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PUNTO DI VISTA DEGLI ANTROPOLOGI

La parola antropologia significa “discorso scientifico sull’essere umano”. Il tra maiuscola il punto di vista
degli antropologi, è quello invece di chi si occupa dell’uomo in quanto elaboratore di cultura, possiamo
dire che gli antropologi studiano: le risposte socialmente organizzate hai problemi di sopravvivenza posti
dall’ambiente e cercano di cogliere il significato unitario della vita sociale dei popoli. “chi è l’uomo?”
L’antropologia compie approfondite Indagini nello spazio e nel tempo. nello spazio, esplorando gli angoli
remoti del pianeta per incontrare i popoli anche molto diversi da noi, che hanno dato risposte differenti, ai
problemi dell’adattamento al contesto ambientale e della convivenza sociale; nel tempo, alla ricerca dei
nostri remoti antenati, per capire quali sono state le nostre origini e attraverso quali paesaggi sia compiuto
il distacco degli essere umani del mondo di vita animale. L’Antropologia si è sviluppata prendi
valentemente come antropologia culturale, cioè appunto come disciplina umanistica che considera la
produzione di cultura il tratto distintivo degli esseri umani. L’antropologia culturale, si distingue
dall’antropologia fisica (O biologia, o evoluzionistica), una disciplina naturalistica che studia l’uomo come
essere biologico, occupandosi di tracciare le linee della sua evoluzione, analizzare e datare gli antichissimi
reperti fossili, di chiarire i meccanismi dell’ereditarietà ed individuare nella genetica l’origine della diversità
umana. Le branche dell’antropologia culturale si differenziano poi in relazione agli ambiti di indagine, che
sono sempre più numerosi le principali sono:

-L’antropologia della parentela, che studia le relazioni di parentela nelle diverse società

-Antropologia della religione che studia le manifestazioni della religione con particolare riguardo verso la
devozione popolare, le feste, i riti e le cerimonie

-L’antropologia politica che si occupa delle forme di aggregazione e delle istituzioni politiche

-L’antropologia economica che studia la produzione e distribuzione delle risorse

-L’antropologia linguistica che studia il linguaggio umano e le relazioni tra lingua e cultura

-La paleo antropologia che ricostruisce la vita degli antichi ominidi della preistoria

Di particolare interesse è l’antropologia cognitiva, che studia i sistemi di pensiero e l’organizzazione


concettuale della realtà nelle culture diverse.

CULTURA/TYLOR

Cultura un buon dizionario a due significati:

~Nella prima accezione, la cultura è il complesso delle conoscenze che una persona ha acquisito attraverso
l’esperienza e lo studio che contribuiscono alla formazione della sua personalità, ed è sinonimo di
educazione ed istruzione

~Nella seconda accezione, la cultura è l’insieme delle pratiche materiali, delle conoscenze, delle tradizioni
e dei valori che caratterizzano una società o un gruppo sociale, e si usa in modo appropriato in espressioni
quali la cultura contadina o le culture nel nativi americani.

Il significato familiare degli antropologi deriva da una celebre definizione dell’antropologo britannico
EDWARD TAYLOR afferma che la cultura è quell’insieme complesso che comprende il sapere, le credenze,
l’arte, la morale, il diritto, il costume, e ogni altra capacità e abitudine acquisita dall’uomo in quanto
membro di una società. Taylor stabilisce tra produzione di cultura e vita associata: ogni gruppo umano è
associato a una propria cultura, che coincide con l’insieme dei modi di vita e comprende anche le semplici
abitudini quotidiane. Dal punto di vista di Taylor, non esiste alcuna distinzione di Valore tra creazioni
culturali di origine colta e prodotti di livello, per così dire, più basso: ad esempio le sinfonie di Beethoven
sono interessanti tanto quanti canti popolari. Le molteplici manifestazioni della cultura di un popolo sono
un insieme complesso ma provvisto di un significato unitario, che è compito dell’antropologia riconoscere e
definire. In questa prospettiva occorre precisare il senso dell’espressione CULTURA PRIMITIVA che
comprende nel titolo dell’opera di Taylor. Nelle intenzioni dello studioso infatti, il termine primitivo non ha
significato dispregiativo perché indica semplicemente i popoli privi di scrittura. E mescola dunque tutte le
società, comprese quelle cosiddette primitive, possiedono una loro cultura, allora non esistono popoli
selvaggi e privi di civiltà, dato che nessun uomo vive in una condizione completamente naturale, simile a
quella degli altri animali, in cui ci si limita a soddisfare i bisogni fondamentali per la sopravvivenza. La
definizione tyloriana chiarisce che l’uomo si distingue dagli altri esseri viventi in quanto produttore di
cultura o civiltà. Gli animali infatti praticano elementari strategie di sopravvivenza e vivono in società, ma
ciò non basta a farne degli esseri culturali. Negli animali la convivenza non genera cultura in senso
antropologico, anche se si sono capaci di varie forme di apprendimento cognitivo e sociale. Quello che
manca agli animali, è l’uso consapevole di strumenti simbolici come linguaggio. La sintetica definizione di
Taylor è stata infatti arricchita e completata, sviluppando una serie di aspetti che essa conteneva
implicitamente. Il Primo di questi è l’idea che la cultura sia un insieme compatto che ha una sua solidità e
stabilità. E tra maiuscola il secondo aspetto è che la cultura si sovrapponga alla natura, cioè a livello
materiale e organico, come se fosse una dimensione separata. Il terzo aspetto del concetto di cultura
Tayloriano è la sua natura olistica, ovvero la convinzione che una cultura costituisca una totalità in sé
conclusa le cui parti sono in relazione reciproca. Nel primo novecento sulla scia della definizione di Taylor e
la sua dinamicità: LA CULTURA SI RICEVE, si trasmette alle nuove generazioni attraverso un processo
verticale e discendente che gli antropologi Definiscono inculturazione e si diffonde attraverso contatti e
scambi di vario tipo tra persone e gruppi. Possono diffondersi oltre il luogo d’origine una religione, una
lingua, una tecnica di coltivazione, una pianta alimentare, una bevanda.

