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LA DONNA -IL

DIRITTO DI CONTARE
CLAUDIA CENTONZE
CLASSE III C
SCUOLA SECONDARIA DI I GRADO “QUINTO ENNIO”-LECCE
a.s. 2020 / 2021

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INTRODUZIONE
La macroarea che mi hanno asseganto è stata quella della donna, ciò mi ha dato l’opportunità di
approfondire la condizione femminile, per ricordare le discriminazioni di cui le donne sono state
oggetto nella storia (e purtroppo ancora oggi), e per celebrare le loro conquiste a livello sociale,
politico e scientifico.

Attraverso lo studio delle diverse discipline ho avuto modo di conoscere figure di donne diverse che,
pur essendo partite da condizioni economiche e sociali sfavorevoli, pur vivendo in anni bui come
quelli delle guerre, sono riuscite ad affermarsi nella scienza, nella politica, nell’arte,
nell’imprenditoria.

Si tratta di personaggi molto diversi tra loro ma caratterizzati da una grande forza d’animo, che ha
fatto superare loro difficoltà e pregiudizi, in un mondo tutto al maschile.

Ad oggi ancora non si è raggiunta una vera e piena parità fra i sessi, infatti l’ONU nell’agenda 2030
ha inserito tra i 17 obbiettivi per un mondo migliore anche la parità di genere, ciò significa che c’è
ancora molto da fare in questa direzione.

Il percorso di emancipazione della donna ha radici lontane ed è stato un cammino lungo e tortuoso;
la consapevolezza che solo tramite una lotta si potesse ottenere la parità di diritti con l’uomo avviene
con la nascita del movimento femminista.

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IL FEMMINISMO

La storia ufficiale del femminismo inizia


nell’Ottocento ed è stata divisa in tre diverse
fasi - dette “ondate” - che corrispondono ad
altrettante generazioni di donne decise a
battersi per i propri diritti. Ogni ondata ha
portato con sé nuove priorità, nuovi metodi e
nuove protagoniste.

LA PRIMA ONDATA

Il termine “femminismo” viene coniato nell’Ottocento per battezzare il neonato movimento per
l’emancipazione delle donne. A rappresentarlo erano le suffragette, che lottavano per ottenere
l’allargamento del suffragio - cioè del diritto di voto - anche alle donne. L’epicentro delle loro
battaglie è la Gran Bretagna: è qui che nel 1865 nasce il primo comitato per l’estensione del diritto di
voto. All’epoca solo gli uomini potevano partecipare alla vita politica, mentre le donne erano relegate
in casa. In questa fase il femminismo si concentra quasi esclusivamente su rivendicazioni di natura
politica, ma le suffragette vogliono anche la parità tra uomini e donne nel diritto di famiglia. In Italia
ancora non esiste un movimento strutturato, ma alcune donne partecipano attivamente alla vita
politica del paese. Quasi ovunque, però, le suffragette devono aspettare decenni per vedere risultati
concreti: il suffragio viene esteso alla popolazione femminile solo nel ‘900.

LA SECONDA ONDATA

Il movimento femminista si risveglia negli Stati Uniti negli anni ‘60 del Novecento. Dopo la guerra,
gli Usa conoscono un boom economico ancor più esplosivo di quello europeo, e la prosperità
contribuisce a logorare le vecchie strutture sociali, già messe in discussione durante il conflitto,
quando le donne avevano sostituito gli uomini impegnati al fronte nelle fabbriche. I temi cari alle
femministe della seconda ondata sono nuovi, e spesso scandalosi per l’epoca: si parla di sessualità, di
stupro e violenza domestica, di diritti riproduttivi, ma anche di parità di genere sul posto di lavoro.
Sono anni di cambiamenti rivoluzionari: basta pensare che nel 1961 negli Stati Uniti viene messa in
commercio la pillola contraccettiva, che permette alle donne di controllare la propria fertilità in modo
facile, discreto e soprattutto autonomo. Anche in Italia il movimento femminista prende forma e per
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la prima volta assume dimensioni di massa. Negli anni ‘70 le piazze del nostro Paese vengono invase
dalle donne, decise a rivendicare diritti ancora negati, come quello di divorziare o di interrompere
una gravidanza indesiderata. Le battaglie per l’aborto e il divorzio sono le più famose, ma non le
uniche. Le femministe italiane si battono anche per modernizzare il diritto di famiglia, ad esempio
rimuovendo il cosiddetto delitto d’onore, che assicurava pene ridotte agli uomini che assassinavano
la moglie adultera.

