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AMBITO MATERICO

INTRODUZIONE
CICLO DI VITA

La pressione antropica sull’ambiete è in costante crescita e sta


diventando insostenibile. Per questo motivo è importante che il pro- N.B i principali settori in cui si registra
gettista sia consapevole della sua influenza sull’impatto ambientale un importante impatto ambientale sono il
settore industriale, edilizio, e dei trasprti
ponendo cosi maggiore attenzione al CICLO DI VITA dell’edificio.
FASI

Fase di produzione Fase di costruzione Fase di gestione Fase di dismissione


estrazione delle trasporto da stabilimento mautenzione disassemblaggio
materie prime a cantiere sostituzione (costruzioni a secco)
trasporto riqualificazione demolizione (costruzioni
costruzione o a umido)
produzione e lavorazione assemblaggio riparazione
riuso/ riciclo

Chiaramente ciascuno di questi determina una serie di impatti ambientali legati:


materie prime
- al consumo di risorse energia
acqua
- ad emissione inquinanti

emissioni
rifiuti solidi emissioni
in aria
in acqua

N.B. che possono essere utilizzate delle procedure di calcolo per conoscerne gli impatti sul’ambiente:

Es. Life Cycle Assessment ( vautazione ambientale del ciclo di vita)


è un metodo che consiste ne quantificare il consumo di risorse e il rilascio di emissioni inquinanti in ciascuna
delle attività del ciclo di vita.

ESTRAZIONE

FASI per approvigionarsi delle materie prime:

1) ESTRAZIONE sottrazzione della materia prima alla natura creando così un primo passaggio da stato natura-
le a stato artificiale e che implica già un primo impatto sull’ambiente

2) TRASFORMAZIONE processo di lavorazione che rende la materia prima utilizzabile in edilizia ( gli conferi-
sce una geometria + adatta agli usi finali)

3) in alcuni casi è necessario un processo di PRODUZIONE per ottenere delle sostanze fisiche tramite la lavora-
zione di materie prime grezze sottoponendoli ad una serie di processi produttivi, tipo la COTTURA.

Es.
SILICE ARGILLA lavorazione cottura
CALCE cottura vetro + (per conferire laterizzio
(per definire la
SODA acqua forma) durezza)

In questo caso il processo di prosuzione ( quindi di un materiale) coincide con la realizzazione del prodotto finale
PRODUZIONE

Gran parte dei materiali utilizzati in edilizia non esistono in natura e deve, pertanto, essere prodotta tra-
mite complessi cicli di trasformazione di tipo industriae = NOTEVOLE IMPATTO AMBIENTALE
ESEMPIO
CORTECCIA SUGHERO LAMELLARE
(materia prima) (materiale) (semilavorato)

MATERIA PRIMA (o grezzo originale): MATERIA: SEMILAVORATO:


Ciò che noi estraiamo in natura e costi- Tutto ciò che possiede una massa Prodotti che dopo aver subito una
tuisce la base per le successive lavorazio- (peso) ed occupi uno spazio (volume) : lavorazione tramite il processo
ni e che poi conduce alla fabbricazione è la sostanza di cui gli oggetti fisici di produzione non oìpossiedono
di ulteriori beni sono composti una dimensione ed una forma
gia adeguata alla costruzione , e
pertanto necessitano di un ulterio-
re lavorazione in uno stabilimento
differente.
ESEMPIO
OSSIDO DI FERRO (materia prima)

fusione/ colatura

ACCIAIO ( semilavorato)

BILLETTE BLUNI BRAMME


(piccole e lunghe) (grandi dimensioni) (piastre)

tondini per calcestruzzo armato per profili strutturali lamiere

Per alcuni prodotti come il cemento il cantiere diviene luogo di trasformazione da semilavorato a prodotto finito
=
REALIZZAZIONE IN OPERA
In altri casi invece si utilizzano delle trasformazioni chiamati COMPONENTI EDILIZI (come prefabbricati/preassemblati/
preformati) che sono elementi costruttivi che vengono prodotti all’interno di un insìdustria senza subire ulteriori tra-
sformazioni in cantiere al di fuori
4) dell’ASSEMBLAGGIO
A SECCO
A UMIDO (tramite componenti meccanici,
(tramite malta) bulloni o intelaiature)
In questi casi il cantiere diviene luogo di
assemblaggio di elementi prefabbricati
=
1) riduzione di tempi e di costi di costruzione
2) manodopera + specializzata
ESEMPIO
CALCE + ARGILLA siliciati e alluminati CEMENTO + argilla CALCESTRUZZO
cottura miscele
(materie prime) di calcio (polveri) (semilavorato) +acqua (componente finale)

+ armatura di
tondini metallici

CALCESTRUZZO ARMATO
(componente finale)
GESTIONE
Legato ad aspetti di GESTIONE ENERGETICA come ad esempio la climatizzazione degli ambinti o gli impianti di
acqua calda

legata alla GESTIONE DEGLI SPAZI ovvero a quelle caratteristiche che devono andare inconto all’uso che le persone
fanno dello spazio ( all’esigenza)

legato alla MANUTEZIONE con operazioni e lavori di manutenzione pura, pulizia o sostituzione ma anche legati al
ciclo e alla durata dei materiali

DISMISSIONE

Quando l’edificio arriva alla fine del suo ciclo di vita

COLLETTIVA: SELETTIVA: DISASSEMBLAGGIO:


genera una gran quantità di tipo di demolizione che cerca possibilità di scomporre l’edi-
materiari inerti (macerie) di separare in base ai mate-
ficio nei suoi componenti ed il
riali per poter avere un riciclo
di essi che vanno a sostituire loro possibile riciclo.
impossibilità di riciclo tranne
le materie prime in un futuro
per piccoli casi che si può avere progetto (divenendo MATE- NO estrazione nuove risorse
un tentativo per evitare la di- RIE PRIME SECONDARIE)
scarica (ma mooolto di rado) NECESSITA’ di assemblaggi a
comunque ancora notevoli dif- secco
ficolta di fare ciò in edilizia

CLASSIFICAZIONE dei materiali


1) MATERIALI METALLICI:
composti da 1 o + elementi metallici, in alcuni casi miscelati tra loro (leghe metalliche)
- elevata resistenza meccanica
- elevata tenacità = capacità di assorbire energia e diffondersi plasticamente prima della rottura
- deformabilità sia a freddo che a caldo
- elevata conducibilità termica e elettrica

2) MATERIALI POLIMERICI:
composti da lunghe catene di molecole a base di atoni di carbonio
- bassa resistenza meccanica
- elevata flessibilità e deformabilità
- NO conducibilità trmica e elettrica (ISOLANTI)
- ridotto perso specifico
-soggetti a decomposizione a temperature relativamente basse

3) MATERIALI CERAMICI:
materiali inorganici costituiti da elementi metallici e non metallici legati tra loro chimicamente
- durezza e fragilità ( anche se sono duri, tendono a rompersi facilmente)
- elevata resistenza meccanica a compressione
- bassa conducibilità termica e elettrica

4) MATERIALI COMPOSITI E FIBROSI


Costituiti da due o più materiali delle categorie precedenti;
- Costituiti da un materiale di rinforzo in fibre o particelle inglobato in un materiale che funge da matrice
PROPRIETA’ dei materiali
Michael Ashby e David Jones individuano 8 classi differenti di proprietà:
Proprietà ECONOMICHE = prezzo, reperibilità, riciclabilità (legato a materie I° e II°)
Proprietà FISICHE GENERALI ( Es. densità= proprietà fisica che determina il peso degli elementi ed equivale al rap-
porto tra massa (peso) e volume )

densità bassa densità elevata densità molto elevata


materiali polimerici espansi tipici del settore edilizio come i metalli e calcestruzzo
usati come isolanti termici

N.B. ciò che è molto denso è anche molto resistente meccanicamente


Proprietà MECCANICHE = come ad esempio l’elasticità (ovvero quel modulo elastico elevato che si deforma dopo)

il modulo elastico ( o anche Modulo di Young) misura la resistenza di un materiale alla


deformazione elastica .

Le deformazioni di un elemento sottoposto ad un certo carico sono ≠ a seconda del


materiale scelto

acciaio
Perciò occorre un uso consapevole dei materiali li dove servono
materiali con moduo elastico elevato
relazione tra densità e modulo elastico
( + pesante + rigido + leggeri +flessibili)

legno

materiali caratterizzati da un basso


modulo elastico

1) tenacità: capacità di assorbire energia e di deformarsi plasticamente prima della rottura.

2) resistenza all’urto: capacità di un materiale di resistere a forze dinamiche ed istantanee senza rompersi.

3) fragilità: tendenza di alcuni materiali a rompersi bruscamente senza che


avvengano precedenti deformazioni o snervamenti.

4) duttilità: caratteristica che permette ad un materiale di assumere


deformazioni permanenti sotto carico senza rompersi.
(comportamento plastico )

5) malleabilità: capacità di un materiale di essere facilmente deformabile e riducibile in strati laminiformi sottili.

6) resistenza a trazzione e compressione: : misura la sforzo di trazione o di compressione che un materiale è in


grado di sopportare prima di giungere alla rottura.
Proprietà TERMICHE = descrivono il comportamento in relazione a sollecitazioni termiche. Importanti in edilizia percè da
esse dipendono le prestazioni di ISOLAMENTO TERMICO e di INERZIA TERMICA degli elementi costruttivi.
Tra esse vi è ad esempio la 1) conducibilità o conduttività (proprietà legata ai materiali) ovvero la capacità di un materiale di
trasmettere calore.

2) trasmittenza termica ( legata alle caratteristiche dell’edificio) : dipende dalla conducibilità del materiale e dal suo spessore
e misura il flusso di calore trasmesso per conduzione, convezione ed irraggiamento attraverso una superficie di 1 m2
NB. la trasmittanza aumenta al diminuire dello spessore e all’aumentare della conducibilità del materiale.

3) calore specifico: capacità del materiale di accumulare calore e trattenerlo nel tempo, eventualmente anche di rilasciarlo.
Tale proprietà favorisce l’INERZIA TERMICA.

4) coefficente di dilatazione termica: caratteristica dei materiali che descrive l’entità della dilatazione che un materiale subisce
all’aumentare della temperatura
Si associano 2 o + materiali se hanno un coef. di dilatazione simile per evitare uno stato tensionale tra i diversi elementi o
all’interno dello stesso materiale
Es. calcestruzzo armato

acciaio calcestruzzo
10 (°C)
-6 -1
10- 6 (°C)- 1
5) durata: capacità di un materiale di conservare inalterate le proprie caratteristiche nel tempo.

Proprietà ELETTRICO-MAGNETICO = conduzione e resistività elettrica

Proprietà D’INTERAZIONE CON L’AMBIENTE =possibilità di degrado (ossidazione, corrosione)

Proprietà CONNESSE ALLA PRODUZIONE = lavorabilità, assemblabilità, possibilità di finitura

Proprietà ESTETICHE = colore, tessitura

Le condizioni d’uso richiedono spesso il soddisfacimento contemporaneo di differenti requisiti, pertanto la scelta del
materiale deve essere guidato da un attenta valutazione delle prestazioni
=
conoscenza delle caratteristiche dei materiali riveste un RUOLO DECISIVO

AMBITO MATERICO
MALTE, CALCESTRUZZO SEMPLICE E ARMATO

Materiali a base cementizia, precisamente sono conglomerati artificiali ottenuti tramite la miscelazione di :
acqua + sabbia + ghaia + elementi inerti di piccole dimensioni

tenuti insieme da un legante che in genere è il cemento (ma anche altri)

ottenuto dalla frantumazione e cottura di materiali di origine minerale

Nella metà dell’800 si sperimentò il cemento + barre tonde d’acciaio = CALCESTRUZZO ARMATO

molto resistente molto resistente


a compressione a trazione
+ resistenza a sollecitazioni meccaniche ≠

Nel 1892 si ha la diffusione nell’utilizzo di strutture portanti in calcestruzzo armato grazie al brevetto di
Hennebique (strutture puntiformi)
COMPOSIZIONE:

LEGANTI AGGREGATI ACQUA ADDITIVI


materiali ottenuti dalla cottura di materiali inerti e minerali di origine conferiscono prestazioni ag-
materiali di origine minerale naturale o artificiale e costituiscono giuntive al materiale finale
lo scheletro strutturale dele malte Come ad esempio:
-aumento della fluidità e
AEREI IDRAULICI Es. quindi lavorabilità
= = - per il calcestruzzo -eccelerante o ritardante
che fanno presa che fanno presa circa 3-30 mm
solo in presenza sia in presenza di
di aria aria che di acqua
- per la malta + fini
Es. gesso e Es. cemento e ( circa 0,1- 7 mm)
calci aeree calci idrauliche

miscelati o a mano (malta) o con macchine ( calcestruzzo)

Queste delle malte e calcestruzzi si articolano in un ampia gamma di prodotti che si differenziano in relazione
alla composizione della miscela e sul tipo di legame utilizzato

PRODOTTI:
malte aeree che vengono applicate
ad esempio per itonacature interne
1) MALTE:
a seconda del tipo di calce usata possiamo avere malte idrauliche utilizzate per intonacature esterne

malte pozzolaniche nel caso di calce aerea in


accoppiata ad un aggregato adatto

calcestruzzo normale applicato in alcuni usi di completamento


come ad esempio negli strati di massetto delle pavimentazioni

calcestruzzo alleggerito in cui gli aggregati vengono sostituiti da granuli di


2) CALCESTRUZZO: materiali leggeri come l’argilla espansa o la perlite espansa che rendono il
(congromerato cementizio) materiale poroso e isolante ( adatto a murature perimetrali)
aggregati = variano
leganti = generalmente cemento
calcestruzzo cellulare (o calcestruzzo aereato autoclavato) che grazie all’ag-
giunta di additivi che creano delle microporizzazioni ( piccolissime cavità
o fessure) aumentano la capacità isolante del materiale. Un esempio è il
GASBETON = blocchi adatti sia a tamponamenti che a ruoli strutturai.

calcestruzzo armato con armatura metallica, composta da tondini in accia-


io di circa 1 cm, annegata nel calcestruzzo. Utilizzato per strutture portan-
ti vista la sua elevata resstenza

ARMATURA PRECOMPRESSA
ARMATURA LASCA
armatura preventivamente tesa e rilasciata
armatura annegata nel calcestruzzo
dopo aver fatto presa (per sopportare
sollecitazioni maggiori)
PROCESSO PRODUTTIVO:

Il processo produttivo di calci e malte si suddivide in:

1 PRODUZIONE LEGANTI 2 REPERIMENTO AGGREGANTI

3 MISCELAZIONE 4 MESSA IN OPERA

1 Produzione leganti
La produzione di leganti è molto diversa a seconda del legante preso in considerazione

GESSO:
Pietra di origine sedimentario estremamente tenera

ESTRATTA a
COTTA per conferirle
blocchi MACINATA migliori proprietà leganti

una volta cotto, per essere - oltre 100° C perde acqua e passa da
usato come legante va nuova- gesso BIIDRATO a gesso SEMIDRATO
mente idratato
-oltre 150° C si trasforma in anidrite
solubile ( gesso cotto)

-oltre 180° C si trzsforma in anidrite


insolubile ( gesso cotto a morte)

miscela di acqua + particolari sostanze


come ad esempio CATALIZZATORI

CALCE AEREA:
Ottenuta mediante la cottura di rocce calcaree a temperature estremamente elevate (905°71000° C) oggigiorno,
mediante l’utilizzo di forni rotanti a produzione continua che permettono di ottenere un prodotto + uniforme e + poroso
(+idratabile)

CALCE IDRAULICA:
Produzione limitata oggigiorno. Ne esistono di tipi:
- Calce idraulica vera e propria ottenuta dalla cottura calcari argillosi o miscele di calcari + argilla.
Cottura superiore a 900° C

- Calce idraulica comunemente in commercio composta da cemento portland diluito + inerti macinati e additivi aeranti

- Calce idraulica ottenuta dalla miscelazione di calce aerea e materiali pozzolanici.


processo produttivo = a quello della calce aerea

-CEMENTO:
- miscelazione e macinazione delle materie prime all’interno della cava a UMIDO o a SECCO ( argilla, calce, sabbia)

- cottura a 1450° C per una prima parziale fusione del composto

- una volta raffreddato viene miscelato ad una piccola quantità di gesso ( per regolare la presa). Se necessario con altre
sostanze minori come cemento e scorie.

- nuovamente macinato per mezzo dei mulini rotanti


2 Reperimento degli aggregati:
La maggior parte sono di origine naturale (rocce di vario tipo) estratte in blocchi e poi ridotti in di-
mensioni desiderate o direttamente granulati.

Processo produttivo: in caso di aggregati fini ( come sabbia) prelevati dal mare o fiumi nelle
- preparazione cava falde o sotto le falde cquifere

-estrazione

nel caso di aggregati di dimensioni maggiori ricavati da cave a giorno o a fossa

-trasporto negli stabilimenti

N.B. è possibile ricavare materiali anche da processi di riciclaggio di rifiuti di demolizione

3 Miscelazione:
Miscele di leganti + acqua + aggregati miscelati o a mano o tramite macchine.
Macchine che possono trovarsi direttamente sul cantiere ( betoniere) o possono essere miscelati in impianti di
miscelazione appositi che consentono la produzione di impasti + controllati nelle dosi e + omogenei. Da li ven-
gono poi trasportati in cantiere tramite autobetoniere che garantiscono la movimentazione dell’impasto impe-
dendo l’indurimento.

