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Unità 10  Alessandro Manzoni

T 4 Alessandro Manzoni
Don Rodrigo e padre Cristoforo
I promessi sposi • cap. VI

Contenuti Pensiero e poetica


◗◗Lo scontro tra la forza che viene dalla fede e la ◗◗La critica all’aristocrazia del Seicento

paura che viene dal peccato ◗◗La forza non violenta della giustizia

Per aiutare Renzo e Lucia, entra in scena fra Cristoforo, a cui si è rivolta la giovane. Religioso dal passato tor-
mentato, convertitosi dopo aver ucciso un uomo in duello, padre Cristoforo è un frate cappuccino dotato di
una fervida fede e di una forte tempra, ignote a don Abbondio. Senza paura, si reca al palazzo di don Rodrigo
per convincerlo a lasciare in pace Renzo e Lucia; il signorotto, che sta pranzando con il cugino conte Attilio,
gli concede udienza.

«In che posso ubbidirla?1» disse don Rodrigo, piantandosi in piedi nel mezzo della
sala. Il suono delle parole era tale; ma il modo con cui eran proferite, voleva dir chiara-
mente, bada a chi sei davanti, pesa le parole, e sbrigati.
Per dar coraggio al nostro fra Cristoforo, non c’era mezzo più sicuro e più spedito2,
5 che prenderlo con maniera arrogante. Egli che stava sospeso3, cercando le parole, e
facendo scorrere tra le dite le ave marie della corona che teneva a cintola4, come se in
qualcheduna di quelle sperasse di trovare il suo esordio; a quel fare di don Rodrigo, si
sentì subito venir sulle labbra più parole del bisogno5. Ma pensando quanto importas-
se di non guastare i fatti suoi o, ciò ch’era assai più6, i fatti altrui, corresse e temperò
10 le frasi che gli si eran presentate alla mente, e disse, con guardinga7 umiltà: «Vengo a
proporle un atto di giustizia, e pregarla d’una carità. Cert’uomini di mal affare hanno
messo innanzi il nome di vossignoria illustrissima, per far paura a un povero curato,
e impedirgli di compiere il suo dovere, e per soverchiare8 due innocenti. Lei può, con
una parola, confonder9 coloro, restituire al diritto la sua forza, e sollevar quelli a cui è
15 fatta una così crudel violenza. Lo può; e potendolo... la coscienza, l’onore...».
«Lei mi parlerà della mia coscienza, quando verrò a confessarmi da lei. In quanto
al mio onore, ha da sapere che il custode ne son io, e io solo; e che chiunque ardisce
entrare a parte con me di questa cura10, lo riguardo11 come il temerario che l’offende.»
Fra Cristoforo, avvertito da queste parole che quel signore cercava di tirare al peg-
20 gio le sue, per volgere il discorso in contesa12, e non dargli luogo di venire alle strette,
s’impegnò tanto più alla sofferenza13, risolvette di mandar giù qualunque cosa piaces-
se all’altro di dire, e rispose subito, con un tono sommesso: «Se ho detto cosa che le
dispiaccia, è stato certamente contro la mia intenzione. Mi corregga pure, mi riprenda,
se non so parlare come si conviene; ma si degni ascoltarmi. Per amor del cielo, per
25 quel Dio, al cui cospetto dobbiam tutti comparire...» e, così dicendo, aveva preso tra

1.  «In che posso ubbidirla?»: rie») inframmezzati da quat- 6. ciò ch’era assai più: cosa 11.  lo riguardo: lo considero.
è formula d’obbligo della tra- tro grani più grossi, con una che era assai più importante. 12. cercava… contesa: cer-
dizione cavalleresca. croce o una medaglia all’e- 7. guardinga: cauta. cava di attribuire alle paro-
2. spedito: rapido, immediato. stremità. Come tutti i frati, pa- 8. soverchiare: sopraffare. le («volgere il discorso») di
3. sospeso: incerto. dre Cristoforo ne portava uno 9. confonder: mettere in dif- fra Cristoforo un significato
4. facendo scorrere… a cin- attaccato alla cintura («cinto- ficoltà. offensivo per trasformare la
tola: la «corona» è il rosario, la») del saio. 10. ardisce... cura: osa con- conversazione in una rissa
ovvero una sfilza di cinquan- 5. del bisogno: del necessa- dividere con me questa pre- («in contesa»).
ta grani piccoli (le «ave ma- rio. occupazione («cura»). 13. sofferenza: sopportazione.

