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La perfezione si fa musica

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Non solo un grande pianista ma vero grande Maestro

di Marco Vitale *

Arturo Benedetti Michelangeli al


pianoforte nel 1943.

A sinistra:
Arturo Benedetti Michelangeli in
un'immagine di stampo hollywoodiano.
Arturo Benedetti Michelangeli
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Non ho titolo per parlare degli aspetti piani- sue idee e i suoi insegnamenti. Nel docu-
stici del Maestro. Sono solo uno di quegli mento-proposta che feci circolare scrivevo:
appassionati di cui parla Lidia Kozubek pro- “Arturo Benedetti Michelangeli non è stato
prio nell’ultima pagina del suo libro: solo un grande pianista, ma un grande
“Malgrado la sua condotta estremamente musicista e un uomo di profonda umanità,
schiva non favorisse la popolarità, conosci- spiritualità e religiosità, spesso miscono-
tori ed appassionati della sua arte si recava- sciuta e distorta dalla stampa. È stata una di
no in pellegrinaggio in diverse nazioni solo quelle rare persone che, con la sua arte,
per avere la possibilità di ascoltarlo”. In un aprono spiragli reali verso il soprannaturale.
certo senso rappresento i reduci di Bregenz, La sua memoria, resa vivente ed operante,
di Monaco di Baviera nell’indimenticabile può essere una leva eccezionale per pro-
concerto con Sergiu Celibidache, di Lugano, muovere studi e cultura musicale autentica.
di Brema, di Amburgo. “Pellegrinaggi” ha [...] Se non si farà nulla di serio, la sua
scritto Lidia Kozubek (allieva polacca del memoria svanirà in pochi anni, restando
Maestro, Lidia Kozubek ha scritto un buon li- viva solo per pochi appassionati. Come col-
bro intitolato Arturo Benedetti Michelangeli. lettività, e come città che gli ha dato i natali,
Come l’ho conosciuto, pubblicato, vivente il avremo buttato via un’occasione unica di
Maestro, in giapponese nel 1992, in polacco contribuire alla rivitalizzazione della cultu-
nel 1999 e in italiano nel 2003, edizioni ra musicale autentica. Come persone avre-
L’Epos), e ha scritto molto bene, perché quei mo la responsabilità morale di non averci
viaggi non erano alla ricerca del divismo ma, neanche provato”.
al contrario, della spiritualità, del contatto Io ci ho provato, senza successo. Mi sono
con il mistero e con il divino attraverso la fermato quando ho capito che le persone su
musica, sentimenti che nessuno sapeva su- cui contavo a Brescia erano persone più
scitare come Arturo Benedetti Michelangeli. interessate a speculare sulla memoria di
Come studioso della leadership e dell’etica Arturo Benedetti Michelangeli che a tenerla
professionale, il Maestro mi ha sempre affa- viva e inverarla in qualcosa di vivo e attuale.
scinato, non solo come impareggiabile Vorrei cogliere l’occasione, che viene offerta
musicista, ma come uomo, come educatore, dalla Banca Popolare di Sondrio (SUISSE),
come esempio di coerenza e di profondità. Il per documentare un aspetto di Arturo
suo essere uomo del nostro tempo ma rifug- Benedetti Michelangeli e una fase della sua
gendo alle perverse caratteristiche del vita e della sua attività che mi sembrano
nostro tempo: la superficialità, la fretta, il ignorati e che illuminano la persona di
marketing, l’avidità. Come presidente di una Arturo Benedetti Michelangeli come un
importante società musicale milanese sono grande vero Maestro e un esempio morale e
sconvolto dall’avidità di tante star musicali di altissima professionalità.
odierne che, finanziate indirettamente per Quando morì Arturo Benedetti Michelangeli,
lo più con soldi pubblici, pretendono cachet uno dei miei idoli, non solo musicali, mi
più alti di quelli che, da qualche tempo, cri- colpì il fatto che nessuno ricordasse il suo
tichiamo per le star del calcio. In quei importantissimo contributo alla rinascita
momenti penso allo straordinario disinte- della vita musicale nell’immediato dopo-
resse e generosità del grande Maestro bre- guerra. Questa lacuna è apparsa evidente
sciano, documentata da tante fonti; al suo anche nella pur affascinante mostra e nel
impegno didattico, così generoso (le sue ricco catalogo che Brescia allora gli dedicò.
scuole di alta specializzazione erano sempre Eppure io ricordavo benissimo la presenza
gratuite), ma anche qui senza compromessi, molto viva di Arturo Benedetti Michelangeli
senza ambiguità, senza comodità né per sé per la rinascita della vita musicale cittadina.
né per gli allievi. Io ero, allora, un ragazzo, ma mi ricordo
Anni fa tentai di dar vita a Brescia, città perfettamente i magici e fugaci incontri, al
natale del Maestro e mia, a una fondazione seguito di mio padre, tra il Maestro e le altre
intitolata ad Arturo Benedetti Michelangeli persone generose che, in quegli anni, tanto
che si prefiggesse di raccogliere tutta la si impegnarono per far rinascere a Brescia la
documentazione su di lui ma soprattutto vita musicale. Mio padre era tra questi e tra
tenesse vive, con realizzazioni concrete, le le carte che ha lasciato ho trovato un fasci-

