Esplora E-book
Categorie
Esplora Audiolibri
Categorie
Esplora Riviste
Categorie
Esplora Documenti
Categorie
LA DEA CICLICA
Viaggio trai simboli di morte e rinascita
Fino all’età di 12 anni, prima che nascessero le mie due sorelle e mio fratello,
in casa eravamo solo tre donne: io,
una bambina, mia madre e una tata anziana (un’analogia incredibilmente
simbolica con la Triplice Dea, vista come fanciulla-madre-anziana). A 14 anni
mi sono iscritta al Liceo Artistico, e grazie alla storia dell’arte antica, ( e ad
un’intera famiglia diplomata al Liceo Classico), è nata la mia passione per
l’arte e la mitologia dei popoli antichi, in particolare la cultura celtica e
greco-romana.
La mia vita era fatta di sogni, fantasie e spensieratezza: un mondo
ovattato ed incantato lontano dalla realtà, fino al dicembre del 1999,
anno in cui mio fratello si è ammalato di tumore e dopo due anni
trascorsi dentro e fuori dal reparto d’oncoematologia pediatrica, il 29
ottobre del 2001 è morto a soli sette anni. Allora ho incominciato ad
- Pagina 4 -
accorgermi che le mie fantasie e le mie fughe in mondi immaginari, non
avevano alcun potere taumaturgico nella realtà e ho iniziato la mia
ricerca del confine tra fantasia e realtà, leggendo libri di storia della
magia, di mitologia e culti pagani, antropologia e archeologia
misteriosa. Sul mio cammino ho incontrato la Grande Dea, musa della
magia e della creatività, nel passato osteggiata e ingiustamente
dimenticata. Il suo volto riassume gli aspetti di tutte le dee ed è
venerata come Fanciulla, Madre e Anziana. Mi affascinava l’idea di una
divinità femminile non trascendente e irraggiungibile, ma viva e presente
in tutte le cose e negli aspetti positivi e negativi della vita. Una dea che è
allo stesso tempo la fanciulla vergine, (giovane guerriera, regina degli
animali e luna crescente) la madre, (la terra, inizio di tutto, crescita,
fertilità e luna piena) e la vecchia (la saggia, la strega, il cielo notturno,
la morte e luna calante). Soprattutto la ciclicità della Dea ( che nasce,
cresce e muore, per poi rinascere ), mi ha fatto capire e accettare la
morte. I suoi simboli sono rintracciabili in tutte le epoche e le culture,
(nelle arti, nell’archeologia, nei miti…) soprattutto in Europa.
- Pagina 5 -
Matres - Matronae
- Pagina 9 -
delle profondità.
Grotta- dolmen
- Pagina 24 -
Grotta
Newgrange
Le colline sacre sono state oggetto di culto fino al XX secolo. La
Madre Terra era celebrata sulla sommità dei monti coronata con
grandi pietre. Queste pratiche sono testimoniate
nella Creta minoica e moderna a sud, nelle isole
britanniche a ovest. Le pietre della Madre Terra
dotate del potere di concedere la fertilità alle
donne sterili hanno una superficie levigata. In
Germania e nei paesi scandinavi una pietra
piatta con le superfici levigate è chiamata
Brautstein, o pietra della sposa. Le giovani spose
vi sedevano sopra o vi si strusciavano per avere
fertilità. La glissade, “scivolata” in francese,
praticata segretamente in Francia nel XVIII e XIX
secolo, richiedeva il contatto delle parti
posteriori con la pietra. Le pietre inclinate si
Menhir
prestano meglio a questo scopo. La continua
ripetizione della cerimonia da parte di numerose generazioni ne ha
levigato le superfici. Strofinare l’ombelico nudo o lo stomaco contro
un menhir e in particolare contro una sporgenza, una protuberanza
rotonda o un’irregolarità della pietra, assicurava, fertilità,prosperità
e rigenerazione.). Una protuberanza rotonda e perfino un’irregolarità
su un menhir erano considerate il punto in cui l’energia divina era
concentrata: in altre parole, un omphalos. L’usanza è ampiamente
documentata in Europa e ovunque è definita “antica”. Grosse pietre
con le superfici piatte dedicate a Ops Consiua, Dea romana della
Fertilità della Terra, erano tenute in buche scavate nella terra coperte
- Pagina 27 -
con la paglia. Venivano scoperte solo una volta l’anno alla festa del
raccolto. Circa 1500 anni dopo, la stessa tradizione si registra
nell’Europa settentrionale. In Lituania, gli annali dei gesuiti del 1600
descrivono grosse pietre piatte interrate e coperte di paglia; erano
chiamate Deives, “Dee”. La pietra dunque è la Dea in persona. Il
folclore europeo ha ricordi di colline magiche che si aprono se si
bussa. Una bella signora conduce l’eroe del racconto alla collina e
bussa tre volte o conosce una formula magica per aprirla; la collina si
apre e dentro siede una Regina in pieno splendore. E la Dea
preistorica della Fertilità della Terra, la Regina che possiede i segreti
della vita delle piante. I menhir emanano una misteriosa vibrazione
psichica. Ancora oggi, esseri umani e animali sono attratti dal loro
potere magico. La gente li tocca o compie tre giri intorno ad essi per
guarire, il bestiame malato viene condotto a strofinarsi contro di essi.
