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EMBRIOLOGIA

29 Marzo, 2022
Lo sviluppo tra la 4 e l’8 settimana è il periodo più delicato e se sottoposti a teratogeni (vhe
possono alterare le migfrazioni di cellule, proliferazioni e processi apoptotici) potrebbero
causare malformazioni permanenti.

l’unico organo che effettivamente funziona ed èè attivo è il cuore e l’app cardiovasc, gli altri
vengono abbozzati.

Lo sviluppo quindi non è solo frutto del patr genetico, ma anche dell’interaz di esso con
l’ambiente, il che mette a contatto tessuti che si riconoscono e danno vita ad organi,
proliferazioni controllate e morti cellulari di strutture che si formano transitoriamente.
Quindii c’è una prima fase di crescita (già con la segmentazione), poi la formazione degli
organi che diventeranno funzionali, il tutto con il supporto degli annessi extraembrionali che
svolgono un processo vitale parallelo allo sviluppo dell’embrione.

ANNESSI EMBRIONALI

L’annesso embrionale è un organo che non faranno parte dell’organismo nella vita postnat.
Alcuni saranno presenti solo in una parte della gravidanza, altri invece dovranno essere
funzionanti fino al parto.

Uno è l’allantoide, il cui ruolo è una sede di emopoiesi transitoria, ma già nel corso della
seconda metà della gravidanza è atrofizzato.

Il sacco vitellino rimarrà in parte nell’intestino primitivo, una parte ristretta dal liquido
amniotico (dotto vitellino) e una parte rimarrà fuori. quest’ultima è la gastromesenterica.
Come residuo lo vediamo nel cordone ombellicale. Il dotto vitellino invece scomparirà (?)
slide. Il sacco vitellino prima della 4 settimana rappresenta la sede della formazione delle
cellule germinali ed è proprio la localizzazione a dar loro un diverso destino. Il mesoderma
extraembrionale attorno ad esso è la prima sede dell’emopoiesi con gli isolotti ematici. Poi
diventa allantoide che in effetti è sempre derivato dal sacco viteellino, poi passa ai vasi che
circondano il diverticolo (allantoide) e in questa sede avverranno gli scambi tra sangue
materno e fetale con due vene e due arterie ombelicali. Poi diventerà l’uraco, un legamento
fibroso.

Accanto a questi annessi che non arrivano neppure alla fine ne abbiamo altri che rimnagono
funzionanti per tutta la gravidanza, come amnios, corion e placenta e cord ombelic

Amnios corion e placenta sono chiamate da alcuni autori come membrane fetali perché
avvolgono l’organismo.

L’amnios che si forma dalla mci in cui c’è l’epiblasto e sopra gli amnioblasti. Esso è il
contenitore per tutti i 9 mesi; il corion è un cespuglio creatosi su tutta la superficie del
concepito, dato dall’accollamento del trofoblasto (sinciz e cito) e del mesoderma
extraembrionale.

La placenta poi.

Il cordone ombel nasce come peduncolo di connexsione ma conterrà i vasi che permetteranno
gli scambi. Inizialmente simmetrici 2 vene 2 arterie, success due arterie e una vena immerse
in un connettivo lasso chiamata gelatina di warton che impedisce a questi vasi di
inginocchiarsi e bloccare la circoclazione.

Le membrane fetali sono elementi presenti per tutta la gravidanza e verranno espulsi solo al
parto.