LA REVISIONE DELLA CONCEZIONE DI TYLOR

In primo luogo oggi gli antropologi non parlano più di cultura ma di CULTURE: non è più possibile fare
riferimento a una cultura universale condivisa da tutti gli esseri umani, perché l’osservazione antropologica
diretta ci mette continuamente di fronte a tante diverse modalità di relazione sociale di adattamento
all’ambiente. Inoltre è superata l’idea della cultura come insieme compatto e stabile: la cultura è sempre
opera degli umani e delle donne, che la creano, le elaborano secondo le loro esigenze, ne criticano e
modificano talune caratteristiche. E tra virgolette le culture non sono entità ma processi, di cui gli individui
risultano interpreti attivi e creativi, e i cui confini non sono Invalicabili e impenetrabili. La tesi secondo cui la
cultura si sovrappone alla natura biologica rapporto natura-cultura. Tali società esemplificano abbastanza
bene l’idea che ogni cultura possa essere una totalità, che si distingueva da altre culture e si individuava
facilmente perché non soggetta a cambiamenti nel tempo e ben delimitata spazialmente. Nella seconda
metà del 900 però l’antropologia si è trovata a fare i conti con un mondo profondamente cambiato, ha
dovuto accettare la radicale trasformazione e in alcuni casi della scomparsa del suo abituale oggetto di
ricerca, ossia delle culture indigene tribali, che sono state investite dalla modernizzazione, in alcuni casi
iniziata in epoca coloniale, in altri realizzata dei nuovi Stati sovrani e indipendenti. La politica di integrazione
sociale promossa dei governi centrali africani e sudamericani prescrive all’indigini di andare a votare,
mandare i bambini a scuola, curarsi con le medicine non tradizionale, tenersi informati su quello che
succede Oltre i confini del villaggio. I moderni mezzi di comunicazione di massa hanno raggiunto la località
più sperdute, dalle foreste dell’Amazzonia alle steppe dell’Asia centrale. Per questo da qualche tempo, il
turismo globale inserisce tra le sue proposte viaggi e soggiorni presso alcune culture tradizionali di paesi
extra
CONCETTO DI CULTURA NEL MONDO GLOBALE 

Nella prospettiva del mondo globale ogni cultura non solo si libera indipendente rispetto le altre ma anche
internamente differenziata e articolata se ad esempio in passato la principale disuguaglianza culturale era
rappresentata dall’esistenza di un eventuale percentuale di analfabeti, oggi si potrebbe far riferimento al
DIGITAL DIVIDE, la disparità tra chi ha effettivo accesso alle tecnologie dell’informazione e chi ne è escluso
totalmente o in modo parziale.

