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Anno 3 - Numero 4
All’interno:
Q ualche settimana fa La Stampa ha dedicato una pagina intera ad una ricerca della Fon-
dazione statunitense “Mac Arthur”, che, in controtendenza rispetto alla tesi secondo la
quale il web crea persone isolate dal resto del mondo reale, dimostrava come la rete
(specialmente i social network) siano oggi sempre più «la via d’accesso privilegiata
per l’impegno civico e sociale». La tesi è stata anche al centro del dibattito pro-
mosso dalla CEI in un convegno a Macerata, dal titolo “Abitanti digitali”. Anche
Le ultime in ambito ecclesiale, dopo un periodo di diffidenza e timore verso le potenzialità
del web, fioriscono oggi iniziative e chiavi di lettura positive del fenomeno, come
dal Centro testimoniano non solo convegni come quello marchigiano, ma anche iniziative
Oratori come l’incontro Vatican Blogger Meeting organizzato dal Pontificio Consiglio per
le Comunicazioni Sociali all’indomani della beatificazione di Giovanni Paolo II, che ha
Diocesano visto la partecipazione, il confronto e l’interesse di molti blogger.
[pag. 2] In realtà, anche tutto questo positivo interesse per la rete suscita in me (al pari della diffi-
denza di molti) una certa perplessità. Perché se è vero - e ampiamente riconosciuto, come
potete leggere anche all’interno, nell’intervista alla prof.ssa Comunello - che il web rappre-
Dossier: senta oggi un potenziale enorme , è innegabile che anche la rete - così concepita - ci riporta
il web, un’occasione continuamente a considerazioni sull’uomo e sul suo spessore. Se insomma il web è uno
strumento straordinario nelle mani dell’uomo, sia le potenzialità che i pericoli non possono
[pag. 4-5] che venire dall’uomo e non essere imputati, in modo semplicistico, allo strumento! Ed ecco
allora che occuparci di web, di internet significa ancora una volta occuparci dell’uomo. Del
Letture estive... suo genio e della sua miseria. E dunque risolvere i problemi o sfruttare al meglio le poten-
zialità della rete significa spendersi per educare le cittadine e i cittadini di domani a riscoprirsi
“ardeatine” “un capolavoro”, ma anche “sentinelle” pronte a vedere e combattere il male reale che an-
[pag. 6] cora tenta il cammino dell’essere umano. Speriamo anche noi, con questo numero, di con-
tribuire a questa sfida. Buona lettura!
@ Luca Vita
luca.vita@gmail.com
2 Parrocchia in corso
Alla ricerca del tesoro di Morgan Barret!
Anche quest’anno sono già in corso i lavori di preparazione all’Estate
Ragazzi 2011.
Dopo il successo dello scorso anno, con la proposta intitolata “Sotto-
sopra”, quella di quest’anno sarà un’estate in compagnia del capitano
Barret e della sua ciurma, che inviteranno i ragazzi del nostro orato-
rio a salpare con loro sul Galeone Antigua e a vivere avventure fan-
tastiche tra le isole caraibiche.
Dal 20 giugno al 3 luglio, infatti, tutti i ragazzi dai 7 ai 13 anni po-
tranno riunirsi per condividere le calde giornate estive al ritmo di
giochi, musica, preghiere, laboratori, uscite e tanto altro. La ri-
cerca del famoso Tesoro di Morgan Barret sarà un’occasione per
stare insieme e per divertirsi, imparando i valori dell'amicizia,
della generosità, della fede e dell’altruismo.
Un’avventura quindi non facile, che necessita coraggio, deter-
minazione e spirito di gruppo. Un’esperienza per ricercare il te-
soro nascosto in ogni ragazzo, da far emergere in tutto il suo
splendore! Cosa state aspettando? Siete pronti a solcare i mari
e vivere emozionanti incontri con il capitan Barret e la sua co-
raggiosa ciurma? Iscrivetevi sabato dalle 16.00 alle 19.00 nel
tendone del nostro oratorio. Vi aspettiamo numerosi!