LA TERZA ONDATA

Convenzione vuole che negli anni ‘90 sbocci una


nuova era per il movimento femminista. Siamo in
un’epoca in cui, sulla carta, uomini e donne dei
Paesi occidentali hanno pari diritti e pari
opportunità, tanto che qualcuno parla di “società
post-femminista”. Ma le discriminazioni non sono
affatto scomparse, soprattutto nel mondo del lavoro. Le femministe continuano quindi a lottare perché
il divario salariale tra uomini e donne venga riconosciuto e colmato, segnalano le difficoltà che le
professioniste incontrano nel fare carriera e si battono perché venga istituita una legislazione contro
le molestie sul lavoro.

Abbiamo visto che le donne rivoluzionano la società ma questo non avvenne in tutti i paesi del mondo
infatti ancora oggi in Arabia Saudita la donna è sottomessa e vive in una condizione di inferiorità
rispetto all’uomo.

ARABIA SAUDITA

L’Arabia Saudita occupa buona parte della Penisola Arabica, di cui


è il Paese più importante, sia a livello politico, che religioso e
culturale, poiché è sede de La Mecca.

Confini: a nord con Giordania, Iraq e Kuwait, a est con Qatar ed


Emirati Arabi, a sud est con Oman e a sud con lo Yemen.

Nonostante l'ampia superficie, l'Arabia non è molto popolata e la


popolazione è concentrata nelle città e nelle oasi perché gran parte del territorio è desertico.
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L’economia è basata sul petrolio di cui il paese è ricchissimo ma si stanno facendo investimenti anche
per migliorare l’agricoltura, estendendo le zone coltivabili. Si produce frumento e datteri di cui il
paese è il maggior esportatore. La ricchezza derivante dal petrolio è concentrata nelle mani di pochi,
soprattutto della famiglia reale.

LA DONNA IN ARABIA SAUDITA

La donna saudita è sottoposta alla tutela di un parente


maschio che può essere suo padre, marito, fratello o
figlio. Una custodia permanente, anche in caso di
violenza domestica. Il tutore non provvede alle
necessità della donna, ma le limita, impedendo
qualsiasi forma di emancipazione: non può viaggiare,
sposarsi, lavorare o accedere all’assistenza sanitaria senza il suo permesso. Nel caso di matrimonio
con uno straniero, le donne devono inoltre chiedere l’approvazione del ministro dell’Interno. La scelta
del guardaroba è molto limitata per donne saudite, che devono indossare sempre l’abaya, un lungo
vestito che arriva fino ai piedi, oltre al velo islamico. Negli anni, è stato concesso solo un minimo
margine di libertà sul colore.

In questi paesi purtroppo è molto difficile che il cambiamento della condizione femminile possa
avvenire velocemente poiché culturalmente la società è influenzata dalla religione islamica.

LA DONNA NELL’ISLAM

La condizione della donna nell’Islam, ossia nei Paesi a maggioranza musulmana, come l’Arabia
Saudita, è ampiamente discussa e il ruolo nella donna varia molto a seconda dei Paesi presi in
considerazione. In alcuni stati le donne hanno ottenuto diritti concessi solo agli uomini mentre negli
stati più tradizionalisti le norme del Corano sono applicate in maniera letterale e le donne sono
considerate inferiori all’uomo. Numerosi sono i passi del Corano che fanno riferimento alla
condizione femminile però essi sono soggetti a interpretazione e le opinioni sul loro significato
variano tra quanti affermano che il Corano prevede una chiara supremazia dell’uomo sulla donna e
quanti invece affermano che il Corano ha determinato un miglioramento progressivo della condizione

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femminile rispetto alla società araba-preislamica. Secondo alcuni, il Corano si limita a dire che gli
uomini devono provvedere al sostentamento economico della famiglia, mentre alle donne è affidata
la cura della casa. La donna, finché rimane in famiglia, è sottoposta all’autorità del padre e dopo,
quando si sposa, passa sotto l’autorità del marito. Inoltre il Corano prescrive che le donne musulmane
debbano abbassare lo sguardo e non mostrare le loro parti più belle, come gli stessi capelli, che devono
essere coperti. L’uso del velo nelle sue diverse tipologie, non è realmente prescritto dal Corano, ma
è più una questione culturale; infatti si ritiene che l’uso del velo per le donne sia molto antecedente
all’Islam. Esistono diversi tipi di velo: alcuni coprono solo i capelli, altri il viso, altri tutto il capo.
Però c’è da dire che negli ultimi cinque anni anche nel mondo islamico è maturata l’idea di nuovo
abito: molte donne velate hanno cercato di superare il problema di non riuscire a trovare dei completi
rispettosi della religione ma anche alla moda; alcune ragazze islamiche hanno dato vita a blog
piuttosto seguiti, diventando delle vere “fashioniste dell’hijab”.

