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Il “trionfo della Morte” : L’affresco di Palazzo Sclafani

Autore sconosciuto

Data sconosciuta

Tecnica Affresco staccato

Dimensioni 600×642 cm

Ubicazione Galleria regionale


di Palazzo
Abatellis, Palermo

Il Trionfo della Morte è anche il titolo di questo straordinario affresco quattrocentesco di


autore ignoto che originariamente si trovava sul muro a sud di Palazzo Sclafani a Palermo.
Frutto di anni drammatici, sconvolti dal diffondersi di epidemie, carestie e dallo spettro
incombente e terrificante della Peste nera, questo affresco è una rappresentazione di
carattere morale, un ammonimento rivolto a tutti, che riesce ad esprimere qualcosa di molto
preciso: la transitorietà dell’esistenza, la fragilità della vita, la caducità umana, e ricorda che
la morte riguarda tutti indistintamente, a prescindere dalla posizione sociale e dal ceto a
cui si appartiene.
La scena si svolge in un giardino lussureggiante in cui si vede irrompere la Morte
che ha appena scagliato l’ennesima freccia letale. La nera signora si impone al
centro del quadro, in sella a un cavallo scheletrito.
In basso si vedono i cadaveri delle persone già colpite, le vittime sono le autorità, i
potenti e i facoltosi: re, imperatori, papi, vescovi e frati. A destra l’ambiente cambia e
si popola di gioventù aristocratica, dame e cavalieri, ma anche musici, poeti, letterati,
che - apparentemente disinteressati a quello che accade - perseverano nel godersi
la vita e la bellezza.
Sopra di loro una fontana, da cui sgorga l’acqua simbolo di purificazione e rinascita.
Fanno da contraltare, sulla sinistra, gli ultimi, i poveri, gli emarginati, che quasi
invocano la morte come sollievo alle proprie sofferenze.

https://www.balarm.it/news/il-trionfo-della-morte-la-storia-dietro-la-misteriosa-e-impo
nente-opera-di-palermo-20516

https://www.peopleforplanet.it/larte-nelle-epidemie/
Tu12:33
https://www.radiorap.tv/abdel-sellou-zrlaaw/la-peste-nella-letteratura-06bbd7
https://studiahumanitatispaideia.wordpress.com/2016/10/17/la-medicina-greca-da-superstizione-a-t
ecnica/
https://images.app.goo.gl/Nj87Hkzyq4bPpSiM9
Iconografia della peste
https://images.app.goo.gl/x3ebdfAEYF54uLZw6

CARICATA DAL TOPO DI CITTA’ ho finito la mia parte

Autore Nicolas Poussin

Data 1630/1631

Tecnica Olio su tela


dimensione 148 x 198 cm

Luogo di
conservazione
Museo del
Louvre, Parigi

La peste di Azoth è un dipinto di Nicolas Poussin risalente al 1631,custodito al


Louvre. L’opera fu eseguita da Poussin per Fabrizio Valguarnera,il quale era un
nobile di Palermo .Ebbe diversi proprietari fino ad essere acquistata dal cardinale
Richelieu, per poi confluire nelle raccolte di Luigi XIV. Il dipinto fu acquistato dal
Valguarnera, insieme al Regno di Flora dello stesso pittore francese , probabilmente
con i proventi di un furto. Ne scaturì un clamoroso caso giudiziario, in cui lo stesso
Poussin fu chiamato a deporre come testimone.
Il dipinto rappresenta un passo del primo libro di Samuele, nel quale Dio accusa i
Filistei di aver rubato l'Arca dell'Alleanza, inviandogli la tremenda piaga della Peste.
L'arca è raffigurata alla sinistra del dipinto, nei pressi del tempio di Dagon ormai in
rovina; frammenti della statua della divinità sono visibili ai piedi di una colonna
vicino. Tutto attorno, circondata da uno sfondo di numerose architetture classiche, si
trova una folla di persone terrorizzate, ritratte il più delle volte in fuga tra i cadaveri
degli appestati che coprono il terreno; a terra si intravedono anche i topi , gli uomini
si tappano il naso per il fetore dei corpi. I colori sono tetri e gli edifici incombenti
rendono la scena oppressiva. Questa rappresentazione tanto cruda della piaga fu
ispirata all'autore dall'epidemia di peste scoppiata a Milano nel 1630.
La composizione generale dell'opera ha portato alcuni studiosi ad accostarvi la
raffigurazione all’Incendio di Borgo di Raffaello .
danza macabra di Clusone (Bergamo)
Trionfo e danza della morte sono un ciclo di affreschi dipinti dal pittore clusonese
Giacomo Borlone de Buschis tra il 1484 e il 1485 sull’esterno dell’Oratorio dei
disciplini. Il tema generale è la morte nella classica rappresentazione medievale
ovvero una danza macabra, un trionfo della morte e un incontro dei tre vivi e dei
tre morti. La rappresentazione si può suddividere in tre registri, ossia superiore,
mediano ed inferiore.
Nell’immagine soprastante è rappresentato il registro mediano dell’affresco,
danza macabra di Cristoglie (Slovenia)