@ Giada Farneti
farneti.giada@gmail.com
Giovanni Gaigher
@ gio.gaigher@gmail.com
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Due “quarti posti”
incoraggianti! A tutto
Per un bilancio del primo anno
della nostra ASD “Pier Giorgio Frassati” campo
C
on la festa di chiusura di sabato 28 maggio, è terminata la bella av-
ventura di questo anno sportivo in oratorio. L’anno appena concluso
è stato, in qualche modo, per il settore sportivo del nostro oratorio,
una sorta di “anno zero”. Il lavoro di molte persone che, negli anni, si sono Gia’ al
appasionate allo sport in parrocchia e che ancora si appassionano, ha por-
tato alla nascita dell’ASD (Associazione Sportiva Dilettantistica) Pier Gior-
lavoro
gio Frassati. Costituire una ASD non è stata probabilmente la strada più
semplice e comoda ma è scaturita dal desiderio di dare alle tante poten-
per il
zialità dello sport vissuto in oratorio un’organizzazione stabile e - spe-
riamo - duratura e dalla convinzione che in parrocchia sia possibile ed
2012!
anche auspicabile fare sport in modo serio, senza che l’attività sportiva Si è appena chiuso l’anno calcistico
diventi il fine ultimo ma, semplicemente, un mezzo al servizio dei ragazzi della neo Associazione Sportiva Di-
e del loro sviluppo psico-fsico. lettantistica “P.G. Frassati”, nata
La fine di ogni anno è anche l’occasione per valutare i risultati sportivi come sapete da meno di un anno, e
ottenuti che, nell’esperienza sportiva oratoriale, non possono essere re- già stiamo lavorando per mettere a
legati in secondo piano. Il risultato sportivo è infatti l’indispensabile ve- punto l’organizzazione delle squadre
rifica per ragazzi e allenatori del lavoro che si sta facendo e dei in vista del torneo “Oratorio CUP
miglioramenti ottenuti. Le due squadre del nostro oratorio (Under 10 2011/2012”, organizzato dalla Dio-
ed Under 14) si sono piazzate entrambe alla quarta posizione del loro cesi di Albano. Abbiamo tante idee
campionato. Non sono ovviamente due risultati fantastici e se fossimo importanti per la realizzazione di
in contesti professionistici si parlerebbe già, di “allenatori incompe- questo progetto educativo, che spe-
tenti” o di “progetto fallito”. riamo di migliorare sempre più, fa-
Ma può fallire la voglia di rendere lo sport un momento significativo cendo tesoro dell’esperienza e
per i nostri ragazzi solo per un piazzamento in classifica non proprio perché no, anche degli errori com-
entusiasmante? Possibile che gli obiettivi sportivi siano riconoscibili messi. Abbiamo già investito nella
solo con un “tot” di punti conquistati? Crediamo di no. Semplice-
formazione qualificata degli allena-
mente perché nell’educazione, come nello sport, ci sono moltis-
tori (corso CSI), per far vivere a que-
sime cose che “non fanno classifica”. Nel basket, per esempio,
sti ragazzi uno sport sano all’insegna
nelle statistiche a fine partita non rientrano gesti tecnici e men-
tali importantissimi per il risultato finale, come i blocchi, le tra- della lealtà, dell’amicizia, del rispetto
iettore di passaggio avversario occupate, la capacità di giocare per i compagni e soprattutto per l’av-
bene insieme. versario.
Aiutare un ragazzo a capire i propri punti di forza e ad accet- L’Associazione si ripropone per il
tare le proprie debolezze, provare a rendere la squadra uno prossimo anno, di curare in modo
strumento che serva ai nostri giovani atleti a confrontarsi particolare l’accoglienza delle squa-
con gli altri e con se stessi e il campo di allenamento un dre che verranno ospitate per far in
posto sereno in cui migliorarsi e tessere relazioni auten- modo che l’accoglienza ed il rispetto
tiche con coetanei e allenatori. Tutto questo non da’ ne- dell’altro diventino elementi caratte-
cessariamente, per usare un termine tecnico, i “tre rizzanti della nostra realtà. Natural-
punti” ma è qualcosa da cui non possiamo e non mente in questo ambizioso progetto
vogliamo prescindere. Ecco perché quest’anno educativo sarà necessaria la collabo-
sportivo, anche grazie ai due quarti posti, ha razione dei genitori, ma anche di
rappresentato un mattoncino per definire sem- tutte quelle persone di buona vo-
pre meglio lo sport nel nostro oratorio. Un lontà che credono che per la costru-
mattoncino migliorabile, senza dubbio. Uno zione di un mondo migliore sia
stimolo a raggiungere anche imporanti necessario scommettere sull’educa-
obiettivi di classifica che rendono an- zione dei più piccoli. Suggerimenti e
cora più bella ed entusiasmante aiuti saranno pertanto ben accetti.
l’esperienza sportiva.
