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GIORGIO VASARI (pt.

2):
È uno scrittore e pittore del XV secolo, è il realizzatore degli Uffizi e
scrive la vita degli artisti nel suo libro intitolato Le Vite.
Fu il primo a documentare la vita quotidiana degli artisti nei loro
minimi particolari.
Parte a descrivere da Giotto, fino a Michelangelo.

Vasari costruisce un tunnel per permettere alla famiglia dei Medici di


passare da Palazzo della Signoria, fino a Palazzo Pitti.

Dipinge la Battaglia a Torre San Vincenzo, lo scontro fra Fiorentini e


Pisani a Palazzo della Signoria.
Sotto quel quadro è nascosto il quadro perduto di Da Vinci della
Battaglia di Anghiari, che venne copiata da Paul Rubens prima di
venire bruciata.
Sul quadro di Vasari è dipinta una bandiera su cui c’è scritto: “Chi
cerca trova”, per formare una specie di rebus riguardante il quadro
di Da Vinci.
LEONARDO DA VINCI:
Figlio di Ser Piero Da Vinci, cresce nella sua casa (chiamata la “casa di
Ser Piero Da Vinci”) e studia nella Compagnia di San Luca, ha un
aspetto curioso e attento sulla realtà ed ha una grande libertà di
apprendimento.
Si dedica allo studio “scientifico” della realtà, usando l’arte come
forma di conoscenza; la sua produzione artistica arriva a circa 40
quadri.
Inventa la tecnica dello sfumato, per rendere meglio le polveri nei
suoi quadri. Da Vinci segna il Rinascimento con il suo pensiero, secondo
lui ogni quadro doveva avere Vita.
La figura di Da Vinci è spesso romanzata e indicata come esempio per
l’artista-genio, lo stesso Vasari lo descrive come “vario et instabile”
(vario e instabile) descrivendolo nelle sue opere.
Inventa la tecnica del contrapposto, una tecnica in cui il soggetto ha
le sue due figure principali (solitamente testa e busto) rivolte da
parti opposte, per dare un senso di equilibrio nel quadro.
Crea anche la tecnica del tratteggio, che consente tramite linee
perpendicolari di tracciare le sfumature di determinate parti del
corpo.
Quando Da Vinci si trasferisce a Milano, lavora come artista di corte,
progettando opere come il Monumento equestre di Francesco
Sforza.
Da Vinci studia il moto dei venti, questo lo sappiamo dal Codice
Hammer/Codice Leicester: una serie di disegni sfumati che
rappresentano il suo studio del vento e del suo moto nello spazio del
quadro. Il nome deriva dal primo acquirente, il conte di Leicester:
Thomas Coke. Oggi il codice Hammer è custodito da Bill Gates, nella
sua collezione privata; prima di lui fu custodito in Inghilterra dai
Windsor.
GRANDI INVENZIONI:

Carro Armato/Macchina da Guerra:


Progettato da Leonardo nel 1485 è la prima “bozza di un carro
armato”.
Viene riprodotto in una riproduzione in legno da Da Vinci, che si trova
a Milano nel Museo Nazionale della Scienza.
È un carro armato a forma di testuggine, rinforzato con piastre
metalliche, sormontato da una torretta per l’avvistamento e sulla
base armato con dei cannoni disposti a 360°.
La direzione del fuoco doveva essere data dagli uomini presenti
nella parte superiore del carro che attraverso una serie di fessure
potevano vedere il campo di battaglia.
Il progetto non fu mai approvato, perché Leonardo pensava di
sfruttare dei cavalli, da contenere all’interno del carro, come forza
motrice per far muovere il carro, ma l’idea che i cavalli potessero
imbizzarrirsi e impazzire all’interno del campo fece subito arretrare
l’idea.
La Città Utopica:
Una serie di disegni di Da Vinci con argomento urbanistico, ubicati nel
Manoscritto B dell’Institut de France di Parigi.
Sono riflessioni di Da Vinci fatte tra il 1487 e il 1490, quando Leonardo
era sotto la corte di Ludovico il Moro; i suoi disegni erano idee che
puntavano a migliorare l’efficienza della città dopo la peste del
1484-1485, per garantire maggiore igiene e il dividere la città in due
zone: zona produttiva e zona signorile.
Si dice che questo quadro prenda molto spunto dalla città ideale di
Leon Battista Alberti.

