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Gli Egizi:

la civiltà egicia nasce e si sviluppa lungo il ‘gran padre Nilo’, uno dei fiumi più
lunghi del mondo, che per gli egizi ha sempre rappresentato la principale fonte di
vita e ricchezza. La storia egizia è suddivisa in base alle trentuno dinastie che si
sono succeduto al potere dal 3007 a.C. al 30 a.C. L’arte egizia costituisce uno dei
fenomeni piu staordinari e irripetibili nella storia dell’uomo. Architettura, pittura e
scultura egizia sono sempre finalizzate a onorare gli dei o il faraone.
Le mastabe:
I più antichi esempi di architettura egizia sono le cosidette mastabe, tombe
monumentali risalenti alle prime dinastie faraoniche. La mastabe e divisa in due
parti. La prima, sotteranea, è costituita da un sepolcreto. In esso viene messo il
sarcrofago del defunto. La seconda parte della mastaba, quella in superfice, ha la
funzione di chiudere per l’eternità il pozzo d’accesso al sepolcro. Nel sepolcro
vengono messi accanto al defunto
Le piramidi:
nel corso dell’antico regno per la sepoltura del faraone si incominciano a costruire
le prime piramidi. Si tratta di strutture architettoniche realizzate in grandi spazi e
alltissime.
La piu antica piramide è la piramide a gradoni del faraone Djoser, costruita a
saqqara a partire dal 365 a.C . E’ formata da sei grandi piattaforme, realizzata con
blocchi di pietra calcarea squadrati. È una struttura piena, ovvero priva di spazio
interno. Il sepolcreto si trova sotto terra. Dopo la piramide a gradoni si realizzò la
piramide a faccie lisce. La piu grande piramide a facce lisce è quella di Cheope. È
stata una delle tipologie di architettura più alta di quei tempi, viene definita una
delle sette meraiglie del mondo. Il rivestimento ormai sgretolato, era in lastre di
calcare bianco. La camera del sepolcro della tomba di Cheope Questa piramide
aveva una base quadrata di 230 m per lato, un’altezza di 146metri. Le quattro
faccie della piramide erano rivolte verso i punti cardinali. PIRAMIDE DI GIZA
forma di piramide molto diffusa. Esempio di piramide di giza e la piramide di
Cheope
Il tempio:
Oltre all’architettura funeraria assume grande rilievo l’architettura sacra. Essa puo
essere divisa in due tipi: divini o funerari.
In entrambi casi il tempio è un organismo architettonico complesso. Lo sviluppo
del tempio egizio viene definito ‘a cannocchiale’ in quanto il percorso si svolge in
linea retta e in costante salita. I resti più antichi di templi egizi risalgono alle prime
dinastie dell’Antico regno.
Sia il tempio divino che quello funerario presentano 5 elementi:
il pilone che era il punto più alto, il cortile colonnato che era un’area all’aperto, la
sala ipostla che era una sala al chiuso, il vestibolo, il santuario.
Le colonne dei templi egizi principalmente sono ispirate alla palma, che era la
pianta più diffusa del luogo. Nel punto più alto del fusto si trova il capitello. I
capitelli egizi possono avere varie forme. Le più diffuse sono:
campaniforme, papiriforme chiuso, palmiforme, lotiforme, hathorico, a fascio di
papiri.
Il tempio divino più importante è quello dedicato ad Amon, il dio del cielo e
dela fecondità.
La pittura e il rilevio
La tecnica pittorica egizia consiste nel mescolare gli elementi coloranti di base,
ottenuti dalla macinazione di vari minerali e terre. questa tipologia di pittura viene
definita a tempera. Inoltre la scrittura geroglifica viene realizzata con
degl’ideogrammi e figure colorate su fogli di papiro.Anche la scrittura geroglifica
attiene di fatto alla pittura. È il caso dei diffusissimi libri dei morti, raccolta di
formule e preghiere funerarie. La tecnica del rilievo consiste nell’incidere la figura
su un supporto di pietra precendentemnte levigato. Durante il Nuovo regno la
pittura si rende sempre più autonoma, fino a diventare una forma espressiva
totalmente indipendente.
La scultura
Gli egizi ricavavano le proprie sculture in pietra da un unico blocco di materiale,
facendo uso di scalpelli di bronzo sbattutti con sassi o con mazzuoli di legno.
L’artista dopo aver tracciato un griglia a quadretti sul blocco procede attraverso tre
fasi: la sbozzatura, la rifinitura, la politura.
Molti esempi di scultura sono le statue in dedica hai faraoni, una delle più
importanti e quella di Akhenaton o la maschera funeraria di Tutankhamon. Un
altro tipo di scultura e la sfinge di Giza.
I Cretesi e le città-palazzo
All’inizio dell’Età del bronzo nell’isola di Creta si assiste a una grandissima
espansione economica. La civiltà cretese si sviluppò in modo autonomo tanto da
elaborare una scrittura propria, la lineare A; solo tardi si da vita alla lineare B.
Assieme alla lineare A e la lineare B sfu usato anche un terzo alfabeto: il
geroglifico.
Il periodo prepalaziale e quel periodo che viene prima della costruzione dei
palazzi. Il periodo protopalaziale e il periodo dove vengono costruiti i primi palazzi
nuclei delle città di Cnosso, Festo e Mallia. Il periodo neopalaziale è il periodo nel
quale ci sono pervenuti più documenti. I primi palazzi scomparvero forse a causa
di un terremoto, ma vennero subito riedificati. Essi svolgevano tre precisi funzioni:
economico-amministrativa, politica, religiosa.
La pittura parietale
Le stesse tinte accese delle colonne si ritrovano nella conemporanea pittura
parietale, realizzata su pareti.
Ceramica
Nel periododei nuovi palazzi fu molto intensa la produzione di statuette votive in
ceramica smaltata rappresentanti la Dea dei serpenti.
Vasi in ceramica
La produzione di vasi in ceramica assume forme più libere rispetto a quelle del
periodo precedente e le decorazioni, a colori scuri su fondo chiaro, sono più
fantasiose e complesse. In base ai soggetti è possibile distinguere due stili: stile
vegetale, stile marino.
Nel tardo periodo neopalaziale fa la sua comparsa un nuovo stile pittorico, detto
palaziale. I caratteri dello stile palaziale sono: la disposizione delle decorazioni
secondo una geometria rigorosa; l’estrema stilizzazzione degli elementi; la forte
simmetria e l’austerità quasi solenne.
La scultura
Anche la produzione sculturea e la lavorazione della pietra in genere ebbero uno
straordinario sviluppoin questo, che è, senza dubbio, il periodo più creativo
dell’arte minoica.
