Altieri Gianmarco
Anno Accademico 2010 - 2011 CdL SSE Scienze Politiche, Studi Internazionali ed Europei Curriculum PIE Politica e Integrazione Europea Universit degli Studi di Padova
Altieri Gianmarco!
Cos?
Un kit che raccoglie il materiale arontato a lezione *.
Cosa non ?
Un ansiolitico.
* Con lesclusione delle risorse contenute nelle dispense, disponibili presso il Centro Copie di Facolt (Biblioteca Ettore Anchieri), che non sostituisce.
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MAX WEBER
Per "potere" deve quindi intendersi il fenomeno per cui una volont manifestata ('comando') del detentore o dei detentori del potere vuole inuire sull'agire di altre persone (del 'dominato' o dei 'dominati'), ed inuisce effettivamente in modo tale che il loro agire procede, in un grado socialmente rilevante, come se i dominati avessero, per loro stesso volere, assunto il contenuto del comando per massima del loro agire ('obbedienza').
P R O TA G O R A
Luomo la misura di tutte le cose: di quelle che sono, in quanto sono, di quelle che non sono, in quanto non sono (DK 80, A14).
Protagora.
ARISTOTELE
Poich vediamo che ogni stato una comunit e ogni comunit si costituisce in vista di un bene (perch proprio in grazia di quel che pare bene a tutti compiono tutto) evidente che tutte tendano a un bene, e particolarmente e al bene pi importante tra tutti quella che di tutte la pi importante e tutte le altre comprende: questa il cosiddetto stato e cio la comunit statale. Ora quanti credono che luomo di stato, il re, lamministratore, il padrone siano lo stesso, non dicono giusto (infatti pensano che la differenza tra luomo e laltro di costoro presi singolarmente sia dun pi e dun meno e non di specie, cos ad es. se sono poche persone sottoposte, si ha il padrone, se di pi, lamministratore, se ancora di pi, luomo di stato o il re, quasi che non ci sia nessuna differenza tra grande casa e piccolo stato).
Aristotele, Politica.
necessario in primo luogo che si uniscano gli esseri che non sono in grado di esistere separati luno dallaltro, per esempio la femmina e il maschio in vista della riproduzione (e questo non per proponimento, ma come negli altri animali e nelle piante impulso naturale desiderar di lasciare dopo di s un altro simile a s) e chi per natura comanda e chi comandato al ne della conservazione. In realt, l'essere che pu prevedere con l'intelligenza capo per natura, padrone per natura, mentre quello che pu col corpo faticare, soggetto e quindi per natura schiavo: perci padrone e schiavo hanno gli stessi interessi. Per natura, dunque, femmina e schiavo sono distinti. Tra i barbari la donna e lo schiavo sono sullo stesso piano e il motivo che ci che per natura comanda essi non l'hanno, e quindi la loro comunit formata di schiava e di schiavo. Di conseguenza i poeti dicono Dominare sopra i Barbari agli Elleni ben s'addice [Euripide] come se per natura barbaro e schiavo fossero la stessa cosa.
Aristotele, Politica.
La comunit che risulta di pi villaggi lo stato (polis), perfetto, che raggiunge ormai, per cos dire, il limite dellautosufcienza completa: formato bens per rendere possibile la vita, in realt esiste per rendere possibile una vita felice. Quindi ogni stato esiste per natura, se per natura esistono anche le prime comunit: infatti esso il loro ne e la natura il ne: per esempio quel che ogni cosa quando ha compiuto il suo sviluppo, noi lo diciamo la sua natura, sia dun uomo, dun cavallo, duna casa. Inoltre, ci per cui una cosa esiste, il ne, il meglio e lautosufcienza il ne e il meglio.
Aristotele, Politica.
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[...] evidente che lo stato un prodotto naturale e che luomo per natura un essere socievole: quindi chi vive fuori dalla comunit statale per natura e non per qualche caso o un abietto o superiore alluomo.
Aristotele, Politica.
chiaro quindi per quale ragione luomo un essere socievole politico molto pi di ogni ape e di ogni capo darmento.
Aristotele, Politica.
[...] perch la natura non fa niente senza scopo (tendenza della physis a realizzare un ne, tipicit del pensiero di Aristotele) luomo solo tra gli altri animali ha la parola.