La placenta rappresenta sede di scambi tra sangue materno e feto. In essa ytroviamo due
porzioni: materna (decidua basale, dallo strato funzionale dell’endometrio che normalmente
era espulso con la mestruazione, che preserva lo strato basale da cui dopo il parto si riformerà
tutto) e fetale (data dal corion, sistema di villi che si connettono con la decidua, quindi i villi
uniscono le due parte). Ha innumerevoli ruoli, protezione meccanica e soprattutto
immunologica perché il feto avrà un sistema imm immaturo e vivrà esclusiv di rendita degli
anticorpi che la madre gli trasmetterà in questa fase, infatti se la madre contrae cose anche
banali possono essere deleterie per il feto, così come gli anticorpi a lui forniti lo
irrobustiscono; nutrizione, perché gli scambi gassosi tra sangue materno e fetale che non
entrano mai in contatto se non al momento del parto e per tutti i 9 mesi sono separati;
respirazione, perché i polmoni sono tra gli apparati che si formeranno ma entreranno in
funzione solo al primo vagito; escrezione, peerché l’app urinario entra in funzione produce
l’urina ma servirà a riempire la cavità amniotica e contribuirà a fornire il liquido amniotico,
quindi il ruolo di escrezione dei prodotti metabolici sarà operato dalla placenta; in ultimo , è
una ghiandola endocrina che è in grado di produrre ormoni che ancora non sono
perfettamente attivi e fanno parte dell’asse ipotalamo-ipofisi-qualcosaltroqualsiasi, è una
sorta di adenoipofisi.

La placenta passa attraverso due stadi: placenta primitiva, chee è un cespuglio che circonda
completamente il concepito; dal 3 mese in poi la placenta definitiva che occupa solo il lato
della decidua basale.

La primitiva si intende quello che si è formato a patire dalla 2 settimana, col sinciz che scava
all’interno dell’endometrio per scavare la nicchia e assorbire quello che trovava con
comparizione delle lacune sinciziotrofoblastiche che avevano la capacità di distribuire questi
nutrienti attraverso i tessuti per diffusione. Poi non è più sufficiente quindi subentra
l’apparato cardiovasc. Quindi si parla di una nutrizione istotrofica. Successivamente, quando
si mettono a punto i vasi, si chiama nutrizione emotrofica, perché avvengono tra sangue
materno e fetale.

Le sostanza nutritizie, al 9 giorno, erano nelle lacune. A partire da esse, le sostanze dovevano
diffondere, e questo modo è chiamato istotrofico (nutrizione di tessuti); pooooi, bisogna
avvicinare i due sangui e allora si formsa il villo primario (citotrof che si addentra nel sinciz e
quindi era fatto da questi due strati, ma manca il sangue fetale, quindi è sempre istotrofica); il
villo primario diventa secondario per la penetrazione all’interno edel mesoderma extraembr,
ma non c’è sangue fetale manco qui; l’ultimo stadio, villo terziario, abbiamo la comparsa di
vasi sanguigni al cui interno c’è il sangue embrionale e quindi da questo momento in poi pur
essendoci pareti divisorie gli scambi avvengono tra sangue nelle lecune e il sangue della
madre, quindi emotrofica.

Questo villo terz all’esterno ha sinciz, poi il citotrof, all’interno il mesoderma con l’endotelio
e i capillari sanguigni. Ora, durante la 3 settimana il citotrofoblasto continua a proliferare e
attraversa nella parte apicale il sinciziotrof, e continua a crescere tangenzialmente, e sta
costituendo una lastra che da un lato è a contatto con la decidua e dall’altroc on il corion,
quindi il sinciziotrof non è a contatto diretto con la decidua, ma con il disco trofoblastico. I
villi ancorano la porzione embrionale del corion e la porzione materna decidua tramite lo
strato di citotrofoblasto. In questa fase infatti abbiamo bisogno di rimpiazzare il sinciziotrof e
questo può permetterne la sostituzione (il citotrof). Questi villi prendono il nome di villi
ancoranti. Essi delimitano le ex lacune del sinciziotrof, che adesso si trovano tra un villo e
l’altro, quindi il termine più corretto è spazio intervilloso, che contiene il sangue materno che
arriva sottoforma di arterie spirali e tengono sempre pieni questi spazi intervillosi.
L’importanza è avvicinare sempre di più i due sangui perché in questo momento abbiamo
villi rettilinei circondati da spesso strato di spazio intervilloso nel sinciziotrof, quindi questo
si ritrae e in questo modo il sangue che circola nel villo e il sangue intervilloso si avvicinano;
inoltre, si fanno delle ramificazioni dui villi dotate di vasi sanguigni col sangue embrionale e
la sede degli scambi aumenta enormemente. Quindi: riduzione sinciz e ramificazione villi
hanno lo scopo di avvicinare il più possibile i due sangui. Siamo ancora nella prima parte
della gravid, man mano che va avanti quest’avvicinamento deve progredire.