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le dita e metteva davanti agli occhi del suo accigliato ascoltatore il teschietto di legno
attaccato alla sua corona, «non s’ostini a negare una giustizia così facile, e così dovuta
a de’ poverelli. Pensi che Dio ha sempre gli occhi sopra di loro, e che le loro grida, i loro
gemiti sono ascoltati lassù. L’innocenza è potente al suo14...» .
30 «Eh, padre!» interruppe bruscamente don Rodrigo: «il rispetto ch’io porto al suo
abito è grande: ma se qualche cosa potesse farmelo dimenticare, sarebbe il vederlo
indosso a uno che ardisse di venire a farmi la spia in casa».
Questa parola fece venir le fiamme sul viso del frate: il quale però, col sembiante15 di
chi inghiottisce una medicina molto amara, riprese: «Lei non crede che un tal titolo16
35 mi si convenga. Lei sente in cuor suo, che il passo ch’io fo ora qui, non è né vile né spre-
gevole. M’ascolti, signor don Rodrigo; e voglia il cielo che non venga un giorno in cui si
penta di non avermi ascoltato. Non voglia metter la sua gloria... qual gloria, signor don
Rodrigo! qual gloria dinanzi agli uomini! E dinanzi a Dio! Lei può molto quaggiù; ma...».
«Sa lei», disse don Rodrigo, interrompendo, con istizza17, ma non senza qualche
40 raccapriccio, «sa lei che, quando mi viene lo schiribizzo18 di sentire una predica, so
benissimo andare in chiesa, come fanno gli altri? Ma in casa mia! Oh!» e continuò, con
un sorriso forzato di scherno: «Lei mi tratta da più di quel che sono. Il predicatore in
casa! Non l’hanno che i principi».
«E quel Dio che chiede conto ai principi della parola che fa loro sentire, nelle loro
45 regge; quel Dio le usa ora un tratto di misericordia, mandando un suo ministro, inde-
gno e miserabile, ma un suo ministro, a pregar per una innocente...»
«In somma, padre», disse don Rodrigo, facendo atto d’andarsene, «io non so quel
che lei voglia dire: non capisco altro se non che ci dev’essere qualche fanciulla che le
preme molto. Vada a far le sue confidenze a chi le piace; e non si prenda la libertà d’in-
50 fastidir più a lungo un gentiluomo».
Al moversi di don Rodrigo, il nostro frate gli s’era messo davanti, ma con gran ri-
spetto; e, alzate le mani, come per supplicare e per trattenerlo ad un punto, rispose
ancora: «La mi preme, è vero, ma non più di lei; son due anime che, l’una e l’altra, mi
premon più del mio sangue. Don Rodrigo! io non posso far altro per lei, che pregar Dio,
55 ma lo farò ben di cuore. Non mi dica di no: non voglia tener nell’angoscia e nel terrore
una povera innocente. Una parola di lei può far tutto».
«Ebbene,» disse don Rodrigo, «giacché lei crede ch’io possa far molto per questa
persona; giacché questa persona le sta tanto a cuore...»
«Ebbene?» riprese ansiosamente il padre Cristoforo, al quale l’atto e il contegno di
60 don Rodrigo non permettevano d’abbandonarsi alla speranza che parevano annunzia-
re quelle parole.
«Ebbene, la consigli di venire a mettersi sotto la mia protezione. Non le mancherà
più nulla, e nessuno ardirà d’inquietarla, o ch’io non son cavaliere.»
A siffatta proposta, l’indegnazione del frate, rattenuta19 a stento fin allora, traboc-
65 cò. Tutti que’ bei proponimenti di prudenza e di pazienza andarono in fumo: l’uomo
vecchio si trovò d’accordo col nuovo20; e, in que’ casi, fra Cristoforo valeva veramente
per due. «La vostra protezione!» esclamò, dando indietro due passi, postandosi fiera-
mente sul piede destro21, mettendo la destra sull’anca, alzando la sinistra con l’indice
teso verso don Rodrigo, e piantandogli in faccia due occhi infiammati: «La vostra pro-

14. al suo: padre Cristofo­ ro di «spia». 20.  l’uomo vecchio… col nuo- si fatto frate («nuovo»).
sta per aggiungere “cospetto”. 17.  con istizza: con stizza. vo: l’uomo che era stato prima 21. dando... destro: indie-
15. col sembiante: con l’a- 18. lo schiribizzo: il capriccio. della conversione («vecchio») treggiando di due passi e fa-
spetto. L’intonazione è sprezzante. si trovò d’accordo con l’uomo cendo forza («fieramente»)
16.  un tal titolo: cioè il titolo 19. rattenuta: trattenuta. che era diventato dopo esser- sul piede destro.