I miceni e le città-fortezza
La civiltà micena fu l’erede diretta e naturale di quella cretese. Si distinguono tre
periodi della storia micena. Miceneo antico, Miceneo medio, Miceneo tardo.
Il Miceneo antico va dal 1600-1500 a.C. in questo periodo gli influssi cretesi sono
ancora molto evidenti e la stessa produzione artistia minoica si sovrappone a quella
micenea.
Il Miceneo medio va dal 1500-1400 a.C. Il carattere distintivo di questo periodo di
mezzo è la realizzazzione di un numero notevole di tombe a tholos.
Il Miceneo tardo va dal 1400-1100 a.C.
Quest’ultima fase della civiltà micenea si conclude con la distruzione dei grandi
edifici a opera dei Dori. Con il termine acropoli si intende quella parte delle città
posta più in alto e generalmente difesa da mura. Queste furono dette ciclopiche
perche sembrava che solo essere semidivini o giganti avessero potute costruirle.
I periodi dell’arte greca
Con i Greci l’arte assunse significati e finalità prima assolutamente sconosciuti.la
storia dell’arte greca e divisa in quattro grandi periodi: periodo di formazione,
periodo arcaico, periodo classico, periodo ellenistico.
Periodo di formazione
il primo periodo è caratterizzato dalla calata dei Dori, dalla fondazione delle rpime
città e dall’inizio di un’importante produzione ceramica.
Periodo arcaico
Il secondo periodo comprende l’arco di tempo dove la civiltà greca inizia a mutare
le caratteristiche che la contraddistingono, sviluppando l’architettura dei templi e la
rappresentazione della figura umana.
Periodo classico
Il terzo periodo rappresenta il momento di maggior splendore della società,
dell’economia e della cultura greca.
Periodo ellenistico
L’ultimo periodo inizia con il declino dell’arte greca.
Il periodo di formazione
Il periodo detto ‘periodo di formazione’ è caratterizzato dall’invasione dolorica del
Peloponneso e dagli enormi sconvolgimenti socio-economici a essa connessi.
Le poleis
Tra il XI e il IX secolo a.C. nascono le rpime poleis. La poleis rappresenta un
modello urbano ma anche un modello di organizazzione sociale e di convivenza
civile. All’interno della poleis ci sono:
l’acropoli, di solito viene posta incima a un monte ed è la parte più alta della città.
L’asty, chiamata anche città bassa, si estende ai piedi dell’acropoli.
La chora, ovvero campagna, è il territorio circostante alla poleis.
L’arte vascolare
Del periodo di formezione sono state rinvenuti molti oggetti di arte vascolare, in
partiolare vasi in terracotta, anfore, tazze, dipinti con decorazioni geometriche
molto precise e fantasiose. Il periodo di formazione prende il nome ancje di
periodo geometrico perché vi erano soprattutto figure geometricche che ornavano
gli oggetti di quel periodo, alcune erano semplici come triangoli, rombi, cerhi…
altre più complesse come gli scacchi, le svastiche, le greche e i meandri. Altre
figure utilizzate erano quelle antropomorfe e zoomofìrfe, molto semplici. Dato che
l’arglla era una materia prima di basso costo e facilmente lavorabile era largamente
utilizzata per realizzare contenitori di qualsiasi forma usati sia per i liquidi(acqua
profumi..) sia per i solidi(greno, farine, legumi…) (/artigianato fittile\). Durante
tutto il periodo di formazione il colore utilizzato nella pittura vascolare era il nero
che creava contrasto co il color bruno-rossiccio o giallo-ocra della ceramica
naturale.
Proto-geometrico
I vasi più antichi ritrovati risalgono al decimo e al nono secolo a.C. vengono
definiti proto-geometrici. Le decorazioni di questi vasi ispirate a modelli Cretesi si
limitano al collo, le anse( i manici), il corpo,il piede o la spalla. Un esempio è
un’anfora di terracotta conservata al British Museum di Lodra, decorata con 4 serie
di cerchi concentrici due per lato, di colore nero lucido. Un fregio all’altezza della
spalla el vaso, all’altezza dei manici una fascia fra due linee sottili circonda la
pancia.
Anfore funerarie
Nell’VIII secolo a.C. la decorazione geometrica ricopre tutta la superfice dei vasi.
In questo periodo i defunti vengono cremati e le loro ceneri sono raccolte in urne
fittili. Queste vengono interrate ad un metro di profondità protette da un lastrone di
ietra poggiato su una tavoletta e sul lastrone veniva posta una grossa anfora per le
defunte o un cratere per i defunti madchi. Questi vasi alti anche 1 metro e mezzo e
riccamente decorati sono parzialmente interati in modo che sporga solo la bocca
dove gli amici e i parenti versavano le libagioni in onore dei morti. Tra le
ceramiche rinvenute nella necropoli la più importante è l’anfora funeraria detta del
lamento funebre. È un’anfora a collo distinto o staccato, perché priva di raccordi
curvi, sembra applicata in un secondo momento. Presenta 65 fasce sovrapposte
dipinte a motivi geometrici che ricoprono tutta la circonferenza del vaso con
spessore diverso a seconda della loro posizione., colore nero lucido, sul fondo
terracotta. L’anfora si è conservata intatta, era destinata alla sepoltura di una ricca
signora. Fra le anse sono decorate scene di lamentazione funebre, al centro un
catafalco sul quale giace il cadavre di una donna, intorno alla salma, ci sono 14
figure maschili raffigurate nell’atto di portarsi le mani alla testa in seno di
disperazione, disposte 7 a destra e 7 a sinistra. Vicino al capezzale un bambino
forse il figlio della defunta. Soto il catafalco sono presenti 4 figure piangenti 2
femmine e 2 maschi. I corpi dei personaggi somo rappresentati con figure
geometriche elementari, triangolo per i busti, cerchi per le teste, trapezi per le
braccia alzate. Tra le fascie gemetriche del collo due rappresentano una fila di
cervi intenti a pascolare. Le figure degli animali sono tutte uguali ed equidistanti e
appaiono come elementi decorativi geometrici in successione.

L’età arcaica
A partire dal periodo arcaico la diffusa ripresa dei commerci con l’Asia minore e il
vicino Oriente e il progressivo svilupparsi delle poleis determinano un notevole
incremento generale. Questo comporta un aumento continuo del bisogno di beni di
consumo. In ciascuna polis greca inizia a maturare la consapevolezza che un
accrescimento eccessivo della popolazione avrebbe in breve finito per
compromettere i difficili equilibri politici, economici e sociali esistenti al suo
stesso interno. Per evitare questo accrescimento della popolazione in una singola
poleis, che vengono costruite cosi nuove polis. Nascono cosi le colonie. A partire
dall’VIII la Grecia si spinge vero le coste del mediterraneo per colonizzarle. In
primo luogo quelle della Sicilia, ma anche la Spagna, Francia la parte della
penisolaitalica(Calabria, Basilicata, una parte della Puglia e della Campania).
