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Tenco e l'immortalità
Di Claudio Forti
QUADRO 1°
LUIGI: Sono io. Ma mi chiami Luigi Tenco. Chiami i suoi amici per
cognome e nome!
VOCE: E poi?
LUIGI: Ma chi siete? Cosa volete farmi? Potrei denunciarvi per sequestro
di persona!
LUIGI: Ma sentilo! Posso avere l’onore di sapere con chi sto parlando?
Un interlocutore nascosto è sempre una presenza inquietante.
LUIGI: Ancora? Dove sono… Con chi sto parlando… Maledizione, ci vuole
così tanto a spiegarmelo?
VOCE: Stia calmo, Tenco. Sto ancora aspettando. Sto aspettando che lei
mi racconti i suoi ricordi. (INIZO SOTTOFONDO STRUM)
LUIGI: L’ultimo ricordo è una luce abbagliante…e poi questo forte dolore
alla tempia e…questa stanza...non parteciperò mai più ad una gara come
quella. Non ho cantato bene, lo so…ma la canzone non era da escludere.
1) Ciao amore ciao (A)
La solita strada, bianca come il sale
Il grano da crescere, I campi da arare
Guardare ogni giorno
Se piove o c'è il sole
Per saper se domani
Si vive o si muore
E un bel giorno dire basta e andare via
Ciao amore
Ciao amore, ciao amore ciao
Ciao amore
Ciao amore, ciao amore ciao
LUIGI: Può darsi. Ma è questa società falsa ed ipocrita che non tollero.
Apparire, apparire a tutti i costi, essere costretti a farsi imprigionare in
una stanza tutta bianca…proprio come questa, solo per piacere alla
gente.
VOCE: come questa…dice bene lei. Non pensa che questa stanza possa
essere ciò che ha sempre cercato?
LUIGI: Ancora! Ancora con questa storia delle valutazioni, dei giudizi, dei
voti della giuria…non voglio più saperne niente, niente! Anzi, sa cosa le
dico? Abbandono il mondo della canzone. Va bene così? Ora mi faccia
uscire.
LUIGI: Ero nervoso, depresso, avevo bevuto un po’ troppo, forse. Non
ricordo altro. Solo una luce accecante ed un sonno profondo.
LUIGI: Come definirebbe una vita come la mia? Vivere con la continua
sensazione di sfiorare il successo e ricadere nella banalità. La ricerca di
motivazioni è una brutta bestia per chi vuole comunicare le proprie
emozioni. Trovo tutto inutile, certe volte.
LUIGI: Infatti. E’ ciò che mi chiedo anch’io. Ehi, ma lei crede che io abbia
una risposta a tutto? Non so neanche perché scrivo canzoni…
VOCE: Si è mai chiesto perché le sue canzoni siano diverse dalle altre?
LUIGI: Crede che non ami la vita? La amo come gli altri, più degli altri, se
proprio vuole saperlo, ed è proprio la gioia dell’esistere che mi porta ad
amplificare fattori di disturbo e scorie che ci avvelenano, i falsi miti che
ci circondano, intolleranza, ingiustizia, banalità. Un pessimista non è
mai un vero pessimista, è un ottimista che teme di soffrire troppo.
2 )IN QUALCHE PARTE DEL MONDO (DO)
VOCE: Tenco, voglio essere sincero fino in fondo con lei. Questo dialogo
ha uno scopo ben preciso: scoprire cosa è rimasto dei suoi sogni e del
suo entusiasmo.
VOCE: Ne è sicuro?
TRACCIA 2
LUIGI: Dove sono? Dove sono finito? (silenzio) Gradirei una risposta!
(silenzio) Non potete trattarmi così! Chi vi dà il diritto di…(prende a
pugni e calci le pareti, in piena crisi isterica)
LUIGI: Il mondo , certo. Quello che odio, che disprezzo, che mi porta a
guardare lo schifo di questa società ottusa. Ma qui fuori, non c’è quel
mondo.
VOCE: Era così anche prima, sa? Quando lei credeva di essere illuminato
dalle luci della ribalta, quando sognava un mondo migliore, quando
viveva dentro di sé la voglia di emergere. Il buio ci circonda sempre, sta
a noi accendere la luce ed individuare la strada.
LUIGI: Ma come posso sperare nel successo, se tutto rema contro di me?
Se il pubblico apprezza l’esteriorità, come potrà accettare le lacrime che
si nascondono dietro ogni mia parola, dietro ogni mia nota?
