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Kline e synklitai nel culto di Hypsistos: Nota su due iscrizioni del Serapeo di Tessalonica

Author(s): Sara Campanelli


Source: Zeitschrift für Papyrologie und Epigraphik , 2007, Bd. 160 (2007), pp. 123-133
Published by: Dr. Rudolf Habelt GmbH

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Kline e synklitai nel culto di Hypsistos: nota su due iscrizioni del


Serapeo di Tessalonica*

Tra i documenti iscritti rinvenuti nei pressi del Serapeo di Tessalonica e attualmente conservati nel Museo
Archeologico della citt? sono comprese due colonne marmoree pressoch? identiche, dedicate dai membri
di un collegio (covk??toci) al loro dio tutelare, Theos Hypsistos, in favore del TpiK?,eivap%r|?, il presidente
dell' associazione.1
Le iscrizioni, databili alia fine del I sec. d.C, si pongono in stretta sequenza cronol?gica, come il
nome di Titus Flavius Amyntas, ricorrente in entrambe, consente di stabilire. In (a) il personaggio ? asso
ciato, nella formula im?p xov ?e?vo?, al xpiK??ivap%r|? suo padre, il cui nome ? andato perduto insieme
all'intestazione dell'epigrafe, che doveva contener? il dativo ?ecp T\|?oT(p, in analogia con l'iscrizione
gemella (b); il confronto con quest'ultima consente comunque di identificare l'ignoto TpiicX?iv?p%r|c con
(Titus Flavius) Euktimenos, menzionato, in funzione di patronimico, nella formula onom?stica di Titus
Flavius Amyntas (b, 11. 5 e IO),2 che risulta qui aver assunto lui stesso la carica di TpiK^eivap%r|?. La
successione da padre a figlio deve essere avvenuta, se non immediatamente - senza interposizione di altre
presidenze - certo a breve distanza di tempo, visto che i sodales dedicanti, elencati nei due testi dopo la
formula introduttiva o? X)7royeYpajLi|Li?voi <yovKA,?Tai, son? in gran parte gli stessi.
II rinvenimento delle due iscrizioni nel Serapeo e la terminolog?a di ascendenza serapiaca in esse
utilizzata (gwkX?tou, TpiK?t?iv?p%r|(;) sollevano il problema del rapporto tra Theos Hypsistos, divinit?
destinataria delle dediche, e Serapide, dio titolare del santuario, dal quale - ? bene tenerlo presente - pro
vengono altre due dediche a Theos Hypsistos3 oltre a un'iscrizione di I sec. d.C, che attesta la donazione
di colonne e altri elementi architettonici a un collegio di synklitai, veros?milmente identificabile con
quello in esame, sebbene il testo non faccia riferimento a Hypsistos come divinit? tutelare dei sodales.,4
Dediche al Dio Altissimo, infine, sono state rinvenute a Tessalonica anche al di fuori del Serapeo.5
L'esame dei due documenti riapre la vexata quaestio del valore da attribuire all'an?nima epiclesi
Theos Hypsistos:6 potrebbe apparire immediata l'identificazione del dio venerato dall'associazione tes
salonicese con Serapide,7 essendo 1'ep?teto hypsistos non del tutto estraneo a questa divinit?, che in una
dedica lusitana viene designata con la formula T\|/?otco Eepowci?i;8 ma gli argomenti a favore di una

Ringrazio la prof.ssa Maria Letizia Lazzarini per l'attenzione che ha voluto dedicare a questo mio scritto, da lei sotto
posto a punt?ale revisione e la dott.ssa Gabriella Bevilacqua, che mi ha dato l'impulso ad intraprendere questa ricerca, seguen
done con sensibilit? e competenza le var?e fasi di elaborazione.
1 IG X 2,1,68-69. D'ora in avanti IG X 2,1,69 sar? indicato con (a), IG X 2,1,68 con (b).
2 Cfr. (?),n.adloc.
3 IG X 2,1,61 (cfr. infra, 129) e 71. Ad esse va verosimilmente aggiunta IG X 2,1,73, an?loga alle precedenti per tipo
logia e formulario, sebbene priva della dedica 0ecp 'Y\|/iaTcp.
4IGX2,1,70 en.ad loc.
5 IG X 2,1,72; SEG 47 (1997), 963 (cfr. infra, 13 lsgg.); ? ignoto l'esatto luogo di rinvenimento di IG X 2,1,62 (cfr. infra,
131), un'iscrizione acquistata da un collezionista ottocentesco a Tessalonica e trasferita a Schwechat.
6 Sulla questione sono recentemente intervenuti S. Mitchell, The Cult of Theos Hypsistos betweeen Pagans, Jews and
Christians, in AA. VV., Pagan Monotheism in Late Antiquity, ed. P. Athanassiadi - M. Frede, Oxford, 1999, 83-148; Y. Usti
nova, The Supreme Gods of the Bosporan Kingdom, Leiden-Boston-K?ln, 1999,203-254; M. Stein, Die Verehrung des Theos
Hypsistos: ein allumfassender pagan-j?discher Synkretismus?, in EA 33 (2001), 119-125; G. W. Bowersock, The Highest God
with particular reference to North-Pontus, in Hyperboreus. Studia Classica 8,2 (2002), 353-363.
7 ? di quest'idea M. Taceva-Hitova, Dem Hypsistos geweihte Denkm?ler in den Balkanl?ndern, in BSt 19 (1978), 64;
ead., Eastern Cults in Moesia Inferior and Thracia, Leiden, 1983,209. Hypsistos e Serapide sono invece trattati come divinit?
distinte da C. Edson, Cults of Thessalonica, in HTR 41 (1948), 187 e da C. vom Brocke, Thessaloniki. Stadt des Kassander und
Gemeinde des Paulus. Eine fr?he christliche Gemeinde in ihrer heidnischen Umwelt, T?bingen, 2001, ehe alle pp. 217-222
dedica un breve excursus al culto di Hypsistos, considerato come aut?noma divinit? pagana.
SSIRIS 7 58.

