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quick notes on “Il


Giappone moderno”

chapter 1
divergenza tra ideale ufficiale dell’ordine socioeconomico e
politico e la realtà dei fatti → cambiamento e
modernizzazione

sankin kotai: sistema del servizio ad anni alternati (+tenere


ostaggi per assiurarsi fedeltà), elemento importante della
politica Tokugawa; favorì anche lo sviluppo dei trasporti e
della rete delle comunicazioni

governo Tokugawa in equilibrio con autonomie locali dei


daimyo =/= monarchie assolute in Europa → storici considerano
negativamente i Tokugawa (”rifeudalizzazione”, improvviso
arresto dello sviluppo)

l’immagine dei Tokugawa cambia dopo il successo economico


giapponese del secondo dopoguerra

Danzaemon: controllava circa 50 gruppi di emarginati (eta e


hinin) nel Kanto, mantenere l’ordine sociale era considerato
così importante che egli portava due spade e si comportava
come un daimyo minore

neoconfucianesimo (fondamento ideologico): pietà filiale e


amore per i parenti, porsi al servizio della natura, dovere
della donna di obbedire al marito, ai suoceri e agli anziani,
di praticare la frugalità e la modestia

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altre città giapponesi: planimetria rettangolare =/=
Tokyo/Edo: schema a spirale o circolare che si sviluppa dalla
dimora dello shogun

predominanza di incroci a T, cancelli e posti di blocco,


viuzze strette perché i veicoli a ruote erano stati
proibiti

la zona dei samurai e delle residenze dei daimyo era più


ordinata, le dimore erano eleganti e avevano grandi
giardini, ma vi erano anche le barecche dei samurai di
basso rango

zona residenziale privata → Yamanote: “vicino alle


montagne” nel periodo Meiji

chonin (nouveaux riches): esclusi da attività culturali


riservate ai samurai, iniziarono a proteggere artisti e
scrittori di loro gusto → nascita di nuove forme d’arte e
cultura (kabuki, haiku, ukiyo-e, ukiyo zoshi etc)

concetto del “mondo fluttuante” (ukiyo) =/= valori


confuciani

immenso successo del kabuki: gli attori onnagata diventano


la personificazione della femminilità, spettacoli nelle
case private dei daimyo, samurai che vi participano in
incognito, sudditti affascinati da esso

urbanizzazione → consumismo → disappunto dei neoconfuciani +


divario tra contadini molto ricchi e fittavoli → aumento
delle rivolte contadine (colpa dei capivillaggio che non
aiutarono i contadini con le finanze e ostentavano la loro
ricchezza), locali e non in grado di causare una rivoluzione
popolare contro lo shogunato

la rivolta non venne dal basso ma dall’interno della


classe al potere (samurai, soprattutto inferiori)

con l’ereditarietà sia del titolo di samurai che quella di


daimyo il rapporto di fedeltà tra samurai e signore non è lo

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stesso, in più il daimyo era spesso a Edo e quindi un mero
simbolo del suo han e non veramente presente

la fedeltà andava all’entità governativa e non ad una


persona: “nazionalismo han” → preambolo per il
nazionalismo

bakumatsu: ultimo periodo del bakufu/shogunato

chapter 2
crisi Tenpo (interna): insieme di problemi posti di fronte al
governo Tokugawa, la cui risposta fallimentare sarà il
fondamento della caduta

storici divisi tra quelli che ritengono che la causa


furono i problemi interni e quelli che pensano che fosse
l’arrivò di Perry (crisi estera)

aumento di pellegrinaggi a tradizionali centri religiosi e


nascita di nuove fedi religiose utopiche (es: Tenrikyo)

proposte radicali: espansione verso nord, abolizione della


classe samuraica e economia completamente agraria, stato
burocratico centralizzato; ma soprattutto un ritorno alla
frugalità e ai valori confuciani con il reclutamento di
“uomini di talento”

le riforme Tenpo di Mizuno Tadakuni, ispirate a quelle delle


ere di Kyoho e Kansei, iniziarono con schemi tradizionali per
poi diventare più innovative e minacciose per i daimyo:
tentativi di controllo del mercato abolendo i monopoli e
congelando i prezzi + visita dello shogun alle tombe dei suoi
antenati a Nikko (ribadiva la supremazia Tokugawa e imponeva
ai daimyo di scortarlo e ospitarlo)