Luigi Vita
Antonio Conte Presidente ASD “P.G. Frassati”
4
La rete, un’occasione!
In occasione della 45a Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali del 5 giugno, anche Sulla Via ho
voluto dedicare un numero ad approfondire il tema del web e delle interconnessioni che ha con la
nostra vita quotidiana. Per questo la redazione ha scelto di porre qualche domanda alla Prof.ssa Fran-
cesca Comunello, ricercatrice di Sociologia dei processi culturali e comunicativi presso la Facoltà di
Scienze della Comunicazione della Sapienza di Roma ed esperta di nuovi media, anche in rapporto alle
relazioni sociali. Riportiamo di seguito alcuni stralci dell’intervista, disponibile integralmente sul nostro
blog http://sullavia.wordpress.com.
Prof.ssa Comunello, potrebbe spiegarci cosa ha cambiato il web nella nostra vita e perché
oggi è così importante?
«È certo complicato ragionare su un tema così
ampio. In termini generali, internet costituisce un’in-
frastruttura tecnologica che abilita pratiche sociali. In-
ternet agisce parallelamente ad alcune rilevanti
trasformazioni sociali, che hanno avuto luogo anche indipen-
dentemente dalla diffusione delle tecnologie digitali. Un grande
sociologo come Manuel Castells ha coniato l'etichetta “Network
society” per definire la società contemporanea: l'economia, le
forme organizzative, la diffusione dell'informazione, le relazioni
sociali possono essere comprese applicando il modello della
rete».
Rete e minori: il web è pericoloso? Sono necessari degli accorgimenti da parte dei genitori? Quali consiglie-
rebbe?
«Il web può essere pericoloso, come può esserlo il mondo offline. Il primo suggerimento che darei ai genitori è non de-
monizzare internet: il web è oggi una parte integrante della vita quotidiana degli adolescenti e di fasce crescenti della po-
polazione adulta. Uno degli atteggiamenti più pericolosi che possono tenere genitori e insegnanti è guardare a internet
con distacco, con paura. Gli adulti dovrebbero cercare di conoscere bene gli ambienti di rete, per coglierne le specificità e
distinguere tra comportamenti potenzialmente pericolosi e comportamenti costruttivi. Inoltre, i genitori non dovrebbero
aver paura di chiedere, di farsi accompagnare dai figli nell'uso delle tecnologie più avanzate: le capacità operative (quelle
necessarie per manipolare le tecnologie) sono senza dubbio più diffuse tra le generazioni più giovani; gli adulti, però, pos-
sono aiutare i più giovani ad acquisire le competenze cognitive necessarie per elaborare grandi quantità di informazioni,
per valutare l'attendibilità delle notizie trovate online o l'affidabilità di un interlocutore. Il dialogo con i figli, anche in questo
caso, è fondamentale».
Alla prof.ssa Comunello va il grazie della redazione di Sulla Via per il tempo che ha dedicato alle nostre domande e per
le risposte stimolanti. A lei l’augurio di continuare ad esser utile, col suo lavoro, a giovani curiosi come noi!
Galassia internet 5
Internet e i giovani
Qual’è il rapporto tra i giovani e internet? L’ultima
ricerca, in ordine cronologico - presentata almeno un mese fa da Isfol-As-
sotel - sembra affermare che i giovani siano tutt’altro che internet dipendenti. E che anzi, l’uso
del web tra i giovanissimi sia perlopiù legato all’uso della posta elettronica e a ricerche di studio
o di lavoro. In realtà, ormai internet è parte integrante delle giornate degli adolescenti, grazie
soprattutto ai social network, utilizzati ampiamente dai ragazzi, non soltanto come una sem-
plice “vetrina”, ma come strumento per potenziare e rafforzare le relazioni. Il grande interro-
gativo rimane ancorato alla consapevolezza e alla conoscenza del mezzo. Se infatti internet
offre l’opportunità di una comunicazione diretta e rapida, sono molti i modi per farne un utilizzo
passivo. Tuttavia oggi il web rappresenta per i giovani anche un prezioso strumento per espri-
mere la propria creatività (si pensi ai numerosissimi video realizzati e caricati su YouTube). E
spesso, anche una vera e propria forma di “volontariato online” (l’enciclopedia Wikipedia, ad
esempio, si alimenta grazie al prezioso lavoro di molti giovani - le statistiche dicono
che hanno tra i 20 e i 30 anni - che creano le diverse voci).