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124 S. Campanelli

a) b)
a. fin. s. I p. TOO TpiK?El a. fin. s. I p. OeC?l
v?pxov Kai 'Yyiorcoi
vrr?p Crrr?p
T (DAccov?ov T OXaouiov
5 'A|i?VTOC TOO 5 E?KTipi?vou uiou
u?ou cojto? 'ApiO[v]Ta> toO
intervallum 0,12
[TpiK?6l]V0(pXOU
o? CrrroyeypaiJiia? [o? Crrroye]ypamJi?voi
voi owkAitoci [auvKX]?Tai
T O?ocouio? Aiov?aioc io [T- OXao?ios* E0]kti|?6vou <~uios r 'An?vras
10 T OAcco?ioc 'AiiOvras [-Si?!-A]iocTKoup?8ou
Zco??o? 2c?(jmonrpas [-Si -NeiK]OTTO?6COS
0eo6?s } -_? _"_-pas
8??8copos 'EiTiii?vous A_*?i_Z.?I
M v O?io?ios 'Ov?rennos 15 0eo8as> EA[_--5--Aio]?Koupi8ou
15 Eu?ouAi8r)c 'Ycck?vOov QeoScopos 'E-rreiii?vous
Moctxo? A r (Drjouos "AXi^os
Aiov?crios KAeoTr?rpac M' OOioOios 'Ov{i}f|OTiios
'AaiocTiK?c QiAoc? A' 'Ath??io? Zekouv?os
M?pKos 'Epu?pcoTO? 20 E0?ouXi8r|s 'YockOvOou
20 9eo8ffe TTpcoTcc Ti KXau?ios ['AJyocOOTTou?
A TTeTpcovios OuaX<r|>? M?caos 7
cD??itcttos 'Emy?vou? AiovOctio? KXeoTraTpa? ? Kal T?iaivo?
K TTojjiTrc?vios Zcoai?ioc 'AaiariK?? OiXas
M 'Ep?vvio? Zcoctiho<s> 25 Tv v 'Oicrao?ios EOrmepos
25 A MeivocTio? BO?Aos K' Mivo?kios cPoO?o? IS ? Kai 'Epiafjs
K?aaavSpos 9A?ic?|?octos M<a>pKos cEpii?pcoTos
T Mou?io? 'PfjyAos GeoBfis TTpcoTa ^ Geao^a?oviKeu?)
M ZepouiXios Kpf|CTKr|s Ti- KXaOSios A?y{i}vnrTos
Ti KXaO?io? K?p?cov 30 'AvT^avrjs 'Ettikpotous
30 TTepe?Tocs ArjiJirjTpiou A v Tpe?ios TTpeiny?vri?
'A-n-sAXoc? 'AiroAovifou] (!) A ~ TTeTpcovios O0<a>Xris
5av6?cov 'AcTiocTiKou O?Xittttos 'Emyevous
M Mout??ios 60paos K TTojA-rrobvios Icocri?ios
Ti KAau?io? 'AyocOOTTOU? 35 T"I<a>p?novos T 3> KepT?nnou
35 Armr|Tpios Aiovuaeiov M' 'Ep?vvios Zc?cTi|ios
A <Df|cnos SeOOtis M eEp?vvios 'PcojJiav?s
h IS AOios Aa?Tos A ~ Meivcrrios BO?Xos
?S) Ga?A?? ~ EOtuxou KopivOio? M ~ 'Avrrcbvios r TTote?tos
T Z?pios ZekoOv?os 40 K?acravSpos * 'A?iconorros
40 K TToinrovios(!) Ni*|8vnos PT] TTott?XXios BaX?os
r ooi?ioc np?jjios T Mo?Xios cP?iyXos
r MapKto? Ksot?s M IS lepov?Xios Kpf|OKr|s
? II O?eToOpio? SskoOvBos T IS KXa08ios K?p?cov
intervallum 0,08 intervallum c. o,oy
T 'OlCTOCOVlO? O0VT8?OS 45 M ? Mout?Xios 0<Op>aos
45 T OOi?ioc 'Otttotos Ti- KXa08ios 'AyaOcbirous (!)
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NeiKCKTTpocTOS IS NeiKoaTp?rou
A Konivio? 'Aya?rmepo?
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vacat

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Kline e synklitai nel culto di Hypsistos 125

valenza aut?noma e non attributiva dell'epiclesi appaiono pi? convincenti, corne si tentera di mostrare.
Inserite in un fen?meno cultuale unitario, ma localmente differenziato, che investe Tintero bacino orienta
le del Mediterr?neo,9 le due iscrizioni assumono particolare rilievo, saldandosi, in una linea di continuit?
esile, ma significativa, con le altre sporadiche testimonianze sulle pratiche liturgiche connesse con il culto
del Dio Altissimo. Coerente con tale impostazione metodol?gica appare la scelta di considerare congiun
tamente le dediche nelle quali compare l'epiclesi Theos Hypsistos (o semplicemente Hypsistos) e quelle
in cui il dio ? designate con la formula Zeus Hypsistos, ehe, pur contenendo un richiamo alla tradizione
olimpica, sembra riferirsi gen?ricamente a una divinit? suprema e astratta, svincolata da connotazioni mi
tologiche.10 Considerando inoltre ehe in alcune localit? le due epiclesi appaiono equivalenti e sono corne
tali indifferentemente utilizzate dai devoti,11 in questa trattazione si far? riferimento ad entrambe con la
sint?tica denominazione Hypsistos.
L'adesione a tale prospettiva unitaria rende a maggior ragione necessario spiegare Tinnegabile rela
zione logistica e rituale che lega Theos Hypsistos a Serapide nella citt? di Tessalonica. La presente nota
si propone di discutere tale complesso di questioni, attraverso l'analisi della terminolog?a, in rapporto ai
pi? stringenti paralleli letterari ed epigrafici, e la contestualizzazione delle due dediche nella compagine
epigr?fica e cultuale del Serapeo tessalonicese.
I termini xpiK?,eivap%r|? e auvic?ixai consentono di individuare nella convivialit? sacra un momen
to centrale delTattivit? associativa. La pratica del banchetto rituale attiene, in un'ampia variet? di forme
ed espressioni, a sfere cultuali diverse,12 assumendo particolare significato in ?mbito coll?giale,13 fino
a diventare, in alcuni casi, la finalit? precipua delle riunioni.14 Il termine kline, nella fattispecie, ricorre
in testi epigrafici menzionanti edifici (oikoi) e arredi deputati all? svolgimento dei banchetti cultuali15 e
assume una valenza formulare in relazione ai theoxenia, riti che pre vede vano, non di rado in associazione
con il sacrificio, 1'allestimento di letti e tavole imbandite con cibi e bevande per dei o eroi invitati a ban
chetto nei santuari (xt]v oxpcoaiv xfj? k?iivt|? Kai xr)v KOG|ir|aiv xfj? xpocTt??ri?).16 L'offerta di vivande in
forma commestibile determinava senza dubbio, rispetto al fumo sacrif?cale, un maggiore avvicinamento
tra sfera umana e sfera divina, senza tuttavia necessariamente implicare la commensalit? tra uomini e
dei, respinta, in linea gen?rale, dal pensiero religioso tradizionale dei Greci, che la relegava nella mitica

9 Cfr. S. Mitchell, The Cult of Theos Hypsistos (n. 6).


10 Cfr. A. D. Nock et al., The gild of Zeus Hypsistos, in Essays on Religion and the Ancient World I, Oxford, 1972,420;
M. L. West, Towards Monotheism, in AA. VV., Pagan Monotheism (n. 6), 22sgg.
11 Si considerino, ad esempio, le dediche ateniesi provenienti dal santuario di Hypsistos sulla Pnice: IG IP 4798,4802,
4808 (Zeus Hypsistos); 4782,4784,4807 (Theos Hypsistos); 4738; 4783; 4799; 4800; 4801; 4803; 4804; 4806; 4809 (Hypsi
stos).
12 Cfr. F. Poland, Geschichte des griechischen Vereinswesens, Leipzig, 1909,152; A. D. Nock, The cult of Heroes, in Es
says II (n. 10), 582-584; M. H. Jameson, Theoxenia, in AA. VV., Ancient Greek Cult Practice from the Epigraphical Evidence.
Proceedings of the Second International Seminar on Ancient Greek Cult, organized by the Swedish Institute at Athens, 22-24
November 1991, Stockholm, 1994, 39sgg.; per una trattazione complessiva del tema attraverso le fonti iconografiche v. J.-M.
Dentzer, Le motif du banquet couch? dans le Proche-Orient et le monde grec du VII au IV si?cle avant J.-C, Rome, 1982 (in
particolare per la kline cfr. 516sg.).
13 Cfr. F. Poland, Geschichte (n. 12), 258sgg.
14 Cfr. M. F. Basiez, Recherches sur les conditions de p?n?tration et de diffusion des religions orientales ? D?los (IIe-Ier
s. avant notre ?re), Paris, 1977,197sgg.; L. Moretti, Il regolamento degli Iobacchi ateniesi, in AA. VV, L'association diony
siaque dans les soci?t?s anciennes, Actes de la table ronde organis?e par l'?cole Fran?aise de Rome (Rome, 24-25 mai, 1984),
Roma, 1986,253sgg.
15 Per connessione tra 0i)aia e k??voci e per la funzione conviviale degli ambienti con klinai cfr. LSCG 47; IG XII9,906,
11. 8-9 (TpiK^eivov 8ei7WiGTnpiov); per 1' o?ko? ?ni?Kkivoq corne luogo deputato al banchetto cultuale nel k?jtco? di Eracle
a Taso cfr. M. Launey, Le verger d'H?rakl?s ? Thasos, in BCH 61 (1937), 401sgg. e G. Roux, L'H?racleion Thasien, in BCH
Suppl. 5 (1979), 206sgg.; per la funzionalit? dell'architettura templare alio svolgimento dei banchetti rituali e per la prevalente
denominazione delle sale da banchetto con il termine oikos v. C. B?rker, Festbankett und griechische Architektur, in Xenia 4
(1983), 13sgg.
16 Cfr. J.-M. Dentzer, Le motif, 516 e M. H. Jameson, Theoxenia (n. 12).

