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Febbraio 2010

Anno 2 - Numero 2

periodico di informazione della parrocchia San Gaetano da Thiene


© w w w .foto gr
afer s. org

QUELLO CHE LA CRISI NON DICE

«L
à dove c’era l’erba ora c’è una città». Così Adriano Celentano cantava, più di qualche
decennio fa, la trasformazione che stava avvenendo nelle città del nord Italia. L’ur-
banizzazione è stato sicuramente uno dei fenomeni che ha cambiato radicalmente
All interno: ’ il nostro Paese e le nostre abitudini. Non so se tutti i nostri lettori hanno avuto la for-
tuna di vedere Nuova Florida venti o trenta anni fa. Magari avranno avuto l’occasione
di guardare qualche foto dell’epoca, o anche solamente di chiacchierare con alcuni
Le ultime dalla
dei primi abitanti del nostro quartiere. Io mi ricordo che quando ero bambino – non
nostra parroc- molti anni fa! – Ardea era un piccolo paesino (qualche migliaio di abitanti) della cam-
chia pagna pontina. Le case di Nuova Florida, che si incontravano lungo il vialone, si con-
[pag. 2/3] tavano sulle dita di una mano. La campagna, con i suoi ritmi e le sue stagioni, era appena
“minacciata” dalle prime villette e dalle prime “migrazioni” che da Roma portavano qui persone
La preghiera vien can- stanche della vita caotica della città.Non era tutto rose e fiori, ovviamente! E tuttavia quella
tando, intervista doppia stagione, raccontataci fin dall’infanzia da nonni e zii, trasmette nei ragazzi che appartengono
a Ciro ed Emanuela alla mia generazione (che di vita di campagna hanno solo sentito parlare!), un certo fascino e
un velo di nostalgia. Non si tratta di un semplice sentimento strapaesano e bucolico, o del solito
[pag. 3]
«si stava meglio…», quanto della necessità del legame ormai sottile e quasi perso per sempre
con la terra, i suoi ritmi, i suoi tempi, i suoi racconti, il senso del limite che ne deriva, il rispetto
La crisi, come una grande nei confronti della vita e della natura, che sola assicurava (e assicura anche oggi) il pane quoti-
festa diano. È per questo che abbiamo voluto regalarvi, in questi ultimi mesi invernali, un numero
[pag. 4] un po’ particolare. Al suo interno troverete riflessioni sulla crisi economica in atto, letti non alla
luce di analisi economiche e statistiche, ma proprio nell’ottica di un recupero del rapporto con
La nuova rubrica cultu- la terra, con il creato e con una produzione non più basata esclusivamente sul consumo sfrenato
rale [pag.. 7] a cui sembriamo condannati. Buona lettura!
Luca Vita
@ luca.vita@gmail.com
2 parrocchia in corsoSucc
esso per il coro polifonico
È dal settembre 2008 ormai che nella nostra comunità parrocchiale svolge le
proprie attività il coro polifonico San Gaetano da Thiene, il quale è nato con lo
scopo di avvicinare le persone alla musica, pur non essendo professionisti. È
quindi aperto a tutti coloro che volessero provare le “emozioni” del canto.
Il coro esegue un repertorio sacro e profano e non ha un accompagna-
mento strumentale poiché si basa solo sulle diverse voci (e per questo
è detto “polifonico”). È guidato dal maestro Emanuela Della Torre,
che ha una grande esperienza musicale alle spalle, ed è formato
da circa 30 elementi, non solo adulti, ma anche ragazzi.
Come nei migliori cori, anche in quello della nostra parrocchia si
viene suddivisi in base al tipo di voce: basso, baritono e tenore
per gli uomini e soprano, mezzosoprano e contralto per le donne.
In questi primi anni le voci del coro hanno allietato i momenti di
festa come il Natale, con dei concerti svolti principalmente in parroc-
chia, riscuotendo un notevole successo (come negli ultimi concerti che
hanno aperto il nuovo anno, il 3 gennaio nella nostra parrocchia e il giorno del-
l’Epifania in quella di Martin Pescatore). Molte delle persone che fanno parte
del coro animano con il canto anche le messe festive: pregare è importante ma

