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Prima dell'attacco alla linea Gotica, le forze alleate erano calcolabili in 19 divisioni di fanteria e 5

divisioni corazzate, più tre divisioni di rincalzo. Il necessario ri-coordinamento delle truppe assegnò alla
5ª armata del generale Mark Clark, rimasta pesantemente sguarnita, le seguenti unità: il XIII
corpo britannico comandato dal generale Sidney Kirkman e composto dalla 6ª divisione corazzata,
dalla 1ª divisione di fanteria indiana e dalla 8ª divisione indiana, appoggiate da una brigata corazzata
canadese e successivamente dalla 78ª Divisione britannica. Della 5ª armata facevano parte anche
il II e il IV corpo statunitensi, comandati rispettivamente dai generali Geoffrey Keyes e Willis D.
Crittenberger, ai quali furono aggiunte a settembre la 6ª divisione corazzata sudafricana e il
contingente brasiliano della Força Expedicionária Brasileira, ad ottobre la 92ª divisione di fanteria
statunitense, e a novembre la 10ª divisione da montagna sempre proveniente dagli Stati Uniti.[41]
Mentre il settore occidentale dal mar Tirreno fino a Firenze era tenuto dalla 5ª armata statunitense, il
settore orientale era invece sotto il controllo dell'8ª armata britannica al comando di sir Oliver Leese,
composto dal X corpo d'armata al comando del generale Richard McCreery e dal V corpo al comando
del tenente generale sir Charles Keightley, forte di ben 5 divisioni pronte ad avanzare
verso Bologna e Ferrara, alle quali si sarebbero successivamente aggiunte la 2ª divisione
neozelandese e una brigata greca da montagna[42]. Infine vi erano il I corpo canadese e II corpo
polacco, concentrati nell'area pianeggiante tra gli Appennini e il mare Adriatico, il primo al comando
del tenente generale Eedson Burns e diretto verso le alture a ovest di Pesaro e il secondo comandato
dal generale polacco Władysław Anders con il compito di occupare il terreno sopraelevato a nord-ovest
di Pesaro. Gli Alleati godevano di una completa supremazia aerea, assicurata dai circa 2.900 aerei in
dotazione alle due armate[42].
Importante fu anche l'apporto di reparti italiani: dopo l'8 settembre 1943 l'esercito andò a riorganizzarsi
più o meno autonomamente, in parte dichiarandosi fedele al Governo del sud, in parte entrando nelle
file della neonata Repubblica Sociale Italiana e in parte andando a rinforzare il movimento
resistenziale nel nord Italia. Entrambi gli eserciti quindi disponevano di reparti italiani; l'8ª Armata fu
integrata dai combattenti del Primo Raggruppamento Motorizzato che poi divenne Corpo Italiano di
Liberazione (CIL) e infine fu riorganizzato nei Gruppi di Combattimento, forti di 36.000 uomini, che
combatterono duramente a fianco degli Alleati sulla Gustav e poi sulla Gotica. Altri 20.000 soldati
italiani invece erano impegnati importanti incarichi ausiliari, come assicurare i rifornimenti nel pantano
della Gotica appenninica nell'inverno 1944-1945[43], organizzati nei cosiddetti "reparti BRITI" (BRitish
Italian Troops) e "USITI" (United States Italian Troops), in effetti militari addetti al supporto logistico. Si
aggiungevano poi, circa 150.000 uomini delle divisioni ausiliarie e di sicurezza interna per il presidio dei
territori liberati più, direttamente inquadrati nelle forze alleate, i partigiani della Brigata Maiella.
Si stima che nell'estate del 1944 vi fossero circa 30-50.000 partigiani attivi nei movimenti di resistenza
sulle montagne della Toscana e dell'Emilia-Romagna, divisi in formazioni di varia consistenza che
parteciparono a combattimenti sulla Gotica. Nel settore dell'8ª Armata la Brigata Maiella, la 5ª Divisione
Pesaro, la 29ª Brigata GAP "Gastone Sozzi", l'8ª Brigata Garibaldi "Romagna" e la 28ª Brigata
Garibaldi "Mario Gordini" appoggiarono l'armata britannica, mentre la 5ª Armata fu appoggiata dalla 36ª
Brigata Garibaldi "Alessandro Bianconcini", dalla 62ª Brigata Garibaldi "Camicie Rosse-Pampurio",
dalla Brigata Partigiana Stella Rossa, dalla Divisione Modena-Armando, dal battaglione Patrioti XI
Zona e dalla Divisione Lunense, poi "Apuania". Non va dimenticato che i termini brigata e divisione in
ambito partigiano non indicavano reparti equivalenti a quelli regolari per consistenza numerica e tanto
meno per armamento.[43]

I tedeschi[modifica | modifica wikitesto]


Giovane carrista tedesco posizionato nella torretta mimetizzata di un Panzer V Panther Ausf.D.

Durante l'estate del 1944, sotto la pesante pressione alleata, le divisioni del feldmaresciallo Kesselring,
raggruppate nel gruppo d'armate C, si ritirarono da Roma a Firenze perdendo circa 38.000 uomini tra
morti, feriti e dispersi e circa 9.500 prigionieri, lasciando inoltre sul campo 306 pezzi d'artiglieria e 300
carri armati. Nonostante la gravità di simili perdite per un esercito provato dalla scarsità di
approvvigionamenti, i tedeschi riuscirono a riorganizzarsi sfruttando, oltre la loro efficienza, anche gli
errori tattici degli alleati, che dopo lo sfondamento della linea Caesar e di Anzio non cercarono di
accerchiare le forze tedesche in ritirata, permettendo loro di ripiegare sulla linea difensiva dell'Arno
prima di arretrare definitivamente verso la Gotica[44].
Kesselring, dopo alcuni spostamenti e rinforzi, poté disporre sulla Gotica circa 19 divisioni, tutte in gran
parte rimaneggiate e incomplete, raggruppate in due armate: la 10ª armata a est, comandata dal
generale Heinrich von Vietinghoff e formata dal LXXVI corpo (generale Traugott Herr) e il LI corpo da
montagna (generale Valentin Feuerstein[45]); la 14ª armata a occidente, posizionata in difesa degli
Appennini centrali e della riviera di Levante, comandata dal generale Joachim Lemelsen e formata dal I
corpo paracadutisti e dal XIV corpo corazzato con in riserva la 29ª Panzergranadier e la 20ª divisione
campale della Luftwaffe[42]. Nei cieli una flotta di circa 90 caccia italo-tedeschi, 45 ricognitori e
35 Stuka era tutto quello che le forze dell'Asse potevano schierare contro i quasi 2.900 aerei alleati[46].
Nelle immediate retrovie tirreniche era schierata l'Armata Liguria del Maresciallo d'Italia Rodolfo
Graziani, di composizione mista italo-tedesca, di cui facevano parte la 3ª Divisione fanteria di marina
"San Marco", la 4ª Divisione alpina "Monterosa" e la 1ª Divisione bersaglieri "Italia" della RSI,
addestrate in Germania e rinviate a combattere in patria. Sul fronte dell'Adriatico vi erano poi altri
reparti dell'esercito della RSI, con la Legione "M" Guardie del Duce e il battaglione Mameli dell'8º
Reggimento bersaglieri "Manara", rinforzate in dicembre dal battaglione "Lupo" della Xª Divisione
MAS[47].

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