Aristotele, Politica.
evidente dunque e che lo stato esiste per natura e che anteriore a ciascun individuo [antropos, ovvero uomo] difatti se non autosufciente [se non tale da darsi da solo i riferimenti di contenuto, il sistema di signicati che esprime], ogni individuo [uomo] separato [singolo] sar nella stessa condizione delle altre parti rispetto al tutto, e quindi chi non in grado di entrare nella communit o per la sua autosufcienza non ne sente il bisogno, non parte dello stato [comunit politica], e di conseguenza o bestia o dio.
Aristotele, Politica.
Ora la giustizia elemento dello stato [comunit politica]; infatti il diritto il principio ordinatore della comunit statale e la giustizia determinazione di ci che giusto.
Aristotele, Politica.
Poich chiaro di quali parti risulta lo stato, necessario in primo luogo parlare dellamministrazione familiare: infatti ogni stato composto di famiglie. Elementi dellamministrazione familiare sono quelli da cui, a sua volta, risulta la famiglia e la famiglia perfetta [sarebbe giusto dire: e la famiglia, secondo il ne che le proprio] si compone di schiavi e di liberi.
Aristotele, Politica.
Comandare ed essere comandato non solo sono tra le cose necessarie, ma anzi tra le giovevoli e certi esseri, subito dopo la nascita, sono distinti [destinati] parte a essere comandati parte a comandare.
Aristotele, Politica.
In realt, in tutte le cose che risultano di una pluralit di parti e formano ununica entit comune, siano tali parti continue o separate, si vede comandante e comandato: questo viene nelle creature animate dalla natura nella sua totalit.
Aristotele, Politica.
In effetti schiavo per natura chi pu appartenere a un altro (per cui di un altro) e chi in tanto partecipa di ragione in quanto pu apprenderla, ma non averla [...] Dunque, evidente che taluni sono per natura liberi, altri schiavi, e che per costoro giusto essere schiavi.
Aristotele, Politica.
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chiaro anche da queste considerazioni che lautorit del padrone e quella delluomo di stato non sono la stessa cosa, e neppure tutte le altre forme di dominio sono uguali tra loro, come pretendono taluni: luna si esercita su uomini per natura liberi [autorit delluomo di stato], laltra si esercita su schiavi [autorit del padrone]. Inoltre lamministrazione della casa comando di uno solo (e infatti tutta la famiglia retta da uno solo) [despotes/padrone di casa], mentre lautorit delluomo di stato si esercita su liberi ed uguali [questo signica anche che lautorit delluomo di stato in quanto si esercita su liberi ed uguali non autorit esercitata sempre dalla stessa persona. Gli uomini di stato, in quanto esercitano una autorit su liberi ed uguali, cambiano e non sono sempre gli stessi, in quanto i liberi e uguali, in quanto tali, possono tutti ambire ad avere lautorit delluomo di stato].
Aristotele, Politica.
C unaltra forma di acquisizione che in modo particolare chiamano, ed giusto chiamare, crematistica a causa della quale sembra che non esista limite alcuno di ricchezza e di propriet. Molti ritengono che sia una sola e identica con quella predetta [allude alleconomia - oikonomia] per la sua afnit, mentre non identica a quella citata e neppure molto diversa. Il vero che delle due una per natura, laltra non per natura e deriva piuttosto da una forma di abilit e tecnica. Per trattarne prendiamo inizio di qui. Ogni oggetto di propriet ha due usi: tutte due appartengono alloggetto per s, ma non allo stesso modo per s, luno proprio, laltro non proprio delloggetto: ad esempio, la scarpa pu usarsi come calzatura e come mezzo di scambio. Ma della crematistica che rientra nellamministrazione della casa si da un limite, giacch non compito dellamministrazione della casa quel genere di ricchezze.
Aristotele, Politica.
E invero il libero comando allo schiavo in modo diverso che il maschio alla femmina, luomo al ragazzo, e tutti possiedono le parti dellanima, ma le possiedono in maniera diversa: perch lo schiavo non possiede in tutta la sua pienezza la parte deliberativa, la donna la possiede ma senza autorit, il ragazzo inne la possiede, ma non sviluppata.
Aristotele, Politica.