@
pregare cantando è anche più bello!
Giovanni Gaigher
gioscout_495@live.it

sp Fest 2010
Viaggio nello Spirito... al Jo
Perché l’uomo ha paura di mostrarsi realmente per ciò che è? Perché teme
l’incontro con l’altro, con culture e paesi diversi dal suo? Ha forse paura di
scoprire la realtà in cui vive? Queste domande hanno accompagnato la se-
conda edizione del Josp Fest, il festival dei “viaggi nello Spirito” (il tema di
quest’anno? “Non nascondermi il tuo volto!” Sal 26,9), tenutosi alla Fiera di
Roma per tutto il mese di gennaio.
L’evento, realizzato da Quo Vadis e dall’Opera Romana Pellegrinaggi, ha
dato la possibilità di scoprire la bellezza del mondo che ci circonda e am-
mirarne tutti i suoi aspetti. La nostra parrocchia, sabato 16 gennaio, ha
avuto l’occasione di percorrere le vie della fede e conoscere alcune fa-
mose mete di pellegrinaggio: Lourdes, Santiago de Compostela, Fa-
tima, Guadalupe e Gerusalemme. Tutto questo intraprendendo, tra i
padiglioni del Josp Fest 2010, un viaggio tra scenografie e
immagini che ci hanno permesso di vivere, in prima per-
sona, le emozioni dei pellegrini. Il Festival ha suscitato
grande interesse da parte di coloro che hanno parteci-
pato alla visita alla Fiera di Roma. Non si è trattato di
una semplice gita fatta solo per stare insieme o per di-
vertirsi. Il divertimento non è di certo mancato, ma
ognuno di noi ha avuto l’occasione di conoscere qual-
cosa di nuovo, di aprire gli occhi sulla propria vita,
proprio nell’ottica del pellegrino. Insomma,
un’esperienza da rivivere!

@ Giada Farneti
giada.farneti@alice.it
3
La preghiera vien… cantando!
A tutto
Intervista doppia a Ciro ed Emanuela,
“animatori liturgici” della nostra parrocchia campo
Nome?
E: «Emanuela Della Torre»
C: «Ciro Iodice» Il buongiorno si
vede
Eta’?
E: «35 anni» dal mattino
C: «troppi (47)!»
Se è vero che il
Di cosa ti occupi in parrocchia? buon giorno si
E: «In parrocchia, ormai da più di 10 anni, mi occupo dell'animazione liturgica e vede dal mattino,
della preparazione del coro parrocchiale. Da settembre del 2008 dirigo il Coro le notizie che ci arri-
Polifonico San Gaetano, un gruppo che attraverso generi e repertori diversi, vano dalle due compagini del Gruppo
sacri e profani, permette a tutti, essendo un coro amatoriale, di esprimere la Sportivo “Pier Giorgio Frassati” pos-
propria musicalità e di condividere la passione per il canto con altre persone». sono veramente far sorridere. Qual-
C: «Mi occupo della catechesi (comunioni, battesimi, cresima adulti), dell’ani- cuno tra i tifosi più attenti ricorderà
mazione liturgica attraverso il canto, degli impianti elettrici (e di vario tipo) e certamente che le partite giocate
di qualche gita a Napoli!» dalle due squadre del Pier Giorgio
Frassati nell’ultima domenica non
Che musica ascolti di solito? sono state esattamente le prime della
E: «Sono diplomata in pianoforte e studio da diversi anni il canto lirico in stagione! In realtà ci siamo già lasciati
qualità di mezzosoprano. Il mio genere preferito è sicuramente il melo- alle spalle un intero girone d’andata
dramma e la musica vocale da camera ma ammetto di ascoltare anche ge-
nei rispettivi campionati: le due par-
neri più leggeri, soprattutto i cantautori italiani. Adoro la musica da ballo,
soprattutto latino-americana».
tite giocate la scorsa domenica rap-
C: «Pink Floyd, cantautori, classica, lirica, jazz, pop». presentano, infatti, le prime del
girone di ritorno. E in questo senso la
Come è nata la passione per la musica? ri-partenza delle nostre due squadre
E: «Ho iniziato a studiare il pianoforte alle elementari per volontà di è stata senza dubbio incoraggiante!
mio padre e non ho mai più smesso. La passione per il canto è venuta Se infatti sulla sponda Under 10 gio-
invece più tardi: dapprima sono entrata in un coro polifonico poi ho catori e tifosi si sono abituati a scalare
intrapreso lo studio da solista». la classifica a suon di vittorie, la nota
C: «Da sempre – e naturalmente – ho cantato e suonato (entrambi più incoraggiante è sicuramente la
male!)». crescita della squadra Under 12. En-
trambe le partite hanno infatti mo-
Sant'Agostino ha detto che chi canta prega due strato due squadre in salute e capaci
volte, sei d'accordo? Perché? di mettere in difficoltà gli avversari. La
E: «Come non essere d'accordo con questa affermazione! Qua- compagine degli Under 10 si è infatti
lunque testo, se accompagnato da una melodia consona, ri- imposta con una tirata vittoria per 4-3
mane maggiormente impresso nei nostri animi. Questo sugli ospiti di Rocca di Papa, mentre
potere della musica di "sottolineare" il messaggio racchiuso l’Under 12 ha strappato un impor-
nel testo, impone, soprattutto in ambito liturgico, un uso tante punto fuori casa, pareggiando
responsabile della musica stessa: una scelta accurata dei contro il Pavona 3000 e conquistando
canti e delle modalità di canto che intervengono nella un punto che premia l’impegno della
liturgia». squadra. La strada intrapresa dalle
C: «No, chi canta prega 10000 volte perché perfino
due squadre per affrontare i rispettivi
il Paradiso è un eterno canto!»
gironi di ritorno sembra essere quella
giusta e siamo sicuri che ci regale-
ranno ancora molte emozioni nel
corso del campionato.