Questi territori verranno unificato e verranno poi chiamati dai Romani MAGNA
GRECIA. All’interno delle poleis, l’arte comincia a svilupparsi e ad accrescere,
contemporaneamente si evolve anche la scultura e la pittura vascolare, dando
maggiore attenzione allo studio e alla riproduzione della figura umana.
Il tempio e le sue tipologie
Il tempio è la struttura simboleggia la civiltà greca. Il tempio è la dimora terrena
degli dei. La religione greca è una religione politeista, ovvero che si crede in più
dei. Questi hanno caratteristiche fisiche e psicologici simili a quelli dell’uomo. Dal
momento che dei e uomini si assomigliano molto, è molto difficile rappresentarli
nelle sculture.
Il tempio greco nasce e si sviluppa parallelamente alla casa, ovvero che assume in
parte la forma e le caratteristiche principali della casa. La casa greca sin dall’epoca
arcaica consiste in una costruzione semplice in mattoni crudi, il tetto di legno e
paglia a forma di capanna.
La disposizione degli spazi dei tempi varia sia in base al periodo, sia in base alle
dimensioni e al luogo di costruzione. Gli elementi caratteristici che sono sempre
presenti nei templi sono: il naos che è una cella dove viene custodita la statua del
dio a cui il tempio è dedicato.
Il pronao, che è uno spazio che ha funzione di filtro simbolico tra la realtà umana
di tutti i giorni e larealtà divina. Poi ci sono le colonne. Il numero di esse varia in
relazione alla dimensione del tempio.
Le tipologie dei tempi
In base al numero e alle disposizioni delle colonne possiamo distinguere diversi
tipi di tempio:
il tempio in antis costruito con duo pilastri quadrangolari, tempio prostilo che ha
la stessa pianta del tempio in antis solo che davanti alle ante e al naos ci sono 4
colonne, tempio antiprostilo sarebbe il raddoppiamento del tempio prostilo,
tempio periptero:è un tempio circondato da colonne per tutto il perimetro che
vanno a formare la peristasi., tempio pseudoperiptero, tempio diptero che ha un
doppio colonnato chw si trova all’interno del perimetro, tempio pseudodiptero è
un tempio diptero solo più semplice, tempio monoptero ha una pianta circolare
circondato da un perimetro di colonne, tempio periptero circolare uguale al
tempio monoptero, tempio ipetro è un tipo di tempio diptero però in quest’ultimo
il naos non ha copertura, tempio doppiamente in antis raddoppiamento di
quello in antis.
Ritmno colonnato secondo Vitruvio
Vitruvio nel III libro del suo De architectura fa una distinzione più ampia e
raffinata dei vari tempi. Questa distinzione è dovuta al ritmo del colonnato ovvero
la disposizioni delle colonne e lo spazio che creano tra di loro. Ci sono 5 tempi
nuovi: il tempio picnostilo che ha un’intercolumnio uguale alla metà di 1 modulo;
il tempio sistilo con un’intercolumnio uguale a 2 moduli; il tempio diastilo dove
l’intercolumnio è pari a 3 moduli; il tempio areostilo con un’intercolumnio
meggiore di 3 moduli e il tempio eustilo con un’intercolumnio uguale a ¼ di 2
moduli.
Gli ordini architettonici.
L’ordine architettonico è un fra le più grandi novità che i Greci introdusero nella
costruzione. Questo consiste in una serie di regloe geometriche e
matematiche .Sono tre gli ordini architettonici greci: ordine dorico, ionico e
corinzio. Ciascuno di essi presenta caratteristiche formali e costruttive.
L’ordine dorico:
è l’ordine più antico di tutti ed è il più fra tutti e tre. I primi templi risalalgono
all’epoca arcaica, specificatamente nel peloponneso, in Sicilia, nella Magna
Grecia. Il tempio Dorico non viene costruito sul terreno, ma su un crepidoma,
ovvero una base costituita dra tre o più gradini che sopraelevano l’edificio. La
parte superiore del crepidoma viene chiamata stilobate ed è un piano orizzontale
sul quale poggiano le colonne del tempio. La colonna del tempio dorico viene
suddivisa in due parti, uno verticale a forma di cilindro chiamato fusto. L’altro che
si trova il fusto è chiamato capitello. Il capitello è costituito dell’echinoa forma di
catino a profilo convesso, e l’abaco a forma di un parallelepipedo. Tra loro si trova
il collarino che li mantiene uniti. All’inizio le colonne doriche erano fatte di legno,
già a partire dal VII secolo a.C il legno veniva sostituito con pietra molto resistente
o con il marmo. Il fusto viene costruito in vari pezzi, chiamati rocchi e venivano
fissati con un perno.
Al di sopra del capitello si trova la trabeazione, composta dall’architrave che è la
parte più bassa e serve a sostenere tutta la trabeazione e inoltre rappresenta
l’elemento più importante nell’architettura greca, le gocce, regula, tenia, e il fregio.
Alla fine si trova il frontone e l’acroterio angolare.
Il conflitto angolare
È in pratica l’infattibilità del rispetto di due regole dell’ordine, ovvero: ciascun
triglifo sia in asse rispetto alla colonna sottostante; e che su ciascuno spigolo ci sono
due triglifi cotemporanei.
Heraion di Olimpia
È uno dei tempi di età arcaica più antichi, costruito in onore di Hera, sposa di Zeus.
E’ cotruito su una base periptera eastila, con un naos preceduto dal pronao. Il naos
è suddiviso in tre navate da otto colonne. La navata centrale ha una larghezza tripla
rispetto a quelle laterali. La peristasi esterna è formata da colonne di dimensione
18x50 metri. In origine le colonne venivano fatte in legno, con il passare del tempo
venivano sostituite con quelle in pietra.

L’ordine Ionico.
Poco dopo l’ordine dorico i greci svilupparono quello ionico. Nasce in oriente,
grazie agli Ioni emigrati in Asia Minore dove contemporaneamente si svolgecano
le battaglie doriche, dove i dori vi avevano costruito anche le prime colonie.
In questo ordine la colonna è composta: dalla base, dal fusto e dal capitello.
A differenza dell’ordine dorico che aveva già il fusto è il capitello, la base compare
per la prima volte in quest’ordine.
