Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
2):
È uno scrittore e pittore del XV secolo, è il realizzatore degli Uffizi e
scrive la vita degli artisti nel suo libro intitolato Le Vite.
Fu il primo a documentare la vita quotidiana degli artisti nei loro
minimi particolari.
Parte a descrivere da Giotto, fino a Michelangelo.
GRANDI OPERE:
Battaglia di Anghiari:
Quadro commissionato dal gonfaloniere della Repubblica Pier
Soderini, per decorare la Sala del Maggior Consiglio in Palazzo
Vecchio, in memoria della vittoria delle truppe fiorentine, contro
quelle milanesi nel 1440.
Da Vinci costruisce un 18x7 circa a partire dal 1504, ma interruppe i
lavori quando si trasferì a Milano. Come nell’ultima cena Da Vinci
applica la tecnica dell’olio sperimentale, che ha però causato il
deterioramento molto veloce dell’opera.
L’opera venne bruciata, ma ad oggi ci restano tre copie di essa. La
più importante è sicuramente quella di Rubens, che la copiò poco
prima che venne bruciata.
Nel quadro incontriamo gli studi dell’animo di Da Vinci, si intravede la
paura negli sguardi dei personaggi con i loro movimenti vorticosi
e contrastati.
L’opera di Da Vinci a Palazzo Vecchio fu poi sostituita dal quadro di
Vasari della Battaglia a Torre San Vincenzo.
La Gioconda:
L’identità della Gioconda è ancora sconosciuta dagli studiosi, si sa
solo che era attribuito alla moglie di Francesco Giocondo, Lisa
Gherardini.
Venne dipinto nella corte di Francesco I, re di Francia, ma venne
iniziato a Firenze, nella corte dei Medici, dove Lisa Gherardini fu
invitata.
Lo sguardo della Monna Lisa è detto eterno, perché da qualsiasi
angolazione tu la guardi, essa ti osserva sempre.
La fama di questo quadro dipende dalla vaga ambiguità dell’ultimo,
data dalla tecnica dello sfumato che Da Vinci ci inserisce, che annulla
i contrasti e definisce le forme con paesaggi e colpi di luce.
Il viso ha un carattere sfuggente, con un sorriso quasi
impercettibile, con una posa naturale, che rende la figura ripresa
frontalmente.
Il paesaggio del quadro è stato trovato e sembra essere quello della
Valle dell’Arno, scoperto grazie al ponte posto alla destra della
Monna Lisa.
Una particolarità di questo quadro è un “errore” di Da Vinci nella
rappresentazione della bocca; infatti, possiamo notare come nella
parte finale verso destra il sorriso sia protratto e poco reale.
Ritratto di Dama:
Ubicato a Milano è stato fatto da Da Vinci negli stessi anni della
Dama con l’ermellino.
Nel quadro si presumeva fosse raffigurata l’amante di re Francesco
I, Madame Ferron; si scoprì però che ci fu un errore di catalogazione
e il nome “Ferroniére” doveva rappresentare al nastro della dama.
Infatti, il vero soggetto è Lucrezia Crivelli, una dama legata alla
corte di Ludovico il Moro.
Il quadro è una rappresentazione a mezzobusto, con sfondo scuro e
un parapetto che deriva dall’arte fiamminga.
Il busto è protratto verso sinistra, mentre la testa a destra, questo
grazie alla tecnica inventata da Da Vinci, la tecnica del contrapposto,
per dare equilibrio all’immagine.
La Dama con l’ermellino:
Quadro di Da Vinci che rappresenta la quindicenne Cecilia
Gallerani, viene ricordata per le sue doti d’animo, la sua bellezza e la
sua cultura, che valsero al primo piano fino al matrimonio del Duca
con Beatrice d’Este.
L’ermellino rappresenta il cognome di Cecilia, essendo che in greco
ermellino si diceva galé, che richiama al cognome Gallerani.
Anche questo quadro è stato dipinto con la tecnica del contrapposto,
infatti la testa è rivolta verso destra e il corpo verso sinistra.
La mano di Cecilia non è molto uniforme, infatti ha le dita
allungate; sempre questa mano viene tesa sul corpo dell’ermellino,
mentre lo placa con un gesto lento e rassicurante.