G.G.
Incrocio culturale
a cura di:
6
Maria Laura Fabbri
@ lalli.stic@gmail.com
Quando è nata la tua passione per la scrittura e come hai deciso di intraprendere questa strada?
«La mia passione per la scrittura è nata in realtà come passione per la lettura. Ho sempre divorato montagne di
libri. Le mie prime vere opere di scrittura sono più che altro poetiche e di brevissima narrativa, composte “a
tempo perso” nelle pause scolastiche, negli anni del liceo. Per quanto riguarda la “strada” da intraprendere, di-
ciamo che non è stata una decisione cosciente: la scrittura per me è sempre stato un puro passatempo, diciamo
uno sfogo per alcune emozioni che non riuscivo a liberare in altro modo. Perciò ho
scritto, inizialmente, per motivazioni puramente “egoistiche”! Una volta terminato il
romanzo, non avevo idea di cosa sarebbe successo. Fortuna ha voluto che trovassi un
editore onesto e coraggioso che ha creduto nella mia opera, e in quella di tanti altri
scrittori giovani o meno, esordienti e non, che mi ha proposto un contratto di pubbli-
cazioni, senza richiesta di nessun tipo di contributo monetario».
Il tuo Romanzo "La pioggia lava via il sangue" è costruito intorno a un tema molto
delicato, quello dei desaparecidos. Come si articola il romanzo? Perchè proprio que-
st'argomento?
«Diciamo che la scelta non è stata molto ponderata, così come non lo è stata quella
di scrivere un romanzo. Ricordo che durante una lezione di storia della letterattura
americana, al liceo, il mio professore si soffermò qualche minuto sui metodi di re-
pressione adoperati dalle forze militari dei regimi dittatoriali instauratisi in alcuni
Stati del Sudamerica durante gli anni '70 e '80. La cosa che più mi colpì fu il mercato nero degli infanti rapiti alle
famiglie di dissidenti politici fatti “sparire” (i cosidetti “desaparecidos” appunto), operato dai militari. Per questo
ho deciso di narrare i meccanismi psicologici che muovono l'uomo durante le sue azioni, dalle più misere a quelle
più elevate: non per darne un giudizio, soltanto per sete di conoscenza.
Proprio visto l’argomento delicato, e il mio completo digiuno riguardo tecniche narrative di un certo tipo, ho de-
ciso di lasciarmi andare alla sperimentazione più totale. Ogni personaggio ha "il suo modo di vivere la vicenda",
di conseguenza ho scelto di usare tecniche narrative diverse da un capitolo all'altro. Sicuramente riconosco di
aver creato un'opera alquanto confusionaria; ma come detto prima, uno dei motivi principali per il quale ho
scritto questo libro è proprio la sete di conoscere l'animo e la mente umana, e chiunque sarà d'accordo con me
nel dire che un certo grado di confusione e astrusità regna anche nelle nostre menti».
Quale consiglio ti senti di dare a tutti i giovani che come te inseguono il sogno di diventare scrittori, o che più
in generale coltivano una particolare passione?
«Io penso che creare arte non sia un'operazione fatta per gli altri, bensì fatta prima di tutto per sé stessi: si crea
per sfogare delle emozioni, per sentirsi soddisfatti, per ammirare ciò che siamo in grado di fare da soli, con le
nostri mani e le nostre idee. Così io sto vivendo la pubblicazione del mio libro e la mia attività letteraria in gene-
rale: una passione che mi coinvolge, che mi dà soddisfazione per il solo fatto di poterla coltivare, e niente più.
Qualsiasi cosa verrà dopo, qualsiasi cosa riuscirò a trasmettere agli altri, sarà tutto un di più, bellissimo, ma un
di più, niente di necessario!»
Internet: le origini!
È certamente un dato innegabile il terra spedì un'email alla sede del
fatto che internet sia ormai entrato Royal Signals and Radar Establi-
nelle nostre vite quotidiane, infiltran- shment.
dosi passo dopo passo nei nostri com- Le emoticon (le faccine tanto care
puter, tanto da essere attualmente il alle chat di tutto il mondo) vennero
più efficace e sicura- istituite il 12 aprile 1979, quando
mente il più dif- Kevin MacKenzie suggerì di in-
fuso mezzo di serire un simbolo nelle mail
comunica- per indicare gli stati
zione di d'animo. delle
massa. Con l’avvento di ARPANET successive generazioni.
