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Prima edizione: giugno 2008


© 2008 Newton Compton editori s.r.l.
Roma, Casella postale 6214

ISBN ???????

www.newtoncompton.com

Realizzazione a cura di ¢Purple Press s.r.l., Roma


Stampato nel giugno 2008 presso Puntoweb s.r.l., Ariccia (Roma)
su carta Munken Pocket Cream, certificata FSC
distribuita da Polyedra - www.polyedra.com
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ioi COSE
ALBERTO CALLIGARIS

DA FARE A LETTO
ALMENO UNA VOLTA NELLA VITA
Illustrazioni di Luisa Montalto

Newton Compton editori


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La mia vita non è altro


che una continua serie di distrazioni dal letto
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ATTENZIONE. QUESTO LIBRO PUÒ ESSERE USATO DAL LETTORE


COME CONTRACCETTIVO NATURALE
ISTRUZIONI PER L’USO
1) Posizionare il libro tra le ginocchia, stringendo forte.
2) Sentirsi liberi di accettare qualsiasi scambio erotico avendo l’avvertenza di non lasciare mai
cadere il libro. La pressione esercitata contro il libro impedirà naturalmente qualsiasi gravidanza
indesiderata.
3) Se il libro dovesse in qualsiasi modo e per qualsiasi circostanza scivolare e cadere l’autore
declina ogni responsabilità a riguardo.
CONTROINDICAZIONI
Ipersensibilità nei confronti dell’autore o della letteratura in generale.
Grave insufficienza culturale.
SOVRADOSAGGIO
Il formato di questo libro è stato pensato per entrare uno ed uno solo nella borsetta e nel cru-
scotto di chiunque. Comprare quattro o cinque copie di questo libro e stringerle tra le ginocchia
per essere assolutamente certa di non restare incinta garantisce unicamente la fortuna economica
dell’autore. L’onestà di quest’affermazione dimostra unicamente la validità del prodotto.
EFFETTI INDESIDERATI
Con l’uso di questo libro sono stati segnalati casi di sudorazione eccessiva, arrossamenti cuta-
nei interno coscia, svenimento da stress prolungato. Sindrome di Stoccolma nei confronti dell’au-
tore. Shock culturali rispetto alla funzione della letteratura contemporanea. Durante il trattamen-
to sono state anche riscontrate reazioni particolarmente feroci da parte dei propri partners, che
nella norma scompaiono il giorno successivo. Se i suddetti partners non rispondessero più al te-
lefono, oppure anche dopo la sospensione del trattamento continuassero ad usare frasi del tipo:
«hai seriamente rotto il cazzo tu e questo libro», consultare l’amica del cuore.
AVVERTENZE
Usato al cinema, in auto sotto casa, guardando la TV, ha un’efficacia del 100%.
L’efficacia del risultato si riferisce al prodotto in confezionamento integro, correttamente con-
servato (se ci spandi sopra il sugo della salsiccia è chiaro che scivola e non funziona).
Il prodotto è per uso esterno. Se dovesse essere accidentalmente ingerito l’autore riterrebbe il
gesto antropofagia rituale nei propri confronti e ne sarebbe decisamente lusingato.

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1. APPUNTAMENTO AL BUIO
Dopo un paio di settimane di chat e di e-mail vi siete decisi a darvi un appun-
tamento al buio. Lo fate perché lei ha concluso che siete due anime gemelle. Te
l’ha scritto la sera prima di incontrarvi, ed era troppo tardi per cancellare tutto
quanto. Tu non sei molto convinto anche perché lei sostiene questa tesi sulla ba-
se del testo di una canzone di Eros Ramazzotti, Stella gemella, e in particolar
modo del ritornello: «Dove sarai anima mia, senza di te mi butto via».
Passaggio questo che non ti ha mai convinto particolarmente, la rima ti è
sempre sembrata deboluccia e poi quando si parla di sentimenti preferisci di
gran lunga qualcosa del tipo Come to daddy, degli Aphex Twin.
I want your soul
I will eat your soul

Analisi grafica della possibilità di toccarle le tette


al primo appuntamento

Scordatelo
Puoi toccare

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Come to daddy
Come to daddy
Come to mummy
Ti siedi di fronte a lei al tavolino del bar e te ne vuoi già andare. Sarebbe trop-
po lungo spiegarle che la ripetizione ossessiva demoniaca è quello che preferisci
quando si parla di ectoplasma. Voglio dire anima. Poi è successo che quando vi
siete stretti la mano avete preso la scossa insieme. Lei ha detto che era la scintil-
la di due esseri speciali, tu sai che si è talmente pettinata i capelli da fulminare
chiunque con le cariche elettrostatiche della sua acconciatura. Non puoi spez-
zarle il cuore. Devi essere vigliacco e scomparire. A questo servono i piani B.

