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Le prime tute spaziali non erano così sofisticate come quelle attuali ed erano sviluppate sfruttando

tecnologie già utilizzate per i voli in alta quota e le immersioni in profondità, quali tute pressurizzate
leggere, maschere ad ossigeno e rebreather.
Le protezioni contro i raggi cosmici e la temperatura non erano nemmeno contemplate, in quanto non
era ancora prevista l'attività dell'uomo all'esterno del mezzo spaziale.
La competizione tra Russia e Stati Uniti ha consentito una crescita costante della tecnologia alla base
delle tute spaziali, benché i due modelli siano notevolmente diversi; la tuta spaziale statunitense è
composta da quattro elementi, che vengono indossati in ordine dall'astronauta: pantaloni, giacca con
maniche, casco e guanti; quella russa invece è costituita da un unico elemento semirigido, con
un'apertura all'altezza della schiena, da cui l'astronauta si infila, e che verrà chiusa da un collaboratore.
Un'ulteriore differenza tra le due tute sta nella diversa pressurizzazione interna, 0,30 bar per la tuta
della NASA e 0,56 bar per quella russa.

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