[Nella realt] [i]n primo luogo dobbiamo esaminare quali caratteri attribuiscono alloligarchia e alla democratia e qual lidea di giusto secondo loligarchia e la democratia, perch tutti si rapportano ad una certa idea di giusto, ma procedono no a un certo punto e non affermano tutto il giusto in senso proprio. Per esempio si pensa che il giusto sia luguaglianza, e lo ma non per tutti bens per gli uguali. Anche lineguaglianza si pensa che sia giusta, e lo in realt ma non per tutti, bens per i disuguali. Taluni per sopprimono questo elemento, la qualit delle persone, e danno giudizi erronei. Il motivo che nel giudizio sono coinvolti essi stessi e tutti pi o meno sono cattivi giudici delle proprie cose.
Aristotele, Politica.
Bisogna in primo luogo stabilire come punto di partenza che si sono formate molte costituzioni.
Aristotele, Politica.
[prosegue: Si sono formate molte costituzioni] perch tutti sono daccordo sul giusto, nel senso che una uguaglianza proporzionale, ma errano nellapplicare tale nozione, come s detto anche prima. Cos la democratia nacque dallidea che quanti sono uguali per un certo rispetto siano assolutamente uguali (e in realt per il fatto che sono tutti ugualmente liberi pensano di essere assolutamente uguali), loligarchia nacque dalla supposizione che quanti sono disuguali sotto un certo rispetto siano del tutto disuguali (e in realt essendo disuguali nel possesso della propriet suppongono di essere assolutamente disuguali. Perci gli uni, essendo uguali, ritengono giusto partecipare in egual misura di ogni cosa, mentre gli altri, essendo disuguali, cercano di avere sempre di pi, e di pi disuguale. Quindi, tutte queste forme di costituzione hanno un qualche elemento di giusto ma parlando assolutamente [ovvero, considerate nella loro affermazione assoluta di s] sono false, e per tale motivo Tutti gli appunti di tutte le lezioni? SosticaMente. facile e veloce!!
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quando gli uni e gli altri si trovano a partecipare alla costituzione non secondo lidea che si sono formati, scoppiano le ribellioni [azzuffarsi, che non farsi la guerra].
Aristotele, Politica.
[prosegue] Potrebbero ribellarsi con pienissimo diritto quelli che eccellono per virt anche se non mi pensano affatto, perch sarebbe del tutto ragionevole che solo coloro fossero assolutamente disuguali, ovvero avessero il comando. Ci sono poi alcuni i quali essendo superiori per nascita non si ritengono degni di uguali diritti, proprio per questa differenza: credono infatti che sono nobili quanti hanno eccellenza di antenati e ricchezza.
Aristotele, Politica.
S A N G I O VA N N I
Ges allora disse a quei Giudei che gli avevano creduto: Se rimanete nella mia parola, siete davvero miei discepoli; conoscerete la verit e la verit vi far liberi. Gli risposero: Noi siamo discendenti di Abramo e non siamo mai stati schiavi di nessuno. Come puoi dire: Diventerete liberi?. Ges rispose loro: In verit, in verit io vi dico: chiunque commette il peccato schiavo del peccato.
Giovanni 8, 31-34.
[33] Pilato allora rientr nel pretorio, fece chiamare Ges e gli disse: Tu sei il re dei Giudei?. [34] Ges rispose: Dici questo da te oppure altri te l'hanno detto sul mio conto?. [35] Pilato rispose: Sono io forse Giudeo? La tua gente e i sommi sacerdoti ti hanno consegnato a me; che cosa hai fatto?. [36] Rispose Ges: Il mio regno non di questo mondo; se il mio regno fosse di questo mondo, i miei servitori avrebbero combattuto perch non fossi consegnato ai Giudei; ma il mio regno non di quaggi.[37] Allora Pilato gli disse: Dunque tu sei re?. Rispose Ges: Tu lo dici; io sono re. Per questo io sono nato e per questo sono venuto nel mondo: per rendere testimonianza alla verit. Chiunque dalla verit, ascolta la mia voce. [38] Gli dice Pilato: Che cos' la verit?. E, detto questo, usc di nuovo verso i Giudei e disse loro: Io non trovo in lui colpa alcuna. [39] Vi tra voi l'usanza che, in occasione della Pasqua, io rimetta uno in libert per voi: volete dunque che io rimetta in libert per voi il re dei Giudei?. [40] Allora essi gridarono di nuovo: Non costui, ma Barabba!. Barabba era un brigante.