La base, è composta dal toro che poggia a terra(il toro è un modello convesso con
un profilo semicircolare), la scozia che sta in mezzo(la scozia a differenza dlel toro
che è convesso, questa è concava a forma di canale), chiamata anche trochilo e il
toro superiore. Poi si trova il fusto, formato da più rocchi sovrapposti solcato da 24
scalanature, sopra il fusto si trova il capitello che è l’elemento che distingue
quest’ordine, spesso è dipinto con coori rossi blu e oro. È composto da un echino
convesso e da un abaco a profilo curvilineo decorato con ovoli e dardi. Più sopra si
trova il trabeazione, composto da un’architrave tripartito, un fregio continuo e dalla
cornice, e alla fine si trova il frontone, composto dal tipmano e dalla gronda.
Heraion di Samo
Questo tempio è uno dei più antichi e importanti dell’ordine ionico, dedicato alla
dea Hera.
È un tempio di tipo diptero octastilo, con una crepidoma di 52x105 metri a due
gradini. Il naos è diviso in tre navate, di forma quadrata. Le collonne poggiano
sulla base samia, un tipo di base composta da un toro decorato, appoggiato sulla
spira, un elemento cilindrico scanalato.

L’ordine corinzio:
l’ordine corinzio fu sviluppato dai greci un secolo dopo gli altri. Corinto corinzio
perché appunto nasce nella città di Corinto.
La base corinzia e quasi uguale a quella ionica, ma a volte può essere alzata da un
plinto. Il fusto anch’esso è uguale a quello ionico, percorso verticalmente da 24
scalanature a spigolo smussato. L’elemento che caratterizza l’ordone corinzio da
quello ionoco e dorico anche qui è il capitello. Il capitello corinzio è composto da
un nucleo a forma di tronco. Attorno al capitello si trovano le foglie stilizzate di
acantò, fatte su due livelli: quelle più basse infatti formano la prima corona, quelle
più alte la seconda corona. Tra le foglie della seconda corona si trova un calice, ed
è da questo che hanno origine otto paia di volute. Le quattro paia più grandi sono
in corrispondenza dei quattro spigoli, le altre quattro spuntano in equivalenza della
metà del leto dell’abaco.
L’ordine corinzio è quello più raffinato tra tutti.
KOUROI e KORAI
In età arcaica la statuaria greca comincia ad aqquisire la perfezione tecnica e
l’equilibrio formale che diventeranno poi la caratteristica classica.
Due erano i soggetti rappresentati: i Kouros erano uomini raffigurati con: la testa
eretta; le braccia stese lungo i fianchi, pugno chiusi; la gambia sinistra leggermente
in avanti come se stesse per camminare. La nudità risalta le qualità fisiche e quelle
intellettive. Le Korai delle donne vestite con il Chitone e un Himation, anche
queste in posizione eretta. La veste indica il ruolo della donna nella società greca,
di moglie e madre. Le Korai erano raffigurate con: testa eretta, piedi uniti, le
braccia non erano stese, un braccio steso sul fianco che regge la veste, l’altro
piegato sul petto.
Kuroi e Korai potevano raffigurare, divinità, pessonaggi eroici o essere umani,
infatti per i greci gli uomini era avevano la stessa importanza di dei e eroi.
Nella cultura greca nasce il concetto di Kalor kagathos ovvero bello e buono,
l’uomo ideale(la statua che lo rappresenta) deve essere sia bello che buono.
Le statue greche arcaiche somiliavano molto a quelle egizie, soprattutto la
posizione, questo perché probabilmente alcuni artisti greci attraverso gli scambi
commerciali nel mediterraneo erano entrati in contatto con statue egizie. L’unica
differenza era che la statuaria egizia era legata ai riti della sepoltura mentre
quella greca non necessariamente. Lo sviluppo dell’architettura e della scultura
arcaica andava di paripasso. S’individuano tre correnti scultoree predominanti:
dorico, attico, ionica.
LA SCULTURA DORICA
La scultura dorica si sviluppa tra il VII e il VI secolo a.C. nel peloponneso, che fu
la prima regione ad aver subito l’invasione dei Dori.
Gli elementi che caratterizzavano questo tipo di scultura erano: la preferenza per la
figura umana maschile nuda; la creazione di forme semplici e squadrate; l’uso di
proporzioni massiccie.
L’effetto dato da queste sculture è potenza e solidità.
Kleobi e bitone sono una coppia di kuroi risalenti al 610- 590 a.C. ritrovati a Delfi,
attribuiti allo scultore Polimede. Sono due fratelli figli di Cidippe, sacerdotessa
della dea Hera.
le due statue sono in posizione eretta, braccia muscolose leggermente flesse, i
polpacci evidenziati in modo innaturale. La testa ha la forma squadrata con una
voluminosa capigliatura che ricade con 12 trecce, 6 anteriori e 6 posteriori. Due
grandi occhi a mandorla somiglianti a quelli egiziani, un sorriso arcaico, ovvero
accenato misterioso. Le incisioni circolare delle ginochhia, quelle dell’addome e
della cassa toracica sono geometriche. Le due statue sono state scolpite per essere
osservate frontalmente, se osservate di lato appaiono cubiche. In questo periodo gli
artisti greci, cercano di dare importanza alle simmetrie fra le varie parti del corpo,
seguendo schemi geometrici molto rigidi senza alcun riferimento alla realtà del
corpo umano. Possiamo individuare delle ideali rette orizzontali chiamate assi di
simmetria attorno alle queli alcune parti del corpo sono messe in evidenza come se
fossero riflesse in uno spechhio.
LA SCULTURA ATTICA
La corrente attica si svuluppa tra la prima e la seconda metà del VI secolo a.C.
soprattutto ad Atene e territori vicini. Nella scultura attica a differenza di quella
dorica si cerca di armonizzare meglio le varie parti del corpo per dare un magiore
equilibrio di volumi.
Moschophoros un’esempio di scultura attica risalente al 570-560 a.C. è un Kouros
che porta un vitellino sulla spalle reggendolo dalle zampe.( Rappresenta o che sta
portando il vitello in offerta o che sta tornando dopo aver ricevuto un regalo). Le
braccia dell’uomo e le zampe dell’animale si intrecciano formando una specie di X
che da alla statua un senso di simmetria. Il Moschophoros a differenza dei kouroi
più arcaici non è completamente nudo ma indossa la Klaina, un mantello che
portavano i Greci. Vengono evidenziati una vigorosa musculatura, la testa del
vitello ruota frontalmente questo sempre pe la frontalità della scultura. La testa
dell’uomo è di forma ovale, con capelli raccolti in trecce che ricadono sulle
clavicole. Presenta una barba liscia, privo di baffi. I particolari anatomici sono
riconducibili a forme geometriche semplice, come l’arco del sopracciglio, il
cerchio dell’ombellico…. La statua presenta delle picolle tracce di colore.
