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SCRITTI
PER
CHIARA TELLINI PERINA
A cura di
DANIELA FERRARI
SERGIO MARINELLI
Mantova
2011
Gianluigi Arcari Editore
STRUMENTI E FONTI
14
Ercolano Marani e Chiara Perina davanti alla chiesa di Governolo, settembre 1962,
fotografia di Giancarlo Giovetti, Mantova, Archivio di Vanda Checchi.
ARCHIVIO DI STATO DI MANTOVA
Scuola di Archivistica Paleografia e Diplomatica
COMUNE DI MANTOVA
PROVINCIA DI MANTOVA
SCRITTI
PER
CHIARA TELLINI PERINA
A cura di
DANIELA FERRARI
SERGIO MARINELLI
Mantova
2011
Gianluigi Arcari Editore
Questo volume viene pubblicato con i contributi
dell’Archivio di Stato di Mantova,
del Comune di Mantova,
della Provincia di Mantova,
della Società per il Palazzo Ducale di Mantova.
ISBN
978-88-88499-74-1
INDICE GENERALE
Presentazioni 11
Sergio Marinelli
Per Chiara 17
Rodolfo Signorini
Epigrafi di Battista Fiera 57
Andrei Bliznukov
Giulio Romano invenit, Garofalo e Girolamo da Carpi pinxerunt 87
Daniela Ferrari
Arredi tessili e abbigliamento alla Corte dei Gonzaga nella prima
metà del Cinquecento 95
Amedeo Belluzzi
Giovan Vettorio Soderini e l’architettura 113
Renato Berzaghi
Disegni di Giovan Battista Bertani.
Quattro inediti e un primo catalogo 133
8 INDICE GENERALE
Giulio Bora
Le molte «maniere» del disegno di Antonio Campi 157
Federica Natta
Genova e Mantova.
Le entrate di don Giovanni d’Austria nelle lettere di Gero-
lamo Grimaldi 165
Mina Gregori
Una Sacra conversazione di Simone Peterzano 179
Angela Ghirardi
Pietro Facchetti ritrattista dei Gonzaga di Novellara 183
Sergio Marinelli
Antonio Maria Viani.
Il ritorno in Italia 205
Giuliana Algeri
Tra Rubens e Strozzi.
Un’Ultima Cena inedita di Balthasar Mathieu 223
Paolo Bertelli
Appunti sulla ritrattistica di Vincenzo I Gonzaga 229
Angelo Mazza
L’Orazione di Cristo nell’orto del Duomo di Mantova.
Pittura di devozione in Emilia tra Jacopo Bambini e Giovan
Battista Bertusio 251
Stefano L’Occaso
L’opera di Giovanni Canti 265
Augusto Morari
Inediti di Giuseppe Bazzani 285
INDICE GENERALE 9
Ugo Bazzotti
La scultura a Palazzo Te in età napoleonica 293
Paolo Carpeggiani
Giovan Battista Vergani.
Progetti per il nuovo Seminario di Mantova (1824-1825) 321
Laura Lorenzoni
Giulio Perina 337
Illustrazioni 353
Daniela Ferrari
Direttrice dell’Archivio di Stato di Mantova
DANIELA FERRARI
ARREDI TESSILI E ABBIGLIAMENTO
ALLA CORTE DEI GONZAGA
NELLA PRIMA METÀ DEL CINQUECENTO*
10. Qualche cenno è in P. VENTURELLI, L’abito delle dame di Milano tra il 1539
e il 1599. Ornamento e colore, in Le trame della moda, a cura di A. G. CAVAGNA-G. BU-
TAZZI, Roma 1995, pp. 333-364. Presso la Corte di Mantova tale Zoanne recamatore
nel 1531 è impegnato a lungo, insieme a tre lavoranti, per confezionare la coperta
della carrozza nuziale di Margherita Paleologo, cfr. Giulio Romano. Repertorio di
fonti documentarie, a cura di D. FERRARI, introduzione di A. BELLUZZI, Roma 1992,
voll. 2, sub data.
11. Un «maestro da frappe» è citato in una lettera di Isabella d’Este al ma-
rito del 10 maggio 1492: «Essendo capitato in questa terra uno spagnolo sarto,
quale me ha facto alcuni lavorerii, et essendo già expedito da me et in precinto de
partire, Romano spagnolo, maestro da frappe, atachatose insieme de parole l’ha
ferito et tagliato tre diti de la mane stancha, essendo loro sotto il ponte coperto de
Sancto Zorzo», ASMn, AG, b. 2991, copialettere 2, c. 16v.
