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Corso di Idrologia Evaporazione - Evaporation

Lezione III

L’evaporazione, trasferimento di molecole d’acqua dal liquido all’atmosfera,


avviene di continuo durante il ciclo idrologico.
Avviene tanto dalla superficie libera di corpi idrici (mare, laghi, fiumi), quanto dal
suolo umido, quanto dalla vegetazione e dal fogliame, che intercettano parte della
precipitazione (intercezione - interception).
Si quantifica come tasso di evaporazione o velocità di evaporazione e tipicamente
si esprime in mm/h (come le precipitazioni) e a fini idrologici tiene conto anche
del contributo dovuto alla traspirazione delle piante. Più propriamente, in tal caso,
si parla di evapotraspirazione.
È influenzata da numerosi fattori, alcuni dei quali determinano il potere
evaporante dell’atmosfera, ovvero la sua attitudine a ricevere il vapore, altri che
invece determinano le caratteristiche della superficie evaporante.
Tra le prime, la temperatura dell’aria, Ta, l’umidità relativa, pv/pvs (rapporto tra la
pressione di vapore e la pressione di vapore saturo), e la velocità del vento. Tra le
seconde, la temperatura della sorgente evaporante, Ts (in molti casi, si può
assumere Ta = Ts).
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Lezione III

Si definiscono due grandezze convenzionali di riferimento:


• evaporazione potenziale (potential evaporation, Ep);
• evapotraspirazione della coltura di riferimento (reference crop evaporation,
Erc).
La prima è definita come la quantità di acqua che evapora da un’area unitaria,
nell’unità di tempo, da una superficie libera ideale soggetta alle condizioni
atmosferiche esistenti. È pertanto una grandezza che misura il controllo
meteorologico dell’evaporazione da una superficie libera.
La seconda è definita come la quantità di acqua che evapora, nell’unità di tempo,
da un’area unitaria di una coltura ideale soggetta alle condizioni atmosferiche
esistenti. Essa rappresenta pertanto una misura del controllo meteorologico
dell’evaporazione da un suolo ricoperto di vegetazione.
L’evaporazione effettiva è sempre minore dell’evaporazione potenziale: E<Ep.
L’evapotraspirazione effettiva può essere anche superiore a Erc, a causa delle
diverse caratteristiche della vegetazione rispetto alla coltura di riferimento.
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Lezione III

Per comprendere il significato delle grandezze introdotte, bisogna chiarire


alcuni concetti legati alla fisica del fenomeno dell’evaporazione. Quando
molecole d’acqua abbandonano la superficie evaporante per trasformarsi in
vapore, compiono un lavoro contro le forze di attrazione intermolecolari,
assorbendo energia (per questo motivo la temperatura della sorgente
evaporante si abbassa per effetto dell’evaporazione). Tale energia è detta
calore latente di vaporizzazione dell’acqua (latent heat of vaporization of
water), e dipende dalla temperatura della sorgente evaporante, di solito
assunta pari a quella dell’aria:

 = 2.501− .002361 Ts MJ kg-1

Il prodotto E rappresenta il flusso di energia che si associa all’evaporazione.


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Lezione III

Il processo di evaporazione è il risultato della differenza tra il processo di


vaporizzazione (molecole d’acqua che passano dalla sorgente all’atmosfera)
e quello di condensazione (molecole d’acqua che passano dall’atmosfera alla
sorgente). L’evaporazione continua fino a che la vaporizzazione prevale sulla
condensazione. Ciò è possibile fino a che l’aria in prossimità della sorgente
evaporante non si satura di vapore. In tal caso vi è equilibrio tra i due
processi. Esiste, per ogni temperatura dell’aria, un valore di pressione di
vapore saturo:
 17.27 Ta 
pvs = 0.6108 exp  kPa
 237.3 + Ta 
Il rapporto tra la pressione di vapore e la pressione di vapore saturo è detto
umidità relativa, ed è una misura del grado di saturazione dell’aria da parte
del vapore acqueo:
𝑝𝑣
𝑅𝐻 =
𝑝𝑣𝑠
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Giacché assorbe energia, il processo di evaporazione deve essere alimentato da