Farsi telefonare da un complice esterno


Farsi telefonare da un amico direttamente sul proprio cellulare è un esca-
motage talmente usato da risultare di facile lettura per chiunque. Ciò nono-
stante resta sempre una buona soluzione per una possibile via d’uscita. La pri-
ma cosa da fare è spegnere il proprio telefonino davanti a lei, in modo che
pensi che ti dedicherai completamente al vostro incontro. Il tuo complice
quindi non telefonerà sul tuo cellulare ma al telefono del bar a cui vi trovate.
Se hai avuto l’accortezza di scegliere tu il luogo dell’incontro lei non si inso-
spettirà, pensando tu sia un habitué. Mentre torni dal telefono del bar non pen-
sare di raccontare chissà quali tragedie, del tipo che gli zingari hanno attaccato
in massa e incendiato casa tua. Non raccontare nulla. Non raccontare affatto.
Aspetta. Torna a sederti.
Se dici subito la tua “balla” lei capisce subito l’imbroglio.
Invece resta immobile con lo sguardo perso. Lei ti dirà: «Cosa c’è?», tu non
rispondere. Respira.
Poi dille del cane.
«Cos’è successo al tuo cane?»
«Nulla, cioè… è stato investito da un auto»1.
1
Non pensare di portare sfiga al tuo cane dicendo che è stato investito, perché il cane è stato da-
to all’uomo per deviare, come un parafulmine, gli effetti del karma negativo. Rin Tin Tin è il ca-
ne di un bambino orfano ucciso dai pellorossa, Lassie è il cane di una famiglia sul lastrico, Zan-
na Bianca il cane di un’umanità disperata che se lo passa di mano in mano. Il tuo cane resiste al-
la spallata di una balla qualsiasi.

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Dillo e fai finta di voler continuare a mangiare. Lei dovrebbe interromper-


ti. Se non lo fa fermati tu dopo qualche secondo e dille che non riesci ad an-
dare avanti, quasi dicendolo a te stesso.
Lei ti dirà capisco. Vai, ci vediamo un’altra volta.
Tu dici di no.
Lei dice vai.
Tu fai finta di commuoverti ma le stringi forte la mano.
Ti alzi ma prima di andare via la baci sulla guancia appoggiandovi la bocca
per un paio di secondi, come se la baciassi sulla bocca. Non dimenticare, tu
sei Enea che abbandona Didone perché il destino è più forte dell’amore, de-
vi essere tragico ma con stile.
Non ti resta altro che girare l’angolo, saltare sull’auto del tuo amico e andar-
tene a casa a cancellare il tuo avatar da Skype, Facebook e Myspace.

Toilette
La toilette offre vantaggi innumerevoli.
1. Scappare dalle finestre. Di solito il retro dei locali ha un vicolo che porta
davanti al locale stesso. Abbi solo l’accortezza di non passare davanti alle ve-
trine altrimenti fai una colossale figura di merda.
2. Se le finestre sono troppo piccole puoi scappare dalle condutture del-
l’aria. Le grate delle condutture dell’aria si sfondano facilmente con un paio
di calci. Dopo di che afferra e strattona via tutto. Le condutture dell’aria nor-
malmente portano all’esterno del locale, sopra i cassonetti dell’immondizia.
Prima di infilarti dentro guardati attorno per orientarti verso l’esterno. Se non
lo fai potresti perderti nel labirinto delle condutture per poi calarti in mezzo
alla sala del ristorante pensando di trovarti nel magazzino. Anche qui c’è il ri-
schio di una figura di merda colossale.

Sangue dal naso


Fatti sanguinare il naso tirandoti la porta del cesso addosso. Se non hai il co-
raggio di farlo chiedi a qualcuno che incontri al cesso. C’è sempre qualche
brava persona disposta a tirarti un pugno in faccia senza chiederti il perché,
soprattutto se tu prima gli tiri un calcio in culo mentre sta pisciando. Adesso
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infilati due rotolini di carta igienica nel naso spingi su forte e spettinati. Infila
anche della carta igienica sotto la lingua, ti aiuterà ad avere la voce impastata.
Dopo di che esci barcollando e dille che sei stato assalito. Se sei riuscito a far-
ti abbastanza male e chiamano l’autoambulanza è meglio, te la togli dalle pal-
le all’istante. Se non ti sei fatto abbastanza male e lei ti propone di accompa-
gnarti in ospedale, rischi di stare attaccato a lei per tre ore aspettando il tuo
turno. Non farlo. Tu dille devo solo andare a casa e stendermi. Insisti. Dille
che le telefonerai appena possibile.
Se non riesci proprio a scrollartela di dosso e ti accompagna al pronto soc-
corso la prima cosa che devi fare, una volta arrivati, è analizzare la situazione
e scegliere vicino a chi sedersi.
Cerca il classico bambino con una benda sull’occhio che ti fa il “dito” men-
tre sua madre parla con l’infermiera, e siediti di fronte.
Manda la tua tipa a comprarti un caffè alle macchinette. Appena lei se ne
va, dai al bambino dieci euro perché le dica, quando torna, che è venuto im-
provvisamente il tuo turno e sei entrato in ambulatorio. Vattene usando i
sotterranei.
Questo ti darà un paio d’ore più che sufficienti per cambiare la scheda del
cellulare e altre amenità interattive.

