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VITA

Nasce a La Haye in Francia. Oltre alla filosofia, si è dedicato allo studio della fisica ed è
stato altresì un grande matematico. Inventa il sistema cartesiano col quale unifica geometria
e algebra. Partecipa in parte alla "Guerra dei trent'anni". Dopo aver soggiornato a Parigi, nel
1628 si stabilisce in Olanda per godere della libertà filosofica e religiosa propria di quel
paese. Compie viaggi in tutta Europa. Nel 1649, su invito della regina Cristina di Svezia, si
stabilisce presso la sua corte a Stoccolma, dove muore nel 1650.

Opere principali
Discorso sul metodo; Principi della filosofia; Le passioni dell'anima.
Vivendo gran parte della sua vita durante la Guerra dei trent'anni, che fu guerra di conquista
ma anche guerra di religione, pubblica solo l'opera "Discorso sul metodo" mentre, per
evitare accuse di eresia, non pubblica le altre sue opere, che escono postume.
Galileo fonda il metodo scientifico; Bacone celebra il potere della scienza e della tecnica;
Cartesio è il fondatore del nuovo metodo filosofico e del razionalismo.
Due sono i principali e fondamentali meriti filosofici di Cartesio:
1. egli per primo sposta l'interesse prevalente della filosofia dall'ontologia alla gnoseologia,
inaugurando così la filosofia moderna;
2. definisce il nuovo metodo della filosofia moderna, il quale non si fonda più sul principio
d'autorità, cioè sul pensiero dei più autorevoli filosofi antichi, che anzi nella sua opera non
sono nemmeno citati, ma si basa invece sulle idee della nuova società derivanti dalla
rivoluzione scientifica.

METODO CARTESIANO
Il nuovo metodo filosofico (dall'opera "Discorso sul metodo").
Cartesio critica il sapere tradizionale perché si accorge che esso non si basa su criteri
sicuri per distinguere il vero dal falso. Solo la matematica gli appare degna di fiducia
e pertanto si propone di costruire un nuovo metodo filosofico prendendo per modello
il metodo deduttivo della matematica, ed in particolare della geometria. Il nuovo
metodo filosofico parte da idee generali ed intuitive, che non abbiano bisogno di
dimostrazione ma dalle quali, per deduzione, si possano poi spiegare e dimostrare i
casi, i fenomeni e le realtà particolari.

Le dimostrazioni sono però valide solo se le idee generali di partenza sono così
evidenti da essere sicuramente certe. Il nuovo metodo filosofico, deduttivo, deve cioè
partire e basarsi almeno su un'idea generale che per sua propria evidenza sia così
intuitiva, chiara e distinta da essere senz'altro vera. In proposito, Cartesio definisce
l'intuizione come la capacità di cogliere le idee in modo così chiaro e distinto da non
lasciare nessun dubbio.
METODO DI CARTESIO secondo le quattro principali regole seguenti:

1. La regola dell'evidenza: non accettare mai per vera nessuna cosa che non si
presenti con assoluta evidenza. Ossia l’esclusione di ogni pensiero su cui sia possibile
il dubbio.
2. La regola dell'analisi: scomporre un problema complesso nelle sue parti semplici,
per poi analizzarle separatamente.
3. La regola della sintesi: analizzare prima le conoscenze più semplici poi le
conoscenze più complesse.
4. La regola della enumerazione e della revisione: enumerare tutti i casi in cui un
problema, un fenomeno può manifestarsi per essere sicuri di non aver dimenticato
nulla e quindi controllare di nuovo tutte le procedure di analisi e di sintesi che sono
state seguite.

Il dubbio
Per Cartesio bisogna dubitare anche della matematica perché potrebbe esistere un
"genio maligno" che vuole sempre ingannarci, facendoci ritenere vera la matematica
mentre invece è un suo imbroglio. Il genio maligno potrebbe averci dotato di una
mente corrotta . Così Cartesio estende il dubbio ad una forma iperbolica, estendendo
così il dubbio ad ogni affermazzione.
lo scopo di Cartesio è quello di trovare un principio, una base del sapere e della
conoscenza così evidente ed intuitiva, così chiara e distinta, da escludere ogni e
qualsiasi dubbio ci si possa immaginare, anche il dubbio di un genio maligno.
Per tale motivo applica metodicamente e sistematicamente il dubbio ad ogni tipo di
conoscenza: da ciò il nome di dubbio sistematico, o metodico, da lui applicato ad
ogni tipo di conoscenza per verificare se è possibile trovare un fondamento che sia
assolutamente indubitabile. Si può addirittura dubitare della matematica perché
potrebbe essere l'inganno di un genio maligno. Il dubbio di Cartesio è volutamente
universale; si parla infatti di "dubbio iperbolico" (=smisurato, esagerato) non perché
Cartesio non creda possibile trovare una certezza del tutto indubitabile, ma proprio
perché vuole trovarla in modo più che sicuro.
Per lui è ragionevole dubitare delle sensazioni perchè i sensi ci ingannano ma il
dubbio si estende anche all’ambito delle conoscenze intellettuali.
Cartesio è convinto che le sensazioni possano ingannarci, infatti per lui bisogna
dubitare , al principio, di tutte le sensazioni. Di conseguenza ritiene falsa l’esistenza
degli oggetti materiali e anche del nostro stesso corpo.

