La scoperta
della realtà
Basato sul mito platonico
della Caverna.
Gabriele Lobina
Gabriele Lobina 3ªF Liceo Scientifico G. La scoperta della 1
Brotzu realtà
aveva sempre vissuto e dalla quale non era mai uscito. L’uomo, con stupore, notò che la
stessa città dove aveva trascorso la propria vita era accerchiata da un grande muro, Phillip
ebbe il dubbio che quel mondo dove aveva sempre vissuto, tutte le cose che aveva fatto, le
persone che aveva conosciuto, le vicende che aveva vissuto erano state da sempre una
pura illusione; distrutto e incredulo, l’uomo non riuscì più a capire niente di quello che stava
succedendo, si ritrovava in un posto mai visto prima d’ora che però gli trasmetteva
tranquillità e pace, quella stessa sensazione che stava cercando per liberarsi da quei
pensieri che prima lo tormentavano: quest’effetto positivo era ovviamente apprezzato
dall’uomo.
Ma questa tranquillità durò poco, fu interrotta da una voce conosciuta di una persona che
amava : sua moglie. Non capendo da dove venisse la voce l’uomo cercò invano la moglie in
quel prato sconosciuto ed enigmatico dove si trovava, finché non vide sopra di sé un
grande schermo dove poteva vedere la donna che aveva da sempre amato, per lui era lei la
sua ragione di vita, e per questo preso dall’impeto e dalla pazzia del momento l’uomo
corse verso il burrone e si buttò da quel precipizio che sembrava infinito, la caduta
sembrava senza fine fino a che…
D’un tratto Phillip aprì gli occhi: era buio e non vedeva un granché di ciò che lo circondava,
quando inaspettatamente una luce accecante comparve di colpo davanti a lui, impotente
l’uomo non poté fare niente fino a che quel bagliore non scomparve improvvisamente.
Phillip, stordito dalla luce, si alzò e cercando di riprendere i sensi iniziò a camminare,
l’uomo man mano che avanzava iniziò a chiedersi dove si trovasse in quel momento, trovò
la risposta alla sua domanda quando intravide da lontano la sua amata città, l’uomo con le
poche forze che aveva in corpo iniziò a correre (con la speranza di tornare dalla moglie) e
realizzò che si trovava nella collina dove quella mattina era stato, corse più che poteva
attraversando la campagna che stava davanti a casa sua, ma quando finalmente si trovò
davanti alla porta di casa si bloccò di colpo, d’improvviso l’uomo fu colto da uno strano
pensiero, si fermò e cercò di ragionare finché non arrivò la conferma a ciò che stava
pensando, l’uomo senti delle voci provenire dalla casa e con le poche forze che aveva alzò
lo sguardo verso la finestra della sua camera da letto dove si trovava la donna che amava,
quando d’un tratto vide accadere ciò che si aspettava e che lo sconvolgeva: infatti vide
attraverso la finestra la moglie che parlava con un uomo il quale le indicava fuori dalla
finestra, Phillip riuscì subito a riconoscere quell’uomo che parlava con la moglie, era lui
stesso.
In quel momento le cose divennero più chiare per lui: la stessa luce dalla quale era stato
abbagliato era quella che la notte prima aveva visto in lontananza dalla sua camera da
letto. Rimasto sconvolto dalla vicenda Phillip non riuscì a dare una spiegazione all’accaduto
fino a che non gli venne un’illuminazione : l’uomo capì che tutto quello che aveva sempre
visto fino a quel momento, ciò che aveva vissuto, sentito, odorato, gustato, i piaceri della
vita vissuti, le delusioni affrontate e tutto ciò che aveva fatto parte della sua vita non erano
altro che un’illusione che si sarebbe ripetuta per sempre.
Phillip capì che la vita non era altro che un illusione che distraeva l’umanità dalla verità,
quel prato verde che raggiunse era il vero mondo dove sarebbe dovuto essere, un mondo
libero dalle distrazioni inutili e dove le persone si sarebbero potute dedicare al puro
ragionamento e fu in quel momento che ebbe finalmente una risposta alla sua domanda:
Gabriele Lobina 3ªF Liceo Scientifico G. La scoperta della 3
Brotzu realtà
“Avrei mai potuto fare di più nella mia vita ? Avrei mai potuto avere una vita migliore di
questa in qualche modo ? Posso ritenermi felice della vita che vivo e di ciò che posseggo ?”.
La risposta che si diede fu:
“No, la vita è un qualcosa che va vissuto con la consapevolezza che essa non sia reale, la
vera vita ci aspetta oltre quella cosiddetta terrena, oltre quel mondo pieno di cose che
sembrano reali ma che non lo sono. La vita è la pura ricerca del sapere, e il sapere non
potrà mai essere raggiunto dall’uomo, ciò che noi vediamo e al quale ambiamo non è altro
che un qualcosa di inutile e superfluo; la vera ambizione per ogni persona dovrebbe essere
il raggiungimento della conoscenza assoluta, il sapere universale”.
L’uomo dopo essersi dato la risposta sorrise, guardò la finestra, poi il cielo, e scomparve,
scomparve da quel mondo che considerava inutile lasciando le cose che considerava
superflue, sapeva che il suo vero posto era quel prato verde dove poteva guardare il cielo e
ragionare liberamente, ma questo tutti gli altri non lo avrebbero mai potuto capire.
Gabriele Lobina
IIIF