un apporto di energia. Tale apporto è costituito dall’energia radiante del sole.
Non tutta questa energia è disponibile per l’evaporazione, in quanto una parte
riscalda l’atmosfera e ritorna verso l’alto. Questo flusso di energia è detto
flusso di calore sensibile (sensible heat flux), H, in quanto modifica la
temperatura dell’aria, che è una grandezza misurabile e sensibile. Il calore
assorbito dal processo di evaporazione è invece detto latente, perché
l’evaporazione avviene con temperatura della sorgente evaporante costante
(come in tutti i cambiamenti di fase), e quindi il flusso di calore non produce
effetti sensibili.
Il flusso di calore sensibile è di solito diretto verso l’alto durante il giorno e
verso il basso durante la notte. Localmente, se la vegetazione è umida e
l’evaporazione forte, può accadere che il flusso di calore sensibile sia diretto
verso il basso anche di giorno.
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L’energia radiante rappresenta, in mancanza di limitazioni di disponibilità


d’acqua alla sorgente evaporante, il parametro più importante che regola
l’evaporazione. Il bilancio dell’energia radiante alla superficie è pertanto
cruciale per quantificare l’evaporazione.
La radiazione solare è distribuita prevalentemente su lunghezze d’onda corte
(tra 0.3 e 3.0 m). L’energia irradiata dalla terra e dall’atmosfera verso
l’esterno è invece in parte caratterizzata da lunghezze d’onda maggiori (fino
a 100 m).
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L’albedo  è il coefficiente di riflessione della radiazione da onde corte. Si


definisce pertanto una radiazione netta da onde corte (net short-wave radiation):

Sn = St (1 −  ) MJ m-2 g -1
L’energia totale in arrivo in onde corte può essere stimata come:
 n 
St = S0  as + bs  MJ m g
- 2 -1

 24 
La radiazione solare extraterrestre S0 è pari a
circa 240 Wm-2; n è il numero di ore di cielo
libero nel giorno; as e bs sono due coefficienti
di calibrazione che, in mancanza di misure
dirette, possono essere assunti pari
rispettivamente a 0.25 e 0.50.
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La radiazione netta su onde lunghe (net long-wave radiation) Ln è pari alla


differenza tra quella trasmessa dall’atmosfera a terra (effetto serra) Li e
quella emessa da terra verso l’atmosfera L0, e può essere rappresentata dalla
seguente legge:
Ln = Li − L0 = − f  (Ta + 273.2)
4
MJ m-2 g -1
 n 
 s
a + bs 
f = ac 
24 
• f, fattore di copertura + bc
nuvolosa; (as + bs )
•, costante di Stefan- ac = 1.35 bc = −0.35 climi aridi
Boltzmann (4.903 x 10-9 MJ
m-2 g-1); ac = 1.00 bc = 0.00 climi umidi

• ’, emissività netta tra 0.34  ae  0.44


atmosfera e terra;   = ae + be pv
− 0.25  be  −0.14
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Il bilancio di energia su un’area unitaria assume la seguente forma:


A = Rn − G − S − P − Ad = E + H
Esso stabilisce che il primo membro (energia disponibile, A) deve essere
uguale al flusso di energia verso l’atmosfera (ultimo membro, somma del
flusso di energia associato all’evaporazione e del flusso di calore sensibile).
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• Rn, radiazione netta (net radiation); Rn = S n + Ln


• E, flusso di energia da
evaporazione;
• H, flusso di calore sensibile; cs = 2.1 MJ m -2 g -1
Ta 2 − Ta1
G = cs d s d s = spessore di
• G, energia ceduta al suolo per t
conduzione; terrenointeressato
su base giornaliera
• S, energia temporaneamente G = 0.38(Ta 2 − Ta1 )
immagazzinata nel volume di (ds = 0.18 m)
controllo, trascurabile eccetto che per su base mensile
G = 0.14(Ta 2 − Ta1 )
le foreste di alto fusto; (ds = 2.0 m)
• P, energia assorbita da processi (Ta1 e Ta2 rappresentano la temperatura dell’aria
biochimici (2% di Rn); all’inizio e alla fine del periodo t considerato)

• Ad, perdita di energia associata a un


flusso orizzontale di aria, di solito Ad = Ado − Adi
trascurabile.
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Il bilancio di energia su un’area unitaria si riduce pertanto a:
𝜆𝐸 ≅ 𝑅𝑛 − 𝐺 − 𝐻
Ad eccezione di periodi durante i quali vi è una grande differenza tra la
temperatura iniziale e quella finale dell’aria, anche il termine G può essere
trascurato: il terreno non assorbe una quantità significativa di energia.
I modelli dell’evapotraspirazione rappresentano il fenomeno della diffusione
di energia dal terreno verso l’atmosfera attraverso una rete di resistenze.
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Il grado in cui l’energia disponibile al suolo è effettivamente usata per


