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Alcuni gerontologi chiamano «INVECCHIAMENTO NON DI SUCCESSO» quei problemi fisici che possono svilupparsi
nell'età più avanzata. Per invecchiamento di successo si intende, invece, riuscire a vivere con pienezza gli aspetti che
danno senso alla nostra vita, indipendentemente da come si comporta il nostro corpo.
Invecchiare con successo è possibile, se si ha uno scopo nella vita e la passione per svolgere un'attività generativa, ma
dipende anche dal mondo nel senso più lato, cioè dal fatto che la società in cui si vive offra alle persone anziane il
supporto di cui hanno bisogno per funzionare al meglio delle loro possibilità. Il problema vero dell'età avanzata non è
tanto la malattia, ma piuttosto il riuscire a vivere il più possibile una vita piena nonostante la malattia. Il modo in cui le
persone riescono a vivere e a funzionare nell'età più avanzata dipende dalla combinazione di «natura» (le capacità
personali) e «cultura» (il giusto adattamento persona-ambiente).
L’invecchiamento fisico
Col tempo i normali cambiamenti dovuti all’invecchiamento sfumano nella malattia, poi nella disabilità e infine, entro
una specifica barriera anagrafica, nella morte.
PRINCIPIO 1. LE MALATTIE CRONICHE SPESSO NON SONO CHE IL NORMALE INVECCHIAMENTO SPINTO
«ALL’ESTREMO». Molti problemi fisici di grado moderato sono considerati normali, se la loro gravità aumenta si parla
invece di malattia cronica.
Il National Health Interview Survey (NHIS), un'indagine condotta annualmente tra la popolazione statunitense, fornisce
varie informazioni importanti sulle malattie. L’artrite è la più frequente tra le malattie croniche della vecchiaia. Con
l'avanzare dell'età, aumenta la probabilità del manifestarsi di varie malattie croniche. Molte di queste malattie, per
esempio l'artrite, non hanno esito fatale, ma interferiscono con la capacità di agire della persona anziana. Quindi le
malattie croniche non sempre portano alla morte, ma piuttosto alla condizione che i gerontologi chiamano DIFFICOLTÀ
NELLO SVOLGERE LE ATTIVITÀ DELLA VITA QUOTIDIANA (ADL).
PRINCIPIO 2. LE DIFFICOLTÀ NELLE ADL SONO UN RISCHIO MOLTO CONCRETO PER GLI ANZIANI ANZIANI.
Le difficoltà nelle ADL possono essere suddivise in 2 categorie:
• Le DIFFICOLTÀ NELLE ADL STRUMENTALI: sono le difficoltà a eseguire tutte le attività necessarie per condurre
un’esistenza autonoma, come cucinare e pulire la casa.
• DIFFICOLTÀ NELLE ADL ESSENZIALI: sono le difficoltà nello svolgere le attività di base necessarie per prendersi cura
di sé, come camminare, andare in bagno o alimentarsi da sole. Di solito le persone con disabilità così gravi richiedono
un’assistenza a tempo pieno.
Le difficoltà nelle ADL possono manifestarsi in ogni età della vita, tuttavia, il rischio di svilupparle
aumenta enormemente per gli anziani anziani. Dopo gli 85 anni, la metà degli statunitensi che vive a
casa propria ha difficoltà nelle ADL strumentali. All’incirca 1 anziano anziano su 6 ha problemi in
qualche ADL essenziale.
È vero che molte persone possono raggiungere gli 85 o i 90 anni senza soffrire di alcuna disabilità. Ma
nella vecchiaia più inoltrata il rischio di sviluppare problemi fisici disabilitanti diventa molto concreto.
• La data di scadenza del nostro corpo è naturalmente impostata molto al di sotto dei 100 anni, perché la selezione
naturale promuove la sopravvivenza al massimo fino all'età in cui generalmente si è nonni. Di conseguenza, anche
nelle nazioni più ricche, la probabilità che un bambino nato nel 21° secolo viva fino a 100 anni rimane bassa.
Come sottolinea la teoria della selettività socioemotiva, sapere che la propria vita si approssima alla fine ci motiva ad
assaporarne ogni momento. Essere costretti a rimanere vivi produrrebbe forse noia, rendendo la sopravvivenza meno
dolce. Secondo la ricerca, i giovani religiosi rifiutano l’estensione della vita per motivi spirituali: solo Dio ha il potere di
dare e togliere la vita.