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SAN MARCO
[I farisei] [14] Vennero e gli dissero: "Maestro, sappiamo che sei veritiero e non hai soggezione di alcuno, perch non guardi in faccia a nessuno, ma insegni la via di Dio secondo verit. lecito o no pagare il tributo a Cesare? Lo dobbiamo dare, o no?". [15] Ma egli, conoscendo la loro ipocrisia, disse loro: "Perch volete mettermi alla prova? Portatemi un denaro: voglio vederlo". [16] Ed essi glielo portarono. Allora disse loro: "Questa immagine e l'iscrizione, di chi sono?". Gli risposero: "Di Cesare". [17] Ges disse loro: "Quello che di Cesare rendetelo a Cesare, e quello che di Dio, a Dio". E rimasero ammirati di lui.
Marco, 12.
S A N PA O L O
Ciascuno sia sottomesso alle autorit costituite. Infatti non c' autorit se non da Dio: quelle che esistono sono stabilite da Dio. Quindi chi si oppone all'autorit, si oppone all'ordine stabilito da Dio. E quelli che si oppongono attireranno su di s la condanna. I governanti infatti non sono da temere quando si fa il bene, ma quando si fa il male. Vuoi non aver paura dell'autorit? Fa' il bene e ne avrai lode, poich essa al servizio di Dio per il tuo bene. Ma se fai il male, allora devi temere, perch non invano essa porta la spada; infatti al servizio di Dio per la giusta condanna di chi fa il male. Perci necessario stare sottomessi, non solo per timore della punizione, ma anche per ragioni di coscienza. Per questo infatti voi pagate anche le tasse: quelli che svolgono questo compito sono a servizio di Dio. Rendete a ciascuno ci che gli dovuto: a chi si devono le tasse, date le tasse; a chi l'imposta, l'imposta; a chi il timore, il timore; a chi il rispetto, il rispetto.
AGOSTINO
Riconosci quindi in cosa consista la suprema armonia: non uscire fuori di te, ritorna in te stesso: la verit abita nell'uomo interiore e, se troverai che la tua natura mutevole, trascendi anche te stesso. Ma ricordati, quando trascendi te stesso, che trascendi l'anima razionale: tendi, pertanto, l dove si accende il lume stesso della ragione. A che cosa perviene infatti chi sa ben usare la ragione, se non alla verit? Non la verit che perviene a se stessa con il ragionamento, ma essa che cercano quanti usano la ragione. Vedi in ci un'armonia insuperabile e fa' in modo di essere in accordo con essa. Confessa di non essere tu ci che la verit, poich essa non cerca se stessa; tu invece sei giunto ad essa non gi passando da un luogo all'altro, ma cercandola con la disposizione della mente, in modo che l'uomo interiore potesse congiungersi con ci che abita in lui non nel basso piacere della carne, ma in quello supremo dello spirito.
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la passione del dominio nei suoi capi e nei popoli che assoggetta, in questa si scambiano servizi nella carit i capi col deliberare e i sudditi con l'obbedire. Quella ama la propria forza nei propri eroi, questa dice al suo Dio: Ti amer, Signore, mia forza. Quindi nella citt terrena i suoi loso, che vivevano secondo l'uomo, hanno dato rilievo al bene o del corpo o dell'anima o di tutti e due. Coloro poi che poterono conoscere Dio, non lo adorarono e ringraziarono come Dio, si smarrirono nei propri pensieri e fu lasciato nell'ombra il loro cuore stolto perch credevano di esser sapienti, cio perch dominava in loro la superbia in quanto si esaltavano nella propria sapienza. Perci divennero sciocchi e sostituirono alla gloria di Dio non soggetto a morire l'immagine dell'uomo soggetto a morire e di uccelli e di quadrupedi e di serpenti e in tali forme di idolatria furono guide o partigiani della massa. Cos si asservirono nel culto alla creatura anzich al Creatore che benedetto per sempre. Nella citt celeste invece l'unica losoa dell'uomo la religione con cui Dio si adora convenientemente, perch essa attende il premio nella societ degli eletti, non solo uomini ma anche angeli, afnch Dio sia tutto in tutti.
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Gli autentici patres familias per provvedono nella loro famiglia a tutti come gli, perch venerino Dio e siano degni di Lui, desiderando ardentemente di giungere alla casa celeste, in cui cesser il dovere di comandare ai mortali, poich cesser il dovere di provvedere a chi ormai felice in quella immortalit. Finch ci accada, per, devono sopportare pi i padri, in quanto comandano, che gli schiavi, in quanto servono.
