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REALISTA CRITICO

a) Questione ontologica: il ricercatore ritiene che la realtà sia conoscibile solo in modo imperfetto e/o
probabilistico
b) Questione epistemologica: la tensione verso la ricerca di leggi generali e universali verrà attuata,
riconoscendo l’impossibilità di giungere ad una conoscenza deterministica della realtà studiata, e
rivolgendosi piuttosto verso la ricerca di tendenze e regolarità nei fenomeni osservarti che possano
far intuire l’esistenza di determinate disposizioni strutturali che governano quella realtà.
la realtà è stratificata, ossia osservabile partendo da molteplici livelli, e va affrontata non cedendo
al riduzionismo. La realtà sotto esame non è conoscibile, ma determinate regolarità nell’accadere
dei fenomeni ci fanno intuire come esistano disposizioni strutturali che portano il sistema a tendere
a certi stati in presenza di determinate condizioni di partenza, in virtù della sua natura. Tale
processo di inferenza di ciò che non è osservabile da ciò che lo è viene detto transdizione.
Le disposizioni strutturali esprimono delle disposizioni della struttura sottostante i fatti osservati, se
nel sistema A è presente la condizione C, il sistema tende allo stato F in virtù della sua struttura S, a
meno che qualcosa non lo impedisca. Le disposizioni strutturali operano quindi su un piano teorico,
il quale è separato dal piano empirico, anche se può esercitare influssi su questo
“un allievo maggiormente motivato tenderà a raggiungere risultati migliori di uno meno motivato a
patto che qualcosa, legato alla sua specifica situazione non lo impedisca”
Dato che la realtà è solo imperfettamente conoscibile e la conoscenza di essa dipende dagli
“occhiali” che indossiamo per guardarla, le teorie alternative possono spiegare lo stesso fatto. Non
esistono leggi universalmente valide, ma regolarità tendenziali continuamente soggette al
falsificazionismo, ossia alla confutazione e sostituzione di una teoria con una nuova laddove questa
venga palesemente confutata dai fatti. La percezione della realtà è carica di teoria, dato che
dipende dal particolare tipo di “occhiale” che usciamo per guardala.
Le spiegazioni sono un prodotto dell’attività mentale del ricercatore che interpreta l’evidenza
empirica a sua disposizione che costituisce il bagaglio informativo esperito dal ricercatore,
consapevolmente o inconsapevolmente, nella sua attività di ricerca sul campo
c) Questione metodologica: il ricercatore dichiarerà il suo quadro teorico e le premesse di partenza,
sulla base di queste formulerà un’ipotesi e solo dopo adotterà metodi sperimentali-manipolativi e
osservazione distaccata, cercando evidenze empiriche che falsifichino la sua ipotesi, in favore di
un’ipotesi alternativa, secondo un processo prevalentemente deduttivo, volto a spiegare
determinate regolarità empiriche
Al fine di rilevare il massimo possibile di evidenza empirica utile al controllo delle sue ipotesi di
partenza, il ricercatore realista critico adotterà tutti i metodi possibili per raccogliere informazioni,
non limitandosi ai metodi sperimentali manipolativi ma ricorrendo all’osservazione in contesti
naturali e a qualsiasi altra strategia utile a far emergere delle regolarità, possibile indice di tendenze
strutturali
d) Questione tecnico-operativa: cercherà di individuare i fattori rilevanti per ricostruire il modello
logico-matematico di relazioni intervariabili che determina quelle date regolarità empiriche, ma
non potendo rilevare e quantificare con certezza tutti i fattori che concorrono a determinare il
comportamento del sistema, ossia spiegarne il funzionamento in modo deterministico, dovrà
ricorrere anche a tecniche qualitative in grado di fornirgli informazioni su fattori che rientrano nel
sistema ma non sotto trattabili matematicamente, o sui fattori che potrebbero invalidare le
regolarità tendenziali che egli ha determinato servendosi delle tecniche quantitative

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