Il menhir è la Dea. Sappiamo che il menhir è la manifestazione della
Dea Civetta dalle stele preistoriche provenienti da molti paesi
europei. Nei racconti popolari , il menhir è la dimora della Brigit
irlandese fino al xx secolo.
La triplicità, luna crescente, luna piena e luna calante, è un motivo
molto comune ,ancora presente nel codice moderno internazionale di
simboli del ciclo lunare. Il ciclo lunare sulle antiche ceramiche
europee è rappresentato da falce di luna destra, luna piena e falce di
luna sinistra Sono comuni anche le falci di luna opposti sui lati di
una grande spira di serpente. Il ciclo lunare è a volte anche
rappresentato da quattro cerchi: luna crescente, luna piena, luna
calante e un cerchio più piccolo per la luna nuova. Probabili cicli
lunari compaiono su una colonna dentro figure a forma di civetta (la
Dea Civetta) queste immagini sono incise sugli ortostati della tomba
a corridoio di Les Pierres Plates a Locmariaquer, in Bretagna. Su una
- Pagina 28 -
pietra un punto dentro un cerchio è seguito verticalmente da una
luna crescente, una luna calante e un cerchio incompleto. Su un altro
ortostato tre cerchi fiancheggiano una colonna. Sull’ingresso della
tomba a camera di Mandra Antine, a Thiesi, in Sardegna vi sono una
coppia di corna taurine, a ognuna delle quali sono uniti tre dischi
rossi. Un quarto disco marrone, forse la
luna piena , è unito sui lati a un quadrato
(simbolo della Terra) . Tra le corna
compaiono tre figure a clessidra. Il soffitto
della camera è diviso in venti sezioni, sette
delle quali figurano in giallo su marrone,
Tomba a camera di Mandra falci di luna, mezzelune o semicerchi e lune
Antine
piene o spire di serpente. Questi cicli lunari
nelle tombe, per l’associazione con le immagini della Dea, fanno
pensare ad un’arcaico legame psicologico e filosofico tra il ciclo
lunare e il ruolo rigeneratore della Dea nei cicli di nascita, morte e
rinascita. Spirali opposte, falci di luna, serpenti sono configurazioni
intese come simboli del divenire. Le spirali compaiono nelle grotte
del Paleolitico Superiore associate con forme serpentine, zig-zag,
falci di luna, cervidi, bovini con corna a forma di falci di luna. Questo
motivo, è universale in tutta l’Europa, è presente presente su sigilli,
placche, altari, piatti,vasi decorati, vasi antropomorfi, e statuette.
Esso si protrae con con forza nell’arte minoica, cicladica e micenea.
Su un un vaso proveniente da Teiu, presso Bucarest, due coppie di
serpenti girano la ruota della vita e sono associati a figure di tori,
simboli di forza vitale. Queste queste associazioni continuano per
millenni. I segni delle corna, del serpente, e della spirale sono
praticamente inseparabili, visto che la spirale può essere considerata
sia una geometrizzazione artistica sia un’ astrazione simbolica del
- Pagina 29 -
serpente in movimento. La luna è diventata nell'immaginario
umano simbolo ricettacolo dello sperma e delle anime dei trapassati
(nel suo aspetto di creatura che periodicamente scompare) , quindi
simbolo di vita e di morte,come il serpente che spesso la raffigura ( la
Dea dei Serpenti minoica) : simbolo quindi dei ritmi biologici, in cui
la morte è in realtà l'inizio di una nuova rinascita. Quindi la luna è il
tempo che passa (come mostrano le tacche nella luna-corno della
Venere di Laussel), delle variazioni periodiche, già evidenti ed
osservate dall'alba dei tempi. Di lei gli esseri umani fin dalle origini
hanno colto soprattutto il cambiare forma, passando attraverso fasi
diverse, proprio come la donna-madre, cominciando dalla ritmicità
dei cicli mestruali, legati anch'essi alle fasi lunari: simbolo di
tasformazione e di crescita .soprattutto ricettacolo dei semi d ella
fecondità ciclica. Le feste della luna non a
caso sono feste delle coltivazioni, essendo
la luna prototipo di fecondità: essa
presiede il rinnovamento periodico nel
mondo animale, vegetale e umano,
fecondità fusa nel culto della Grande
Madre. Si capisce quindi come questo
movimento ciclico possa essere stato pure
messo in relazione col simbolismo lunare
di Giano, dio bifronte per eccellenza: la
Venere di Laussel
luna è porta del cielo e porta dell'inferno.
