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Basandosi su questa definizione, il terapista deve rilevare, identificando i punti di repere del soggetto seduto
sull’ausilio che abitualmente usa, e riportando i dati sulla tabella, se il segmento si discosta dalla posizione di
riferimento, segnalare di quanti gradi è la deviazione e se è riducibile o meno.
Questo ci permette di identificare la posizione seduta del nostro cliente, indicando in particolare, quali atteggiamenti
siano dovuti a deformità non riducibili, e pertanto non modificabili.
Il primo segmento corporeo che viene preso in considerazione è il bacino, in quanto è il segmento prossimale di
riferimento per i segmenti distali soprastanti (tronco – capo – arti superiori) e per quelli sottostanti (cosce – gambe –
piedi). Vengono poi analizzate le posizioni distali.