Madonna col bambino e Sant’Anna/Sant’Anna, la Vergine, il
Bambino e l’agnellino:
Rappresentato in un paesaggio sovrannaturale con una infinita
profondità, questo quadro rappresenta Sant’Anna (Madre di Maria),
Maria Vergine, il Bambin Gesù e un agnellino.
L’agnellino rappresenta “l’agnello di Dio che toglie i peccati del
mondo”, tutti i personaggi hanno sguardi pensierosi, Gesù cerca di
sfuggire dalle braccia della madre, per andare verso l’agnello.
I colori nel quadro sono morbidi e con una particolare evanescenza,
che rappresenta la maturità di Leonardo.
GRANDI OPERE:
Angelo Reggicandelabro:
Firenze al tempo era zona di scontri tra fazioni, a 19 anni scappa a
Bologna da Giovan Francesco Aldrovandi, per cui realizzò l’Angelo
Reggicandelabro, che attualmente si trova nella chiesa di San
Domenico.
Rappresenta un angelo alato, inginocchiato con un candelabro sul
ginocchio alzato.
David di Michelangelo:
Statua ricavata da un blocco di marmo di 4 metri, fu scolpita da
Michelangelo in 3 anni, completata tra l’aprile e il maggio del 1504.
Fu realizzata da una bozza di Agostino di Duccio e poi riproposto da
Antonio Rossellino, ma venne bocciato per le caratteristiche poco
ottimali del pezzo.
Il David è sproporzionato, con una gamba tesa e un braccio piegato, la
testa girata e non si capisce se abbia già compiuto o stia per
compiere l’azione (uccidere il ciclope, passo della Bibbia), non è
rappresentato come l’eroe con spada, scudo e con molta fierezza, ma
come l’eroe penoso fissato nel momento che precede lo scontro
(almeno così si pensa).
La statua è stata studiata in proporzione solo se la si guarda dal
basso verso l’alto.
Rappresenta appunto David, che viene interpretato come difensore
delle libertà repubblicane (al posto del simbolo dell’eroe biblico).
Il David di Michelangelo diventa la prima statua di nudo esposta in
un luogo pubblico.
Tondo Doni:
È l’unica opera su tavola certa di Michelangelo.
Viene commissionata da Agnolo Doni (un mercante fiorentino).
All’interno dell’opera possiamo trovare il moto rotatorio delle figure,
che appare molto fluido, grazie al metodo di concatenamento dei
gesti.
Il paesaggio sullo sfondo è appena accennato per la costruzione
simbolica dell’immagine; infatti, è separato dal primo piano da un
muretto occupato da figure di giovani.
Le 3 pietà:
-Pietà di San Pietro (Madonna col Cristo in braccio): è la prima delle 3
pietà, viene commissionata dall’ambasciatore di Carlo VII per la sua
tomba nella Cappella di Santa Petronilla.
Rappresenta Maria che tiene il figlio Gesù in braccio, abbandonatosi
sul grembo.
Nel quadro Michelangelo ha voluto rimarcare il dolore, ma non nella
sofferenza, piuttosto nella bellezza spirituale del sacrificio di
Cristo: in quest’opera dà vita ad un’arte superiore alla natura, con una
bellezza che rivela il divino.
-Pietà Bandini: seconda pietà, costruita per la sua sepoltura,
rappresenta la Deposizione dalla croce di Gesù.
È molto complessa dal punto di vista tecnico, infatti è formata da 4
figure ricavate dal marmo, ruotanti su un’asse centrale.
Cristo privo di vita si accascia a terra e le altre figure cercano di
sorreggerlo, nel marmo è applicata una sofferenza che percepiamo
come fisica.
Michelangelo interruppe l’opera dopo 5 anni di produzione per
dedicarsi al suo ultimo lavoro, Pietà Rondanini.
-Pietà Rondanini: è l’ultima delle pietà, ma soprattutto l’ultima
opera di Michelangelo.
Imposta una prima versione poi abbandonata, per poi ricrearne
un’altra.
Questa seconda versione i 2 corpi non sono più divaricati fra loro,
ma sovrapposti, le figure sono ridotte a 2 e non si può dire chi stia
sorreggendo l’altro.
L’artista ci lavorò fino a pochi giorni prima della sua morte nel 18
febbraio del 1564.