l’evaporazione è determinato dai processi di diffusione del vapore nell’aria
(diffusione molecolare e diffusione turbolenta). I flussi di energia E e H
sono rispettivamente proporzionali alle differenze tra i valori di pressione di
vapore, pv e di temperatura Ta in prossimità della superficie e quelli degli
strati più alti dell’atmosfera. La costante di proporzionalità è inversamente
proporzionale a una resistenza al trasporto, che è un indice dell’ostacolo
posto al movimento del vapore dal processo di diffusione.
La più importante resistenza nei processi di diffusione molecolare è quella
che controlla il movimento di molecole di vapore attraverso gli stomi delle
foglie delle piante (resistenza superficiale, rs). Essa è più piccola allorquando
vi sono più foglie.
La diffusione turbolenta è causata dall’interazione tra il vento che soffia
orizzontalmente e la superficie del terreno, eventualmente ricoperta di
vegetazione. La resistenza aerodinamica, ra, che controlla il processo di
diffusione del vapore verso l’alto, è inversamente proporzionale alla velocità
del vento e cresce con l’altezza della vegetazione.
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Lezione III

Ai fini pratici, i modelli adottati considerano gli effetti sia della resistenza
superficiale che della resistenza aerodinamica sul flusso di energia trasportata
dal vapore, e invece solo della resistenza aerodinamica sul flusso di calore
sensibile.
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Per quanto riguarda l’evapotraspirazione della coltura di riferimento (un’erba alta


12cm, caratterizzato da un albedo =0.28), i valori della resistenza superficiale e
della resistenza aerodinamica convenzionalmente assunti sono i seguenti (U2 è la
velocità del vento, in m/s, misurata due metri sopra la superficie del terreno):

208
rsrc = 69 s m -1 rarc = s m -1
U2

Per quanto riguarda l’evaporazione potenziale, la resistenza superficiale è


ovviamente nulla, mentre per la resistenza aerodinamica si utilizza la seguente
equazione empirica, in cui zm è la quota a cui è misurata la velocità del vento:

4.72ln(z m z0 )
2
rap = s m -1
1 + 0.536 U 2
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Più in generale, le espressioni più utilizzate per valutare la resistenza


superficiale e la resistenza aerodinamica ai fini del calcolo
dell’evapotraspirazione, sono le seguenti:

 (zu − 0.67 hc ) 
2

200 ln  
rs = s m -1
ra =  
0.123 hc
L
0.412 U z
Uz è la velocità del vento misurata alla quota zu; L rappresenta l’indice di area
delle foglie (leaf area index), che è legato all’altezza media della vegetazione hc
e può essere calcolato con le seguenti espressioni:

L = 24 hc erba di altezza compresa tra 0.05 e 0.15 m


L = 5.5 + 1.5 ln(hc ) arbusti tra 0.10 e 0.50 m
𝐿 =4÷8 boschi di latifoglie
𝐿 = 8 ÷16 boschi di conifere
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Lezione III

L’applicazione del modello della rete di resistenze conduce alla seguente


espressione dell’evapotraspirazione (equazione di Penman-Monteith) :
𝑝 −𝑝 𝑝 𝑅𝐻−1
Δ 𝑅𝑛 −𝐺 +𝜚𝑎 𝑐𝑝 𝑣𝑠𝑟 𝑣 Δ 𝑅𝑛 −𝐺 +𝜚𝑎 𝑐𝑝 𝑣𝑠 𝑟
𝑑 𝑑
𝜆𝐸 = 𝑟 = 𝑟
Δ+𝛾 1+𝑟 𝑠 Δ+𝛾 1+𝑟 𝑠
𝑎 𝑎

cp è il calore specifico dell’aria umida, pari a 1.013 kJ kg-1 °C-1,  è la costante


psicrometrica, a la densità dell’aria,  il calore latente di vaporizzazione,  il
gradiente della pressione di vapore saturo rispetto alla temperatura dell’aria.
Queste ultime sono legate alle variabili meteorologiche dalle seguenti espressioni:
patm patm
 = 0.0016286 kPaC -1  a = 3.486 kg m -3
 275 + Ta
 17.27 Ta 
 = 2.501− .002361 Ts MJ kg-1 pvs = 0.6108 exp  kPa
 237.3 + Ta 
dpvs 4098 pvs
𝑇𝑠 ≅ 𝑇𝑎 = = kPa C-1
dTa (237.3 + Ta )2
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Lezione III

L’ equazione di Penman-Monteith permette di calcolare l’evapotraspirazione


effettiva se si conoscono i valori delle seguenti variabili legate alle condizioni
atmosferiche:
temperatura dell’aria, Ta; pressione atmosferica, patm; e umidità relativa, RH;
velocità del vento, U2; numero di ore di cielo sgombro da nubi, n.
Per calcolare l’evapotraspirazione occorre inoltre conoscere le seguenti variabili
legate alla natura della superficie del suolo:
albedo, ; altezza della vegetazione, hc; indice di area foliare, LAI.