Migliorare la vista
Per ridurre l'impatto dei problemi visivi che l'invecchiamento porta normalmente con sé, è cruciale trasformare
l'ambiente circostante. Le persone anziane dovrebbero fare in modo che la casa in cui abitano sia bene illuminata,
evitando luci fisse che piovono dall'alto, in particolare tubi al neon la cui luce viene direttamente riflessa dal pavimento,
perché hanno un effetto abbagliante. I dispositivi per l'illuminazione dovrebbero essere costruiti in materiali antiriflettenti
e prevedere la possibilità di orientare il fascio luminoso. Inoltre dovrebbero utilizzare delle applicazioni per ingrandire
lettere e numeri sulla tastiera del computer o di altri apparecchi.
I problemi di vista sono tra le principali cause di difficoltà nelle ADL, perché complicano ogni attività. Una scarsa
capacità visiva è un fattore di rischio per le cadute, le quali, sono un evento temibile durante l’età avanzata.
Vi sono anche conseguenze emotive per una vista fortemente ridotta, come evitare di uscire di casa perché si ha paura di
cadere, o la sofferenza di dipendere dalle persone care nelle attività un tempo normali. Questa condizione porta inoltre
con sé la sensazione di essere «troppo protetti» (come se si fosse tornati bambini) da parte di familiari e amici
benintenzionati.
Per poter aiutare queste persone bisogna incoraggiarli a visitare un centro per la riabilitazione della vista, perché questi
programmi funzionano veramente.
• La MALATTIA DI ALZHEIMER attacca direttamente le strutture che sono al fondamento della coscienza umana, i
neuroni. Quando sono colpiti da questa malattia, i neuroni degenerano fino a morire. Questo processo di
deterioramento è legato alla formazione di strane strutture ondulate, i GROVIGLI NEUROFIBRILLARI, e di aggregati
tondeggianti di una sostanza di natura proteica (che si formano negli spazi fra le cellule nervose), le PLACCHE SENILI.
Limitando l'afflusso di sangue al cervello, i problemi vascolari causano la perdita di neuroni. Perciò, in una persona di
85 o 90 anni affetta da questa patologia, gli ictus e le modificazioni indotte dalla malattia di Alzheimer agiscono
sinergicamente producendo il deterioramento cerebrale.
Il fattore di rischio principale per sviluppare questi disturbi è l'essere anziani anziani. Ma ci sono vari marcatori genetici
che incrementano la probabilità di sviluppare la malattia di Alzheimer a un'età inferiore. Il più importante è la presenza
di 2 copie del MARCATORE GENETICO APOE-4. La sfortunata frazione di popolazione con questa configurazione
genetica ha il 50% di probabilità di sviluppare i sintomi dell'Alzheimer a 68 anni, invece di quasi 90.
Nel caso in cui ci siano predisposizioni genetiche ci si può sottoporre al test del marcatore APOE e di altri geni
associati all'Alzheimer. Negli Stati Uniti la paura è di vedersi negata la copertura sanitaria nel caso la compagnia
assicurativa scopra i risultati del test. Inoltre questi esami offrono informazioni solo probabilistiche sul futuro, e una
quota di persone geneticamente ad alto rischio non manifesta disturbi neuro-cognitivi.
Nelle persone cognitivamente normali che mostrano le modificazioni cerebrali caratteristiche della
malattia di Alzheimer, la densità di SPINE DENDRITICHE nei neuroni è molto simile a quella delle
persone sane.
È difficile provare sperimentalmente che l’esercizio fisico potrebbe essere un antidoto contro la
malattia di Alzheimer, perché comporta chiedere a un gruppo casuale di persone di fare esercizio
fisico per anni e poi confrontarli a gruppi di controllo. Tuttavia, anche se non ci aiuta a costruire
nuove cellule cerebrali, frequentare una palestra o camminare hanno un effetto positivo sulla
componente vascolare di questa malattia (e, ovviamente, contribuiscono a prevenire i problemi della
bassa schiena, che in età avanzata sono una grave minaccia alla vita indipendente).
PER I MALATI: AVVALERSI DI AUSILI E RENDERE L’AMBIENTE IN CUI SI VIVE PREVEDIBILE E SICURO. Avvalersi di
ausili creativi può aiutare queste persone a ricordare le cose, soprattutto nelle fasi iniziali della malattia. È di aiuto
mettere le scarpe accanto ai calzini, o la caffettiera vicino alla tazza, per rammentare visivamente alla persona cosa fare.
La sicurezza è un tema di interesse primario. Per impedire che queste persone si perdano mentre sono in giro a piedi (o
alla guida dell'auto), i caregiver devono provvedere a installare doppie serrature o segnali acustici alla porta di casa.