Versante materno:

l’originale strato funzionale ora è la decidua perché non lo perderemo mensilmento. Essa,
tenendo conto della relazione contratta con i villi, può essere suddivisa in 3: il punto in cui il
sinciz ha incominciato a scavare e con movimenti ameboidi si trascina all’interno l’embrione
e questo punto si chiama decidua basale, che non è più interna all’endometrio ma sporge nel
lume e presenta tutti i filli, corrisponde al punto dove c’era il coagulo di chiusura. La
porzione di endometrio che richiude la blastocisti dentro l’utero forma una capsula, la
decidua capsulare che comprende da un lato i villi , dall’altro sporge nella cavità uterina
ancora libera. Una terza porzione non ha contatto con il concepito e prende il nome di
decidua parietale.

Versante embrione:

Siamo ancora nella placenta primitiva e all’interno del celoma extraembr c’è il peduncolo che
sosteneva il disco embrionale e in 4 settimana a ripiegare l’embrione c’era la cavità amniotica
che si accresce dalle spalle al davanti dell’embrione verso il celoma, dove c’erano i villi con
all’esterno la decidua capsulare. Parallelamente, in questo momento cresce anche il celoma
extraembr, che crescendo sbatte sulla decidua capsulare e i villi vengono stirati dal lato della
decidua, quindi essi dal lato della decidua per la pressione esercitata dal celoma essendo
stirati degenerano, quindi dal lato della capsulare ci sarà una parte di corion privo di villi:
corion liscio, o corion laeve. Sul versante opposto si ha l’effetto opposto sia per compensare
la perdita dal lato della capsulare sia perché l’embrione sta crescento, quindi qui diventano
più rigogliosi e si parla di corion fronsosum e la placenta primitiva si sta separando, perché
dal lato della capsulare scompare e diventa rigogliosa dall’altro. Quindi si è formata la
placenta definitiva che è la porzione della primitiva che si trova dal lato della decidua basale.
Quindi non è una struttura nuova, è quello che rimane della placenta definitiva e i villi che ci
sono sono gli stessi di prima, solo che sono più pazzeschi e il primo aggettivo con cui la
chiamiamo è placenta discoidale perché ha la forma di disco e si trova solo dal lato della
basale.

Ora, il celoma ha pressato contro la capsulare, ma all’interno si ha la cavità amniotica che


cresce con maggiore velocità rispetto al celoma, ma in 4 settimana il quasi feto era accolto
nella cavità amniotica fuoriuscivano solo peduncolo, sacco vit e residuo del sacco. Man mano
che l’amniotica cresce li avvolge e li accolla tutti e tre e diventa il cordone ombelicale
primitivo.

Inoltre la cav amn si sta accrescendo all’interno del celoma e nel momento in cui accolla i
due versanti riempie completamente il celoma di cui irimane solo la membrana che si accolla
con la membrana dell’amnios quindi non diremo più che è compreso nella cavità celomica,
ma nella membrana corionamniotica.

La amniotica crescendo fa sì che la capsulare si unisca alla parietale e formerà la decidua vera
che copre l’intera superficie e verrà espulsa col parto e ricopre tutta la cavità uterina.

2 sett: blastocisti viene a contatto con strato funzionale che diventa decidua e permette
annidamento. Con l’annidamento si hanno 3 porzioni di decidua. Successivamente nella
capsulare cresce il celoma extra che forma il corion liscio mentre dal lato opposto corion
fronsosus. Cresce ancora la cavita amniot, scompare celoma, si accollano le membrane e
l’amnios è avvolto dalla membrana amniocorionica che cresce ulteriormente, pressa sulla
capsulare finche questa si unisce con la parietale a formare quella vera con parallela
formazione del cordone ombelicale. Quindi la placenta definitiva si forma a partire da quella
primitiva, che era formata dai villi di terzo ordine, ma questa “nuova”placenta renderà questi
villi terziari dei villi primari della placenta definitiva e saranno 20-40 tronchi e suddividono
la placenta definitva in cotiledoni fetali: un tronco con i suoi rami è un cotiledone. Si
potrebbero formare nuovi villi per il crescere dell’embrione-feto, ma normalmetne si formano
solo nuove arborizzazioni e la nostra placenta non cresce per incremento di tronchi, ma in
superficie per queste arborizzazioni.