L’orazione di Pericle, da un dipinto di Philipp von Foltz (1877): Pericle tiene il discorso per i caduti nel primo anno
della guerra del Peloponneso.
Ermanno
Titolo: “Peste in una città antica”
Autore: Michael Sweerts, pittore fiammingo (1618-1664)
Data: tra il 1652 e il 1654 circa
Tecnica: olio su tela
Dimensioni: 118,7 cm; 170,8 cm
Luogo di conservazione: Los Angeles
Soggetto: AGGIUNGERE DESCRIZIONE OPERA
1) Si ritiene che questo dipinto possa rappresentare la peste di Atene del 430.
Tuttavia, poiché esso non rispecchia il resoconto di Tucidide, si può ipotizzare
che ritragga non una realtà storica in particolare, ma sia un’idealizzazione della
peste in un contesto non specificato, con l'intento di rappresentare gli orrori di
un’epidemia. Infatti l’autore ha vissuto a Roma nel periodo della peste del
‘600, quindi alcuni studiosi suggeriscono che Sweers abbia voluto ritrarre una
scena che unisse una situazione contemporanea all’autore con un evento
storico, come la peste di Atene.
2) La città rappresentata deriva da un progetto dell’architetto rinascimentale
Sebastiano Serlio per il fondale di una tragedia. La piazza è disegnata con un
accurato uso della prospettiva; il punto focale coincide con l’obelisco in
secondo piano. Sia le vesti dei personaggi che le loro pose riprendono l’arte
classica. L’illuminazione è drammatica, con colori freddi che riportano alla
devastazione provocata dalla peste, e un’ampia zona di buio, per la quale
Sweerts ha probabilmente preso ispirazione da Caravaggio. Alcune figure sono
morte e giacciono tra la folla; alcuni dei moribondi esprimono il proprio terrore
con espressioni disperate o sono inginocchiati in preghiera. Sulla sinistra c’è un
bambino che tenta di farli allattare dalla madre, che però è già morta. La donna
all’estrema sinistra ha una posa che tradizionalmente esprime malinconia:
appoggia la testa inclinandola sulla propria mano.
Interpretazione: Nuova interpretazione che si focalizza sul contrasto tra le risposte
cristiane e quelle pagane alla peste durante il regno dell’imperatore romano Giuliano
l’Apostata. Questo contrasto può essere individuato nella differenza di luce: buio e
ombra sul lato sinistro e luce su quello destro: rispettivamente il lato pagano e quello
cristiano. La peste è vista come conseguenza dell’ira divina.
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TITOLO: Peste à Rome [Peste a Roma]


AUTORE:Jules Elie Delaunay
DATAZIONE: 1857
TECNICA: olio su tela
DIMENSIONI:Cm 131 x 176,5
LUOGO DI CONSERVAZIONE: Musée d’ Orsay
SOGGETTO:Leggenda dorata di Jacques de Voragine e che narra la storia di San Sebastiano
INTERPRETAZIONE : La peste non rappresenta più un flagello come nelle epoche passate ed è
proprio attraverso una trasposizione letteraria che l'artista evoca tale malattia: in un passaggio tratto dalla
Leggenda dorata di Jacques de Voragine e che narra la storia di San Sebastiano, si legge: "Apparve allora,
in tutto il suo splendore, un angelo buono il quale ordinò a quello cattivo, armato di un punteruolo, di
battere sulle case di modo che, tanti colpi riceveva una casa, tanti sarebbero stati i suoi morti".
Attorno ad un vuoto centrale che alcuni edifici, un gruppo di fuggiaschi e la statua equestre di Marco
Aurelio chiudono sullo sfondo, il pittore ha collocato, in ombra, in basso a sinistra, i corpi di molte vittime
di fronte alle quali, sul lato destro ed in piena luce si stagliano le figure di due angeli che annunciano il
terrore. Nell'angolo inferiore destro due personaggi hanno trovato rifugio ai piedi della statua di Esculapio
,parzialmente visibile in una nicchia posta sopra di loro. Sull'angolo opposto, in alto a sinistra, l'artista
raffigura preti in abito talare bianco che avanzano in processione sorreggendo una croce dorata.

La peste di Poussin-Totò Biga


La peste di Atene di Francois perrier-Vincenzo il veggente
Danze macabre-Ektor
Peste nella città antica-Hermann l’uomo che venne dal freddo
L’affresco di Palazzo Sclafani-Il gr
GUIDO

TITOLO: “Das Zetailzer des Perikles”- “L’età di Pericle”