12. Per una bibliografia aggiornata sull’argomento rimando al recente la-
voro G. DELMARCEL-C. M. BROWN, Gli arazzi dei Gonzaga nel Rinascimento. Da Man-
tegna a Raffaello e Giulio Romano, Milano 2010, pubblicato in occasione della omo-
nima mostra, Mantova, Centro Internazionale d’Arte e di Cultura di Palazzo Te,
14 marzo-27 giugno 2010.
ARREDI TESSILI E ABBIGLIAMENTO ALLA CORTE DEI GONZAGA 99
sca, spesso in abbinamento tra loro, sono il rosso, anche per bordure,
rifiniture e ricami; il verde; l’azzurro e il turchino, sovente accostati al
nero – colore raramente utilizzato da solo – il bianco, il grigio e ancora
l’azzurro e il nero per foderare materassi; il giallo per spalliere, coltri,
girelli, insieme a colori scuri come il «morello»13. Su tutti spiccano l’oro
e l’argento applicati con le tecniche più ricercate del tessuto e del ri-
camo (arabeschi, fiori e foglie, grottesche, candelabre, festoni, animali
fantastici, motivi geometrici), per impreziosire e nobilitare arredi e capi
d’abbigliamento, in un complesso cromatico dove stoffe e colori vanno
considerati in un tutt’uno con gli ornamenti che li decorano.
Il filo d’oro per tessere, frutto dell’opera laboriosa e specialistica
dei «battiloro», era prodotto soprattutto a Venezia e a Firenze. Dap-
prima il materiale prezioso veniva fuso con argento (nelle proporzioni
del 95% circa), così che il filo ottenuto era in realtà argento dorato,
quindi si procedeva alla stenditura delle verghe dei due metalli che
venivano battute con appositi martelli e riquadrate in fogli sottilissimi,
per essere affidate a mani sapienti – spesso quelle femminili delle mo-
nache nei conventi – le quali utilizzando lunghe e taglienti forbici ri-
ducevano le foglie d’oro in strisce sottilissime che avvolgevano intorno
a un filo di seta tinto in giallo ottenendo un risultato lucido e brillante:
il filo era così pronto per essere utilizzato per la filatura e per il ricamo,
sia degli abiti, sia dei tessuti d’arredo14.
Più volte nell’inventario le espressioni «de panno d’oro ricio» o
«de veluto ritio» testimoniano la tecnica di lavorazione del velluto in
seta e argento dorato (allucciolato) con trame broccate bouclé, dove il
fondo in seta tinto in un colore contrasta con il pelo del velluto in seta
tinto in altro colore, producendo un effetto di rilievo accentuato da
anellini chiusi del filato metallico (arricciato, o «riccio») accostati al vel-
luto tagliato15. Un esempio di tale tipo di tessuto – della seconda metà
del Cinquecento, qui riprodotto (fig. 6) – è conservato presso il Museo
13. Per la simbologia dei colori in relazione ai codici vestimentari cfr. M. PA-
STOREAU, Couleurs, Images, Symboles. Études d’histoire et d’antropologie, Paris 1989,
pp. 1-109.
14. M. G. MUZZARELLI, Guardaroba medievale. Vesti e società dal XIII al XVI se-
colo, Bologna 1999, pp. 231-232.
15. D. FERRARI, Le collezioni Gonzaga. L’inventario dei beni, cit., «n. 5620. Una
coperta da letto de panno d’oro ritio cremesino, de fette quatro, longa braza trei
et tertii dui, con il suo tornaletto simile; n. 5621. Una coperta de panno d’oro ricio
(...); n. 5562. Una trabacha de panno d’oro ricio in seda cremesina con li suoi for-
nimenti (...); n. 5654. Sei pecii de spalera de panno d’oro ricio, cremesino (...), fo-
drati de tella rossa; n. 5655. Dui antiporti de panno d’oro ritio e cremesino, che
acompagnano le soprascripte spalere».
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16. Si tratta di una parte di pianeta, n. inv. 235, la cui immagine è già edita
nel catalogo Musei e gallerie di Milano, Museo Poldi Pezzoli, Tessuti-sculture. Metalli
islamici, Milano 1987, p. 104, fig. 37, cat. 33.
17. ASMn, AG, b. 2991, copialettere 2, c. 30v, 16 giugno 1492.
18. Cfr. Musei e gallerie di Milano, Museo Poldi Pezzoli, Tessuti-sculture. Metalli
islamici, cit., paliotto, fine XV secolo, n. inv. 58, p. 90, fig. 16, cat. 14.