Il trucco dell’ascella termico-alimentare


Un momento prima che arrivi la tua ordinazione dille che devi assentarti per
andare alla toilette. Una volta dentro, sbottonati la camicia quanto serve e
spruzzati una meringa di panna montata sotto le ascelle con la bomboletta che
hai nella tasca della giacca. Dopo di che richiudi e controllati allo specchio che
non ci sia alcuna traccia evidente sul tuo vestito. Torna al tavolo. Il tuo piatto
dovrebbe essere già sul tavolo o arrivare a momenti. Fingi calore, asciugati la
fronte, poi sbottonati la camicia e infilando prima una mano sotto un’ascella
e poi l’altra tira fuori la panna montata e condisci la tua pastasciutta o la tua
insalata, dando l’impressione che ti schiumino le ascelle di sudore, e intanto
chiedile di parlarti dei suoi progetti per il futuro. Mangia con gusto. Aspetta-
ti delle reazioni variabili tra la disapprovazione e il conato, comunque suffi-
cienti per non avere la necessità di confermare un secondo appuntamento.
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Rutto dal naso


Il rutto dal naso richiede una certa abilità da sommelier. La tecnica consiste
nello schiacciare la lingua sul palato, come si richiede nella degustazione del
vino dopo l’ossigenazione. In questo modo l’aria eruttata fuori dall’esofago fa-
vorirà le vie aeree uscendo dalle cavità nasali con un riconoscibilissimo bor-
bottio da caffettiera. Ricambia il suo stupore chiedendole di provare, assicu-
randole che è divertente. In questo modo potrai migliorare finalmente il tuo
handicap giocando a golf sulla playstation per tutta la serata.

2. DUE O TRE COSE CHE DEVI SAPERE


SU COELHO
PER PORTARLA A LETTO SENZA ESSERE COSTRETTO A LEGGERE I SUOI LIBRI

Un’estate mi trovai in vacanza a casa di amici. Ovunque nel mondo ci sono


cassetti di comodini con dentro la Bibbia, soprattutto perché è un libro pieno
di colpi di scena, battaglie, tradimenti. Il comodino accanto al letto aveva den-
tro L’alchimista di Coelho. Faceva troppo caldo per dormire, le zanzare urla-
vano e quando sei disperato fai qualsiasi cosa. Così lessi L’alchimista.
A differenza di questo libro che stai leggendo, L’alchimista è completamen-
te senza figure, fatto che non spiega come mai è stato tradotto in cinquantasei
lingue e ha venduto oltre quaranta milioni di copie in oltre centocinquanta na-
zioni. Quindi è molto ma molto probabile che tra queste quaranta milioni di
persone, che hanno comprato Coelho, ci sia la tua nuova donna e questo non
perché tu sia un mistico ma l’opposto, stessa ragione per cui l’ultras va a cer-
care il poliziotto e il prete salva prima le prostitute2.
Fatto sta che tu e la tua nuova donna siete a cena fuori e lei ti sta, romanti-
2
Tieni gli amici vicino e i nemici più vicino ancora. Questo proverbio indicherebbe in verità come
l’innamoramento abbia la funzione di controllo sul proprio nemico. Per cui la famiglia non sarebbe
altro che un patto di non aggressione su cui viene fondata la società umana.

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camente, massacrando di domande per sapere tutto su di te; come la Gestapo


vuole sapere tutto di te e a un certo punto ti chiede: «Ti piace Coelho?»

1. Niente panico
Se lei ti chiede se ti piace Coelho vuol dire che a lei piace Coelho. Nessuno
dice: «Ti piace una ginocchiata nei coglioni?», pensando l’opposto. Meglio
che tu dica di sì e prenda tempo. Se tu non hai idea di chi sia Coelho non hai
commesso nessun peccato culturale anzi, se non sai nulla sei ancora nel para-
diso terrestre della letteratura.

2. Quindi tu hai detto di sì


Lei ti chiede cosa hai letto di Coelho? Tu rispondi L’alchimista. Che tu ci
creda o no questa è la storia:
1) un ragazzo si annoia a morte e allora decide di andare a cercare un teso-
ro in Egitto;
2) arrivato in Egitto chiede al saggio di turno dov’è il tesoro che lui cerca;
3) il saggio di turno gli dice che il tesoro è dentro di lui;
4) il ragazzo capisce che il tesoro è davvero dentro di lui.
Lei ti chiederà se è l’unico libro di Coelho che hai letto.
Tu adesso devi giocarti la partita con questa frase de L’alchimista. Devi dir-
le che praticamente non hai potuto più leggere altro perché sei rimasto affa-
scinato leggendo la frase: «Ascolta il tuo cuore. Esso conosce tutte le cose».
Devastante luogo comune detto da chiunque sulla faccia della terra molto
prima di Coelho, non ultimo Gianni Togni che nel 1985 scrive la canzone Se-
gui il tuo cuore (L’alchimista è del 1988) in modo straordinariamente più umo-
ristico e intelligente. Se riuscissi infatti a girare il discorso su Gianni Togni po-
tresti citare il verso:
Discuto a fondo sulle potenzialità
delle mie estremità
dove le estremità in oggetto possiedono un chiaro fraintendimento fallico da
sviluppare eccetera, eccetera.
E l’esito della serata è garantito.
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3.
Se non dovessi seguire il mio consiglio, e fare di testa tua, l’altra possibilità
di dialogo è la seguente:
«Ti piace Coelho?»
«Eh?»
«Coelho».
«Non ho assolutamente idea di chi sia».
«Quello che ha scritto L’alchimista».
«Ah quella cazzata pseudomagica per cui la cultura occidentale è troppo
difficile, torniamo indietro e facciamo un po’ di sana stregoneria?»
(silenzio)
«Non è così, dice lei».
(silenzio)
«Non è affatto così, continua».
(silenzio)
(tu capisci che lei ha capito che è così davvero)
«Tu non capisci un cazzo», sussurra lei tra i denti.
(tu capisci che lei ha capito che hai centrato il bersaglio in pieno)
(silenzio)
«TU LA MIA FICA TE LA SCORDI!!!».