4 Messa in opera:
Malte
-nel caso di applicazioni ed utilizzi di malte come legante = SOLO MANUALE

-utilizzo di malte nella realizzazione di intonaci = MANUALE o SPRUZZATURA MECCANICA

Calcestruzzo
- gettato direttamente dalle autobetoniere

-pompato da appositi automezzi = semplificazione nell’organizzazione del cantiere e quindi riduzione dei tempi

N.B. Che la fase di getto viene preceduto dalla realizzazione di CASSEFORMI in legno o metalliche la cui rimo-
zione ( disarmo) dipende dalla temperatura ed umidità dell’ambiente, nonchè dal tipo e quantità del cemento e
additivi usati ( in ogni caso min 3 max 10 o + giorni.....in ogni caso prima di 28 giorni NO CARICHI)
AMBITO MATERICO
ACCIAIO E METALLI

I metalli sono particolari elementi chimici che presentano una struttura cristallina caratterizzata da elettroni liberi.
Sono materiali a maggior densità in edilizia.
FERROSI
(acciaio, ferro e tutte le sue leghe) ricavati dal
Caratteristiche: ferro, presente in natura sottoforma di ossidi
- elevata conducibilità tecnica
- elevata conducibilità elettrica
-alto punto di fusione NO-FERROSI
-elevata riciclabilità Es. oro
( all’infiito e con = prestazioni del prodotto iniziale) argento
alluminio
rame maggiormente usati
zinco ( tossico) in edilizia
ALLUMINIO:
ossido
Processo:

Ottenuto dalla cottura e affinazione della bouxite


Caratteristiche:
-resistente
-leggero
-lucidabile
-elevata modellabilità (lavorabile)
-resistente ali agenti atmosferici, grazie alla formazione di una patina verde che protegge il prodotto.
=
utilizzato per rivestimenti esterni
Utilizzo:
-rivestimento esterno ( strati)
-telai serramenti

RAME:
Caratteristiche:
-elevata resistenza meccanica
-elevata modellabilità, lavorabilità e deformabilità
-resistente ali agenti atmosferici, grazie alla formazione di una patina verde che
protegge il prodotto.
=
utilizzato per rivestimenti esterni
ACCIAIO
Processo:
materie prime minerali cottura lega con carbonio = ghisa grezza acciaio

Caratteristiche:
-punto di fusione elevato ZINCO-TITANIO:
-maggiore lavorabilità
- meno fragile resistente agli agenti atmosferici
= =
ruolo strutturale Rivestimento per facciate e coperture
(lamiere sottili)
PRODOTTI:
1) PROFILI LAMINATI A CALDO:
Prodotto + utilizzato nel settore delle costruzioni, Sono prodotti standardizzati, utilizzati per le strutture portanti
degli edifici ed uniti tra di loro tramite bullonature e/o saldature.

2) LAMIERE:
Sono prodotti che derivano da un processo di lavorazione a caldo. Possono essere uniti tra loro tramite saldatura,
bullonatura , aggregatura, rivettatura e creano un effetto di semiopacità

lamiere GRECATE lamiere STIRATE lamiere FORATE


(utilizzate per solai in acciaio) (lamiere tagliate e stirate per creare (per schermature e rivestimnti
forme deformate ) esterni )

3) PROFILI LAMINATI A FREDDO:


Sono prodotti ricavati dalla piegatura a freddo di lamiere. Vengono utilizzati
per le strutture portanti degli edifici, ma soprattutto per intelaiature o struturali
(molto fitte) o intelaiature di serramenti.

Sono carattrizzati da un peso


ridotto e anche da un ridotto
spessore delle lamiere.
4) GRIGLIATI E RETI:
Utilizzati per schermature

grigliati: reti: reti tessuti:


pannelli formati per elettrosaldatura prodotti per intreccio di fili tessitura di fili metallici su
o orditura ad incastro preventivamente piegati telai metallici

5) TONDINI:
Utilizzati per rinforzare il calcestruzzo andando a compensare gli sforzi di trazione (CALCESTRUZZO ARMATO)

PROCESSO PRODUTTIVO:

1) ciclo integrale 2) ciclo con forni elettrici


a partire dalle materie prime ricavato dalla ghisa grezza e dai rottami ferrosi
( minerali del ferro) =
riciclo

≠ impatto sull’ambiente

1) -consumo materie prime 2) -minor utilizzo di materie prima


- consumo energia -minor emissione di CO2 nell’atmosfera
-elevata produzione di CO2

N.B. malgrado tutti i vantaggi la quantità di metalli riciclati


è poca o comunque insufficiente per le richieste di mercato

esistono diversi processi di lavorazione:


1) Fusione
creazioe di forme complesse tramite la colata dell’acciaio in appositi stampi

2) Laminazione
introduzione di semilavorati di acciaio tra una serie di coppie di cilindri rotanti a distanza sempre minore
( man mano - spessore , + larghezza e + lunghezza)

a caldo ( tra i a freddo aumentando così le proprietà


1000 e i 1300°C) meccaniche a discapito della tenacità

2) BILLETE : 3) BRUMI:
1) BRAMME:
SEMILAVORATI sezione ridotta sezione maggiore
piatte e larghe
lunghe lunghe
PROCESSO DI LAMINAZIONE

PRODOTTI Barre, tubi, Profili strutturali,


Lamiere
FINITI tondini rotaie
3) Estrusione
Acciaio compresso attraverso una sagoma (matrice) che ne determina la forma. Consente di ottenere sezioni cave mol-
to complesse

4) Trafilatura
Indurre l’acciaio in una serie di fori con diametro sempre minore TIRANDOLO ( no compresso come l’estrusione)
A freddo

5) Stampaggio
Pressatura dell’acciaio in stampi per ottenere elementi di forme e dimensioni variabili

6) Piegatura
Utilizzato per lamiere e consiste nella piegatura del semilavorato attraverso presse

AMBITO MATERICO
LEGNO
Composto da acqua + cellulosa + lignina (incollante) costituisce uno dei materiali più antichi utilizzati nelle costruzioni

STRUTTIRE PORTANTI CONTINUE STRUTTIRE PORTANTI PUNTIFORME


= =
Continua massicia, Block-bau o Log building Intelaiate

sono strutture continue scaturite dalla sono strutture scaturite dall’assemblaggio di ele-
sovrapposizione di tronchi ( riputili e segati menti in legno incastrati, legati o chiodati e tipici
= massello) tipiche nelle regioni alpine o in del nord-Europa ( con passo strutturale ravvicinato)
Giappone o per coperture (capriate ligne)

PRODOTTI:

1) legno MASSICCIO o massello, se sottoposto solo a segatura e ripulitura.

VANTAGGI:
SVANTAGGI:
supporto sollecitazioni di flessione
comportamento meccanico disomogeneo
supporto sollecitazioni di compressione =
anisotropo ( comportamento ≠ se sollecitato
supporto sollecitazioni di trazione parallelamente o perpendicolarmente rispetto
alle fibre)
reperibile

lavorabile infiammabile
buon rap. peso/resistenza (leggero ma resistente)

termoisolante

Per questo motivo dall’800 in poi si inizia una serie di studi e lavorazioni per far superare le problematiche che presenta
=
legno INGEGNERIZZATO
2) legno LAMELLARE:
composto da una serie di assi di legno di circa 2,5 cm di spessore sovrapposti e incollati tra loro con adesivi ad alta resi-
stenza. Generalmente utilizzato per la realizzazione di elementi strutturali di grandi dimensioni.

CARATTERISTICHE:
+ resistente al fuoco

- difetti naturali quindi + resistenza

- attaccabilità da insetti e muffe

possibilità di coprire grandi luci

3) pannelli di COMPENSATO:
tra i + diffusi (no per esterno) scaturiti dall’incollaggio e dalla pressione di almeno 3 strati sottili definiti sfogliati
o multistrato dai 3 ai 40 mm, disposti da avere le fibre perpendicolari rispetto allo strato sottostante.

N.B. se presenta + di 3 strati = MULISTRATO

CARATTERISTICHE:
- meno costi
-più resistenza
-più lavorabilità
-più adattabilità (anche a forme curve)

Utilizzati per porte interne e pannellature

4) pannelli di TAMBURATI:
costituiti da uno strato esterno in compensato + cornice in listelli + anima di materiale leggero (a struttura ondu-
lata /a nido d’ape / schiume sintetiche espanse)

CARATTERISTICHE:
- rigidità
-stabilità dimensionle
-leggerezza
-lavorabilità

Utilizzati per rivestimenti, soffittature, pareti divisorie, arredamento

5) pannelli TRUCCIOLARI:
scaturiti dall’incollaggio (attraverso resine sintetiche) e dalla compressione di materiali di scarto lasciato essiccare

CARATTERISTICHE:
- economici

Utilizzati per rivestimenti, finiture, casseformi per calcestruzzo

6) pannelli di FIBRE DI LEGNO:


Ottenute da sottili strisce di legno tagliate nel verso della fibratura + sostante antiputrescenti, antiparassitarie e
ignifughe + materiale legante
N.B. se presenta + di 3 strati = MULISTRATO

CARATTERISTICHE:
-rigidità
-isolante

Utilizzati per controsoffitti, pareti preintonacate, pareti isolate, isolamento acustico a pavimento
7) OSB (Oriented Strand Board )
costituito da fibre di conifere + piccole incollate tra loro in ≠ direzioni

CARATTERISTICHE:
-durezza
-resistenza meccanica maggiore

Utilizzati per solai e chiusure verticali

PROCESSO PRODUTTIVO:

Varia notevolmente:
MASSELLO: abbattimento dismissione stagionatura

DERIVATI: processo + complesso e ≠ a seconda del tipo di prodotto

1 abbattimento:
reperimento della materia prima ( in autunno o in inverno = quando l’albero contiene meno acqua)

2 trasporto

3 riduzione a dimensioni commerciali:


tronchi ridotti alle dimensioni adatte al loro futuro utilizzo all’interno delle segherie.

taglio tangenziale taglio di quarto


( + conomico ( + stabile
qualità no costanti) + uniformi)

muratura = minimo 7-8 mesi

4 stagionatura:
processo attraverso il qae il legno perde l’acqua

artificiale per mezzo dell’aria calda = poche settimane


AMBITO MATERICO
MATERIALI CERAMICI: i laterizi
I materiali ceramici si ricavano dall’impasto e successiva cottura di
ARGILLA + ACQUA + ADDITIVI

a pasta porosa a pasta compatta


es. mattoni e laterizzi es. gres e porcellane
+ assorbenti + impermeabili
+ fragili vetrificati
cotture con elevate temperature

Originariamente, in epoca Romana, utilizzati con ruolo strutturale mentre attualmente


con ruolo prevalentemente di tamponamento.

PRODOTTI:

CLASSIFICAZIONE:
-pieni ( inferiore al 15 %) ruolo strutturale
-semipieni ( tra 15% e 55%)
- forati (superiori al 55%) elementi di tamponamento o per partizioni interne
fori orizzontali
fori verticali

N.B.
+ poroso + isolante ( fari tanti fori ravvicinati migliori prestazioni termiche )

elementi per murature tavelle e tavelloni elementi per solai elementi per coperture
1) mattoni di piccole Sono elementi in laterizio possono essere: 1) tegole a sovraposizione
dimensioni ( quasi di una piani che presentano una 1) gettati in opera che non presentano ele-
mano) e possono essere dimensione maggiore. dotati di alette inferiori per menti di aggancio. Vengo-
di tipo pieno o semipieno Generalmente vengono contenere il getto di calcestruzzo no poste in opera facendo
utilizzati per solai, pareti si che quella sovrastante
2) blocchi di un volume divisorie o controsoffitti 2) prefabbricati ricopra in parte quella
maggiore ma forati per con sporgenze laterali che con- sottostante.
poter essere comunque Hanno un elevato grado sentono l’appoggio sui travetti Es. piane o tonde
leggeri e consentire di di foratura
=
operarli a mano maneggevoli e adatti ai 3) solai prefabbricati 2) tegole a innesto
vari impieghi in questo caso le pignatte non dotate di particolari sca-
presentano facce laterali sago- nalature come le tegole
mate perchè vanno in appoggio marsgliesi, portoghesi o
sulla lastra prefabbricata in olandesi.
calcestruzzo
PROCESSO PRODUTTIVO:

ESTRAZIONE dell’argilla dalle cave

MISCELAZIONE

FORMATURA
=
processo di lavorazione che porta al conferimento della forma voluta

ESTRUSIONE PRESSATURA o stampaggio FORMATURA A MANO


per elementi forati per elementi pieni per elementi pieni
= = =
passaggio attraverso una attraverso la compressione pressatura dell’impasto a mano
matrice dell’impasto tra due stampi all’interno di casseformi

ESSICCAZIONE
=
processo di rimozzione
dell’acqua in eccesso

COTTURA
AMBITO MATERICO
MATERIALI ISOLANTI
Classificazione materica basata sulle prestazioni e caratteristiche. Esse vengono utilizzate in edilizia con lo scopo di otte-
nere adeguate condizioni di confort termico e acustico e sono materiali a bassa densità e peso specifico pertantoparliamo
di materiali a bassa conducibilità termica.

N.B
non tutti i materiali isolanti termicamento lo sono
anche acusticamente, ma solo quelli di tipo FIBROSI
o a CELLE APERTE

PRODOTTI:
vegetale

ORIGINE minerale

sintetica ( di tipo plastico)

fibrosi

STRUTTURA celle chiuse

celle aperte

materiali sciolti ( tra i + usati) possibile trovarli sia in granuli che in fibre

feltri = materassini arrotolati di fibre minerali e la possibile aggiunta di leganti

FORMA pannelli rigidi (+ usati) generalmente sagomati per essere incastrati


COMMERCIALE
rotoli = accoppiata di listelli isolanti su di una membrana di origine bituminosa

coppelle = adatte per fare da isolante di tubazioni

ISOLANTI VEGETALI:

FIBRE DI LEGNO:
derivanti dal legno e/o scarti di segheria

Prodotti = pannelli rigidi (compattati a secco o umido) e materiale sfuso da inserire in intercapedini

generalmente trattati con sali di boro per renderli ignifughi e antiparassitari

Caratteristiche = buona inerzia termica


buon isolamento termico
scarsa resistenza al fuoco
scarsa resistenza al vapore (richiede inserimento di barriera al vapore)
buona regolazione di umidità interna

compostaggio ( se non unito a bitume o guaine)

Fine vita = riciclaggio ( se non unito a bitume o guaine)

termovalorizzazione
FIBRE DI LEGNO MINERALIZZATO:
legno in fibre lunghe + legante ( cemento o magnesite) = densità + consistente

Prodotti = pannelli rigidi (compattati a secco o umido) e materiale sfuso da inserire in intercapedini

Caratteristiche = - isolante termico


+ inerzia termica
+ resistente al fuoco
+ durevole

Fine vita = discarica (perchè materiale composito)

FIBRA DI CELLULOSA:
carta di giornale riciclata (88%) + sali di boro ( 11%) = densità + consistente

Prodotti = pannelli rigidi (con aggiunta di fibre di sostegno) e materiale sfuso da inserire in intercapedini (maggiore utilizzo)

Caratteristiche = buona inerzia termica


buon isolamento termico
buon isolante acustico
scarsa resistenza al fuoco
scarsa resistenza al vapore (richiede inserimento di barriera al vapore)
buona regolazione di umidità interna (grazie capacità traspirante)

riuso( se non unito a bitume o guaine)

Fine vita = riciclaggio ( se non unito a bitume o guaine)

termovalorizzazione

SUGHERO:
corteggia quercia da sughero (prelievo piuttosto limitato per via delle tempistiche della corteggia a riformarsi)
macinata in granuli e poi incollata con colle sintetiche o naturali e spesso processo di espanzione per alleggerire e dargli
maggiori capacità di isolamento

Prodotti = pannelli rigidi e materiale sfuso da inserire in intercapedini

Caratteristiche = scarso isolamento termico


buona ierzia termica
buon isolamento acustico (perchè struttura a celle aperte)
buona resistenza al fuoco (no totalmente)
scarsa resistenza al vapore
buona regoazione dell’umidità

compostaggio ( se non unito a bitume o guaine)

Fine vita = riciclaggio ( se non unito a bitume o guaine)

termovalorizzazione
ISOLANTI MINERALI:

LANA DI VETRO:
derivati dal vetro riciclato + sabbia + calcare

Prodotti = pannelli rigidi, feltri, rotoli, materiale sfuso per intercapedine

Caratteristiche = buon isolamento termico


scarsa ierzia termica ( per scara densità e scarso valore specifico)
buon isolamento acustico (perchè struttura fibrosa)
buona resistenza al fuoco
scarsa resistenza al vapore

riciclaggio ( se non unito a guaine o membrane)


Fine vita =
discarica come materiale inerte

LANA DI ROCCIA:
Ricavato da rocce basaltiche e dalla dolomia le quali vengono fuse, fibrate ed incollate tra di loro tramite resine di tipo
sintetico