19. «mando tredici braza di panno d’oro rizo soprarizo, facto a la divisa sua
de la Colombina» (ASMn, AG, b. 2992, libro 5, c. 5v, 25 gennaio 1495; il docu-
mento è citato da A. LUZIO-R. RENIER, Il lusso di Isabella d’Este, cit., p. 451, e da
C. ZAFFANELLA, Isabella d’Este e la moda del suo tempo, cit., p. 215).
20. D. FERRARI, Le collezioni Gonzaga. L’inventario dei beni, cit., «n. 614. Cinque
pecii de spalera de panno zaldo e rosso, reportato l’uno sopra l’altro, tra grandi e
piccoli, cum li Crosoli suso; n. 615. Uno copertor da letto simile, cum li Crosoli;
n. 616. Uno tornaletto de panno simile, cum li Crosoli (...); n. 5710. E più, dui gi-
relli da barbaro de veluto verde et rosso, carighi de tremolanti adorati con la im-
pressa del Crosollo, rechamati d’oro et d’argento (...); n. 5898. E più, uno zirello
da barbaro, de veluto verde e rosso, carigho de tremolanti adorati, con il Crosòlo
sopra rechamato».
21. Ivi: «n. 5922. E più, uno paro de sopraveste da barde como il suo salio
de veluto turchino e nigro, recamati de sopra via con tella d’oro, negra e turchina,
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con l’impressa del Monte Olimpo (...); n. 5928. E più, uno giuppone de veluto tur-
chino e nigro, da ragazo, da barbaro, rechamato de tella d’oro, con l’impressa del
Monte Olimpo (...); n. 6077. E più, due bandirolle de cendale negro, depinte con
l’arme della bona memoria, del Monte».
22. Ivi: «n. 5625. Una coperta de raso cremesino, de fette quatro, inzipata a
fogliami et animali, con le Pause in mezo, con cordoni de santo Francisco intorno
(...); n. 5638. Una coperta da letto de veluto cremesino et alexandrino, (...), con uno
tondo nel mezo di brochato d’oro, riportato con l’impresa delle Pause, fodrata de
tella rossa, quale fu già della prefata madama marchesa».
23. Ivi: «n. 5957. E più, uno stendardo grande de cendale, vecchio, fatto fare
qui a Mantua dalla bona memoria del marchese Ludovico con l’imprese del Sole,
adorato et inargentato».
24. Ivi: «n. 5960. E più, quatro zirelli de veluto verde, da barbaro, carighi de
tremolanti adorati, con le impresse della Cervetta sopra recamati (...); n. 5759. E
più, uno zirello da barbaro de veluto verde, con tremolanti dorati, con la impressa
della Cerveta».
25. Ivi: «n. 3555. Uno apparamento da letto, di seda verda, cum Canelani
(...); n. 5555. Una trabacha de tella d’or facta a rechami, cum Canelani dodece de
perle, cum cordoni de santo Francisco d’argento fillato, et seda rossa, cum li suoi
fornimenti».
26. Per quanto riguarda gli arredi di interni, pionieristica e magistrale ri-
mane l’opera di D. THORNTON, The Italian Renaissance Interior 1400-1600, 1991 (tra-
duzione italiana Interni del Rinascimento italiano, Milano 1992).
27. Cfr. l’edizione in facsimile: Il Libro del sarto, saggi di F. SAXL-A. MOTTOLA
MOLFINO-P. GETREVI-D. DAVANZO POLI-A. SCHIAVON, Modena 1987 e D. DAVANZO
POLI, Il sarto, in Storia d’Italia. Annali 19, cit., pp. 523-560, in particolare pp. 533-535.
102 DANIELA FERRARI
28. Si veda in proposito M. S. MAZZI, Gli inventari dei beni. Storia di oggetti e
storia di uomini, in «Società e Storia», 7, 1980, pp. 203-214.
29. M. G. MUZZARELLI, Guardaroba medievale, cit., p. 10 e segg.
30. D. DAVANZO POLI, Il sarto, cit., p. 540.
ARREDI TESSILI E ABBIGLIAMENTO ALLA CORTE DEI GONZAGA 103
virni che non seti stato per il passato, cessata che fusse la peste vi man-
daresimo il modo de farne diece o dodeci botoni d’oro da portare al
brazo, perhò se deliberareti de mutare natura, et ne lo avisati quando
Ferrara serà fora de pericolo, vi mandaremo li denari da farli42.
curare che l’habbi un salvaconducto dal signor duca nostro fratello, de forma ch’el
possi andar securo con le robbe che l’haverà, maximamente la càmora (...)», let-
tera a Bernardino Prospero in Ferrara, 15 febbraio 1512, ASMn, AG, b. 2996, co-
pialettere 30, c. 3v.