La luna è anche simbolo del sogno e dell'inconscio, che fanno parte
della vita notturna Proseguendo nella storia della raffigurazione , in
epoca paleolitica, datata a 12000 anni a.C:, troviamo la nota Venere di
Laussel, incisione su pietra trovata all'entrata di una grotta. La figura
femminile tiene nella mano destra un corno di bisonte, che però
- Pagina 30 -
potrebbe anche essere una mezza luna crescente, incisa con dei segni
che si riferiscono al mese lunare.
“Eccomi, una vergine con varie forme, che vaga nei cieli.”
tu che chiami dalla notte, faccia di toro, amante della solitudine […]
Iside con in
forse il principale veicolo del proliferare delle
braccio Horus
Madonne Nere in Europa, tutte, non a caso - dotate
di virtù curative. Dea-Uccello (le sono sacri
l'avvoltoio, l'anatra, la rondine) e Dea-Serpente come la Grande
Madre della preistoria europea, Dea-Vacca in quanto Signora della
Luna e sposa di Osiride - Toro, e ancora Dea del mare e della
navigazione (funzione poi ereditata in epoca cristiana da Maria),
Iside è stata, e per molti versi è ancora, un personaggio di forte
rilievo in ambiti magici e alchemici: basti pensare - ma è solo un
esempio - ai documenti ermetici dei primi secoli d.C., come Kore
Kosmou, "Fanciulla del Cosmo", o l'alchemico Iside la profetessa a
suo figlio Horo, nei quali viene effigiata quale detentrice di Sapienza.
Il culto di Iside ebbe straordinaria diffusione nel mondo ellenistico-
romano, e ancora il suo mito fu recuperato nel Rinascimento, che la
sovrappose anche alla Dea Fortuna. Ritroviamo Iside perfino nel
secolo dei lumi, quando certi studiosi francesi, e poi Napoleone con
loro, che la credono fondatrice di Parigi (Paris Per-Isis). Un ulteriore
filone di persistenza dell'immaginario religioso di Iside nella cultura
- Pagina 63 -
europea è quello a cui si è già fatto cenno del
sovrapporsi di elementi cultuali mariani su
precedenti peculiarità isidiane. E non solo per
quanto riguarda la tradizione delle Madonne Nere,
bensì soprattutto per l'immagine egizia di Iside che
seduta in trono allatta il Figlio Horus, quasi una
prefigurazione iconografica della Vergine con Gesù.
Inoltre le ali tese con cui Iside copre e protegge
Osiride e i defunti sembrano un modello dei grandi
manti con cui molte Madonne coprono e proteggono
i santi e i fedeli. Un altro aspetto inportante dal suo
legame con la Luna che più di ogni altro ha
permesso a Iside di coincidere con varie altre Dee e che abbiamo
rilevato anche nel ritratto apuleiano. Secondo Plutarco, gli egizi
ritenevano la natura di Iside un "movimento animato e intelligente",
concetto a cui alluderebbe anche il suo strumento musicale: il sistro.
Il termine seistron ,- spiega infatti l'erudito, - deriva da seiesthai,
"scuotere", e "significa che gli esseri viventi devono essere scossi e
non possono mai smettere di muoversi, e se si trovano a essere […]
addormentati e intorpiditi bisogna svegliarli e incitarli". Il
riferimento a Demetra è particolarmente significativo perché anche
Iside fra le sue tante forme assunse quella di "campo di grano",
quella cioè della matrice in cui il grano nasce e si sviluppa.
E il grano, come tutti i vegetali, specie da coltura, altro non è che la
trasposizione naturistica del mito del Dio morente, che appunto si
sprofonda nelle regioni ctonie durante ogni inverno per poi rinascere
a ogni primavera. Sul tema, e proprio in base ai motivi che
c'interessano, Marija Gimbutas offre uno spunto illuminante ne “Il
linguaggio
- Pagina 64 -
della Dea, dove scrive:
"Il dio morente ha discendenti, nell'antica Grecia e nelle credenze
popolari europee, nel dio del lino, o del grano, nato dalla terra
sotto forma di lino, o grano, e che troviamo torturato, morente e
risorto fuori dalla terra". E fa l'esempio di un vaso di steatite
nera del XIV secolo a.C. in cui è ritratta "una danza di mietitori
che portano spighe di grano agitando i sistri".