GRANDI OPERE:

Sant’Anna, il Bambino e San Giovannino:


Fu pensata per l’altare della basilica della Santissima
Annunziata, ma il progetto non fu mai realizzato perché Da Vinci si era
già spostato a Milano prima della realizzazione dell’opera. Il
cartonato su però rieseguito per il Re di Francia (che aveva
conquistato Milano), infatti si crede che l’opera fu rivisitata dall’idea
originale, per le preferenze del governo francese.
L’opera è realizzata con il carboncino e tempera BH (gessetto bianco),
usato al posto della sanguigna (gesso rosso) per realizzare la bozza
del quadro.
In questo quadro sfrutta la tecnica dello sfumato nei contorni dei
personaggi, mentre usa la matita BH per i colpi di luce.

La Vergine delle Rocce:


Dipinta da Da Vinci sotto ordine religioso, si trova al Louvre e a
Londra. Sullo sfondo ha una grotta inventata con dei tronchi e un
lago.
Le luci che colpiscono il quadro sono 2: la prima una luce di fronte,
che è una luce spirituale, la seconda invece proviene dal fondo della
caverna.
Dalla testa della madonna parte una piramide che prende tutti i
soggetti del quadro.
Se inventiamo delle linee rette che partono dalle mani dei
personaggi, si nota che tutte puntano la mano di Giovanni
Battista.
Il Cenacolo:
Ubicato nel convento domenicano di Santa Maria delle Grazie a
Milano, il Cenacolo è una delle opere più famose di Da Vinci,
commissionato da Ludovico il Moro.
Il Cenacolo rappresenta l’Ultima Cena di Gesù con tutti gli Apostoli; ci
fu un’altra rappresentazione del cenacolo, quella del Pinturicchio, ma
Da Vinci a differenza sua riprende la scena da davanti.
Da Vinci studia tutti i personaggi, parte dalle porte della chiesa e le
“prosegue” nel quadro, dando un senso di continuità.
Gli Apostoli sono posti in modo da bilanciare il quadro e Gesù è posto
al centro di essi, la bocca di Gesù è aperta perché sta per annunciare
che qualcuno lo tradirà.
Allo stesso tempo si vedono tutti gli Apostoli sconcertati dalle parole di
Gesù:”In verità io vi dico, qualcuno di voi mi tradirà”.
Le figure sono tutte raggruppate a tre a tre, mentre Gesù è il fulcro
di una forma piramidale.
La luce proviene da sinistra l’unica fonte di luce in cui sono presenti
due finestre, mentre abbiamo un’altra illuminazione posteriore, che
porta Gesù in isolamento sovrannaturale, rappresentato da un
rapporto di controluce.
L’unico problema di questo quadro è la sua graduale degradazione
molto veloce; infatti, venne sempre restaurato dal 1600 fino al
1999, questo avvenimento è dovuto alla tecnica dell’olio
sperimentale di Da Vinci.
I soggetti rappresentati sono (da sinistra verso destra). Bartolomeo,
Giacomo Minore, Andrea, Giuda, Pietro, Giovanni, Cristo,
Tommaso, Giacomo Maggiore, Filippo, Matteo, Taddeo e Simone .