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Mizuno fu lincenziato con l’accusa di disonestà →
conclusione delle riforme → critiche

fin dal 1790 navi straniere cercarono di approdare in


Giappone sempre più spesso, nel 1837 lo shogunato aprì fuoco
contro la Morrison, nave privata americana che tentò di
riportare in patria dei naufraghi giapponesi nella speranza
di avviare rapporti commerciali e un’opera di
evangelizzazione

preoccupazione per la minaccia occidentale → stimolo per


le riforme Tenpo, ma non portò a migliorare la difesa
nazionale → gli han costruirono navi militari e si
procurarono armi di contrabbando segretamente

1853: arrivo delle “navi nere” (crisi estera), guidate dal


commodoro Matthew Perry, che decise di non stare alle
convenzionali regole della diplomazia che si teneva con le
nazioni civilizzate (poiché i giapponesi erano “infidi” e
“vendicativi per natura”), di esigere come un diritto e non
come un favore quegli atti di cortesia che ogni nazione
rivolge alle altre

opere di difese che ebbe ripercussioni sui cittadini:


contributi in denaro e lavoro, abbettimento di case e
utilizzo di navi da trasporto per la costruzione di
fortificazioni

l’immaginario popolare giapponese rappresentava gli


occidentali come creature pelose con grandi nasi e demoniaci
occhi rossi

daimyo di Mito: per la chiusura; daimyo di Matsushiro: per


l’apertura

→ trattato di Kanagawa (1854) e poi trattato di Harris (1858)

movimento lealista e terrore shishi: “uomini di spirito”


fedeli all’imperatore che commisero azioni radicali e

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violente contro lo shogunato e contro istituzioni e cittadini
stranieri

grido: sonno joi (riverire l’imperatore, scacciare i


barbari)

non diedero vita ad un movimento organizzato, agivano


individualmente o in piccoli gruppi

Yoshida, Kido, Saigo, Okubo

l’immagine convenzionale delle Restaurazione Meiji come colpo


di stato relativamente incruento non è precisa a causa degli
shishi e delle sommosse popolari che la precedettero

piano proposto da Satsuma: “unità fra bakufu e corte” →


indebolimento dello shogunato → ammorbidimento delle regole
per il servizio ad anni alterni → crescente difficoltà nel
gestire i radicali → tentativo fallito di espulsione dei
“barbari” (aprono il fuoco contro le navi straniere →
bombardamento delle difese di Choshu) → cambio di approccio:
aperti ad imparare e utilizzare metodi occidentali

sonno joi → fukoku kyohei (un paese ricco, un esercito


forte)

azioni riformistiche e declino del terrorismo

alleanza Choshu-Satsuma + Tosa e Hizen, per il ripristino


del dominio dell’imperatore

grido durante la guerra civile precedente alla restaurazione:


“ee ja nai ka”

Restaurazione Meiji causata da crisi interna (rivoluzione


sociale) o da crisi estera (rivoluzione nazionalista)?

chapter 3

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la Restaurazione è la chiave per comprendere la storia del
Giappone moderno

interpretazione positiva degli storici giapponesi, negativa


dei marxisti

molti vedevano come il male principale l’era Tokugawa, ma


seguanedo le tracce fino alla guerra disastrosa per il
Giappone e all’occupazione militare, si arriva
all’assolutismo Meiji e al tennosei, non ai Tokugawa

gli oligarchi Meiji avevano in comune l’origine han e la


formazione confuciana

leader di maggior spicco: Okubo Toshimichi, Kido


Takayoshi, Saigo Takamori

guerra civile giapponese “Boshin Senso”, ovvero “guerra


dell’anno del dragone”

la Restaurazione non fu una rivoluzione incruenta dall’alto:


ribellione di Satsuma, assassinio di Okubo

venne meno la chiusura del Giappone all’Occidente e la


volontà di espellere i “barbari”, ma gli intenti
nazionalistici si manifestavano comunque nell’intenzione di
eliminare i trattati ineguali e di conquistare una posizione
paritaria alla nazioni occidentali

