Sei sulla pagina 1di 2

La spigolatrice di Sapri

La spigolatrice di Sapri è una poesia di Luigi Mercantini


ispirata alla fallita spedizione di Sapri di Carlo Pisacane (1857)
che aveva lo scopo di innescare una rivoluzione antiborbonica
nel Regno delle Due Sicilie.
Si tratta, insieme all'Inno di Garibaldi, di uno dei componimenti
a cui la fama di Mercantini come cantore del Risorgimento è
indissolubilmente legata.
Mercantini adotta il punto di vista innocente di una lavoratrice dei campi, addetta alla spigolatura del
grano, che si trova per caso ad assistere allo sbarco, incontra Pisacane e se ne invaghisce; la donna
parteggia per i trecento e li segue in combattimento, ma finisce per assistere impotente al loro massacro
da parte delle truppe borboniche.
Particolarmente conosciuto e citato — talora anche in forma parodiata o ironica — è il ritornello «Eran
trecento eran giovani e forti, e sono morti».
Presente nella sezione della poesia ottocentesca di molte antologie scolastiche della letteratura italiana, La
spigolatrice di Sapri è considerata una delle migliori testimonianze della poesia patriottica dell'epoca.
https://it.wikipedia.org/wiki/La_spigolatrice_di_Sapri

Testo della poesia


«Eran trecento, eran giovani e forti, Io mi sentii tremare tutto il core,
e sono morti! né potei dirgli: “V’aiuti il Signore!”
Me ne andava al mattino a spigolare Eran trecento, eran giovani e forti,
quando ho visto una barca in mezzo al mare: e sono morti!
era una barca che andava a vapore, Quel giorno mi scordai di spigolare,
e alzava una bandiera tricolore. e dietro a loro mi misi ad andare:
All’isola di Ponza si è fermata, due volte si scontrâr con li gendarmi,
è stata un poco e poi si è ritornata; e l’una e l’altra li spogliâr dell’armi:
s’è ritornata ed è venuta a terra; ma quando fûr della Certosa ai muri,
sceser con l’armi, e a noi non fecer guerra. s’udirono a suonar trombe e tamburi;
Eran trecento, eran giovani e forti, e tra ’l fumo e gli spari e le scintille
e sono morti! piombaron loro addosso più di mille.
Sceser con l’armi e a noi non fecer guerra, Eran trecento, eran giovani e forti,
ma s’inchinaron per baciar la terra. e sono morti!
Ad uno ad uno li guardai nel viso: Eran trecento e non voller fuggire,
tutti aveano una lagrima e un sorriso. parean tre mila e vollero morire;
Li disser ladri usciti dalle tane, ma vollero morir col ferro in mano,
ma non portaron via nemmeno un pane; e avanti a loro correa sangue il piano:
e li sentii mandare un solo grido: fin che pugnar vid’io per lor pregai,
“Siam venuti a morir pel nostro lido”. ma a un tratto venni men, né più guardai:
Eran trecento, eran giovani e forti, io non vedea più fra mezzo a loro
e sono morti! quegli occhi azzurri e quei capelli d’oro.
Con gli occhi azzurri e coi capelli d’oro Eran trecento, eran giovani e forti,
un giovin camminava innanzi a loro. e sono morti!»
Mi feci ardita, e, presol per la mano,
gli chiesi: “Dove vai, bel capitano?”
Guardommi, e mi rispose: “O mia sorella,
Vado a morir per la mia patria bella”.
La statua della spigolatrice a Cilento (Salerno), in Campania. Inaugurato nel settembre 2021 per lo sculture Emanuele Stifano.

Guarda la statua e scrivi le tue prime impressioni.

1. Guarda il video https://youtu.be/UOLejhlEQSk

Com’è il tono della giornalista? Come sono le inquadrature?

2. Leggi l’articolo https://www.artribune.com/arti-visive/arte-contemporanea/2021/09/la-spigolatrice-di-sapri-arte-pubblica-


sessismo/

a. Scrivi i punti principali.

b. Che ne pensi? Sei d’accordo?

Potrebbero piacerti anche