LA SCULTURA IONICA
Nonostante la scultura attica sia contemporanea a quella ionica, essa assume
tradizioni orientali ed è caratterizzata da: una raffinatezz maggiore del
modello;l’utilizzo di proporzioni più slanciate e dolci; un’ampia libertà
compositiva rispetto agli schemi tradizionali.
Le figure rappresentate sono meno rigide e spigolose ed è più evidente l’utilizzo
dell’equilibrio formale.
Kouros di Milo è una statua risalente al 550 a.C., conservata nel museo
archeologico nazionale di Atene. La statua è un Kouros, tutto nudo, ha la posizione
della statua di tipo dorico, ma se viene confrontato con Kleobi e Bitone ci sono
alcune differenze sostanziali che li distinguono. La testa è più gracile risptetto a i
Kouroi dorici e le mebra sono un modellato più morbido e meno squadrato. Queste
caratteristiche fanno apparire la statua più snella e dolce. Il kouros di Milo
anch’esso è stato scolpito come tutte le statue di epoca arcaica. Il voto è senza
barba, i capelli sono corti e sono acconciati in modo da creare lunghe trecce che
cadono sulle spalle. Le labbra non sono del tutto chiuse, e formano un sorriso
dolce.
Hera di Samo è una delle moltissime Korai giunte fino a noi, risalente al 570-560
a.C. Rappresenta o la Dea Hera o una fanciulla che porta offerte al tempio. È priva
di testa, in posizione eretta con il chitone di lino plissettato, alla base sporgono dal
chitone le dita dei piedi. Il braccio destro steso lungo il fianco ha la mano chiusa a
pugno, il braccio sinistro si trovava nella posizione di sorreggere un dono o forse le
chiavi metalliche del tempio di Hrea. La struttura è quasi cilindrica, il panneggio
verticale del chitone e quello diagonale danno un giusto equilibrio geometrico. Le
parti del corpo sono proporzionali tra di loro. È visibile un chiaro-scuro in
corrispondenza della coonna verticale che cnferisce alla statua maggiore armonia
ed equilibrio. Rispecchia i canoni della scultura inica con figure slanciate, snelle,
morbide e armoniose.
La pittura vascolare
grazie alle fonti storiche conosciamo il nome di molti pittori famosi ad
esempio: polignoto di tasso, zusi di Ereclea, Parreaso di Efeso, Nicia di
Atene, Protogene di Cauno, Apelle di Colofone. Di questi artisti sono
arrivata a noi molte notizie e anche descrizioni di alcune opere loro. tutti
questi artisti erano legati dalla fama di riprodurre il vero con grandissima
precisione e attendibilità. Nonostante questo i resti che sono arrivati fino
a noi non sono degli originali ma delle copie. Di molti dipinti non resta
che un riflesso su opere ceramiche. opposto la pittura vascolare del
periodi di formazione, quella che si sviluppa il VII e l VI secolo a.C. si
caratterizza per la forte preponderanza di temi figurativi. in relazione alle
tecniche impiegate per la decorazioni della ceramica bisona due stili
principali: a figure nera, a figure rosse.
La pittura a figure nere e realizzata con una particolare vernice nera che
una volta cotta diventa lucida. I particolari le decorazioni sono ottenuti
prima della cottura graffiando con sottile stilo la vernice nera in modo da
far vedere il colore rosso dello sfondo costante. la pittura figure rosse
consiste nel procedimento inverso. Si realizza dipingendo di nero l'intero
sponde del vaso e lasciando le figure di color rosso colore principale della
terracotta. La figura rossa si presta a essere più dettagliata.
Pittura a figure nere
EXECHIAS è uno dei maggiori artisti della tecnica figura nera attivo
intorno alla seconda metà del VI secolo a.C. chiama della thun anfora a
profilo continuo con sul lato a Achille che uccide pentesilea. l'eroe
omerico viene rappresentato a sinistra mentre trafigge la gola pensa silea,
regina guerriera delle mitiche amazzoni. Indossa un'armatura sul chitone
e un elmo crestato che gli copre il volto. La donna in ginocchio ha il volto
coperto e tenta di reagire alla salta brandendo con la destra una lancia
contro il nemico e con la sinistra tiene uno scudo. La tecnica di
realizzazione è molto raffinata e l'artista decora in modo fantasioso le
vesti e le armature graffe ndo la superficie nera delle figure. Il volto di
pentesilea, le gambe il braccio destro sono colorati in chiaro porno la
scena risulta equilibrata i due personaggi si adattano bene alla forma
panciuta dell' ampera punta il corpo del vaso e cosparso di spirali mentre
delle scritte indicano il nome dei personaggi eccolo dell'autore. Nel lato B
dell anfora sono raffigurati dioniso a destra rivestito da un lungo chitone e
il figlio Oinopion. il Dio dell' ebrezza a nella mano a sinistra dei tralci di
vite e nella destra stringe Kantharos. il figlio tende la sinistra verso il
padre e nella destra a un’oinochoe.
Pittura figure rosse
EUPHRONIOS E uno tra i molti ceramisti attivi in attica tra il VI e il V
secoolo a.C.
Nel grande cratere a calice con il sonno e la morte che sollevano il
corpo di sarpedonte sotto la direzione di Hermes fatto intorno al 515-
510 a.C. dal vasaio EuxiTheos. L'imponente apparato decorativo ci
articola su tre registri punta la narrazione occupa più della metà della
superficie a disposizione compresa fra due fregi geometrici di ispirazione
floreale. Quello superiore presenta palmette verticali e 5 6 foglie quella
inferiore presenta ornamenti differenti sulle due facce. La scena del lato
principale mostra l'eroe Troiano serpe Dante che viene trasportato dopo
essere uccisa verso un'onorevole sepoltura dal sonno. ai due lati spiccano
le figure stanti dei due guerrieri troiani che sono Leodamante e Ippolito.
la figura di sarpedonte grande quasi il doppio delle altre riempie tutta la
larghezza del registro, e gamba e braccio sinistri assumono una forma
geometrica simile a un trapezio fondo varia raffinato e l'uso dei colori che
nonostante limitandosi a rosso al nero be sono varie diluizioni come nei
capelli bru nastri di sarpedonte.
IL PRIMATO DI ATENE.
