 17 (p. 18)).
126 Michela Bordignon Saggi
viene messa in atto dalla dialettica, che rivela come ogni deter-
minazione, proprio nella sua astrazione, fissità e unilateralità,
implichi la determinazione opposta. Detto con le parole di Hegel,
le determinazioni astratte finiscono per mostrarsi come «mutevoli
e intralciantesi». Proprio la rigidità e l’unilateralità della prospet-
tiva intellettualistica, che sembrava fissare una base sicura per
determinare in modo univoco le determinazioni logiche, si rivela
essere invece la fonte dell’inconsistenza delle medesime81. Il più
alto compito logico, il compito della dialettica, è appunto quello
di mettere in luce queste inconsistenze e mostrarne il vero valore.
In questo senso, la contraddittorietà delle determinazioni dell’in-
telletto non dipende dalla loro sotto-determinazione, né tantome-
no da una loro connotazione vaga o ambigua, quanto piuttosto
dal modo in cui il loro stesso contenuto immediato, fissato,
determinato rigidamente attraverso la riflessione finita dell’in-
telletto implica questa contraddittorietà82. Nel nostro esempio di
riferimento, l’infinito, in quanto distinto e tenuto ben fermo nella
sua separazione rispetto al finito, si mostra in se stesso finito. O
ancora l’essere, astrattamente inteso, proprio nell’unilaterale sepa-
razione dalla determinazione opposta, il nulla, si mostra essere in
se stesso identico al nulla.
così dire, una tal durezza dell’essere […] ma con questa semplificazione le ani-
ma e le avviva e le rende acute per modo che proprio soltanto in questo
culmine acquistano la capacità di risolversi e trapassare nel loro opposto» (WdL
III, p. 42; p. 692).
Saggi I limiti dell’interpretazione coerentista 127
logischen Kategorien gerade darin besteht, dass sie einseitig sind» (V. HÖSLE,
Hegel‘s System, cit., p. 173).
132 Michela Bordignon Saggi
92 «Il pensare speculativo (spekulative Denken) consiste solo in ciò che il pensiero
tien ferma la contraddizione e nella contraddizione se stesso (das Denken den
Widerspruch und in ihm sich selbst festhält), non già, come la rappresentazione, in
ciò che si lasci dominare dalla contraddizione, e a cagion di questa lasci che le
sue determinazioni si risolvano solo in altre, oppur nel nulla» (WdL II, p. 287;
p. 492).
93 WdL I, p. 8; p. 6; «è pertanto sotto ogni rapporto da rigettarsi la separazione
dell’intelletto e della ragione così come comunemente vien fatta» (WdL III, p.
42; pp. 692-693).
Saggi I limiti dell’interpretazione coerentista 133
5. Conclusioni