Prodotti = pannelli rigidi (maggior utilizzo), feltri, rotoli, materiale sfuso per intercapedine

Caratteristiche = buon isolamento termico


buon ierzia termica
buon isolamento acustico (perchè struttura fibrosa)
buona resistenza al fuoco
scarsa resistenza al vapore
riciclaggio ( se non unito a guaine o membrane)
Fine vita =
discarica come materiale inerte

VETRO CELLULARE ESPANSO:


Ricavato da riciclo del vetro fuso al quale viene aggiunto un additivo espandente che consente al materiale di
espandersi e di porizzarsi e uand esso si consolida diviene un materiae molto rigido ma poroso

Prodotti = pannelli rigidi, materiale sfuso per intercapedine

Caratteristiche = buon isolamento termico (anche se non il + performante)


buon ierzia termica ( perchè molto denso)
scarso isolamento acustico (perchè a celle chiuse)
buona resistenza al fuoco
totale impermeabilità al vapore e all’acqua in generale
elevata resistenza meccanica a compressione

riutilizzate

Fine vita = riciclaggio (per imballaggio o per confezzionare calcestruzzi leggeri)

termovalorizzazione
ARGILLA ESPANSO:
Ricavato dall’argilla con ridotto contenuto di calcio macinata e poi espansa tramite cottura ad alte temerature
Prodotti = materiale sfuso per intercapedine e pavimentazioni al posto del massetto

Caratteristiche = scarso isolamento termico


buon ierzia termica
buon isolamento acustico (perchè a celle aperte)
buona resistenza al fuoco
scarsa resistenza al vapore

riutilizzabile ( comeaggregato nel confezzionamento di calcestruzzo)


Fine vita =
discarica come materiale inerte

ISOLANTI SINTETICA:

POLISTIRENE ESPANSO SITETICO (EPS)/ ESPANSO ESTRUSO (XPS) /POLIURETANO ESPANSO RIGIDO
sono tre materiali con caratteristiche simili, di tipo plastico e quindi originati dal petrolio che subisce un processo di
espasione che porta a creare delle bolle d’aria interne e pertanto diventano materiali molto leggeri

Prodotti = pannelli rigidi, materiale sfuso per intercapedine


Caratteristiche = buon isolamento termico (materiali + efficienti)
totale assenza di inerzia termica ( dovuta alla loro leggerezza)
scarso isolamento acustico (perchè a celle chiuse)
scarsa resistenza al fuoco (perche derivanti dal petrolio)
buona resistenza al vapore

riciclaggio ( se non unito a guaine o membrane)


Fine vita =
discarica come materiale inerte
AMBITO MATERICO
MATERIALI CERAMICI: i laterizi

Materiale ceramico omorfo e omogeno ottenuto per solidificazione di una fusione a 1500°C di:
SALICE + SODIO + CALCE
potere vetrificante potere fondente potere stabilizzante

PRODOTTI:
VETRI IN LASTRE

-Vetri chiari comuni (tipologia + diffusa e + usata) con uno spessore di tra i 3 e 1,5 cm
per garantire una maggiore trasparenza .
Oggigiorno in particolare si utilizza il VETROCAMERA costituito da 2 vetri divisi da
una camera d’aria allo scopo di migliorare le prestazioni temriche del vetro.

-Colorati nella massa, ovvero dei vetri costituiti dall’aggiunta di coloranti all’interno
dell’impasto vetroso.
N.B: non favorisce le prestazion del vetro perciò viene utilizzato molto poco e piuttosto
sostituito da materiali plastici

-Vetri colorati laminati è una tipologia caratterizzata da un processo produttivo diffe-


rente = colatura e formatura con rulli sagomati per una maggiore valenza estetica

-Vetri Saint-Just utilizzate per vetrate decoraive legate a piombo, e con un processo pro-
duttivo ≠ (soffitura e pressatura )

- Vetri retinati costituiti da una reta metallica inglobata nell’impasto per garantire una
maggiore sicurezza in caso di rottura del vetro ( pratica molto usata negli anni ‘60/’70
ma ora no)

-Vetri U-Glass caratterizzati da un profilo a U scaturito da una particolare laminazione


che se posti in un certo modo possono essere anche autoportanti.

VETRI SPECIALI:

-Vetri con coating particolarmente utili per ridurre la dispersione termica. Si tratta
di vetri camera dove su uno dei due vetri viene applicato una “pellicola couting basso
emissivo” costituiti da ossidi di metallo non visibili a occhio nudo = non compromettono
trasparenza

-Vetri stratificati per aumentare la resistenza meccanicae diminuirne la pericolosità in


caso di rottura. Consiste nell’accoppiaggio di due lastre di vetro mediante l’utilizzo di un
foglio di materiale plastico che scaldato e messo sottopressione li unisce migliorando cosi
anche le prestazioni fonoisolanti

-Vetri temprati i quali attraverso un processo termico o chimico aumentano la loro


resistenza meccanica, in particolare in seguito ad un riscaldamento e poi brusco raffred-
damento della lastra. un’altra caratteritica di questi particolari vetri si presenta in caso
di rottura dove anzichè schegge taglienti verranno fuori elementi molto piccoli con un
minor grado di pericolosità

-Vetri fotovoltaici costituite da due lastre con dentro incorporate celle fotovoltaiche mono
o policristalline
VETRI STAMPATI :
Vetri ottenuti attraverso uno stampaggio per soluzioni e forme particolari. essi vengo-
no classificati in
1) diffusori = che vengono utilizzati per la formazione di pareti e solai in vtrocemento
2) tegole di vetro = elemeti che presentano la stessa forma di quelle in laterizio e ven-
gono applicate per coperture totali o in parte trasparenti

-Vetro mattone o vetrocemento è costituito dall’accoppiamento al perimetro di lastre


di vetro, unite in corrispondenza del telaio del serramento attraverso giuti.

FIBRE DI VETRO:

per la produzzione di pannelli dalle elevate proprietà di isolamento termico e acustico


o per materiali compositi e vetroresina. Essi sono caratterizzati da un elevata resisten-
za a trazione e una fragilità ridotta rispetto a quelli a lastra.

Proprietà:
trasparenza

isotropia = comportamento omogeneo nelle


diverse direzioni Criticità:
fragile
compattezza
confort termico (necessita di u elevao riscala-
inerzia chimica e biologica = non si degrada mento d’inverno e raffrescamento in estate)

impermeabilità

riciclo infinito ( anche se solo per prodotti


secondari)

PROCESSO PRODUTTIVO:

il processo produttivo del vetro è composto da una fase di preparazione dell’impasto ed una di lavora-
zione ( N.B che essi variano nel caso di produzione di lastre)

PREPARAZIONE del composto:

MISCELAZIONE delle pasta vetrosa costituita da :


purificazione
SOSTANZE VETRIFICANTI ( che a elevate temperature vetrificano)
+
SOSTANZE FONDENTI (uate per diminuire la temperatura......Es soda) essicazione
+
SOSTANZE STABILIZZANTI (per aumentare la resistenza agli agenti atmoferici.....Es calce)
+ tiratura
SOSTANZE AFFINANTI e OMOGENIZZANTI ( per rendere la pasta omogenea....Es ferro,
potassio, solfati)
+
ADDITIVI COLORATI
RISCALDAMENTO

FUSIONE

AFFINAZIONE per eliminare le impurità che si formano nell’impasto durante la fusione

RAFFREDDAMENTO per consentirne la lavorazione

LAVORAZIONE

Esistono in oltre diversi tipi di lavorazione del vetro come:

MODELLAZIONE la quale viene effettuata per mano di un artiggiano specializzati mediante tagli, incisioni, curvature.
Ciò antenendo una temperatura di circa 700°C

SOFFIATURA che permette di realizzare prodotti in vetro cavi tramite l’insuflaggio di aria all’interno della massa
vetrosa (tecnica utilizzata per la realizzazione di vasi e bottiglie)

STAMPGGIO realizzate posizionando la massa vetrosa in appositi stampi per la realizzazione di forme particolari

FILATURA processo che prevede il passaggio della massa il filiere di dimensioni molto ridotte per ricavarne fibre di vetro.

PRODUZIONE LASTRE DI VETRO:


Per quanto riguarda l’ambito edilizio, e quindi questa tipologia di prodotto, l’antica tecnica del soffiaggio seguita
dall’appiattimento e sempre più in disuso ( come anche quella del tiratura ).
In generale infatti il processo usato è wquello della laminatura = passaggio attraverso rulli
ma maggiormente la lavorazione float.

Float:

LAVORAZIONE

MISCELA con il 20-25% di rottami ricavati dal riciclaggio

nastro trasportatore

più usato perchè consente di realizzare lastre di


FORNO (a gas o elettrico) per riscaldamento fino a grandi dimensioni (MAX 6m x 3m)
FUSIONE a 1600°C

CAMERA DI GALLEGGIAMENTO dove l’impasto viene


disposto su stagno fuso sul quale galleggia Per avere diverse tipologie e risultati di vetro foat esi-
stono delle lavorazioni particolari che cambiano la resa:
-smerigliarlo o sabbiarlo ( per un effetto opaco)
esce da li allo stato solido
-serigrafarlo (per pitturazione fatta a puntini)
N.B. in base alla velocità di estrazione si detrmina anche
-maltatura
lo spessore della lastra che va dai 0.4mm ai 25mm
-smaltatura
-incisione
RAFFREDDAMENTO CONTROLLO
ASCIUGATURA TAGLIO
AMBITO MATERICO
MATERIALI PLASTICI

Per materiali plastici intendiamo polimeri, ovvero delle molecole composte dall’unione attraverso legami chimici di
monomeri derivanti dal petrolio. (MATERIALI SINTETICI)
A seconda delle diversità di composizioni chimiche e del tipo di lavorazione si possono ottenere materie plastiche
profondamente differenti per caratteristiche e prestazioni.

VANTAGGI: SVANTAGGI:

facilmente lavorabili

economici attaccabilità da parte dei solventi e degli acidi

inpermeabili scarsa resistenza ad alte temperature

isolanti ( termici, acustici, elettrici, meccanici) invecchiamento dai raggi UV

resistenti a corrosione ed inerzia chimica scarsa resstenza meccanica

resistenti a trazione elevata dilatazione termica

leggeri

colorabili

PRODOTTI:

I prodotti e le materie plastiche possono essere classificate in base al loro comportamento alle sollecitazioni termiche in :
1) polimeri termoplastici, 2) polimeri termoindurenti, 3) elastomeri

1) TERMOBLASTICI: ( comprendono la maggior parte dei materiali plastici)


sono quei materiali che se riscaldati possono essere modellati e poi raffreddati conservano la loro forma.
Dopo possono essere nuovamente riscaldati e riformati.
=
PLASTICHE RICICLABILI
ESEMPI:
-Polietilene ( utilizzato ad alte e basse densità a seconda del risultato che si vuole ottenere e poi unite attraverso saldature.
Utilizzato per barriere al vapore o tubature)
-PVC rigidi ( resistenza chimica, meccanica e lavorabilità molto elevata, usata per telai dei serramenti/ tubazioni / rivesti-
menti colorati nell’impasto)
-Polipropilene (caratterizzato da una maggiore resistenza agli agenti chimici a discapito della lavorabilità, utilizzati come
casseformi preformate che staccano il primo piano da terra per evitare la risalita dell’umidità)
-Polistirene (caratterizzato da una certa fragilità usato come isolante termico e acustico)
-Poliuretano (distinguibili in RIGIDI COMPATTI, ESPANSI MOBILI, RIGIDI usati come isolanti o nel caso di elementi
rigidi per realizzare elementi autoportanti di grandi dimensioni come capannoni industriali)
-PMMA Polimetilmetacrilato ( utilizzato al posto del vetro colorato per le sue capacità traspareti e facilità di lavorazione
caratterizzato da un elevato coef. di dilatazione termica )
-Policarbonato ( utilizzato per lucernari costituito da un elemento estruso che garantisce isolamento termico ma poco
trasparente )
-PTTE teflon ( caratterizzata da un elevata resistenza chimica e alle alte temperature che in edilizia viene applicato nei
materiali tessili articolarmente costoso diffuso nel settore automobilistico e elettrico)
- ETFE (materiale estremamente stabile , autopulente, datto a elevate sollecitazioni meccaniche, utilizzato stratigrafia a
cuscino pneumatici costituiti dall’accoppiamento da duo o + film separati da aria che creano un effetto esterno molto
opacizzato ed interni molto trsprenti)
2) TERMOINDURENTI: ( resine che associate ad altri materiali ne creano uno + resistente)
Materiali che indurendo diventano termostabili e insolubili presentandosi + rigidi, + durevoli nel tempo a meno che
non vengano sottoposte a elevatissime temperature alle quali non fonde ma si decompone
=
NO RICICLABILI

Caratterizzati da una lavorazione meno facile e rapida ma con una prestazione di termini di resistenza meccanica e
termica più elevata rispetto ai termoplastici.

ESEMPI:
-Pannelli in HPL ( 70% fibre di legno e 30% resine, che quindi conferisce al legno un velo protettivo impermeabile e
durevole)

-resine Epossidiche (per pavimentazioi che possono essere colorati e decorati)

-resine Poliuretaniche ( caratterizzate da una buona resistenza chimica, meccanica e alle abrasioni, usato infatti spes-
so per strato impermeabilizzante nelle coperture contiue)

-Poliestere ( o vetroresina, per piscine)

3) ELASTICI: (gomme per guarnizioni o guaine impermeabili )


materiali che se sottoposti a sollecitazioni meccaniche si allungano raggiungendo dimensioni molto più elevate ri-
spetto a quella originaria ( anche pari a 10 volte quella iniziale) per poi riprendere la loro forma originale terminata
la sollecitazione. Usati pertanto per giunzioni e guarnizioni

ESEMPI:
-neopreme (guarnizioni)
-EPDM ( per guaine di impermeabilizzazione per coperture continue)
-gomma SBR ( + utilizzato in ambito architettonico per isolamento acustico nelle pavimentazioni galleggianti)

PROCESSO PRODUTTIVO:
1) PRODUZIONE:
la prima fase è quella della produzione di monomeri e la loro relativa trasformazioni in polimeri.

2) ADDITIVAZIONE:
aggiunta di additivi per modificare le caratteristiche di base in relazione a specifici requisiti.
Gli additivi maggiormente utilizzati in architettura sono:

le cariche
sostanze organiche e inorganiche le plastificanti
che fungono da diluenti riducendo la per aumentare la flessibilità e la resistenza agli urti
fragilità nei Polimeri Termoindurenti per renderlo così maggiormente elastico

le coloranti le stabilizzatori
i quali possono essere solubili o non per ridurre problematiche causate dalle radiazioni solari
solubili

le propellenti gli antifiamma


migliorano l’isolamento termico e acustico modificano il comportamento al fuoco rendendola così
meno infiammabile. In caso di incendi questi additivi raf-
le rinforzanti freddano impedendo così al gas di alimentare le fiamme
per aumentare rigidezza e resistenza
3) FORMATURA:
differenziati a seconda del tipo di prodotto che si vuole ottenere e sul materiale plastico con cui si va ad
operare. I processi di formatura + comuni sono:

STAMAGGIO: (+utilizzato)
consiste nel posizionale il materiale plastico all’interno di una sagomatura

COMPRESSIONE INIEZIONE SOTTOVUOTO PER ROTAZIONE

Realizzato ponendo un fo- per formatura


glio di plastica caldo sullo di tubi
stampo che aspira l’aria
facendo aderire il foglio
alla sagomatura

COLANDRATURA:
Passaggio attraverso rulli continui in sequenza che danno forma e spessore voluto e particolarmente sottile. Con
questo tipo di lavorazione è possibile integrare il materiale plastico con altri materiali come fibre e tessuti

ESTRUSIONE:
( ad esempio per telai i PVC) per creare cavità interne a seconda del disegno della matrice

TESSILI TECNICI

Sono materiali con prestazioni molto più elevate e specifiche rispetto a quelle generalmente offerte dai tessuti classici. Essi
permettono il loro utilizzo in ambiti più ampi rispetto a quello dell’abigliamento tra cui anche quello dell’architettura con
la realizzazione di ttensiostrutture, elementi di rivestimento e componenti per la protezione dalla radiazione solare.
Scaturiti da fibre di origine naturale/vegetale/sintetico rivestiti poi con polimeri per dare resistenza e impermeabilità.

Caratterizzati da una tessitura e


rivestiti , in alcuni casi, da ulteriore
guaina per impermeabilità.

