Sei sulla pagina 1di 2

CAPITOLO 1: SOCIETÀ E DIRITTO

VITA ASSOCIATA  presuppone REGOLE (stabilire cosa è e non è permesso fare, obblighi dei
consociati)
Mancanza di regole  impossibilità di instaurare rapporti tra uomini e di creare organizzazioni
sociali
Vita associata = esigenza e dimensione irrinunciabile per l’individuo  carattere coessenziale
dell’uomo è la RELAZIONALITÀ = essere in necessario rapporto con altri esseri umani
Esigenza vita associata  Esigenza regole  DIRITTO: insieme di regole di condotta e di
organizzazione di una collettività umana
SOCIETÀ-DIRITTO (nesso strettissimo e necessario)  ubi societas, ibi ius – ubi ius, ibi societas
Numerosissime regole servono a:
 prevenire conflitti
 delimitazione delle sfere di ciò che a ciascuno è garantito
 determinazione di ciò che non è consentito
 qualificare come devianti i comportamenti non adeguati alla norma di
condotta(conseguenze negative per le violazioni)
Non tutte le regole relative alla convivenza della vita associata sono definibili come “giuridiche” 
differenziamo:
 NORME NON GIURIDICHE / SOCIALI = estranee alla sfera del diritto, ma appartenenti ad ambiti
diversi quali la religione, la morale e il costume
 NORME GIURIDICHE = si definiscono in tal modo le facenti parte del “diritto in senso oggettivo”:
diritto, in quanto complesso di norme e prescrizioni che formano l’ordinamento giuridico di un
gruppo sociale organizzato (sia esso lo Stato o un gruppo più ristretto)
Tra norme giuridiche e non il rapporto non è costante: può verificarsi una coincidenza di
valutazioni (ex non uccidere), indifferenza reciproca tra le due sfere di interesse (ex regole di
cortesia), oppure conflitto (ex trasfusioni sangue)  dunque non è detto che regole giuridiche e
sociali si identificano le une con le altre; la distinzione non significa indifferenza o separatezza, ma
che occorre saper valutare le situazioni sulla base di questa importante distinzione.
Importante carattere distintivo sta nella *sanzione* (conseguenza negativa dovuta alla violazione
delle norme) non omogenea tra norme di diversa natura: nel caso delle regole non giuridiche
parleremo di riprovazione sociale la quale può essere più o meno intensa, o mancare del tutto,
dunque è possibile e indeterminata, affidata alla spontanea reazione del gruppo; per le norme
giuridiche invece parliamo di condanna, ossia la sanzione giuridica che è predeterminata nel
contenuto, necessariamente irrogata e affidata ad appositi organi di esecuzione (esecuzione
coattiva) i quali hanno il compito istituzionale di far rispettare le norme giuridiche.
Pluralità degli organi di esecuzione:
- diritto statuale (preminenza)
- diritto internazionale
- diritto canonico
- ordinamenti di gruppi minori: associazioni, partiti politici , sindacati
Pluralità = interferenze di conflitto, indifferenza o di riconoscimento  i vari ordinamenti devono
fare i conti con l’ordinamento statuale il quale ha la preminenza rispetto agli altri (più organizzato,
complesso, potente e ampio): subordinazione degli altri ordini al diritto statuale = l’ord statuale
consente l’attuazione delle norme di altri ordinamenti solo se compatibili con le sue prescrizioni, in
caso diverso i comportamenti saranno qualificati come “illeciti” e soggetti a relative sanzioni (art
31, norma recentemente soppressa ma tuttora in vigore come interpretazione sistematica)
GIUSTIZIA  esigenza connaturata all’idea stessa di “regola”: il DIRITTO si presenta come
ESPRESSIONE DELL’ORDINATA CONVIVENZA DEI SUOI MEMBRI CHE CONSENTE AD ESSI DI
APPAGARE I BISOGNI IN VISTA DEI QUALI È COSTITUITO IL GRUPPO SOCIALE STESSO
Il diritto muta storicamente in connessione alle diverse civiltà che si susseguono nel tempo e nello
spazio, è dunque prodotto della cultura dei diversi popoli, si evolve con essi ed è condizionato da
essi (DIRITTO POSITIVO, formulato e formalmente posto dagli organi competenti che sono alla base dell’ordinamento
giuridico + DIRITTO NATURALE, nonché l’insieme dei principi legati alla natura e alla ragione umana )
Il diritto nella storia in breve (dal secolo dei lumi in poi):
 1700: ILLUMINISMO (prospettiva antropocentrica  uomo al centro dell’universo: ragione, razionalità umana
come strumento e fondamento dell’universo)  legge universale e immutabile frutto della ragione la quale ne
è la base, il fondamento, l’essenza
 1800: ROMANTICISMO nonché periodo che segnò la temperie culturale, la rottura, la reazione al freddo
razionalismo, in cui attraverso lo “storicismo” venne respinta l’idea di una legge eterna ed universale, bensì si
iniziò a pensare ad una legge figlia del suo tempo, del proprio contesto storico  GIUSNATURALISMO
 Fine del 1800 (Rivoluzione Industriale; ondata di scoperte, invenzioni di grande portata che favorirono
enormemente il progresso): questo progresso inarrestabile favorì la fiducia nella scienza, come guida per la
risoluzione di ogni problema e come strumento di un progresso infinito  POSITIVISMO GIURIDICO: compito
della scienza giuridica è lo studio e l’interpretazione del diritto positivo
 tutto ciò giunse ad estremizzarsi al punto tale che se da un lato si era rafforzato il rigore della dottrina
giuridica, dall’altro si era perso di vista il concetto di giustizia del diritto naturale  DOTTRINA PURA DEL
DIRITTO, in cui la legge arriva a superare la giustizia
Ex: norme sull’eugenetica razziale
 Seconda metà dell’1900 (dopo le guerre mondiali, nelle loro atrocità e ingiustizie contro l’umanità):
rifioriscono gli studi del diritto naturale  NEOGIUSNATURALISMO
 Oggi gran parte degli ordinamenti giuridici si basa sulla DEMOCRAZIA che vede alla base compromessi che
nascono dal consenso comune, i quali riescono a garantire la giustizia, che torna ad essere vista come
irrinunciabile esigenza di ogni diritto umano

Potrebbero piacerti anche