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126 S. Campanelli

et? dell'oro.17 Corne sviluppo dei theoxenia ? interpretato da alcuni il banchetto serapiaco, che prende la
peculiare denominazione di kline;ls neppure in esso si realizzerebbe, secondo Nock,i9 una effettiva comu
nione tra uomo e dio, bench? Serapide vi assuma contempor?neamente il ruolo di "guest" e quello attivo
di "host". La pi? cospicua testimonianza su taie aspetto della teologia serapiaca ? rappresentata ddlVInno
a Serapide di Elio Aristide, interamente dedicato alla celebrazione enoteistica del dio egizio: tra le mani
festazioni della filantrop?a e dell'immanenza divina l'autore include la partecipazione di Serapide stesso
al sacro banchetto e la condivisione dei cibi, intesa corne pieno compimento della Koivcovia tra l'uomo
e il dio.20 Le parole di Aristide sembrano trarre particolare conferma da una delle attestazioni papiracee
di inviti alla kline di Serapide, Tunica nella quale ? il dio stesso a rivolgere l'invito a un fedele (ica?,e?
G? ? 0e?? ei? K?,eivr|v).2i L'appello divino come impulso essenziale alla celebrazione del banchetto sera
piaco risulta evidente anche in un'epistola, trasmessa da un papiro, nella quale il mittente, accingendosi
agli onerosi preparativi per la kline, afferma l'impossibilit? per l'uomo di opporsi alla volont? del dio (11.
15-16: Kai y?p ?vxuc?v av0pco7io? oi) Suvaxai xco KDpicp Lapa7u8i).22 Al duplice ruolo di ?aixujLicov e
8Gxi?xa>p, che Elio Aristide attribuisce al dio egizio,23 sembra ricondurre l'espressione ??pavd xe k?,i
GjLioi xe 0eoic^r|xoi)? E7ri ?oc?xoc? nell'aretalogia serapiaca di D?lo,24 che comm?mora l'introduzione del
culto di Serapide nelTisola, menzionando edifici sacri e arredi deputati aile attivit? liturgiche: l'ambiva
lenza dell'aggettivo ?eOK?rjxo?, ugualmente riferibile all'ospitalit? offerta o ricevuta dal dio,25 stabilis?e
una reciprocit? tra Serapide e i suoi fedeli, suggerendo, ancora una volta, l'idea della compartecipazione.
La presenza divina nei banchetti rituali, del resto, doveva essere consueta in Egitto, corne sembra risultare
da un passo di Ateneo,26 che prospetta l'abbandono del convito da parte del dio indignato come estrema
conseguenza della brutalit? e dell'intemperanza che caratterizzano i ?e?7iva del suo tempo, specialmente
quando i commensali son? di provenienza alessandrina; il sapore t?pico dell'immagine (7capaKaAi)\|/?|ie
vo? ? 0e?c o?%r|Gexai Kaxa^urcov ox> ji?vov xov oikov ?Xk? Kai xfjv n?Xiv anacav) e il riferimento ad
Alessandria avvalorano l'ipotesi che il 0e?c al quale Ateneo allude sia proprio Serapide. Da un passo di
Filone di Alessandria, an?logamente pol?mico nei confronti degli eccessi conviviali,27 emerge il l?game
della kline con T?mbito egizio; il termine vi ? infatti usato, con estensione di significato, per indicare i
viziosi 0?aGOi noXv?vQptonoi alessandrini, presieduti da facinorosi GDjajtOG?apxoi o KA,?vap%oi. Sebbe
ne l'autore non faccia riferimento a Serapide n? ad altre divinit? protettrici di questi circoli di smodati
gaudenti, il passo ? di grande int?resse, perch? riflette una terminolog?a di uso corrente in Egitto, come
mostra l'espressione gwvo?oi Kai K^?vai 7ipOGOVO|ia?ovxai vno x v ?yx picov. La connessione del
termine xpiK?,eivapxr|? e degli affini K?,ivap%o? / K?,ivap%r)? e 7tpcoxoK?,ivapxo? con l'associazionismo

17 Cfr. L. Bruit, Les dieux aux festins des mortels. Th?ox?nies et xeniai, in AA. VV., Entre hommes et dieux. Le convive,
le h?ros, le proph?te, Paris, 1989,13sgg.
18 Cfr. H. C. Youtie, The kline of Sarapis, in HTR 41 (1948), 13sg.; L. Koenen, Eine Einladung zur kline des Sarapis,
in ZPE 1 (1967), 121-126; R. Merkelbach, Isis regina - Zeus Sarapis. Die griechisch-?gyptische Religion nach den Quellen
dargestellt, Stuttgart-Leipzig, 1995,165sg. Per le attestazioni epigrafiche della kline di Serapide cfr. SIRIS 265; 720; CE 20.
19 The cult of Heroes (n. 12).
20 Ei? l?pocTiiv 27. Sul carattere sacrale e non puramente edonistico della kline serapiaca v. il commento ad loc. di A.
H?fler, Der Sarapishymnus des Ailios Aristeides, Stuttgart-Berlin, 1935,94sgg.
21 Cfr. L. Koenen, Eine Einladung (n. 18); per altre attestazioni di inviti alla kline serapiaca cfr. J. F. Gilliam, Invitations
to the kline of Sarapis, in Collectanea Papyrologica. Texts published in honor of H. C. Youtie I, Bonn, 1976,315-324; G. H. R.
Horsley, Invitations to the kline of Sarapis, in New Documents Illustrating Early Christianity 1, Macquarie University, 1981,
5sgg.
22 Cfr. H. C. Youtie, The kline (n. 18), 16.
23Cfr.5w/?ra,n.20.
24 CE 1,1. 65.
2^ Cfr. ibid., n.adloc.;L. Koenen, Eine Einladung (n. 18), 123; H. Engelmann, The Delian Aretalogy ofSarapis, Leiden,
1975,43.
26 X 420e-f.
27 InFlacc. 136-137.

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Kline e synklitai nel culto di Hypsistos 127

egiziano ? confermata, in epoca pi? tarda (TV/W sec. d.C), da alcune attestazioni epigrafiche provenienti
dalla Nubia e dal santuario isiaco di Philae.28
Anche a Tessalonica la pratica della kX?vti e la terminolog?a ad essa legata appaiono strettamente
connesse con il culto egizio, che nella citt? macedone ebbe una cospicua fioritura a partir? dal III sec.
a.C. e fu precocemente ufficializzato, come si ? desunto da un rescritto di Filippo V relativo alla gestione
dei b?ni del Serapeo (187 a.C.).29 Il valore di questo documento come testimonianza dell'avvenuta uffi
cializzazione del culto ? ridimensionato da C. vom Brocke,30 il quale fa notare la completa assenza delle
divinit? egizie dalle leggende monetali di et? ellenistico-romana e la mancanza di attestazioni epigrafiche
relative a intervenu statali nell'attivit? edilizia del Serapeo, che sembra affidata ?nicamente alla munifi
cenza privata; a un inserimento delle divinit? egizie nel pantheon ufficiale di Tessalonica fa tuttavia pen
sare, a mio avviso, l'ubicazione del loro santuario a ridosso delTarea sacra destinata, fin da et? ellenistica,
ai culti pubblici, tra i quali figura anche quello imp?riale.3! Al culto ufficiale di Serapide sembra inoltre
legata l'associazione dei G\)v0pr)GKe'oxai K?eivri? 0eoi) \ityaXo\) Xaparciooc, che nella prima meta del III
sec. d.C. onorano, ?oyjiaxi xfj? KpaxiGxri? ?ouArjc Kai %eipoxov?a iep xaxoi) ?rnioi), il loro rcpoGxaxri?,
il macedoniarca Aelius Nikanor, un personaggio di rilievo nella vita pubblica tessalonicese.32 Sembra
invece provenire da un'associazione privata la dedica in onore di Aulus Papius Chilon, benem?rito per
l'istituzione di un oiko?, che doveva rappresentare il luogo di riunione per i membri del suo sodalizio, gli
iepaqxSpoi gdvk?itoci, posti sotto il patrocinio di Anubi (prima meta del II sec. d.C.).33 ? probabile, corne
sostiene C. Edson,34 che gli hieraphoroi, ministri ufficiali del culto egizio, si riunissero privatamente in
veste di banchettanti e disponessero a tal fine di un apposito locale, situato nel suburbio della citt?, dove
la stele ? stata rinvenuta; non si pu? comunque escludere che la pietra fosse originariamente collocata
altrove e che sia stata qui trasportata per ragioni di reimpiego.35
La connessione di kline e synklitai con l'associazionismo egiziano non sembra tuttavia un argomento
sufficiente per sostenere l'identit? tra Hypsistos e Serapide. Alla specializzazione in senso serapiaco del
termine kline, infatti, non fa riscontro un'an?loga specializzazione dei composti synklitai e synklinoi, che
nelle fonti letterarie ed epigrafiche sembrano rispecchiare la genericit? di significato ad essi assegnata dal
lessicografo Polluce: ? ?? 7tapaKaxaKeijuevo? xivi GDjmroxric, gdyk^?xti?, 7iapaK?axr)?* G'oyK?ivov ??
M?vav?po? ?iyei.36 Le scarse attestazioni epigrafiche, quasi tutte provenienti dalla Grecia continentale,
sono generalmente relative ad associazioni di banchettanti che si pongono sotto T egida di una divinit?. In
una mutila iscrizione ellenistica rinvenuta al Pireo e proveniente, forse, dal locale Asklepieion, l'espres
sione [oi ?v xco - -] oiKcp a-?yicAavoi introduce un frammentario catalogo di sodales.31 Una dedica mace
done di et? imp?riale ? posta al [0ecp] "Hpcoi trace dai ovjKXuai v?[oi], dei quali sopravvive qualche
traccia onom?stica.38 Pi? difficile risulta stabilire la natura, simpos?aca o cultuale, di un'iscrizione tessala