Cose di cui mi pento amaramente

Aver letto Coelho

Essere andato a letto con una fan di Coelho

Non essere spudorato come Coelho

Peccati veniali vari

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3. DUE O TRE COSE CHE DEVI SAPERE


SUL FUORIGIOCO
PER PORTARLO A LETTO NONOSTANTE QUESTO

Il gioco del calcio (detto anche giuoco quando le regole cominciano a farsi
complicate) è quella “roba” che fanno vedere alla tv dove c’è un gruppo di
maschi che si rincorrono nonostante la palla. Ci sono solo maschi. Maschi che
giocano, maschi che guardano, maschi che arbitrano. Una volta decine di mi-
gliaia di uomini tutti insieme, a tutto campo, facevano due eserciti; adesso ne
vengono scelti undici per parte e vince chi riesce a tirare più volte la palla den-
tro a una porta. Mi sono sempre chiesto che tipo di porta fosse nell’antichità,
probabilmente di un garage.
Nell’antichità era diverso, una volta si combatteva per una principessa, tipo
Elena di Troia, che se ci pensi, il derby comincerebbe ad avere un differente
impatto culturale se si prendesse a calci in culo la principessa di turno fino a
quando una delle due squadre non la sbatte in rete.
Ma per passare dalla fantasia alla teoria un giocatore si dice “in posizione
di fuorigioco” quando, al momento in cui un compagno gioca il pallone, il
tuo uomo urla in faccia al televisore talmente forte che gli vedi uscire le vene
dal collo.
Di solito il tuo uomo urla: «VAFFANCULO ARBITRO DI MERDA NON CAPISCI UN
CAZZO» a un tizio a bordo campo riga in parte con una bandierina in mano. Il
classico tizio ultima scelta tra due squadre sfiga siamo dispari fai il guardialinee.
All’inizio della storia con il tuo uomo eri sbalordita dalla violenza che gli
esplodeva dentro a ogni partita. L’intervallo lo passavate a litigare per il fatto
che lo credevi diverso, maturo, non un bambinone (si incazzava tantissimo
quando lo chiamavi bambinone) e che doveva andarsene da uno psichiatra.
Lui si incazzava, sbatteva un paio di porte, andava a fumarsi una sigaretta e
quando tornava sosteneva con una certa ragione che non ti eri mai interessa-
ta alle cose che a lui interessavano veramente, vedi nemmeno sai di cosa sto
parlando. Nell’ordine: 1) montare nell’auto una doppia marmitta cromata; 2)
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costruire il più grande subwoofer a doppia tromba del mondo; 3) arrostire al-
la griglia carne di cinghiale marinata 24 ore nella maionese.
«Cosa cazzo c’entra questo col fuorigioco?»
«C’entra ok? In qualche modo c’entra!».
E poi, come d’incanto, arrivò la stagione 2004/2005, e accadde qualcosa di
strano. Vennero cambiate le regole del fuorigioco. Adottarono una regola mi-
steriosa e straordinaria che lasciò tutti col fiato sospeso. La regola stabiliva che
per considerare un giocatore in fuorigioco doveva passare una luce tra lui e il
penultimo avversario.
Una luce.
Il tuo uomo smise improvvisamente di urlare.
La domenica sera la moviola andava avanti e indietro alla ricerca di questa
luce, come se ciò che il guardialinee aveva visto “in fede” avesse ora bisogno
di una dimostrazione scientifica. Milioni di italiani attenti in punta di divano
a cogliere quel millisecondo di luce. Tutto diventava perfetto, speciale, neces-
sario. Il calcio stava scivolando verso una tensione trascendente. Non era più
questione di falli, ostruzioni, rigori, bisognava solo vedere quella luce. Quel-
l’eclissi tra i corpi.
Durò una stagione.

Importanza del fuorigioco nella mia vita

Fuorigioco
Nutella
Tette
Ragnarok

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Quelli che inventano le regole del calcio si accorsero che il fuorigioco stava di-
ventando puramente romantico. Quando gli ultras si incontravano al bar per de-
cidere cosa scrivere sul prossimo striscione sembrava discutessero di arte sacra.
Vennero al più presto cambiate le regole e il fuorigioco tornò immanente,
tecnico, chirurgico.
Il tuo uomo tornò a urlare.
Tu tornasti a fare l’amore, come sempre, tutto il primo tempo e tutto il se-
condo tempo. E litigare negli intervalli.
Cazzo, non c’è nulla che fa godere di più del fuorigioco passivo.