Rokumeikan: edificio in stile occidentale con sale da ballo,


ristoranti e fiere di beneficenza per favorire l’interazione
tra l’elitè occidentale e quella nipponica

palazza Ryonkaku: intrattenimento in stile occidentale


destinato a ceti medio-bassi di Tokyo

Fukuzawa Yukichi autore di Seiyo jijo (Lo stato delle cose in


Occidente)

Jiyu Minken Undo, Movimento per la libertà e i diritti del


popolo

principali leader: Okuma Shigenobu e Itagaki Taisuke

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avevano spinto il governo alla creazione di un sistema
parlamentare, ma favorivano inanzittutto gli interessi
degli ex-samurai e una politica espansionistica

Kishida Toshiko, rappresentante del gruppo femminile

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occidentalizzazione → reazione nazionalista → ritorno ai
valori confuciani e ai miti shintoisti → inizio della 18fine
del periodo Meiji

non ritorno alla xenofobia, ma maggiore consapevolezza


selettiva

nonostante l’occidentalizzazione fosse stata solo


superficiale spinse i giapponesi a cercare una propria
identità nazionale e culturale

1889: Costituzione (di tipo prussiano + charte octroyée);


1890: governo costituzionale (considerato essenziale per
ottenere la revisione dei trattati e per il sorpasso
dell’Occidente) + assemblea nazionale (valvola di malcontento
della società)

la Costituzione parlava dei ruoli dell’Imperatore e della


Dieta (Camera bassa e Camera alta), ma non accennava a
istituzione ben più di rilievo, ovvero gli oligarchi, il
Gabinetto e il Consiglio privato dell’Imperatore, che di
fatto continuarono a governare indipendentemente da questi
cambiamenti

concetto di sovranità statale, non popolare

alle donne era proibita la partecipazione alla vita politica,


ma alcune donne non accettarono questo fatto: Yajima Kajiko
della Società riformista femminile di Tokyo, che attaccò il

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sistema delle concubine e della prostituzione, soprattutto
quella all’estero

sensibilizzò la popolazione ma non ebbe mai successo, il


nuovo Codice penale ribadì la posizione sottomessa della
donna e le relegava nella stessa categoria dei deformi e
dei mentalmente incapaci

condizione di “razza inferiore” per i nativi di Okinawa e


dell’Hokkaido (ainu)

la Stazione centrale di Tokyo come simbolo del progresso,


della modernizzazione e con un preciso significato politico,
visto che era da lì che l’Imperatore partiva per le sue
visite di stato

riti e simboli shintoisti come strumento di legittimazione


del potere e per unire la popolazione sotto un unico credo +
fondazione del dicastero degli Affari religiosi → abbandono
dell’architettura sacra buddhista

a causa di pressioni da parte degli occidentali per la


concessione della libertà di culto nella Costituzione, il
governo Meiji smantellò il dicastero degli Affari
religiosi

lo stato cercò di allinearsi con lo shintoismo, così da


far apparire l’adesione a quest’ultimo più come un dovere
in quanto cittadino piuttosto che una scelta religiosa
personale

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la vittoria contro la Cina e poi contro la Russia, misto al
fatto che il Giappone iniziò ad essere conosciuto nel mondo
come un Paese moderno, creò nei giapponesi un nuovo senso di

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identità nazionale e al tempo stesso fiducia e rispetto per
se stessi

il processo di modernizzazione e di industrializzazione stava


iniziando ad avere delle conseguenze preoccupanti, in quanto
esso non aveva avuto ripercussioni uniformi nel benessere
della popolazione

guerra sino-nipponica → dimostrazione della superiorità del


Giappone rispetto alle altre nazioni asiatiche; guerra russo-
giapponese → Giappone come vera e propria minaccia per le
potenze occidentali in quanto aveva sconfitto una nazione di
“razza bianca”

governo costituzionale → sistema stabile, ma anche formazione


di partiti politici sempre più influenti → oligarchi
costretti a collaborare con la Dieta a causa della sua sempre
crescente base di consenso

due grandi formazioni politiche: Seiyukai (Associazione


amici del governo costituzionale) e Kenseikai
(Associazione per un governo costituzionale)

