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LA VITA EXTRATERRESTRE

Siamo soli in questo Universo?

Esiste vita intelligente, una civiltà tecnologicamente progredita


all’interno della nostra Galassia?

Queste sono le domande che l’uomo si pone da secoli.

L’EQUAZIONE DI DRAKE

L’astrofisico Frank Drake ha provato a dare una risposta a queste


domande. L’equazione di Drake, una formula di tipo probabilistico
formulata nel 1961 è usata per stimare il numero di civiltà extraterrestri
esistenti e in grado di comunicare nella nostra galassia. Eccola qui:
N = R x fp x ne x fl x fi x fc x L*

L’equazione contiene sette fattori: il tasso medio annuo di formazione di


nuove stelle nella Via Lattea; la frazione di stelle che possiedono pianeti; il
numero medio di pianeti che si trovano nella cosiddetta zona abitabile,
cioè alla distanza giusta dalla propria stella, quella che consentirebbe la
presenza di acqua liquida sulla loro superficie; la frazione di questi pianeti
su cui effettivamente si è sviluppata la vita; la frazione di pianeti che
ospitano vita intelligente; la frazione di pianeti in cui la vita intelligente è
abbastanza evoluta da riuscire a comunicare con noialtri; la durata
temporale di esistenza di queste civiltà.

Alcuni di questi fattori, al momento, sono abbastanza noti: nella Via lattea,
per esempio, nasce in media una nuova stella ogni anno, e vi risiedono
centinaia di miliardi di pianeti, un quinto dei quali si troverebbero nella
zona abitabile. Sugli altri fattori, invece, ancora le domande e le incertezze
sono molte.
Ogni sua teoria quindi difficilmente conduceva a qualche dato attendibile,
le variabili erano indefinibili e le risposte troppo vaghe.

LA SCALA KARDASHEV

Nel 1964 Nikolai Kardashev, astronomo sovietico propose un metodo per


la classificazione delle specie in base al loro livello di sviluppo
tecnologico. In particolare, Kardashev formulò una scala, che porta il suo
nome, basandosi sull’energia che ciascuna specie sarebbe stata
teoricamente in grado di immagazzinare.
Nella visione di Kardashev, le civiltà del primo tipo (civiltà planetarie)
sono quelle che hanno sviluppato i mezzi tecnologici necessari a sfruttare e
immagazzinare tutta l’energia del proprio pianeta, equivalente a una
potenza di circa 4x1019 erg/secondo, ricavata da fusione
nucleare,antimateria e rinnovabili. Le civiltà del secondo tipo (civiltà
stellari) sono quelle evolute al punto da riuscire a immagazzinare tutta
l’energia emessa dalla propria stella . Le civiltà del terzo tipo, infine
(civiltà galattiche) sono quelle in grado di sfruttare l’energia di un’intera
galassia, per una potenza dell’ordine di 4x1044 erg/secondo. Secondo
Kardashev quindi è ragionevole supporre che almeno qualche civiltà
extraterrestre abbia raggiunto il terzo stadio.
IL PARADOSSO DI FERMI

Il cosiddetto “Paradosso di Fermi” è l’apparente contraddizione tra la


probabilità che la nostra non sia l’unica forma di vita intelligente
nell’universo e la mancanza di contatti stabiliti con civiltà extraterrestri.
Enrico Fermi formulò questa contraddizione nel 1950, quando il fisico
italiano lavorava nei laboratori di Los Alamos, nel New Mexico.
Ascoltando una conversazione che riguardava un avvistamento UFO
riportato dalla stampa, Fermi esclamò: “Where is everybody?” (Dove sono
tutti?)
Questa domanda è stata spesso utilizzata per mettere in dubbio l’equazione
di Drake.
Ne deriva che o le stime di Drake sono sbagliate, o (più probabilmente) la
nostra osservazione dell’universo è ancora incompleta.

La soluzione più semplice è che la probabilità che la vita si evolva


spontaneamente nell’universo, fino a produrre una civiltà intelligente, sia
molto bassa. L’alternativa è che sia la durata media di una forma di vita
intelligente ad essere molto bassa (circa 10mila anni, secondo l’equazione
di Drake). Le cause che sono alla base di un’estinzione o comunque della
scomparsa di una forma di vita intelligente possono essere molteplici, sia
naturali che culturali.
Un’altra risposta plausibile alla domanda di Enrico Fermi è che altre forme
di vita intelligenti esistano, ma siano troppo lontane nello spazio e nel
tempo, rispetto a noi, per contattarci
L’ultima soluzione plausibile al paradosso di Fermi è la possibilità che
queste civiltà extraterrestri esistano, ma che non vogliano in alcun modo
comunicare, né farsi vedere. Più probabile, in tal senso, che la nostra
tecnologia non sia ancora in grado di ricevere comunicazioni da una civiltà
aliena.

CONCLUSIONE

In conclusione le teorie sulla vita extraterrestre sono molteplici ed alcune


contrastanti fra loro, dire con certezza se la presenza di altre forme di vita
esista effettivamente, ad oggi, non è quindi possibile.

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