COGITO ERGO SUM


Il "cogito, ergo sum": penso, quindi sono, cioè esisto come essere pensante.
Cartesio scopre quella verità assolutamente indubitabile che diventerà la base del
nuovo sapere. Egli osserva che mentre si pensa di poter dubitare di tutto, non si può
tuttavia dubitare del fatto che si stia pensando, ossia che vi è, che esiste un qualche
cosa, un soggetto che pensa.
Da qui l’affermazione "cogito, ergo sum" (penso, quindi sono, esisto). Questa verità
non può essere messa in dubbio neppure dal genio maligno. Magari io come uomo,
come corpo, non esisto, perché posso essere un'illusione provocata proprio dal genio
maligno; altrettanto possono non essere reali le cose pensate e sentite, ma nessuno
può farmi dubitare che, se come sostanza pensante posso anche non esistere, esisto
almeno come sostanza pensante ="res cogitans", potendo concludere così che essa è
indipendente dal corpo e dal mondo.
IDEE
Per Cartesio dunque le "idee" non sono la realtà come le idee di Platone, ma sono
soltanto le nostre rappresentazioni o immagini mentali della realtà, sono il modo in
cui la nostra coscienza percepisce la realtà.
tali idee esistono nel mio pensiero perché come atti del mio pensiero, fanno parte di
me come soggetto che pensa.
Ma non sono per niente sicuro invece se a queste idee corrispondono realtà effettive
fuori di me.
Le distingue in tre tipi:
1. Le idee avventizie, che provengono dall'esperienza sensibile, cioè dalla percezione,
mediante i sensi, delle cose esterne a noi. le idee avventizie non garantiscono una
conoscenza certa ed evidente perché derivano dai sensi che ci possono ingannare e
comunque si fermano ai soli aspetti esteriori delle cose.

2. Le idee fattizie, che sono prodotte dalla nostra immaginazione e fantasia: sono le
nostre fantasie, i nostri sogni, ecc. Tanto meno sono certe le idee fattizie perché sono
il frutto delle nostre fantasie

3. Le idee innate che sono presenti fin dalla nascita nella nostra mente e vengono
prima dell'esperienza sensibile e sono indipendenti da essa. Bisogna prendere in
esame le idee innate come possibile fondamento primo della validità delle nostre
conoscenze.

DIO E IDEE
Cartesio osserva che tra le idee innate che noi possediamo vi è anche l'idea di
perfezione assoluta come pure l'idea di infinito. Tali idee sono in noi ma non possono
provenire da noi perché siamo imperfetti e siamo finiti. Queste idee pertanto devono
avere come loro causa solo un essere perfetto ed infinito: Dio. In tale modo Cartesio
dimostra l'esistenza di Dio.
Allora, se Dio esiste ed è perfetto, deve essere per forza anche buono e quindi non
può ingannarci, come potrebbe fare invece un genio maligno. E poiché Dio ci ha dato
la ragione, di conseguenza tutto ciò che alla nostra ragione si presenta in modo chiaro
e distinto è senz'altro vero. Perciò sono vere le nostre idee innate . Dio è quindi il
garante della verità delle nostre conoscenze. Come si può notare, Cartesio ha una
concezione di Dio essenzialmente strumentale e funzionale ai fini della conoscenza
che, in quanto tale, ha ben poco di religioso. Dio è semplicemente lo strumento che
assicura la verità delle conoscenze umane.
Dunque Dio non è Provvidenza, non si prende cura degli uomini: sarà semmai la
religione a rivelarlo anche come tale e a porlo come oggetto di fede.

Il problema dell'errore.
Ma se Dio è colui che garantisce la verità delle nostre conoscenze (purché siano
chiare e distinte) sorge allora un problema: come mai allora noi talvolta sbagliamo?
come mai è possibile l'errore? Per Cartesio l'errore non è imputabile a Dio, che è
essere perfetto, né è imputabile alla nostra ragione, che ci è stata donata da Dio.
L'errore è piuttosto imputabile alla nostra volontà, che ci può rendere impazienti e
frettolosi e quindi indurci a ritenere chiare e distinte idee che sono invece ancora
confuse ed oscure. L'intelletto umano è limitato, ma la volontà umana è libera. Essa
consiste nella possibilità di fare o non fare, di affermare o negare, e quindi di
affermare come vero anche ciò che all'intelletto risulta confuso ed oscuro.