D’ altra parte la moda ha sempre contribuito all’emancipazione femminile, oggi, come nel passato. E
se parliamo di MODA e di emancipazione della donna, non si può non pensare ad un personaggio
divenuto il simbolo, nel secolo scorso, di una generazione femminile che aveva voglia di riscatto:

COCO CHANEL

Gabrielle (dite Coco) Chanel est née en 1883 à Saumur,

d’une mère abandonnée par un mari vagabond le jour

même de leur mariage. À 12 ans, Gabrielle perd sa mère et

se retrouve dans un orphelinat. À l’âge de 20 ans, elle est

engagée comme vendeuse dans un magasin de tissus. Forte

de cette esperienze, elle ouvre en 1910 son premier

magasin de mode à Paris avant de fonder sa maison de couture en 1916. Elle crée des modèles d’une

élégance toute simple s’inscrivant dans le mouvement de libération de la mode féminine: les premiers

pantalons, la jupe plissée courte, la célèbre petite robe noire moulant les hanches. Apres une longue

parenthèse due à la guerre, en 1954, à 71 ans, Mademoiselle Coco fait son retour sur le devant dela

scène parisienne et présente sa collection. Le style Chanel s’impose, encore une fois, comme symbole

de la femme libérée et séduisante. Coco Chanel décède en 1971, à l’âge de 88 ans.

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La moda crea donne diverse, così come Alessandro Manzoni è riuscito nel romanzo dei Promessi

Sposi a rappresentare varie figure femminili ognuna con caratteristiche uniche e straordinarie che

rappresentano lo specchio della società dell’epoca e nonostante sembrino perseguitate dal destino

riescono a essere vincenti sugli altri o determinate nelle loro idee.

IL CONCETTO DI DONNA NEL MANZONI

Alessandro Manzoni, nell’opera I Promessi sposi, ben descrive alcune figure femminili e le loro

condizioni, tipiche di questo periodo. In particolare quella della protagonista Lucia Mondella e quella

della monaca di Monza che simboleggiano la contadina soggetta ad attenzioni indesiderate da parte

dei nobili proprietari e la donna nobile costretta dalla famiglia a prendere i voti pur non avendo alcuna

vocazione

LE FIGURE FEMMINILE CHE VEDIAMO NEI PROMESSI SPOSI SONO:

LUCIA MONDELLA: La figura femminile maggiormente rilevante dei Promessi

Sposi è Lucia, fidanzata di Renzo. E’ una giovane contadina, figlia di Agnese ed

orfana di padre. E’ una persona molto semplice, poco appariscente, cresciuta

secondo i dettami della religione cattolica dell’epoca e la cui unica ambizione è

di sposare Renzo. Dalla descrizione di Manzoni emerge il ritratto di una ragazza nel fiore degli anni

dal carattere timido e introverso. Lucia è molto riservata, pia e devota. All’apparenza può sembrare

fragile e indifesa ma in realtà nel corso del romanzo emerge che una grande forza la sorregge che

deriva dalla sua profonda fede nella provvidenza.

LA MONACA DI MONZA/ GERTRUDE: Gertrude rappresenta

l’opposto di Lucia. La sua personalità è complicata e inquieta ed il

carattere aggressivo, volubile e superbo. La famiglia e l’ambiente

corrotto in cui è vissuta le hanno provocato sofferenze che l’hanno

portata a chiudersi in sé. Il suo animo è arido e disincantato ed il suo

rapporto con la fede, a differenza di Lucia, è caratterizzato dal dubbio

e dalla sfiducia. Anche il ceto sociale a cui appartengono le due donne

è all’opposto, Gertrude appartiene alla nobiltà, mentre Lucia è di

umili origini. Gertrude è stata costretta dalla famiglia a farsi monaca ma la vita del convento non le
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si addice è infatti una monaca singolare sia nel vestire che nel modo di esprimersi. E’ estremamente

infelice ed incline a peccare ma nello stesso tempo succube del senso di colpa, ciò determina in lei

un conflitto interiore che rende il personaggio estremamente tragico.

AGNESE: Agnese, madre di Lucia, è impulsiva, sbrigativa e pratica con un

temperamento molto lontano dai sentimenti virtuosi e pacati della figlia.

Rappresenta la saggezza popolare. Molto protettiva nei confronti della figlia è lei

che escogita le soluzioni più ingegnose per risolvere la situazione, fino ad ideare

il matrimonio a sorpresa.

PERPETUA: La perpetua è l’affezionata e fedele serva di

Don Abbondio, governante e protettrice nello stesso tempo e

quindi, a seconda dell’occasione, serva ubbidiente o domestica energica e

determinata. Pronta, decisa e sicura di sé si contrappone all’insicuro e pauroso

curato incapace di qualsiasi decisione.