APPLICAZIONI:
tensostrutture
tende esposte in esterna
schermature
rivestimento involucro

FIBRORINFORZATI
Materiali costituiti da matrice cemetizia o
polimerica) legato ad un rinforzo come fibre di
vetro come ad esempio il GRC
AMBITO MATERICO
MATERIALI LAPIDEI

Materiali ottenuti dall’estrazione di rocce di varie origini con funzioni sia strutturali (nella tradizione) che ornamentali
(oggigiorno)

PRODOTTI:

(Basata sul tipo di formazione che li ha caratterizzati)

(basata sul tipo di sostanze che vanno a comporre la roccia)


PROCESSO PRODUTTIVO:

ESTRAZIONE
Processo che riveste una notevole importanza dal punto di vista paesagiatico-ambientale in quanto deforma notevol-
mente la forma della montagna.
Le cav possono essere di 2 tipi:

-CAVA A GRADONI

-CAVA IN FOSSA

La modalità di estrazione può essere di diverso tipo:

Water jet
Manuale Utilizzo di getto d’acqua ad
con l’utilizzo di cunei
altissima pressione che acqui-
metallici o idraulici Esplosione Filo elicoidale sisce cosi un potere scavante
Con utilizzo di dinamite
(molto scarto)

Dopo di ciò segue un processo di LAVORAZIONE diviso in 3 fasi

Segazione Finitura superficiale


processo atto a ottenere Finitura perimetrale
per ottenere conformazioni particolari rifiniture attraverso
lastre con spessor compreso scalpellatura, sabbiatura, bocciar-
tra i 1.5 e i 6 cm geometriche differenti
datura, fiammatura o levigatura
INTRODUZIONE
ESIGENZE- REQUISITI- PRESTAZIONI
La qualità di un edificio è un valore relativo riferito ai requisiti e agli obbiettivi definiti preliminarmente, infatti
non è possibile porsi obbiettivi progettuali uguali per tutti

1) ESIGENZA = ciò che si richiede per il corretto svolgimento di un’attività dell’utente o di una funzione tecnologica .
formulata dal futuro utente dell’edificio. L’esigenza è una necessità, un bisogno.
Il progettista deve cercare d qualificare e quantificare ciò che possono essere i bisogni (espressi e inespressi) del futuro
utente da soddisfare in base alle attività previste.

Le esigenze sono classificate dalla norma UNI 8289:


insieme delle condizioni relative all’incolumità degli utenti. ovvero che l’edificio sia
SICUREZZA stabile e privo di elementi che possono rivestire un potenziale pericolo per l’utente
BENESSERE insieme delle condizioni che rendono il sistema edilizio adeguato alla vita:
benessere termico (o termoigrometrico) , visivo, acustico
FRUIBILITA’ insieme di quelle caratteristiche che rendono la spazialità adeguata agli usi e alle
fuzioni dell’utente durante lo svolgimento delle sue attività
ASPETTO insieme di quelle condizioni legate agli aspetti estetici, alla funzione percettiva dell’edificio.
modo in cui l’edificio verrà gestito durante la fase d’uso
GESTIONE
( aspetti manutentivi/energetici/ economici)
INTEGRABILITA’ integrazione di parti volte ad un corretto funzionamento dell’insieme (Es. impiantistica)

SALVAGUARDIA insieme delle condizioni relative al mantenimento ed al miglioramento del nostro rappor-
DELL’AMBIENTE to con l’ambiente per una maggiore salubrità ed un miglioramento delle qualità di vita.

2) REQUISITO:
Traduzione, da parte del progettista, delle esigenze del futuro utente in obiettivi di progetto = caratteristiche
che un edificio deve avere per soddisfare i bisogni iniziali.
3) PRESTAZIONI: comportamento reale dell’organismo edilizio
Sono il comportamento di un materiale che fornisce la corretta risposta alle esigenze formulate dal requisito
STRUTTURE PORTANTI
FONDAZIONE, ELEVAZIONE, CONTENIMENTO.

La struttura portante di un edificio è composta da tutte quegli elementi che sostengono i vari carichi ( pesi propri e
persone e oggetti) e sollecitazioni ( vento e azioni sismiche) che partono dal punto in cui sono stati applicati e arriva-
no fino al terreno.

Esistono ≠ tipi di carichi:


- CARICHI PERMANENTI che sono costituiti dal peso proprio
- CARICHI ACCIDENTALI che sono costituiti da pesi variabili (come il peso delle persone o degli arredi)
- CARICHI ECCEZZIONALI che sono costituiti da una serie di sollecitazioni esterne (come il vento = sollecitazione orizzontale
neve = sollecitazione verticale
terremoti = entrambe)

deve essere pertanto dimensionata in relazione al max carico possibile rispetto:


- zona climatica (neve)
-zona sismica (terremoto)
-funzioni ( n° persone, tipo di arredi)

Una struttura portante deve rispondere ad un esigenza legata alla sicurezza e pertanto deve possedere
dei requisiti di : STABILITA’ RESISTENZA MECCANICA NON DEFORMABILITA’

dipende dal tipo di materiale utilizzato e dal


qualità connessa alla riferito alla capacità portante tipo di sollecitazione il cui rapporto da il MO-
forma ell’edificio e dalla dei materiali determinata con DULO DI ELASTICITA’ (≠ per ogni materiale)
geometria degli elementi delle prove svolte in labora- =
costruttivi torio che definisconoil max ci da informazioni su quei materiali che non si
sforzo che un generico mate- deformano a resistenze meccaniche di:
riale è in grado di sopportare
prima della rottura
COMPRESSIONE TRAZIONE
come : come :
pietra acciaio
legno legno
argilla
laterizzio
cemento

elementi che hanno la funzione di collegare l’edificio al suolo trasmettendo a terra i


FONDAZIONE carichi
ELEVAZIONE elementi che si inalzan al di sopra del terreno

CONTENIMENTO elementi di paramento perimetrale che proteggono principalmente dalle spinte


orizzontali
STRUTTURE PORTANTI
STRUTTURE DI FONDAZIONE (basamento)

Unità di collegamento tra edificio e suolo, situato ad una quota interrata rispetto al piano 0, che ha il compito di
scaricare a terra i carichi dell’edificio.
Essso costituisce il basamento dell’edificio e pertanto deve essere + largo dell’elemento da sorreggere, per poter
distribuire in maniera + adeguata i carichi.
La sua larchezza dipente dal terreno e dalla portata dei carichi da supportare.

1 (SCAVO) 2 (FONDAZIONE) 3 (ELEVAZIONE)


terreno di fondazione struttura di fondazione struttura in elevazione

vanno considerati un unico sistema


1 SCAVO
La modalità di realizzazione dello scavo dipende dal tipo di terreno e dalla posizione del cantiere (urbano o extra-urbano)

tipo di terreno COERENTE


= scavo a gradoni
scavo verticale

tipo di terreno CEDEVOLE e FRANOSO


= aggiunta di un elemento di sostegno in ce-
lo scavo si allarga per evitare che cedi in in caso mento (diaframmi), per evitare il cedimento,
face d’opera ( possibile solo in caso di spazio gettato prima della fase di scavo tramite delle
circostante privo di presistenze ) contrario
apposite forature.

N.B. che prima della realizzazione delle fondazioni viene steso uno strato di calcestruzzo magro di spessore
limitato detto MAGRONE

2 FONDAZIONE
è l’elemento di mediazione tra il terreno e la struttura in elevazione.
Essso costituisce il basamento dell’edificio e pertanto deve essere + largo dell’elemento da sorreggere, per poter distribuire
in maniera + adeguata i carichi.
La sua larchezza dipente dal terreno e dalla portata dei carichi da supportare.

A seconda del tipo di terreno possono essere:

1) dirette sono strutture che trasmettono i carichi direttamente sul terreno


attraverso la superficie d’appoggio.
Sono utilizzati nel caso di un terreno con un elevata capacità portante ( scavo ridotto)

2) indirette nel caso in cui il terreno resistente si trovi ad una profondità maggiore di 5/6 metri ,
non basterà più solo il “piede dell’edificio” ma anche di sostegni verticali che
vanno a raggiungere lo strato resistente in profondità
A seconda del tipo di struttura in elevazione:

1) struttura portante continua = Fondazione continua


2

2) struttura portante puntiforme = Fondazione discontinua


1

Associando queste ≠ caratteristiche si generano una serie di tipologie di fondazione:


Fondazioni dirette discontinue:
Adatte a soluzioni intelaiate a scheletro indipendente (puntiforme) in presenza di un terreno resistente e uniforme.
Tipologia di fondazione caratterizzata dalla presenza di PLINTI = che hanno la funzione di ampliamento del pilastro
per una maggiore superfice di scarico delle forze.

generalmente realizzati con blocchi di calcestruzzo armato gettato in opera o prefabbricati


(eventualmente il calcestruzzo può essere sostituito da un piatto in acciaio imbullonato)

Fondazioni dirette continue:


Soluzioni che trasmettono i carichi distribuendoli in maniera uniforme su estese superfici continue.
Generalmente sono soluzioni adottate in presenza di strutture in elevazione continua, ma potrebbe essere presente
anche in soluzioni discontinue nel caso di passi strutturali tra pilastri molto fitti, terreni di mediocra resistenza e zone
sismiche (elementi caratterizzati da una sez. a T capovolta ciamate Fondazioni a trave rovescia).
Tipologia di fondazione caratterizzata dalla presenza di un CORDOLO DI FONDAZIONE in calcestruzzo debolmente armato

Fondazioni indirette a platea:(terreni con scarsa resistenza)


è un tipo di fondazione indiretta caratterizzato da una sorta di grande solaio di calcestruzzo armato che riveste l’intera
suoperficie dell’edificio e che ha la funzione di ripartire i carichi su una superficie il più vasta possibile evitando cedi-
menti differenziati ma richiede notevole quantità di materiale e quindi notevoli costi economici e ambientali.

Fondazioni indirette su pali: (su terreno resistente in profondità)


è un tipo di fondazione indiretta caratterizzata dall’utilizzo di pali che hanno la funzione di trasmettere il carico sul
terreno resistente e profondo.

PALI APPOGGIATI PALI SOSPESI


Questo tipo di soluzione si impegna a trasmettere il in presenza di un terreno che non è resisten-
carico della costruzione al terreno resistente e profondo. te neanche in profondità. In questo caso non
funzionano per appoggio ma per attrito late-
- travi battuti: elementi preparati fuori opera e poi con-
rale tra palo/terreno. in oltre vengono posti +
ficcati nel terreno mediante macchine battipalo (proce-
ravvicinati per aumentare tale forza.
dura che non prevede asportazione di terreno)
-micropali i quali sarebbero dei pali trivellati
poco applicata ultimamente perchè causa forti vi- di circa 8/12 cm di diametro costruiti in opera
brazioni che si propagano agli edifici cisrcostanti

- gettati in opera con asportazione di terreno (trivellato)


è una soluzione realizzata con tuboformi infissi mediante tri-
vellazioni che permettono di raggiungere notevoli profondità

- gettati in opera senza asportazione di terreno realizzati per


mezzo di tubipormati in acciaio di circa 20/60 cm

INFISSI PER RIEMPITI DI RECUPERATI


BATTITURA CALCESTRUZZO
STRUTTURE PORTANTI
IN ELEVAZIONE (verticali, orizzontali, inclinate)

Questo tipo di struttura, granzie alla sua capacità di resistenza alle diverse azioni assolve alle funzioni statiche
principali di:
-COPERTURA
-ORIZZONTAMENTO (solaio)
-SOSTEGNO VERTICALE (muratura)
-COLLEGAMENTI VERTICALI INCLINATI ( scale)

Possono essere di due tipi:

CONTINUO
(muri, setti, pannelli) PUNTIFORME o a telaio
tipo strutturale + tradizionele che si configura in ( pilastri, travi)
una soluzione di tipo scatolare perchè necessita di sistema + utilizzato oggi giorno perchè consente una
pareti portanti esterni, pareti portanti interne, e maggiore flessibilità distributiva eriguarda le apertu-
di elemeti di irrigidimento. re in facciata

Questa rappresenta un tipo di soluzione molto PARETE PORTANTE DI TIPO CONTINUA (strutture
vincolate dal punto di vista distributivo e riguar- verticali)
dante le aperture in facciata

STRUTTURE PORTANTI
IN ELEVAZIONE CONTINUE

Costituiti da elementi strutturali verticali (pareti) + elementi strutturali orizzontali ( solai) + elementi strutturali
verticali di irrigidimento (muri posti ortogonalmente alle pareti portanti)

SCHEMI STRUTTURALI

Esistono ≠ schemi strutturali di riferimento e la loro scelta dipende dalle esigenze


tipologiche e linguistiche del progetto.

1) con elementi portanti longitudinali, i quai sono disposti secondo la lunghezza dell’edificio,
vicolano pertanto fortemente l’organizzazione lungo le facciate longitudinali.
( e gli elementi di irrigidimento ortogonalmente)

2) con elementi portanti trasversali distribuiti internamrnte l’edificio consentendo quindi una facciata + libera
ma uno spazio interno vincolato e - flessibile

3) a cellula tipo strutturale continuo + stabile + vincoli nell’organizzazione spaziale interni


+ usato per vani scala
MATERIALI

1 Mattoni o Blocchi ( + tradizionali)


2 calcestruzzo armato gettato in opera
3 in pannelli portanti prefabbricati in calcestruzzo armato
4 in pannelli portanti prefabbricati in legno x-lan

1 Questo tipo di soluzione è ottenuta dall’assemblaggio di elementi modulari di piccole dimensioni (blocchi di
mattoni) mediante l’interposizione di leganti come le malte.

PRO:
-permettono la contemporanea costruzione di CONTRO:
involucro e struttura portante -lentezza costruttiva
-NO flessibilità
-molto isolato termicamente e adusticamente -NO libertà di aperture in facciata

miglior confort interno

é una tecnica muraria caratterizzata da un ordinata disposizione degli elementi, esso viene definito
APPARECCHIATURA, mantenendo sempre in considerazione la concatenazione tra gli elementi

MATTONI BLOCCHI
(dimensione di una mano) (+ grandi ma allegeriti)

pieni forati
semipieni laterizzi calcestruzzo

ATTENZIONE: esistono ≠ posizionamenti dei blocchi:


- regolarità letti in malta
- punto d’angolo particolarmente delicato
- rinforzi (architravi) in presenza di aperture
- giunti non allineati= perdita resistenza

CAUSE DI DEFORMAZIONE:
- spinte orizzontali da parte di elementi costruttivi
-evitare carichi eccentrici ( decentrati)
-evitare eccessiva snellezza

2 Principio strutturale che sfrutta l’accostamento di proprietà di calcestruzzo e armatura


metallica.
Il getto di calcestruzzo avviene disponendo degli appositi pannelli di contenimento in legno
(casseri) che vanno a definirne la form. Una volta solidificato il calcestruzzo i casseri vengono
rimossi.
( generalmente tale tecnica viene utilizzata per piani interrati e vani scala e ascensori, pareti di
compartimentazione antincendio)

PRO: CONTRO:
-contrarre tempi di esecuzione -scarsa coibendazione termo-acustica
-vincoli planimetrici
3 Tecnica muraria costituita da pannelli prefabbricati e sagomati in casseformi all’interno di uno stabilimento, poi por-
tati in cantiere e assemblati ad incastro con giuntura (a secco) o in calcestruzzo (in opera).
Possono esserci sia pannelli bidimensionali che tridimensionali e consentono una notevole velocità in
fase di realizzazione.
Questi pannelli possono essere o monostrato o multistrato ( con l’interposizione di un materiale isolante termoacustica-
mente tra i due strati esterni)

4 Tecnica muraria scaturita da pannelli composti da una stratificazione di pannelli in legno incollati tra loro incro-
ciando i vari strati per aumentarne la resistenza e fissati poi tramite giunti metallici.