49. Federico Gonzaga chiede alla madre «una puva vestita a la fogia che va
lei, di camisa, di maniche, di veste di sotto et di sopra et de abiliamenti de acon-
ciatura di testa et de li capilli, perché Sua Maestà designa di far fare alcuni di
quelli abiti per donare a donne in Franza» (ivi, b. 2121, lettera del 19 novembre
1515, citata da A. LUZIO-R. RENIER, Il lusso di Isabella d'Este marchesa di Mantova,
cit., p. 466).
50. «Io sono importunato d’alchune damiselle de la signora regina che gli
fazzi venire de Italia una puva vestita in tuto del modo se accostuma lì. Siché su-
plico vostra excellentia che commetta ne sia mandata una, con qualch’altra gen-
tilezza da donne, come sono accunciature da testa, per dare alla signora donna
Magdalena Manricha, una de le donzelle de la prefata signora regina, che così se
chiama quella che serve il signor mio patrone», ASMn, AG, b. 1332, lettera del 31
agosto 1524, trascritta in R. TAMALIO, Ferrante Gonzaga alla corte spagnola di Carlo V
nel carteggio privato con Mantova (1523-1526). La formazione da «cortegiano» di un ge-
nerale dell’Impero, Mantova 1991, p. 203.
51. ASMn, AG, b. 634, lettera del 4 giugno 1517, citata da A. LUZIO-R. RENIER,
Il lusso di Isabella d'Este marchesa di Mantova. Il guardaroba, cit., p. 466.
ARREDI TESSILI E ABBIGLIAMENTO ALLA CORTE DEI GONZAGA 109
52. Cfr. supra, nota 45. Nel 1512 Isabella sta facendo confezionare «scuffiotti»
per il fratello Alfonso d’Este che glieli aveva richiesti: «Inteso per la littera vostra
il bisogno del illustrissimo signor duca nostro fratello honorandissimo de quat-
tro scofiotti d’oro, havemo facto cercare in questa terra et non havemo ritrovata
cosa che ni piacia; faremoli fare a nostro modo, et in questo mezo gli mandiamo
uno de li manco brutti, qual essendo meglio de quelli ha al presente potrà godere
finché li altri tri siano finiti», lettera 1 febbraio 1512 a Gerolamo Ziliolo in Ferrara,
ASMn, AG, b. 2996, copialettere 30, c. 1r. Sull'argomento rimando inoltre al sag-
gio di E. WELCH, Art on the edge: hair and hands in Renaissance Italy, in «Renaissance
Studies», 2008, vol. 23, n. 3, pp. 241-268.
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53. Lettera del 5 maggio 1523 ad Annibale Malaguti, ivi, b. 2998, copialettere
42, c. 62r.
54. Cfr. A. LUZIO-R. RENIER, Il lusso di Isabella d'Este marchesa di Mantova. Ac-
cessori e segreti della «toilette», cit., p. 687.
55. ASMn, AG, b. 2994, copialettere 17, c. 16v.
ARREDI TESSILI E ABBIGLIAMENTO ALLA CORTE DEI GONZAGA 111
che ne li dete, quello che non havimo fatto più presto per smenticanza.
Et poiché a Milano non si ne fanno de più belli, haverimo ad caro che
ni facciati havere delle penne che siino nere al possibile, perché qua ni
faremo far dui a nostro modo per essere maestri che ni servirano56.
56. Lettera del 28 aprile 1523, ivi, b. 2998, copialettere 42, c. 51r. Un paio di
settimane dopo Isabella riceve un centinaio di penne che decide di trattenere ben-
ché non bellissime: «havemo ricevute le cento penne per ventaglio che ni havete
mandato et benché non ne siano parse tanto belle che de simili non se ne fossero
ritrovate in questa terra, tantodimeno le havemo ritenute per il loro costo», ivi, c.
68v, lettera del 14 maggio 1523.
57. R. CASTAGNA-A. M. LORENZONI, Un presunto ritratto di Isabella d'Este ese-
guito da Giulio Romano, in «Civiltà Mantovana», n. s., n. 25, 1989, pp. 15-30.
58. Fondamentale per la storia dell’abbigliamento è l’opera di R. LEVI PI-
SETZKY, Storia del costume in Italia, Roma 1964-1969, voll. 5, che ha radunato una
mole di fonti e di dati con risultati ancora oggi ineludibili. Segnalo inoltre gli studi
di P. VENTURELLI, Vestire e apparire. Il sistema vestimentario femminile nella Milano
spagnola (1539-1679), Roma 1999, e di P. GORETTI, In limatura della luna argentea. La
scienza dei magnifici apparati, tra malinconia, vestiario e vaghezze d’antico, in Gonzaga.