28 T. H?gg, Nubicograeca I?III (Bemerkungen zu griechischen Texten aus Nubien), in ZPE 54 (1984), 101-105; E.
Bernand, Les inscriptions grecques de Philae II (Haut et bas Empire), Paris, 1969, nr. 199.
29 IG X 2,1,3; cfr. C. Edson, Cults of Thessalonica (n. 7), 181sg.; R. Salditt-Trappmann, Tempel der ?gyptischen G?tter
in Griechenland und an der Westk?ste Kleinasiens, Leiden, 1970,47-52; F. Dunand, Le culte dTsis dans le bassin oriental de
la M?diterran?e, II (Le culte dTsis en Gr?ce), Leiden, 1973,59-60.
30 Thessaloniki (n. 7), 133.
31 Cfr. M. Vitti, H TIoXeooopiKr? E^eXi^rf tt?c OeooaXov?Kri?. Ano rr?v I?pvaij t?]? ? ? xov TaX?pio, Athenai, 1996,
88sgg.
32 IG X 2,1,192. Cfr. C. Edson, Cuits (n. 7), 187.
33 IG X 2,1,58.
34 Cults (n. 7), 183-188.
35 Cfr. C. vom Brocke, Thessaloniki (n. 7), 138, n. 141.
36 Cfr. anche Plut., Mor. 149b e 503a.

31 IG Il/IIP 2350; cfr. L. Robert, Collection Froehner I (Inscriptions grecques), Paris, 1936,5sg., nr. 8.
38 G. Mihailov, Deux inscriptions de la province romaine de Mac?doine, in Ancient Macedonian Studies in Honor of
Charles F. Edson, Thessalonica, 1981,259-263.

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128 S. Campanelli

che menziona due coppie di G\)yK?,ixai.39 La terminolog?a connessa con la kline trova applicazione an
che in ?mbito efebico, corne mostra la lista ateniese di G\)ve(pr|?oi Kai GDvxp?K^eivoi Kai (pi?oi (IV/III
sec. a.C.).40 La stessa genericit? di significato si riscontra nell'uso di KaxaK?ivco, attestato in due decreti
onorari ateniesi di II sec. a.C, emanati da un oiko? di banchettanti, probabilmente connessi con l'ambito
della navigazione.4!
Un secondo argomento induce a rifiutare l'identificazione tra Van?nimo Hypsistos venerato dai synkli
tai e Serapide. A Tessalonica non trova riscontro Tuso, epigr?ficamente attestato altrove, di far riferimento
al dio egizio mediante epiclesi sincretistiche o formule enoteistiche che ne sostituiscono il nome pro
prio:42 da un esame delle titolature serapiache attestate nelle iscrizioni della citt? macedone risulta infatti
che il nome proprio del dio, raramente accompagnato da attributi, ? sempre esplicitamente ricordato, sia
nell'unica dedica indirizzata a lui solo, sia in quelle, pi? numer?se, nelle quali Serapide ? associate, in
combinazioni varie, a Iside, Anubi, Arpocrate o, gen?ricamente, ai synnaoi theoi\A3 la designazione del dio
egizio mediante un'epiclesi tanto gen?rica e astratta corne Theos Hypsistos contrasterebbe perianto con la
tradizione epigr?fica locale. N? sembra rivestire un decisivo valore probante a favore dell'identificazione
la dedica lusitana T\|?gxco Iep?7tioi:44 come nell'?nico altro caso noto,45 infatti, Tuso di hypsistos in fun
zione attributi va ? segnalato dal suo accostamento al nome proprio della divinit? alla quale si riferisce; dal
documento ib?rico si puo semmai trarre conferma della stretta parentela spirituale tra Serapide e Hypsistos
sul piano delle connotazioni ad un tempo universalistiche e personali, che trovano compiuta espressione
mlVInno di Elio Aristide. L'immanenza e la filantrop?a di Serapide, gi? evidenti nella pratica della kline,
si manifestano anche nella funzione salutare del dio, che si esplica nel duplice senso di guarigione dalla
malattia46 e di protezione da pericoli marini o d'altro genere.47 Entrambi gli aspetti sono riconducibili alia
forte connotazione soteriologica delle divinit? supreme ellenistico-romane, che tendono a trascender? le
specializzazioni funzionali e le settoriali sfere di competenza del pantheon tradizionale per assurgere a
una dimensione salvifica totalizzante;48 se l'onnipotenza di Serapide rappresenta una garanzia di adempi
mento delle richieste umane, spesso legate ai bisogni primari,49 la salvezza da lui apportata si estende alia
sfera spirituale: Elio Aristide include l'anima tra gli elementi costitutivi della vita umana sui quali il dio
esercita la sua ben?vola giurisdizione.50 Concetti analoghi si ritrovano nell'aretalogia isiaca di Maronea,
39 N. I. Giannopoulou, 'Ejcrypoupai Geaooc^?ac, in Ap%. E(p. 1931,177.
40 IG Il/IIP 2030,11.12-14.
41 Cfr. L. Robert, Inscriptions d'Ath?nes et de la Gr?ce Centrale, in Ap%. E(p. 1969,7-14.
42 Con Serapide e Iside vanno probabilmente identificad, ad esempio, lo Ze?? ? Tc?vxcov Kporccov e la Mrjirip \iEyakr\ t]
7KXVTCDV Kpaxoi)Gr| in CE 50 (cfr. n. ad loc).
43 Cfr. IG X 2,1,75-80; 82-83; 85-93.
44 C?r. supra, 123.
45 CCCAIII 236 ("Arcei \)\|/?Gtcp); ? invece incerto se sia sincretistica o attributiva la valenza di hypsistos in una dedica
pergamena a "H^io? 0eo? "Y\|/igto? (Inschr. von Pergamon, 330) e in un' altra proveniente da Amastri a 0e?? "Y\|/igto?
"H?io? (?Jh. 28 [1933], 64-66).
4^ Cfr. Elio Aristide, Ei? l?pamv 18, su cui v. commento di A. H?fler, Der Sarapishymnus (n. 20), 54sgg.; la funzione
guaritrice di Serapide ? attestata nelle fonti letterarie ed epigrafiche: cfr. SIRIS 261; 268; Artem., Onirocritica II 44; Diog.
Laert. V 76; Cic, Div. II123; Tac, Hist. IV 82-84; per il rapporto tra Serapide e Asclepio cfr. J. E. Stambaugh, Sarapis under
the early Ptolemies, Leiden, 1972,75-78; SIRIS 161 (Ail Xaparci?i 'Agkatitcuo iaxpco).
47 Cfr. Elio Aristide, Ei? E?pcuciv 28 e A. H?fler, Der Sarapishymnus (n. 20), 98sgg.; SIRIS 198; 280; 406; CE 72; per
Serapide corne protettore dei naviganti cfr. CE 153; M. Romero Recio, Cultos mar?timos y religiosidad de navegantes en el
mundo griego antiguo, Oxford, 2000,90-91.
48 Cfr. Ei? l?pamv 21sgg.; in gen?rale v. E. Usener, G?tternamen, Frankfurt, 1948,338; R. Turcan, Les cultes orientaux
dans le monde romain, Paris, 1989, 30-33.
49 Sullo stretto rapporto tra grandezza delle divinit? ellenistico-romane e loro disponibilit? all'ascolto delle esigenze uma
ne cfr. H. S. Versnel, Religious mentality in ancient prayer, in AA. VV., Faith, hope and worship. Aspects of religious mentality
in the ancient world, Leiden, 1981,34sgg.; Serapide ? detto uiya? in SIRIS 346; 417; 458; 537; 798; 801; l'epiteto ? ricorrente
nei casi in cui il dio ? assimilato a Zeus Helios: SIRIS 261; 335; 336; 350; 366; 367; 375; 384; 385; 405; 406; 527; 550; 551;
556; 708; 774; 777; 799; 802; per TcavxoKp?xcop come attributo di Iside e Serapide cfr. supra, n. 42.
50 Ei? l?parciv 16-17.

