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Martina Nani 1-ASU

I PRINCIPI FONDAMENTALI DELLA COSTITUZIONE

Art. 1
L'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro.
La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione.

Questo articolo sancisce il risultato del referendum svoltosi nel 1946 che ha decretato il
passaggio dalla monarchia alla Rrepubblica e stabilisce che l’Iitalia èü una Rrepubblica
democratica fondata sul lavoro. La sovranità la si esercita il popolo, che sceglie i soggetti cui
affidare il compito di fare leggi: ad esempio il parlamento oppure tramite iun referendum in
cui i cittadini esprimomo direttamente e questa sovranità che va esercitata nelle forme e nei
limiti della Costituzione.

Art. 2
La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo, sia come singolo sia nelle
formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l'adempimento dei doveri
inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale.

Questo articolo colloca l’uomo al vertice dei valori del sistema costituzionale e garantisce i
diritti inviolabili dell’uomo (di tutte le persone all’interno del territorio italiano) come il
diritto alla vita, il diritto di religione, il diritto alla salute ed altri ancora; con la parola
“riconosce” si intende che i diritti inviolabili fanno parte del patrimonio di ogni individuo, sia
come singolo , sia come membro di organizzazioni sociali (ad esempio la famiglia o anche i
partiti) ove si svolge la sua personalità. I diritti inviolabili non possono essere rinunciabili o
venduti si andrebbe in contrasto con la libertà personale. Inoltre tale articolo pone
l’adempimento di alcuni doveri di solidarietà come la difesa della Patria e l'obbligo di
contribuzione alle spese pubbliche.

Art. 3
Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione
di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e
sociali. È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che,
limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della
persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica,
economica e sociale del Paese.

Nell’articolo 3 viene sancito il principio di uguaglianza formale di tutti davanti alla legge che
significa che essa sia uguale per tutti e anche che tutti abbiano gli stessi diritti.Questo
principio pone il divieto di operare discriminazioni ogni volta che situazioni uguali sono
trattate in modo diverso. Inoltre viene sancito il principio di uguaglianza sostanziale di tutti
davanti alla legge proprio perché si riconosce che nella realtà sono presenti delle
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discriminazioni, quindi la Repubblica deve essere in grado di offrire pari opportunità a tutti
affinché essi abbiano gli stessi diritti. Ad esempio, le leggi sono uguali per tutti ma, nel caso
in cui si tratta di minori o deboli, questi possono avere un trattamento differente.
vedi meglio uguaglianza formale e sostanziale

Art. 4
La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che
rendano effettivo questo diritto. Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie
possibilità e la propria scelta, un'attività o una funzione che concorra al progresso materiale o
spirituale della società.

Nella prima frase viene sancito il principio del diritto al lavoro ma con tale espressione non si
intende che lo Stato è obbligato a trovare un lavoro a tutti ma si intende invece che lo Stato
deve favorire l’economia e l’ingresso nel mondo del lavoro. Inoltre viene detto che il lavoro
oltre che un diritto è anche un dovere morale e si ribadisce che esso deve essere onesto,
incline alle proprie attitudini, che concorra a migliorare la società. Ad esempio gli
imprenditori sono più disponibili a investire denaro se lo stato gli garantisce sicurezza contro
la criminalità.

Art. 5
La Repubblica, una e indivisibile, riconosce e promuove le autonomie locali; attua nei servizi
che dipendono dallo Stato il più ampio decentramento amministrativo; adegua i principi ed i
metodi della sua legislazione alle esigenze dell'autonomia e del decentramento.

L’articolo 5 dice che l’Italia è uno Stato Unitario che riconosce il principio del decentramento
amministrativo secondo cui lo Stato non agisce soltanto con organi centrali, ma si articola in
enti autonomi locali (come i Comuni e in particolare le Regioni) ed esercita le sue funzioni
amministrative attraverso organi e uffici periferici. Ma comunque la Rrepubblica rimane una
sola.

Art. 6
La Repubblica tutela con apposite norme le minoranze linguistiche.

L’articolo 6 ribadisce l’impegno ad eliminare gli ostacoli che limitano l’uguaglianza dei
cittadini e insieme all’articolo 3 vieta discriminazioni in base alla lingua e riconosce il “diritto
alla differenza”. Un esempio è in Alto Adige e in Valle d’Aosta dove è stato riconosciuto il
bilinguismo. Con questo articolo, si è voluto superare il periodo di italianizzazione del
Fascismo perché durante il Fascismo non erano contemplate le lingue straniere e bisognava
italianizzare tutte le parole provenienti dall’estero.