Trattato di Portsmouth, considerato ingiusto → ondata di


critiche e disordini a Tokyo → promulgazione della legge
marziale → incidente di Hibiya

si rivelano i sentimenti nazionalistici e sciovinisti del


popolo giapponese, ma anche un profondo malcontento
popolare

socialismo nuove aspirazioni da parte dei giovani

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era Taisho: periodo di aggiustamenti e normalizzazione

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negli ‘20 il Giappone evitò grandi tensioni nelle relazioni
internazionali e perseguì una politica maggiormente di pace e
cooperazione (internazionalismo pacifico), da qui il nome
“democrazia Taisho”

i partiti politici rappresentanti della Dieta assunsero di


fatto il controllo dei dicasteri, anche se per breve tempo
(negli anni ‘30 egemonia dell’esercito)

netta dicotomia tra politica e cultura → assenza di una forte


opposizione da parte degli intellettuali

“politica di partito sotto copertura”, lotta fra:

oligarchi

Seiyukai, partito fondato da Ito Hirobumi

Doshikai (divenuta Kenseikai), fondato da Katsura Taro,


protetto da Yamagata Aritomo

Hara Kei, “primo uomo comune” (uomo di partito, deputato


della Camera bassa e non alta) a diventare Primo Ministro →
non portò alla normalizzazione di questa pratica, né ad una
maggiore partecipazione democratica del popolo alla vita vita
politica

Nuova associazione delle donne (Shin Fujin Kyokai): movimento


femminile organizzato

Seito: rivista letteraria ideata e fondata da donne,


divenne poi fonte di attivismo femminista a causa delle
critiche a loro rivolte dal popolo e da riviste come
Raicho

il ministero degli Interni fece chiudere i battenti a


diverse riviste femminili e inspezionò tutti i numeri
della Seito in cerca di “idee pericolose” e poi fatta
chiudere

fallimento del comunismo: mancavano le condizioni base per


l’esistenza, tanto meno il successo, di un partito comunista:

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il proletariato aveva dimensioni ridotte e il movimento
sindacale non era forte e compatto + ideologia vhr si
opponeva allo scontro oaprte e al conflitto, e giustificava i
provvedimenti repressivi, sacralità del kokutai

Chian Iji Ho, Legge per preservare la pace

l’ideologia nazionale era molto popolare, il comunismo non


ebbe quindi molta presa sulle masse giapponesi, ma
riscosse più successo tra i gruppi più emarginati, come
burakumin (Suiheisha, Associazione dei sostenitori
dell’uguaglianza) e coreani (vittimi di pregiudizi, salari
bassi, malnutrizione e massacri)

negli anni ‘20: crisi economica a causa della Prima Guerra


Mondiale → durante la Seconda Guerra Mondiale la domanda di
produzione giapponese aumentò → rinvigorimento del mercato,
ma anche sovraccarico di lavoro che porta a scioperi → dopo
la guerra la domanda si abbasso nuovamente con il ritorno nel
mercato dei prodotti europei + disoccupazione e
sovrappopolazione

rapida urbanizzazione e crescita demografica ma stagnazione


dell’economia

bunmei (civilizzazione): era Meiji, sentimenti di abnegazione


e nazionalismo, il bene nazionale al primo posto =/= bunka
(cultura): era Ginza, società individualista, consumistica e
cosmopolita, scelte private e auto-educazione al primo posto

allontanamento dalla politica poiché non era più l’unico


interesse del popolo, l’essere apolitici era una
caratteristica soprattutto dei letterati e degli
intellettuali del tempo, fatto eccezione per gli scrittori
proletari

Kobayashi Takiji, autori più di spicco nella Lega degli


scrittori proletari, autore di Kani Kosen (Il
peschereggio di granchi), opera volta alla critica
della società del tempo, muore del 1933 a seguito di