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Kline e synklitai nel culto di Hypsistos 129

che con l'espressione iuovotj? yocp ? ?ioc u|i?? 0eo\)? oi?ev (1. 20) sintetizza tutte le fasi della vita umana
aile quali Iside e Serapide, unici tra gli dei, presiedono, dispiegando in tal modo la loro onnipotenza.5!
Che la salvezza apportata dalle due divinit? egizie riguardi anche l'anima ? confermato dall'aretalogia d?
lia, nella quale aile 11. 33-34 (cgG?oigiv ?? Gacoxope? ai?v ekegQe ?v?paGiv o? Kax? rc?vxa v?coi OGia
cppov?o\)Giv) viene esplicitato il nesso tra salvazione e purezza interiore.52 Come ? noto, l'universalit?
di Serapide trova corrispondenza sul piano c?smico e solare,53 senza tuttavia risolversi nel panteismo,
perch? egli resta un dio trascendente, al quale si addicono l'epiteto KOG|uoKp?xcop, che gli viene attribuito
in un'iscrizione di Roma54 e l'?quivalente espressione GU|i7ravxo? xov kogjiod ?eGTioxrj?, a lui riferita in
una dedica efesia.55 Completano coerentemente il quadro le attribuzioni regali, non infrequenti nelle iscri
zioni serapiache: in un epigramma rinvenuto a Cizico Serapide ? detto \)\|/?0pove Ko[ip]ave ko[g]ho\) Kai
%0ovo[?;56 an?logamente, in un'iscrizione proveniente dalla Bitinia egli ? definito Koipavo? ?Gav?xcov,57
mentre altrove assume l'epiteto KUpio?.58 Una ricorrenza di appellativi monarchici si riscontra, infine,
anche mlVInno di Elio Aristide.59
I medesimi aspetti di immanenza e trascendenza sono rintracciabili nella figura di Hypsistos. La
componente soteriologica si manifesta nella funzione guaritrice, che il dio assume ad Atene e a Cipro,60
ma anche nella protezione dai pericoli del mare, corne risulta dalla dedica tessalonicese - non a caso
rinvenuta nel Serapeo - ?ecp T\|/iGxcp jneyiaTcp Gcoxfjpi, posta da un tale per la salvezza ottenuta da un
grave pericolo marino (gcooei? ek jneya?xp kwowod xo? Kax? G??axxav);6! un ex-voto proveniente
dalla Tracia, inoltre, rende grazie a Hypsistos per l'incolumit? del sovrano Roimetalkes II e di sua moglie
all'indomani di una minaccia bellica;62 da imprecisati rischi, infine, il dio ? salvatore in una dedica di Gor
gippia (GcoG?vxe? [ek (Liey?Xcov kivJ?wvcuv).63 L'onnipotenza divina, di cui l'aspetto salutare costituisce
una specializzazione, appare gi? intuibile nel superlativo hypsistos, che colloca il dio in una dimensione
di trascendenza logistica e morale,64 ma si esprime pienamente nell'attributo TtavxoKp?xcop, che egli ri
ceve in alcune dediche bosporane.65 Ad esse fanno significativa eco le testimonianze patristiche66 relative

51 Cfr. Y. Grandjean, Une nouvelle ar?talogie dTsis ? Maron?e, Leiden, 1975,69.


52 Cfr. H. Engelmann, The Delian Aretalogy (n. 25), 28.
53 Cfr. U. Bianchi, Il "dio c?smico" e i culti "cosmopolitici", in AA. VV., Mythos. Scripta in honorem Mart? Untersteiner,
Genova, 1970,97-106. L'assimilazione di Serapide ad Helios trova espressione nella ricorrente epiclesi Zev? "H?io? E?cpocrcic,
non di rado congiunta a professioni di fede enoteistica (ei? Ze?? "H?ao? Xapa7ti?): per le attestazioni epigrafiche cfr. supra,
n. 49; per altre formule sincretistiche, che segnalano la sostanziale unit?-identit? dei grandi d?i universali cfr. S. Perea - S.
Montero, La misteriosa inscripci?n Ispana a Zeus, Serapis y Iao: su relaci?n con la magia y con la teolog?a oracular del Apolo
de Klaros, in AA. VV., 'Emypaya?. Miscellanea in onore di Lidio Gasperini, a cura di G. Paci, II, Tivoli, 2000,711-736.
54 SIRIS 389 (cfr. IGUR1194).
55 Cfr. L. Vidman, Caracalla e Serapide in una iscrizione di Efeso, in StudClas. 24 (1986), 143-147.
56 SIRIS 320.
57 SIRIS 325.
58 SIRIS 26; 172; 306.
59 Cfr. A. H?fler, Der Sarapishymnus (n. 20), 46^7.
60 Per Atene cfr. SEG 37 (1987), 142; supra, n. 11; per Cipro cfr. P. Perdrizet, Notes sur Chypre, in BCH 20 (1896),
361-363; si tratta, nella maggior parte dei casi, di dediche anatomiche: sul tema v. F. T. Van Straten, Gifts for the gods, in AA.
VV, Faith, Hope and Worship (n. 49), 105sgg.
61/GX2,1,67.
62 IGBulg I2 399.
63 SEG 32 (1982), 790.
64 Cfr. C. Colpe - A. Low, Hypsistos, in RAC 16, Stuttgart, 1994, 1035-1056; si noti che A. B. Cook, Zeus. A Study in
Ancient Religion II2, Cambridge, 1925, 868sgg. inserisce Hypsistos tra le epiclesi montane di Zeus.
65 CIRB 1126; IOSPEII400; 401; supra, n. 63.
66 Greg. Nazianz., Or. 18,5; Greg. Nyss., Ref. c. Eunom. 38. Per la connessione tra le dediche bosporane a Hypsistos e
le testimonianze patristiche relative agli T\|/urc?puH, cfr. E. Sch?rer, Die Juden im bosporanischen Reich und die Genossen
schaft der oe?ojievoi Oe?v \)\|/icrcov ebendaselbst, in Sitzber. der preuss. Akad. der Wiss., 4 (1897), t. XIII, 200-225; le argo
mentazioni di Sch?rer sono state recentemente riprese e sviluppate da S. Mitchell, The Cult of Theos Hypsistos (n. 6).