Il nostro passato, così come il presente, è ricco di donne che hanno contribuito a

scrivere pagine importanti della storia dell’umanità, in molti casi offrendo il loro genio per il

progresso sociale e culturale, lanciandosi in imprese titaniche. Voglio rendere omaggio a donne

importanti che hanno lasciato il segno sia in Italia che nel mondo, prime fra tutte

MARIE CURIE

E Marie Curie disse: «Com'è essere sposati a un genio? Non


so, chiedetelo a mio marito»

Maria Salomea Skłodowska nacque a Varsavia il 7 novembre

1867. La sua passione per lo studio era grandissima ma in

Polonia a quel tempo le donne non potevano accedere agli

studi superiori. Per questo si trasferì a Parigi laureandosi in

Fisica e in Matematica. In quel periodo Marie si innamorò di Pierre Curie, un professore della scuola

di Fisica e Chimica Industriale di Parigi che divenne suo marito. Insieme approfondirono le ricerche

sulle proprietà radioattive dell’Uranio. I mezzi a disposizione che avevano lei e il marito erano

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davvero rudimentali ed il loro laboratorio era praticamente un garage: ma l'impegno e la passione li

portarono a scoprire altri elementi radioattivi: uno lo chiamarono Polonio, il secondo Radio, per via

della sua enorme radioattività, cioè la proprietà di emettere radiazioni. Nel 1903 arrivò il

riconoscimento da parte dell'Accademia di Svezia che assegnò ai due coniugi il Premio Nobel per la

Fisica. Nel 1906 Pierre Curie morì; un mese dopo la Facoltà di Scienze della Sorbona decise di

affidare a Marie Curie il corso di Fisica appartenuto al defunto marito, divenendo così la prima donna

ad insegnare nella famosa università francese. Continuò a lavorare anche nel campo della ricerca e

nel 1910 riuscì ad isolare il radio sotto forma di metallo per renderlo più facilmente lavorabile: per

questo nel 1911 le venne riconosciuto il Premio Nobel per la Chimica. Partendo dagli studi sulla

radioattività che è la proprietà che hanno gli atomi di alcuni elementi di emettere spontaneamente

radiazioni, si arrivò a scoprire che alcuni atomi sono elevatamente instabili e danno origine ad un

processo detto reazione a catena, nel corso della quale si libera una grande quantità di energia. Si è

pensato di sfruttare questa energia per ottenere elettricità, cosa che avviene nelle

CENTRALI ELETTRONUCLEARI

il cui funzionamento è simile a quello di una centrale

termoelettrica. In esse però l’acqua viene riscaldata dalla

fissione nucleare. Le strutture nelle quali avviene la fissione

controllata si chiamano reattori. Questi possono essere di due

tipi:

i reattori lenti che utilizzano come combustibile basse percentuali di uranio 235; in essi la reazione a

catena si sviluppa lentamente, producendo energia che viene utilizzata per far girare le pale di una

turbina;

i reattori veloci sono caratterizzati da una maggiore potenza. Sono definiti anche autofertilizzanti

poiché producono contemporaneamente sia energia sia nuovo combustibile nucleare.

L’uso delle centrali nucleari per la produzione dell’elettricità può anche provocare degli incidenti

come quello di Chernobyl, in Ucraina, avvenuto il 26 aprile 1986. A causa di alcuni difetti nella

struttura e di una serie di errori, la reazione nucleare sfuggì al controllo, ci fu un ‘esplosione e lo

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spargimento nell’atmosfera di una nube di sostanze radioattive, che raggiunsero gran parte

dell’Europa e anche l’Italia. Oltre al rischio di incidenti c’è anche il problema dello smaltimento

delle scorie radioattive che rimangono radioattive per lungo tempo e non esiste ancora un metodo che

riesca a renderle innocue. Gli elementi radioattivi, una volta immessi nell’aria, vengono trasportati

dagli agenti atmosferici anche per lunghe distanze e ricadono al suolo contaminando la vegetazione.

In questo modo le radiazioni entrano nella catena alimentare, passando agli animali e all’uomo. La

stessa Marie Curie fu vittima, inconsapevole, dei danni arrecati dalle radiazioni.

Un’altra donna di Scienza, meno conosciuta ma non meno importante fu

ROSALIND FRANKLIN

Il 10 dicembre del 1962 tre scienziati, Francis H.C.Crick,

James D. Watson e Maurice H.F. Wilkins, ricevettero il

Premio Nobel per la Medicina per aver scoperto la struttura

del DNA e il suo meccanismo di replicazione. Però alla lista

di scienziati mancava un nome, quello di Rosalind Franklin.