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torture da parte della polizia, poco dopo la Lega si
scioglie

durante i successivi anni ‘30 la politica torna alla ribalta


a causa della crisi economica

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1926: inizio dell’era Showa; 1927: suicidio del letterato
Akutagawa Ryunosuke, a causa di un’ “indefinibile ansia” →
periodo anche denominato “valle oscura”

1929: caduta di Wall Street + crisi costituzionale innescata


dal comando della marina militare → 1931: incidente in
Manciuria

vertenze di fittavoli nelle campagne: erano più numerose


nelle terre dove i contadini stavano meglio, perché anche se
stavano meglio che in passato, dopo aver lavorato in fabbrica
per un salario più alto, meno ore e meno fatica, avevano
aspettative più alte

eliminazione a livello nazionale della sinistra radicale

l’ala destra, anche se con varie posizioni anche


contrastanti, si univa sulla questione dei problemi delle
zone rurali

sia i movimenti dell’ala destra che di quella sinistra


sorsero dal malcontento del popolo: per loro la Restaurazione
Meiji non si era ancora conclusa, anche se per ragioni
diverse (sinistra: democrazione borghese, visione
universalistica della storia; destra: nazionalismo popolare
conesso alla spiritualità, visione particolaristica della
storia)

atti di terrorismo e tentativi di colpi di stato

“governo tramite assassinio”

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piano di riforma di Kita Ikki: diverrà ispirazione per il
“fascismo” in Giappone

i Giovani graduati e gli alti gradi dell’esercito cercano


di creare situazioni violente per proclamare la legge
marziale per poi attuare i cambiamenti radicali proposti
da Kita

due fazioni principali: Kodoha (Via imperiale), Toseiha


(Via del Controllo)

repressione dei ribelli della fazione Kodoha → vittoria


della fazione Toseiha

Pearl Harbor fu un prodotto collaterale del nazionalismo


asiatico, stimolato a sua volta dall’imperialismo occidentale

malcontento per i trattati e per la Conferenza di


Versailles

problemi socioeconomici interni

convinzione di dover essere il una posizione egemone per


garantire la sicurezza e l’autonomia del Paese

nuovo diritto internazionale basato sui Quattordici punti


del presidente Wilson

gli scrittori giapponesi resero la guerra “una cosa moderna


che andava fatta”, ovvero un attributo della modernità stessa

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1937: incidente del ponte Marco Polo → politiche di
mobilitazione psicologica per assicurarsi il consenso
psicologico alla guerra → 1940: Ordine Nuovo

gli storici di sinistra ritengono che il sistema autoritario


e espansionistico del Giappone belligerante fosse

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un’aberrazione e che l’occupazione statunitense avesse
riportato il Giappone sulla strada della democratizzazione
iniziata nell’era Taisho

opinione conrastante: la stessa mobilitazione per la


guerra pose le fondamenta per la democrazia → critica al
Giappone post-bellico e alla società capitalistiche
avanzate

rifiuta della modernità come supporto ideologico alla


frattura fra Giappone e Occidente → nuovo vigore ai valori
panasiatici (liberazione dell’Asia dall’Occidente: Nuovo
Ordine nell’Asia orientale)

Nuovo Ordine: di fatto promettava cooperazione economica,


difesa comune e amicizia, di fatto privilegiava il Giappone
enormemente e portò alla rovina la Cina con il massacro di
Nanchino e al resto dell’Asia con
l’imperializzazione/nipponizzazione (distruggere tutte le
manifestazione di identità nazionale e culturale delle varie
nazioni per enfatizzare il loro essere sudditi del Giappone)

le bombe nucleari fecero sentire i giapponesi come le vere


vittime della guerra e non le loro colonie; spesso le bombe
atomiche non sono collegate al fatto che esse avevano posto
fine ad una guerra in cui il Giappone si era messo al primo
posto con una qualche responsabilità

hibakusha: vittime delle bombe atomiche, sopportarono gli


effetti della bomba nucleare, tra cui leucemia e cancro,
ma sopravvivendo, furono anche vittime di discriminazione
e ebbero sensi di colpa per il solo fatto che fossero
sopravvissuti

chapter 9

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la disfatta del 1945 non significò solo perdere la guerra, ma
anche la sconfitta degli obiettivi di politica estera
perseguiti a partire dalla metà del XIX secolo