Se noi andiamo a guardare la placenta, nella faccia materna si viene a formare la piastra
basale data da accollamento dell’esterno dei villi, il sinciziotrof, con la decid basale. Dal lato
fetale è più liscia perché c’è la membrana amniocorionica e l’unica interruzione è data dal
cordone ombelicale. Per avvicinare i sangui c’è il sistema di trasformare tutto il
citotrofoblasto in sinciziotrof e il disco trofoblastico che separava la decidua dal sincizio
trofoblasto scompare, quindi i villi entrano in contatto diretto con la membrana basale. Il
punto di contatto tra sincizio e decidua basale è detto strato compatto della decidua, con sotto
la parte attaccata al miometrio (strato basale) che viene chiamato strato spongioso che in
parte viene espulsa al parto e in parte resta attaccato al miometrio per la ricostruzione. Lo
strato compatto è il punto di accollamento tra i cotiledoni e la decidua basale. Da questo
strato partono dei setti in direzione del corion ma non arrivano a contatto con esso e partendo
dalla decidua si chiamano setti deciduali. Pur non arrivando al corion dividono la placenta dal
lato materno in aree con dentro i cotiledoni e queste aree tra i settti prendono il nome di
cotiledoni materni. Non vi è coincidenza tra i numeri dei cotiledoni materni e fetali, perché
quelli fetali comprendono solo un villo e ramific; quelli materni possono comprendere più di
un cotiledone fetale e significa che sono di meno, tutt’al più uguali.

Al termine, la placenta ha un diametro di 15-20 cm, spessore di circa 3 cm, peso di circa 500-
600 g. Il versante materno è piuttosto irregolare perché al momento della nascita si lascia
anche la decidua spongiosa cioè si espelle e le irregolarità corrispondono ai cotiledoni
materni che noi vediamo dall’esterno. Quella fetale, al contrario è perfettaamente liscia,
emerge solo il cordone ombelicale.

Quindi, la placenta discoidale ha tantissimi aggettivi: alcuni sono sbagliati. Per esempio è una
barriera placentare? no! perché non isola l’ambiente, ma avviene comunicaz. Corretto è
invece emocoriale (lo chiede per riflettere -.-) perché gli scambi avvengono tra sangue
materno nella “piscina naturale” dello spazio intervilloso perché i tessuti materni sono stati
erosi dal sinciziotrof e la definiamo emocoriale perché avvengono direttamente tra sangue e
corion costituito da 4 strati: ogni villo ha sincizio, citotrof, mesoderma ed endotelio. Dal 6
mese in poi abbiamo bisogno di aumenteare gli scambi tra i sangui e diventano rigogliose le
ramificazioni, ma inoltre si riduce il numero di strati che separano i sangui: il citotrof se n’è
andato ma si eliminerà anche il connettivo che dovrebbe separare i tessuti epiteliali, ma
essendoci sangue da un lato e dall’altro scompare e rimangono solo sinciziotrof ed endotelio.
Per questo la placenta è così sottile. Un altro termine poco corretto è membrana placentare
perché essa non è mai una sola membrana, visto che è fatta da 4, 3, o 2 membrane (sinciziot
ed endotelio).

Il mesoderma extraembrionale si è evoluto a connettivo eh dopo essere diventato mesenchima


(ultima parte? mesenchima?).