Nella corsa alla scoperta del DNA, Rosalind Franklin ha giocato un ruolo importante senza che le sia

stato mai riconosciuto in vita, sia perché è scomparsa a soli 37 anni, e sia a causa dell’invidia dei suoi

colleghi e dei pregiudizi nei confronti delle donne. E’ stata una biofisica e cristallografa a raggi X

prima a Cambridge, poi in Francia e infine presso il King’s College di Londra. Iniziò i suoi studi di

cristallografia a raggi X sul carbone, poi applicò la stessa tecnica sul DNA, di cui si conosceva

l’esistenza, ma non la struttura. Nel 1952, la Franklin ottenne una foto molto nitida del DNA, la

famosa Photograph 51, anche se lei non parlò mai di “doppia elica”. Al contrario, James Watson, si

recò a Londra e, non appena vide la Photograph 51, ebbe la certezza che il modello da lui ipotizzato

assieme a Crick era corretto. In tempi brevissimi, i due scienziati pubblicano su Nature il loro modello

di DNA a doppia elica, utilizzando alcune foto ai raggi X realizzate da Wilkins, anche se meno belle

di quelle della Franklin. Quest’ultima morì nel 1958, per un tumore all’ovaio probabilmente causato

dall’uso prolungato dei raggi X usati nelle sue ricerche. Solo molti anni dopo, nel 2002, una

giornalista americana, Brenda Maddox, pubblicò il libro “Rosalind Franklin: la donna che scoprì la

struttura del DNA”, ristabilendo equilibrio in questa vicenda e restituendole il giusto valore.

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IL DNA

Il DNA o acido desossiribonucleico è la molecola che si trova nel nucleo di ogni cellula e contiene il

patrimonio genetico di un organismo.

Struttura del DNA

La molecola di DNA è composta da un doppio filamento

avvolto a spirale. Il DNA è costituito da una sequenza di

quattro tipi diversi di unità, chiamata nucleotidi. In tutti

gli esseri viventi ogni nucleotide è formato dagli stessi

componenti: acido fosforico, zucchero desossiribosio e

basi azotate. I due filamenti di DNA sono composti

dall’acido fosforico e dallo zucchero; le basi azotate che

rappresentano invece gli scalini sono disposte verso l’interno della molecola. Nel DNA di tutti gli

organismi esistono solo quattro tipi di basi azotate: -adenina -guanina -timina -citosina. Per formare

gli scalini, le basi azotate si appaiano due a due in modo molto preciso:

-l’adenina si lega con la timina, formando la coppia di basi complementari A-T

-la guanina si lega con la citosina, formando la coppia di basi complementari G-C

Duplicazione del DNA

Quando una cellula si riproduce, dando origine a due

cellule figlie identiche alla cellula madre, è necessario che

si duplichi anche il DNA, in modo che ogni cellula abbia

lo stesso materiale genetico della cellula d’origine. La

duplicazione del DNA avviene nel nucleo delle cellule e si

divide in diverse tappe:

- la molecola di DNA si apre come una cerniera lampo e i

due filamenti si separano

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- ciascuno dei due filamenti funziona come uno stampo per costruire un filamento nuovo, uguale a

quello di partenza. Il risultato del processo di duplicazione porta alla costruzione di 4 molecole di

DNA, due copie uguali, ognuna formata da un filamento nuovo e uno vecchio.

Trascrizione

Oltre al DNA esiste un altro acido nucleico, l’RNA.

Ogni volta che è necessario costruire una particolare

proteina, il gene che ne contiene le istruzioni deve

essere ricopiato in una molecola di RNA

messaggero. Nel nucleo della cellula, quindi, il DNA

si apre come una cerniera nella parte in cui è presente

il gene. A questo punto un filamento di DNA funziona da stampo per fare una copia della sequenza

ordinata di nucleotidi: la guanina si lega alla citosina, mentre l’adenina si lega all’uracile. Le istruzioni

contenute nella nuova molecola di mRNA o RNA messaggero sono scritte in un linguaggio diverso.

Il filamento di RNA messaggero che si è formato si stacca poi dal DNA, esce dal nucleo e si sposta

nel citoplasma della cellula, mentre la doppia elica di DNA si ricostituisce con i due filamenti che si

appaiano di nuovo. L’RNA messaggero esce dal nucleo e arriva al citoplasma dove si attacca a un

organulo chiamato ribosoma, da qui inizia

La traduzione o Sintesi proteica

La traduzione è lo stadio della sintesi delle proteine

in cui le istruzioni portate dall’mRNA vengono

tradotte nella sequenza corretta di amminoacidi per

formare una proteina. La traduzione si svolge sui

ribosomi. Una proteina è formata da una sequenza

precisa di amminoacidi. Gli amminoacidi si trovano

liberi nel citoplasma, dove vengono trasportati fino

ai ribosomi per essere uniti in lunghe catene

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proteiche. Questo trasporto è affidato ad un altro tipo di RNA presente nel citoplasma: RNA di

trasporto. Durante la sintesi delle proteine l’RNA messaggero scorre dentro al ribosoma e avviene la

traduzione perché la sequenza di nucleotidi dell’RNA si traduce in una sequenza di amminoacidi

della proteina.