Battaglia di Anghiari:
Quadro commissionato dal gonfaloniere della Repubblica Pier
Soderini, per decorare la Sala del Maggior Consiglio in Palazzo
Vecchio, in memoria della vittoria delle truppe fiorentine, contro
quelle milanesi nel 1440.
Da Vinci costruisce un 18x7 circa a partire dal 1504, ma interruppe i
lavori quando si trasferì a Milano. Come nell’ultima cena Da Vinci
applica la tecnica dell’olio sperimentale, che ha però causato il
deterioramento molto veloce dell’opera.
L’opera venne bruciata, ma ad oggi ci restano tre copie di essa. La
più importante è sicuramente quella di Rubens, che la copiò poco
prima che venne bruciata.
Nel quadro incontriamo gli studi dell’animo di Da Vinci, si intravede la
paura negli sguardi dei personaggi con i loro movimenti vorticosi
e contrastati.
L’opera di Da Vinci a Palazzo Vecchio fu poi sostituita dal quadro di
Vasari della Battaglia a Torre San Vincenzo.
La Gioconda:
L’identità della Gioconda è ancora sconosciuta dagli studiosi, si sa
solo che era attribuito alla moglie di Francesco Giocondo, Lisa
Gherardini.
Venne dipinto nella corte di Francesco I, re di Francia, ma venne
iniziato a Firenze, nella corte dei Medici, dove Lisa Gherardini fu
invitata.
Lo sguardo della Monna Lisa è detto eterno, perché da qualsiasi
angolazione tu la guardi, essa ti osserva sempre.
La fama di questo quadro dipende dalla vaga ambiguità dell’ultimo,
data dalla tecnica dello sfumato che Da Vinci ci inserisce, che annulla
i contrasti e definisce le forme con paesaggi e colpi di luce.
Il viso ha un carattere sfuggente, con un sorriso quasi
impercettibile, con una posa naturale, che rende la figura ripresa
frontalmente.
Il paesaggio del quadro è stato trovato e sembra essere quello della
Valle dell’Arno, scoperto grazie al ponte posto alla destra della
Monna Lisa.
Una particolarità di questo quadro è un “errore” di Da Vinci nella
rappresentazione della bocca; infatti, possiamo notare come nella
parte finale verso destra il sorriso sia protratto e poco reale.
Ritratto di Dama:
Ubicato a Milano è stato fatto da Da Vinci negli stessi anni della
Dama con l’ermellino.
Nel quadro si presumeva fosse raffigurata l’amante di re Francesco
I, Madame Ferron; si scoprì però che ci fu un errore di catalogazione
e il nome “Ferroniére” doveva rappresentare al nastro della dama.
Infatti, il vero soggetto è Lucrezia Crivelli, una dama legata alla
corte di Ludovico il Moro.
Il quadro è una rappresentazione a mezzobusto, con sfondo scuro e
un parapetto che deriva dall’arte fiamminga.
Il busto è protratto verso sinistra, mentre la testa a destra, questo
grazie alla tecnica inventata da Da Vinci, la tecnica del contrapposto,
per dare equilibrio all’immagine.
La Dama con l’ermellino:
Quadro di Da Vinci che rappresenta la quindicenne Cecilia
Gallerani, viene ricordata per le sue doti d’animo, la sua bellezza e la
sua cultura, che valsero al primo piano fino al matrimonio del Duca
con Beatrice d’Este.
L’ermellino rappresenta il cognome di Cecilia, essendo che in greco
ermellino si diceva galé, che richiama al cognome Gallerani.
Anche questo quadro è stato dipinto con la tecnica del contrapposto,
infatti la testa è rivolta verso destra e il corpo verso sinistra.
La mano di Cecilia non è molto uniforme, infatti ha le dita
allungate; sempre questa mano viene tesa sul corpo dell’ermellino,
mentre lo placa con un gesto lento e rassicurante.
Madonna col bambino e Sant’Anna/Sant’Anna, la Vergine, il
Bambino e l’agnellino:
Rappresentato in un paesaggio sovrannaturale con una infinita
profondità, questo quadro rappresenta Sant’Anna (Madre di Maria),
Maria Vergine, il Bambin Gesù e un agnellino.
L’agnellino rappresenta “l’agnello di Dio che toglie i peccati del
mondo”, tutti i personaggi hanno sguardi pensierosi, Gesù cerca di
sfuggire dalle braccia della madre, per andare verso l’agnello.
I colori nel quadro sono morbidi e con una particolare evanescenza,
che rappresenta la maturità di Leonardo.

Adorazione dei Magi:


Un carboncino e BH su cartoncino. Ricorda molto la Battaglia di
Anghiari, ha un impianto piramidale che punta verso i magi dalla
testa da Maria, i personaggi si contorcono e si contrappongono.
Nel quadro è presente l’alloro e la palma, che indicano rispettivamente
il trionfo e la morte di Cristo).
Si trova agli Uffizi ed è grande 2,43 x 2,47.
Annunciazione:
È un olio su tavola che rappresenta l’Annunciazione (angelo che va
da Maria a comunicargli la nascita di Cristo).
La pittura mette in luce l’essere umano con la Madonna
rappresentata in vesti rinascimentali e come donna aristocratica.
La Madonna è separata dall’angelo tramite un altare, il paesaggio è
formato da un alboreto con in fondo un monte, che rappresenta l’arte
fiamminga.
Il braccio della Madonna è sproporzionato di proposito e allungato
per dare proporzione al quadro in visuale laterale, dovuto al
posizionamento negli Uffizi.
Monte nell'Annunciazione:
Nel quadro dell’Annunciazione di Leonardo si vede sullo sfondo un
misterioso monte.
Questo monte si dice che sia il Monte Cacume, situato nel Lazio, sulla
catena dei Monti Lepini.
Da questo capiamo che sicuramente Da Vinci è stato a Roma e si
capisce da una lettera ritrovata in seguito che quest’ultimo è andato a
visitare le rovine di Villa Adriana a Tivoli nel 1500.
La particolarità di questo monte è che nel X secolo San Domenico da
Sora ci eresse un romitorio. Oggi sulla cima del Cacume noi possiamo
intravedere resti di torri e di una cinta muraria, derivanti
probabilmente dal “Castrum Cacuminis”; nel 1903 sulla cima venne
eretta una croce per ricordare il Giubileo di Papa Leone XIII.
Addirittura, il Monte Cacume fu citato da Dante in un suo passo del
Purgatorio.
MICHELANGELO BUONARROTI
È un pittore/scultore/architetto del XV secolo.
È un grande riconoscitore dei paesaggi Rinascimentali, nasce a
Caprese nel 1475 e muore a Roma nel 1564.
Passa da Firenze a Roma perché richiamato dal Papa.
La sua vita è divisa in tre fasi:
-Fase giovanile (23 anni): crea le Pietà: Madonna col Cristo in
braccio (prima pietà), Pietà Bandini (seconda pietà) e Pietà
Rondanini (terza pietà).
-Maturità (50 anni): dipinge la Cappella Sistina
-Ultima fase: periodo del non finito
Muore con lo scalpello in mano mentre stava facendo Pietà
Rondanini, cresce nelle cave di marmo, perché figlio del podestà
(controllore) delle miniere di marmo.
Michelangelo era impressionato dal bianco del marmo, perciò il
padre, vedendo il grande talento artistico del figlio, lo manda a studiare
presso una bottega di Firenze.
Michelangelo ha una formazione Neoplatonica, essendo che parla
dell’essere umano come rapporto con lo spirito, come descrive Vasari
nella 3a maniera del Rinascimento.
Come detto in precedenza Michelangelo venne mandato a studiare nelle
botteghe; le botteghe erano luoghi dove si copiavano opere d’arte,
studiandole.
Michelangelo conobbe un uomo molto sbruffone che copiava con lui nella
bottega e decise di deriderlo.
Michelangelo creò una statua spacciandola per antica,
posizionandola in uno scavo; l’uomo sbruffone la vide e la classificò come
opera classica risalente ai periodi antichi, ma Michelangelo smontò
subito la sua tesi, dicendogli che in realtà quella statua l’aveva
fatta lui, facendolo deridere da tutti.

GRANDI OPERE:

Angelo Reggicandelabro:
Firenze al tempo era zona di scontri tra fazioni, a 19 anni scappa a
Bologna da Giovan Francesco Aldrovandi, per cui realizzò l’Angelo
Reggicandelabro, che attualmente si trova nella chiesa di San
Domenico.
Rappresenta un angelo alato, inginocchiato con un candelabro sul
ginocchio alzato.

Battaglia dei Centauri:


Rappresenta questa battaglia di uomini contro i centauri (mostri
mitologici), è intagliata nel marmo, nell’opera dominano le linee
diagonali e le figure danno un senso di avvolgimento verso il
centro. Nell’opera il corpo umano è visto nella sua forma più istintiva
e brutale.
Statua dei Prigioni:
Grande rappresentazione della famosissima tecnica del non finito di
Michelangelo. Rappresenta questi uomini “imprigionati” nella pietra
in cui sono stati scolpiti tramite la tecnica di non finire l’opera, dando
ai soggetti questo senso di voglia di fuga (da questo il nome
dell’opera).

David di Michelangelo:
Statua ricavata da un blocco di marmo di 4 metri, fu scolpita da
Michelangelo in 3 anni, completata tra l’aprile e il maggio del 1504.
Fu realizzata da una bozza di Agostino di Duccio e poi riproposto da
Antonio Rossellino, ma venne bocciato per le caratteristiche poco
ottimali del pezzo.
Il David è sproporzionato, con una gamba tesa e un braccio piegato, la
testa girata e non si capisce se abbia già compiuto o stia per
compiere l’azione (uccidere il ciclope, passo della Bibbia), non è
rappresentato come l’eroe con spada, scudo e con molta fierezza, ma
come l’eroe penoso fissato nel momento che precede lo scontro
(almeno così si pensa).
La statua è stata studiata in proporzione solo se la si guarda dal
basso verso l’alto.
Rappresenta appunto David, che viene interpretato come difensore
delle libertà repubblicane (al posto del simbolo dell’eroe biblico).
Il David di Michelangelo diventa la prima statua di nudo esposta in
un luogo pubblico.