@
Antonio Conte
Valeria Presti
kairi-4ever@hotmail.it
4
La crisi, come una grande festa.
Non è facile spiegare questa crisi economica. Non è facile spiegare da dove viene, dove sta
andando e dove porterà. Come tutte le crisi, è un momento di cambiamento e come tutti i
momenti di cambiamento piccoli e grandi non investe solo l’economia, ma tocca l’esistenza e
le abitudini di tutti, anche se con impatti differenti.
Per raccontarla bisognerebbe pensare ad una grande festa, una festa che piano piano si tra-
sforma in una grande bolgia.
Una festa come quelle che si danno nelle riadattate ville del passato dove i partecipanti (invi-
tati, camerieri, cuochi, musicisti…) presi così tanto dai bagordi perdono il senso del tempo e
dello spazio e alla fine anche del perché sono lì a fare festa.
Sembrerà impopolare e cinico parlare di festa quando tanta gente rischia il lavoro a causa degli
effetti di questa crisi, ma la similitudine ci aiuta a capire.
Ci sono gli organizzatori (pochi) che ingurgitando champagne e caviale, decidono il menù e il ritmo
della festa, poi ci sono gli invitati a vario titolo… e gli immancabili imbucati. A corredo, quelli che sfacchi-
nano, le maestranze per intenderci. Nonostante le differenze di ruoli, negli sguardi di coloro che popolano
la bella villa e il suo parco si percepisce un tacito accordo, una silente accondiscendenza poiché si sa, se coloro
che decidono il menù tendono a conservare il loro potere, cuochi e camerieri si prodigano per raggiungere ruoli
di maggior prestigio con la consapevolezza che qualche bicchiere di champagne e un po’ di caviale ci sarà sempre
anche per loro e che alla fine – anche se dovesse andar male – dalla villa nessuno li potrà cacciare.
Ai cancelli, decine di migliaia di occhi scrutano la festa da tempo indeterminato e si affollano sempre più nella
speranza di parteciparvi.
Sulle colline circostanti milioni di esseri umani che arrancano per sopravvivere e per i quali la festa nella villa non
è che una lontana eco – per alcuni lontanissima, per altri completamente inesistente – di rumori incomprensibili,
ma che nel loro immaginario appare come la vera via da percorrere.
Non è questione di essere anti-capitalisti, tutt’altro, è questione di rendersi conto di quanto potere hanno assunto
oggi non nella vita pubblica, ma nelle nostre singole vite il denaro e la finanza (champagne e caviale) rispetto al-
l’economia reale, alla produzione del necessario: siamo al totalitarismo del superfluo.
E la crisi sembra non scalfirlo, se infatti guardiamo agli ultimi interventi di sostegno adottati dai governi, agli
slogan e alle proposte, torniamo ancora a parlare di crescita del PIL (Prodotto Interno Lordo) come unica via. Il
PIL di una nazione cresce se si compra e se si vende e se lo si fa in modo massiccio: quindi la solita vecchia rispo-
sta.
Siamo una civiltà che da una parte invita a riciclare – che significa non solo mettere la spazzatura nel posto cor-
retto, ma anche aggiustare, riqualificare, ristrutturare… – e poi scopriamo che per risolvere la crisi ci vuole mag-
giore produzione e maggior consumo.
Allora per far si che ci siano maggior lavoro e benes-
sere bisogna vendere tantissimo e comprare tantis-
simo, consumare il più possibile e quindi riciclare il
meno possibile. Ma qualunque animo semplice capi-
rebbe che tra le due cose c’è una contraddizione.
E allora? Allora forse è tempo di rivedere la nostra
partecipazione alla festa e chiedere a tutti, compresi
quelli che la organizzano, di fare altrettanto. Magari
cominciando o ricominciando dalla terra. Dal cer-
care di tornare a chinarsi verso la terra e pensare al
necessario, alla produzione con i tempi e ritmi giusti – non solo quella agricola
–, alla pazienza delle stagioni e alla fine della proliferazione dei centri commerciali e dei supermercati.
Alla fine del dominio delle borse e delle banche e al ritorno del lavoro fatto per vivere e non il vivere per il lavoro.
Certo tutto questo ha dei costi: in benessere, comodità, viaggi, vacanze, mode e forse salute e sicurezza, ma in-
dubbiamente i benefici possono essere inestimabili e imprevedibilmente globali poiché si andrebbe ad investire
in natura e quindi in umanità, visto che l’una non può prescindere dall’altra.

