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CAPITOLO N2

Con la deposizione nell’884 dell’ultimo dei carolingi, Carlo il Grosso(figlio di Ludovico il Germanico)
da parte dei nobili a lui fedeli perché egli invece di combattere aveva versato un tributo di denaro
ad un esercito di Normanni(invasori provenienti dal nord Europa) affinché non assalissero Parigi, si
assistette alla rottura definitiva dell’unità del Sacro Romano Impero e all’inizio di un periodo di
anarchia caratterizzato da una situazione di caos determinata dalla mancanza di un governo.
Ciononostante emersero alcune formazioni statali a grandi linee stabili: il regno dei Franchi
occidentali, il regno dei Franchi orientali, il regno di Borgogna e quello d’Italia.
-Il regno dei franchi occidentali sarà il nucleo della futura Francia, infatti nel 987 salì al trono di
questo regno il conte di Parigi Ugo Capeto che darà iniziò alla dinastia dei Capetingi che si
protrarrà fino alla Rivoluzione francese.
- Dal regno dei Franchi orientali nascerà la Germania ed era suddiviso in Ducati regionali: Sassonia,
Lorena, Franconia, Svevia, Baviera sempre in contrasto tra loro. Fu eletto re di Germania nel 919
Enrico l’Uccellatore.
- Il regno di Borgogna sarà in seguito assorbito dalla Francia.
- Il Regno d’Italia comprendeva tutta l penisola ad eccezione del Meridione, delle isole e delle terre
amministrate dalla Chiesa dove vigevano ancora i vecchi Ducati longobardi e dove l’imperatore di
Bisanzio cercava di imporre di nuovo la sua autorità.
A imporsi in seguito alle diverse lotte tra i feudatari tedeschi, fu la casa di Sassonia: prima divenne
nel 919 re Enrico, poi nel 936, suo figlio Ottone. Egli riuscì a neutralizzare gli altri feudatari e a
superare gli step necessari per divenire imperatore: la consacrazione del papa e l’assunzione della
corona d’Italia per mantenere ancora viva e costante la tradizione iniziata da Carlo Magno.
Raggiunse questo risultato perché era stato sollecitato da Adelaide, vedova del re d’Italia Lotario II,
assassinato dal conte Berengario dal quale fu rinchiusa per divenire re e dal quale riuscì a fuggire
fino ad arrivare in Germania dove si offrì in sposa a Ottone I e gli chiese di cacciare l’usurpatore.
Ottone I disse si, quindi approffittó dell’occasione per realizzare il suo sogno e sconfisse Berengario
II a Pavia, in Italia e cinse( indossò la corona d’Italia nel 951). Vinse la corona imperiale nel 962 a
Roma dalle mani di papà Giovanni XII. Fu così che riprese ad esistere il Sacro Romano Impero
germanico che comprendeva la Germania e l’Italia ed era quindi più ristretto rispetto a quello di
Carlo Magno.
Una volta diventato imperatore Ottone I cercò di regolare i rapporti tra Impero e Chiesa, allora già
corrotta dalle famiglie romane e fortemente intenta ad ottenere il postere temporale.
Dopo aver confermato la validità delle donazioni fatte al papà dai suoi predecessori, riconoscendo
il potere territoriale della Chiesa, per arginare l’immortalità decise di riservare a se stesso il diritto
di nominare il papa attraverso il cosiddetto Privilegium Othonis, del 962 non facendo altro che
provocare un aspro scontro tra Chiesa e Impero.
Per ridimensionare il potere dei feudatari laici aumentando il proprio, affidò ai vescovi, mediante
l’investitura( atto con cui un potente affida un feudo a un vassallo autorizzandolo a goderne i
proventi) i feudi e le annesse prerogative amministrative, giudiziarie e militari, creando così i
vescovi-conti. In questo modo si guadagnavano ben 2 vantaggi: in primo luogo si riuscì a limitare
gli effetti del capitolare di Quierzy(877) che aveva reso ereditario il possesso dei feudi maggiori e in
secondo luogo diminuivano i rischi di tradimenti o ribellioni.