Art.7
Lo Stato e la Chiesa cattolica sono, ciascuno nel proprio ordine, indipendenti e sovrani.
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I loro rapporti sono regolati dai Patti Lateranensi. Le modificazioni dei Patti accettate dalle
due parti, non richiedono procedimento di revisione costituzionale.

Ai tempi dello Statuto Albertino l’Italia aveva un’unica religione che era la religione
cattolica. Poi si volle che l’Italia fosse uno Stato laico riconoscendo alla Chiesa il potere
religioso. Nell’articolo 7 viene stabilito quindi che i rapporti tra lo Stato e la Chiesa sono
regolati dai Patti Lateranensi (sottoscritti nel palazzo di San Giovanni di Laterano e composti
dal concordato, il trattamento e la convenzione) che stabiliscono: l’indipendenza del Papato
al quale veniva attribuito un territorio, proprie guardie e una propria legislazione. Per
superare le contraddizioni tra l’art. 7 ed i Patti Lateranensi, venne stipulato poi un nuovo
Concordato che prevedeva l’insegnamento della religione cattolica facoltativo

Art. 8

Tutte le confessioni religiose sono egualmente libere davanti alla legge.


Le confessioni religiose diverse dalla cattolica hanno diritto di organizzarsi secondo i propri
statuti, in quanto non contrastino con l'ordinamento giuridico italiano.
I loro rapporti con lo Stato sono regolati per legge sulla base di intese con le relative
rappresentanze.

La Repubblica Italiana è laica e non ha una religione di stato ufficiale. Viene, quindi,
garantito il diritto di poter professare qualsiasi credo senza discriminazione, né sostanziale né
davanti alla legge. Con questo articolo, la Costituzione sancisce la libertà culturale assoluta.
Tuttavia viene sancito anche un limite all’esercizio delle religioni diverse dalla cattolica e
cioè che non devono andare contro le leggi dello Stato italiano:in Italia, ad esempio, è
proibita ogni forma di menomazione fisica.

Art. 9
La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica.
Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione.

La Costituzione garantisce la massima libertà nella formazione e diffusione della cultura e


nello svolgimento dell’attività di ricerca, in contrapposizione alla politica seguita dal
fascismo che aveva imposto la cultura di regime. Con paesaggio si intende un concetto molto
ampio di tutela del paesaggio che prende il nome di tutela dell’ambiente.

Art. 10
L'ordinamento giuridico italiano si conforma alle norme del diritto internazionale
generalmente riconosciute.
La condizione giuridica dello straniero è regolata dalla legge in conformità delle norme e dei
trattati internazionali. Lo straniero, al quale sia impedito nel suo paese l'effettivo esercizio
delle libertà democratiche garantite dalla Costituzione italiana, ha diritto d'asilo nel territorio
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della Repubblica secondo le condizioni stabilite dalla legge. Non è ammessa l'estradizione
dello straniero per reati politici.

Nell’articolo 10 si ribadisce l’universalità delle libertà democratiche fondamentali, e ciò


spiega il riconoscimento del diritto d’asilo. Grazie al diritto di asilo lo straniero a cui è
riconosciuto lo status di rifugiato politico può rimanere in Italia per sfuggire alle persecuzioni
politiche del Paese di origine. Per cui l’Italia rispetta le norme del diritto internazionale.

Art. 11
L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo
di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri
Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la
giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale
scopo.

L’articolo 11 oppone un rifiuto alla guerra, pertanto, in base a tale articolo l’Iitalia non ricorre
alle armi per risolvere eventuali contrasti con gli altri stati e non invade il territorio altrui,
violando la libertà di altri popoli. L’unico tipo di guerra ammesso è la legittima difesa per
respingere un attacco armato che minaccia l’indipendenza dell’Italia ed èü proprio per questa
eventualitàe che l’Iitalia ha un esercito.

Art. 12
La bandiera della Repubblica è il tricolore italiano: verde, bianco e rosso, a tre bande verticali
di eguali dimensioni.

La prima bandiera tricolore fu utilizzata dai soldati italiani che combatterono al fianco di
Napoleone durante la sua prima campagna in Italia. Il verde era il colore delle divise della
Legione Lombardia mentre il bianco e il rosso costituivano i colori del Comune di Milano.
Poi nella storia i tre colori hanno acquisito per la popolazione tale significato: il verde la
speranza, il bianco la fede e il rosso l’amore.

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