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4. COME CAPIRE SE LUI È UN KILLER


DI PROFESSIONE
1. Dedica molto tempo all’igiene personale.
Tua madre quando l’ha visto ha detto subito: «Finalmente hai portato a ca-
sa qualcuno che si lava!». I maschi non si lavano mai, i killer di professione
sempre. I maschi normali hanno bisogno di un motivo per lavarsi che non sia
quello di essere sporchi, tipo aspettano di andare a giocare a calcetto e solo al-
lora si fanno la doccia. E anche allora non fanno la doccia per lavarsi, ma per
tirarsi secchi d’acqua gelata sul petto e asciugamanate sul culo in un classico
post allenamento omoerotico.
Invece i killer di professione hanno costantemente bisogno di un pH neutro,
non devono lasciare traccia nell’aria né impronte sul tuo corpo.
2. Tutti i suoi vestiti sono senza etichetta, senza firma, senza numero di ta-
glia. Soprattutto sono TUTTI BIANCHI.
Sono tutti bianchi perché la candeggina è il modo più veloce e sicuro per to-
gliere le macchie di sangue. Pensa a come vestono i dentisti.
Gli hai regalato quelle due o tre cose che non indossa
mai, allora hai smesso di regalargli vestiti.
3. Se per mestiere deve girare l’Europa una o più volte
al mese per fiere, incontri, convegni. Si assenta un paio di
giorni infrasettimanali e poi torna con un regalo che tu
non lo sai, ma se li consegnassi alla polizia la data e il
luogo dell’acquisto combacerebbero con la data e il
luogo di un omicidio irrisolto. Non porta mai con
sé il telefono. Ti telefona sempre lui dall’albergo
o da una cabina.
4. Se non gli piace che gli si facciano foto,
soprattutto di profilo contro un muro bian-
co.
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6. COME CAPIRE SE LUI TI METTE LE


CORNA4
Improvvisamente smettete di litigare
Te ne rendi conto qualche settimana dopo, ti stai asciugando i capelli in ca-
mera e di solito lui s’incazza perché il phon fa il rumore di una turbina e lui
non riesce a leggere il suo libro sulla prima guerra mondiale. Tu ti incazzi per-
ché si stende sopra la roba che hai appena stirato e che hai appoggiato sul let-
to. Lui urla, tu urli e questo si chiama «dopocena».
Invece lui ha messo i suoi calzetti piegati nei cassetti, legge il suo libro e nul-
la sembra distrarlo. Tu pensi che finalmente stia tornando civile.
Non esattamente.
1. Improvvisamente torna a lavarsi.
Si lava a ore strane del giorno e smette di girare in mutande per casa. Smet-
tere di girare in mutande per casa è il segno evidente di un cambiamento in-
terno profondo.

Analisi della colpa delle corna nella nostra storia

Colpa tua
Colpa sua

4
Possibile origine bizantina. Alcune fonti sostengono che Andronico I Comneno, che regnò sul tro-
no di Costantinopoli dal 1183 al 1185, fosse solito sedurre le mogli altrui imprigionando i rispettivi
mariti e facendo appendere sui loro palazzi teste di cervi e di animali cornuti da lui uccisi nelle cacce.
Nacque allora l’espressione greca «cherata poiein» (fare le corna) per indicare l’offesa coniugale
subita dai mariti.

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2. Torna a lavare l’auto il sabato mattina, dopo che per anni, ogni volta che apri-
va la portiera un mucchio di immondizia di fast food rotolava fuori sull’asfalto.
3. Perde il telefonino.
Ne compra un altro con un nuovo numero a cui, non lo sai, telefoni solo tu.
Tutti i suoi amici e le sue amanti continuano a usare il vecchio numero. È mol-
to più semplice.
Nel complesso il fatto che abbia l’amante porta il tuo uomo a essere una
persona migliore, è genuinamente gentile nei tuoi confronti perché tu non sei
più l’ostacolo alla realizzazione della sua persona. Resta il fatto che ti mette la
corna. Prendi tempo. C’è un mucchio di cose che puoi fare e un mucchio di
soldi da estorcergli, solo se ci rifletti un attimo in più.

7. COME CAPIRE DI CHE SESSO È CHI


TI STA DI FRONTE
ONDE EVITARE INDESIDERATE SORPRESE

Guardale il collo
I maschi hanno il pomo d’Adamo. Se non ha il pomo d’Adamo sei sicuro al
95% che puoi limonarla nell’ultima fila del cinema.

Falle la mossa di tirarle una ginocchiata nei coglioni


Se è un uomo rinculerà all’indietro, se è una donna nemmeno noterà la mos-
sa alle palle. Anche questo test può darti una sicurezza del 95%.

Una voce da maschio è un falso indizio


Lei potrebbe essersi benissimo rovinata la voce fumando e bevendo fuori e
dentro locali della Rive Gauche della Senna. Una voce da maschio in una don-
na è una delle cose più erotiche dell’umanità.
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Controlla il mento
Se le sollevi il mento per dirle «ehi baby non piangere» e senti che si è rasa-
ta per te non significa che non sia maschio, nemmeno se dovesse portare il piz-
zetto come D’Artagnan. Anche questo è un falso indizio.
Ci sono donne con squilibri ormonali, donne squilibrate e basta e soprattut-
to donne che si divertono a farsi baciare con i baffi finti addosso. O le ho co-
nosciute solo io?

Sculettare è un falso indizio


Ci sono uomini dai culi grossi che sculettano pesantemente. Pensa ai cento-
metristi. Non riescono a camminare in modo normale. Potrebbe essere anche
troppo testosterone quello che guardi salire le scale.