TRCK 3
3) VEDRAI VEDRAI (LA- MODULAZIONE IN RE-)
LUIGI: Cosa si può pensare di un figlio che non riesce a trovare la propria
strada? Scrivo canzoni, è vero, ma non basta. La mia insicurezza e il mio
dolore li vedo riflessi negli occhi di mia madre. Non è rimprovero il suo,
ma qualcosa che somiglia alla pietà. Mi ferisce, tutto questo…
VOCE: Lei , magari, è un figlio “speciale”, che però non sa leggere negli
occhi di una madre.
LUIGI: I miei problemi…cosa ne sa, lei, dei miei problemi? Vorrei fuggire
dal mondo come da questa stanza bianca, dagli amici come dall’amore!
Cosa ne sa di me? Chi è lei per…valutarmi?
Mi risponda , la prego.
VOCE: Si crede morto, lei? Non si muove, non pensa, non si arrabbia,
non piange proprio come prima?
LUIGI: Prima….quando?
VOCE: La morte non esiste, Tenco. Esistono solo passaggi e, per alcuni,
l’immortalità. Forse aveva immaginato questo momento in modo
diverso, non è così?
LUIGI: Che ne sa lei dei miei pensieri, della mia idea della morte?
VOCE: Sono qui per valutarla ,Tenco. Il linguaggio delle sue canzoni è un
mezzo più che sufficiente per conoscerla bene.
LUIGI: Che importa, ormai? Sono morto. (pausa) Ho pensato spesso alla
morte come alla fine di tutto. In certi momenti di tormento la vedevo
come una possibile via d’uscita. Un’alternativa a quella prigione di vetro
cui la vita ci costringe, togliendoci la speranza.
LUIGI: L’amore?
LUIGI: L’amore è una giornata di pioggia. Bisogna essere ben protetti per
uscirne asciutti. (pausa) Nel mondo che ho conosciuto, l’amore è una
grandine insidiosa... Ho amato soltanto lei: Valeria. Era semplice,
diversa, sapeva accettare i miei sbalzi d’umore, sapeva, a modo suo,
rendermi sereno... Ma nulla dura per sempre...TRCK4 Quando mi ha
lasciato, ho conosciuto la francese. Sono finito tra le sue braccia, manco
fosse un contratto da rispettare. I fotografi, i giornalisti, la gente
curiosa…tutti lì a chiedere quanto ci fosse di vero in quella storia.
L’amore è un sentimento troppo nobile per essere mischiato ad interessi
o usato per immagini da rotocalco. L’amore è quello che nasce
dall’anima. Una pennellata di colore su tutto quel grigio…
LUIGI: I colori del mondo non mi sono mai appartenuti. I miei colori? Le
canzoni. Ma, ormai ammesso che questo sia solo un sogno, al risveglio
non cambierebbe nulla. Leggerei sui giornali dell’ eliminazione al festival
di quel Tenco dall’aria seriosa, presuntuoso cantante sopravvalutato. E,
come sempre, il trionfo delle banalità vestite a nuovo, i commenti idioti
degli esperti, la gloria dei vincenti. A conti fatti, meglio essere morto. Se
c’è una cosa che non ho mai retto è la stupidità.
TRCK 5
QUADRO 7°
VOCE: Questa stanza è tutto ciò che lei ha cercato in vita, Tenco. Essere
compresi dal mondo non è indispensabile. Nel bianco di questo luogo c’è
solo voglia di capire…e valutare.
LUIGI: Mi valuti, allora! Mi dica se sarò degno del favore del pubblico.
Non c’è umiliazione più grande: sentirsi sempre sotto esame, dover
dimostrare, tanto, troppo, tutto. Non ho mai inquadrato le mie canzoni
nel filone della musica leggera, ma in quello della musica popolare. Solo
con la musica popolare si possono esprimere emozioni e sentimenti in
modo schietto e diretto. E’ così che la penso. Ma a chi vuole interessi,
ormai, il mio pensiero…
VOCE: Basta con questa storia, Tenco. Il suo pensiero è suo e di nessun
altro. Vorrebbe forse non pensare?
VOCE: E poi…chi le dice che le sue idee, in campo musicale, non possano
trovare estimatori tra le nuove generazioni?
LUIGI: Non mi sembra…i miei abiti sono gli stessi che avevo nella camera
d’hotel…e questo fastidio alla tempia…
QUADRO 8°
LUIGI: Immortale…?
LUIGI: Ma perché?
VOCE: Ciò che ci circonda è specchio della nostra anima. E le tue canzoni
sono lo specchio su cui si rifletteranno le emozioni di tanta gente.
LUIGI: Ma come…? Sembrava non importasse a nessuno delle mie
canzoni…
VOCE: Sai cosa affligge gli uomini, specie quelli di talento come te? Il
tempo. In un mondo di ritardatari, tu sei arrivato in anticipo. Vai,
adesso.