Decorazioni della
Cappella Sistina:
La Cappella Sistina viene realizzata tra il 1477 e il 1480.
Per i suoi affreschi furono chiamati svariati artisti come: Michelangelo,
Perugino, il Pinturicchio, Botticelli, Ghirlandaio, Rosselli e Luca Signorelli .
Tutti questi pittori dipinsero la Cappella Sistina suddividendo in 2
parti la storia dell’umanità, l’Antico e il Nuovo Testamento e il
ruolo storico del Papato.
Per la volta della chiesa Michelangelo concepisce una grande
struttura architettonica dipinta, formata da 5 archi ribassati
collegati da una trabeazione, creando uno spazio illusorio.
Gli studiosi hanno individuato una serie di riferimenti stilistici a
Masaccio nelle statue ellenistiche, a Jacopo della Quercia nei
rilievi e a Ghiberti per le formelle.
Giudizio Universale:
È il più maestoso affresco realizzato nella Cappella Sistina. Venne
realizzato proprio da Michelangelo per volere di Clemente VII, nella
parete dell’altare.
Fu iniziato nel 1536 e finito nel 1541, fu realizzato sopra l’Assunzione
della Vergine di Perigino ai tempi del papa Sisto IV.
Il pittore nell’opera concepisce una visione tragica del destino
dell’uomo e una diversa idea di bellezza.
Nel quadro troviamo anche un moto vorticoso e continuo dei
personaggi che hanno fulcro nella figura maestosa di Cristo
Giudice.
Il movimento rotatorio separa nella rappresentazione i beati dai
dannati dando una doppia direzionalità (destra gli eletti, sinistra i
dannati).
Gli angeli nelle lunette superiori rappresentano i simboli della
Passione, affianco alla Vergine, a Gesù e ai Santi.
Nel quadro Michelangelo ancora una volta da l’attenzione al corpo
umano; l’uomo non è più modello di superiore bellezza, ma di
espressione di angoscia e incertezza sul suo destino.
Nel 1565 il pittore Daniele da Volterra copre le nudità nelle figure
e verranno fatte poi molte aggiunte; l’ultimo restauro durò 20 anni e
si concluse nel 1999.
Nel quadro è anche presente Michelangelo, rappresentato nella pelle
vuota di San Bartolomeo.
Creazione di Adamo:
Quadro presente nella volta della Cappella Sistina. All’inizio Michelangelo
voleva creare delle figure enormi e ricche di dettagli (come
vediamo nei primi riquadri), poi si accorge che dalla distanza i dettagli
dei quadri non si vedevano; perciò, comincia a creare dei quadri più
piccoli e sempre meno ricchi di dettagli.
Notiamo questa differenza in uno dei quadri più famosi della volta, la
Creazione di Adamo, in cui vediamo la figura di Adamo appena
creata da Dio, i 2 personaggi (Adamo e Dio) da
Biblioteca Laurenziana:
Michelangelo crea la Sala di Lettura, dove troviamo un tetto a
cassettoni con delle finestre.
La scala doveva essere in legno, ma poi fu sostituita con una scala in
pietra a gradini ellittici a cascata.
Michelangelo, dopo la morte di Raffaello e Bramante, conclude la
costruzione della cupola della Basilica di San Pietro.
RAFFAELLO SANZIO
Raffaello Sanzio era un artista che si dice che fosse capace di
realizzare una sintesi tra naturalismo e classicismo.
Condivide ricerche con Bramante nel recupero filologico dei modelli
classici e diventa l’artista prediletto dei papi.
Diventa l’artista che riportò il monopolio culturale a Roma,
restituendogli anche il primato politico.
Nelle sue opere notiamo una particolare naturalezza e una spontanea
espressività.
Il vero nome di Raffaello era Raffaello Santi, ma venne chiamato poi
Raffaello Sanzio.
Ha la sua formazione dal padre Giovanni Santi, per poi passare alla
bottega di Piero Vannucci (il Perugino).
Il momento di spicco di Raffaello fu probabilmente quando aiutò il
Pinturicchio nella realizzazione dell’affresco Libreria Piccolomini, nel
Duomo di Siena.
Raffaello scova sotto la domus aurea di Nerone delle grottesche,
che sfrutta nelle sue opere.