Atene per opporsi ai Persiani di Serse era stata costretta ad allestire per la prima
vota una flotta navale. Questo portò all’ascesa politico-militare della polis che in
poco tempo costruì un impero marittimo che coprendeva tutte le terre e le isole
bagnate dal mar Egeo. Uno dei più grandi politici del tempo fu Pericle, autore dello
sviluppo economico, militare e politico della città. Pericle introdusse la vera
democrazia, cioè tutti i cittadini potevano prendere parte attiva alla vita politica
della poleis partecipando all’assemblea nei tribunali popolari, ma scondo Tucidide
di fatto la guida politica della città era nelle mani di Pericle.
LA STATUARIA PRIMA DEL DORIFORO
Alla fine del VI secolo a.C. inizia un processo di cambiamento dello stile nella
stautuaria con pose rilassate, raffigurazioni realistiche ed espressione calma.
Questo stile viene definito severo dove scompare il sorriso arcaico delle sculture.
Nello stile severo si evidenzia:
o La testa piccola di forma sferica, volto tondeggiante, gli occhi e la bocca
trovano la loro giusta collocazione.
o La bocca più piccola del labbro e più carnose.
o le trecce arcaiche si trasformano in ciocche morbide.
o La forma della massa muscolare diventa più realistica.
o le spalle si arrotondano e il busto diventa più largo.
o L’arcata epigastrica diventa rilevata ed ad arco di cerchio.
o Le gambe lunghe certo tigano cartina chi e le proporzioni complessive sono
più slanciate.
Efebo di Kritios è l’esempio più importante di questo tipo di statuaria, datata
intorno al 480 a.C. La scultura, incompleta, era stata seppellita negli avvallamenti
dell’Acropoli inseguito all’invasione persiana tra il 480 e il 479 a.C. Le differenze
rispetto alla statuaria precedente sono: la testa leggermente inclinata, le gambe
tutte e due spostate uno avanti e una indietro, le spalle stessa cosa in
corrispondenza delle gambe, il bacino ruotato lievemente sollevato leggermente
verso destra. In questo periodo si delinea il problema della statuaria greca quello
dell’equilibrio e della gravitazione.
Zeus(o Poseidon) di Capo Artemisio
Per gli scultori arcaici il materiale preferito era il marmo, mentre per gli scultori
dello stile severo fu il bronzo perché permetteva più grande libertà compositiva è
una maggiore resistenza perché il bronzo era in grado di assorbire urti senza
rompersi. Il bronzo può assumere patine diverse in relazione alla quantità di stagno
o piombo contenuti nella lega. Inoltre può diventare policromo con l’aggiunta di
diversi materiali come argento, rame….
Lo zeus di Capo Artemisio ritrovato nei fondali del mare di Capo Artemisio tra il
1926 e 1928, è in bronzo. Proveniente dall’Attica, risale al 460 a.C. attribuito a
Calamide. La posizione è nell’atto di lanciare una saetta o un tridente. Le gambe
deivaricate per trovare il bilanciamento, il piede sinistro poggia del tutto a terra,
mentre quello sinistro poggia solo con la punta. Le braccia sono sollevate quasi a
croce, il braccio destro ruotato. L’intera scultura è compresa all’interno di un
quadrato. Le orbite degli occhi sono vuote perché dovevano essere di un altro
materiale. La scultura puo essere osservata anche lateralmente ma la migliore
posizoone per osservarla meglio e quella frontale.
Auriga di Delfi è un’altra opera di bronzo di Sotade di Tespie, realizzata intorno al
475 a.C. per celebrare la vittoria dei giochi Pitici. La statua faceva parte di un
gruppo che comprendeva un principe, uno staliere o uno schiavo. Indossa un
chitone, pieghiettato con linee diagonali lungo le spalle, stretto in vita e piehe
verticale verso il basso, lasciando scoperti i piedi. La testa presenta i capelli
cesellati ricci e gonfi sulle tempie, presenta una benda sulla fronte, che rappresenta
un premio simbolico delle gare agonistiche. Gli occhi in pietra e vetro, le labbra
dischiuse. La posizione in cui si trova, leggermente incurvato all’indietro, fa
pensare al gesto di trattenere le redini per trattenere i cavalli.
Giovane di Mozia realizzato attorno al 470-460 a.C. Scoperto nel 1979 nell’isoletta
di Mozia in provincia di Trapani vicino al santuario di Melqart, divinità
cartaginese, infatti Mozia era colonia di Cartagine. La statua rappresenta un
Auriga, cioè un’atleta vincitore nella corsa con il carro, che compie il gesto di
autoincoronarsi(braccio destro sollevato). Il giovane indossa un lungo chitone di
lino pieghettato i piedi e le braccia sono andati perduti. La gamba destra tornita, il
ginocchio arrotondato i glutei e le coscie possenti. La mano sinistra è poggita sul
fianco, una fascia avvolge la parte superiore del bisto. Il peso del corpo poggia
sulla gamba sinistra mentre la destra è portata in avanti. Il bacino leggermente
ruotato, le spalle inclinate. La testa è ruotata verso sinistra.
I caratteri che prevalgono del tardo stile severo sono: testa arrotondta, glutei
sporgenti e cosce voluminose.
Bronzi di Riace sono stati ritrovati nel 1972 nel mar Ionio a largo di Riace marina
e vengono indicati come Bronzo A e Bronzo B. Il Bronzo A raffigura un giovane
dai capelli e barba riccia, un guerriero privo di scudo e armi. Ha spalle larghe,
busto eretto leggermente spostato indietro, il peso poggia sulla gamba destra
mentre la sinistra un pò flessa è spostata di lato e in avanti. Il braccio destro lungo
il fianco, quello sinistro è piegato, la testa è ruotata a destra. Il Bronzo B si trova
nella stessa posizione, ma la linea alba è curvata. Entrambi i Bronzi hanno gli
occhi in pietra e avorio, le labbra e i capezzoli in rame rosso. Il Bronzo A a
differenza del Bronzo B ha i denti in argento. Probabilmente le due statue erano
colorate con il bitume. La statua A è stata attribuita ad Agelada il giovane, maestro
di fidia, Mirone e Policleto, la statua B ad Alcamene il vecchio. Realizzati intorno
al 450 a.C. I due bronzi sembra che facessero parte di un monumento voluto da
Argivi ed Ateniesi in ricordo dei miti dei 7 contro Tebe ed degli Epigoni. Il Bronzo
A identificava Tideo guerriero violento quello B Anfiarao uomo rispettoso degli
dei dotato del dono della profezia. Policleto avrebbe preso spunto dai due bronzi
per la realizzazione del suo Doriforo. Nel 2015 è stata fatta un’ipotesi che vede nel
bronzo A la statua di Eretteo(tempio ionico-greco) sull’acropoli di Atene in
combattimento con il bronzo B che raffigurava Eumolpo, figlio di Poseidon e di
Chione. I due guerrieri si scontrano nella guerra fatta da Poseidon contro Atene.