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colo relativo agli anni in cui, come consi- chestra stabile di archi. La sua denomina-
gliere attivo e, poi, come presidente, si pro- zione iniziale era infatti: Orchestra Stabile
digò per lo sviluppo della Società Bresciana d’Archi “S. Cecilia”. Essa nacque a solo
dei Concerti Sinfonici “S. Cecilia”, della scopo culturale, per fare musica, non per
quale dal 1940 al 18 settembre 1947 (questa organizzare concerti. Tra i principali propu-
è la data della lettera di dimissioni) fu presi- gnatori l’avvocato Pedrali Noy, nella cui abi-
dente “onorario”, ma assai attivo, proprio tazione si svolgono le prime esibizioni; il
Arturo Benedetti Michelangeli. Così mi sono maestro Ferruccio Francesconi che dirigeva
messo a scartabellare in quel fascio di anti- il primo complesso; e il giovanissimo (aveva
che carte, disordinatamente conservate, e allora venti anni) maestro Arturo Benedetti
ho trovato spunti, ricordi e documentazione Michelangeli. Del primo direttivo facevano
che mi sono sembrate interessanti e, qualche parte anche l’avvocato Pier Paolo Cicognini,
volta, commoventi testimonianze. Questa è l’ingegner Emilio Franchi, l’ingegner Emilio
la spiegazione della genesi di questo scritto, Pisa, il dottor Angelo Vitale, il geometra
ma è, insieme, una spiegazione della sua Arturo Gatti, e il maestro Gino Francesconi.
incompletezza e parzialità. Io non posso che L’avvocato Cicognini fu il primo presidente,
limitarmi a mettere a disposizione quello mentre presidente “onorario” fu, sin dall’i-
che ho trovato, con l’auspicio che questo nizio, Arturo Benedetti Michelangeli che,
materiale sia di qualche utilità a chi porrà come si vedrà fu, in realtà, un presidente
mano, professionalmente, alla storia detta- assai attivo, punto di riferimento e guida
gliata della vita del Maestro, della quale soprattutto per la scelta degli interpreti e dei
siamo ancora in attesa. programmi musicali, sia nella prima fase
Brescia contava da tempo sulla Società dei (1940-1943) che nella fase della ripresa,
Concerti, il cui statuto iniziale era stato segnata dal primo concerto della stagione, il 16
approvato dall’Assemblea dei soci il 20 mag- dicembre 1945, e sino alla stagione 1947-48.
gio 1914, specializzata in musica da camera. Già nelle stagioni concertistiche 1941-42 e
Essa nacque, dunque, all’inizio del primo 1942-43 era avvenuta una mutazione
conflitto mondiale. E, per sconcertante ana- importante. Da sodalizio dedicato alla
logia, è all’inizio del secondo conflitto mon- creazione di un’orchestra stabile d’archi,
diale, a cavallo tra il 1939 e il 1940, che la “S. Cecilia” diventa anche organizzatrice
Ritratto fotografico
di Arturo Benedetti
prende corpo una nuova iniziativa musicale, di concerti, con la presenza di solisti e di
Michelangeli del 1947, il cui obiettivo primario era di sviluppare in complessi di fama. Decisiva, nell’identificare
con dedica autografa
del Maestro
città la pratica e la conoscenza della musica interpreti e programmi, nello stabilire con-
ad Angelo Vitale. sinfonica, attraverso la creazione di un’or- tatti e suscitare interesse per il nuovo soda-