i giapponesi reagirono con entusiasmo all’esperimento di


democratizzazione che venne con l’occupazione militare
americana, considerato il secondo grande momento di svolta
del Giappone moderno dopo la Restaurazione

il rimpatrio fu a volte impossibile e alcuni giapponesi


furono costretti ad abbandonare i loro figli in patria non
riuscendo a tornare, alcuni furono trattenuti in altri stati,
e anche quelli che facevano ritorno venivano spesso esclusi
dalla communità a causa di invalidità fisiche o mentali + i
coreani e altri gruppi dalle colonie che rimpatriavano nelle
loro rispettive terre

manifestazioni dopo la legge per il diritto allo sciopero, ma


alcune sfiociavano nella violenza → MacArthur richiamò i
giapponesi all’ordine

sciopero pianificato per il 1 febbraio → MacArthur


interviene alla sua vigilia → gli americani stavano
“ingannando il popolo giapponese con una democrazia che
stava solo sulla punta delle loro lingue” →
antiamericanismo nella sinistra

corso inverso delle istituzioni americane, a causa delle


critiche dei conservatori americani, degli scioperi violenti
e della maggiore militanza dei comunisti → abolito il diritto
allo sciopero e epurazione di rossi → Guerra di Corea → il
partito comunista non era illegale ma mancava di molti dei
suoi leader potenti → Sohyo (Consiglio generale dei
sindacati) più moderato ma non sosteneva le politiche
conservatrici dello Scap e del Gabinetto

con l’occupazione che giungeva alla fine, agli Stati Uniti


serviva un Giappone economicamente stabile e riarmato →
appoggio del Primo Ministro Yoshida Shigeru, ma poi quando

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capì le vere intenzioni di MacArthur (creare un esercito
embrionale dal rafforzamento della polizia) chiese ai
socialisti di manifestargli contro

Trattato di San Francisco e “Sistema San Francisco”: Yoshida


dice che un Giappone sconfitto a San Francisoc ottenne più
risultati di un Giappone vincitore a Versailles

opposizione liberale che difendeva smilitarizzazione e


democrazia, opposizione conservatrice ben determinata a far
retrocedere gli eccessi delle riforme americane

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corso inverso, che venne inoltre accellerato dalle forze
conservatrici, rese gli anni ‘50 un periodo turbolento
(manifestazioni per il trattato di sicurezza + sciopero nelle
miniere di carbone di Miike)

il Partiro liberaldemocratico aveva il monopolio assoluto


nella Dieta, ma anche le forze di sinistra vennero
riconosciute grazie alle loro manifestazioni

allineamenti internazionali

il sistema occupazionale giapponese raggiunse la maturità,


aumento salariale, posto di lavoro sicuro e trattamento umano
assicurati

la possibilità di intervento militare da parte degli


americani in caso di rivolte interne creò una divisione
all’interno dei socialisti, l’ala destra non era d’accordo
con il trattato di sicurezza, ma erano d’accordo con quello
di pace, l’ala sinistra era in disaccordo con entrambi →
indebolimento delle manifestazioni

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trasformazione della Riserva nazionale delle forze di polizia
in una “Forza di pubblica sicurezza” e poi in una “Forza di
autodifesa”

si tornò ad una concentrazione delle imprese commerciali e


industriali in potente raggruppamenti chiamati keiretsu

il Partito socialista di riunisce → fusione del Partito


liberaldemocratico → governo monopartitico da parte di
quest’ultimo fino al ‘93

quando il governo si riunì per ritrattare il trattato di


sicurezza, ci furono grandi manifestazioni e i socialisti
bloccarono il rappresentante della Camera bassa in modo che
non potesse andare in parlamento a votare; la maggioranza
approvò comunque il trattato

il Partito socialista si divide definitivamente → formazione


del Partito socialdemocratico dall’ala destra

fallimento delle proteste e la volontà dei conservatori di


spostare l’attenzione dell’opinione pubblica dalla politica
al conseguimento della “vita radiosa” (akarui seikatsu)

i socialisti e i comunisti continuarono a difendere la


smilitarizzazione e la democrazia e impedirono una retifica
costituzionale

il sindacalismo venne schiacciato dal corso inverso, ma con


il boom economico avvenuto dopo le Guerra di Corea, che creò
anche un fenomeno inflativo, i sindacati spinsero per un
aumento complessivo della massa salariale → gli imprenditori
rifiutarono e proposero aumenti regolari