Inoltre, convinto che il potere dell’imperatore derivasse direttamente da Dio, svolse una serie di
campagne militari nell’Italia meridionale per proteggere la Chiesa, cacciando musulmani e
Bizantini. Morì nel 973( un anno dopo il matrimonio del figlio).
A lui successe Ottone II che cercò di portare a termine la missione di suo padre ma morì nel 983 a
soli 28 anni, durante una spedizione militare. Quando Ottone II morì suo figlio aveva solo 3 anni,
ma con l’aiuto della madre e della nonna Adelaide l’impero riuscì a resistere fino alla sua maggiore
età. Egli fu incoronato imperatore nel 996 all’età di 16 anni dal cugino pontefice Gregorio V( primo
pontefice tedesco della storia) e morì a 22 anni dopo la ribellione dei feudatari tedeschi che gli
impedirono di realizzare il suo progetto per la costruzione del nuovo impero: la stretta
collaborazione tra Impero e Chiesa, regnando su tutto il mondo insieme al nuovo pontefice
Silvestro II.
-Dopo la morte di Ottone III si diffuse il fenomeno della simonia , ovvero la concessione di cariche
ecclesiastiche in cambio di denaro ed insieme ad esse il nicolaismo, per cui numerosi preti
vivevano con concubine e spesso avevano figli illegittimi, benché i sacerdoti potessero invece
sposarsi. Lo stesso papa aveva perso autorevolezza, dato che la sua
elezione dipendeva dapprima dalle famiglie aristocratiche romane e poi dagli imperatori
germanici. Numerosi furono i fedeli che rifiutavano perfino di accettare i sacramenti se
amministrati da preti che consideravano indegni. ( il dissenso porto anche alla nascita di
movimenti che spesso la chiesa condannò come eretici)
I primi a tentare di far ritornare la Chiesa allo spirito originario della regola benedettina (ora et
labora, di cui si accentuavano il ruolo della preghiera e della meditazione vista come l’unica strada
per raggiungere la purezza morale) furono i monaci dell’Abbazia benedettina di Cluny, (fondata nel
910 in Borgogna dall’abate Bernone) che provenivano dalle classi sociali più elevate, e dopo di essi
vennero creati nuovi ordini: i camaldolesi, i certosini e i cistercensi.
•l’ordine dei camaldolesi (nacque nel 1012 e deriva da Camaldoli dove Romualdo fondò il primo
monastero) che includeva nella sua regola monastica anche l’assistenza ai viandanti e ai pellegrini.
•l’ordine dei certosini(1084, deriva da Certosa il termine) la cui regola prevedeva un rigido silenzio
e lunghe ore di preghiera nella solitudine della cella.
•l’ordine dei cistercensi( da Cistercium, nome latino di Cisteaux, in Borgogna) che ripropose in
polemica contro lo sforzo dei cluniacensi un ideale di povertà, eremitismo e ascetismo.
- il papa veniva scelto in base alla famiglia di appartenenza e grazie alle pressioni delle fazioni nelle
quali si dividevano le più importanti famiglie aristocratiche romane. A metà dell’anno 1000 tre
diverse fazioni promossero tre papi diversi; la situazione venne risolta dall’imperatore Enrico III
che appellandosi al Privilegium Othonis, impose come nuovo papa Clemente II( a lui fedele) e dal
quale fu consacrato imperatore. Clemente si impegna in una serie di azioni di riforma della Chiesa:
contrasta le pratiche simoniache e il concubinato.
-A Clemente II succedettero i cosiddetti ottimi papi: Damaso II, Leone IX e Vittore II.
Il secondo di questi, Leone IX fu il primo a proporre la libertas ecclesiae, ovvero l’indipendenza
della Chiesa dall’Impero.