Pochi però non poteva certo farsi at- Nacque così il World Wide Web. In
sanno ef- tendere il primo virus te- questo nuovo sistema le risorse dispo-
f e tti v a - lematico: la nascita di nibili sono organizzate secondo un si-
mente da internet era alle porte. stema di librerie, o pagine, a cui si può
dove derivi L'Italia fu il terzo Paese in accedere utilizzando appositi pro-
questo poten- Europa a connettersi in rete, grammi detti browser con cui è possi-
tissimo mezzo dopo Norvegia e Inghilterra, bile navigare visualizzando file, testi,
messo a disposi- specie per i finanziamenti dovuti al ipertesti, suoni, immagini, animazioni,
zione giornalmente nelle ministero della difesa statunitense filmati. La facilità d’utilizzo di questa
nostre mani. (ciò era probabilmente dovuto alla nuova tecnologia, la cui straordinaria
Le origini di internet si perdono, come posizione geo-politica dell’Italia ai potenza si riduce ad un semplice click,
molte altre grandi invenzioni, nei la- tempi della guerra fredda). La con- e la sua larghissima diffusione a livello
boratori segreti di un qualche mini- nessione avvenne da Pisa, università globale, ha portato negli anni succes-
stero della difesa... in questo caso, in famosa in tutto l’ambito europeo per sivi alla sua nascita ad un esponen-
un’agenzia dipendente dal ministero l’avanzato centro di studi. ziale moltiplicarsi di siti e di utenti in
della difesa statunitense. Ebbene si: Nel 1991 presso il CERN di Ginevra il rete.
internet nasce ad opera degli Ameri- ricercatore Tim Berners-Lee definì il
cani negli anni sessanta. Il progetto Fonti: WIKIPEDIA
ARPANET, progenitore di internet, na-
sceva con l’intenzione di creare una
rete continentale fra tutti i computer:
un innovativo sistema difensivo e di
spionaggio ai tempi della guerra
@ Daniele Iodice
iodice.daniele@gmail.com
fredda.
Le prime basi per la vera e propria co-
struzione fisica della rete si ebbero nel
1969 quando l'Università della Califor-
nia di Los Angeles, l'SRI di Stanford,
l'Università della California di Santa protocollo HTTP (HyperText Transfer
Barbara, e l'Università dello Utah, fu- Protocol), un sistema che permette
rono messe in comunicazione tra di una lettura ipertestuale, non-sequen-
loro. L'anno seguente vide il progetto ziale, dei documenti saltando da un
Arpanet presentato al grande pub- punto all'altro mediante l'utilizzo di ri-
blico americano. mandi (essenzialmente inventò i link).
In pochi anni, ARPANET allargò consi- Il primo browser con caratteristiche
derevolmente il suo raggio di in- molto simili a quelle con cui abbiamo
fluenza, fino a sbarcare oltreoceano. a che fare tutti i giorni, il Mosaic,
L'espansione proseguì sempre più ra- venne realizzato nel 1993. La sua in-
pidamente, tanto che il 26 marzo del venzione trasformò radicalmente il
1976 la regina Elisabetta II d'Inghil- mondo del web e, certamente, le vite
Appuntamenti di sosta
Da lunedì 06 a mercoledì 08 giugno (ore 18,30-21), si terrà al Centro Mariapoli di
Castelgandolfo il Convegno Diocesano 2011, dal titolo "Iniziare alla vita buona del
Vangelo", volutamente ripreso dal titolo degli Orientamenti Pastorali per il decennio
2010-2020.
Sono invitati a partecipare tutti i mebri del Consiglio Pastorale Parrocchiale, i catechisti, gli
educatori e gli operatori pastorali.
Maggiori informazioni sono disponibili sul sito della Diocesi (www.diocesidialbano.it), nel-
l’apposita sezione.
Dal 20 giugno al 3 luglio (tutti i giorni dalle 8,30 alle 16) in oratorio si terrà l’Estate Ragazzi
2011: giochi, musica, preghiere, laboratori, uscite e tanto altro... aspettano tutti i bambini
dai 7 ai 13 anni. Per info e iscrizioni, la segreteria dell’Estate Ragazzi è aperta tutti i sabati
dalle 16 alle 19. Le iscrizioni avverranno fino ad esaurimento posti.
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