La Celeste Galeria. L’esercizio del collezionismo, a cura di R. MORSELLI, catalogo della
mostra, vol. II, Milano 2002, pp. 185-211, entrambi con ampia bibliografia.
112 DANIELA FERRARI
59. D. DAVANZO POLI, La moda nel «Libro del sarto», cit., p. 59.
60. Si veda in proposito G. BUTAZZI, Il modello spagnolo nella moda europea, in
Le trame della moda, a cura di A. G. CAVAGNA-G. BUTAZZI, Roma 1995, pp. 80-94.
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1. Manifattura milanese della fine del Quattrocento, Tessuto con l’emblema sforzesco delle Co-
lombine, Milano, Museo Poldi Pezzoli.
364 DANIELA FERRARI
2-5. Letti illustrati nel «Libro del Sarto» attribuito a Giovanni Jacopo del Conte, Venezia, Fonda-
zione Querini Stampalia onlus.
DANIELA FERRARI 365
6. Manifattura della seconda metà del Cinquecento, Parte di pianeta in velluto riccio, Milano,
Museo Poldi Pezzoli.
NELLA STESSA COLLANA
1. La gestione dell’archivio comunale. Problemi e prospettive, a cura di
DANIELA FERRARI, 1994, pp. 128.
2. DANIELA FERRARI, L’archivio gentilizio Arrigoni di Mantova. Inventario,
1995, pp. 240.
3.* GIANLUIGI ARCARI-UMBERTO PADOVANI, L’immagine a stampa di san
Luigi Gonzaga. I. L’oggetto di devozione, 1997, pp. 204.
3.** GIANLUIGI ARCARI-UMBERTO PADOVANI, L’immagine a stampa di san
Luigi Gonzaga. II. Vita, morte e miracoli, 2000, pp. 216.
4. La memoria e l’archivio. Per una storia della presenza femminile a Man-
tova in età contemporanea, atti del seminario, Mantova 28-29 ottobre
2000, a cura di GRUPPO 7-DONNE PER LA PACE, 2001, pp. 160.
5. Carte Ivanoe Bonomi. Inventario, a cura di DANIELA FERRARI-MARIO
VAINI, con la collaborazione di SONIA GIALDI-FABIANA MIGNONI,
2002, pp. 256.
6. DONATELLA MARTELLI, L’archivio Monsignor Luigi Martini. Inventario,
2003, pp. 520.
7. GIOVANNI BATTISTA VASSALLO, Annali che contengono diversi avveni-
menti in Casale Monferrato et altrove (1613-1695), a cura di ADRIANO
GALASSI-BLYTHE ALICE RAVIOLA-ROMANO SARZI, introduzione di
CESARE MOZZARELLI, 2004, pp. 352.
8. FERRANTE APORTI, Memorie storiche risguardanti San Martino del-
l’Argine antico municipio del Mantovano poi dominio dei Gonzaga, a
cura di BENVENUTA AGOSTA, introduzione di LUDOVICO BETTONI,
2004, pp. 256.
9. STEFANO L’OCCASO, Fonti archivistiche per le arti a Mantova tra Me-
dioevo e Rinascimento (1382-1459), introduzione di GIOVANNI AGOSTI,
2005, pp. 464.
10. Un album di disegni raccolti da Carlo d’Arco, a cura di PAOLO
CARPEGGIANI, 2007, pp. 184.
11. Gli Statuti dell’Arte degli orefici di Mantova (1310-1694), a cura di
DANIELA FERRARI-PAOLA VENTURELLI, 2008, pp. 212.
12. CESARE MOZZARELLI, Scritti su Mantova, introduzione di DANIELA
FRIGO, 2010, pp. 496.
13. Storia di Luisa. Una bambina ebrea di Mantova, a cura di MARIA BACCHI-
FERNANDA GOFFETTI, 2011, pp. 200.
14. Scritti per Chiara Tellini Perina, a cura di DANIELA FERRARI-SERGIO
MARINELLI, 2011, pp. 496.
Questo volume è stato stampato
in mille copie
nel mese di dicembre 2011
presso Publi Paolini
di Mantova
Ministero per i Beni
e le Attività Culturali
Archivio di Stato
di Mantova
In copertina: Studi di mani per I santi dottori della Chiesa armena, disegno a matita e
biacca di Giuseppe Bottani (Cremona, 1717-Mantova, 1784), Collezione privata.
ISBN 978-88-88499-74-1