Legame forte e antico, dunque, quello fra campo di grano fecondato
e sistro, un oggetto la cui precipua funzione sarebbe perciò di
risvegliare, incitare, stanare le energie vitali assopite nel ventre di
Madre Terra e condurle a resurrezione. Quindi si può considerare
Iside secondo la radicale prospettiva di una Forza dinamica e
scardinante che non soltanto genera l'universo ma lo fa anche
fermentare, in un processo ininterrotto di nascita-morte-rinascita. Un
aspetto determinante è quello di Iside come Signora dell'Ank, Chiave
della Vita, e dei meccanismi rigenerativi che sottendono alla sua
perpetuazione, non dovrebbe far meraviglia che i sapienti egizi la
indicassero con il geroglifico che effigia il simbolo del potere sacro: il
Trono, posto anche sulla sfera tra le corna della Dea e con il quale
Iside s'identificava. Un'immagine che nasconderebbe, quindi, un
grande segreto: il Faraone, quale sintesi microcosmica del
macrocosmo Egitto, acquisirebbe la sua Energia, la sua Saggezza, la
sua Salute fisica e interiore ma soprattutto il suo misterioso potere
fecondante dal Trono su cui siede e al quale aderisce come
fosse sia la propria matrice occulta, sia il ventre della Madre Celeste
da cui è sorto e da cui continua a suggere nutrimento.
Un'interpretazione plausibile se si pensa che il Faraone personificava
in vita Horus, figlio appunto di Iside, e dopo la morte Osiride, cui la
Dea aveva ridonato esistenza in un contesto mitico di resurrezione. Il
- Pagina 65 -
Trono manifesterebbe così il fermento vitale, che proviene da Iside e
che come una corrente elettrica investe e fa rinascere il Faraone ogni
qualvolta vi si siede nella solenne pienezza della sua regalità. Uno
dei simboli più caratteristici della rigenerazione è l’acqua.
L’acqua vive ed è vita. Vive nei sogni, vive nelle fiabe,
nell’iconografia, nei miti e nelle religioni. Sul piano mitologico il
simbolo è sempre ambivalente. l’acqua rigenera ma dissolve. Se nella
storia delle religioni alla divinità femminile tocca spesso il compito
di risanare, e rigenerare con l’acqua, di fatto nella tradizione la
donna non purifica nessuno ma viene spesso purificata come essere
impuro. Le ragioni possono essere molteplici: la natura la predispone
a eventi, il mestruo e il parto, entrambi contraddistinti dall’effusione
di sangue, che per millenni sono stati considerati sacrali e quindi
tabù, troppo forti per essere inseriti nella quotidianità. Questa
frattura diviene sempre più aspra man mano che le religioni
patriarcali prendono il sopravvento sui più arcaici culti matriarcali
della terra e delle acque, dove la Grande Madre era signora
incontrastata della natura. Come ho gia detto, conl’avanzata del
potere maschile che si estrinseca su tutti i piani, la figura femminle è
relegata ad un ruolo subalterno. Anzi, peggio, diviene la seduttrice,
colei che fa impazzire gli uomini come le Aguane, perfide fate
incantatrici inquiline dei canali. La Dea, quindi, viene trasformata da
divina creatura, datrice di vita e garante di purezza, in strega sporca
e orrenda da purificare con l’annegamento che rappresenta l’estremo
giudizio: se colpevole la strega risale a galla e bisogna ucciderla in
altro modo, se innocente affonda. Quindi accanto all’aspetto
fecondativo di madre buona, l’acqua affianca la madre cattiva che
attraverso il diluvio travolge il genere umano. Accade dunque che da
dono ed essenza divina femminile l’acqua si trasformi in semplice
- Pagina 66 -
strumento per purificare la donna che secondo l’opinione medievale
è pericolosa e carica di negatività. L’acqua dunque nella simbologia
dei popoli rappresenta: purezza, nascita, morte, e rigenerazione, ma
anche oblio e memoria, amore materno e maliziosa seduzione,
energia femminile e fertilità. Acqua come sorgente di vita, ma anche
elemento purificatore e mezzo di rigenerazione. La psicologia
attribuisce ai sogni d’acqua il desiderio inconscio di un regresso al
grembo materno. Comune in molte culture l’acqua è concepita come
confine tra il mondo dei vivi e quello dei morti. Il mistero e l’aspetto
simbolico dell’acqua fanno parte integrante di tutte le culture dei
vari popoli del mondo. Molti di quei simboli e dei miti a essa
connessi sono comuni a popoli oggi molto distanti tra di loro. La
materia vivente iniziò dall'acqua la sua avventura nel nostro pianeta;
nel liquido (amniotico) vive l'essere umano la sua formazione
iniziale; l'acqua costituisce la quasi totalità della materia vivente.