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Arturo Benedetti Michelangeli
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Folonari, Vitale, Cicognini, Francesconi.
L’effetto cambiario verrà poi riscattato con
munifico apporto da Pedrali, Franchi,
Folonari. La ripresa musicale è del 29 mag-
gio 1945 (qualche fonte parla invece del 27
maggio), con uno straordinario concerto al
Grande. L’incasso viene interamente devoluto
alla Commissione di assistenza della Curia
per aiutare i deportati in Germania che
ritornavano in patria.
La ripresa organizzativa è segnata dalla
prima assemblea postbellica tenuta il 29
ottobre 1945. L’indirizzo di saluto, la prima
relazione svolta sull’attività della società, la
lettera inviata al pubblico, il comunicato
preparato per la stampa danno un quadro
preciso della storia del sodalizio sin dalla
fondazione e degli obiettivi e dei sentimenti
che animavano il gruppetto degli instancabi-
li promotori. Dalle mie carte non risulta chi
pronunciò l’indirizzo di saluto. Ma esso fu
steso, sicuramente, come risulta dalla minu-
ta con le correzioni a mano, da Angelo
Vitale. E se non ci fosse il manoscritto a
testimoniarlo, basterebbe il calore con il
lizio musicale, l’opera di Arturo Benedetti quale il documento parla di Arturo Benedetti
Michelangeli. Di lui si ricorda, nel 1942, Michelangeli e il ruolo determinante che gli
anche “uno strepitoso concerto al Grande a attribuisce, sentimenti e convinzioni che
cui diede la sua opera impareggiabile, pre- erano profondamente radicati in Angelo
ziosa, disinteressata il nostro grande Vitale, sin da quando sentì suonare il
Pianista Arturo Benedetti Michelangeli”. Di Maestro, la prima volta, nel 1940.
questo concerto le carte a mia disposizione La relazione, che illustra i cinque anni di
non danno altre notizie, ma esso è ricordato lavoro, proficui nonostante le durezze della
nella cronologia dei concerti di Harry Chin e guerra, inizia con queste parole:
Carlo Palese che correda il volume Arturo “La Società Bresciana dei Concerti Sinfonici
Benedetti Michelangeli. Il Grembo del ‘S. Cecilia’ si costituì in Brescia nel 1940 col
Suono (Milano, Skira, 1996). Ebbe luogo il modesto nome di ‘Orchestra Stabile d’Archi
12 aprile al Teatro Grande, con l’orchestra S. Cecilia’. Diede vita alla istituzione un
della “S. Cecilia” diretta dal maestro Fer- gruppo d’appassionati cultori dell’arte
ruccio Francesconi. Il programma prevedeva: musicale e specialmente l’Avv. Carlo Pedrali
Beethoven, Concerto op. 73; Grieg, Concerto Noy, nella cui abitazione si svolsero le prime
op. 16, mentre, fuori programma, il Maestro prove sotto la guida del Maestro Ferruccio
aggiunse: Scarlatti, Sonata; Chopin, Studio e Francesconi. Il nostro grande pianista Arturo
Valzer; De Falla, Danza rituale del fuoco; Benedetti Michelangeli ne fu il propugnatore
Mompou, Cançion y Danza; Albéniz, e presidente onorario” (sottolineatura aggiunta).
Malagueña; Chopin, Mazurca. Poco dopo si legge:
In piena guerra, ai primi del 1942, ancora “Consentitemi innanzi tutto di rivolgere a
una volta su stimolo e suggerimento di Vostro nome e a nome del Consiglio
Arturo Benedetti Michelangeli, la società Direttivo, un saluto di affetto e di ricono-
acquista un magnifico pianoforte Steinway scenza verso Arturo Benedetti Michelangeli.
& Sons da gran concerto. L’acquisto è reso Voi sapete che Egli è stato con gli altri,
possibile, oltre che da modesti fondi sociali, l’anima della istituzione, anche se l’arte
da una sovvenzione cambiaria della Banca sua ineguagliabile lo portava lontano
San Paolo, garantita da Pedrali, Franchi, dalla Società. Quanto Egli ha fatto per la