𝑝 −𝑝 𝑝 𝑅𝐻−1
Δ 𝑅𝑛 −𝐺 +𝜚𝑎 𝑐𝑝 𝑣𝑠𝑟 𝑣 Δ 𝑅𝑛 −𝐺 +𝜚𝑎 𝑐𝑝 𝑣𝑠 𝑟
𝑑 𝑑
𝜆𝐸 = 𝑟 = 𝑟
Δ+𝛾 1+𝑟 𝑠 Δ+𝛾 1+𝑟 𝑠
𝑎 𝑎
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Lezione III

Applicando la precedente equazione al calcolo degli indici convenzionali


dell’evaporazione (evapotraspirazione potenziale e evapotraspirazione della
coltura di riferimento) si ottiene:
1   
Ep =  (Rn + Ah ) + 6.43(1 + 0.536U 2 )( pvs − pv )
  +   + 

1   
Erc =  (Rn − G ) + 900
U 2 ( pvs − pv )
   +  (1 + 0.33U 2 )  +  (1 + 0.33U 2 ) Ta + 275 

( ) (
Ah =  wcw qiTi − qoTo + hpTp = 0.00419 qiTi − qoTo + hpTp )
Ah (di solito trascurabile) rappresenta il flusso di energia associato al moto
dell’acqua in orizzontale all’interno del corpo idrico superficiale. qi e qo sono le
portate per unità di area in ingresso e in uscita dal corpo idrico, hp l’altezza di
pioggia in mm, Ti, To e Tp le temperature dell’acqua in ingresso, in uscita e della
pioggia.
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Lezione III

Al posto delle relazioni fisicamente basate viste precedentemente, esistono


numerose espressioni empiriche per la valutazione dell’evapotraspirazione dalla
coltura di riferimento. Tra queste, ricordiamo:
Equazione di Kimberly-Penman:
1   
Erc =  (Rn − G ) + 6.43W f ( pvs − pv )
  +   + 

W f = aw + bwU 2

aw = 0.4 + 1.4 exp − (J − 173) 58
2
 J = numero del giorno

bw = 0.605 + 0.345exp − (J − 243) 80
2
 dell’anno (valida
emisfero nord)
per

Equazione di Priestley-Taylor:
   = 1.74 Climi aridi
Erc = (Rn − G )
  +  = 1.26 Climi umidi

Equazione di Hargreaves:
T = differenza tra la temperatura massima media
Erc = 0.0023S0T (T + 17.8 ) mensile e la temperatura minima media
mensile
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Lezione III Evapotraspirazione - Evapotranspiration

Relazione empirica di Thornthwaite per valutare l’evaporazione potenziale


mensile a partire dalla temperatura media mensile Ti

E p ,i = cTi a

a = 0.016 I + 0.5
c = 1.6 (10 I )
a

12
I =  (Ti 5 )
1.514

i =1

I prende il nome di indice termico annuale (annual heat index). Per calcolarlo si
considerano solo i mesi nei quali la temperatura media mensile è superiore a 0
°C. In tali mesi si assume nulla l’evaporazione potenziale.
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Lezione III Evapotraspirazione - Evapotranspiration

Spesso non si dispone delle informazioni necessarie all’applicazione della


formula di Penman-Monteith. In tali casi, la stima dell’evapotraspirazione
effettiva viene fatta a partire dai valori dell’evapotraspirazione della coltura di
riferimento o dell’evaporazione potenziale fornite da formule empiriche.
In questi casi, per calcolare l’evapotraspirazione effettiva, si introduce un
coefficiente, dato dal prodotto tra un fattore di coltura (crop factor) ed un fattore
di stress.