Grottesche: piccole decorazioni formate da un animale mitologico
circondato da delle piante.
Raffaello dopo questa sua scoperta diventa Sovraintendente
dell’Accademia delle Belle Arti.
Un altro dei momenti di spicco di Raffaello fu la costruzione delle
Stanze Vaticane, o stanze di Raffaello: 4 ambienti in sequenza posti
nell’appartamento di Giulio II nei Palazzi Vaticani.
Nelle 4 stanze sono dipinte in successione le più importanti scene
della storia di Roma.
Raffaello le affresca dal 1508 al 1520 (morte prematura di Raffaello),
ma le opere vennero finite nel 1524 dagli aiutanti di Raffaello, in
particolare nelle ultime 2 sale: la Stanza dell’Incendio di Borgo e la
Stanza di Costantino.
Stanza di Eliodoro:
Un’altra delle Stanze Vaticane di Raffaello viene raffigurato San
Pietro Incarcerato mentre viene illuminato da un Angelo che lo
libera.
L’Angelo lo fa volare assieme a lui e i 2 scavalcano i soldati che
proteggevano la cella, che dopo un po’ si svegliano e danno
l’allarme, ma allo stesso tempo era spuntata l’alba.
Nel quadro Raffaello si ispira al quadro di Piero della Francesca, nel
Sogno di Costantino, dove al posto di San Pietro troviamo
Costantino.
Stanza dell’Incendio di Borgo:
Un’altra delle Stanze Vaticane, ha al suo interno un quadro che
rappresenta l’Incendio di un quartiere di Borgo dell’874.
Nel quadro è rappresentato anche Leone IV che fa un segno della
croce davanti all’incendio, nella piazza troviamo personaggi antichi,
come Enea e Anchise, crea una serie di Architetture che
contrappongono l’antico al nuovo.
Stanza di Costantino:
È posta al secondo piano del Palazzo Apostolico ed è formata da 4
quadri. Questi ultimi non saranno mai finiti da Raffaello, ma dai suoi
allievi: Giulio Romano (Visione della Croce, Battaglia di Costantino
contro Massenzio, Donazione di Roma) e Penni (Battesimo di
Costantino):
-La Volta: era formata da travi lignee che, sotto commissione di
Gregorio XIII, vengono sostituite da volte, decorate con degli
affreschi.
-Visione della Croce: il soggetto del dipinto è l’accaduto nella
Battaglia di Ponte Milvio, quando Costantino ebbe una visione
della croce in cielo, assieme alla scritta “In hoc signo vinces”.
Mostra il comandante Costantino sopra al suo esercito per
spronarlo alla vittoria.
-Battaglia di Costantino contro Massenzio: il soggetto è sempre la
Battaglia di Ponte Milvio. Al centro del quadro possiamo
intravedere Costantino a cavallo del suo destriero bianco che uccide
in nemici sotto i suoi zoccoli.
Davanti a lui si prostrano le truppe nemiche che non possono nulla in
confronto alla sua avanzata, a destra vediamo ponte Milvio pieno di
soldati, nel fiume le barche dell’esercito fatte rovesciare dagli
arcieri.
-Battesimo di Costantino: scena rappresentata in un battistero a
pianta centrale, che ricorda il Battistero Lateranense.
Il papa (che viene rappresentato con le sembianze di Clemente IV) è
posto al centro della stanza davanti all’imperatore seminudo, pronto
a ricevere l’acqua battesimale.
-Donazione di Roma: rappresenta il momento in cui Costantino da a
papa Silvestro I la Donazione di Costantino, che viene poi scoperta
essere un falso da Valla.
La scena è rappresentata probabilmente nella Basilica di San
Pietro, il papa è seduto su una Cattedra e riceve la donazione
dall’imperatore.
Ritratto di Leone X:
Commissionato dal papa in persona, Raffaello
dipinge questo quadro rappresentante il papa e 2
cardinali sotto di lui: Giulio de Medici e Luigi de
Ross. È un olio su tela, con sfondo scuro; nessun
personaggio guarda l’osservatore.
Raffaello mette in risalto la figura del papa
tramite dei giochi di luce.
Con dei bassorilievi dipinge un campanello, posto
sulla tavola.