Gianmarco Machiorlatti
*L’autore è direttore dell’Ufficio Diocesano per i problemi sociali e del lavoro
Quello che la crisi non dice 5

La crisi in pillole
Sembra essere un incubo senza fine la morsa della crisi economica che ha colpito l’economia
globale in questi ultimi anni. La percezione diffusa è che le difficoltà tendano con il tempo ad acuirsi,
allontanando l’inizio della tanto agognata ripresa. Ripercorrere le tappe può aiutare a capire meglio il
sentiero attraverso il quale ha preso corpo la più grave recessione dal secondo dopoguerra.
Tutto comincia nell’estate 2006 quando scoppia il caso dei mutui subprime, ovvero mutui concessi a
chi tipicamente ha una bassa capacità di rimborso. Il mancato rimborso delle rate sempre più alte, in-
fatti, crea non pochi problemi agli istituti di credito che hanno “scommesso” su questo settore. Inizia
quindi una fase di crollo delle quotazioni della borse mondiali, fino ad arrivare all’evento simbolo della
crisi finanziaria: il fallimento del colosso Leman Brothers nel settembre 2008.
Il grosso problema che ha portato la crisi ad investire l’economia reale è stata la mancanza di liquidità
nel mercato, che ha reso impossibile alle imprese trovare il denaro necessario per gli investimenti. Que-
sto, accompagnato da un crollo della fiducia da parte dei consumatori, ci ha portati a tassi di di-
soccupazione intorno all’8,5% (contro il 7% di dicembre 2008).