Logico quindi che, a monte anche del pensiero razionale, già
nell'albeggiare del pensiero simbolico l'uomo percepisse, per
immediata intuizione, la fondamentale importanza dell'acqua nel
ciclo vitale. L'acqua divenne così oggetto di una enorme
speculazione, e ai suoi modi di apparire furono legate infinite
ierofanie presso tutti i popoli In particolare, presso i popoli che si
affacciano sul Mediterraneo dai loro paesi prevalentemente aridi, le
acque dolci, indispensabili e benefiche, generarono sempre stupore,
miracolo e poesia. Le più belle espressioni tramandateci sono legate
al verdeggiare della natura attorno alle sorgenti o alla sacralità dei
pozzi, assi del mondo, microcosmi che legano il cielo agli inferi.
Presso i popoli del Nord-Europa l'acqua, impregnando il paesaggio
nelle sue valenze lacustri e paludose; legandosi al freddo e al grigio
pluviale del clima; assumendo toni cupi e insondabili; appare
- Pagina 67 -
associata soprattutto ai temi della disgregazione della materia,
dell'inganno, del mondo infero grigio e umido. Anche nel
Mediterraneo tuttavia esiste una valenza infera e di morte legata
all'acqua: sono le acque del mare che per millenni terrorizzano le
popolazioni con la loro immensità, le loro furie, le misteriose e
inquietanti isole lontane delle quali si favoleggia. Il mare, sede di
esseri mostruosi, con le sue incognite e i suoi inganni, è il teatro dei
lunghi itinerari dell'eroe in cerca di sé stesso, e il rifugio di
antichissime,e imprevedibili divinità ctonie.. Questa misteriosità del
mare e i suoi terrori legano le acque al tema della morte. E'
dall'Oceano, in un gorgo pauroso ove sarà condotta Psiche nelle sue
prove iniziatiche, che nascono le acque dello Stige, nefaste anche agli
Dei Olimpici se spergiuri. La doppia valenza di morte e vita e il
simbolo di rigenerazione - presente in ogni tradizione iniziatica -
pongono tuttavia nell'Oceano, o comunque legano all'acqua, il mito
dei Paradisi terrestri. Misteriosità del mare significa misteriosità
degli esseri mostruosi e imprevedibili che vi si celano. Il mare è
popolato di pesci e serpenti, animali freddi e primitivi che si
equivalgono sul piano simbolico e sul cui significato salvifico e
sapienziale - nella doppia valenza illuminatrice o diabolica,
fecondante o mortifera - si aprono interminabili capitoli del pensiero
simbolico. Nel mito greco Poseidone, che presiede a tutte le acque
del mare e della terra inizialmente intese come connesse tra loro, è
divinità arcaica preomerica. Poseidan ed Ennosigeo, egli è arcaico
sposo della Madre Terra; il suo mito è legato al cavallo - incarnazione
archetipica dell'istinto - che lo individua come individua Hera-Ippia.
Le oscure forze primordiali trasmesse dall'acqua al cavallo
riemergono nel mito di Pegaso nato dal collo reciso della Gorgone e
domato da Athena, dea della ragione. E il cavallo Pegaso si rilega
- Pagina 68 -
all'acqua facendo scaturire la fonte Ippocrene,
sacra alle Muse figlie di Mnemosine: l'acqua
dei laghi della Memoria - dona, nel mito
orfico, vita eterna agli iniziati. La vera vita trae
origine da un legame profondo con la vita
Sirena su capitello sepolta. Morte e vita si congiungono nell'unità
romanico
della totalità: se l'acqua della Memoria dà la
vera vita, l'acqua del fontanile accanto al cipresso, l'acqua di Lete, dà
l'oblio e introduce al regno dei morti. I laghi sono occhio del mondo
infero. In Grecia e nel mondo mediterraneo i laghi paludosi celano la
porta degli inferi: così si spiega il lago Stinfale legato all'impresa di
Eracle (altro violatore degli inferi), all'Idra di Lerna, alle Sirene e, , al
segno astrologico del Cancro. Del resto, per i Greci la palude è
simboleggiata dal labirinto, il cui centro è meta del viaggio iniziatico.