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130 S. Campanelli

alla setta giudeo-pagana degli T\|/iGx?pioi o T\|/iGxiavoi, dediti, nella Cappadocia di IV sec. d.C, al
culto di un ?nico dio, Altissimo e onnipotente (7cavxoKp?xcop), che essi veneravano attraverso il fuoco e
l'accensione delle lucerne, una pratica riconducibile alla natura c?smica e solare della divinit? stessa.67
L'uso rituale delle lucerne trova riscontro nelle testimonianze archeologiche ed epigrafiche relative al
culto di Hyp sis tos.6S II caso pi? significativo ? rappresentato da una dedica di Enoanda (III sec. d.C),
incisa su un altare scolpito a rilievo in un blocco lapideo della cinta murar?a ellenistica; sulla sommit? di
esso ? visibile l'alloggiamento della lucerna votiva cui si riferisce l'iscrizione sottostante: Xpce>|naxi? Qe&
\)\|??gxco x?v Xv%vov e\)x[r\]v.69 La dedica assume particolare valore sul piano cosmol?gico ed enoteistico
se posta in connessione con il noto oracolo di Enoanda,70 inciso, nello stesso tratto murario, su un altare
an?logamente ricavato da un blocco lapideo. Collocandosi nel medesimo contesto archeologico dell'ora
colo, la dedica di Chromatis pu? essere legittimamente interpretata come umile traduzione cultuale del
responso teosofico,7! che identifica la divinit? suprema con l'A?0T|p 7tav??p%r|?, dimorante nel fuoco (?v
7T?pi va?cov): l'eterea sostanza divina, che di s? pervade l'universo, si manifesta nella forma dell'incendio
c?smico, al quale la fiamma delle lucerne attinge, consentendo al fedele una congiunzione ideale con
l'essenza del dio.72 La connessione di Hypsistos con la sfera c?smica sembra confermata da un passo di
Cirillo di Alessandria relativo a una setta siro-palestinese, che associa al culto del Dio Altissimo la venera
zione della terra, del cielo, del sole e della luna.73 Un riflesso iconogr?fico di tali aspetti pu? essere coito,
a mio avviso, in una stele macedone,74 dedicata a Hypsistos, che mostra una combinazione tra simbolismo
uranico-solare (aquila, rosette)75 e simbolismo ctonio (crescente lunare), a indicare, verosimilmente, la
totalit? e la compiutezza dell'essere supremo, nel quale tutte le polarit? coincidono.76 Ma, come nel caso
di Serapide, ci? non implica una spersonalizzazione in senso panteistico: la trascendenza di Hypsistos ?
riaffermata, se ? legittimo il nesso stabilito con l'oracolo di Enoanda, dall'epiteto solare 7iav?ep%r|?,77 al
quale corrisponde l'analogo 87i?7cxr|c, attribuito a Hypsistos in un epitaffio alessandrino,78 che chiama il
dio, insieme a Helios e Nemesi, a vendicare un delitto di sangue. An?logamente, in due invocazioni di

67 Sul significato teol?gico dell'accensione delle lucerne cfr. M. P. Nilsson, Lampen und Kerzen im Kulte der Antike, in
M. P. Nilsson, Opuscula Selecta III, Lund, 1960,189sgg.
68 Cfr. TAMY 2,1400; P. Chrysostomou, H tacipe?cc xo? Aux ? KaipiKou 9eo?, in AA 44-46 (1989-91), 43, nr. 3; IG
Bulg. IV 1943; P. Bruneau, Exploration de D?los, 26 (Les Lampes), Paris, 1965, nr. 4380 (cfr. anche nr. 3210).
69 Cfr. A. S. Hall, The Klarian oracle at Oenoanda, in ZPE 32 (1978), 264sgg.
70 Cfr. G. E. Bean, Journeys in Northern Lycia 1965-67, in Denkschr. Ak. Wien, phil.-hist. Klasse, 104 (1971), 20-22, nr.
37 (ed.princ).
71 Cfr. S. Mitchell, The Cult of Theos Hypsistos (n. 6), 83sgg.; la prima formulazione dell'ipotesi si deve a A. S. Hall,
The Klarian oracle (n. 69).
72 Cfr. S. Mitchell, The Cult of Theos Hypsistos (n. 6), 91sg.; per Vekpy rosis come componente della cosmicit? divina cfr.
U. Bianchi, II "dio c?smico" (n. 53), 103; Id., La religione greca, in AA. VV, Storia delle Religioni, diretta da G. Castellani,
III, Torino, 1971,337sgg.
73 De Adoratione in Spiritu et Vert?ate 3,92.
74 Cfr. P. Chrysostomou, H taxxpe?oc (n. 68), 31, nr. 3 e rciv. 7 ?.
75 Per la valenza ur?nica e solare dell'aquila cfr. E. Oder, Adler, iriREl 1, Stuttgart, 1893, 373sg.; per le rosette corne
emblemi della solarit? di Hypsistos cfr. M. Taceva-Hitova, Dem Hypsistos geweihte Denkm?ler (n. 7).
7(> Per la giustapposizione di Helios e Selene nelTiconograf?a delle divinit? cosmiche cfr. R. Vollkommer, Mithras, in
LIMC VI1, Z?rich-M?nchen, 1992,583-626; CCISIII21-22; per la luna e le stelle nell'iconograf?a di Serapide cfr. G. Clerc
- J. Leclant, Sarapis, in LIMC VII 1, Z?rich-M?nchen, 1994, 666-692; la coincidenza della divinit? suprema con Tintero
universo trova ampio e significativo confronto nelle dossologie di matrice stoica ed orfica: cfr. U. Bianchi, La religione greca
(n.72).
77 La caratterizzazione di Helios come divinit? che tutto vede ? t?pica in letteratura: cfr. Horn., //. Ill 277 (rc?vc' ?cpopqc
Kai Tc?vx' eTcaKoiSei); Od. XI109; XII 323; Aesch., Cho. 982 (? Tc?vx' ?7io7iT8iScov); Soph., Trach. 101 (? KpaxioTewov kcct'
?jijxa); O. C. 869 (? rcavxa Xevgg?uv); Hymn. Orph. 8, 2 (rcav?epicri?). Per alcune attestazioni epigrafiche di attributi solari
connessi con la vista cfr. D. Feissel, De Chalc?doine ? Nicom?die. Quelques inscriptions n?glig?es, in Travaux et M?moires
10 (1987), 411-413.
78 Cfr. M. B. Hornum, Nemesis, the Roman State and the Games, Leiden-New York-K?ln, 1993,181, nr. 48.

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Kline e synklitai nel culto di Hypsistos 131