Rosalind Franklin è quindi diventata il simbolo della discriminazione delle donne nel mondo della

scienza così come dall’altra parte del mondo e molti anni dopo, una donna come tante, con un

semplice “no”, ha contribuito a rendere il mondo un luogo migliore

ROSA PARKS

Rosa Parks was an African-American civil rights activist. She was

called "the mother of the Modern-Day American civil rights

movement" and "the mother of the freedom movement".

Parks is best known for what she did in her home town of Mont-

gomery, Alabama on December 1, 1955. While she sat in a seat in

the middle of the bus, the bus driver told her to move to the back

of the bus so a white passenger could take the seat in the front of

the bus. During this time, when there were no white seats for white

people, black people were told to get up out of their seat. Parks refused to move. The driver demanded,

"Why don't you stand up?" to which Parks replied, "I don't think I should have to stand up." The

driver called the police and had her arrested.

This led to the Montgomery bus boycott. The boycott lasted 381 days. This caused a change in the

law. After that, black people were able to sit wherever they wanted to on the bus. Her refusal to let

others treat her differently was an important symbol in the campaign against racial segregation. She

was born as Rosa Louise McCauley on February 4, 1913, in Tuskegee, Alabama. Beginning at age

11, Parks attended the city's Industrial School for Girls in Montgomery. In 1929, while in the 11th

grade and attending a laboratory school for secondary education led by the Alabama State Teachers

College for Negroes, Parks left school to attend to both her sick grandmother and mother back in Pine

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Level. Parks didn't return to her studies. Instead, she got a job at a shirt factory in Montgomery. After

marrying in 1932, she earned her high school degree in 1933 with her husband's support.

After the Bus Boycott she had become a symbol of the “Civil Rights Movement”, Parks suffered

hardship in the months following her arrest in Montgomery and the subsequent boycott. In 1987 she

cofounded the “Rosa and Raymond Parks Institute for Self Development “ to provide career training

for young people. She was the recipient of numerous awards, including the Presidential Medal of

Freedom (1996) and the Congressional Gold Medal (1999).

On October 24, 2005, Parks quietly died in her apartment in Detroit, Michigan at the age of 92. She

had been diagnosed the previous year with progressive dementia, which she had been suffering from

since at least 2002.

Rosa Parks disse no al razzismo e all’ingiustizia!

Come lei anche

JOAN BEAZ

Joan Baez, è una cantautrice e attivista

statunitense, famosa per il suo stile vocale,

così come per il suo impegno civile. Detta

“l’usignolo di Woodstock “per l’estensione

vocale di tre ottave, canta da più di cinquanta

anni, in molte lingue. Autrice di molte delle

sue canzoni, è nota anche per le interpretazioni dei brani di: Bob Dylan, The Beatles, Jackson Browne,

Paul Simon , The Rolling Stones. Nata a Staten Island nel 1941 da padre messicano e madre scozzese;

da ragazzina veniva presa in giro dai compagni di scuola per il colore della sua pelle. La sua carriera

fu legata soprattutto alla musica folk, quella che racconta di un popolo antico e delle sue lotte. Canzoni

e ballate che danno voce ai condannati, ai detenuti, agli emarginati. Nel 1961 Joan Baez conobbe Bob

Dylan, allora ancora sconosciuto al grande pubblico e per qualche anno cantarono insieme ed ebbero

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anche una relazione. Fu anche a capo del movimento di protesta pacifista contro la guerra del

Vietnam. La sua carriera musicale si è un po’ bloccata negli anni Ottanta ma non è mai diminuito il

suo impegno politico e sociale. Joan Baez ha continuato a esprimere la sua solidarietà nei confronti

di tutti coloro che soffrono a causa di governi totalitari: ha cantato per le madri dei desaparacidos in

Argentina e per gli abitanti della Bosnia e dell’Iraq.

Recentemente ha cantato anche per noi Italiani, chiusi in

isolamento per il Co-vid 19 e ci ha dedicato una famosa

canzone di Gianni Morandi “Un mondo d’amore”.

Come nella musica così nell’arte le donne sono riuscite a

proporre esempi di determinazione e coraggio per

compiere lotte sia collettive ma anche personali contro malattie che avrebbero potuto cambiarne il

destino… così non è stato per

FRIDA KAHLO

Frida Kahlo è considerata una delle più importanti

pittrici messicane. Fin da bambina dimostra di

avere un carattere forte, passionale, unito ad un

talento e a delle capacità fuori dalla norma.