Tondo Doni:
È l’unica opera su tavola certa di Michelangelo.
Viene commissionata da Agnolo Doni (un mercante fiorentino).
All’interno dell’opera possiamo trovare il moto rotatorio delle figure,
che appare molto fluido, grazie al metodo di concatenamento dei
gesti.
Il paesaggio sullo sfondo è appena accennato per la costruzione
simbolica dell’immagine; infatti, è separato dal primo piano da un
muretto occupato da figure di giovani.
Le 3 pietà:
-Pietà di San Pietro (Madonna col Cristo in braccio): è la prima delle 3
pietà, viene commissionata dall’ambasciatore di Carlo VII per la sua
tomba nella Cappella di Santa Petronilla.
Rappresenta Maria che tiene il figlio Gesù in braccio, abbandonatosi
sul grembo.
Nel quadro Michelangelo ha voluto rimarcare il dolore, ma non nella
sofferenza, piuttosto nella bellezza spirituale del sacrificio di
Cristo: in quest’opera dà vita ad un’arte superiore alla natura, con una
bellezza che rivela il divino.
-Pietà Bandini: seconda pietà, costruita per la sua sepoltura,
rappresenta la Deposizione dalla croce di Gesù.
È molto complessa dal punto di vista tecnico, infatti è formata da 4
figure ricavate dal marmo, ruotanti su un’asse centrale.
Cristo privo di vita si accascia a terra e le altre figure cercano di
sorreggerlo, nel marmo è applicata una sofferenza che percepiamo
come fisica.
Michelangelo interruppe l’opera dopo 5 anni di produzione per
dedicarsi al suo ultimo lavoro, Pietà Rondanini.
-Pietà Rondanini: è l’ultima delle pietà, ma soprattutto l’ultima
opera di Michelangelo.
Imposta una prima versione poi abbandonata, per poi ricrearne
un’altra.
Questa seconda versione i 2 corpi non sono più divaricati fra loro,
ma sovrapposti, le figure sono ridotte a 2 e non si può dire chi stia
sorreggendo l’altro.
L’artista ci lavorò fino a pochi giorni prima della sua morte nel 18
febbraio del 1564.

Decorazioni della
Cappella Sistina:
La Cappella Sistina viene realizzata tra il 1477 e il 1480.
Per i suoi affreschi furono chiamati svariati artisti come: Michelangelo,
Perugino, il Pinturicchio, Botticelli, Ghirlandaio, Rosselli e Luca Signorelli .
Tutti questi pittori dipinsero la Cappella Sistina suddividendo in 2
parti la storia dell’umanità, l’Antico e il Nuovo Testamento e il
ruolo storico del Papato.
Per la volta della chiesa Michelangelo concepisce una grande
struttura architettonica dipinta, formata da 5 archi ribassati
collegati da una trabeazione, creando uno spazio illusorio.
Gli studiosi hanno individuato una serie di riferimenti stilistici a
Masaccio nelle statue ellenistiche, a Jacopo della Quercia nei
rilievi e a Ghiberti per le formelle.

Volta della Cappella Sistina:


I 12 Veggenti posti sulla volta, alti circa 3 metri sono racchiusi nel
quadro dei Sei Profeti e Sei Sibille.
In questo quadro troviamo l’intuizione e la prefigurazione del
divino, con effetti di cangiantismo (trapasso del colore ad un altro dal
diverso valore timbrico) e lo sfruttamento di tinte complementari.
Nel seguire il percorso narrativo degli affreschi, Michelangelo dipinge
la celebrazione del pontefice; in questo affresco rappresenta il
pensiero neoplatonico della liberazione dell’anima dalla schiavitù
terrena e il ritorno alla purezza
originaria.

Giudizio Universale:
È il più maestoso affresco realizzato nella Cappella Sistina. Venne
realizzato proprio da Michelangelo per volere di Clemente VII, nella
parete dell’altare.
Fu iniziato nel 1536 e finito nel 1541, fu realizzato sopra l’Assunzione
della Vergine di Perigino ai tempi del papa Sisto IV.
Il pittore nell’opera concepisce una visione tragica del destino
dell’uomo e una diversa idea di bellezza.
Nel quadro troviamo anche un moto vorticoso e continuo dei
personaggi che hanno fulcro nella figura maestosa di Cristo
Giudice.
Il movimento rotatorio separa nella rappresentazione i beati dai
dannati dando una doppia direzionalità (destra gli eletti, sinistra i
dannati).
Gli angeli nelle lunette superiori rappresentano i simboli della
Passione, affianco alla Vergine, a Gesù e ai Santi.
Nel quadro Michelangelo ancora una volta da l’attenzione al corpo
umano; l’uomo non è più modello di superiore bellezza, ma di
espressione di angoscia e incertezza sul suo destino.
Nel 1565 il pittore Daniele da Volterra copre le nudità nelle figure
e verranno fatte poi molte aggiunte; l’ultimo restauro durò 20 anni e
si concluse nel 1999.
Nel quadro è anche presente Michelangelo, rappresentato nella pelle
vuota di San Bartolomeo.