PRO:
- costruzioni che consentono sviluppo in altezza CONTRO:
-spessore solai limitato
-velocità di realizzazione
-buone capacità termoacustiche

STRUTTURE PORTANTI
IN ELEVAZIONE DISCONTINUE

Le strutture di tipo discontinuo o a telaio sono strutture puntiformi costituiti da:


Pilasti:
elementi verticali a sezione quadrata o rettangolare con armatura costituita da
tondini verticali e staffe orizzontali. Con lo scopo di assolvere la funzione statica
di sostegno trasmettendoli al sistema di fondazione
+
travi : connessi in modo da generare
elementi rettangolari orizzontali che ricevono carichi dai solai e che possono un unico sistema omogene
essere o a vista o in spessore
+
solai:
elemento strutturale orizzontale che può essere

Generalmente avviene una classificazione in base al maeriale prevalentemente utilizzato che sia in grado di resistere a
sollecitazioni di compressione, flessione e taglio; pertanto materiali come calcestruzzo armato, acciaio o legno

STRUTTURE DISCONTINUE
IN CALCESTRUZZOARMATO

Il calcestruzzo armato presenta delle determinate caratteristiche fisiche e meccaniche che consentono la realizzazio-
ne di componenti su misura in funzione delle diverse esigenze; e la realizzazione di strutture portanti può avvenure
o in opera (getto nei casseri) o mediante l’assemblaggio di prodotti prefabbricati (raramente utilizzate per soluzioni
residenziali ma per capannoni industriali)

PRO: CONTRO:
- resistente al fuoco -bassa coibendazione termo-acustica
-resistente a ossidazione -difficoltà demolizzione
-bassi costi di costruzione -difficoltà nella fase di smaltimento
PILASTRI
Elementi con sezione generalmente quadrata o rettangolare con armatura costituita da tondini verticali in
acciaio posti lungo il perimetro della pianta in corrispondenza degli spigoli

TRAVI
Elementi orizzontali lineari con sagoma variabile (rettangolare, a T, a L) + armatura

RIBASSATE IN SPESSORE
quando sporge inferiormente altezza trave = solaio
( soluzione + efficace a flessione) (soluzione + economica ma non
adatta a zone sismiche)

Può avvenire un ulteriore classificazione basata sul processo costruttivo adoperato per la loro realizzazione:
-gettato in opera

-parzialmente prefabbricato N.B. fondamentale è la giunzione PILASTRO-TRAVE

-completamente prefabbricato

SOLAI
Elemento strutturale orizzontale che possono essere:

solette a sezione piena con nervature ( travetti) misti, costituiti da :


(o monolitici) adatto a soluzioni con -getto
soluzione adatta a luci luci a notevoli distanze -pignatte o laterizzi forati come elementi di
di circa 2-3m alleggerimento
-rete elettrosaldata
- caldaia che è una soletta cementizia di piccolo
spessore (5cm)
opera parzialmente prefabbricati
armature poggiate su tavolato orizzontale. velocità di realizzazione
e risparmio di tavolati.
N.B che il getto di calcestruzzo va gettato sostegno mediante travetti
contemporaneamente a quello delle travi inglobati nelle travi

Solaio per balconi aggettanti

sbalzo prolungando solaio interno


Per adottare questa soluzione bi- Per adottare questa soluzione
sogna fare attenzione che il solaio bisogna far attenzione che si-
interno sia ordito nella direzione ano le travi portanti ad essere
Solaio predaless
dello sbalzo orientate in direzione dello
solaio prefabbricato costituito da una
soletta cementizia e da dei pannelli di sbalzo
sbalzi di modesta entità (1.5/2 m)
polistirolo. Generalmente utilizzato
per rimanere a vista all’interno di locali aggetti maggiori
interrati( garage e cantine)
STRUTTURE DISCONTINUE
IN ACCIAIO

N.B.
Il calcestruzzo armato e l’acciaio sono quelli principalmente applicati per la realizzazione di strutture
in elevazione puntiforme a telaio

VANTAGGI:
SVANTAGGI:
Copertura di grandi luci (distanze)
Materiale costoso
Costruzioni con elevate altezze ( grattacieli)
Poca resistenza al fuoco ( necessita di ulteriori
Notevole capacità portante con elementi di protezioni)
sezione ridotta ( + leggeri)
Poca resistenza agli agenti atmosferici (necessita
Maggiore trasparenza di verniciatura, zincatura)

Elementi prefabbricati = velocità di realizzzazione Problemi nell’insonorizzazione

Montati a secco = reversibilità nel tempo Problemi nell’isoamento termico interno

CARATTERISTICHE:
Caratteristiche generali profili:
- profili standardizzati
-generalmente denominati in base all’altezza in mm
-spessore generalmente di circa 1 cm
- a = ali
- b = anima
Esiston, in oltre, per ogni tipo di profilato dei “sottoinsieme” :

A allegerito varia soprattutto lo spessore


B normale dell’anima e delle ali, e quindi
M maggiorato cambiano le proprietà strutturali

PILASTRI
Per i pilastri esistono ≠ tipologie di profili:

sez chiusa : tubolari a sezione sezione aperta sezione coposta dall’acco-


quadrata o circolari stamento di + elementi :
-a C
-a T
-angolari a L
IPE ( conformazione a I) HE (conformazione a H)
base circa metà dell’altezza iscrivibile in un quadrato
uniti tra loro tramite
saldatura, bullonatura,
piatti di acciaio per otte-
nere migliori prestazioni
rispetto ai profili normali
TRAVI

SECONDARIE : applicate nel caso di


PRINCIPALI: quelle travi che distanze tra pilastri elevata e di lamie- COLLEGAMENTO: travi
sorreggono il carico diretto ra + piccola e con grecatura minore parallele alla lamiera e fungono
del solaio. Vanno posizionate N.B. da collegamento con i pilastri
trasversalmente alla lamiera generalmente si cerca di far coprire
del solaio alla lamiera una luce + ridotta possi-
bile

tipologie:
IPE o HE a C nel caso di travi ad anima piena

composte

travi ad anima sottile / alleggerite


utilizzate generalmente quando l’h della trave
travi reticolari = travi con sistemi e schemi diagonali è maggiore di 1/20 della luce

travi alveolate

SOLAI
Si configura come elemento unitario malgrado venga generalmente dall’accostamento di materiali ≠

Lamiera collaborante con il getto in lamiera autoportante


calcestruzzo
spessore circa 1,3 mm
spessore circa 0.8 mm h grecatura anche fino a 20-25 cm
h grecatura 5cm

altri spessori variano in relazione alla luce e al ruolo del calcestruzzo

controsoffitto di finitura inferiore


+
trave
+
lamiere grecate (piegate a freddo)
+
rete elettrosaldata funge anche da armatura
+
getto calcestruzzo
STRUTTURE DISCONTINUE
IN LEGNO

LEGNO MASSELLO LEGNO LAMELLARE


costituito da pilastri e travi
semplici assemblati mediante
chiodatura o incollaggio Elementi che presentano la possibilità
di eliminare i difetti del legno natura-
le con la formazione di pilastri e travi
portanti reticolari o pieni.
a ossatura diffusa o a gabbia
a grandi intelaiature con intelaiatura molto fitta
adatto per coprire grandi telai = notevoli fondazioni
luci consistenti
(almeno 3 m)

GIUNZIONI:
Ad incastro mediante incollaggio o con giunzioni meccaniche

nella tradizione avveniva mediante sagomature oggi con conettori metallici


=
a tenone o mortasa, tenaglia, a incastro
tasselli perni o spinotti protesi o piastre

N.B il legno non deve mai essere messo a contatto con il terreno altrimenti con l’umidità si deteriorerebbe
=
fondazione deve emergere dal terreno e raccordarsi con gli elementi lignei tramite profili metallici.

SOLAI

Le strutture discontinue in legno possono essere completate da solai in legno poggianti su travi principali.
Sono costituiti da travi secondarie + assi + piano di calpestio / getto in calcestruzzo / strati pavimentazione
STRUTTURE PORTANTI
ELEVAZIONE INCLINATA (scale)
Sono strutture di collegamento costituite da strutture a piano inclinato (rampe) o strutture a gradini (scale) che
consentono la circolazione degli utenti all’interno dell’organismo architettonico permettendo il collegamento tra
le differenti quote

fino a 8% rampe
da 8% a 20% rampe gradonate
da 20% in poi scale ( generalmente nelle abitazioni intorno ai 36% max 45%)
pendenza ottimale 30%

ELEMENTI:
Gradini; elementi costituiti da pedata (29-31 cm) + alzata (16-18 cm)

rampe = insisme di + gradini


REGOLE:
pianerottolo = elemento orizzontale posto ogni 10-15 gradini
Rapporto tra alzata e pedata :

LARGHEZZA SCALE: 2a+p= tra 62 e 64 cm

Parapetti minimo 1m

Sottorampa min 1.20m

Rapporto tra rampe = intradosso coincidente

Sicurezza antincendio (REI)


R= stabilità
E= tenuta
I = isolamento termico

TIPOLOGIE:

setto continuo

soletta rampante autoportante

travi a ginocchio = scalini a sbalzo

aL
a rampe parallele a ginocchio da entrambi i lati della scala
a pozzo
a tenaglia
a chiocciola trave unica centrale
RAMPE IN CALCESTRUZZO
GETTATO IN OPERA

Costituite da una soletta inclinata a sezione piena sulla quale vengno realizzati i gradini

CASSERATURA composta da assi di legno con armatura metalliza al centro


+
ASSI DI LEGNO in corrispondenza delle alzate
+
GETTO generalmente unica fase ma vi è anche la possibilità di un primo getto per la soletta e poi realizzare i gradini
con mattoni legati alla soletta tramite malte

RAMPE PREFABBRICATE IN
CALCESTRUZZO ARMATO

Applicate per velocizzare la realizzazione in cantiere e realizzate in stabilimenti tramite casseri metallici.
Sono costituiti da un corpo unico comprendente la soletta autoportante.
Le rampe si collegano ai pianerottoli (prefabbricati o gettati in opera) tramite giunzioni delle armature con getto
integrativo di calcestruzzo.

RAMPE IN
ACCIAIO

Soluzione utilizzate sia per esterno che per interno con la caratteristica di non presentare il solaio inclinato di sostegno
ai gradini, e neanche un elemento fisico per le alzate. Il sostegno di questa soluzione può avvenire tramite pilastri peri-
metrali HE collegati tramite travi; pilastri centrali oppure cavi in acciaio collegati alla copertura

gradini inseriti nello spessore


gradini collegati al di sopra delle
delle travi, fissati all’anima delle
travi tramite saldatura
travi tramite angolari
CHIUSURE
VERTICALI OPACHE, VERTICALI TRASPARENTI, ORIZZONTALI SUPERIORI

Le chiusure sono l’insisme di tutti quegli elementi tecnici, ed unità tecnoogiche che separano lo spazio interno
riscaldato da quello esterno, e possono essere:

VERTICALI OPACHE ORIZZONTALI


ORIZZONTALI
E TRASPARENTI INFERIORI
SUPERIORI
facciata attacco a terra
copertura

Pertanto fungono da filtri tra interno ed esterno per regolare flussi di:
-calore
-aria
in questo modo le chiusure vanno a creare un microclima
-luce interno che conferisce all’edificio condizioni di comfort
-umidità adeguate all’abitabilità.
-sonori

In oltre devono rispondere ad una serie di esigeze e relativi requisiti:

ESIGENZE: REQUISITI:

gestione = durata nel tempo


resistenza al fuoco, alle intrusioni,
sicurezza resistenza meccanica

aspetto

salvaguardia ambientale = riduzione impianti risparmio energetico

benessere dispersione di calore = isolamento termico


ed inerzia termica

ventilazione luminosità condensa

Per uanto riguarda i requisiti di benessere termico, in particolare, parliamo di scambi di calore i quali avvengono per:

-IRRAGIAMENTO da un corpo caldo ad uno freddo avvicinati tra loro


- CONDUZIONE ( ciò che avviene tramite la stratificazione delle pareti) ovvero un passaggio di calore
che avviene per contatto
-CONVEZIONE ovvero tramite il movimento dell’aria

N.B.
il rapporto nei confronti delle superfici vetrate deve variare in relazione all’orientamento del sole
Es.
SUD si ( + sistemi di schermatura in estate)
NORD no ( altrimenti diventerebbero solo dispersivi)
CHIUSURE
VERTICALE OPACA A MASSA

REQUISITI: strato resistente auto-


strato isolante portante ( in appoggio
-isolamento termico
su struttura portante)
-inerzia termica
-isolamento acustico
-controllo della condensa interstiziale intercapedine di ventilazione finitura interno
-controllo della condensa superficiale
-resistenza meccanica ai carichi verticali
-resistenza meccanica alle sollecitazioni orizzontali
-resistenza al fuoco

rivestimento esterno
soluzioni monostrato

soluzioni stratificati, dove ogni strato va a ri-


strato impermeabile
spondere a specifici requisiti e prestazioni mirate

Disposizione variabile di tali strati consente modelli funzionali ≠ al variare di materiali/ spessori / sistemi di
collegamento.

La separazone dell’inerno dall’esterno avviene nelle chiusure opache generalmente con elementi di tipo massivi
= dotati di un elevato peso specifico

TIPOLOGIE:
murature monostrato:
soluzioni costituite da un solo strato di muratura che riveste sia la funzione di chiusura che di isolamento termico
e acustico. Generalmente si utilizzano blocchi che quindi richiedono uno spessore considerevole che va dai 25 ai
50 cm ( N.B. + spesso = + isolante, + ingombro, + costoso)

materiali:
-blocchi in laterizio + rvestimento di intonaco interno ed esterno

-blocchi in calcestruzzo allegerito con argilla espansa

-blocchi in calcestruzzo cellulare

-blocchi in calcestruzzo aereo autoclavato (+ leggero + isolante)

murature con isolamento a cappotto:


soluzione che prevede lo strato di isolante esterno applicato tramite incollaggio o fissaggio con tasselli.

strati:
-STRATO RESISTENTE interno = blocchi in laterizio o calcestruzzo di circa 20-30 cm

-STRATO ISOLANTE esterno = in lana di vetro, lana di roccia o polistirene


estruo con spessore tra i 3-5 cm fino ai 15-20 cm

-INTONACO plastico sottile di circa 0.5 cm


murature a doppia parete:
in disuso per durabilità ridotta dovuta alla difficoltà di manutenzione.
Soluzione composta da 2 strati di muratura in mattoni o blocchi forati (in genere con dimensioni ≠ ) + intercapedine
di circa 2- 10 cm ( NO maggiore altrimenti si causano moti convettivi e diminuisce la capacità di isolamento acustico)

intercapedine d’aria aria + isolamento interno ( an- intercapedine con isolamento ( NO aria)
(doppia parete a cassa vuota) che morbini, sciolti o schiume)

muratura portante + isolante + graffe metalliche di sostegno + muratura esterna + rivestimento intonaco
( min 12 cm)

N.B soluzione con entrambi i mattoni forati = soluzione meno efficente termicamente

possibilità strutturali: SOLO INTERNO SU SOLAIO

ENTRAMBI SU SOLAIO in questa soluzione lo starto sterno di mura-


tura va a rivestire gli elementi della struttura
in questa soluzione entrambi gli strati portante come travi e pilastri
di muratura risulterebbero autopor-
tanti / portanti ATTENZIONE al corretto appoggio dello
strato esterno risolvibile con l’utilizzo di
ATTENZIONE alla formazione di piatti metallici che collegano lo strato ester-
ponti termici risolvibili con isolante a no di muratura con quello inerno o con il
cappotto in corrispondenza dei punti solaio
critici
murature con isolamento esterno e rivestimento a parete ventilata:
ulteriore strato di protezione + strato di ventilazione + strato di isolamento + strato resistente in muratura
appeso e fissato a secco

VANTAGI TERMICI:
-in inverno riduce la dispersione termica creando uno spazio filtro ed evita la condensa
avendo una temperatura prossima a quella interna

- in estate riducel’accumulo di calore per irraggiamento solare


(grazie ai moti convettivi d’aria che si creano nell’intercapedine)

N.B. di prevedere dei fori di ventilazione nella disposizione dello strato


esterno di protezione.

Sono preferibili rivestimenti metallici che si scaldano facilmente attivando l’effetto camino

murature con isolamento interno:


strato resistente esterno + isolante termico interno (costituito da lastre coibendate)

Poco praticato nelle nuove costruzioni perchè critico in quanto comporta un interruzione dell’isolante in corrispondenza
dei solai che quindi favorisce la formazione di ponti termici, ma in general usato per riqualificazione

pareti di tamponamento a pannelli:


pannelli prefabbricati (in calcestruzzo o GRC)+ isolante (polistirene espanzo di 5/10 cm) fissati da solaio a solaio
molto usati negli anni ‘60/’70
molto flessibili
rapidità di montaggio = usato generalmente per capannoni industriali
criticità : ponti termici nelle parti perimetrali del pannello e giunzione
CHIUSURE
VERTICALE LEGGERE
Soluzione caratterizzata dalla sostituzione della muratura con un intelaiatura autoportante alla quale vengono fissate
meccanicamente pannelli di rivestimento (opachi o trasparenti) fissati a secco.
Questo consete una soluzione caratterizzata da una maggiore flessibilità nel tempo con possibile alternanza di parti apri-
bili e non sia trasparenti trasparenti che opache; e dalla sostituzione del modulo-misura con il modulo-oggetto anche
grazie ad una forte prefabbricazione.

RIVESTIMENTO
ESTERNO
INTELAIATURA auto-
portante che va a sosti-
tuire lo strato resistente
in muratura ulteriore intelaiatura che
consente di “appendere” il
rivestimento esterno
FINITURA
INTERNA
STRATO
IMPERMEABILE
ISOLANTE TERMICO
I montanti di sostegno possono essere collocati a filo esterno o tra solaio e solaio:

Soluzione a montanti interna e che quindi soluzione continua


mantiene la struttura portante a vista cau-
sando però problemi legati alla formazione
di ponti termici ma consente una maggiore
flessibilità nel tempo
e possono essere di diverso materiale:

ACCIAIO LEGNO
generalmente caratterizzato da una coerenza materica
tra struttur portante e rivestimento esterno, addirittura
anche l’isolante generalmente in fibre di legno

Una particolare soluzione di chiusura leggera prefabbricata è quella dei PANNELLI SANDWICH dotati gia di strato
isolante + rivestimento perimetrale interno ed esterno.
Questi pannelli vengono predisposti a priori per essere fissati ad incastro maschio-femmina per avere coì una con-
tinuità di sviluppo in facciata. Si tratta di una soluzione generalmente utilizzata per capannoni industriali in quanto
poco performante dal punto di vista termico

N.B
si cerca però di optare per soluzioni miste che tengano insieme sia le caratteristiche delle soluzioni di tipo
massivo sia le caratteristiche delle soluzioni di tipo leggero.
CHIUSURE
RIVESTIMENTO ESTERNO
Elemento che maggiormente definisce le caratteristiche estetiche dell’edificio e funge il ruolo pricipale di protezone
dagli agenti atmosferici, tenuta all’acqua, e resistenza e durabilità

A UMIDO A SECCO
costituito da intonaco applicato solo se ha uno fissati meccanicamente mediante chio-
strato retrostante di sostegno o costituito da datura, avitaggio o incastro di materiali
tutti quei materiali che richiedono “incollaggio” fissati prefabbricati con isolante esterno e
come piastrelle, conci, pietre, marmo ect) quindi rivestimento appeso

quest’ultima soluzione nel tempo presenta


Caratterizzati da una sottostruttura metallica con
problemi legati al distacco degli elementi
profilo a T alla quale gli elementi vengono appesi che
incollati
porta alla formazzione di un intercapedine d’aria
CHIUSURE
TRASPARENTI
Hanno il ruolo di garantire le stesse prestazioni delle chiusure opache quando esse sono chiuse, ma permettento al
tempo stesso l’ingresso della luce naturale, la visibilità interno e la ventilazione naturale.
Esse devono consentire condizioni di illuminazione interna e di aereazione compatibili e idonee con le attività che si
svolgono all’interno.
TIPOLOGIE:
SVANTAGGI:

In generale si utilizzano lastre di vetro da 4 -8 mm per poter garantire maggiore trasparenza e leggerezza, MA
questo tipo di soluzione implica anche un potere isolante acustico e termico ridotto in quanto disperdono notevo-
le quantità di energia ( non compensabile con quella che penetra in alcune ore da sud).