@
Daniele Reitano
dan.reitano@tiscali.it
La crisi e Ardea: le
Al pari di molte alte iniziative per ripa
altre realtà locali, an rtire
effetti della crisi finan che il territorio di Ar
ziaria, nei diversi se dea ha sentito gli
iniziative volte a fro ttori produttivi. Non
nteggiare la situazio mancano, tuttavia,
per un pronto rilancio ne attuale, con lo sc
, non appena la cong op o di gettare le basi
vorevole. È il caso de iuntura economica to
l consorzio “Non solo rnerà ad essere fa-
renzo, nato con il co shop”, presente nella
ntributo del Comun località Tor San Lo-
propone di promuo e di Ardea e della Re
vere e migliorare l’e gione Lazio, che si
delle piccole impres fficienza turistica, co
e, commerciali e non, mmerciale, produtti
ambientali e dell’offe attraverso il migliora va
rta di prodotti e serv mento delle attrattive
L’Assessore allo Svilu izi.
ppo Economico Fabr
nicamente – ci ha an izi o Velocci – che abbiam
che illustrato divers o contattato telefo-
Ardea: dallo «Sporte e iniziative messe in ca
llo Unico per le Attivit mpo dal Comune di
cittadini che promuo à Produttive (SUAP)
vono iniziative impr , che offre supporto
(www.ardea.paginea enditoriali», al «ser ai
ttivita.it), un portale vizio Pagine Attività
bilità delle attività pr m es so a disposizione di
oduttive presenti ne imprenditori e cittad
l’assessore Velocci – l territorio». «L’obietti ini per la visi-
è quello di mettere a vo delle iniziative prop
e agricolo degli strum disposizione di chi op oste – prosegue
enti di formazione, uti era nel settore comm
coltà come quella att li ad assicurare un’adegua er ciale, industriale
uale”. ta gestione di situazio
ni di diffi-
D. R.
Recuperare il rapporto con la terra: le fattorie didattiche
La modernità, l’urbanizzazione e l’industrializza-
zione ci hanno resi poco attenti alle attività delle campagne, ai prodotti locali e alle trasforma-
zioni che questi devono subire prima di arrivare al supermercato e poi alla nostra tavola. Le fattorie didattiche
rappresentano il luogo ideale in cui osservare di persona la natura e il lavoro agricolo. Una fattoria didattica
è un’azienda agricola o agrituristica in cui si svolgono attività educative “attive”, in particolare per bambini e
ragazzi. L’obiettivo è diffondere la conoscenza delle attività svolte, coinvolgendo gli ospiti nella realizzazione
di un "prodotto" tipico o in altre attività agricole, come la raccolta di prodotti ortofrutticoli. Le Fat-
torie didattiche creano contatti fra mondo urbano e rurale, e diffondono nelle nuove ge-
nerazioni tradizioni e usanze della cultura contadina. Valorizzano, inoltre, i mestieri e
la manualità artigianale con l’esperienza diretta.
A questo nuova esperienza educativa è dedicato il nuovo sito www.fattoriedi-
dattiche.biz. «Dall'ultimo censimento realizzato da Alimos nei mesi di luglio
e agosto 2009 – si legge nel sito – risulta che in Italia sono attive oltre 1.750
Fattorie Didattiche. La maggior parte sono concentrate soprattutto
in Emilia-Romagna, Lombardia, Veneto, Piemonte e Puglia.
Il settore è in costante crescita».

Maria Valeria Pieraccini


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Incrocio culturale
Ci e’ piaciuto
Di film, si sa, ce ne sono di molti tipi: ci sono film tragici, film
comici, film d’amore, film che fanno riflettere. E poi ci sono i film come
Avatar, che non rientrano in schemi fissi, ma impongono i loro, film che
non seguono le correnti del cinema, ma “fanno il cinema”. Gli amanti di
fantascienza, avventura e amore trovano in Avatar un comune portaban-
diera nella cinematografia internazionale, un punto d’incontro fra i vari
gusti del pubblico. Il regista Cameron, a dispetto delle critiche che vedono il film
come privo di una storia, porta sulla scena un film non visto dalla nostra solita “prospettiva”:
il protagonista non è, come spesso accade, l’eroe che sconfigge “gli alieni”, ma la situazione è
paradossalmente ribaltata. Egli infatti si trova ad essere l’alieno in un mondo a lui sconosciuto.
Certamente Avatar non sarà il film che rivoluzionerà la storia del cinema ma Cameron merita
rispetto e ammirazione. Sa perché e su quali temi rischiare, in un’epoca in cui la grande mag-
gioranza cerca soltanto l'incasso sicuro. Onore al merito! AVATAR

@
USA 2009
Daniele Iodice Regia: James Cameron
iodice.daniele@alice.it
Genere: azione, fanta-
scienza, avventura
Durata: 166’

Non ci e’ piaciuto
In tempi recenti, le commedie romantiche hanno preso la
brutta abitudine di rovinarci l'effetto sorpresa e la poesia che accom-
pagnano la nascita di un sentimento per sposare la manualistica. L'aspetto
meno convincente di questa commedia è l'insistente presenza delle regole
amorose, sempre le stesse! Abby è una produttrice televisiva che, pur es-
sendo bellissima e intelligente, non riesce a trovare un fidanzato. Il condut-
tore Mike, un macho brillante, ma fastidiosamente volgare e fanatico, la aiuta
a far colpo sul vicino di casa. Mentre la educa sul come vestirsi e cosa fare e non fare, ovvia-
mente si innamora di lei, finendo per ribaltare l'assunto iniziale del film. Nemmeno la conclu-
sione zuccherosa e scontata della vicenda ci convince. Non sarebbe stato bello, almeno per
una volta, trovarsi di fronte a un finale inatteso? Avremmo inoltre voluto vedere i due prota-
gonisti alle prese con personaggi diversi da quelli che li hanno lanciati: la Heigl è ancora la te-
nera Izzy Stevens che abbiamo conosciuto nel telefilm Grey's Anatomy e Butler è il “rozzo” LA DURA VERITA’