M A C H I AV E L L I
Ma, sendo lintento mio scrivere cosa utile a chi la intende, mi parso pi conveniente andare drieto alla verit effettuale della cosa, che alla immaginazione di essa. E molti si sono immaginati repubbliche e principati che non si sono mai visti n conosciuti essere in vero; perch elli tanto discosto da come si vive a come si doverrebbe vivere, che colui che lascia quello che si fa per quello che si doverrebbe fare, impara pi tosto la ruina che la perservazione sua: perch uno uomo che voglia fare in tutte le parte Tutti gli appunti di tutte le lezioni? SosticaMente. facile e veloce!!
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professione di buono, conviene rovini infra tanti che non sono buoni. Onde necessario a uno principe, volendosi mantenere, imparare a potere essere non buono, et usarlo e non usare secondo la necessit.
Machiavelli, Discorsi sopra la prima deca di Tito Livio, Libro I, Capitolo 16.
Ma quanto all'altro popolare desiderio, di riavere la sua libert, non potendo il principe sodisfargli, debbe esaminare quali cagioni sono quelle che gli fanno desiderare d'essere liberi; e troverr che una piccola parte di loro desidera di essere libera per comandare; ma tutti gli altri, che sono inniti, desiderano la libert per vivere sicuri. Perch in tutte le republiche, in qualunque modo ordinate, ai gradi del comandare non aggiungono mai quaranta o cinquanta cittadini: e perch questo piccolo numero, facil cosa assicurarsene, o con levargli via, o con fare loro parte di tanti onori, che, secondo le condizioni loro, e' si abbino in buona parte a contentare.
Machiavelli, Discorsi sopra la prima deca di Tito Livio, Libro I, Capitolo 16.
E di tutte le servit dure, quella durissima che ti sottomette a una republica: l'una, perch la pi durabile, e manco si pu sperare d'uscirne; l'altra, perch il ne della republica enervare ed indebolire, per accrescere il corpo suo, tutti gli altri corpi.
Machiavelli, Discorsi sopra la prima deca di Tito Livio, Libro II, Capitolo 2.
Dico adunque, che ne' principati tutti nuovi, dove sia uno nuovo principe, si trova a mantenerli pi o meno difcult, secondo che pi o meno virtuoso [capace di trovare i modi pi idonei a conseguire i propri scopi] colui che li acquista. E perch questo evento di diventare di privato principe [da privato cittadino diventare principe], presuppone o virt o fortuna, pare che l'una o l'altra di queste dua cose mitighi in parte di molte difcult [pare che o virt o fortuna sappiano diminuire il numero delle difcolt]: non di manco, colui che stato meno sulla fortuna, si mantenuto pi.
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Dovete adunque sapere come sono dua generazione di combattere: luno con le leggi, laltro con la forza: quel primo proprio dello uomo, quel secondo delle bestie: ma, perch el primo molte volte non basta, conviene ricorrere al secondo. Per tanto a uno principe necessario sapere bene usare la bestia e lo uomo.
Machiavelli, Discorsi sopra la prima deca di Tito Livio, II, proemio, p. 211.
Gli uomini nel procedere loro, e tanto pi nelle azioni grandi, debbono considerare i tempi, e accommodarsi a quegli. E coloro che, per cattiva elezione o per naturale inclinazione, si discordono dai tempi, vivono, il pi delle volte, infelici, ed hanno cattivo esito le azioni loro, al contrario l'hanno quegli che si concordano [accordano] col tempo.
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HOBBES
Infatti ogni oggetto viene conosciuto nel modo migliore a partire dalle cose che lo costituiscono. Come in un orologio o in unaltra macchina un poco complessa non si pu sapere quale sia la funzione di ogni parte e di ogni ruota, se non lo si scompone, e si esaminano separatamente la materia, la gura, il moto delle parti, cos nellindagine sul diritto dello Stato e sui doveri dei cittadini si deve, se non certo scomporre lo Stato, considerarlo come scomposto per intendere correttamente quale sia la natura umana, in quali cose sia adatta o inadatta a costruire lo Stato, e come debbano accordarsi gli uomini che intendono riunirsi.
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indipendenza, in una situazione di continua rivalit e nella situazione e nella postura propria dei gladiatori, le armi puntate e gli occhi ssi gli uni sugli altri.