Circolazione placentare:

La placenta nel versante materno ha i cotiledoni materni delimitati dai setti incompleti
deciduali che separano ma non isolano i compaartimenti e non raggiungono il corion. Nel lato
materno sempre, nello strato funzionale endometr arrivavano le arterie spirali e ne arrivano
un 100 nelle vicinanze dei cotiledoni della decidua compatta. Queste arterie quando
imbroccano il cotiledone cambiano il loro endotelio (che è semplice pavimentoso) e diventa
cilindrico, quindi il lume diminuisce e se diminuisce il lume aumenta la pressione, quindi il
sangue entra nei cotiledoni con una pressione elevata di circa 70-80 mmhg, ed entra nello
spazio intervilloso dove c’è una pressione di circa 10 e questo sangue che entra pur passando
vicino ai villi dove circola il sangue fetale è talmente veloce che non avvengono gli scambi
ma sbattono contro il corion che è il versante opposto. Ora, spiaccicandosi su esso perde
parecchia della sua pressione, quindi ritorna indietro. Se ciò non avvenisse, il sangue si
distribuirebbe iniquamente, ma grazie ai setti incompleti fanno sì che il sangue si distribuisca
omogeneamente e arrivi a contatto coi cotiledoni fetali dove avvengono gli scambi. Il sangue
continua a scendere verso il basso e nella parte basale dei cotiledoni materni dove trova le
vene uterine dove c’è una pressione di circa 8 e quindi risucchiano il sangue e lo riimmettono
nella circolazione materna e il ciclo ricomincia dopo la sua pulizia.

Versante fetale:

al’interno del cordone ombelicale ci sono due arterie ombelicali che escono dall’embrione e
hanno circolato nell’embrione quindi portano sangue refluo da purificare e queste arterie
ombelicali pressione circa 48 mmhg escono, arrivano nel corion e riempie tutti i cotiledoni
fetali, ricevono gli scambi e tornano indietro, verso il corion, nella vena ombelicale pressione
28 mmhg con sangue ossigenato che si distribuisce all’embrione. Quindi nella parte fetale il
sangue va dall’arteria alla vena, così come nella parte materna. Il sangue contenuto nei villi
deve avere una pressione maggiore cosicché il vaso non collassi, infatti nello spazio
intervilloso c’è 10 mmhg invece i villi circa 30 così che stiano beanti. Quindi il sangue che
circola nella placenta (circa 150 ml) viene scambiato 3-4 volte al minuto e la superficie di
scambio è tipo 12 metri quadrati inoltre il sangue fetale ha un’emoglobina fetale che lega
maggiormente l’ossigeno.

Quindi, tirando le somme, non possiamo parlare di barriera placentare. Attraverso le arterie
spirali endometriali facciamo arrivare all’interno del feto tante cose: ossigeno, nutrienti,
anticorpi, ma passano anche dei virus (rosolia, citomegalo, erpes, hiv) e per questo motivo si
fanno l’esame complesso torc (tocsoplasmosi, rosolia erpes controlli etc che possono
trapassare la placenta) perché se silenti la madre non se ne accorgerebbe mentre il feto può
decedere. Passano anche farmaci possibilmente dannosi. Passano anche farmaci per malattie
cardiache quindi questi farmaci bisogna essere somministrati con cautela. La vitamina A è
pericolosissima anche attraverso creme etc. Passa alcol, droghe, fumo, e il periodo critico 4-
8settimana dove spesso non ci si aspetta la gravidanza in corso e si possono creare dei danni
inconsapevolmente. I fattori che agiscono per tutto il periodo della gravidanza generalmente
portano ad un ritardo della crescita dell’utero e un bambino nato più piccolo. Se queste cose
avvengono nell’ultimo trimestre non provocano particolari danni, la testa è normale etc. Se il
cervello si sviluppa poco, la testa è poco sviluppata, o il contrario.