vendetta, provenienti da D?lo,79 Hypsistos ? detto rc?vxa ?cpopcov (11. 9-10). Nella solarit?80 sembrano
dunque compendiarsi i due aspetti, pervasivo e autocratico,8! della cosmicit? di Hypsistos: in analog?a con
Helios, il dio viene a configurara non soltanto come ekpyrosis e aither, ma anche come occhio supremo e
sinottico, custode dell'ordine c?smico e, in quanto tale, ultore delle violazioni.82 La connessione di Hyp
sistos con la giustizia trova un significativo riscontro a Tessalonica stessa, dove ? stata rinvenuta la dedica
al dio di un rilievo raffigurante la 0e? ?iKaia N?|X8Gi?.83
Il quadro delle affinit? tra Serapide e Hypsistos fin qui delineato giustifica plenamente la probabi
le convivenza delle due divinit? nel Serapeo di Tessalonica: ? ben nota la tendenza dei santuari egizi
ad accogliere divinit? greco-romane e orientali che mostrano significative analogie con Iside, Serapide,
Osiride, Arpocrate, Anubi.84 II fen?meno sembra operante anche nel Serapeo della citt? macedone, dal
quale provengono statue e iscrizioni pertinenti a varie divinit? del pantheon greco-romano.85 ? allora le
gittimo ritenere, senza giungere all'identificazione tra Theos Hypsistos e Serapide, che all'adozione della
terminolog?a connessa con la kline non sia estranea 1'influenza del culto egizio, come suggerisce Robert
a proposito dei KaxaK8K?tei|ievoi ateniesi, tra i quali compare, in effetti, un personaggio alessandrino.86
Considerato il fatto che a Tessalonica kline e synklitai sono attestati ?nicamente nell'ambito dei culti
egizi, non sembra azzardato supporre che l'adozione della medesima terminolog?a da parte del collegio
dedito al culto di Hypsistos sia dovuta a un fen?meno di assimilazione rituale tra divinit? affini, venerate
nello stesso recinto sacro.
Alla sede dell'associazione potrebbe riferirsi la dedica di K?ova? ?' gw 87UKpav[oi?] Kai Grceipai?
[Kai x]r)v (p?iav da parte di una certa Herennia Procla, se i synklitai destinatari della donazione sono
identificabili con i sodales dediti al culto di Hypsistos ?7 In questo caso si potrebbe ipotizzare una rispon
denza dell'edificio alla tipologia del tradizionale hestiatorion greco: la sala da banchetto vera e propria era
infatti generalmente preceduta da una sto?,88 alla quale potrebbero essere pertinenti le due colonne iscritte
qui in esame, la colonna, a queste pressoch? id?ntica, recante l'iscrizione di Herennia Procla, i quattro
K?0V8? e gli altri elementi architettonici in essa menzionati.
Al di l? delle connessioni serapiache, comunque, la pratica del banchetto nell'ambito del culto di Hyp
sistos non ? un fatto isolato a Tessalonica: dall'agora proviene una singolare dedica di et? imp?riale, indi
rizzata a Theos Hypsistos e ai GD(X7coGiaGxai 08oi da un tale, Amyntas Zoilou?9 II termine G\)|i7iOGiaGxai,
saltuariamente utilizzato corne denominazione di collegi,90 risulta ignoto in riferimento alla commensalit?
tra dei; a differenza di quanto avviene per la coabitazione di pi? divinit? nello stesso santuario, che trova
espressione nelle formule Gwvaoi 0eoi, GiS|i?co(xoi 08o? o 0eoi ?vxeji?vioi, sembrano assenti locuzioni
riferibili alla condivisione della mensa da parte di una pluralit? divina, raccolta intorno a una divinit?
principale. Sebbene manchino precisi raffronti a livello lessicale,91 gruppi di divinit? banchettanti sono
79 ID 2352.
80 Per le associazioni votive tra Hypsistos e Helios cfr. supra, n. 45; C. Marek, Der h?chste, beste, allm?chtige Gott. In
schriften aus Nordkleinasien, in EA 32 (2000), 135sgg.
81 Cfr. U. Bianchi, II "dio c?smico" (n. 53); Id., La religione greca (n. 72).
82 Per la funzione vendicatrice di Helios cfr. F. Cumont, II Sole vindice dei delitti ed il simbolo delle mani ?lzate, in Mem.
Pont. Acc. Rom. Arch. 1 (1923), 65sgg.; Id., Nuovi epitaffi col simbolo della preghiera al dio vindice, in Rend. Pont. Acc. Rom.
Arch. 5 (1927), 69sgg.; Id., Deux monuments des cultes solaires, in Syria 14 (1933), 385sgg.
83IGX 2,1,62 (cfr. n. 5).
84 Cfr. P. Roussel, Les cultes ?gyptiens ? D?los du III au I si?cle av. J.-C, Paris-Nancy, 1915-1916,279-280.
85 Cfr. R. Salditt-Trappmann, Tempel (n. 29), 48sgg.; M. Vitti, HnoXeooopuaj E&Xi?r) (n. 31), 89sgg.
S6 Cfr. supra, 128.
S1 Cfr. supra, 123.
88 Cfr. M. Launey, Le verger e C. B?rker, Festbankett (n. 15).
89 SEG 47 (1997), 963.
90 Cfr. F. Poland, Symposiastai, in RE IV A-l, Stuttgart, 1931,1266.
9i Un parallelo pu? essere rappresentato dal verbo u?T?%c?, utilizzato nell'Elena di Euripide per indicare la partecipazione
della Tindaride divinizzata ai theoxenia dei fratelli Dioscuri: ?xav ?? KauAjrrj? Kai xzkzwxysxfc ?iov, / 0e?? KeK^arj Kai

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132 S. Campanelli

attestati nelle fonti iconografiche92 e in quelle letterarie ed epigrafiche relative ai theoxenia. Confrontabili
con la dedica in esame sono le attestazioni che a una divinit? maggiore, titolare della festivit? e destina
taria delle offerte alimentan pi? cospicue, associano nel banchetto divinit? minori o eroi.93 Uno scolio a
Pindaro, Nemee 7, 68 fa riferimento agli ?ipcoGi ^?via di Delfi, in occasione dei quali Apollo invitava gli
eroi a banchetto (? 0s?? eux ^?via Ka?,e?v xo?? ripcoa?);94 ? incerto se fossero distinti dagli ^?via eroici
i Theoxenia delfici,95 che do ve vano in ogni caso comportare la presenza di divini commensali a fianco di
Apollo:96 la partecipazione di Latona sembra assicurata da una notizia, riferita da Ateneo, secondo la qua
le nel corso delle teossenie delfiche veniva premiato con una porzione del banchetto divino (jioipa arco
xfj? xpaxc??ri?) il mortale che offriva alla dea la cipollina pi? grande;97 al coinvolgimento di altri dei, tra
i quali Dioniso, nell'annuale banchetto deifico sembra alludere l'espressione 0ecov ^?via nel Peana bac
chico di Filodamo di Skarpheia (seconda meta del IV sec. a.C), inciso sul rovescio di un blocco lapideo
reimpiegato nella pavimentazione della via sacra di Delfi.98 L'uso di estendere a un gruppo di dei l'invito
a banchetto doveva essere invalso anche in altre localit? del mondo greco. La dimensione panellenica dei
theoxenia e 1'ampio coinvolgimento del pantheon in essi si evincono da uno scolio alla terza Ol?mpica
di Pindaro, che collega la festa celebrata da Terone di Agrigento in onore di Elena e dei Dioscuri alla tra
dizione secondo la quale i theoxenia si tenevano nei giorni dell'anno in cui gli dei visitavano le poleis?9
Statue fittili di Dioniso e di altre divinit?, banchettanti alla mensa del re Anfizione (?aGiAeuc 'A0r|va?cov
'AjicpiKX-ocov a?A,0D? xe 0eo\)? eGxicov Kai Ai?vwov), erano cons?rvate, secondo la testimonianza di Pau
sania (12,5), in un sacello ateniese non distante dal tempio di Dioniso; un regolamento sacro di Magnesia
al Meandro (196 a.C), pur non menzionando esplicitamente il banchetto divino, associa alle cerimonie in
onore di Zeus Sosipolis l'allestimento di tre letti per i Dodici Dei.i?? A questi ultimi erano consacrati, in
determinate occasioni, anche i lectisternia romani, che prevedevano in altri casi la partecipazione di un
numero pi? ristretto di dei.10i
Se 1'associazione di Hypsistos a divinit? banchettanti risulta ben comprensibile alia luce delle testi
moniale relative ai theoxenia e alla correspondente cerimonia romana dei lectisternia, non altrettanto
agevole risulta l'identificazione dei G\)ji7ioGiaGxai 0eoi. Si pu? in linea di massima ricordare che la con
vivialit? sacra ? attestata a Tessalonica, oltre ehe in relazione aile divinit? egizie, nel culto sincretistico di
Zeus Dionysos Gongylos102 e probabilmente in quello di Cabiro, se un valore simposiale pu? essere attri
buito al rhyton che il dio reca nella mano su alcuni conii monetali di et? ellenistico-romana;i?3 nessuna
testimonianza, tuttavia, autorizza a ipotizzare una connessione cultuale tra Hypsistos e tali divinit?, se si