- Nel frattempo tra la Chiesa di Roma e quella di Costantinopoli si creò una situazione di maggiore
tensione soprattutto per il desiderio di indipendenza che Costantinopoli e le sue strutture
ecclesiastiche volevano mantenere nei confronti del papa. Alla metà dell’XI secolo (1054d.C) si
creò un o scisma religioso, noto come Scisma d’Oriente, che portò le due fazioni della Chiesa a
separarsi definitivamente e a dividersi in due nuove entità religiose: la Chiesa ortodossa e quella
cattolica di Roma. Le due fazioni diventarono totalmente indipendenti insieme alle loro pratiche
rituali e convinzioni teologiche. Alla Chiesa ortodossa di unirono le chiese cristiane a più stretto
contatto con Costantinopoli. Questo scisma fu un avvenimento importantissimo che segnò una
frattura profonda esistente ancora oggi.
- Alla morte di Enrico III la situazione divenne nuovamente caotica Rino all’elezione del papa
Nicolò II, determinato a procedere sulla via delle riforme, anche se un po’ diversa rispetto a quella
promossa da Enrico. Il nuovo papa promulgò il “Decretum in electione papae” nel quale sovvertiva
radicalmente il Privilegium Othonis: il papa aveva il diritto di scegliere i cardinali( i vescovi delle
basiliche di Roma e dintorni), la scelta effettuata doveva essere poi confermata per acclamazione
dal popolo romano. Quindi l’imperatore non aveva più alcun ruolo in questo campo.
-pochi anni dopo scoppiarono le lotte per le investiture tra Imperatore e papa: precisamente tra
l’imperatore Enrico IV e il papa Gregorio VII. Quest’ultimo infatti nella metà dell’XI secolo dichiarò
nulle tutte le investiture vescovili fatte dall’imperatore negli anni precedenti e pubblicò nel 1075 il
“Dictatus papae”, un provvedimento giuridico dichiarante che solo il papa poteva nominare o
deporre i vescovi, poiché possedeva una carica superiore a quella degli imperatori, potendo anche
sciogliere i sudditi dal giuramento di fedeltà fatto ai superiori che si comportavano ingiustamente.
Si trattava proprio di una dichiarazione di guerra contro l’imperatore Enrico IV.
- Enrico convocò un concilio di vescovi tedeschi a Worms con cui decise di deporre il papa che, a
sua volta lo scomunicò( con la scomunica i vassalli della persona scomunicata erano assolti dal loro
giuramento di fedeltà). I feudatari di Enrico si ribellarono e l’imperatore si ritrovò a dover chiedere
perdono al papa, sottomettendosi ad un rituale di umiliazione in cui doveva passare tre giorni e tre
notti nudo con solo un saio addosso, senza mangiare né bere in mezzo alla neve. Dopo il
pentimento il papa gli rimosse la scomunica. Enrico IV iniziò nuovamente ad eleggere vescovi
come se nulla fosse e depose nuovamente il papa grazie all’aiuto di vescovi filo-imperiali; Gregorio
lo scomunicò nuovamente, ma Enrico assicurato il suo potere in Germania, scese in Italia con un
esercito ed entrò a Roma. Il papa fu costretto a rinchiudersi a Castel Sant’Angelo dove invocò
l’aiuto dei Normanni. Essi, scesi a Roma in aiuto del papa, si abbandonarono a saccheggi molto
violenti che spinsero la popolazione a ribellarsi.
La popolazione cacciò così anche Gregorio dalla città che morì a Salerno qualche tempo dopo.
-la lotta per le investiture durò anche dopo la morte di Gregorio VII ed Enrico IV e terminò nel
1122 quando fu firmato il concordato di Worms, che stabilì come l’elezione del papa non
dipenderà più dal volere imperiale ma da quello dei cardinali. La nomina dei vescovi venne
sottratta in gran parte d’Europa alle autorità laiche: il papa consacrava i vescovi, che solo
successivamente potevano ricevere l’investitura feudale( tranne in Germania, dove l’investitura
avrebbe preceduto la consacrazione).
Si iniziò ad affermare così un maggiore potere del papa, eliminando l’acclamazione del popolo per
la scelta del papa e si creò una struttura sempre più monarchica della Chiesa. (I concetti di
infallibilità del papa e della sua assoluta superiorità avrebbero creato le basi per la nascita di
movimenti ereticali)

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