La palude ha doppia valenza: nel suo fango vengono gettati, nel
Nord-Europa, i bastardi, i deformi e i colpevoli, affinchè esso li
rigeneri nella pullulante vita . fecondità.. Tutte queste acque sono
riassunte nella grandiosa architettura del pensiero astrologico. Se il
Cancro è acqua originaria, acqua madre, limpida e profonda acqua di
gestazione (che ha il suo parallelo nel Serpente, nel freddo,
nell'umido, nel notturno e nel femminile), lo Scorpione è l'acqua
mortifera e disgregatrice che tuttavia prepara la rinascita. Sotto il suo
segno avviene la semina alchemica e inizia la putrefactio; anche sotto
il suo segno era la semina del grano nel mese sacro a Demetra.
L'acqua si associa spesso alle divinità del ciclo lunare e del ciclo
vegetale. E novembre sarà, per la Chiesa Cattolica, il mese dei Morti
e dei Santi che ripetono, con la loro duplicità, il significato acquatico
dello Scorpione. I Pesci, sono il simbolo di dissolvimento e di
rinascita spirituale Il simbolismo delle acque rivela l'intuizione del
- Pagina 69 -
Cosmo come unità. Nel pensiero mitico, le cosmogonie pongono le
acque al principio e alla fine di avvenimenti di portata cosmica; il
Diluvio segna la morte-rinascita dell'umanità. Questa doppia
valenza è espressa dal rituale dei Battesimo e dal significato
rigeneratore del bagno: i simulacri di Afrodite, Hera, Athena, Cibele,
venivano annualmente immersi; e così pure la Madonna e il
Crocifisso, in relazione anche all'implorazione della pioggia. Le
cosmogonie presentano abitualmente le acque come primordio e la
pioggia come sperma. Per Omero, Oceano era all'origine di tutto, era
acqua maschile così come Teti era acqua femminile, entrambi figli
della Notte.. Presso molti popoli il ciclo cosmogonico inizia con la
separazione anche violenta di alto e basso, cielo e terra, acque
maschili e femminili. Zeus ha il fulmine, così come tonanti sono gli
dei vittoriosi all'inizio dell'epoca storica, post-neolitica, che evolve da
culti lunari e ctonii a culti solari. Zeus feconda Danae come pioggia e,
secondo Eschilo, Urano fecondava Gea con la pioggia; quando la
falce lunare di Kronos dividerà i genitori dando origine al tempo, è
ancora nell'acqua che fruttifica lo sperma del fallo reciso, e nasce
Afrodite. I Greci provavano terrore e attrazione per l'acqua, che
disintegra e germina dando follia e profezia. Esiodo raccomanda di
pregare prima di attraversare un fiume. A mezzogiorno si evitavano
fontane, fiumi, sorgenti, umidità legate a grotte e ombre d'alberi: ivi
regnavano ambigue le Ninfe. Nei miti celtici,
caldaie, pentole e calici magici donatori di immortalità, sono
rinvenuti in fondo al mare o ai laghi. Hera-lppia legata a Poseidone,
equivalente di Gea antica sposa di Urano, ha occhi bovini, ha corna
lunari, è vacca così come Urano, il cielo, è toro, tuono, pioggia. Hera
è venerata con Zeus Naios (o "della sorgente") presso la sorgente
Dodona, ove ha nome Diona, femminile di Zeus, equivalente a
- Pagina 70 -
Diana, dea lunare; e ivi è dea del cielo luminoso e dell'acqua. Hera fu
dea lunare iconologicamente eguale a Iside-rugiada e alla Madonna.
L'acqua, nel pensiero simbolico, non è legata soltanto alla Luna, ma
anche ad altri due simboli di fondamentale importanza: l'albero e il
giardino. il giardino delle Esperidi, sede nuziale di Hera e Zeus, è
luogo di eterna vita, possiede l'albero dai pomi d'oro custodito dal
serpente, ed era in un'isola dell'Oceano. L'acqua del fiume manifesta
sempre la possibilità universale; discenderne la corrente sino
all'oceano significa tornare all'indifferenziato, mentre il risalire alla
sorgente simboleggia il ritorno alla sorgente divina. Il suo
attraversamento simboleggia un cambiamento di stato. La fontana è
l'acqua viva che sorge al centro del Giardino, ai piedi dell'Albero
della Vita, nel Paradiso Terrestre. Le sue acque sono ambrosia, soma,
eterna giovinezza, elisir di vita: e sgorgano ai piedi di un albero.