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Due immagini di Arturo S. Cecilia è noto ai Consiglieri del sodalizio 7 maggio 1946, diretto dal maestro Sergio
Benedetti Michelangeli
come la gratitudine che gli si deve” (sottoli- Failoni, con la partecipazione del pianista
al pianoforte negli anni
Cinquanta. neature aggiunte). Paul Baumgartner. Quella del 1945-46 è già
Più oltre si legge: una buona stagione, ma quella 1946-47 sarà
“Si rammenti il bellissimo Concerto del duo strepitosa.
Pianistico Sergio Lorenzi e Gino Gorini, che All’inizio del 1946 nasce una seria crisi nei
ideato e organizzato dal Maestro Benedetti, rapporti fra Arturo Benedetti Michelangeli e
fu attuato dalla S. Cecilia in collaborazione la “S. Cecilia”. La crisi si manifesta con una
con la Società dei Concerti, come lo fu il lettera del Maestro del 12 gennaio 1946
grande Concerto finale di Stagione col nella quale egli comunica di dimettersi dalla
Maestro Arturo Benedetti Michelangeli carica di presidente onorario e di interrom-
sempre per ambedue le società” (sottolinea- pere la sua collaborazione. Egli denuncia
tura aggiunta). uno stato di disagio generale, l’impressione
Ma, ormai, l’indirizzo è verso la grande di “essere poco gradito”. Ma il fatto specifico
musica, come testimonierà la strepitosa sta- è che qualche consigliere (forse, mi sembra
gione 1946-47. Dopo il citato concerto di capire dalla risposta, lo stesso Angelo
straordinario del maggio 1945, il primo con- Vitale) deve averlo criticato per avere pro-
certo della stagione della ripresa, 1945-46, mosso un concerto del duo Gorini-Lorenzi e
ebbe luogo il 16 dicembre 1945, con la par- assunto degli impegni anche economici più
tecipazione del violinista Alfredo Pol- gravosi del normale cachet per un singolo
tronieri, con un programma basato su solista, senza concordare prima questo
Bach e Mendelssohn (il costo globale fu di impegno con il Consiglio direttivo.
51.275,20 lire). Il secondo concerto ebbe Il Maestro, ferito, allega alla lettera un asse-
luogo il 6 gennaio 1946 con l’orchestra gno di diecimila lire, per rimediare al pre-
della “S. Cecilia” e il coro femminile del sunto danno (il cachet di un singolo solista
Teatro Grande di Brescia, con la partecipa- era di norma diecimila lire, mentre il duo
zione delle soliste Ciani e Iachia, nello Gorini-Lorenzi era costato ventimila lire).
Stabat Mater di Pergolesi (questa volta con La risposta del consigliere Vitale, che di fatto
un costo di 53.410 lire). Gli altri concerti in quel periodo era la persona che agiva
che trovo documentati sono: il terzo concer- come factotum della “S. Cecilia” e che svol-
to, il 20 gennaio 1946, con il duo pianistico geva l’attività organizzativa nel suo studio
Gino Gorini e Sergio Lorenzi, tenuto in col- professionale, è immediata, portando la stes-
laborazione con la Società dei Concerti, sul sa data del 12 gennaio. La lettera esprime un
quale sarà necessario ritornare; il quinto sincero rincrescimento e anche una onesta
concerto con il giovane pianista Agostino autocritica. L’assegno viene restituito al
Orizio, il 19 marzo 1946; il sesto concerto, il Maestro.

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Arturo Benedetti Michelangeli
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mie carte, appuntato con uno spillo alla let-