Purtroppo la sua forza di carattere compensa un

fisico debole: è infatti affetta da spina bifida, che

i genitori e le persone intorno a lei scambiano per poliomielite, non riuscendo così a curarla nel modo

adeguato.

La prova più dura per Frida arriva però nel 1925. Un giorno, mentre torna da scuola in autobus viene

coinvolta in un terribile incidente che le causa la frattura multipla della spina dorsale, di parecchie

vertebre e del bacino. Rischia di morire e si salva solo sottoponendosi a 32 interventi chirurgici che

la costringono a letto per mesi. Ha solo 18 anni e le ferite al fisico la faranno soffrire per tutta la vita,

compromettendo irrimediabilmente la sua mobilità. Durante i mesi a letto immobilizzata da busti di

metallo e gessi, i genitori le regalano colori e pennelli per aiutarla a passare le lunghe giornate. I

genitori incoraggiano sin da subito questa passione per l’arte, tanto da installare uno specchio sul
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soffitto della camera di Frida, così che possa ritrarsi nei lunghi pomeriggi solitari. È questo il motivo

dei numerosi autoritratti dell’artista. Lei stessa dirà: “Dipingo autoritratti perché sono spesso sola,

perché sono la persona che conosco meglio”. Frida Kahlo nel 1928, a 21 anni, si iscrive al partito

comunista messicano, diventando una convinta attivista. È in quell’anno che conosce Diego Rivera,

il pittore più famoso del Messico rivoluzionario, con il quale si sposò. Non riuscì mai ad avere figli,

a causa del suo fisico compromesso dall’incidente. Quando rimase incinta del primo figlio, Frida fece

di tutto per portare avanti la gravidanza. Si dovette arrendere solo quando i medici la costrinsero ad

abortire per evitare che perdessero la vita sia lei che il bambino.

La colonna rotta

Quest’opera mostra il corpo squarciato dell’artista, che viene tenuto

insieme dal busto in metallo. La sua colonna vertebrale, lesionata a

seguito dell’incidente in autobus, viene sostituita da una colonna

ionica rotta in diversi punti e incapace di sostenere pesi come quello

dello stesso corpo. Attraverso questa tela ha confessato tutto il dolore

fisico ed emotivo che ha subito a seguito all’incidente e durante i

lunghi periodi trascorsi a letto, usando anche chiari simboli cristiani come il sudario e i chiodi che la

trafiggono.

Le due Frida

Questa tela è stata realizzata nel 1939, anno ricco di dolore

per Frida sia a causa dei suoi problemi fisici sia per lo stacco

dal marito, da cui si era separata proprio quell’anno dopo il

ritorno da un viaggio in Europa.Il tema è quello del doppio:

qui infatti ha realizzato due versioni di sé stessa, quella di

sinistra con abiti occidentali e quella di destra con abiti

messicani e l’anello di unione tra le due parti di sé è proprio

Diego. Un dettaglio fondamentale è il piccolo medaglione nella mano della Frida a destra, da cui parte

una vena che collega le due figure raggiungendo i due cuori: questa vena però viene recisa dalla Frida

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a sinistra, causando un sanguinamento che viene identificato come la ferita ed il dolore per la fine del

matrimonio.

Ai nostri giorni una donna diventata famosa per aver sfidato sé stessa e i suoi limiti è

FEDERICA PELLEGRINI

Federica Pellegrini è una nuotatrice e personaggio televisivo.

Nello stile libero è la primatista mondiale in carica nei 200 m

ed europea nei 400 m. Soprannominata la “Divina”, è

considerata la più grande nuotatrice italiana della storia ed una

delle più forti e longeve di sempre; in carriera ha preso parte a quattro rassegne olimpiche: la prima

nel 2004 quando, solo sedicenne, conquistò la medaglia d'argento nei 200 m stile libero divenendo

all’epoca la più giovane atleta italiana a salire su un podio olimpico individuale. Quattro anni dopo,

ai Giochi di Pechino, vinse in quella stessa gara la medaglia d'oro regalando all'Italia il primo successo

olimpico femminile nella storia del nuoto. Ai mondiali di Melbourne 2007 infranse il primo degli 11

record del mondo da lei stabiliti in carriera. Fu campionessa dei 200 m e 400 m stile libero sia nel

2009 sia nel 2011, diventando la prima nuotatrice capace di vincere consecutivamente il titolo in

entrambe le distanze in due diverse edizioni della manifestazione. Ai campionati del mondo è anche

l'atleta più vincente in una stessa gara grazie ai 4 ori, 3 argenti e 1 bronzo conquistati in otto diverse

edizioni: dalla rassegna di Montréal 2005 a quella di Gwangju 2019, infatti, è sempre salita sul podio

nei 200 m stile libero. La rivista Swimming World Magazine la elesse "Nuotatrice dell'anno" nel 2009

e "Nuotatrice europea dell'anno" nel 2009, 2010 e 2011. Inoltre, per i successi ottenuti ai Giochi

Olimpici nel 2004 e nel 2008 venne insignita dei titoli di Ufficiale e successivamente di

Commendatore dell'Ordine al merito della Repubblica italiana.

