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Dedicato a Ruth Weiss.
Il successo è arrivare sugli scaffali della sua libreria sotto forma di libro.

Testo: I edizione maggio 2010


© 2010 Eben Weiss © 2010 Elliot Edizioni s.r.l.
Via Isonzo 34, 00198 Roma
Illustrazioni: Tutti i diritti riservati
© 2010 Christopher Koelle
www.elliotedizioni.com
Tutti i diritti riservati.
La riproduzione di parti Impaginazione a cura di Tunué S.r.l.
di questo testo con qualsiasi mezzo (www.tunue.com)
e in qualsiasi forma senza
l’autorizzazione scritta dell’Editore Titolo originale: Bike Snob. Sistematically
è severamente vietata. and Mercilessly Realigning the World of Cycling

Illustrazioni Traduzione dall’inglese


di Gregory Ryan Klein di Veronica La Peccerella
sono riprodotte
alle seguenti pagine: ISBN 978-88-6192-136-8
1, 2-3, 6-8, 14-5, 82-3, 98-9,
126-7, 139, 176, 183, 202, 208. Stampa
Print on web s.r.l.
In copertina: Via Napoli, 85
illustrazione 03036 Isola del Liri (Fr)
di Gregory Ryan Klein per conto di Elliot Edizioni s.r.l.

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LE PISTE CICLABILI abbonderanno a UTOPIA. — H.G. Wells

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INDICE

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La Bicicletta, e ciò che la rende così fantastica 8

Le Basi
MESSA A PUNTO La storia della Bicicletta 16
COS’È UN CICLISTA, E PERCHÉ LO SI DOVREBBE
DIVENTARE? 31
VELOTASSONOMIA I vari sottoinsiemi di ciclisti 43
ARRIVARCI IN BICI Come il ciclismo ha cambiato la mia vita 73

La Legge della strada


“PERCHÉ TUTTI CERCANO DI UCCIDERMI?”
Della paura, e di come sopravvivere su una Bicicletta 84
BIKE AND THE CITY La gentrificazione della Bicicletta 106
GUARDAMI, ANCH’IO SONO ORIGINALE!
Il mito della “Cultura della Bicicletta” 116

Ciclismo avanzato
LASCIAR CORRERE Il fardello della proprietà di una Bicicletta 128
SCIOGLIERE IL GRASSO L’influenza snellente del ciclismo 149
CORROSIONE DELLA CONFORMITÀ Regole contro Moda 181
UN BREVE MANUALE DI BON TON PER NON-CICLISTI 193

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Noi umani abbiamo inventato molte cose. La maggior parte di queste
invenzioni sono stupide e inutili (i tamagotchi; la birra analcolica;
l’astinenza come forma di controllo delle nascite). Molte sono diver-
tenti (i videogame, i giochi da tavolo, i giocattoli sessuali). Alcune so-
no comode e ci semplificano la vita (le grattugie per il formaggio, gli
apribottiglie, gli scopini per il water). E, ogni tanto, arriva un’Inven-
zione Davvero Grande che cambia la nostra cultura e il modo stesso in
cui viviamo su questo pianeta (l’irrigazione, la stampa, la birra).

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Tra tutte le Invenzioni Davvero Grandi, qual è la più grande?
Be’, non c’è modo di saperlo, ed è soprattutto una questione di opi-
nioni. Però possiamo restringere il campo. C’è un semplice test, tipo
cartina al tornasole, che potete usare per distinguere un’Invenzione
Davvero Grande da una appena normale. E questo test è rappresenta-
to dagli Amish.
Gli Amish sono rimasti “duri e puri” più a lungo di qualsiasi
altra comunità in America, e lo hanno fatto evitando le frivole como-
dità moderne. Vi elenco solo alcune delle cose che gli Amish si rifiu-
tano di usare:
elettricità
chiusure lampo
telefoni
automobili
computer
motoscafi
attrezzi da palestra
chirurgia plastica
e gli album di Ludacris.
Può sembrare assurdo vivere senza queste cose, ma se ci
riflettete si può fare a meno di tutte loro. La gente è andata avanti
per millenni senza elettricità, e se la cavava bene (a parte tutto quel
buio e il colera). Inoltre, le lampo sono solo bottoni pericolosi, i tele-
foni sono macchine infernali che diffondono pettegolezzi e vibrano
maliziosamente nella vostra tasca (tutto ciò che vibra è malvagio),
le automobili sono semplici scatolette, troppo stupide per evitare gli
scontri da sole quando il guidatore si addormenta, e le altre voci sulla
lista servono unicamente per cercare di portarsi a letto qualcuno al
di fuori del vincolo matrimoniale. Avete davvero bisogno di passare
le giornate a flettere le braccia scolpite con degli attrezzi, mentre fate
telefonate inutili ai vostri amici dal ponte di un motoscafo? Questo vi
rende persone migliori? Non penso proprio.