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Prima che i nomi di giusto e ingiusto possano trovar posto, deve esservi un qualche potere coercitivo, per costringere ugualmente gli uomini alladempimento dei loro patti col terrore di punizioni pi grandi del benecio che si ripromettono dalla rottura dei patti medesimi, e per render valida quella propriet che gli uomini acquistano per mutuo contratto in compenso della loro rinuncia al diritto universale. Un siffatto potere non esiste prima dellistituzione dello Stato.
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persona; ed colui che rappresenta che d corpo alla persona e ad una persona soltanto. N lunit in una moltitudine si pu intendere in altro modo.
Leviatano, XV.
Lobiezione pi grave [contro la teoria del patto sociale] deriva dalla pratica, ed quella di coloro che chiedono dove e quando tale potere sia stato riconosciuto dai sudditi. [Il contratto sociale non un fatto storico, lo stato di natura non uno stato storico. Nessuno ha mai stipulato un contratto sociale.] Ma si pu di rimando chiedere loro quando o dove ancora in base alla loro esperienza un regno ha resistito a lungo libero da sedizione e guerra civile [Non c mai stato un patto. Ma non c mai stata nemmeno una condizione in cui un regno non sia stato sovvertito e quindi poi dopo la sovversione sia risorta la necessit di riconoscere un potere comune].
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manca il tempo necessario, e, se non privi di tempo a disposizione, mancata nora sia la curiosit sia il metodo.
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[...] lofferta di perdono toglie, a coloro ai quali proposta, la scusante dellautodifesa e rende illegittima la loro persistenza nellassistere o difendere gli altri.
Lobbligazione dei sudditi verso il sovrano intesa durare ntantoch - e non pi di quanto - dura il potere con cui quegli [il sovrano] in grado di proteggerli. Per nessun patto, infatti, si pu abbandonare il diritto che gli uomini hanno, per natura, di proteggere se stessi quando nessun altro pu proteggerli.
KANT
Pratico tutto ci che possibile per mezzo della libert... E arbitrio semplicemente animale (arbitrium brutum) quello che non pu essere determinato se non da stimoli sensibili, ossia patologicamente. Ma quello che indipendente da stimoli sensibili, e quindi pu essere determinato da motivi che non sono rappresentati se non dalla ragione, dicesi libero arbitrio (arbitrium liberum), e tutto ci che vi si connette, o come principio o come conseguenza, detto pratico.
Critica della ragion pura, II Dottrina trascendentale del metodo, c.II, s.II.
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Lautonomia della volont quel carattere della volont per cui essa legge per se stessa (indipendentemente da ogni carattere degli oggetti del volere). Il principio dellautonomia dunque: scegliere sempre in modo che le massime della propria scelta rientrino come leggi universali in questo stesso atto di volere.
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Quindi la situazione civile [condizione civile], considerata come condizione meramente giuridica, si fonda sui seguenti princpi a priori: 1. La libert di ogni membro della societ, come uomo 2. L'uguaglianza del medesimo con ogni altro, come suddito 3. L'indipendenza di ogni membro di una entit comune, come cittadino
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se non tramite la legge pubblica (e il suo esecutore, il capo dello Stato), ma tramite questa anche ogni altro gli si oppone in ugual misura.
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invece una mera idea della ragione, che per ha la sua indubbia realt pratica [per serve veramente a realizzare uno scopo pratico]: cio obbligare ogni legislatore a fare le sue leggi come possono essere scaturite dalla volont unita di un intero popolo, e considerare ogni suddito, nella misura in cui vuole essere cittadino, come se egli si fosse accordato insieme per una tale volont. Infatti questa la pietra di paragone della legittimit [Rechtmigkeit] [commisurazione al diritto] di ogni legge pubblica.
Altieri Gianmarco!
rendere pubblicamente nota la sua opinione su ci che, nelle disposizioni di quest'ultimo, gli sembra uningiustizia verso l'entit comune [cio lo stato]. Infatti assumere che il capo non possa mai sbagliare o essere disinformato su una cosa sarebbe immaginarselo dotato della grazia di ispirazioni celesti ed elevato al di sopra dell'umanit. Dunque la libert della penna - nei limiti del rispetto e dell'amore per la costituzione in cui si vive, mantenuta tramite il modo di pensare liberale dei sudditi, che ispira quella stessa ancora di pi (e qui anche le penne si limitano reciprocamente da s, cos da non perdere la loro libert) l'unico palladio dei diritti del popolo.
FINE
gianmarcoaltieri.blogspot.com gianmarcoaltieri@gmail.com
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