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Qual è la motivazione per la quale il legislatore ha inteso introdurre la

materia dell’educazione civica nelle scuole di ogni ordine grado. A tuo


giudizio si può prevedere l’introduzione di altre discipline in un
prossimo futuro?

Come la maggior parte delle riforme è avvenuta nel secondo dopo guerra,
anche l’inserimento di nuove materie, scolastiche, è avvenuto dopo la seconda
guerra mondiale. L’educazione civica infatti, fu introdotta da Aldo moro nel
1958 sia nelle scuole medie che nelle scuole superiori, inizialmente
subordinata alla materia di storia ma poi resa materia a se stante nel 1990.
L’educazione civica è lo studio delle forme di governo di una cittadinanza, con
particolare attenzione ai ruoli dei cittadini, alla gestione e al modo di operare
dello Stato. Non a caso questa materia, come varie volte abbiamo ripetuto, è
uno dei tanti frutti delle riforme, avvenute dopo il secondo dopo guerra,
infatti, se andiamo ad analizzare il significato della parola cittadinanza,
potremmo dire che la cittadinanza è la condizione della persona fisica, alla
quale l’ordinamento giuridico riconosce la pienezza dei diritti civili e politici.
Questi principi, del quale la cittadinanza è formata, erano esattamente
l’opposto dei principi dell’Italia durante la seconda guerra mondiale: infatti
l’Italia era sottoposta al regime fascista il quale aveva imposto a qualsiasi
persona e a qualsiasi ente dell’informazione, il divieto assoluto di libertà di
parola di espressione e di pensiero. Questi divieti, sono chiaramente contrari
al pensiero della cittadinanza: il riconoscimento della pienezza di diritti civili e
politici a qualsiasi persona fisica. Se ci fossimo trovati nella seconda guerra
mondiale durante il periodo fascista, se avessimo espresso il nostro pensiero
contrario al regime fascista o a qualsiasi cosa ad esso collegata, ci saremmo
sicuramente trovati o perseguitati dalle autorità politiche o costretti a lavorare
in qualche campo e a essere trattati come schiavi. Oggigiorno ci sembra una
follia, ma all’epoca era la normalità. Ma come mai questa differenza di visione
della repressione della libertà di parola? Semplicemente, grazie all’acquisizione
della coscienza di ciò che è giusto e di ciò che è sbagliato, questo grazie anche
all’insegnamento dell’educazione civica, fornita nelle scuole alle nuove
generazioni nate dopo la seconda guerra mondiale. Per capire questo
passaggio, facciamo un’altra volta un tuffo nel passato. Anni 40, siamo dei
giovani di 14 anni, cresciuti in un’Italia monarchica, con una piramide sociale,
in alto il re, alla base i cittadini. Arriva la seconda guerra mondiale anzi, ancor
prima della seconda guerra mondiale vengono promulgate le leggi razziali: “La
rovina di Italia” diremmo oggi, ma all’epoca qualcosa di più che normale.
Perché? Semplicemente perché come abbiamo detto, siamo già abituati ad
una differenza gerarchica tra noi e chi è il potere, tra i poveri e i ricchi, tra
coloro che hanno da lavorare e chi no, quindi le leggi razziali vedendole sotto il
punto di vista di una persona che è nata con questa ideologia e che ci è
cresciuta, non sono altro che l’ingrandimento di questa piramide gerarchica
che porta al soggetto, solo dei benefici: all’ultimo posto non ci sono più i
cittadini d’Italia, il popolo italiano, ma l’ultimo posto è occupato dagli ebrei, i
disabili, gli omosessuali, coloro che hanno problemi mentali e tutti coloro che
sono che sono di intralcio per la società; vengono messi all’ultimo posto.
Ideologia più che sensata per il punto di vista dell’epoca, ma non sensata anzi
profondamente razzista, per l’ideologia di oggi. Infatti noi, con i nostri genitori,
siamo nati e sempre cresciuti, con la convinzione che ognuno di noi ha i propri
diritti e i propri doveri, che sono uguali per ogni cittadino senza distinzione di
sesso, età, orientamento sessuale, situazione economica, credo religioso.
Quest’odio nei confronti del razzismo, non è dato solo dal pensiero influenzato
sin dalla nascita che ognuno di noi è uguale all’altro, ma anche dall’educazione
scolastica che abbiamo ricevuto: questo grazie anche all’inserimento
dell’educazione civica come materia. D’altronde abbiamo detto che
l’educazione civica si occupa di studiare la cittadinanza di tutti i popoli e la
cittadinanza abbiamo detto essere i diritti che ogni persona fisica, e che quindi
nell’educazione civica vengono ribaditi tutti quanti quei diritti, che sono stati
proibiti nel regime fascista, ecco perché tutta questa differenza nel pensiero.
Quindi possiamo tranquillamente affermare che il legislatore ha fatto più che
bene a inserire l’educazione civica, come materia scolastica, in quanto, questo,
ha aiutato le generazioni successive, a vedere qualcosa che in passato è stata
vista come il pericolo, colui che ti avrebbe portato alla morte, a una semplice
persona come noi. D’altronde si è sempre detto che la storia non potrà mai
essere cancellata, infatti se la storia venisse cancellata, l’uomo non avrebbe
più conoscenza delle distruzioni avvenute in passato, e ricommettendo gli
stessi errori, avverrebbero le stesse tragedie. Ecco perché ogni passo che
l’uomo fa avanti, è sempre pensato su ciò che è accaduto dietro senza una
buona legislazione. Penso quindi che ci saranno anche altri passi in futuro,
riguardanti l’inserimento di nuove materie all’interno del piano scolastico, che
possano plasmare gli studenti, in maniera tale che si comportino come
persone civili una volta immessi nella società e nel mondo del lavoro, per
coadiuvare l’intervento dei genitori a formare i figli e in ultimo, ma non per
importanza, per conoscere i diritti e doveri dei cittadini.

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