Tomba di Giulio II:


Viene incaricato da Giulio in persona per creare la sua tomba, posta
alla chiesa di San Pietro in Vincoli. Prima progetta una tomba con delle
piccole statuine, poi la rifà (quando Giulio era già morto),
ridimensionandola in uno schema quadrato diviso in una sorta di
griglia.
La griglia racchiudeva delle nicchie, in cui al centro avevamo il papa
assieme alla statuetta di Mosè.
Mosè è rappresentato con una mano nella barba, rappresenta l’uomo
vigoroso e pensieroso.
Sulla testa di Mosè sono poste 2 corna, perché per colpa di un errore di
scrittura dei testi
sacri si diceva che Mosè avesse in testa 2 corna, ma queste
rappresentavano il punto di
fuoriuscita di tutti i suoi pensieri negativi.

Creazione di Adamo:
Quadro presente nella volta della Cappella Sistina. All’inizio Michelangelo
voleva creare delle figure enormi e ricche di dettagli (come
vediamo nei primi riquadri), poi si accorge che dalla distanza i dettagli
dei quadri non si vedevano; perciò, comincia a creare dei quadri più
piccoli e sempre meno ricchi di dettagli.
Notiamo questa differenza in uno dei quadri più famosi della volta, la
Creazione di Adamo, in cui vediamo la figura di Adamo appena
creata da Dio, i 2 personaggi (Adamo e Dio) da

lontano sembra si tocchino le dita, ma in realtà se ci avviciniamo


possiamo notare che i 2 personaggi non si toccano.
Tomba di Lorenzo il Magnifico:
Affianco alla tomba di Lorenzo viene sepolto Giuliano de Medici.
La tomba è ubicata nella Sagrestia Nuova.
Lorenzo è ritratto in una statua sopra la tomba, la sua espressione e
posizione ricordano il Mosè della tomba di Giulio II, sotto la statua
c’è una rappresentazione del giorno e della notte.
Le tombe sono delle tombe ellittiche, dovute alla loro forma (ellisse) e
viene usata la tecnica del non finito.
Nella tomba di Giuliano vengono rappresentato il Crepuscolo e
l’Aurora, al posto della notte e del giorno.

Biblioteca Laurenziana:
Michelangelo crea la Sala di Lettura, dove troviamo un tetto a
cassettoni con delle finestre.
La scala doveva essere in legno, ma poi fu sostituita con una scala in
pietra a gradini ellittici a cascata.
Michelangelo, dopo la morte di Raffaello e Bramante, conclude la
costruzione della cupola della Basilica di San Pietro.

RAFFAELLO SANZIO
Raffaello Sanzio era un artista che si dice che fosse capace di
realizzare una sintesi tra naturalismo e classicismo.
Condivide ricerche con Bramante nel recupero filologico dei modelli
classici e diventa l’artista prediletto dei papi.
Diventa l’artista che riportò il monopolio culturale a Roma,
restituendogli anche il primato politico.
Nelle sue opere notiamo una particolare naturalezza e una spontanea
espressività.
Il vero nome di Raffaello era Raffaello Santi, ma venne chiamato poi
Raffaello Sanzio.
Ha la sua formazione dal padre Giovanni Santi, per poi passare alla
bottega di Piero Vannucci (il Perugino).
Il momento di spicco di Raffaello fu probabilmente quando aiutò il
Pinturicchio nella realizzazione dell’affresco Libreria Piccolomini, nel
Duomo di Siena.
Raffaello scova sotto la domus aurea di Nerone delle grottesche,
che sfrutta nelle sue opere.
Grottesche: piccole decorazioni formate da un animale mitologico
circondato da delle piante.
Raffaello dopo questa sua scoperta diventa Sovraintendente
dell’Accademia delle Belle Arti.
Un altro dei momenti di spicco di Raffaello fu la costruzione delle
Stanze Vaticane, o stanze di Raffaello: 4 ambienti in sequenza posti
nell’appartamento di Giulio II nei Palazzi Vaticani.
Nelle 4 stanze sono dipinte in successione le più importanti scene
della storia di Roma.
Raffaello le affresca dal 1508 al 1520 (morte prematura di Raffaello),
ma le opere vennero finite nel 1524 dagli aiutanti di Raffaello, in
particolare nelle ultime 2 sale: la Stanza dell’Incendio di Borgo e la
Stanza di Costantino.