Quest'acqua non è per tutti, è custodita da draghi e deve esser
conquistata con prove iniziatiche: di queste immagini sono ricche
fiabe e leggende. Anche il drago di Andromeda usciva dall'acqua, e
Perseo lo uccide con la spada ricurva che uccide la Gorgone e ricorda
la falce di Kronos. La fanciulla nel giardino tra le acque, la fanciulla
custodita dal mostro marino, il viaggio dell'eroe tra le acque
popolate dai mostri, conducono al tema dell'acqua come simbolo
dell'anima. All'anima si lega il mito di Arianna, dea lunare che
guida l'eroe al centro del labirinto iniziatico. Nelle favole, in fondo ai
laghi vi son castelli incantati dove gli eroi compiono viaggi iniziatici
e trovano tesori o principesse, mentre le fontane danno vita a
immagini di fanciulle. A partire dal patrimonio dei simboli e dal
pensiero iniziatico, la psicologia junghiana ha esplorato un campo
immenso di rappresentazioni che restituiscono l'immagine
dell'anima e delle sue vicissitudini attraverso visioni di acqua
- Pagina 71 -
terrifiche o pacificanti. Acque putride,
torbide alluvioni devastanti,
torrenti,piogge e diluvi, allagamenti, fiumi
maestosi, mari immensi, profondità
marine o lacustri inesplorate, acque
limpide e azzurre, glauche, trasparenti e
serene, acque di fontane e di sorgive;
Sirenetta di Copenaghen appaiono tutte rappresentazioni
dell'anima e del suo rapporto con il nostro
io, che anela all'acqua e alla fanciulla, cioè all'anima, nella ricerca
dell'integrazione. Perché è l'anima che guida verso lo spirito. La
congiunzione degli opposti tema guida dell’ opera alchemica -
appare qui in tutta la inquietante doppiezza del simbolo. Al processo
alchemico l'acqua è già indispensabile all'inizio come rugiada
ristoratrice, cioè acque celesti purificatrici. La rugiadosa Iside era la
nera "Chernia" che dà il nome all'alchimia. E l'elemento animico, il
calore del desiderio, è anche importante per avviare il processo, sino
al suo primo approdo nella "fontana dell'amore". L'acqua è detta
"madre", che è l'acqua divina uccide i vivi e resuscita i morti. L'opus
alchemico, come sforzo di raggiungere l'unione con valori archetipici
suscitando il simbolo, nascondeva il rischio della follia: gli alchimisti
ne avvertivano accennando al rischio di affogare. La congiunzione
degli opposti avviene dentro fontane miracolose; distillando l'acqua
resta il dragone, che, mordendosi la coda, diventa simbolo di totalità.
L'acqua è la "arcana sostanza", forma l'idrolito o pietra d'acqua; il
Mar Rosso è acqua di morte per i non consci, Kronos era acqua in
quanto potere di distruzione. E per gli alchimisti esiste anche
un'acqua "tifonica", sterile, dove non alligna la vita.
Così come, per Esiodo, Gea partoriva acque feconde o sterili a
- Pagina 72 -
seconda che il concepimento avvenisse o no sotto gli auspici di Eros.
Per gli alchimisti l'acqua è anche sangue per colmare quel Graal che è
poi uno dei vasi celtici sottomarini. Il legame acqua-anima torna di
nuovo in alchimia con la figura di Melusina, una sirena: le sirene, le
greche figlie di Acheloo, il toro-pesce figlio di Oceano e, come lui,
origine delle acque; figlie forse anche di Persefone Poiché per
Paracelso il Paradiso è sott'acqua, egli ritiene che lì rimasero le
Melusine prima di venire a vivere nel sangue umano, simbolo
primitivo dell'anima, parte del regno delle acque o Ninfididico. E'
parente di Morgana (che significa "nata dal mare"), di Afrodite e di
Ishtar. Ishtar era rappresentata in epoca ellenistica come sirena a due
code, cioè Melusina; ed era legata alle feste nuziali di Maggio. A
Maggio avvengono le nozze mistiche o chimiche degli alchimisti: e
l'anima si ricongiunge con lo spirito. Nella pittura pre-cristiana le
Dea viene rappresentata con i suoi tre colori. Ancora nei primi tempi
del cristianesimo , Maria , la madre di Dio viene rappresentata
esclusivamente nei colori sacrali. A partire dal IX secolo , è ancora
dipinta quasi soltanto vestita di nero , ma porta scarpe e collane
rosse. Il pittore tedesco Grunewald (1475-1528) dipinse ancora nei
colori ternari della dea tutte e quattro le Madonne ritratte nelle sue
Crocifissioni. Nell’epoca della persecuzione delle donne e
dell’allontanamento del femminile, l’abito di Maria cambia e diventa
bianco-azzurro. I colori sacrali si trasferiscono nei simboli secondari ;
al margine esterno della Madonna di Stupach c’è un vaso nerissimo ,
davanti al quale è collocata una coppa rotonda bianca da cui
“fluisce” una collana di coralli rossi. I colori ternari di vita –morte -
rinascita della Dea passano nelle mani dei politicanti e dei potenti
del clero. Luigi XIV, il Re Sole, in un famoso dipinto, porta un
mantello blu notte ricamato di fiori e di stelle. Il suo trono è rosso-
- Pagina 73 -
oro e il baldacchino era di
velluto rosso. La melagrana
purpurea nelle mani del sovrano
diventa la mela d’oro
dell’impero, segno dell’autorità
guerriera e patriarcale del
sangue. I guerrieri portano
uniformi nero-bianco-rosse.