Devono inoltre rendere inutilizzabili gli elettrodomestici pericolosi e mettere fuori dalla portata degli anziani malati le
sostanze tossiche, come i detersivi per le pulizie. Molte case di riposo oggi sono dotate di unità speciali dedicate ai
malati di Alzheimer, in cui gli ambienti sono progettati in modo da stimolare le abilità cognitive e il personale è
appositamente preparato per gestire persone affette da questa patologia. A ogni stadio della malattia, gli scopi sono:
1. proteggere le persone e mantenere il loro livello di funzionamento nelle migliori condizioni possibili il più a lungo
possibile
2. offrire loro un valido sostegno sia fisico sia psicologico.
Ma i primi esempi di coraggio sono gli stessi malati nelle prime fasi della malattia, che si aiutano a risolvere i problemi e
si sostengono a vicenda. Perdendo il proprio sé interiore ci si sente terrorizzati, senza sapere chi si è.
Chi sta attorno al malato può aggravare questo senso di disorientamento interiore nel momento in cui cade vittima del
proprio personale deficit di memoria, prestando attenzione soltanto all'etichetta e dimenticando l'essere umano che vi
sta dietro.
PER I CAREGIVER: FAR FRONTE AL TOTALE STRAVOLGIMENTO DELLA VOSTRA VITA. Chi deve prendersi cura di
una persona cara affetta da demenza sa perfettamente che la condizione del malato è permanente, che non potrà fare
altro se non assistere impotenti al progressivo deterioramento del proprio caro. Man mano che la malattia progredirà e
arriverà alla sua fase intermedia, ci si deve occupare di una persona cara che si è trasformata in un alieno, col quale non
valgono più gli strumenti di comunicazione che si utilizzano negli incontri normali. La persona amata può arrivare a
maltrattare verbalmente e fisicamente i propri cari, svegliarsi e andarsene in giro di notte. Nel momento in cui il proprio
familiare avrà bisogno di assistenza continua, sovraccaricando il ruolo da caregiver, bisognerà passare attraverso il
terribile senso di colpa che accompagna la scelta di ricoverarlo in una casa di riposo. Oppure si può decidere di mettere
da parte la propria vita e di tenerla per anni in una sorta di limbo, mentre si dedica ogni minuto della propria giornata a
prendersi cura di questa persona.
Uno studio che ha coinvolto caregiver afroamericani ha rivelato che molte persone trovano sollievo nella fede religiosa;
altri cercano consiglio nei gruppi di sostegno per chi assiste un malato di Alzheimer e nelle chat room su Internet.
Un'altra risorsa chiave è apprezzare i momenti preziosi che ancora si hanno da passare assieme. Questa esperienza di
vita offre una personale sequenza di redenzione.
Il contesto: lo scenario dell’assistenza agli anziani a livello globale
Per la maggior parte della storia umana, e ancora oggi in molte regioni del mondo in via di sviluppo, gli anziani non
hanno mai dovuto affrontare il problema dell’assistenza. I gruppi familiari vivevano sempre in unità plurigenerazionali.
Quando i più anziani avevano bisogno di aiuto, i parenti che potevano prendersi cura di loro erano già lì sulla scena. Ma
oggi queste reti sociali di sostegno si stanno sfilacciando in alcune delle società collettiviste. In Giappone, il ricovero in
casa di riposo è diventato una pratica comune. In Cina, dove chi è giovane deve abbandonare il villaggio d’origine per
trovare lavoro in città, gli anziani delle aree rurali non hanno nessuno a cui rivolgersi quando hanno bisogno di aiuto
continuativo nelle ADL. Quindi oggi i paesi orientali si stanno rivolgendo a modelli più simili a quelli occidentali per
quanto riguarda la cura degli anziani. I paesi scandinavi offrono eccellenti modelli per il tipo di assistenza a 360 gradi
che una società avanzata occidentale è in grado di offrire. In Svezia, Norvegia e Danimarca, servizi di assistenza
domiciliare finanziati con denaro pubblico si dimostrano altamente efficienti nell’aiutare gli anziani colpiti da qualche
disabilità a «invecchiare sul posto», cioè senza essere costretti a lasciare la propria abitazione. Nelle aree di campagna si
trovano molte soluzioni residenziali innovative destinate agli anziani. In questi paesi l’assistenza sanitaria è gratuita e
finanziata dallo Stato.