GRANDI OPERE DI RAFFAELLO:

Stanza della Segnatura:


A Raffaello fu assegnata, fra le 4 stanze, la Stanza della Segnatura, nella
quale lui dipinge 4 tondi che raffigurano: la teologia, la filosofia, la
poesia e la giurisprudenza.
Per la prima volta Raffaello si trova a creare dei quadri che
rappresentano la celebrazione politica del papato e l’illustrazione
dei concetti di teologia.
La stanza era adibita per diventare una biblioteca/ studio privato.
Nel XVI secolo il papa riunisce il Tribunale della Santa Fede, un
incontro fra i più grandi del cristianesimo, per parlare della
conciliazione fra il pensiero classico e quello moderno nel
cristianesimo; le 4 pareti (con i 4 tondi) dipinte da Raffaello
rappresentano proprio i 4 ambiti fondamentali del Sapere.
Questi corrispondono alle vie per raggiungere il Bene/Bello:
-Bene associato alla Giurisprudenza;
-Bello associato alla Poesia;
-Vero Razionale associato alla Filosofia;
-Vero Teologico associato alla Teologia;
All’interno della Stanza della Segnatura è presente La Scuola di Atene.
Scuola di Atene:
Posta in una delle 4 Stanze Vaticane. Rappresenta una basilica con
all’interno tutti i grandi studiosi/filosofi fino a quel tempo.
Al centro troviamo i 2 da cui partono tutte le linee prospettiche,
Platone e Aristotele, riconoscibili dai loro libri (che loro hanno
scritto); nel quadro Platone indica il Cielo (mondo Celeste) mentre
Aristotele indica la terra (mondo Terreno).
Sulle scale troviamo un ritratto di Michelangelo, fatto da Raffaello per
“prenderlo in giro”.
Nel quadro però ci sono molti altri artisti: ad esempio proprio Platone ha
le fattezze di Da Vinci, Bramante è Euclide, Michelangelo è Eraclito,
seduto su un banco con aspetto pensieroso.
Le Madonne di Raffaello:
Le madonne di Raffaello sono 4: La Madonna del cardellino, la
Madonna del Belvedere, La Bella Giardiniera e la Sacra Famiglia
Canigiani.
Tutte e 4 sono rappresentate con una linea orizzontale che passa ad
un terzo del quadro, il cielo risalta la figura della Madonna.
-Madonna del cardellino: eseguita fra il 1505 e il 1506, è uno dei suoi
dipinti più celebri, rappresenta la Vergine con San Giovannino e
Gesù Bambino; i rapporti tra i personaggi sono semplici e i gesti
sono affettuosi. La vergine è seduta su un masso con un libro in mano e
guarda con dolcezza gli altri 2 personaggi.
I 2 bambini stanno accarezzando un cardellino (uccellino), alle spalle
della vergine troviamo un fiume con un paesaggio ampio e luminoso.

-Madonna del Belvedere: mostra sempre la Vergine con Gesù


Bambino e San Giovannino. Il paesaggio alle sue spalle è lacustre
(rappresenta un lago), la Madonna è circondata da piante di fragole e
ha alle spalle 3 papaveri. I 2 bambini giovano con il bastone crociato
di San Giovanni, Maria è vestita di rosso e di blu con una posa
contrapposta e a spirale.
La bellezza di Maria è idealizzata, luminosa e distesa, grazie a questo
Raffaello riesce ad andare in contro al suo pubblico, ottenendo un
successo immediato.
-La Bella Giardiniera: molto simile alla Madonna del Belvedere,
rappresenta sempre la Madonna, Gesù Bambino e San Giovannino,
le gambe di Gesù sono appoggiate a quelle della Madonna, San
Giovannino invece è inginocchiato alla destra di Maria.
La composizione è sciolta e a forma piramidale, con una
concatenazione di sguardi e gesti.