Varie ed eventuali
La donna spegne il fiammifero sof-
fiandoci sopra, l’uomo agitandolo in
aria.
La donna si guarda le dita delle ma-
ni volgendo il palmo verso di sé e pie-
gando le dita, l’uomo aprendo la mano
a dorso e tenendo le dita diritte.
La donna si guarda il tacco della
scarpa da dietro la spalla alzando la
gamba all’indietro, l’uomo piegando la
gamba e appoggiando il tacco sull’altro
ginocchio.

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8. NONOSTANTE IL PUNTO 7 IL SESSO


CHE TI ASPETTAVI È UN ALTRO
MA VA BENE LO STESSO

Chiaro, tu hai eseguito tutti questi test e poi alla fine il “tuo appuntamento”
si rivela del tuo stesso sesso. Che un po’ forse anche speravi andasse così, am-
mettilo. Altrimenti ti cercavi una bionda spalle strette e tette grosse oppure un
maschio spalle larghe, mani grandi, catena d’oro affondata sul pelo del petto.
Invece tu per paura di sbagliare hai scelto qualcuno di ibrido per non sceglie-
re l’opposto che non conosci. Ok, lui è un maschietto e tu sei un maschietto. Ma
è davvero così importante il sesso dell’altro? Senza scomodare chissà quali intel-
lettuali e i loro sofismi perfetti, la natura non ha forse più fantasia dell’uomo?

Appunti sparsi sulla teoria dell’alieno


Il concetto di maschile, femminile e neutro esiste nella nostra cultura. Neu-
tro è un genere sessuale. Teoricamente posso fare sesso con un genere sessua-
le neutro, perché esiste come genere sessuale. Metti caso che nel futuro gli es-
seri umani verranno in contatto con degli alieni senza sesso, come si suppone
siano gli angeli. Mi astengo dall’avere una relazione sessuale/rapporto di co-
noscenza perché il mio sistema non lo contempla? Perché non ho gli strumen-
ti per interagire? Perché il mio Commodore 64 non riesce a leggere un Win-
dows XP, mentre Windows XP riconosce il mio linguaggio barbarico?
Ma spingendosi ancora più in là, esiste un quarto sesso, oltre al maschile,
femminile, neutro, come esiste una quarta dimensione? Sarebbe interessante
se la scoperta scientifica della quarta dimensione si svelasse all’umanità solo
con l’evoluzione della comprensione della limitatezza del genere sessuale.
Ho come la preveggenza fantascientifica di un futuro in cui non ci saranno due
sessi, o tre o quattro, ma che ogni individuo nascerà con un sesso diverso, sei mi-
liardi di sessi diversi e unici tutti insieme sul pianeta terra, e finalmente capiremo
che non ci si innamora del sesso opposto (troppo noioso) ma di una persona, e
che la discriminazione sessuale era soltanto una forma di elegante razzismo.
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10. COME CAPIRE SE È SPOSATO/A


1. Chiaramente la prima cosa da fare è guardare l’anulare della mano sini-
stra. Se si è tolto l’anello avrà un segno più chiaro alla base del dito, o ancora
l’impronta dell’anello stesso.
2. Digli che vuoi cucinare per lui a casa sua. Fargli una sorpresa. Non farti
dare il numero del cellulare ma quello di casa.
3. Se a casa tua è un mandrillo ma in strada evita qualsiasi dimostrazione
d’affetto. Se cammina con le mani in tasca.
4. Nella sua auto ci possono essere dettagli che gli sono sfuggiti riguardanti
la sua famiglia. Giocattoli sotto i sedili, tagliandi di tailleur portati in lavande-
ria, una bicicletta con le rotelle nel bagagliaio.
5. Digli che vuoi conoscere i suoi amici. Chiedigli di organizzare qualcosa.
Se lui nicchia, rimanda, tergiversa, ha paura che gli salti la copertura perché
evidentemente non sei l’unica donna della sua vita.
6. Soprattutto chiediglielo.
Magari a te piacciono sposati e
lui vuole tradire la moglie ma è
timido e non ha coraggio di dir-
telo.

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11. COME CAPIRE SE LEI AL PRIMO


APPUNTAMENTO HA GIÀ DECISO
I NOMI DEI VOSTRI FIGLI
Emma e Vito, anzi, vanno già a scuola, tu devi passare a prenderli alle 16:00,
non come l’altra volta che hai telefonato all’ultimo momento che avevi anco-
ra un’altra riunione e lei ha dovuto telefonare alla maestra se poteva tenerli an-
cora mezz’ora in classe. Dopo di che, lei ha dovuto telefonare alla vicina per
dirle di dare un occhio, di tanto in tanto, al tacchino nel forno e lei ha preso
la station wagon che non usate mai perché ha quel problema elettrico ai tergi-
cristalli. Quel giorno pioveva e lei guidava nel traffico, ti ha telefonato e sen-
tivi solo urlare. Allora tu le hai detto non urlare che appanni il vetro, stai cal-
ma, NON DIRMI DI STARE CALMA STRONZO!!! Ma avete ri-
so perché lei ti chiama stronzo come per dire tesoro,
tu allora hai messo giù il telefono, lei è ar-
rivata a scuola e ha passato un
quarto d’ora ad ascoltare la mae-
stra per il fatto che Vito ha detto
“cazzo” (chissà da chi l’ha impara-
to). Dopo cinque minuti di confi-
denze in cui, sempre la maestra, le
ha confessato di aver fatto delle ri-
cerche su internet e di aver scoperto
di essere una Bevitrice Gamma, (cioè ci si
può astenere dall’alcol quanto si vuole ma
quando si comincia a bere si va fuori di testa),
lei ha recuperato Vito che ormai ha strappato
un altro paio di pantaloni sulle ginocchia. Ha
recuperato Emma, ha recuperato il suo amico
invisibile, ha recuperato gli zaini e ha sbattu-
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to tutti quanti sul sedile dietro. Di nuovo verso casa di nuovo sotto la pioggia,
si è pure fermata in doppia fila a prendere un mazzo di fiori per la vicina che
è stata a versare sugo sul tuo tacchino tutto il tempo perché lo vuoi morbido
dentro, glassato e croccante fuori altrimenti non lo mangi perché l’anno pri-
ma sei andato al pronto soccorso per un pezzo di tacchino troppo secco. e tut-
to questo è accaduto nel suo battito di ciglia quando le hai detto: «TI VA, UNA
SERA DI QUESTE, DI ANDARE A VEDERE UN FILM INSIEME?».