“Jinmu boom”

chapter 11

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periodo di crescita dagli anni ‘50 agli anni ‘70: “miracolo
economico”

il Piano del Primo Ministro Ikeda Hayato per raddoppiare il


Pil funzionò → i giapponesi furono esortati a lavorare sodo
per questo obiettivo, ma poi capirono che non solo ciò non
gli dava nessun vantaggio, ma anche i costi della crescita
economica sarebbero poi ricaduto su di loro

il merito del successo viene spesso attribuito al governo, ma


è stato anche a causa di vari fattori che il governo non
poteva controllare (Guerra di Corea, Guerra nel Vietnam,
Olimpiadi e vari aiuti da parte degli Stati Uniti)

Pil giapponese secondo al mondo, dopo gli Stati Uniti

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molti degli sviluppi degli anni ‘70 e ‘80 rappresentarono un
ampliamento o una più ampia diffusione di modelli concepiti i
decenni precendenti

nonostante la presa di più partiti di opposizione la politica


continuò con l’egemonia del Partito liberaldemocratico (1955-
93)

il Giappone divenne la nazione con maggiori crediti a metà


degli anni ‘80

Nihonjinron: unicità del carattere giapponese

a causa dell’onda d’urto partita dall’Occidente la crescita


economica di arrestò e iniziò la recessione, ma poi la
crescita riprese a ritmi più lenti

il Giappone aveva raggiunto il successo economico e si era


messo al passo dell’Occidente senza sacrificare le sue
tradizioni

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chapter 13
le aziende non permisero che fossero i consumatori a trarre
beneficio dal successo economico, inooltre lo Stato aveva
preferito non usare il saldo attivoper migliorare le
infrastrutture ma per comprare attività all’estero → quando
la bolla economica scoppiò nel 1991 i giapponesi si
ritrovarono con un’abbondanza di beni di lusso ma con
programmi di assistenza sociale drammaticamente inferiori
agli standard esteri

rapido invecchiamento della popolazione e disoccupazione


torna con nuovi picchi

1993: collasso del sistema del 1955 → confusione politica e


leadership instabile

anni ‘90: decennio perduto → a causa dell’incapacità dei


partiti politici di adempiere i loro obblighi fondamentali →
sfiducia da parte dei cittadini, che non si ritrovavano più
in un partito

il Pld a forza di stanziare appalti per conservare il


sostegno delle masse rurali aveva perso il voto delle città

rivelazioni di corruzione e bustarelle allontanarono i


cittadini dei politici dei partiti → bassa affluenza alle
elezioni

incapacità del governo di gestire la strage del terremoto di


Kobe nel 1995 e degli incidenti nelle centrali nucleari

con lo scoppio della bolla si ebbe la più lunga e grave


recessione dai tempi del dopoguerra

necessita di una riforma economica (deregulation), ma non si


accennava ad introdurre misure significative

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l’Occidente faceva pressione affinché il Giappone incanalasse
più denaro nell’economia e mantenesse l’interesse basso o
quasi pari a zero, ma il Giappone continuò invece a spendere
su progetti di opere pubbliche per assicurarsi il voto delle
zone rurali e non stimolò la ripresa economica

karoshi: morire di superlavoro

anni ‘90: soprannominati era delle donne (onna no jidai), ma


esse dovevano comunque ancora affrontare molte
discriminazioni

concezione diversa del matrimonio: le donne attendevano per


sposare per amore e rifiutavano gli uomini che le avrebbero
reglegate in casa, gli uomini però continuavano a concepire
il matrimonio come unione in cui marito e moglie lavorano in
ambiti separati

scoppio della bolla economica → recessione → inquientante


serie di crimini violenti da parte di adolescenti (bambini
cresciuti durante la bolla economica)

pressione sufli studenti + mito delle maternità e padri


assenti + “aumento” dei abusi sui minori → scarso impegno
nello studio, assenteismo e bullismo → Legge per la
prevenzione degli abusi sui minori