-Sacra Famiglia Canigiani: è un olio su tavola creato nel 1507 e si


trova attualmente a Monaco.
Vien commissionata da Domenico Canigiani a Raffaello, in occasione
delle nozze con Lucrezia Frescobaldi.
È ispirata alle opere di Leonardo Da Vinci al vertice abbiamo San
Giuseppe, che sorveglia la Madonna e Sant’Elisabetta, sedute sul
prato, Gesù e Giovanni Battista creano un movimento avvolgente.
Lo Sposalizio della Vergine:
Crea una sua copia dello sposalizio realizzato da Perugino, sullo
sfondo troviamo una ripresa della Città Ideale, con un Mausoleo
Monoptero. È un olio su tavola dove i personaggi sono presi come
unità di misura.
Da una parte mette le donne (tra cui ovviamente Maria) e dall’altra
gli uomini (tra cui ovviamente Giuseppe); Giuseppe è rappresentato
con un mantello giallo e tutti i personaggi rappresentato sono
riproduzioni di veri uomini del tempo di Raffaello.
I giovani spezzano dei Bastoni, per indicare la storia del Bastone
fiorito del Matrimonio di Maria:
La storia dice che in molti volevano sposare Maria; perciò, fa una “sfida”
fra tutti i suoi ammiratori; da ad ognuno un bastone, quello a cui fiorirà
sarà colui che la sposerà.
Ovviamente la “sfida” la vince Giuseppe e i 2 si sposarono.
In confronto all’opera del Perugino, il quadro di Raffaello presenta
una minore eleganza di quello del suo maestro, il quale sappiamo
essere un estremo ricercatore di quest’ultima.
Raffello alza lievemente il punto prospettico del quadro,
nell’opera di Raffaello si fa molta più attenzione ai dettagli nelle
architetture e dipinge meno personaggi rispetto a quello del
Perugino. Perugino nel suo dipinto non rappresenta uomini reali.
Sposalizio della Sposalizio della Vergine,
vergine, Raffaello Perugino

Stanza di Eliodoro:
Un’altra delle Stanze Vaticane di Raffaello viene raffigurato San
Pietro Incarcerato mentre viene illuminato da un Angelo che lo
libera.
L’Angelo lo fa volare assieme a lui e i 2 scavalcano i soldati che
proteggevano la cella, che dopo un po’ si svegliano e danno
l’allarme, ma allo stesso tempo era spuntata l’alba.
Nel quadro Raffaello si ispira al quadro di Piero della Francesca, nel
Sogno di Costantino, dove al posto di San Pietro troviamo
Costantino.
Stanza dell’Incendio di Borgo:
Un’altra delle Stanze Vaticane, ha al suo interno un quadro che
rappresenta l’Incendio di un quartiere di Borgo dell’874.
Nel quadro è rappresentato anche Leone IV che fa un segno della
croce davanti all’incendio, nella piazza troviamo personaggi antichi,
come Enea e Anchise, crea una serie di Architetture che
contrappongono l’antico al nuovo.

Stanza di Costantino:
È posta al secondo piano del Palazzo Apostolico ed è formata da 4
quadri. Questi ultimi non saranno mai finiti da Raffaello, ma dai suoi
allievi: Giulio Romano (Visione della Croce, Battaglia di Costantino
contro Massenzio, Donazione di Roma) e Penni (Battesimo di
Costantino):
-La Volta: era formata da travi lignee che, sotto commissione di
Gregorio XIII, vengono sostituite da volte, decorate con degli
affreschi.
-Visione della Croce: il soggetto del dipinto è l’accaduto nella
Battaglia di Ponte Milvio, quando Costantino ebbe una visione
della croce in cielo, assieme alla scritta “In hoc signo vinces”.
Mostra il comandante Costantino sopra al suo esercito per
spronarlo alla vittoria.
-Battaglia di Costantino contro Massenzio: il soggetto è sempre la
Battaglia di Ponte Milvio. Al centro del quadro possiamo
intravedere Costantino a cavallo del suo destriero bianco che uccide
in nemici sotto i suoi zoccoli.
Davanti a lui si prostrano le truppe nemiche che non possono nulla in
confronto alla sua avanzata, a destra vediamo ponte Milvio pieno di
soldati, nel fiume le barche dell’esercito fatte rovesciare dagli
arcieri.
-Battesimo di Costantino: scena rappresentata in un battistero a
pianta centrale, che ricorda il Battistero Lateranense.
Il papa (che viene rappresentato con le sembianze di Clemente IV) è
posto al centro della stanza davanti all’imperatore seminudo, pronto
a ricevere l’acqua battesimale.
-Donazione di Roma: rappresenta il momento in cui Costantino da a
papa Silvestro I la Donazione di Costantino, che viene poi scoperta
essere un falso da Valla.
La scena è rappresentata probabilmente nella Basilica di San
Pietro, il papa è seduto su una Cattedra e riceve la donazione
dall’imperatore.

Ritratto di Leone X:
Commissionato dal papa in persona, Raffaello
dipinge questo quadro rappresentante il papa e 2
cardinali sotto di lui: Giulio de Medici e Luigi de
Ross. È un olio su tela, con sfondo scuro; nessun
personaggio guarda l’osservatore.
Raffaello mette in risalto la figura del papa
tramite dei giochi di luce.
Con dei bassorilievi dipinge un campanello, posto
sulla tavola.

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