Riflessione: attraverso la placenta si difende il pargolo grazie alla madre. Però, nel momento
in cui la madre è rh- e concepisce un rh+ ci sono problemi. c’è la reazione anticorpale da
parte del gruppo rh- e distrugge i globuli rossi. Questo avviene anche in gravidanza. Ma visto
che il sangue materno e fetale vengono a contatto solo al parto, prima del primo parto non
succede niente, si formano solo gli anticorpi. Ma alla seconda gravidanza, con già gli
anticorpi, essi passeranno attraverso la placenta e aggrediranno i globuli rossi del feto e
innescano l’eritroblastosi fetale e i globuli rossi morti finiscono nella milza che lavora più del
dovuto e diventa ipertrofica. Contemporaneamente, l’organo emopoietico deve rimpiazzare i
globuli e questo è a carico del fegato, che lavora più del dovuto anch’esso. Il feto, quindi, pur
immettendo un sacco di globuli rossi, è affetto da anemia. Fino a quando tutto ciò avviene
durante la gravidanza il prodotto della degradazione dei gr è la bilirubina che viene espulsa
dalla placenta. Nel momento in cui il feto nasce, la bilirubina innesca l’ittero nel pargolo che
è gravissima perché se la bilirub può agire nei nuclei dell’encefalo. Ciò dipende dai geni del
padre e della madre. Fino a qualche decennio fa era impossibile da rimediare, ora esistono
metodi come la trasfusione per tutta la gravidanza, oppure somministrando alla madr
anticorpi anti rh dopo la nascita di un bambino rh che distruggeranno suppongo gli anticorpi.

Ultimo aspetto placenta: organo endocrino.

Gli ormoni indispensabili sono progest e estrog e prima ancora che la placenta diventi
definitiva venivano prodotti del corpo luteo gravidico che è stato reso tale dall’hcg prodotta
normalmente solo in gravidanza ma ha il picco intorno alla 10 settimana e spesso viene
utilizzato se la gravidanza sta andando bene. Se i valori sono bassi, non stiamo sostenendo
bene il corpo luteo che può produrre poco progesterone o degenerare. Dopo il secondo mese
c’è la placenta, il corpo luteo non serve e non si produce più hcg. Abbiamo detto che la
placenta è una piccola ipofisi perché produce per esempio hpl o lattogenoplacentare, che è
tipo il GH (growth hormon) e gioca un ruolo impo nel promuovere l’accrescimento
dell’embrione ma agisce anche sulla ghiandola mammaria e soprattutto riduce la sensibilità
della madre per l’insulina che è ipoglicemizzante. Questo lascia passare più zucchero per il
figlio ma si può instaurare un diabete gravidico che può rientrare dopo il parto o permanere.
c’è anche l’hCT (tireotropina corionica umana) e la tiroide è la prima ghiandola che inizia a
funzionare. Per poter rilasciare gli ormoni tiroidei fondamentali per l’encefalo c’è bisogno
dell’asse ipot-ipof-tiroideo che non è maturo. La placenta allora secerne l’hCT che è simile al
TSH e quindi agisce sulle cellule follicolari della tiroide che immette in circolo T3 e T4.
Produce la hCC (corticotropina corionica umana) che aumenta i livelli di colesterolo e di
pregnenolone per fare gli ormoni steroidei. IGF1 e 2 che promuovono il differenziamento.

Il progesterone è definito ormone della gravidanza. Sotto l’endometrio, il miometrio


muscolare se si contraesse espellerebbe il feto e il progesterone lo rende quiescente. La
pillola del giorno dopo chiude i recettori per il progesterone e quindi non viene inibito più la
contrazione e si impedisce l’impianto. Un altro ruolo non accertato è che inibirebbe la
risposta dei linfociti T cellulo-mediata. Il feto che è un nuovo elemento nel corpo della madre
potrebbe essere rigettato al pari di un organo non compatibile. Per cui il progesterone
dovrebbe mascherare l’azione dell’immunità cellulo-mediata. Se mascheriamo le cellule che
vengono attaccate non si attiverà di conseguenza il sistema immunitario.

Gli estogeni (estriolo estrone estradiolo) aumentano il flusso di sangue uteroplacentare e


stimolano la crescita uterina e della ghiandola mammaria. Al parto, però, si produce
prostaglandine e ossitocina (neuroipofisi) che contrasta l’effetto rilassante del progesterone e
va a stimolare la produzione di prostaglandine che annullano il progesterone e creano le
condizioni affinché si possa contrarre il miometrio e che si avvii il travaglio. Si produce
anche la rilassiva che va a rilasciare le componenti del connettivo, le fibre collagene, che
conferiscono resistenza alla trazione. La presenza di queste fibre impediscono la fuoriuscita
del feto fuori dalla madre, ma al parto non le vogliamo. Viene tutto regolato 48-36 ore prima
del parto.

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