Mirone de Eleutere
Mirone di Eleutere è stato uno scultore greco, attivo tra il 470-420 a.C. sopratutto
ad Atene, definito un preclassico. Di lui Cicerone diceva, che era capace di
eseguire opere belle ma non ancora abbastanza vicine alla realtà, perché per
Cicerone la bellezza era la perfetta imitazione della natura( la verità ciceroniana).
Quello di Mirone è uno stile di transizione tra il periodo severo è quello classico.
Mirone punta soprattutto allo studio del movimento.
Discobolo(lanciatore di disco)
Realizzato tra il 460-450 a.C. La statua rappresenta un giovena atleta nell’atto di
lanciare il disco durante una competizione sportiva. La sua posizione ci suggerisce
l’intera sequenza dei movimenti che precedono e che seguono il lancio del disco.
Fra le copie romane in marmo il discobolo(l’ancellotti) rinvenuto nel 1781 è quello
più corrispondente all’originale(in bronzo). La Posa è perfettamente bilanciata, il
copro poggia sulla gamba destra, che si flette leggermente, mentre la sinistra è
arretrata. Il busto curvo in avanti compie una torsione laterale che fa contrarre la
muscolatura che denota un’attento studio dell’anatomia. Il braccio destro
tesonell’attimo che precede il lancio, forma un’arco con il sinistro che cade
perpendicolarmente al terremo. L’effetto molla è prodotto dalle sporgenze e dalle
rientranze della parte sinistra della scatola. Il volto è calmo, caratteristica dello stile
severo. Sulla testa presenta due piccole protuberanze servite come punti per il
compasso usato per il controllo delle proporzioni dell’originale. Aristotele,
scriveva che le sue principali forme sono: L’ordine, la simmetria e la chiara
definizione o chiaro disegno. Il punto di vista privilegiato è quello frontale per
godere di tutte le qualità dell’opera.
L’equilibrio raggiunti. Policleto di Argo.
Fra il 465-417 a.C. con Policleto di Argo inizia l’eperienza dell’arte cosidetta
classica che riunisce sia il senso del movimento sia quello della stasi.
DISCOFORO
Della sua produzione risalente al 445 a.C. ricordiamo il discoforo o portatre di
disco conosciuto grazie a copie fatte in marmo. La statua ha alcune caratteristiche
della scultura di tipo severo come: la prominenza del sacco addominale, la testa
piccola, rigidezza del busto e privilegia la veduta frontale.
L’atleta è in posizione di riposo, si appoggia sulla gamba destra mentre la sinistra è
leggermente flessa con un accenno di flessione, il braccio destro è disteso quello
sinistro è piegato. Il volto è ruotato verso destra e inclinato, lo sguardo rivolto
verso il basso.
CANONE.
Per rinnovare la scultura greca policleto è partito dall osservazione e dallo studio
della natura non più da dati teorici.Infatti misurò un certo numero di uomini per
definire delle misure ideali.Per Policleto il corpo del l’uomo ideale deve avere
proporzioni che si avvicinano a quelle naturali.Le idee sulle proporzioni perfette
del corpo umano furono raccolte dallo scultore in un’opera scritta :il Canone:.
Secondo il canone policleto ogni parte del corpo umano doveva essere
rappresentato proporzionalmente a tutte le altre.per es.la testa doveva essere circa
1/8 dell’intero corpo,il busto doveva corrispondere a tre teste e le gambe a quattro.
DORIFORO
Il Doriforo creato attorno al 445 a.c. “portatore di lancia” detto “Canone”perché le
sue dimensioni rispettano la regola delle proporzioni. In questa statua viene
abbandonata la rigidezza della frontalità. L’atleta (o divinità o eroe) si appoggia
sulla gamba destra “gamba portante”,la gamba sinistra è flessa e spinta indietro. Il
bacino si solleva a destra e si abbassa a sinistra mentre le spalle hanno un
movimento inverso la destra si abbassa e la sinistra si solleva. Il busto è
leggermente inclinato. Il braccio destro è in posizione di riposo sul fianco,mentre
quello sinistro èflesso per reggere la lancia. La testa è leggermente ruotata a destra
e un po inclinata,icapelli sono cesellati. Le parti in tensione e quelle in riposo si
corrispondono secondo uno schema contrapposto:alla gamba destra il braccio
sinistro e alla gamba sinistra il braccio destro. Questa corrispondenza incrociata
viene definita chiasmo.Per lo scrittore latino Varone le statue di Policleto erano
“quadrate”. Alcuni studiosi hanno interpretato questo termine come “tozze” o
“massicce”, secondo altri sarebbe dovuto alla forma quadrangolare del busto delle
sculture. Plinio definisce il doriforo fanciullo virile d’aspetto per le perfette
proporzioni che esprimono forza e potenza virile.
DIADUMENO
Plinio attribuisce la definizione di giovanetto molle d’aspetto ad un’altra sculura di
Policleto il Diadumeno(colui che si ginge con la benda) eseguito intorno al 420
a.C. Il giovane si cinge il capo con la benda della vittoria che gli gonfia la chioma
ricciuta. Le braccia sono sollevate, le mani perdute stavano tirando il nastro per
annodarlo. La posa è la stessa del Doriforo ma le membra sono più rilassate e
rendono la figura più morbida e aggraziata. Anche il Diadumeno è poggiato sulla
gamba destra.
AMAZZONE FERITA
Un’altra opera attribuita a Policleto è l’Amazzone ferita. Vi sono molte copia,
quella più nota è quella detta capitolina. Venne eseguita attorno al 440-430 a.C. in
gara con Fidia, Cresila, Cidone e Fradmone perché la più bella potesse essere
esposta al tempio di Artemide a Efeso. La vittoria fu di Policleto. Nell’Amazzone è
evidente la corisspondenza incrociata( chiasmo) ma con un ritmominverso rispetto
a quelli del Doriforo e del Diadumeno perché qui la gamba portante è la sinistra.
FIDIA
Il maggiore rappresentante dell’asrte cassica greca fu l’ateniese Fidia, alievo di
Agelada il giovane ed Egia. La sua attività è molto legata alla decorazione e
costruizione del Partenone. Purtroppo non ci sono pervenute nessune sue sculture.
Un’asempio di statua sono le gigantexhe statue crisoelefantine di Athena
Parthenos realizzata per il tempio sull’acropoli di Atene.
L’opera scultorea.
Nel frattempo che Policleto portava a termine i problemi posti dalla statuaria del
periodo severo e preclassico, Fidia creava una forma di scultura con una grande
libertà espressiva e svincolata dai binari. Anche Fidia prende spunto dalle sculture
più moderne di stile severo.