1995: attacco terroristico con il gas in alcune stazione


della metropolitana di Tokyo, organizzato da una delle nuove
sette religiose degli anni ‘70 → senso di insicurezza nella
popolazione

arrivo di stranieri in Giappone, matrimoni misti e


rimpatriati giapponesi (uomini che avevano lavorato a lungo
all’estero e giapponesi di terza/quarta generazione) → sempre
maggiore coinvolgimento del Giappone con il mondo esterno

richieste di pubblica ammenda da parte delle vittime


dell’imperialismo giapponese

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chapter 14
nel 2001 si ebbe un’altra recessione o periodo di
stagnazione: i problemi degli anni ‘90 persistevano o si
aggravavano + problema dei senzatetto e dei “profughi degli
internet cafè”

necessità di riforme strutturali ma non si accennava a


cambiamenti

il Giappone su superato da Cina e India come potenza


economica (in un certo senso, il Giappone è comunque un paese
ricco a differenza degli altri due)

Koizumi Junichiro come Primo Ministro, uno dei più longevi


dai tempi di Yoshida Shigeru

privatizzazione del sistema postale

2001: quando salì in carica l’economia era prossima a


toccare il fondo → 2003: si ebbe la più grande espansione
economica dal Jinmu boom che ancora prosegue tuttora,
anche se non sembra porterà ad un altro “miracolo
economico”

il suo governo non fece nulla per colmare l’enorme debito


pubblico

controverse visite al tempio di Yasukuni che danneggiarono


le relazioni con Cina e Corea del Sud (soprattutto
l’ultima, durante il 60° anniversario della fine della
guerra)

anche Abe fece visita in seguito, ciò assunse una


posizione più ideologica

una volta diventato Primo Ministro si recò in Cina e


Corea per riallacciare i rapporti

aumento dei lavoratori precari e part-time + aumento dei


freeter e dei neet ← disincanto rispetto agli obiettivi di

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vita della generazione precedente (”Serpenti e piercing” di
Kanehara Hitomi)

il Giappone affrontò sì un malessero diffuso, ma non una


situazione “critica” che avrebbe portato a riforme più rapide
e drastiche

riluttanza di migliorare le condizioni di lavoro delle donne,


a cui è in più modi preclusa la possibilità di fare carriera
→ con l’invecchiamento della popolazione c‘è bisogno di forza
lavoro → proposta per cambiare le legge sull’immigrazione per
attirare più lavoratori stranieri → il governo non sembra
intenzionato a cambiarla

il Giappone ha fatto del suo meglio affinché conservasse la


sua purezza razziale e l’egemonia maschile, però alcune
grandi aziende stanno arrivando alla conclusione che “stiamo
sprecando il talento delle nostre dipendenti”

“sindrome del marito pensionato” → Associazione nazionale dei


mariti sciovinisti

“nazionalismo soft” o “potenza soft”: si riferisca alla forza


o all’orgoglio culturale

lo scopo principale del governo di Abe era quello di


rinvigorire l’orgoglio della tradizione (ricordava il
nazionalismo che precedette e accompagnò la guerra)

l’imperatore prese più volte iniziativa per riconciliarsi con


i vecchi nemici e le vittime dell’imperialismo giapponese

ha sostenuto nel 2001 che una delle sue antenate fosse


coreana

si recò nel 2005 a Saipan per rendere omaggio sia ai


coreani che vi erano stati deportati per i lavori forzato
sia per i lanciati dalle scogliere Banzai

ha deposto dei fiori nel memoriale per i soldati caduti


americani

quick notes on “Il Giappone moderno” 22


continui tentativi del Giappone per ottenere un seggio
nell’Onu incontrano sempre il veto della Cina

revisione della Costituzione: limita lo schieramento


oltreoceano della Forza di Autodifesa e quasi ne mette in
dubbio la costituzionalità

il Giappone ha effettivamente raggiunto l’uguaglianza con


L’Occidente

quick notes on “Il Giappone moderno” 23

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