Per poter calcolare l’effettiva trasmittanza termica di un determinato vetro si utilizza IL FATTORE SOLARE
=
il rapporto dell’energia totale trasmessa all’interno e l’energia solare incidente sulla vetrata

( + il fattore solare è alto maggiore e la rifrazione del vetro)

Possiamo notare come per diminuire la trasmittanza si possa op-


tare er l’utilizzo di vetrate in vetrocamera = composte da 2 lastre
di vetro di 4mm tra le quali viene lasciata un intercapedine d’aria
ferma di circa 6mm. Possiamo notare come la trasmittanza dimi-
nuisca seppur rimanendo comunque molto alta.

SI POTREBBE:

Per migliorare ulteriormente l’isolamento termico si può collocare il gas


albon all’iterno dell’intercapedine e optare per l’utilizzo di vetri di nuova
generazione come quelli a basso emissivo i quali nel latro della lastra rivolta
verso l’intercapedine presentano degli ossidi metallici.

OPPURE

Aumentare le camere d’aria nelle vetrocamere inserendo 3 lastre di


vetro e quindi 2 intercapedini ( applicati in contesti particolarmente
freddi o particolarmente rumorosi)

schema che mostra come si abbassa la


trasmittanza nel caso di vetrocamera
tripla con vetro bassoemissivo
FISSAGGIO serramento alla muratura:

FISSAGGIO CON CONTROTELAIO:


telaio fisso fissato direttamente alla muratura

problema:
telaio realizzato in stabilimenti produttivi ha una precisione al mm mentre la muratura, realizzata in cantiere ha un
livello di imperfezioni al cm

soluzione:
vano + ampio e posizionato un controtelaio; ovvero un elemento in legno di distanziamento tra telaio e muratura
che oggigiorno sono state sostituite da spalle coibendate

I TELAI: telaio fisso e telaio mobile


Il telaio è la parte che sorregge la parte vetrata e consente la connessione con la parte opaca.

in caso di serramento non apri- nel caso di serramenti apribili abbiamo la presenza
bile avremo un unico telaio di un telaio fisso (fissato alla muratura) e di un telaio
mobile (che incornicia vetrocamera)

sagomati per gestire e garantire la tenute d’aria e acqua

telaio fermavetro removibile per


l’eventuale sostituzione del vetro.
TELAIO MOBILE:
nel caso di serramento apribile vi è una
cornice che avvolge la parte vetrata e che
si raccorda al telaio fisso

TELAIO FISSO:
cornice perimetrale che raccor- il punto tra anta fissa e mobile si chiama “punto di battuta”
da la parte trasparente alla parete ed è molto sensibile per il potenziale passaggio dell’aria.
(suerfice opaca) Per ovviare a ciò in tutti i punti di giunzione vengono posi-
zionate delle guarnizioni per una perfetta tenuta dell’aria

Questo tra il telaio fisso e la muratura è un altro punto


critico per la tenuta d’aria e di acqua. In questo caso
vengono usate schiume poliuretaniche riempendo delle
cavità ed eliminando ponti termici e acustici.
TIPI di serramenti in base al movimento:

rotazione traslazione/scorrimento
(grazie a cernire) (carrello collocato sulla traversa
superiore o inferiore)

serramento classico a batente (unico o doppio)

orizzzontale verticale

superiore inferiore
(a visiera) (a vasistas)

Girevole con perno centrale che può essere verticale o


orizontale. tipologia che non ingombra eccessivamente
l’interno ma non lascia totalmente libera l’apertura.
E’ possibile scomporla in diverse lamelle

Scorrevole orizzontale o verticale che ti consente una maggiore


libertà nell’articolazione dello spazio interno ma limitante dal punto
di vista delle aperture vito che sovrapponendosi potranno essere
apribili sempre e solo la metà delle aperture presenti.

Fisarmonica o a libro rappresenta la soluzione + flessibile dal momento


che avviene sia la rotazione rispetto le cirniere che rispetto a guide e perni
che consentono di impacchettare tutto su un lato e si ripiega a cavallo tra
interno ed esterno e quindi senza troppo ingombro.

I serramenti in base se sono montati


-a filo esterno ( contnuità tra muro e serra-
mento e mancanza di effetto di pieno e vuoti) ,
-a filo interno ( cavità profonda e quindi om-
breggiamento accentuato)
-in posizione intermedia (privileggiata) deter-
minando situazioni visive diverse
MAZZETTA, una sporgenza SGUINCI ovvero un arretramen-
per mantenere in protezione to della muratura verso l’interno
il telaio esterno che serve er far entrare più luce

piane (+ critica x a gradino


deterioramento ( o a L)
degli elementi)

CLASSIFICAZIONE in base ai maeriali:

Telaio in LEGNO:
inizialmente segati ma ora sempre più ingegnieristici con legno lamellare (= unione di + pezzi di le-
gno uniti tra loro tramite chiodatura, piastre metalliche, incastro, incollaggio)
In particolare per quanto riguarda i telai esterni (quindi quelli maggiormente esposti agli agenti atmo-
sferici) si predlige l’utilizzo di legni resisnosi come pino, larice, abete ect i quali rispondono + adegua-
tamente ad esigenze di indeformabilità, resistenza meccanica e atmosferica.

Telaio ALLUMINIO:
soluzione basata sull’assemblaggio di profili estrusi.
Questo tipo di soluzione tende all’ossidazione che isola il metallo qualità: + durevoli del
dagli agenti atmosferici ma conferisce un colore tendente al nero. legno = - manutenzione

problema: scarso isolamen-


ANODIZZAZIONE VERNICIATURA to termico e trasmittanza
processo che tende ad termica
aumentare artificialmente preparazione conversione applicazione
della suerficie chimica vernici
lo spessore dell’ossido soluzioni: adozione di pro-
per ripulire per rendere con prodotti fili a taglio termico cratte-
lasciato colorato con ba- e sgrassare i le superfici liquidi o in rizzati da una sezione divisa
a vista gni di pigmenti profili rugose polvere in 2 parti tenute poi insie-
me da un materiale plastico
Telaio in ACCIAIO: isolante a elevata rigidità.
realizzati con prodotti ottenuti dalla piegatura a freddo di lamiere in acciaio che (evita anche di far raffred-
consentono spessori minori e quindi l’alleggerimento della struttura (se inox = dare troppo l’interno.)
no arrugginisce, se cor-ten= resistenza meccanica e quindi grandi dimensioni...)
Telai in PVC:
Materiale sintetico di tipo plastico.
Generalmente scelti perchè + economici ma a discapito della qualità e durabilità.

lavorazione: profilo estrso, che saldati tra loro costituiscono un telaio

caratteristiche: buon comportamento termoisolante ( no tagli termici)

problema: NO resistenza meccanica perciò irrigidito con profili di acciaio zincato


Telai di tipo MISTO:
Utilizzo di materiali diversi per l’interno e per l’esterno con lo scopo di abbinare la resistenza agli agenti atmosfe-
rici dell’alluminio alla piacevolezza estetica e tattile, nonchè alla buona coibendazione termica del legno.
Es. legno ( per l’interno) + alluminio ( per esterno perchè + durevole) ma anche pvc e alluminio o pvc e legno
lavorazione: autonomi e poi assemblati

criticità: ≠ coef. di dilatazione termica

soluzione : particolari fissaggi ch3e consentono lo scorrimento relativo tra i profili


CHIUSURE
VERTICALI TRASPARENTI CONTINUE

Sono sistemi modulari di elementi prefabbricati e assemblati a secco, adatti a chiudere esternamente l’intera facciata
dell’edificio in maniera continua, ovvero senza interruzioni di alcun tipo in corrispondenza di interpiani, o strutture
verticali e orizzontali .

Costituita da intelaiatura metallica + superfici trasparenti o opache (generalmente fisse ma anche apribili)

TIPOLOGIE:

Facciate continue A MONTANTI E TRAVERSI è la tipologia + MONTANTE


utilizzata e + semplice caratterizzata da montanti verticali fissati
alla struttura portante in corrispondenza dei solai tramite profili
e L. Viaggiano esternamente alla struttura portante e con un
E
altezza pari al piano. SSOR
TRAVERSO PRE
PRESSORE = avvitato
sia i montanti che i traversi sono profilari in alluminio a sezione ad un tubolare che fissa
cava assemblati a secco tramite avvitaggio e pertanto reversibile i 2 pannelli di vetroca-
mera

Facciata continua A CELLULA sono dei pannelli prefabbricati di altezza di circa 1/2 piani, totalmente o parzialmente
trasparenti che attraversano una prima fase di montaggio in stabilimento e poi l’assemblaggio in cantiere.
=
NO PRESSORE e quindi cornice unica e continua ma sdoppiamento in cornici separate tra loro.
Soluzione particolarmente adatta ad edifici di elevata altezza in quanto non richiedono particolari operazioni in loco se
non l’assemblaggio e non necessitano di impalcatura per assemblaggio ma avviene o dall’interno o tramite gru e quindi
con una notevole rapidità e senza richiedere un personale particolarmente specializzato

Facciata continua con SILICONE STRUTTURALE la quale è una soluzione simile a quella a montanti e traversi
ma che consente di avere una maggiore trasparenza dal momento che non presenta più cornici di sostegno ma
solo FUGA.
Il fissaggio tra il telaio della vetrocamera e il montante avviene per incollaggio tramite sigillanti siliconici speciali
(silicone strutturale) ad alta resistenza e elevate proprietà adesive.

N.B sono comunque presenti delle linguette metalliche in caso di cedimenti per evitare cadute

Vetrate STRUTTURALI SOSPESE nate da una sperimentazione di Peter RFice il quale realizza delle lastre
di vetro semplice fissate tra loro nei 4 vertici tramite giunti metallici chiamati rotules (fori conici nei quali si
inseriscono particolari dispositivi di fissagio puntiformi) e poi i tutto appesi al solaio senza necessità di profili
perimetrali.

problema = spinta del vento

soluzione = controventatura orizzontale con cavi metallici .

NO soluzione particolarmente performante per quanto riguarda le prestazioni termiche.

Oggigiorno non più “appesi” ma sostenuti da montanti verticali con


sezione a ragno puntiformi che fungono sia da sostegno che da
controventamento
LE SCHERMATURE
SISTEMI DI CONTROLLO SOLARE
SCOPO:

Regolare la luce Controllare radiazione solare garantire la giusta


( per evitare abbagliamenti) ( per evitare surriscaldamenti ) circolazione dell’aria

N.B. che per essere efficenti nella loro funzione essi devono essere previsti esternamente rispetto la superficie
trasparente e preferibilmente distanziate per poter consentire il transito d’aria.

CRITERI PROGETTUALI:

≠ schermature a seconda dell’orientamento e quindi delle esposizioni


differenti nelle differenti facciate

dimensione e forma vanno studiati in relazione al percorso solare, il quale va


studiato in relazione a 3 momenti fondamentali:
-solstizio d’inverno, momento con - sole e con altezza + bassa (x verificare se
entra abbastanza luce)
-equinozi primavera e autunno
-solstizio d’estate, + sole e altezza massima ( x verificare il giusto ombreggia-
mento)

Condizioni bioclimatiche del contesto in cui viene inserito l’edificio ( latitudi-


ne, percorso solare ....)

N.B. anche l’uso della vegetazione può costituire un elemento di schermatura


fino ad un max di 3 piani

TIPOLOGIE:

Questa soluzione consente una maggiore fles-


sibilità nella gestione della radiazione solare
e per garantire la loro efficacia vanno previsti
esterni rispetto alla vetrata ma richiedono
maggiore manutenzione rispetto a quelle fisse
Alcni esempi di schermature mobili sono:

PERSIANE A STECCHE:
costituite da un telaio all’interno del qualevengono disposti dei listelli (stecche)
orizzontali generalmente fissi ed inclinati di circa 30-45°.
Questa soluzione favorisce la ventilazione naturale e garantisce la parziale illumi-
nazione degli interni (totale oscuramento nel caso di listelli girevoli)

ANTONI:
costituite da pannelli piani che possono essere posti sul filo esterno del vano mura-
ro o a ridosso del serramento.
Esso permeto l’oscuramento totale degli ambienti ma impedisce la visuale verso
l’esterno e la ventilazione naturale.

SCORREVOLI:
esempi di elementifissi ma su telai mobili la cui movimentazione è consentita granzie alla predi-
sposizione di binari in alluminio o acciaio collocati inferiormente o superiormente. Essi possono
essere internamente ad incassi murari o esternamente a filo del rivestiment rimanendo a vista.

A LIBRO:
esempio di oscurante scorrevole che può essere impacchettabile lateralmente o nell’imbotte del vano finestra.
Costituito da una serie di pannelli collegati tra loro tramite cerniera in modo da consentire la rotazione reci-
proca degli elementi durante lo scorrimento. Scegliendo questo dipo di oscurante si riesce a evitare l’ingobro
esterno dell’ante anche lasciandole a vista e no in un intercapedine del muro.

AVVOLGIBILI:
gli avvolgibili sono formati da una serie di listelli uniti tra loro tramite ganci
che riescono a formare un telo flessibile al punto da poter essere arrotolato
attorno ad un rullo metallico . Il vano che accoglie il telo dell’avvolgibile al
di sopra del telaio del serramento si chiama cassonetto il quale costituisce
però un punto critico per quanto riguarda l’isolamento acustico e termico. .

VENEZIANE:
sono particolari tende formate da elementi orizzontali ( ma ache verticalmente)
equidistanti di circa 1 mm di spessore in alluminio o materiale plastico. Esse
possono ruotare contemporaneamente su loro stesse. Esse possono essere col-
locate esternamente (più rigide) o nell’intercapedine tra vetri uniti al perimetro
del telaio del serramento (meno performantirispetto al surriscaldamento)

FRANGISOLE:
E’ un sistema di schermature costituit da doghe orizzontali o verticali, fisse o
orientabili che hanno lo scopo di impedire l’ingresso della radiazione e della
luce diretta, cosentendo al tempo stesso la ventilazione ed illuminazione natu-
rale nonchè la percezione dell’esterno. per consentire la
rotazione sul proprio asse, questi elementi vengono dotati di un foro centrale
all’interno del quale vengono piantate delle boccole in plastica ad alta resistenza
Sono degli elementi che caratterizzano fortemente l’immagine architettonica in
facciata e per questo spesso vengono disegnate appositamente in relazione al
progetto specifico.
TENDE:
Elementi realizzati in tessuto che hanno il ruolo di controllo della luce ma possono fungere anche da schermatu-
ra se vengono posti esternamente (pensandoli con materiali resistenti agli agenti atmosferici e alle sollecitazioni
meccaniche). In uesti casi vengono utilizzati dei tessuti specali definiti TESSILI TECNICI. Soluzione applicata per
rismarmio economico e facilità di montaggio

RETI METALLICHE E LAMIERE STIRATE:


Fissate su telaio il quale può cosi diventare un pannello fisso o mobile.

Questo tipo di soluzioni sono ovviamente poco flessibili e se non ben progettate possono costituire
elementi di limitazione della visuale verso l’esterno

schermature orizzontali per facciata a sud schermature verticali per facciata a est e ovest

alle nostre latitudini la più efficace e quella orizzontale collocata al di sopra


delle finestre da schermare dal sole in estate uando è alto, e consentirgli
comunque di entrare in inverno quando è basso.

la rofondità deve essere studiata in relazione all’h del sole e l’h della finestra
COPERTURE
A GRANDI LUCI
tipologie principali

3) TRAZIONE
1) COMPRESSIONE 2) RETICOLARI (tensostrutture con cavi, membrane tessili,
(cupole, lastre piegate, guscio) (capriate, reticolari piane, membrane pneomatiche = gonfiaggio)
reticolari spaziali)

innovazioni a partire dal ‘900 grazie ai si è dovuto aspettare


nuovi materiali e le nuove soluzioni co- l’avvento dell’acciaio
struttive dovute agli studi ingegneristici
sulla distribuzione delle forze

STRUTTURE A COMPRESSIONE
peso portante pesa + del peso portato

STRUTTURE A TRAZIONE
peso portante pesa - del peso portato

1) STRUTTURE A COMPRESSIONE

VOLTE E CUPOLE:
Assimilabile ad una successione di archi. Questo tipo di strutture vanno a sostenere sia le spinte verticali che oriz-
zontali che scaricano poi su muri perimetrali sui quali poggiano.