Una frase celebre della Pellegrini è: “Sogno di essere la prima donna a fare cose riservate ai maschi”,

ma quale parità di diritti tra uomo e donna riconosce la nostra Repubblica attraverso la Costituzione?

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I DIRITTI DELLE DONNE NELLA COSTITUZIONE

Gli articoli 3, 37 e 51 ci dicono che la Repubblica non solo riconosce

l’uguaglianza tra uomo e donna, ma deve rimuovere gli ostacoli che

impediscono alle donne di poter partecipare attivamente alla vita sociale,

economica e politica del paese e cioè che impediscono alle donne di

accedere a posti di responsabilità nel lavoro, in politica e nella vita sociale.

La Costituzione riconosce alle donne dei diritti in particolare? Ovviamente tutti i diritti riconosciuti

dalla Costituzione sono riconosciuti agli uomini ed alle donne senza alcun tipo di distinzione. Per

ragioni storiche e per sottolineare meglio l’eguaglianza uomo – donna, la Costituzione ha però voluto

definire in modo particolare alcuni diritti evidenziando che essi vanno in concreto riconosciuti alle

donne. Si tratta in dettaglio:

• della protezione della maternità, cioè la predisposizione da parte delle strutture pubbliche

di tutto quello che occorre per agevolare la donna nel delicato compito dell’essere madre;

• del diritto della donna lavoratrice, a parità di lavoro, di conseguire le stesse retribuzioni del

lavoratore e di avere condizioni di lavoro che le consentano di adempiere la sua funzione in

seno alla famiglia;

• del diritto della donna all’elettorato attivo una volta conseguita la maggiore età (del diritto

cioè a votare i propri rappresentanti);

• del diritto alle pari opportunità tra uomini e donne per l’accesso agli uffici pubblici ed alle

cariche elettive in condizioni di uguaglianza.

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CONCLUSIONE

Io credo che per ognuno di noi sia importante capire, studiare e approfondire soprattutto ciò che ci

riguarda in prima persona; il mio interesse è stato quello di capire quali enormi sacrifici abbiano fatto

le donne per raggiungere dei diritti un tempo negati, sia nel mondo del lavoro e delle professioni, sia

nel mondo della formazione scolastica. Ecco perché ho scelto, per ogni materia da me studiata in

quest’ultimo anno, una donna simbolo delle conquiste raggiunte in vari settori. Il messaggio che

voglio lasciare a tutti voi è che, grazie ad una lotta iniziata più di un secolo fa, le donne hanno

conquistato traguardi un tempo inimmaginabili anche se, ancora oggi, in molte parti del mondo e

purtroppo anche nel nostro paese le donne sono ancora vittime di discriminazioni e pregiudizi.

Quindi, mentre il mondo ha fatto progressi nella parità di genere e nell’emancipazione delle donne

attraverso gli Obiettivi di Sviluppo del Millennio (tra cui la parità di accesso all’istruzione primaria

per ragazzi e ragazze), donne e ragazze continuano a subire discriminazioni e violenze in ogni parte

del mondo. La parità di genere non è solo un diritto umano fondamentale, ma è la condizione

necessaria per un mondo prospero, sostenibile e in pace e anche se la strada da percorrere è ancora

lunga, io penso che con l’impegno di tutti potremo raggiungere questo meraviglioso traguardo.

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INDICE SOMMARIO

Mappa interdisciplinare e introduzione .....................................................PAG.2

Storia: il femminismo.................................................................................PAG.3

Geografia: Arabia Saudita......................................................................... PAG.4

Religione: La donna nell’Islam..................................................................PAG.5

Francese: Coco Chanel...............................................................................PAG.6

Italiano: Il concetto di donna nel Manzoni.................................................PAG.7

Tecnologia: Marie Curie- l’energia nucleare .............................................PAG.8

Scienze: Rosalind Franklin – il DNA........................................................PAG.10

Inglese: Rosa Parks...................................................................................PAG.13

Musica: Joan Baez.....................................................................................PAG.14

Arte: Frida Kahlo.......................................................................................PAG.15

Scienze Motorie: Federica Pellegrini.........................................................PAG.17

Educazione Civica: I diritti delle donne nella Costituzione ......................PAG.18

Conclusioni.................................................................................................PAG.19

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