@
USA 2009
guerriero greco Leonida di 300.
Aura Del Frate Regia: Robert Luketic
ladybiscottina@hotmail.it Genere: commedia, ro-
mantico
Durata: 97’

Lo andremo a vedere
1995. Nelson Mandela, dopo esser stato eletto presidente, guida
il Sudafrica, finalmente uscito dall'apartheid. Un evento sportivo ecce-
zionale potrebbe portare il Paese a una svolta per lasciarsi alle spalle le
sofferenze della segregazione razziale e riunire per la prima volta bian-
chi e neri: la Coppa del mondo di rugby. Il rugby è sempre stato lo sport
più seguito dagli Africani anche se a tutti i cittadini di colore veniva ri-
servato negli stadi un misero settore, occupato di solito dai tifosi della squadra avversaria.
Con l’arrivo del campionato mondiale, il presidente Nelson Mandela entra in campo con
la maglia degli Springbooks: un passo decisivo verso la pace tra bianchi e neri. A sostenere
questo progetto di riunificazione tramite lo sport vi era Francois Pienaar, capitano della
squadra di rugby nazionale del Sudafrica… Un film che non ci perderemo!!
INVICTUS
USA 2009

@
Giada Farneti Regia: James Cameron
giada.farneti@alice.it Genere: azione, fanta-
scienza, avventura
Durata: 166’
Dropkick Murphys
The Green Fields Of France
Terza corsia 7

Oh come stai giovane Willy McBride


Ti dispiace se mi siedo qui accanto alla tua tomba
La pagina culturale di Sulla Via
E riposo per un po’ nel caldo sole estivo
Ho camminato tutto il giorno, e sono quasi sfinito
E vedo dalla tua lapide che avevi solo diciannove anni
Quando partecipasti ai grandi caduti nel 1916
Ebbene spero tu sia morto velocemente
E spero tu sia morto senza sofferenze
Chi sono i
Oh Willy McBride, fu lento e osceno Dropkick
Hanno colpito i tamburi lentamente Murphys?
Hanno suonato il piffero silenziosamente
Hanno suonato la marcia funebre quando ti hanno calato
giù
La banda ha suonato “the last post” e il coro
Le cornamuse hanno “flowers of the forest” ? Formatisi nei pressi di Boston nel
1996, i Dropkick Murphys appartengono al ge-
(...) O sei uno straniero senza neanche un nome nere punk irlandese, che mescola i caratteri ti-
Per sempre custodito dietro una vecchia lastra di vetro pici del punk con la musica tradizionale
In una vecchia fotografia strappata, stracciata e macchiata irlandese. Sono stati conosciuti dal grande
E sbiadita al giallo in una cornice di pelle marrone
pubblico grazie al tour europeo del
(...) Le trincee sono sparite da molto sotto l’aratro loro quinto album: The warrior’s
Niente gas, nessun filo spinato, niente fucili che sparano code (dal quale è anche
Ma qui in questo cimitero che è ancora la terra di nessuno tratto il brano).
Le innumerevoli croci bianche stanno in piedi come muti testimoni re
Della cecità dell’uomo nei confronti del suo simile er
e gu
el
E un’intera generazione fu mandata al macello e dannata
t t
E non posso che chiedermi o Willy McBride d i tu mo
i p i l i a
Tutti coloro che riposano qui sanno perché sono morti c g
Hai veramente creduto loro quando ti hanno detto la causa p rin , vo ere,
Hai veramente creduto che questa guerra avrebbe fatto terminare d ei d i ato bar ri
e e
le guerre
a fin ass più
Ebbene la sofferenza, l’amarezza, la gloria, la vergogna
mo l e lt ) e d è rann
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li a v o
e ltr ci sa
L’uccidere e il morire, fu fatto tutto invano
Oh Willy McBride è successo tutto ancora v og oos l ' a
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E ancora, e ancora, e ancora, e ancora r ra no
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iù e nto e. L' dio ( rioso. Curiosi, si: tutti odiano la
P ia m str se
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rch le no ell'a
guerra, tutti la ritengono immorale; eppur
c c e e d gli stessi che fino ad un attimo prima bandivano
d i a ener fine per sempre la guerra dai loro pensieri sono i primi a
ra t la
u er man re è raccogliere le armi, curioso no? Il brano qui riportato de-
a g e o nuncia in un modo malinconicamente palese le bugie della
è un 'altro l'am guerra, le sue atrocità. Mai bisogna infatti cadere nell’errore di pen-
ed dell
r ra ura
sare alla guerra come qualcosa di entusiasmante (diceva Erasmo da Rot-
u e m terdam “ dolce è la guerra a chi non l’ha mai provata”) o alla guerra “ideale”,ad
i n g e le una guerra giustificata, perché essa non esiste (“Mai pensare che una guerra, anche
m o ter
t
Sia bba
se giustificata, non sia un crimine” Ernest Hemingway). La guerra inoltre non è solo la
a guerra fra stati, fra persone che si uccidono a vicenda, la nostra vita è piena di “guerre” , sia
con noi stessi che con gli altri. Disse Einstein “ non ho idea con quali armi si combatterà la terza
guerra mondiale, ma la quarta sarà combattuta con i bastoni e le pietre”, l’unico scopo della guerra?
L’annientamento di ogni forma di dialogo e di vivere umano.