• Le STRUTTURE DI VITA ASSISTITA (assisted living) sono specificamente pensate per gli anziani che già soffrono di
difficoltà nelle ADL, ma non ancora di quel tipo che richiede un'assistenza a tempo pieno, 24h su 24. Questo genere
di soluzione offre agli anziani la possibilità di godere di piena assistenza in un ambiente domestico, meno
medicalizzato. Gli ospiti di queste strutture spesso dispongono di una propria stanza, e possono tenere gli amati cimeli
che permettono loro di vivere una vita dignitosa. Anche qui, l’obiettivo è massimizzare l’autonomia personale in un
ambiente molto più sicuro della propria abitazione.
• I CENTRI DIURNI sono pensati specificamente per gli anziani che vivono in famiglia. Queste strutture offrono varie
attività e un luogo in cui l’anziano può stare quando i suoi familiari sono al lavoro. Un grande vantaggio dei centri
diurni per anziani è che consentono alle famiglie di prendersi cura dei loro cari senza per questo rinunciare agli altri
obblighi e impegni della loro vita: in sostanza, i centri diurni eliminano la necessità per gli anziani di entrare in casa di
riposo.
• I SERVIZI DI ASSISTENZA DOMICILIARE aiutano l’anziano «sul posto» (a casa sua). Personale stipendiato si reca alla
casa dell’anziano assistito per aiutarlo a cucinare, pulire e svolgere tutte le attività di igiene e cura della persona.
Con le loro stimolanti attività e opportunità di contatti sociali, le strutture di vita assistita e ad assistenza continuata
possono essere il meraviglioso scenario degli ultimi anni della propria vita. Ciò nonostante, molti anziani benestanti,
anche coloro che hanno difficoltà nelle ADL, resistono all’idea di trasferirsi in questi luoghi. Una ragione è che, per molti
anziani, entrare in questi contesti simboleggia l’ingresso nel «mondo dell’età avanzata». In particolare, la vita in
ambiente assistito limita le libertà che gli individui hanno nella «vita reale». Sfortunatamente negli Stati Uniti tutte
queste alternative sono private e costose, perciò si tratta di opzioni in realtà disponibili solo per gli anziani più ricchi,
neanche per quelli di classe media.
La casa di riposo
Le CASE DI RIPOSO, o STRUTTURE PER L’ASSISTENZA A LUNGO TERMINE, offrono accoglienza e assistenza alle
persone con difficoltà nelle ADL essenziali, cioè a persone che richiedono un'assistenza intensiva 24h su 24. Benché le
case di riposo accolgano persone di ogni età, il principale fattore di rischio per il ricovero in uno di questi istituti è l'età
molto avanzata. L'età media degli ospiti delle case di riposo è superiore a 85 anni.
Poiché le donne, anche se maggiormente soggette a malattia, raggiungono di solito un'età molto più avanzata degli
uomini, la grande maggioranza degli ospiti delle case di riposo è rappresentata da donne.
Spesso l'anziano arriva nelle case di riposo dopo un evento che gli ha causato un'infermità. Essendo poi la demenza
senile una condizione che richiede un'assistenza continua, 24h al giorno per 7 giorni alla settimana, circa metà della
popolazione residente nelle case di riposo ha una diagnosi di demenza di qualche tipo.
Nel prevedere chi finirà in una casa di riposo, occorre tenere conto sia di fattori naturali che culturali; la biologia (ovvero
la condizione fisica) della persona ha molta importanza, ma altrettanta ne ha l'ambiente, in particolare il fatto che vi
siano altri membri della famiglia disponibili a prendersi cura dell’anziano. Quanti più luoghi (e persone) ha «in riserva»
un individuo debole per poter chiedere aiuto, tanto più basso è il rischio di concludere la propria esistenza in una
struttura per l’assistenza a lungo termine.
Sono diverse le vie che le persone possono prendere dopo il loro ingresso nella casa di riposo. A volte la casa di riposo
rappresenta soltanto una sosta di breve durata prima di far ritorno alla propria casa; altre volte è solo un breve interludio
prima della morte; ma per alcuni ospiti questa struttura può rappresentare un soggiorno di anni.
Negli Stati Uniti queste strutture sono finanziate dal sistema sanitario nazionale. Le persone iniziano col sostenere di
tasca propria gli enormi costi di queste strutture e finiscono per spendere tutto ciò che possiedono fino a ridursi in
povertà, quindi è Medicaid, il sistema che negli Stati Uniti finanzia la sanità per le persone più povere, a pagare per le
case di riposo.