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70 tezione! È meglio che abbiate parlato così, che abbiate fatta a me una tale proposta.
Avete colmata la misura; e non vi temo più».
«Come parli, frate?»
«Parlo come si parla a chi è abbandonato da Dio, e non può più far paura. La vostra
protezione! Sapevo bene che quella innocente è sotto la protezione di Dio; ma voi, voi
75 me lo fate sentire ora, con tanta certezza, che non ho più bisogno di riguardi a parlar-
vene. Lucia, dico: vedete come io pronunzio questo nome con la fronte alta, e con gli
occhi immobili.»
«Come! in questa casa...!»
«Ho compassione di questa casa: la maledizione le sta sopra sospesa. State a vedere
80 che la giustizia di Dio avrà riguardo a22 quattro pietre, e suggezione di quattro sgher-
ri23. Voi avete creduto che Dio abbia fatta una creatura a sua immagine, per darvi il
piacere di tormentarla! Voi avete creduto che Dio non saprebbe difenderla! Voi avete
disprezzato il suo avviso!24 Vi siete giudicato. Il cuore di Faraone era indurito quanto
il vostro; e Dio ha saputo spezzarlo25. Lucia è sicura da voi: ve lo dico io povero frate; e
85 in quanto a voi, sentite bene quel ch’io vi prometto. Verrà un giorno...»
Don Rodrigo era fin allora rimasto tra la rabbia e la maraviglia, attonito26, non tro-
vando parole; ma, quando sentì intonare una predizione, s’aggiunse alla rabbia un lon-
tano e misterioso spavento. Afferrò rapidamente per aria quella mano minacciosa, e,
alzando la voce, per troncar quella dell’infausto profeta27, gridò: «Escimi di tra’ piedi,
90 villano temerario, poltrone incappucciato28».
Queste parole così chiare acquietarono in un momento il padre Cristoforo. All’idea
di strapazzo e di villania era, nella sua mente, così bene, e da tanto tempo, associata
l’idea di sofferenza e di silenzio, che, a quel complimento29, gli cadde ogni spirito d’ira
e d’entusiasmo30, e non gli restò altra risoluzione che quella d’udir tranquillamente ciò
95 che a don Rodrigo piacesse d’aggiungere. Onde31, ritirata placidamente la mano dagli
artigli del gentiluomo, abbassò il capo, e rimase immobile, come, al cader del vento, nel
forte32 della burrasca, un albero agitato ricompone naturalmente i suoi rami, e riceve
la grandine come il ciel la manda.
«Villano rincivilito!» proseguì don Rodrigo: «tu tratti da par tuo33. Ma ringrazia il
100 saio che ti copre codeste spalle di mascalzone, e ti salva dalle carezze che si fanno a’
tuoi pari, per insegnar loro a parlare. Esci con le tue gambe, per questa volta; e la ve-
dremo».
Così dicendo, additò, con impero sprezzante34, un uscio35 in faccia a quello per cui
erano entrati; il padre Cristoforo chinò il capo, e se n’andò, lasciando don Rodrigo a
105 misurare, a passi infuriati, il campo di battaglia36.
da I promessi sposi, Firenze, La Nuova Italia, 1986.

22. avrà riguardo a: avrà ri- riferimento al faraone egizia- (perché osa offendere un no- 31. Onde: perciò, quindi.
guardo di, baderà a non sciu- no che perseguitava gli ebrei bile), fannullone («poltrone») 32.  nel forte: nel pieno.
pare. di Mosè e che fu inghiotti- vestito da cappuccino. 33. tu tratti da par tuo: ti
23. e suggezione… sgher- to dalle acque del mar Rosso 29.  a quel complimento: cioè a comporti per quello che sei.
ri: e si lascerà intimidire da mentre cercava di inseguirli. quegli insulti. L’intenzione iro- 34. con impero sprezzante:
quattro brutti ceffi («sgherri») 26. attonito: pieno di stupo- nica del narratore è affidata a con un gesto di comando («im-
messi a guardia. re, di meraviglia. un gruppo di parole a cui viene pero») pieno di disprezzo.
24. il suo avviso!: l’avverti- 27. infausto profeta: quel attribuito un significato contra- 35.  un uscio: una porta.
mento che Dio vi manda tra- profeta di disgrazie. rio a quello usuale (antifrasi). 36. il campo di battaglia: il
mite me! 28. villano... incappucciato: 30. entusiasmo: fervore di giu- luogo in cui si era scontrato
25. Il cuore... spezzarlo: è un plebeo («villano») temerario stizia. con frate Cristoforo.