12. COME CAPIRE SE HA LE TETTE


FINTE, PARRUCCA, L’OCCHIO FINTO
O ALTRE PROTESI

Tette Finte6
La regola generale è che lei ha le tette finte quando sono esattamente come
se le avessi disegnate tu.

6
Diverse persone mi hanno scritto chiedendo: «Le tette finte sono arte o artigianato?».
Vediamo di analizzare questo problema in dettaglio.
(Da Wikipedia): «L’artigianato è un’attività lavorativa in cui i dispositivi utili e decorativi sono fat-
ti completamente a mano o per mezzo soltanto di semplici attrezzi: gli articoli prodotti tramite
fabbricazione in serie o da macchine non sono artigianato».
Da questo primo punto si evince subito che la tetta siliconata ha una sua necessità decorativa, è
stata fatta a mano e con un semplice attrezzo come il bisturi. Quindi artigianato. Ma andiamo
avanti.
«Il termine è applicato solitamente alle metodologie tradizionali di produrre le merci: gli articoli
così prodotti hanno spesso importanza culturale e/o religiosa».

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a. Se tu hai il sospetto che lei abbia le tette finte chiedile senza imbarazzo se glie-
le puoi palpare. Se lei ha le tette finte ti dirà subito di sì (se ti tira un calcio nei co-
glioni OK, ti occorre più pratica nel capire come sono fatte le tette siliconate).
b. Se lei ha 60 anni e le tette a obelisco come una ventenne beh, quello può
essere un indizio.
ATTENZIONE: c’è una importante eccezione al punto b, ed è il rimedio della
nonna quando la tetta siliconata ancora non esisteva. Quando a 60 anni le tet-
te arrivavano oltre all’ombelico le nonne si arrotolavano le tette dentro il reg-
giseno. Dopo di che si infilavano in un vestito a fiori e andavano a ballare la
rumba (mai fidarsi dei rimedi della nonna, in genere).
c. Lei non ha le tette siliconate se il suo decollété non fa una grinza. Altri-
menti come tutte le storie che cominciano a fare grinze significa che c’è un la-
voro di rammendo.
d. La certezza o meno delle tette siliconate la si ha solo esaminando le pos-
sibili cicatrici. Essendo la cosa non proprio educata da chiedere, dovresti pri-
ma farla svenire e poi accertarti del tipo di tette.

Modi per farla svenire


1. Gancio corto al mento.
Come tirare un gancio corto al mento: mettiti in guardia il piede dietro in li-

La tetta siliconata è una merce di scambio? Sì, chiaramente sì. Possiede un’importanza culturale?
Tutto quello che modifica una civiltà ha una valenza culturale, per cui sì.
«Solitamente ciò che distingue il termine di artigianato da quello di arte è un aspetto dell’intenzio-
ne: l’artigianato produce oggetti d’uso, che hanno cioè uno scopo oltre la semplice decorazione».
La tetta siliconata possiede uno scopo oltre la semplice decorazione? Assolutamente. La tetta si-
liconata garantisce la stabilità e la sicurezza psicologica della portatrice, senza nemmeno conside-
rare che l’investimento economico per tale realizzazione, ha lo scopo non solo di ripagare il mu-
tuo sulle tette ma di offrire una serie di prestazioni in cui le tette diventano appunto una fruttuo-
sa merce di scambio.
«L’artigianato generalmente è considerato un lavoro tradizionale, generato come parte necessaria
di vita quotidiana, mentre le arti implicano il perfezionamento di una tecnica creativa».
La tetta siliconata è parte necessaria della vita quotidiana? Anzi, la tetta siliconata è parte neces-
saria della vita quotidiana. Non occorre nemmeno fare la domanda.

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nea col pugno dietro a proteggere il mento. Il piede davanti in linea col pugno
davanti. Ricorda che il pugno parte sempre dalle gambe. Spingi ruotando l’an-
ca. La torsione del busto porta la leva del braccio a chiudere sul mento della
eventuale siliconata.
2. Portarla a Firenze.
La sindrome di Stendhal, detta anche sindrome di Firenze, è il nome di una
presunta che provoca , capogiro, , e anche in soggetti messi al cospetto di
opere d’arte di straordinaria bellezza, specialmente se sono compresse in spa-
zi limitati.