tera del Maestro del 15 gennaio 1946.
Quello che colpisce in questo scambio di
Contestualmente viene inviata una lettera al corrispondenza è osservare che la coerenza
duo Gorini-Lorenzi, confermando gli impe- e la durezza del Maestro (è un ragazzo di
gni assunti dal Maestro, ivi compreso il ventisette anni che dialoga con persone che
cachet convenuto di ventimila lire. La lettera hanno quasi il doppio della sua età, che sono
porta stranamente la data dell’11 gennaio, importanti nelle rispettive professioni e
un giorno prima di quella del Maestro. Ma, nella vita cittadina, alcune delle quali hanno
conoscendo Angelo Vitale, considero del ricoperto ruoli importanti nella Resistenza
tutto probabile che la lettera, pur datata 11 bresciana) non sono accompagnate da un
gennaio, venisse scritta il 12, dopo aver rice- atteggiamento rancoroso sul piano personale.
vuto quella di Benedetti Michelangeli. In La linea è quella e non si discute, ma i saluti
sostanza il consigliere Vitale che, oltre ad e gli accenni personali restano di piena cor-
avere una autentica venerazione per il dialità. Inoltre il contrasto non distrae il
Maestro, coglieva appieno il significato del Maestro dal suo impegno professionale.
suo grande apporto alla “S. Cecilia”, vuole Stava lavorando per la preparazione del con-
rimediare rapidamente all’incidente. E con- certo del duo Gorini-Lorenzi e continua a
ferma subito ogni impegno con il duo farlo. Infatti è del medesimo giorno, 15 gen-
Gorini-Lorenzi, per poter poi dire a Benedetti naio, una lettera con la quale il Maestro
Michelangeli, come dirà con la lettera del 12, comunica il programma definitivo del con-
che la “cosa è definita”. certo stesso.
Ma il Maestro rimane fermo sulla sua posi- La crisi, comunque, rientrerà. L’assegno
Le due lettere del zione e, con lettera del 15 gennaio 1946, non verrà più ritirato da Benedetti Miche-
12 e 15 gennaio 1946 l’assegno viene nuovamente inviato al desti- langeli ma non verrà mai incassato e
che Arturo Benedetti
Michelangeli inviò alla
natario. Michelangeli rimarrà presidente (sino al 18
Società "S. Cecilia" di Ad Angelo Vitale, persona non meno cocciuta settembre 1947) continuando il suo prezioso
Brescia a proposito del
concerto del duo
del Maestro, non resta che una via: non impegno. Questa vicenda documenta, dun-
Gorini-Lorenzi. incassare l’assegno, che ancora giace, tra le que, almeno un caso nel quale il Maestro,

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almeno parzialmente, mutò la sua decisione Importante è l’apporto di Benedetti Miche-
iniziale. E questa fu una grande fortuna per la langeli anche in relazione allo sviluppo del
vita musicale bresciana e per la “S. Cecilia”, nuovo, prezioso, rapporto con l’Ente dei
perché l’impegno di Benedetti Michelangeli “Pomeriggi musicali” del Teatro Nuovo di
diede frutti cospicui, almeno su tre fronti. Milano diretto da Remigio Paone. L’Ente era
Innanzi tutto con i suoi concerti. Nella stato creato il 21 novembre 1946, sulla scor-
stagione 1946-47 essi furono due: il primo, ta del successo della prima stagione 1945-46,
con un successo strepitoso, inaugurò la sta- organizzata dall’Impresa “Spettacolo Errepi”
gione 1946-47, il 12 gennaio 1947, al Grande, di Remigio Paone. I soci fondatori erano
con la direzione di Mario Rossi e l’Orchestra venti, dei quali, come curiosa testimonianza
dei “Pomeriggi musicali” del Teatro Nuovo di cosa intendiamo quando parliamo di
di Milano. Il secondo, il 27 aprile 1947, Milano città aperta, solo sei nati a Milano. Il
sempre al Teatro Grande, direttore Nino Maestro animatore, Nino Sanzogno, è di
Sanzogno, ancora con l’Orchestra dei Venezia, gli altri vengono da Brindisi, Roma,
“Pomeriggi musicali” del Teatro Nuovo di Gargano, Cuneo, Orvieto, Monza, Padova,
Milano. I due concerti della nuova stagione Brissago (Canton Ticino), Lesnia (Dalmazia),
1946-47 erano stati preceduti da un concer- San Gallo (Svizzera), Ancona, Viareggio. Tra
to straordinario, il 25 maggio 1946, con i “Pomeriggi musicali” del Teatro Nuovo e la
uno splendido programma che andava dalla “S. Cecilia” si sviluppa subito una stretta
Toccata e fuga in re minore di Bach-Busoni collaborazione, esempio di come si dovrebbe,
a Stravinskij. Il concerto fu offerto congiun- ancora oggi, lavorare insieme. Senza tale
tamente dalla “S. Cecilia” e dalla Società dei collaborazione la straordinaria stagione
Concerti. Per i non soci l’ingresso alla platea 1946-47 non sarebbe stata possibile. Così
costava centocinquanta lire e al loggione come, del resto, tale collaborazione giova
trenta lire. anche ai “Pomeriggi musicali” del Teatro
Il secondo contributo del Maestro è nella Nuovo, non solo per quadrare meglio i suoi
scelta degli artisti e dei programmi, nello conti ma anche per farsi conoscere fuori
sviluppo di contatti con il mondo musicale, Milano. Su questo solido reciproco interesse
nello stimolo a scoprire cose nuove. Già si è si sviluppa subito un intenso rapporto,
visto in questo senso l’episodio del duo caratterizzato da grande cordialità. Esso è
Gorini-Lorenzi. Ma particolarmente signifi- cementato dalla simpatia reciproca e dall’a-
cativo mi sembra l’episodio del concerto del micizia che nasce fra Remigio Paone e
Pierrot lunaire di Schönberg. L’Accademia Angelo Vitale. Ma trova la sua forza più
Filarmonica Romana che stava progettando profonda proprio nella presenza attiva di
una tournée schönberghiana in Italia e che Arturo Benedetti Michelangeli, che è il prin-
era interessata a includere Brescia nella cipale interlocutore di Paone nella definizione
tournée, e che già si era messa in contatto dei programmi. E Paone, da grande e astuto
con la Società dei Concerti, interessa al pro- impresario, “usa” Benedetti Michelangeli, su-
getto anche Benedetti Michelangeli. Questi bordinando certe presenze a Brescia ad
si entusiasma per la proposta e a sua volta altrettanti impegni di Benedetti Michelan-
propone che il concerto si faccia congiunta- geli a Milano, come emerge chiaramente
mente con la “S. Cecilia”. Egli preme con dalla corrispondenza.
decisione in questo senso, come testimonia Il terzo contributo è indiretto, certo subìto e
una lettera della moglie Giuliana Benedetti non voluto dal Maestro, ma vissuto senza
Michelangeli. La lettera non è datata, ma insofferenza. I soci amministratori, e
sicuramente si colloca fra il 23 febbraio soprattutto Angelo Vitale, hanno avviato dei
1947 (data della lettera dell’Accademia contatti con gli organismi pubblici compe-
Filarmonica Romana) e il 26 marzo 1947, tenti per ottenere sovvenzioni. In questo
data della risposta di Angelo Vitale. Come si sforzo, la presenza del grande Maestro viene
evince dalla corrispondenza esistono diffi- sempre valorizzata, per cercare di far capire
coltà pratiche a inserire il concerto di che la “S. Cecilia” ha qualcosa di speciale, e
Schönberg nei programmi già definiti. Ma questo speciale si chiama Arturo Benedetti
poi il concerto si farà, e congiuntamente, Michelangeli. Cosicché il Maestro viene,
secondo il desiderio del Maestro. talora, coinvolto anche in pratiche di pura