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Inoltre, gli Amish non evitano tutti gli elementi della vi-
ta moderna. Evitano solo quelli che ritengono dannosi per l’anima.
Traggono beneficio dalle cose davvero grandi e utili che non siano
dei semplici strumenti per agghindarsi, per soddisfare la vanità o per
guardare pornografia. Alcune di queste cose includono:
la chirurgia normale (non estetica)
la medicina
la refrigerazione (alimentata a cherosene, non a elettricità)
e le biciclette.
Esatto, gli Amish vanno in bici. Magari non postano prolissi
resoconti delle loro performance e foto delle loro biciclette sui blog (i
blog Amish si chiamano “sermoni”), magari non si fermano in un bar
per sorbire caffeina da tazzine microscopiche e sbirciare le donne in
minigonna come fanno gli italiani, e di certo non si infilano indumen-
ti di lycra aderentissimi. Inforcano un sellino e pedalano per portare
i loro fondoschiena rétro fino al mercato e comprare del formaggio. E
per me, questo vuol dire molto. Vuol dire che gli Amish non sono to-
talmente pazzi. E che forse si potrebbero anche guadagnare un po’ di
soldi facendosi crescere la barba, infiltrandosi nella comunità Amish
à la Harrison Ford e aprendo una “vecchia bottega della bici”. Ma, so-
prattutto, ci dice che la bicicletta è un’Invenzione Davvero Grande.
E lo è sul serio. Gli Amish possono resistere a Brad Pitt, ad
Angelina Jolie, alla pornografia, ai Margarita ghiacciati su spiagge
tropicali, alle droghe sintetiche, alle macchine veloci (in effetti, a
tutte le macchine), ai perizomi, a X Factor, allo shopping online e alle
scarpe da ginnastica.
Ma non possono resistere alla bicicletta. Questo perché la
bicicletta è un’Invenzione Davvero Grande.
E lo è perché abbraccia l’intero spettro dell’esistenza umana,
dalla frivolezza alla necessità. Una bici, se compresa correttamente e
usata al suo pieno potenziale, è in effetti la chiave di uno stile di vita
completamente diverso e, in molti sensi, più appagante. Certo, ci so-

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no dei limiti ai modi in cui si può usare una bici, ma questi limiti sono
sorprendentemente pochi. Una bicicletta può darvi la sensazione di
libertà e velocità che si sperimenta su una moto, il senso di benessere
e pace che si raggiunge meditando, i benefici per la salute che si ot-
tengono con un pomeriggio in palestra, il senso di espressione di sé
che si percepisce imparando a suonare la chitarra, la sensazione di
vittoria che si prova portando a termine una maratona. È un’inven-
zione che ai suoi tempi ha anticipato il futuro in diversi modi, e quel
futuro è finalmente arrivato.
Come un computer, una chitarra o una motocicletta, anche
una bici è un’invenzione che si può usare male a causa dell’ignoranza.
Potreste non sfruttare appieno il suo potenziale (immaginate di usare
un computer solo per giocare a Solitario e guardare filmati porno…
Voglio dire, potete fare entrambe le cose, ma ne dovreste fare anche
altre). Potreste infastidire chi vi circonda e fare la figura dei perfetti
idioti (pensate a uno di quei tizi con una Fender e un amplificatore
Marshall che non hanno la minima idea di come suonare). E, natu-
ralmente, potreste morire (tutto quello che si può fare su una moto si
può fare anche su una bici, incluso uccidersi).
Nei prossimi capitoli, esplorerò tutti questi aspetti – com-
preso il porno. Quindi spegnete la televisione, smettetela di armeg-
giare nervosamente con la lampo, dite al vostro amico che vi telefo-
na dal motoscafo che lo richiamerete dopo e godetevi un’Invenzione
Davvero Grande tramite un’invenzione meno importante ma occasio-
nalmente utile: la scrittura.

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http://www.10righedailibri.it

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