Esse vengono classificate in base alla loro forma:

COMPLESSE ( ottenute componendo settori di


SEMPLICI ( a botte o a vela)
volte semplici ottenendole a padiglione, a crociera)

le cupole:
Sono costituiti da una serie di archi inìdentici imposti intorno ad una base circolare (piano d’imposta). A differenza
degli archi e delle volte esse on richiedono contrafforti e tiranti dal momento che non genera spinte orizzontali sul
piano d’imposta. Dal punto di vista strutturale, per permettere la sua realizzazione bisogna prevedere una struttura
lignea di sostegno che prende la forma dell’intraosso e che viene disarmata una vlolta conclusa la cupola.
GUSCI in calcestruzzo armato:
L’utilizzo del cemento non viene limitato alla realizzazione di superfici piane (solai) ma viene spinto fino alla realiz-
zazione di superfici di particolare conformazione spaziale tridimensionale curva ( gusci) costituite da “volte sottili”
rese possibili grazie all’utilizzo del cemeto armato che permette una sostanziale riduzione delle sezioni da realizzare

A DOPPIA CURVATURA (per traslazione) assi-


A CURVATURA SEMPLI- milabili a cupole emisferiche
CE (per rotazione)

2) STRUTTURE RETICOLARI

RETICOLARI PIANE:
Sono costituite da delle assi complanali, di cui quelle orizzontali superiori ( compressione) e inferiori ( trazione)
prendono il nome di briglie o correnti mentre quelle verticali montanti e inclinate diagonali (sollecitate alternati-
vamente a trazione e compressione), vincolate tra loro da elementi chiamati nodi.

RETICOLARI SPAZIALI:
Sono costituite da elementi lineari (aste) che si sviluppano nelle tre direzioni dello spazio connesse poi tra loro tra-
mite nodi di giunzione e volte ad evitare fenomeni di instabilità.
Questo tipo di soluzione permette di coprire grandi luci con un limitato uso dei materiali, un ridotto peso e di con-
seguenza ridotto costo.

FRAME A DUE VIE (consente la LASTRE NERVATE (nel caso


FRAME AD UNA VIA distibuzione dei carichi omogene- di solaio piano con sotto una
amente in tutte le direzioni= meno nervatura che consente la
pilastri) scomposizione della forza su
tutte le direzioni)

FRAME A DUE VIE CURVATO struttura reticolare spaziale con GRIGLIA A


DOPPIO STRATO ( in questo caso gli elementi
N.B.
riescono ad assottigliarsi ulteriormente)
figure riconducibili a forme triangolari + stabili di rettangolo
CAPRIATE:
sono strutture reticolari piane a schema triangolare sostenuta dalla struttura in elevazione verticale o da travi peri-
metrali csratterizzate dalla combinazione di elementi retti volti alla scomposizione delle forze in numerose direzioni

elemento verticale di collegamento posto tra il


vertice della capriata e la catena dalla quale ri-
mane leggermente distaccata tramite una staffa travi inclinate che determinano la pendenza
delle falde e sostengno l’orditura secondaria.
MONACO
PUNTONI

CATENA
sistema orizzontale inferiore volto ad irrigidire e
sostenere la struttura. Su esso appoggiano i due CONTRAFFISSO
puntoni assorbendo la spinta esterna che esercitano. definite anche saette sono elementi inclinati
soggetti a sforzi di compressione presenti nel
caso di strutture con puntoni molto lunghi

capriata classica (impiegata capriata palladiana che capriata composta dotata


per piccole luci fino a 7 m) prevede le saette ( impiegata di puntoni, sottopuntoni,
per luci medie tra i 7-12 m) catene, sottocatene ect ( per
grandi luci mag di 12 m )

3) STRUTTURE A TRAZIONE

curvatura in una direzione incrociata con una curvatura nell’altra

soluzione legata alla forma di tipo sferico


In entrambi i casi nelle strutture a trazione si lavora più per forma che per massa

tensostruttura pressostruttura
che lavora per tensione che riguarda strutture rese stabili
dalla pressione dell’aria

TENSOSTRUTTURE A CAVI:
Costituita da funi in acciaio sollecitate solo a trazione (in alcuni ambienti particolari
anche rivestiti da zincatura) . Esse possono essere stabilizzate con pre-tensione in
modo da ottenere una configurazione stabile oppure non essere pre-teseassumendo
una forma cosi variabile in relazione ai carichi agenti.
Il collegamento tra le singole fun avviene tramite morsetti e giunti longitudinali o
nodi deviatori.
La copertura, infine, è generalmente costituita da lamiere grecate con materassino
isolante e guaina impermeabilizzante; oppure in materiale trasparente come plexiglas.

TENSOSTRUTTURE A MEMBRANA:
Soluzione resistenti solo a trazione dove la struttura portante e il materiale di copertura diventano un unica cosa. Esse
sono costituite da membrane sintetiche continue e impermeabili con bordi adeguatamente riforzati nei punti di collega-
mento con la struttura di supporto e angoraggio mediante saldature e cuciture.
Sono in grado di coprire luci limitate, pertanto nel caso di grandi luci necessitano di essere abbinate a funi di sostegno

EXTRA:
Gli studi di Fuller cercarono di stabilire delle circonferenze max raggiungibili

CUPOLE GEODETICHE = spazi di grandissime dimensioni che potrebbero coprire


anche intere porzioni di città tramite l’estenzione all’∞ del principio delle strutture
reticolari spaziali e le distribuzioni delle forze
CHIUSURE
ORIZZONTALI SUPERIORI (coperture)

Sono le unità tecnologiche che hanno la funzione di delimitare superiormente l’edificio e di proteggere l’ambiente interno
dalle intemperie.

REQUISITI:

-Resisenza meccanica ( carichi statici permanenti come il proprio peso o accidentali come la neve,
oppure carichi dinamici come le spinte del vento)

-Tenuta all’acqua/ Impermeabilità

-Isolamento termico e acustico ai fini del risparmio energetico e del confort termico ( isolamento o soluzioni ventilate)

(per confort termico)

(isolamento termico)

COPERTURE

CONTINUE DISCONTINUE (a falde)


Soluzione nella quale manto di protezione dell’ul- Permeabilità di elementi discontinui è
timo strato costituito da elementi continui che garantita solo se posizionati inclinati
assicurano la tenuta dell’acqua indipendentemen- (INCLINATE)
te dalla loro pendenza (PIANE)

è stato possibile la sua applicazione dal 1900


grazie all’evoluzioni tecnologiche come materia-
li bitumitosi come guaine impermeabilizzata
COPERTURE
INCLINATE/DISCONTINUE
Tipologia maggiormente usata perche si adatta facilmente ad ogni situazione climatica assumendo forme e pendenze
in relazione alle diverse esigenze. ( a una falda, a due falde, a 4 falde o a falda curva)

Tegole che garantiscono la tenuta all’acqua


grazie al modo in cui sono collegate
(sovrapposizione, incastro)

Trave di colmo per garantire Correntni, arcarecci più piccini che


impermeabilità tra le 2 falde consentono la tenuta delle tegole

dormiente = elemento di collega-


mento tra la capriata e la muratura
Listelli che corrono lungo lo (segato in legno massello)
sviluppo delle falde e vanno
a costituitre la seconda
Arcarecci
orditura della copertura
(travi longitudinali di
collegamento tra le varie
campate)
Capriata
= elemento portante
che funge anche da
strato di pedenza

Tipologie alternative a quella con gli alcarecci:

ASSITO

6) assito in legno
5) barriera a vapore
4) orditura di segato in legno + strato isolante
3) seconda orditura ( opposta) con ulteriore
strato isolante
2) ulteriore orditura con strato ventilato
1) tegole

5
LATEROCEMENTO 3
1) parte strutturale 4
2
2) barriera a vapore + isolante
3) barriera protettiva impermeabile 1
4) listelli reggitegole
5) tegole
TERMINOLOGIA

-Linea ( o canale) di gronda = punto + basso per la raccolta dell’acqua

-Pluviale = elemento verticale per lo smaldimento dell’acqua collegato alla gronda

-Linea di Gronda = linea perimetrale inferiore in corrispondenza dei canali di raccolta


dell’acqua (canale di gronda di szione semicircolare o trapezoidale)

-Linea di colmo = linea orizzontale di ntersezione tra le falde con pendenze divergeti
(punto + alto)
rivestiti da una scasso-
-Linea di compluvio = intersezione di 2 falde convergenti ( piega interna) N.B in questo lina protettiva per-
caso è necessario uno strato di metallo che protegga gli strati sottostanti e che faccia chè essendo punti di
anche da puto di raccolta dell’acqua raccordo sono anche
punti + soggetti alla
-Linea di displuvio =linea inclinata di intersezione di 2 falde divergenti ( in sporgenza) permeabilità dell’acqua

-Sporto = elemento in sporgenza della copertura rispetto alla muratura

TIPOLOGIE DI MANTO

Il manto di finitura delle coperture più essere di ≠ materiali :

- Laterizio. Soluzione + usata nella tradizione italiana e prevede


l’applicazione mediante incastri e/o sovrapposizioni di tegole le
quali possono essere di ≠ tipi, ≠ forme e a seconda della forma
seguono procedure di fissaggio e messa in opera diversa e anche
la distanza tra i listelli varia

-tegole cementizie

-Pietra . generalmente lastre piane con una conformazione ≠a


seconda del tipo di pietra. Di spessore sottile (6-9 mm)vengono
poi fissati con elementi metallici sagomati o con chiodi e sigillatu-
ra con malta cementizia.

-Metallici, Lamiere grecate in alluminio, acciaio o rame di 8-10


mm fissati con elementi ad omega metallici

Per ogni tipo di soluzione esiste una percentuale di pendenza specifica


che garantisce l’efficacia della soluzione costruttiva

NORMATIVA UNI 8627

Esiste una normativa europea che codifica la tipologia di copertura in relazione all’isolamento e alla ventilazione

NO ISOLATO NO ISOLATO ISOLATO ISOLATO


NO VENTILATO VENTILATO NO VENTILATO VENTILATO
( tetto caldo) ( tetto freddo)

no per soluzioni abitative


COPERTURE
PIANE/CONTINUE

Sono coperture in cui lo strato di tenuta dell’acqua si presenta priva di interruzioni. In questi casi l’unica
soluzione possibile è quella dell’utilizzo di GUAINE IMPERMEABILI = teli a base di bitume e polimeri
elastici molto resistenti agli strappi.
METODO:
stese a caldo l’una sull’altra in diverse direzioni quindi “incollate”

PROBLEMA:
durata nel tempo = necessitano di manutenzioni e sostituzioni negli anni

N.B.
piano non vuol dire privo di pendenza. Presentano infatti una lieve pendenza inferiore al 5% , ricavata dal-
la realizzazione di un massetto di pendenza per far confluire l’acqua piovana canali di allontanamento
(pluviali ) evitando di farla stagnare in copertura

ELEMENTI

MASSELLO DI PENDENZA generalmente steso al di sopra


della perte strutturale per realizzare la lieve pendenza, di
circa il 2 %, nelle coperture piane

PLUVIALI possono essere verticali o orizzontali


( gronde) e sono dimensionati in base alla metratura della
copertura e posizionati nel punto più basso della copertura

per questo motivo si cerca sempre di scomporre


cercando di inserire + punti di smaltimento

RILIEVI VERTICALI comprendono bordi, parapetti, lu-


cernari e camini CORONAMENTO (di almento 20 cm per
contenere l’acqua in copertura permettendogli di scorrere
verso il pluviare e no sulla facciata dilamandola) in parti-
colare la guaina impermeabile deve inalzarsi di almeno 15
cm verticalmente per evitare infiltrazioni.

GIUNTI DI DILATAZIONE necessari negli edifici di lun-


ghezze maggiori di 10-15m, sono delle discontnuità dello
strato di tenuta che consentono variazioni dimensionali dei
materiali dovute alle eventuali deformazioni che la dilata-
zione può provocare nelle strutture portanti
CLASSIFICAZIONI

Vengono classificate in base agli strati funzionali che le costituiscono

NON ISOLATA ISOLATA ISOLATA ROVESCIA ISOLATA E VENTILATA


solo elemento im- prevede l’inserimento di uno con guaina impermeabile ventilazione assicurata
permeabile collocato strato di isolamento termico posizionata anzicchè sopra, posizionando dei segati
sull’elemento portante. che però facilità la formazio- sotto lo strato isolante per in legno ( tra l’isolante
Usati per spazi pub. ne di condenza e per questo evitare l’eccessiva usura della termico e il manto di
aperti diviene necessario l’inseri- guaina in condizioni geogra- impermeabilizzazione)
mento di barriera al vapore. fiche dove la radiazione sola- che in parte permet-
re è molto forte. ( posssibile tono l’inserimento
solo in caso di isolanti par- dell’isolante ed in parte
ticolari come vetro cellulare lasciano un intercape-
isolanti di tipo plastico) dine per l’aria.

Ma possono essere classificate anche in base all’accessibilità

PRATICABILI : accessibili alle persone e pertanto NON PRATICABILI: Accessibili


provviste di adeguata pavimentazione solo per manutenzione

terrazza fruibile tetto giardino


solo alle persone parcheggi

CALPESTABILE:
soluzione che presenta una geometria accessibile e quindi pendenza inferiore a 5% In genere questa soluzione prevede il fis-
saggio a secco di piastrelle su piedini di supporto per permettere il controllo e l’eventuale sostituzione degli strati sottostanti

CALPESTABILE PER I VEICOLI:


In questa soluzione l’elemento resistente è dimensionato in base ai carichi e sovraccarichi che deve sopportare
resistendo a compressioni

TETTO GIARDINO:
tipologia che migliora l’inerzia termica e protegge dalla radiazione
solare estiva. Dotata di una pendensa compresa tra l’1% e il 5% e
dimensionato in modo da sopportare il carico della terra di un spes-
sore variabile dai 30 cm ad 1 m per alberi e arbusti
N.B.
con gli anni sono stati prodotti dei preformati di tipo plastico che
riescono a svolgere contemporaneamente sia il ruolo drenante che
trattenere una certa quantità d’acqua per nutrire il terreno
COPERTURE DI TIPO TRASPARENTI:
stesso principio dei paramenti verticali trasparenti contiui a montanti e traversi ma in copertura, quindi
con una scomposizione degli elementi tenuti insieme da un intelaiatura.
per controllare l’effetto serra è possibile utilizzare vetri selettivi oppe schermature esterne

posaggio a montanti e traversi sospese

PARTIZIONI INTERNE
VERTICALI / ORIZZONTALI

Si tratta di una delle ultime fasi del processo di costruzione e nello specifico parliamo di elementi ai quali è
affidato il compito di dividere e conformare lo spazio interno dell’edificio.
Possono essere di 2 tipi:

VERTICALI ORIZZONTALI
(pareti e porte) ( controsoffitti/intradosso solaio, pavimenti/estradosso solaio)
REQUISITI:
-MECCANICA: no portanti per l’edificio in se ma autoportanti
SICUREZZA
-FUOCO: soprattutto in edifici pubblici o di grandi dimensioni (tagliafuoco)

R I
resistenza meccanica E isolamento
tenuta al fumo termico

alla quale sigla (REI) viene poi associato un


numero che equivale al n° di minuti nei quali
questi requisiti vengono garantiti

-CONFORT TERMICO: inferiore a quello delle chiusure verticali perimetrali (0.8W/m2K


BENESSERE
-ACUSTICO: + importante

isolamento di facciata livello di rumore da calpestio


potere fonoisolante di solaio
tra apprtamenti

-ATTREZZABILITA’

FRUIBILITA’ -SPOSTABILITA’

-RICOLLOCABILITA’

-INTEGRABILITA’ IMPIANTISTICA

-MANUTENIBILITA’: che siano accessibili o che permettano la manutenzione


GESTIONE
nel tempo degli impianti

-RESISTENZA ALL’ACQUA : nel caso di locali particolari e specifici come i bagni

che variano a seconda del tipo di destinazione d’uso dell’edificio


PARTIZIONI INTERNE
DI TIPO VERTICALI

Sono pareti che comprono l’altezzza del piano da intradosso ad estradosso del solaio.
Generalmente vengono poste su rustico per evitare la formazione di ponti acustici, ma potrebbero anche essere
posti a pavimento nel caso di voler dare maggior importanza alla flessibilità degli spazi.