[ XV ]
Arturo Benedetti Michelangeli
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natura amministrativa come documentano pera silenziosa e paziente di Facchinetti fu
varie lettere. Dei due grandi concerti del preziosa per il buon esito di quei concerti.
1947 al Teatro Grande, il primo e il quinto Ed infine va documentato un episodio di
della strepitosa stagione “S. Cecilia” 1946-47, particolare rilievo, citato anche nella rela-
non trovo tracce nella cronologia dei con- zione dell’ottobre 1947. Sull’onda del gran-
certi di Harry Chin e Carlo Palese, inclusa de entusiasmo suscitato dal concerto di
nel già citato volume Arturo Benedetti apertura di Benedetti Michelangeli, la signo-
Michelangeli. Il Grembo del Suono. È una ra Esterina Conti in Togni, Santelle di
lacuna da rimediare. Perché quelli non furo- Gussago, Brescia, esprime incoraggiamento
no concerti normali. Furono avvenimenti e promette sostegno. Questo sostegno si
cittadini che suscitarono nella città emozio- concretizza in un contributo straordinario
ne, orgoglio, amore. Furono veri e propri di ventimila lire, cifra veramente significativa
contributi alla rinascita della vita musicale per quel tempo, inviate sotto il vincolo del-
bresciana e al lancio della “S. Cecilia”, che in l’anonimato. Questo vincolo fu scrupolosa-
quegli anni assunse, anche grazie a questi mente rispettato ed è toccato a me aprire,
concerti, un rilievo particolare. Ricordo dopo cinquant’anni, il bigliettino da visita
bene tutto ciò, ma basta sfogliare la stampa della signora Esterina Conti in Togni, con-
dell’epoca per ritrovare quella atmosfera. Mi servato appuntato alla lettera di ringrazia-
sembra che una significativa testimonianza mento con uno spillo ormai arrugginito.
della stessa sia offerta dallo scambio di cor- Spero che il tempo trascorso mi faccia per-
rispondenza con il professor Alessandro donare di violare, ora, quel vincolo di segre-
Redaelli degli Spedali Civili di Brescia che, tezza. Ma è importante ricordare queste
chiamato per un’assistenza medica al persone, questi esempi e questo clima che
Maestro in occasione del concerto di apertu- Benedetti Michelangeli, e solo Benedetti
ra della stagione 1946-47 e richiesto dalla Michelangeli, sapeva suscitare. Ma il proficuo
“S. Cecilia” di specificare il suo onorario, si sodalizio Benedetti Michelangeli - “S. Cecilia”
rifiuta di essere pagato, soddisfatto di “aver volge al termine. È del 18 settembre 1947 la
contribuito, con tutti Voi, alla realizzazione lettera del Maestro che comunica le definiti-
di un avvenimento artistico di tale impor- ve dimissioni da presidente della “S. Cecilia”.
tanza”. Questa volta le dimissioni sono legate agli
Mi piace anche ricordare l’accordatore bre- impegni della grande chiamata. Benedetti
sciano Facchinetti, che fu l’accordatore del Michelangeli è troppo grande per Brescia. È
Maestro per quei mirabili concerti. Non del mondo. Questa consapevolezza è ben
trovo tracce, nella documentazione, della presente nella lettera di risposta, stesa da
sua attività. Ma ricordo perfettamente la sua Angelo Vitale, che il Consiglio direttivo gli
attenta e paziente presenza. Ricordo le rac- invia. Il modesto dono, ricordo di una gran-
comandazioni di mio padre di stare vicino al de stagione, è un orologio d’oro, consegnato
Maestro e di assecondarlo in tutto. Certo l’o- personalmente da Angelo Vitale alla moglie,