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Per lavorare sul testo


Il linguaggio e la gestualità dei personaggi Nel
colloquio tra don Rodrigo e padre Cristoforo il linguag-
gio e la gestualità riflettono il carattere e la mentalità dei
La figura di padre Cristoforo L’umiltà di padre Cristo- personaggi: il signorotto mostra la sua arroganza «pian-
foro è presentata come il risultato, faticosamente raggiun- tandosi [si noti l’energia dell’espressione gergale] in piedi
to, di una forma di autocontrollo, della volontà di tenere nel mezzo della sala»; il frate tradisce il suo iniziale imba-
a freno l’impulso alla ribellione. La doppia natura del fra- razzo nel gesto meccanico di far «scorrere tra le dite le ave
te appare anche dalla sua gestualità, in una singolare me- marie della corona che teneva a cintola»
scolanza di atteggiamenti ora di preghiera ora di minaccia,
che sostiene tutta l’appassionata oratoria del frate, fino alla L’incontro fra i due protagonisti  A una prima lettura
profezia. l’incontro di padre Cristoforo e don Rodrigo potrebbe inten-
dersi come lo scontro tra bene e male: da un lato il buono,
Don Rodrigo Don Rodrigo è un ascoltatore «acci- che si batte per difendere i deboli e per affermare i valori
gliato» perché la sua coscienza non è del tutto spen- cristiani; dall’altro il cattivo, che agisce spinto dal capriccio
ta. Quando padre Cristoforo con il riferimento all’ inno- e dal puntiglio. Ma, a ben guardare, il ritratto dei due prota-
cenza allude a Lucia, don Rodrigo lo interrompe in malo gonisti è più complesso e sfaccettato. Entrambi conoscono
modo, cogliendo un’intrusione nella propria vita privata, il turbamento: da un lato, padre Cristoforo ha sperimenta-
che porta in superficie un senso di colpa latente. La pro- to il conflitto tra il suo carattere impulsivo e combattivo e la
fezia di padre Cristoforo ha per lui il suono della minac- scelta cristiana di una condotta non violenta; dall’altro don
cia che apre la via al turbamento, scatenando una rea- Rodrigo, nel momento in cui ostenta la sua forza arrogante
zione irrazionale di paura: è il terrore del peccatore a far- e il suo potere, è angustiato dal timore che gli viene da una
gli afferrare la mano di padre Cristoforo, non la violenza lontana consapevolezza del peccato.
del potente.

Attivare le competenze

COMPRENSIONE 4. T
raccia un breve ritratto di fra Cristoforo tenendo
 Il riassunto pre­senti i gesti, i pensieri, le parole. Quali sono le
1. Riassumi l’incontro in un massimo di otto righe. sue reazioni alle battute di don Rodrigo? Quale idea
ti sei fatto del suo carattere?
ANALISI  Le figure retoriche
 Il narratore
5. Spiega la metafora «artigli del gentiluomo» conte­
2. Quale atteggiamento assume il narratore nei con­ stualizzandola nel brano.
fronti dei due personaggi?
 Il lessico
Guida all'elaborazione 6. Rintraccia, tra le frasi pronunciate da don Rodrigo,
 I personaggi le espressioni che rimandano al linguaggio ricerca­
3. Il colloquio con il frate suscita in don Rodrigo senti­ to e cerimonioso della nobiltà spagnola del Seicen­
menti che vanno dalla rabbia, alla meraviglia, allo to. Trascrivine alcune e, accanto a ciascuna, spie­
spa­vento. Rintraccia i passi nel testo e spiega i moti­ gane il significato.
vi di questa alternanza di sentimenti, tenendo conto
 Il commento
delle seguenti domande.
◗◗ 
7. Cristoforo e don Rodrigo sono rispettivamente esem­
Perché don Rodrigo, all’inizio del colloquio, si sente
pio di umiltà e forza morale, di arroganza e immora­
offeso?
◗◗ A un certo punto, don Rodrigo fa una proposta per risol­
lità. Le due figure trovano giustificazione nel partico­
lare contesto storico in cui vivono o ti pare piuttosto
vere il caso. Che atteggiamento si cela in lui?
◗◗ 
che rappresentino la variegata natura degli uomini?
Come reagisce don Rodrigo all’ira del frate dopo la
Esprimi la tua opinione in un commento di quattro o
sua proposta?
◗◗ Che effetto gli suscita l’improvvisa evocazione del no­
cinque paragrafi.
me di Lucia? INTERPRETAZIONE E APPROFONDIMENTI
 Confronto fra personaggi
8. Confronta don Abbondio e fra Cristoforo, due figu­
re di religiosi il cui ruolo è importante nelle vicende
del romanzo.

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