Alternativamente, avremmo potuto definire la velocità del treno nel modo seguente.
Con un solo orologio
collocato in un punto delle rotaie, per esempio in A, registriamo gli istanti in cui la testa e la coda del treno passano in A: siano essi, rispettivamente, tT e tC. Allora, se la lunghezza del treno è ltreno, la velocità del treno sarà definita da: v = ltreno tC − tT (II.1) Nella sezione II.5.2 (pagina 33) vedremo che la lunghezza ltreno non coincide con quella - l0 - misurata da un passeggero in quiete sul treno. Si osservi infine che se il moto del treno non è uniforme, la definizione operativa data è quella di velocità media. II.2.3 Come si misura l’accelerazione Gli strumenti che permettono misure di accelerazione si chiamano accelerometri. Il loro funzionamento si basa sulla legge F = ma e sulla legge di Hooke F = −kΔx che descrive le deformazioni elastiche. Figura II.3. schema dell’accelerometro. In figura II.3 è mostrato il principio di funzionamento degli accelerometri. Il corpo di massa m è collegato ad una base mediante la molla S e, idealmente, può scorrere sul piano della base senza attrito. Se la base viene sottoposta ad una accelerazione costante a verso sinistra, la molla si tende e la sua massima estensione Δx è legata all’accelerazione impressa alla base dalla relazione Δx = −m