Anche i rappresentanti della
Chiesa compaiono in “abiti da
donna” di velluto rosso o
bianchi come la neve e siedono
sotto un baldacchino rosso. Le
Madonna di Stupach di Mathias Grunevald
suore e il basso clero portano
abiti neri e bianchi e non hanno potere. Vestiti di questi colori si
inginocchiano, come i loro predecessori ,nel luogo dove in un
passato lontano sorgeva la capanna della mestruazione, la cosa più
sacra di tutte, in cui si compiva la trasformazione. Essi venerano il
mistero del sangue maschile
dell’uccisione, laddove prima si celebrava il mistero del
sangue femminile della vita. Essi bevono il vino rosso dal calice che
prima conteneva il sangue della luna. Fanno brillare la luce eterna e
aspergono l’altare d’incenso dove prima la vestale custodiva il fuoco
sacro, il cui fumo rendeva immortali. Il mistero originario della dea e
del ciclo lunare si è conservato e continua a sopravvivere nei simboli
della Chiesa dei padri. Nel II sec d.C nel Mediterraneo orientale si
sviluppò l’immagine di una Maria triforme, a cui, nel primo
cristianesimo, veniva attribuito in genere soltanto l’aspetto di madre,
di theotokos, “generatrice di Dio”. Presso i Copti questa dea, nelle
- Pagina 74 -
sembianze della triplice Maria, stava
sotto la croce. Robert Graves, meritevole
mitologo e letterato, la paragonava alla
Blodewedd irlandese, come fanciulla, alla
gallese Arianrhod , nell’aspetto materno,
e a Morgan Le Faye, come dea del
destino che ha molto in comune con la
Maddalena , che nella teologia diventa “
la nera”, penitente, e viene dipinta col
Figura 2 Madonna con Bambino e
Santi di Francesco di Gentile colore marrone della terra. La maggior
parte delle cattedrali gotiche venne costruita su luoghi che in epoche
passate era considerati sacri ed erano legati in particolare al culto
della Grande Madre, ritenuto il culto unitario più vasto e diffuso
prima del Cristianesimo, molti di questi luoghi inoltre sono dei veri e
propri nodi di correnti terrestri, ovvero quei punti in cui l'energia
terrestre è molto forte e che secondo alcuni studiosi sarebbero anche
alla base dei grandi allineamenti di megaliti come Carnac o i
cosiddetti Leys.
- Pagina 75 -
Che la mia venerazione sia nel cuore che gioisce perché, ascoltate,
tutti gli atti di amore e di piacere sono miei riti;
perciò che ci sia in voi Bellezza e Forza, Potenza e Compassione,
Onore e Umiltà, Letizia e Riverenza.
E voi che volete cercarmi, sappiate che la vostra ricerca e il vostro
desiderio non vi gioveranno
a meno che non conosciate il mistero,
"Se non trovi dentro di te ciò che cerchi, non lo troverai mai fuori
di te",
perché, ascolta,
Io sono stata con voi fin dall'inizio
e Io sono ciò che é raggiunto alla fine del desiderio."
BIBLIOGRAFIA
Autori vari “Elissa” “Tradizioni e culti pagani di primavera” ed
miriamica
Ballerini Selene “Il corpo della Dea” Giochi e misteri della
sapienza femminile ed atanor
Curott Phillis “Il sentiero della Dea”
Vita autobiografica di una sacerdotessa
moderna
www.grandemadre.net
www.celticworld.it
www.acam.it
www.avalon-nemeton.org
www.women.it/armonie
www.spiritualsearch.it
www.tmcrew.org/femm/storiadelledonne
www.ilcerchiodellaluna.it
www.iltempiodellaninfa.net
www.maat.it
www.archeomedia.net
www.queendido.org
- Pagina 105 -
www.wicca.it
www.fuocosacro.info
www.paganpride.it
www.url.it/donnestoria
www.heramagazine.net
www.miti3000.org
www.daltramontoallalba.it
www.akkuaria.com