𝐸𝑇 = 𝑘𝑐 𝑘𝑠 𝐸𝑇𝑝

Il fattore di coltura, kc, tiene conto delle caratteristiche specifiche della


vegetazione e dalla sua fase di sviluppo, e può essere sia >1 che <1. Il fattore di
stress, ks, che dipende dalle caratteristiche climatiche e dalle caratteristiche del
suolo, è invece sempre 1.
Il clima viene definito umido se la pioggia media annua è maggiore
dell’evaporazione potenziale annua. Si dice invece arido se accade il contrario.
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Lezione III Evapotraspirazione - Evapotranspiration

I valori del fattore di coltura sono stati determinati sperimentalmente soprattutto


per le coltivazioni di interesse agricolo, e le stime di ET si utilizzano per
pianificare l’irrigazione (in questi casi, il bilancio idrologico viene modificato
con l’introduzione di apporti idrici prelevati da altri sistemi idrologici).
Nel caso di vegetazione spontanea (boschi, sottobosco, macchia, praterie), si
adotta di solito un approccio più semplificato, basato sulla stima
dell’evaporazione potenziale, ed applicando il solo fattore di stress.

𝐸𝑇 = 𝑘𝑠 𝐸𝑝
Su scala mensile, il fattore di stress può scendere fino a valori pari a 0.30.4 in
mesi molto aridi ed in presenza di suoli con scarse capacità di ritenzione idrica.
Può avvicinarsi invece a 1 durante i mesi più umidi e con suoli ad elevata
capacità di ritenzione.
Su base annua, risulta di solito:

0.5 < 𝑘𝑠 < 0.9


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Lezione III Evapotraspirazione - Evapotranspiration
Per tenere conto degli effetti dell’evapotraspirazione sul moto dell’acqua nella
zona non satura, si introduce nell’equazione di Richards un termine che tiene
conto della sottrazione di acqua ad opera dell’attingimento radicale (root water
uptake):
𝑑𝜃 𝜕ℎ 𝑑𝑘 𝜕ℎ 𝜕 𝜕ℎ
= + 𝑘 − 𝑎𝑟
𝑑ℎ 𝜕𝑡 𝑑ℎ 𝜕𝑧 𝜕𝑧 𝜕𝑧
Infatti, grazie all’azione delle radici, l’evapotraspirazione non avviene solo
attraverso la superficie del suolo, ma bensì è diffusa lungo l’intero spessore di
suolo attraversato dalle radici. dr

La profondità delle radici (zr, di solito compresa tra 0.5


e 2 m) e la loro distribuzione lungo la verticale
dipendono dal tipo di vegetazione e di terreno.
Spesso si assume una distribuzione lineare con la
profondità, con densità di radici massima in prossimità
della superficie, e che si annulla alla massima
profondità raggiunta. z
Corso di Idrologia
Lezione III Evapotraspirazione - Evapotranspiration
Il termine di attingimento radicale si calcola a partire dall’evaporazione
potenziale (o dalla evapotraspirazione potenziale), introducendo un coefficiente,
(h), che tiene conto delle condizioni di umidità del terreno, che possono indurre
condizioni di stress nelle piante.
𝑎𝑟 𝑧 = 𝜆 ℎ 𝑑𝑟 𝑧 𝐸𝑝
Infatti, gli apparati radicali non sono sempre in grado di estrarre dal terreno
l’attingimento richiesto dalla pianta, ma riescono a farlo solo se il potenziale
capillare del terreno è compreso in un ben preciso intervallo.

Allontanandosi da tale intervallo, la
1
capacità di estrarre acqua si riduce
progressivamente, fino ad annullarsi.
Tale comportamento viene modellato
assumendo l’andamento di (h)
rappresentato nella figura. I valori h0, h1
e h2 (punto di appassimento), dipendono
dal tipo di vegetazione. h0 h1 h2 |h |
Corso di Idrologia Evaporazione - Evaporation
Lezione III

Misura dell’umidità dell’aria come


misura di pv
Psicrometri - Psychrometers

pvs − pv =  (Ta − Tw )

Teoricamente nell’espressione
compare la costante psicrometrica, in
realtà si tratta di una costante di
taratura.

Psicrometro a due termometri


Corso di Idrologia Evaporazione - Evaporation
Lezione III

Misura del potere evaporante


dell’atmosfera
Evaporimetri - Evaporimeters

Evaporimetri a bacinella, dotati di maggiore inerzia termica, forniscono valori


simili a quelli osservati dalle sorgenti evaporanti reali.
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Lezione III

Misura del potere evaporante


dell’atmosfera
Evaporimetri - Evaporimeters

Gli evaporimetri a superficie porosa,


caratterizzati da bassissima inerzia
termica, forniscono delle stime più
vicine all’effettivo potere evaporante
dell’atmosfera

Evaporimetro a superficie porosa (atmometro) di Piche

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