Arturo Benedetti
Michelangeli con alcuni
conoscenti e amici al
termine di un concerto.
Si riconoscono il
direttore d'orchestra
Ettore Gracis
(penultimo a destra)
e Remigio Paone (che
si rivolge al Maestro),
direttore dell'Ente dei
"Pomeriggi musicali"
del Teatro Nuovo di
Milano.

[ XVI ]
La perfezione si fa musica
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non di se stesso ma della musica, che viveva
come una via per avvicinarsi a Dio.
E chiudo con una breve riflessione. Nel 1940
Benedetti Michelangeli aveva venti anni. Nel
1947 ventisette, poco più che un ragazzo.
Eppure, sfogliando questa corrispondenza e
questi documenti, si respira, sin dall’inizio,
un senso di rispetto magico, di reverenza
verso la sua persona che fa impressione.
Egli, sin da quando aveva vent’anni, si impo-
ne agli occhi di tutti quelli che lo conoscono
non solo come un grande pianista, ma come
un Maestro, nato grande, senza età.

* Economista d’impresa

insieme al biglietto di ringraziamento, il 22


settembre 1947, come documenta una anno-
tazione a mano apposta sulla busta di Arturo
Benedetti Michelangeli che conteneva la let-
tera di dimissioni.
La stessa richiesta della “S. Cecilia” di con-
servare un legame come presidente onora-
rio non è convinta. Benedetti Michelangeli
non è stato e non può essere un presidente
onorario. Egli è stato un “Presidente”, come
si autodefinisce nella sua lettera di dimissioni,
senza aggettivi. E quindi, cortesemente, rifiuta
di essere presidente onorario di quella che
significativamente chiama “la nostra società”.
Una stagione importante della ripresa della
vita musicale cittadina e italiana è conclusa.
Ma credo, ed è quello che mi premeva evi-
denziare, che i documenti esaminati dimo-
strino che Arturo Benedetti Michelangeli
non fu, come mi è capitato di leggere, un
bresciano per caso. Fu, proprio negli anni in
cui si affermò definitivamente, dal 1940 al
La lettera del 1947, un bresciano profondamente legato
18 settembre 1947 alla vita musicale cittadina, alla quale donò
con la quale Arturo
Benedetti Michelangeli un contributo grandissimo, generoso, disin-
rassegna le dimissioni teressato e paziente. Né fu un artista isolato,
da Presidente della
Società "S. Cecilia"
scontroso, tutto concentrato in se stesso,
di Brescia. ma persona che aveva un’altissima stima

[ XVII ]

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