Apollo Parnopio realizzata intorno alla metà del V secolo a.C. È una statua in
bronzo dorato creata da Fidia, collocata vicino al Partenone. Raffigura un dio, che
teneva con la mano destra un ramo d’alloro, tutto nudo in posizone retta. Il busto è
ampio, lespallle larghe, i muscoli decisi e fatti con una grande precisone. La gamba
sinistra appoggiata, è contrariamente alle altre sculture, i piedi sono ben poggiati a
tarrea, e molto vicini. Fidia è così che crea una forma che si restringe a fuso verso
il basso. Attorno alla testa, una corona di riccioli capelli, l’avvolge. Dietro lunghi
capelli mossi, spuntano. Le arcate delle sopracciglio sono orizzontali, gli occhi
paiono fissi e la bocca caratterizza il volto.
Amazzone ferita realizzata in occasione della gara vinta da Policleto, L’amazzone
ferita mostra grandi novità, perché la scultura si allontana di molto dalle resole del
rapporto chastico. L’equilibrio è ottenuto sia per l’appoggio sulla gamna destra
tesacsia per l’asta, un lung bastone, tenuto da tutte e due le mani, con il braccio
destro ruotato sopra la testa. La gamba sinistra è priva di pesa., infatti è flessa e
spinta in avanti.
Il Partenone
Nel 447 a.C. nelrinnovamenti dell’acropoli, gli architetti Ictino e Callicrate
iniziano la costruzione del partenone, il più importante tempio di Atene. Il tempio,
con una peristasi di 30,80x69 metri, è dedicato ad Athena Pathenos, Athena
Vergine, di ordine dorico, periptero octastilo. La cella è divisa in tre navate da due
file di colonne doriche. Ogni fila è composta dalla sovrapposizzione di colonne di
diverse dimensioni. Sul lato ovest, vi è un altro doppio ordine di colonne che lega la
fila di destra con quella di sinistra. La cella è dotata, all’esterno di un fregio ionico
continuo con la regulae sotto alla tenia tra architrave e fregio. posteriormente alla
cella, si apre un altro ambiente largo quanto il naos e lungo la metà. È coperto da un
soffito a cassettoni, che viene retto da 4 colonne ioniche, accessibile
dall’opistodomo. Il Partenone era stato edificato modifiando un vecchio tempio già
in costruzione quantìdo Ictino e Callicrate erano stati chiamati. Era un’edificio dalle
dimensioni di 23,5x 66,9 metri che rappresentava gia il parthenon. Nel tempio le
correzzioni sono numerose come ad esempio lo stilobate. Le colonne sono inclinate
verso l’interno , secondo piani ortogonali ai lati del tempio.
Il tempio venne danneggioato da esplosioni nel 1687 a causa di cannonnate
dell’armata veneziana. Fu ridnneggiato più avanti ai primi dell’ottocento.
Metope
I frontoni erano ornati da raffigurazioni mitologiche, e le 92 metope erano occupate
da bassorilievi. I temi trattati dalle metope sono: Gigantomachia sul lato Esta;
Centauromachia sul lato Sud; Amazzonomachia sul lato Ovest e Ilioupersis sul lato
nord.
I tre temi oltre all’Iloupersis, costituivano anche soggetti incisi e scolpiti all’interno
e all’esterno dello scudo dell’Athena Parthenos. Le scultore dello scudo, hanno
influenzato parte della ceramografia ateniese. Per esempio le scene raffigurate nella
grande anfora del pittore di Suessula, ora nel museo Louvre, con l’assalto dei giganti
dell’Olimpo. Nefli episodi del Metope la civiltà vince sulle barbarie e la ragione
sull’irrazionale, ad esempio la vittoria del lapita sul centauro. La composizione si
basa su uno schema triangolare del quale due lati sono suggeriti dal nudo corpo
obbliquo dell’uomo e dal busto del centauro. Il Lapita tiene una gamba a puntata a
terra e l’altra piegata e premuta contro il centauro che tiene il busto compresso. Le
pieghe del mantello fanno vedere l’effetto di contrasto chiaroscurale.
Fregio ionico della cella rappresenta sia la processione delle panatenee sia le gare
con i cavalli.
Frontone occidentale, quiviene rappresentatavla gara fra Athena e Poseidon per il
possesso dell’attica. Poseidone aveva regalato un cavallo agli uomini, mentre
Athena aveva percosso il suoolo facendo crescere una nuova pianta, L’ulivo. Gli
dei, che dovevano giudicare chi avesse dato agli uomini il dono più utile, deiedero la
vittoria ad Athen, dicendo che il cavallo era un simbolo di guerra mentre l’ulivo di
pace. Dallo spazio centrale del timpano, le due figure Athena e Poseidon divergono
in angoli opposti. I cavalli di Athena, tenuti da Ermes ù, si alzano tenendo le gambe
posteriori a terra con furia mentre la folla di eroi attici e di altre divinità assiste
all’eventi. La tecnica di Fidian appare molto raffinata. Le statue, che assumono pose
ed espressioni diverse l’una dalle altre, sono finite anche nella parte posteriore.
Nonostante il diminuire dell’altezza delle figure, la costrizione imposta dalla forma
triangolare del frontone è del tutto irrivelante. Sembra che a partire dalle statue
centrali dei due sfidanti tutte le altr siano poste su piani sempre più arretrati fino alle
divinità fluviali.
Frontone orientale in questo frontone era rappresentata la nascita di Athena, gia
armata, dalla testa di Zeus. La Panatenee sono al centro della storia. Fidia raffigura
la nascita di una nuova era che viene salutata dal sorgere del carro del Sole, che
illumina il corpo di Dioniso, mentre Demetra e Kore accolgono l’annuncio
dell’evento prodigiosi da Artemide. Dall’altra parte Hestia, Dione e Afrodite sono
orientate verso la notte. Afrodite è distesa e si appoggia a Dione che la sostiene
inclinando poco il busto e indirizzando le ginocchia verso di lei. Hestia è con le
gambe leggermente divaricate orientate verso la propia destra.
Gli ultimi anni
lo storico Plutarco dice che Fidia, diventato amico di Pericle, divnenta oggetto di
invidia. Viene accusato di aver preso dell’oro destinato alla statua di Athena e per
aver raffigurato se stesso e il suo protettore sullo scudo dellla Parthenos. Messo in
carcere, morì per malattia o veleno o, come dice la tradizione, riesce a fuggire in
Elide dove presegue la sua attuvità dando vita alla statua crisoelefantina dello Zeus
di Olimpia.

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