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formazioni di Galileo costituiscono una risposta alla domanda: come si trasformano le coordinate spaziali di

un punto dello spazio quando si passa da un SRI ad un altro (da K a K )? Il problema, così formulato,
presuppone l’assunzione implicita che, indicato con t l’istante di tempo associato ad un evento osservato
da K e con t l’istante di tempo associato allo stesso evento da K , sia t = t per qualunque evento. Questa
assunzione verrà lasciata cadere dalla teoria della relatività ristretta (TRR). Sia per operare in vista di questa
prospettiva, che per rendere esplicita l’assunzione sugli istanti di tempo associati da diversi SRI agli stessi
eventi, sarà inclusa nelle trasformazioni di Galileo anche quella relativa alla variabile tempo. Le
trasformazioni di Galileo si ricavano considerando la coppia di SRI K e K definiti a pagina 15. Per semplificare
le formule, si può supporre che, ad un determinato istante (t = 0), le origini dei due sistemi di riferimento
coincidano: questa scelta particolare, grazie alla presupposta omogeneità dello spazio e del tempo, non
riduce la validità delle formule che saranno ricavate. Si consideri pertanto un punto dello spazio P e siano x,
y, z e x, y, z le sue coordinate nei sistemi di riferimento K e K , rispettivamente. Le trasformazioni cercate
sono: x= x −V t y= y z= z t= t dove t è una variabile indipendente, mentre le tre coordinate spaziali sono
legate tra di loro dalla relazione: x2 + y2 + z2 = r 2 dove r è la distanza del punto P dall’origin

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