3. Farla partecipare a una maratona senza alcun allenamento.


42 chilometri e 195 metri con un paio di tette siliconate è come se tu corres-
si con i coglioni siliconati della stessa misura di tette che si è fatta lei. Svenite
entrambi al tavolo ristoro della partenza.

Parrucca
La cosa migliore per capire se ha una parrucca o meno è cominciare a gira-
re col dito dentro il suo orecchio. Dopo di che passi a giocare con una ciocca
dei suoi capelli facendo dei piccoli cerchi con il dito. Se lui non vuole farsi toc-
care o si innervosisce è molto probabile che abbia un parrucchino o che sia in-
dice di stress.

Occhio finto o altre protesi


Che ha un occhio finto o un braccio o un piede finto te ne accorgi soltanto
un attimo prima di spegnere la luce, quando se lo toglie o si svita qualcosa.
«Scusa che cosa stai facendo?»
«Mi sto svitando il braccio. Che problema c’è?»
«Che problema c’è? Non pensi che dovresti dirmi una cosa simile?»
«Tu mi dici che ti togli gli occhiali?»
«Cosa c’entrano gli occhiali?»
«Gli occhiali sono una protesi».
«GLI OCCHIALI NON SONO UNA PROTESI!».
«Gli occhiali sono una protesi».
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«No».
«Sì».
«No».
«Una protesi è un dispositivo artificiale atto a sostituire una parte del corpo
mancante o a integrarne una danneggiata».
«Hai ragione, sono una protesi! Cazzo, che sfigato che sono!».
«Scusa?»
«Ah no, non intendevo te…».
«Non intendevi me? Tu sei uno sfigato, come uno senza fica. Sai perché?
PERCHÉ TU LA MIA FICA TE LA SCORDI!».

13. SULL’UTILIZZO DI ELETTRODOME-


STICI E PARAFERNALIA VARIA
A USO SESSUALE
C’è una teoria (la mia) che sostiene che la lotta femminista è stata inventata
dal maschio per garantirsi il diritto all’uso dell’aspirapolvere.
C’è un mucchio di gente che finisce in ospedale per avere usato l’aspirapol-
vere nella “modalità moquette”, segno evidente che la parità dei sessi è ormai
avvenuta. Il consiglio che viene dato al pronto soccorso è di far uso di sistemi
di aspirazione che non superino il potere umano di aspirazione.
Questo suggerimento, ritornando dal pronto soccorso, crea sempre due do-
mande:
1) Come faccio a sapere quale sia il potere umano di aspirazione?
a. Fare stendere il proprio partner a terra, pancia in giù.
b. Afferrare le sue caviglie, mentre il partner si alza sulle braccia, a formare
quella che, in ambiente ginnico-ricreatorio, viene conosciuta come carriola.
c. Girare per casa facendogli aspirare vari tipi di superfici, dalle poltrone al-
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le tende, per passare al tappeto del bagno, alla moquette e verificare quanto
riesce ad aspirare.
d. Regolare la manopola della velocità dell’aspirapolvere in base alla media
dei percorsi aspirati.
e. Inserire la presa e usare l’aspirapolvere su di sé rispettando così la capa-
cità di suzione del proprio partner7.
2) Cosa succede se incontro una extraterrestre con poteri di aspirazioni su-
periori a quelli umani?
Essendo tutto metafora di tutto, e il mondo in cui viviamo è una metafora
di qualcos’altro che non possiamo comprendere, se sono stati inventati gli
aspirapolvere è molto probabile che una astronave di alieni aspirapolvere (tre
principesse bellissime e guerriere stile Xena) scenda sulla Terra, e le tre stron-
ze comincino a uccidere tutta la popolazione maschile di una piccola cittadi-
na americana aspirando sulla funzione “arazzo”.
Rendendosi conto che i maschi sono qualche miliardo, e ci metterebbero
troppo tempo per conquistare il pianeta, decidono di attivare gli aspirapolve-
re di ogni casa del pianeta in modo che con la loro proboscide vadano a fru-
gare sotto le coperte dei maschi addormentati e aspirino a morte.
Chiaramente l’invasione degli aspirapolvere è ormai fuori controllo vengono
bruciate montagne di aspirapolvere ma ne spuntano a centinaia, in continuazione,
soprattutto quelli delle discariche che rispuntano dall’immondizia come zombie.
Un giorno il generale dell’esercito americano viene a sapere che un giovane tep-
pista, attaccato da un aspirapolvere, è riuscito a farlo “circuitare”. Si viene a sape-
re che il teppista è il classico figlio di puttana a cui gli tira il cazzo di continuo. Ven-
gono scarcerati maniaci sessuali in massa e mandati a combattere contro l’eserci-
to degli aspirapolvere, mentre il giovane teppista salta in moto per andare a com-
battere le tre principesse guerriere che lo aspettano sulla linea del tramonto.8

7
Hubert Cecil Booth, l’inventore dei moderni aspirapolvere, ebbe di fatto l’idea appoggiando un
fazzoletto su una sedia di ristorante, per poi succhiare con la bocca più roba possibile. Quando
si rese conto di quanta roba aveva raccolto nel fazzoletto pensò “merda, funziona davvero!”.
8
Finale questo che serve a filmare il sequel. C’è il mio copyright chiaramente su L’invasione degli
aspirapolvere volanti.

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http://www.10righedailibri.it

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