@
Daniele Iodice
iodice.daniele@alice.it
appuntamenti di sosta
Il 17 febbraio è MERCOLEDÍ DELLE CENERI, giornata di astinenza e digiuno.
Alle ore 17.30 si terrà la Celebrazione Eucaristica e l’imposizione delle ceneri.

Il 19 febbraio alle ore 20.30 si terrà l’incontro del Comitato Festa patronale

Il 06 marzo alle ore 15.00:


Liturgia Penitenziale per i ragazzi del 1° anno di catechesi in preparazione alla
Prima Comunione

L’11 e il 13 marzo dalle ore 16.00 alle ore 18.00 verrà in parrocchia il sarto,
che prenderà le misure per la veste della Prima Comunione.

Per maggiori informazioni: sullavia.redazione@gmail.com

Rimanete in contatto con noi: visitate il nostro


blog http://sullavia.wordpress.com

Sulla Via Alcune foto


della nevicata
del 12 febbraio
Redazione e sede:
Largo Imperia snc
00040 - Nuova Florida, Ardea
(Rm)
Liquore d’arancia dolcimetro
a cura di Alessandra Baroni
scorso

tel. 06 9130127 Ingredienti:


e-mail: 6 arance grosse
sullavia.redazione 1 l di alcool da liquore a 90°
@gmail.com
1 kg di zucchero
Direttore editoriale: 650 g d’acqua
don Paolo
Palliparambil.
Direttore: Luca Vita. Preparazione:
Redazione: In un vaso a chiusura ermetica mettete a macerare in ½ litro d’alcool la buccia
Maria Bonfà, Enrico (solo la parte gialla) delle arance tagliata a strisce. Chiudete ermeticamente e
Cappellacci, Aura Del
Frate, Maria Laura Fab- lasciate in infusione per 40 giorni al buio, scuotendo il vaso due volte al
bri, giorno. Trascorso questo tempo, mettete in una casseruola 900 g di
Giovanni Gaigher, Daniele zucchero con 600 g d’acqua, fate bollire per 2 minuti, lasciate raf-
Iodice, Giulia Pieraccini,
Valeria Presti, Giada Farneti, freddare, poi versate nell’infuso.
Daniele Reitano. Fate caramellare il rimanente zucchero con la rimanente
Collaboratori: Alessandra Ba- acqua, unitelo all’infuso e unite anche il restante alcool.
roni, Antonio Conte, Maria Vale-
ria Pieraccini
Lasciate riposare per 1 giorno, poi filtrate e imbotti-
Progetto grafico: gliate , tappate e degustate dopo due mesi.
Giulia Pieraccini.
Chiuso in redazione il 13/02/2010. ipto
pro manu scr

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