AiooK?pcov (ol?a / arcov?cov u?6?^ei? ??via t' ?vBpcimcov rc?pa / ?^ei? jie0' tijjxov (1666-1669).
92 Sui rilievi cultuali che rappresentano piccoli gruppi di divinit? banchettanti v. J.-M. Dentzer, Le motif du banquet cou
ch?^. 12),503sgg.
93 Cfr. M. H. Jameson, Theoxenia (n. 12), 39sgg.
94 Scholia vetera in Pindari Carmina, recensuit A. B. Drachmann, vol. III, Lipsiae, 1927,125sg., nr. 68a.
95 Cfr. M. P. Nilsson, Griechische Feste von religi?ser Bedeutung, Leipzig, 1906, 161; S. T. Radt, Pindar s zweiter und
sechster Paian. Text, Scholien und Kommentar, Amsterdam, 1958, 83; L. K?ppel, PAIAN. Studien zur Geschichte einer Gat
tung, Berlin-New York, 1992,210 e n. 23.
96 Cfr. M. P. Nilsson, Griechische Feste (n. 95), 160sgg.; M. H. Jameson, Theoxenia (n. 12), 36; L. K?ppel, PAIAN (n.
95).
97 IX 472a.
98 Cfr. L. K?ppel, PAIAN (n. 95), 207sgg. e n. 39.
99 Scholia vetera in Pindari Carmina (n. 94), vol. I, Lipsiae, 1903, 105, 14-16; sulla stessa linea si colloca la glossa di
Esichio 08O^8Via* KOIVT] ?opTT] TlCXGl TO?? 08O??.
10? LSAM 32; cfr. M. H. Jameson, Theoxenia (n. 12), 41-42.
101 Cfr.G.Wissowa,L^sterm?m,infl?XII 1,Stuttgart, 1924,1108-1115.
1?2 Cfr. IG X 2,1,259; G. Daux, Trois inscriptions de la Gr?ce du nord, in CRAI1972,478sg. e 481sg.; C. vom Brocke,
Thessaloniki (n. 7), 128; J. Kubi?ska, Tiberius Claudius Lycus de Thessalonique et son thiase, in ZPE 137 (2001), 156sg.
103 Cfr. I. Touratsoglou, Die M?nzst?tte von The s Saloniki in der r?mischen Kaiser zeit (32/31 v. Chr. bis 268 n. Chr.),
Berlin-New York, 1988,94sg. e 325sgg.; F. Chapouthier, Les Dioscures au service d'une d?esse, Paris, 1935,236.

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Kline e synklitai nel culto di Hypsistos 133

eccettua il fatto che due dediche a Zeus Dionysos Gongylos, poste dai membri di un collegio, sono state
rinvenute nel Serapeo, dove probabilmente sorgeva la sede dei thiasotai dedicante04
Pi? significativo appare il confronto con una stele iscritta attualmente conservata al British Museum e
proveniente da Panderma, nei pressi di Cizico, dove fu vista nel 1887.105 Al di sotto del timpano, che con
tiene la dedica a Zeus Hypsistos (Ali T\|/?gxco Kai TQXQ G?Mtoc eTccovojuoc x?v xeXajicova a7r??coKa),
compare un rilievo tripartito. II registro superiore raffigura tre divinit? affiancate, recanti, ciascuna, una
phiale nella mano destra: Zeus in chitone e himation, con scettro nella sinistra, secondo un tipo icono
gr?fico non ins?lito, insieme all'aquila, sugli ex-voto dedicad a Hypsistos in Macedonia;l06 Apollo, in
lunga tunica e mantello, con kithara nella mano sinistra e omphalos in basso al suo flanco; una divinit? di
incerta identiflcazione con corto chitone, cl?mide, alti calzari e torcia nella mano sinistra. Nei due registri
sottostanti ? raffigurata una scena di banchetto, con sei uomini distesi su una lunga kline, un coppiere
che attinge a un crat?re, un uomo che agita un paio di krotala, una danzatrice e un musicista che suona il
doppio flauto. Un riferimento alla dimensione conviviale potrebbe essere contenuto anche nell'iscrizione
del t?mpano, se il controverso TQX?i pu? essere letto xqi x<p, dativo di xo??, "boccale", da intendersi qui
come denominazione di un collegio dedito al culto di Hypsistos e destinatario della dedica insieme al dio
tutelare.107 Anche le altre due letture proposte rimandano aH'associazionismo cultuale, indicando il "luo
go" (xco %copcp) che ospitava la sede del collegio o, in alternativa, il "gruppo" dei sodales (xcp xopcp),!08
senza tuttavia far esplicito riferimento alia pratica del banchetto. Ad essa, comunque, allude chiaramente
il rilievo sottostante, che consente di inserir? la stele di Cizico tra le testimonianze di convivialit? sacra
nell'?mbito dei collegi intitolati a Hypsistos: in questo senso il documento va a saldarsi non soltanto con
le attestazioni tessalonicesi, ma anche con un papiro egiziano di I sec. a.C, che riporta il v?fioc di un'as
sociazione religiosa (o? 8K xfj? xo? ?io? Txj?gxod gw?ood), i cui membri si riunivano mensilmente per
la celebrazione di una rc?Gic, accompagnata da preghiere e libagioni.109 Alia dedica rinvenuta nell'agora
di Tessalonica, tuttavia, il rilievo microasiatico sembra connettersi ancor pi? strettamente, perch? in esso
Hypsistos ? associato ad altri dei, che, in qualit? di patroni del banchetto o di convitati, potrebbero confi
gurarsi come suoi GUjircoGiaGxai.
Sebbene la documentazione disponibile non consenta di andar? oltre generici confronti, la dedica al
Dio Altissimo e alie ignote divinit? insieme a lui banchettanti resta particularmente significativa, perch?
contribuisce ad enucleare, nel culto di Hypsistos, una tradizione conviviale aut?noma, che tuttavia si
colloca in coerente linea di continuit? con le pratiche serapiache dei synklitai. Se anche Hypsistos, come
Serapide, stabilis?e un rapporto di reciprocit? con i suoi fedeli, nella forma dell'ospitalit? offerta e rice
vuta, a maggior ragione la kline si configura a Tessalonica come rito di intersezione, come trasposizione
cultuale delle affinit? tra due figure divine che esprimono le loro connotazioni universalistiche e personali
nelle modalit? contrapposte - ma complementari - dell'anonimato e della ridondanza attributiva.no

Roma Sara Campanelli

1?4 Cfr. G. Daux, Trois inscriptions (n. 102), 485sg.


1?5 Cfr. H. Lechat - G. Radet, Inscriptions de Mysie, in BCH 17 (1893), 520sg.; A. S. Murray, Bas-reliefs de Cyzique,
in Revue Arch?ologique 17,1 (1891), 10-12; P. Perdrizet, Reliefs mysiens, in BCH 23 (1899), 592sgg.; E. Ziebarth, XOYI, in
MDAI(A) 30 (1905), 145sg.
1?6 Cfr. P. Chrysostomou, H ?mpeia (n. 68), 61.
107 E. Ziebarth, XOYI (n. 105).
108 Cfr. P. Perdrizet, Reliefs mysiens, e A. S. Murray, Bas-reliefs de Cyzique (n. 105). Entrambe le letture si basano
sull'ipotetica presenza di una rho e di un'omega incise, in caratteri di dimensione inferiore, al di sopra della riga, in corrispon
denza di XQ; Tipotesi di Murray (xtp %op(p) presuppone inoltre un errore del lapicida (Xf? per XO).
1?9 SB 5,2 (1938), 7835; cfr. A. D. Nock et al., The gild of Zeus Hypsistos, in HTR 29 (1936), 39-88 (rist. in Essays [n.
10], 414-^43).
HO Appare emblem?tica, a tal proposito, la dedica romana Ali 'HA?cp juey?tap Zap?jiioi ocorppi 7t?oi)xo?oxt| ?7tr|K?cp
euepyeTrj aveiKiixcp M?Gpa (cfr. supra, n. 54). L' "an?nima polinomia" della divinit? suprema ? del resto sottolineata anche
dall'oracolo di Enoanda (cfr. supra, 130) attraverso l'ossimoro oiWoua uri %cop6v, 7co?,\)a>vuuo?.

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