RES EXTENSA
Secondo Cartesio l’uomo ha coscienza di sé come essere pensante: res cogitans.
L’essenza dell' uomo è la sola sostanza pensante.
La realtà è divisa in due sostanze: res cogitans e res extensa.
Per Cartesio bisogna distinguere le qualità soggettive dalle qualità oggettive. Le
prime sono soggette alla percezione dell’individuo, invece quelle oggettive sono
piene di conoscenza certa e precisa . Cartesio quindi fa una riduzione del mondo
fisico alla materia e al movimento delle sue parti, intesa come res extensa. Cartesio
osserva che i sensi ci possono ingannare. Infatti ci fanno vedere il Sole molto più
piccolo e molto meno caldo di quanto è in realtà. I sensi ci fanno conoscere solo
l'apparenza (i fenomeni) delle cose, non la loro realtà.

CORPO ED ANIMA
L’uomo nonostante sia dotato di un corpo (res extensa) è essenzialmente anima (res
cogitans) , è unione dell’anima e del corpo. Il fatto che l’essere umano sia un essere
pensante è evidente anche nel linguaggio, infatti attraverso il linguaggio gli uomini
esprimono i loro ragionamenti che sono la testimonianza di un’attività del pensiero
quindi è anche testimonianza di una res cogitans unita alla res extensa. Questa è sia la
dimostrazione della differenza tra gli uomini e gli animali sia la dimostrazione della
falsità del SOLIPSISMO , ossia la teoria che io possa essere l’unica creatura pensante
nell’universo.

Gli SPIRITI ANIMALI per cartesio sono delle particelle minuscole all’interno dei
nostri nervi che trasmettono sia gli stimoli sia gli impulsi

RELAZIONE TRA RES COGITANS E RES EXTENSA


Cartesio pensa che la ghiandola pineale abbia la funzione di mediazione tra anima e
corpo ; infatti pensa che nella ghiandola pineale la res cogitans e la res extensa
agiscano contemporaneamente l’una sull’altra. Nel caso dell’uomo gli spiriti animali
quando giungono alla ghiandola entrano in contatto con l’anima modificandola a sua
volta, e queste modifiche costituiscono le sensazioni
Il DUALISMO CARTESIANO mette in dubbio l’agire degli spiriti animali. Questa
contraddizione nasce dalla definizione della res cogitans, ossia è inestesa quindi è
impossibile che per contatto queste particelle agiscano sull’anima. Infatti le due
sostanza, res cogitans e res extensa rispondono a leggi completamente diverse:
rispettivamente la libertà del volere e un rigido determinismo.

PASSIONI
Nelle passioni dell’anima emerge il dualismo cartesiano. Infatti cartesio distingue due
modificazioni dell’anima : le azioni che sono volontarie e sono gli impulsi in risposta
agli stimoli esterni, e le affezioni che sono involontarie e rappresentanto le emozioni
e i sentimenti ; sono provocate dagli eventi esterni che l’anima percepisce. fanno
parte delle affezioni le passioni , come la tristezza e la gioia. Le passioni devono
essere sottoposte al controllo della ragione per far sì che il non prendano il
sopravvento sulle azioni del corpo. Secondo cartesio, infatti, è importante indagare
sull’origine delle passioni per valutare quando è opportuno assecondarle o no. È
condizione essenziale della saggezza il controllo della vita emozionale al fine di
rendere l’uomo libero e padrone della propria vita

LA MORALE
Come abbiamo visto dobbiamo dubitare su tutto quello che ci si presenta , però nella
nostra vita quotidiana ci sono episodi in cui dobbiamo prendere delle deciosioni
senza aver acquisito una conoscienza certa. Percui cartesio elabora una MORALE
PROVVISORIA composta da alcune regole da adottare in attesa di acquisire una
conoscienza certa e razionale che andrà a comprendere la MORALE RAZIONALE.
Queste regole della morale provvisoria sono come dei suggerimenti ragionevoli
dettati dal buonsenso ma non regole certe e razionali.
1) la prima regola dice di seguire le leggi , le tradizioni e la religione del proprio
paese
2) La seconda dice che una volta presa una decisione, per quanto possa essere
incerta, bisogna fare di tutto per portarla a termine
3) La terza dice che è giusto adattare le nostre passioni e desideri alla realtà, quindi
accontentarsi .

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