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Conflitto Russo-Ucraino

La sovranità territoriale è un principio del diritto


internazionale secondo cui ogni stato
ha sovranità esclusiva sul proprio territorio. Il principio è
alla base del moderno ordinamento internazionale degli
stati sovrani ed è sancito dalla Carta delle Nazioni Unite, la
quale afferma che "nulla... autorizzerà le Nazioni Unite a
intervenire in questioni che sono essenzialmente di
competenza interna di uno Stato". Secondo il principio,
ogni stato, non importa quanto grande o piccolo, ha un
uguale diritto alla sovranità sul proprio territorio,
escludendo tutti gli altri. Ciò vuol dire che uno stato ha
sovranità solo sul suo territorio e quindi se uno stato
decide di intervenire in faccende riguardanti un altro stato
sta violando la sua sovranità. Inoltre chiunque compie atti
violenti diretti e idonei a sottoporre il territorio dello Stato
o una parte di esso alla sovranità di uno Stato straniero, a
menomare l’indipendenza o l’unità dello Stato, è punito con
la reclusione non inferiore a dodici anni. La pena è
aggravata se il fatto è commesso con violazione dei doveri
inerenti all’esercizio di funzioni pubbliche. Chiunque
dovesse compiere un’azione del genere sarebbe quindi
definito un terrorista. La violazione della sovranità e
dell’integrità dello stato è ciò che ha affermato in data 22
febbraio il premier Draghi sulla faccenda dell’invasione
Russa nel territorio Ucraino. Quello che sta facendo il
presidente della Russia Vladimir Put avrà ripercussioni non
solo su di lui ma anche sull’intera Russia. Inoltre se Putin
dovesse decidere di attaccare qualche altra nazione oltre
l’Ucraina potrebbe scoppiare una vera e propria guerra
mondiale, cosa che nessuno di noi si augura.

La Cina è disponibile ad avere un ruolo nelle trattative.


Telefonata Pechino-Kiev: “soluzione attraverso negoziati”.
Nelle trattative sulla guerra in Ucraina s’inserisce pure
la Cina. Pechino potrebbe candidarsi come mediatore nelle
interlocuzioni che provano ad approdare al cessate il fuoco.
Vanno evidentemente lette in questa direzione le
dichiarazioni Wang Yi, ministro degli Esteri cinese, nella
telefonata avuta su richiesta di Kiev con la
controparte Dmytro Kuleba. La Cina, ha detto il ministro,
“deplora lo scoppio del conflitto tra Ucraina e Russia ed è
estremamente preoccupata per i danni ai civili”. La
posizione di Pechino “è aperta, trasparente e coerente.
Abbiamo sempre sostenuto il rispetto della sovranità e
dell’integrità territoriale di tutti i Paesi. In risposta
all’attuale crisi, la Cina invita l’Ucraina e la Russia a trovare
una soluzione al problema attraverso i negoziati e sostiene
tutti gli sforzi internazionali costruttivi che portino a una
soluzione politica”.

Come si stanno muovendo le forze armate Italiane nella


crisi Russia-Ucraina. L'Italia non si limita a solidarietà
simbolica nei confronti dell'Ucraina, che da giorni resiste
sotto i bombardamenti della Russia. Nel suo discorso al
Senato, il presidente Draghi ha spiegato cosa sta facendo
l'Italia dal punto di vista militare e come vengono impiegati
i 3.400 soldati di cui si era parlato la scorsa settimana. Ha
spiegato Draghi che in seguito all’intensificarsi
dell’offensiva russa sono state allertate le unità presenti in
Lettonia, le forze aeree schierate in Romania verranno
raddoppiate, in modo da garantire copertura continuativa e
le forze navali sono già in navigazione sotto il comando
Nato. Oltre ad essere pronta con un primo gruppo di 1.400
militari e un secondo di 2.000 unità. Inoltre Draghi ha
voluto sottolineare come l’Italia abbia risposto all’appello
del presidente Ucraino Zelensky che aveva chiesto
supporto militare, equipaggiamenti e veicoli militari.

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