CRITICITA’:
-scarsa flessibilità
MASSA Costituiti da piccoli elementi
-integrabilità impiantistica (richiedono
(muratura) resi solidi tramite malta
percorsi a traccia = bucatura in superficie)

intelaiatura autoportante -legno


(semplice o doppia) -acciaio ( profilo a C)
-zinco
+ -alluminio

isolante
LEGGERO
(struttura autoportante con + -cartongesso
intelaiatura metallica e pan- -conglomerato di legno
rivestimento
nelli modulari prefabbricati) -lamiere plastiche o zinco
-fibrocemento o pvc
+

rifinitura -no intonaco


-pittura
-piastrelle

MATERIALI:
STRATI: -mattoni forati CARATTERISTICHE:
-struttura autoportante -mattoni pieni (raramente) -elevata resistenza meccanica
-tamponamento/rivestimento -blocchi in laterizio -elevata inerzia termica
-isolamento termico -blocchi alvealati di gesso
- isolamento acustico -blocchi di gasbeton -prestazioni acustiche miglio-
- intercapedine attrezzabile -blocchi in calcestruzzo allegerito rate solo in caso di stratigrafia
- strato di impermeabilizzazione
articolata
- strato di resistenza al fuoco - pannelli di composti di tavole.
- cartongesso
INTEGRABILITA’ IMPIANTISTICA
MASSA LEGGERO
Soluzione critica perchè prevede la rottura della muratura Soluzioni che per eccellenza integrano gli impianti perchè
nei punti in cui passano le tubature = elevato ponte acustico dotati di un intercapedine che può essere attrezzata

SVANTAGGIO: ina-
deguata resistenza
meccanica nel soste-
nere pesi eccessivi

SCONSIGLIATI: CONSIGLIATI: impianti in


impianti a traccia controparete perchè anche
reversibili e inspezionabili
ACUSTICA:
Il potere fonoisolante è molto importante soprattutto nel caso di divisione tra appartamenti (valore minimo Raw
55dB) scaturisce da:

1) effetto a massa = materiale + denso +isolante potere fonoisolante aumenta proporzionalmente alla massa
(ma fino a 25 cm altrimenti si crea un riverbero ed una risonanza che compromettono le prestazioni acustiche)

2) effetto massa-molla-massa
con intercapedine d’aria non superiore a 10 /15 cm per evitare fenomeni di risonanza o riempita di materiale iso-
lante
N.B. utilizzatre materiali ≠migliora la qualità acustica perchè assorbono frequenze ≠

ATTENZIONE:
bisogna tenere in considerazione anche l’incidenza dei ponti acustici che si generano nell’attacco della parete al
solaio (intradosso e istradosso) e con altre pareti laterali = fonoisolante apparente
MASSA LEGGERO
(muratura)
soluzioni per migliorare le prestazioni fonoassorbiva:

a doppia parete controparete di 1) doppia lastra di cartongesso


con intercapedine pannelli isolanti
d’aria o isolante 2) inspessire e raddoppiare l’isolante

3) aggiungere un ulteriore strato di cartongesso internamente


( massa-molla-massa-molla-massa)

FLESSIBILITA’
elementi che possono cambiare l’assetto dello spazio nell’arco della giornata consentendo così ambienti flessibili e
temporanei
PARETI
PORTE
-scorrevoli
Classificate dalla normativa UNI in base al tipo
-pieghevoli di movimento dell’anta rispetto alle pareti fisse
CRITICITA’:
-pivolanti perdita totale di prestazioni
acustiche e termiche
-basculanti - a battente

-scorrevole (per risolvere


ingombro )
caratterizzate da un telaio
-a libro (per risolvere ingombro fisso e dall’anta mobile
collegate tramite cerniera
-tamburo ( rotanti)
PARTIZIONI INTERNE
DI TIPO ORIZZONTALE

CONTROSOFFITTI
rivestimento intradosso

CONTINUI: DISCONTINUI:
soluzioni irremovibili realizzarte con soluzione che consiste in pannellature appese
reti metalliche e intonaco applicate tramite tondini a solai ia in laterocemento che
solo in soluzioni in laterocemento in acciaio
FUNZIONI:
-finitura intradosso

-fonoisolamento

-fonoassorbimento ( pannelli lisci o forati a seconda delle


situazioni per evitare la riflessione sonora)

-integrabilità impiantistica (nel caso di soluzioni discontinue)

STRATIGRAFIA:
-intercapedine attrezzabile
-strato isolamento termico
-strato isolamento acutico
-strato di assorbimento acustico
-rivestimento

PAVIMENTAZIONE
rivestimento estradosso posto in opera dopo la realizzazione delle chiusure
verticali e delle partizioni verticali

STRATIGRAFIA:
-rivestimento superiore
-massetto
soluzione NO
-tubazioni nel caso di pavimento radiante ( riscaldamento a pavimento)
REVERSIBILE
-isolante ( acustico e termico)
-solaio
Per questo motivo ora esistono soluzioni con fissaggio a secco

Il pavimento galleggiante è un principio di isolamento acustico che consste in un pavimento che “galleggia”
sopra una struttura di isolamento acustico che ha il ruolo di desolarizzare gli strati rigidi della parte strutturale
=
strati che consentono di separare la parte calpestabile dalla parte struttural creando un interruzzione acustica)

Il pavimento sopraelevato è un tipo di pavimento dove gli strati di pavimentazione vengono posati a secco
su dei piedini di altezza regolabile che li sorreggono e che consentono di configurare un interruzione attrezzabile
utile per l’impiantistica e l’ispezionabilità
IMPIANTI
FUNZIONI E TIPI

Sono l’insieme di quelle unità tecnologiche e degli elementi tecnici che hanno la funzione di consentire l’uso di flussi
di energia e materiali indispensabili per la giusta funzionalità dell’edificio.
Essi negli anni sono passati dal soddisfacimento dei bisogni semplici, a dare risposta a bisogni sempre + articolati e
in contiua evoluzione. Anche se la sensibilità progettuale deve essere orientata ad individuare soluzioni costruttive in
grado di garantire l’adeguatezza dell’ambiente interno indipendentemente dagli impianti.

N.B. che il funzionamento degli impianti si relazioni con la concezione spaziale e tecnologica dell’edificio con un ade-
guata progettazione ragionata e studiata a priori per far si che non interferiscano con la struttura portante, e soprattut-
to che interagiscano tra di loro al fine di un ottimizzazione impiantistica con l’obbiettivo di un risparmio energetico.

MECCANICI
quando flussi di aria e acqua vengono spinti da ELETTRICI
organismi meccanici ( quali pompe, ventilatori) in questo caso vengono utilizzati cavi e cablaggi
all’interno di tubaioni e canalizzazioni

FUZIONI:
-consentono l’utilizzo dei flussi energetici, informativi e materiali richiesti dagli utenti
-consentire l’allontanamento dei prodotti di scarco

TIPOLOGIA:
7) impianto elettrico
1) impianto di produzione di energia
8) impianto di sicurezza
2) impianti di climatizzazione
9) impianto antincendio
3) impianto idrosanitario
10) impianto di messa a terra
4) impianto di smaltimento dei liquidi
11) impiato parafulmine
5)impianto smaltimento solidi
12) impianto antifurto e antintrusione
6) impianto distribuzione gas

IMPIANTI
PRODUZIONE DI ENERGIA
La produzione di energia avviene prevalentemente a grande scala all’interno di impianti appositi anche se la
normativa richiede sempre + di integrare gli impianti di produzione d’energia alla scala dell’edificio per far si che
autoproduca l’energia di cui necessita.

NO RINNOVABILI RINNOVABILI
di tipo fossile come il gasolio, metano ect disponibili in natura come biomasse di derivazione
legnosa, acqua, solari, vento, geomasse ect
PRODUZIONE DI ENERGIA ELETTRICA

1) SUL TERRITORIO ( a grande scala) 2) DI EDIFICIO (piccola scala)


-centrale termoelettrica a carbone /gas metano -pannelli fotovoltaici
-centrale idroelettrica -minigeneratore elettrico
-centrale eolica
-centrale fotovoltaica

CENTRALI TERMOELETTRICHE:
Si tratta della soluzione + diffusa le quali sfruttano la combustione di combustibili fossili per generale energia elettrica

combustibile
viene bruciato

riscalda l’acqua
che diviene vapore quest’energia meccanica
che a sua volta azione il viene trasformata in energia
movimento meccanico eletrica da un alternatore
di una turbina

Questo tipo di produzione determina elevati impatti ambientali dovuti alle emisioni climalteranti emesse dalla
combustione dei combustibili fossili

CENTRALI IDROELETTRICHE:
E’ una soluzione che produce il 14% del fabbisogno nazionale italiamìno ma che è legata solo a specifici contesti di tipo
montano; in particolare in punti in cui il corso d’acqua presenta un dislivello di tipo naturale o indotto tramite dighe.

Il salto di quota dell’acqua genera un


movimento che a muovere una turbina.

L’energia meccanica generata dalla


turbina viene poi trasformata in energia
elettrica da un trasformatore.

Viene classificata come energia rinnovabile in quanto non emette sostanze tossiche ma genera un notevole
impatto paesaggistico/ naturale.
PARCHI FOTOVOLTAICI :
Soluzione che si sta via via affermando, consiste nell’istallazione di impianti fotovoltaici (geeralmente in campi agricoli)
per una potenza almeno di 1 Mega Wat che quindi richiede almeno l’estensione di 3 ettari. Essi vengono collegati tra
loro in stringhe e possono essere di tipo statici o mobili ( per ottimizzare l’incidenza solare durante il giorno)

Viene classificato come energia rinnovabile ma produce un notevole impatto paesagistico/ambientale e generala con-
flitto con aziente e zone agricole in quanto queta soluzione (più convenente per i proprietari terrieri) sottrae aree alla
produzione agricola e quindi alimentare

PARCHI EOLICI:
Si tratta dell’energia prodotta dal vento, più nello specifico si tratta della conversione dell’energia cinetica prodotte da
un flusso d’aria in energia elettrica tramite aerogeneratori. In questo tipo di soluzione l’altezza da terra è importante in
quanto il vento aumenta all’aumentare della sua distanza dal suolo ( genralmente quelle a terra possono arrivare ad un
max di 100m mentre quelle in mare a 180m)

CENTRALI DI CONGENERAZIONE:
E’ un tipo di produzione che fa in modo che l’energia termica generata du-
rante la combustione dei combustibili fossili per produrre energia elettrica,
che normalmente diviene materiale di scarto, venga condotto nelle centrali di
congenerazione per produrre energia termica. Questo tipo di processo riduce
notevolmente gli scarti, i costi per l’approviggionamento del combustibile, e
produce minori emissioni inquinanti e gas effetto serra.

Questo processo normalmente avvie nella produzione per combustione ma si


sta diffondendo il suo utilizzo anche nella biomasse.

COMBUSTIBILI FOSSILI BIOMASSE TERMOVALORIZZATORI


Impianti principalmente utilizzati
in queti impianti l’energia chimica
Generalmente utilizzato metano per lo smaltimento di rifiuti solidi
delle masse vegetali viene trasfor-
che aziona un motore a 4 tempi umani indifferenziati mediante in-
mata in energia termica attraverso
turbocompresso il quale accop- cenerimento. negli impianti moder-
la combustione diretta o tramite
piato ad un generatore produce ni il calore generato da tale combu-
biogas la quale viene trasformata in
energia elettrica stione viene utilizzato per produrre
energia meccanica e quindi elettrica.
+ vapore che a sua volta produce
mediante poi i materiali di scarto si
sistema di recupero dell’energia energia elettrica.
genera una rete di teleriscaldamento
termica che mediante un siste- Questa soluzione anche se pre-
ma di raffreddamento ermette di feribile alle discarche, emette co-
N.B. questa produzione per combu-
ottenere acqua calda o vapore. munque sostanze nociveemissioni
stione rilascia sostanze inquinanti
gassose,ceneri e polveri.
SONDE GEOTERMICHE:
Sistema di tubazione che corre nella profonità del terreno il
quale durante l’anno ha una temperatura costante di 15° C per-
mettendo cosi il trasferimento in superfice dell’acqua riscaldata
per scaldare così la truttura e in estate l’inverso.
Questa soluzione consente il riscaldamento ed il raffreddamen-
to dell’edificio con un unico impianto.

possono essere:
- ORIZZONTALI (in corrispondenza delle fondazioni, presen-
tandosi come una soluzione + semplice, + economica, ma NO
accessibili per manutenzione)

-SONDE VERTICALI possibilità di manutenzione


COLLETTORI SOLARI TERMICI: (produzione piccola scala)
La loro applicazione è divenut obblictoria per legge. Essi producono acqua calda e per sanitari sfruttando l’energia
solare.
Superficie scura che
permette di captare sole

tubi nei quali corre acqua


scaldata da questo forte
irraggiamento
piatto d’acciaio + isolante per evitare l’eccessivo surriscaldamen-
to della superficie inferiore ed evitare dispersione termica

IMPIANTI
CLIMATIZZAZIONE

1) IMPIANTO DI 2) IMPIANTO DI 3) IMPIANTO DI


RISCALDAMENTO CONDIZIONAMENTO VENTILAZIONE
(soluzione non sempre presente negli Utilizzati prevalentemente
edifici residenziali) nel terziario controllano la
a) Generatori b) Distributori essi controllno il clima interno a livello qualità dell’aria sia in inverno
di calore di calore di temperatura, e umidità. Controllano che in estate
il riscaldamento nelle stagioni invernali
e il raffreddamento in quelle estive.

a)produzione, caldaie, pompe di calore che sono macchine frigorifere con funzionamento inverso rispetto al
tradizionalealimentate sia con energia elettrica che per combustione

b) - radiatore che per irraggamento riscalda la stanza ma con una distribuzione del
calore disomogenea

- ventilconvettore con aria che passa attraverso tubi alettati spinti da un ventilatore e
per convezione aria distribuita nella stanza anche se sempre in maniera disomogenea

- a pannelli radianti = tubi distribuiti uniformemente entro cui scorre acqua calda
(30-40°) e per irraggiamento riscaldare l’inera stanza. Lo sviluppo dei tubi può avve-
nire a serpentina o a chiocciola

No movimento d’aria, NO rumorosi, distribuzione omogenea, invisibili.

(Possono essere collocati a pavimento, a parete o controsoffitto)


IMPIANTI
IDROSANITARIO

L’impianto idrosanitario svolge il ruolo di distribuire alle varie utenze dell’edificio acqua calda e acqua fredda
dall’acquedotto fino all’apparecchio sanitario. La rete di distribuzioe dell’acquedotto ha una certa pressione che
per gli edifici bassi risulta sufficiente mentre per gli edifici alti è necessario un autoclave

Tipologia + diffusa è quella delle colonne montanti i quali corrono all’interno di cavedi impiantistici senza
interferire con la struttura portante

IMPIANTI DI SMALTIMENTO DEI LIQUIDI :


Hanno la funzione di smaltire le acque di rifiuto.Convogliando verticalmente fino ad arrivare al piano interrato
dove una conduttura orizzontale le rccorda alla fogna.

acque nere acque grigie


acque bianche
(scarichi bagni) (scarichi cucina)
(piovane)

fognatura
fognatura raccolta in
apposite vasche
per usi secondari

IMPIANTI DI RACCOLTA ACQUA PIOVANA:


Soluzione che riduce il consumo di acqua potabile e diminuisce (sopratutto nelle giornate particolarmente piovo-
se) la quantità di acqua dispersa nelle fognature

uso esterno (giardino) uso interno ( wc)

IMPIANTI
ELETTRICI

è l’insieme di elementi tecnici che hanno la funzione di permettere agli ambienti domestici di avere l’energia elettri-
ca. Questa distribuzione avviene per mezzo di conduttori ( filo di metallo buon conduttore rivestito da un materiale
plastico che funge da isolante) e cavi (insieme di conduttori isolatie poi raccolti in un unica guaina).
La parte terminale di tali utenza sono le prese a spina e gli interruttori a pulsante, i quali generalmente vengono
incassati a parete.

pareti leggere controperete


nel caso di pareti a massa
le quali prevedono gia un in- soluzione che può essere in-
=
tercapedine in cui far passare le tegrata alla soluzione a massa
impianto a traccia
tubazioni per eviare ponti termo-acu-
soluzione critica er formazione
stici e per poter consentire la
di ponti termici ed acustici e la
giusta manutenzione di cui
difficoltà di manutenzione
nesìcessitano(sistema + costoso)
IMPIANTI
DI SOLLEVAMENTO VERTICALE
Comprendono ascensori e montacarichi. Gli ascensori sono elevatori dotati di una cabina che consente l’access di per-
sone inserita all’interno di un vano ascensore geeralmente realizzato in getti continui in calcestruzzo armato gettato in
opera (ma può essere progettato anche con una conformazione trasarente e quindi in acciaio e vetro)

TIPOLOGIE:

Vengono classificati in relazione al sistema di trazione.

A FUNE (con sistema macchine in alto) sistema che deve prevedere un vano di extracorsa al di sopra dell’ultimo
livello, che conterrà il macchinario a cui sono collegate le funi portanti della cabina e il contrappeso

A FUNE (on sistema macchine in basso) Per il quale va prevista una fossa interrata entro cui va posizionato il macchinario)

OLEODINAMICI/IDRAULICI (indiretto) sistema con sollevamento indiretto dotato di un meccanismo di colle-


gamento orizzontale simile ad una carrucola.

OLEODINAMICI/ IDRAULICI (diretto) sistema con sollevamento diretto dotato di un pistone centrale allungabile

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