AUTORE: Philipp von Foltz
DATAZIONE: 1852
TECNICA: Pittura su tavola
SOGGETTO:Il soggetto principale del dipinto è un uomo, in posizione eretta e con la mano
alzata, che sembra comunicare qualcosa alla folla intorno a sé. La sua posizione, centrale e
sopraelevata rispetto a quella degli altri, sembra sottolinearne l’autorità e l’importanza.Tutte le
persone presenti sono sedute o in piedi e tutte addossate l’una all’altra, fatta eccezione per
l’oratore che è distanziato rispetto agli altri. Nella parte bassa e centrale del dipinto, inoltre, sono
raffigurati degli oggetti sparsi a terra, e a sul lato sinistro la base di una colonna è una statua
rappresentante il viso di una donna. Infine sullo sfondo è visibile una città, circondata da mura e
con tre templi.
INTERPRETAZIONE: Il dipinto rappresenta Pericle, il famoso statista Ateniese del V sec. a.C.
mentre tiene il suo discorso, noto come “Epitaffio di Pericle”, nel 430 a.C. durante il funerale
annuale in onore dei caduti della guerra del Peloponneso. Il tutto avviene in contemporanea alla
diffusione della peste di Atene che provocò, fra le varie perdite, anche quella del politico stesso.
Le costruzioni rappresentate sullo sfondo, invece, rappresentano l’acropoli di Atene. POI
Titolo: La peste di Atene
Autore: Francois Perrier
Data: 1 gennaio 1640
Tecnica: olio su tela
Dimensioni: 800 × 593
Luogo di conservazione: Museo di belle arti
Soggetto: In questo dipinto olio su tela realizzato da Francois Perrier nella prima metà del
1600 ci viene mostrata un’umanità duramente colpita dalla peste.
La morte sembra essere il soggetto centrale del dipinto attorno alla quale ruotano tutte le
figure; sono presenti donne, bambini e anziani accasciati a terra morti e ciò fa capire
come la peste non risparmiasse nessuno. Infatti nessuno dei personaggi rappresentati, che
sia debole, si dimostra sufficientemente forte per resistere al male della peste. Alcuni sono
morti, altri piangono disperati, altri ancora aiutano i malati ma con poche speranze di
successo. A sinistra un uomo sembra piangere la morte della sua famiglia (moglie e due
figli), a destra una donna sfinita si accascia e un’altra allatta il suo bambino, in secondo
piano a destra una donna da da mangiare a un uomo apparentemente malato. L’anziano in
tunica gialla al centro del dipinto, sta pregando, e sembra l’unico che conservi ancora un
po’ di speranza. In secondo piano a sinistra un uomo sembra scavare le tombe dei
cadaveri che ci sono li e un altro sta seppellendo dei suoi cari. L’autore ci ha posto davanti
una grande moltitudine di cadaveri e persone di ogni tipo per rendere l’idea delle
conseguenze di questa peste.
Nel quadro è presente un elemento religioso, un angelo, che sembra lanciare un
incantesimo contro una folla di persone che è intenzionata a scappare o evaquare la città
per salvarsi. Ciò fa capire come l’autore volesse dare l’idea della peste come punizione
divina, ma il fatto che ci sia un angelo, elemento Cristiano, va in contrasto con la cultura
greca.

josse lieferinxe saint sebastian interceding for the plague stricken

TITOLO: San Sebastiano intercede a favore degli appestati


AUTORE: Josse Lieferinxe
DATAZIONE: tra il 1497 e il 1499
TECNICA: olio su tavola
DIMENSIONE: 81.8 x 55.4 cm.
LUOGO DI CONSERVAZIONE: Walters Art Museum, Baltimore, USA
San Sebastiano fu un ufficiale militare romano martirizzato intorno al 300 d.C.
essendo stato colpito da frecce e poi bastonato a morte. È stato pregato per
la protezione contro la peste.La Storia dei Longobardi dell'VIII secolo di Paolo
Diacono racconta di una pestilenza nel secolo precedente che aveva colpito tutta
l'Italia ma soprattutto Roma e Pavia (255). Fu rivelato a un certo pavese che la peste
sarebbe finita lì se fosse stato costruito un altare in onore di San Sebastiano. I
cittadini costruirono l'altare, e infatti la peste finì . A causa di questa storia Sebastian
era considerato un santo di riferimento in tempo di peste. Questo dipinto raffigura
un esempio della sua intercessione. Secondo la leggenda, questo evento si è
verificato molto tempo dopo la morte del santo, durante un'epidemia di peste
nel VII secolo a Pavia, in Italia. Qui, mentre una vittima deve essere seppellita,
un grave attendente viene colpito dalla malattia. La peste ha devastato
l'Europa per secoli e gli spettatori del dipinto avrebbero conosciuto i suoi
orrori. San Sebastiano, trafitto dalle frecce, si inginocchia davanti a Dio per
supplicare a favore dell'umanità, mentre un angelo e un demone si battono nel
cielo. L'artista non è mai stato in Italia e ha basato l'aspetto di Pavia su quello
di Avignone.Secondo Paolo, durante la peste un angelo buono e un angelo cattivo volarono
sopra la città. Quando il buono indicava una casa, il cattivo colpiva con la lancia e tutti in
casa morivano. Questo è ciò che vediamo nel dipinto appena sopra il paesaggio urbano. su
nel cielo San Sebastiano si inginocchia davanti al Signore, con le frecce ancora nel suo corpo,
e prega per il sollievo della città. La scena principale è un triste promemoria di com'era la
peste. Mentre il clero pregava per i morti, innumerevoli cadaveri venivano raccolti per le
strade e portati via da operai che sarebbero caduti a loro volta alla malattia, come l'uomo
caduto in basso a sinistra.

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