PRIMA DELL'ANTROPOLOGIA

DISTACCO CRITICO DEGLI ILLUMINISTI

L’interesse per i costumi dei popoli stranieri è presente nella cultura europea fin dai tempi degli storici greci
e latini. Tuttavia è solo con l’Illuminismo del settecento che si manifesta nella cultura letteraria e filosofica
europea un modo particolare di rapportarsi all’altro che supera la semplice curiosità, poiché l’osservatore
occidentale, confrontandosi con esperienze sociali molto diverse dalle proprie, si vende conto della
relatività di usi e costumi e giunge a considerare con distacco critico la cultura a cui egli stesso appartiene.
E riflessioni di questo tipo sono sollecitate anche nei resoconti dei viaggiatori e degli esploratori che
descrivono una grande varietà di popoli, si pensi a titolo di esempio alla risonanza avuta dei viaggi del
capitano inglese James Cook il quale completa il giro del mondo e Rita e la Your Hope l’esistenza
dell’Australia. In questo contesto che deve essere collocato uno dei generi letterari più amato, il racconto
filosofico, in cui è possibile cogliere l’emergere dell’atteggiamento antropologico nella cultura Europea. Un
esempio significativo di questa nuova sensibilità è offerto dalle lettere persiane di Charles de Montesquieu
durante un viaggio in Francia osservano con curiosità le usanze europee, che spesso appaiono loro strane e
insolite. Dietro ai due persiani si cela lo stesso Montesquieu, che può descrivere la propria società in modo
distaccato, come se la vedesse per la prima volta. nel romanzo l’ingegno, Voltaire racconta le avventure di
un giovane indiano d’America della tribù degli uroni , capitato per caso in Francia e coinvolto in intrighi di
ogni Tipo. Dal loro punto di vista filosofico-letterario anticiparono dunque alcuni temi sviluppati in seguito
all’antropologia: assunsero un atteggiamento critico e ironico verso i costumi europei. Nelle opere inizia a
farsi strada una critica dell’EUROCENTRISMO, ovvero alla tendenza a interpretare ogni cosa secondo il
punto di vista della cultura europea, ritenuta, apertamente o implicitamente, superiore alle altre.

EVULUZIONISMO= il quadro di riferimento dei primi antropologi è stato l’evoluzionismo, una concezione
filosofica basata sulla convinzione che tutta la realtà, naturale e sociale, è in perenne movimento da uno
stato originario indefinito verso forme sempre più complesse e coerenti di organizzazione, l’evoluzionismo
ha rappresentato un tentativo di trovare delle leggi generali, valide per tutte le civiltà, in grado di spiegare
i mutamenti storico-sociali, esso non deve essere confuso con la teoria evoluzionistica del naturalista
britannico Charles Darwin. Darwin non aveva mai indicato un fine o uno scopo nell’evoluzione dei viventi,
fu il filosofo Evoluzionista Herbert Spencer a estendere la portata della teoria Darwiniana, individuando
nella natura e nella storia dell’uomo una tendenza verso forme sempre più complesse e armoniose di
Organizzazione. Nella seconda metà dell’ottocento Lewis Morgan e insieme a dei colleghi britannici TAYLOR
E FRASER. Ebbero in comune due idee basilari: l’unità del genere umano e l’esistenza di studi universali di
sviluppo storico e culturale per cui tutta l’umanità è il cammino e la società si evolvono secondo la stessa
successione di fasi, anche se non contemporaneamente.
MORGAN LEWIS

Morgan scrive delle opere principali come sistemi di consanguineità e di affinità della famiglia umana e la
società antica. Il libro dei sistemi di consanguineità nacque da ricerche nel campo presso tribù di inattività
nordamericani è considerato Morgan L’INIZIATORE DELL’ANTROPOLOGIA DELLA PARENTELA, che studia con
metodo comparativo l’organizzazione dei sistemi di parentela nelle diverse culture. In la società antica,
Morgan traccia uno schema evolutivo delle società ultime: l’umanità si evolve e progredisce attraverso tre
tappe obbligate scandite dalle innovazioni tecnologiche: la 1)fase di vita selvaggia, in cui i popoli vivono di
caccia e raccolta e la barbarie, che inizia con l’introduzione di agricoltura, allevamento e tecniche di
irrigazione e infine la società, contraddistinta da una tecnologia basata sulla scrittura e nell’uso delle
macchine. La classificazione di Morgan è interessante perché attribuisce importanza agli elementi della
cultura materiale come la produzione economica, le tecnologie e i manufatti. anche la luce delle scoperte
storiche e archeologiche infatti non è più possibile sostenere che vi sia un unico percorso di civiltà comune
a tutti i popoli, in relazione al quale distinguere tre culture Progredite e culture arretrate o arcaiche, cioè
forme a uno studio antico. E l’antropologia odierna preferisce chiarire quale tipo di adattamento
all’ambiente presentano i vari popoli, senza stabilire delle classiche classifiche o individuare dei primati di
civiltà.

TAYLOR PASSAGGIO DALL’ANIMISMO AL CRISTIANESIMO

Taylor fu soprattutto un antropologo da tavolino chiamato così perché ha fatto solo due viaggi nella sua
vita. Utilizzò per le sue sintesi tutte le fonti etnografiche all’epoca disponibili in grado di resoconti di
missionari ed esploratori. Taylor si occupò anche di storia delle religioni, a cui applicò lo schema
evoluzionistico individuando le fasi teorico-simboliche in cui è progredita la conoscenza religiosa
dell’umanità. Egli accoglie la prima forma di religione nell’animismo dei popoli primitivi, che attribuiscono
a tutti viventi e ai fenomeni naturali un’anima o uno spirito. Politeismo (credenza in più dei) e monoteismo
(credenza in un solo Dio) sono forme di religione più complesse ed evolutive. E nella concezione cristiana
dell’immortalità dell’anima Taylor avverte la istanza di un’antichissima credenza animistica, secondo la
quale l’anima sopravvive alla morte.

FRAZER IL CAMMINO DALLA MAGIA ALLA SCIENZE

 James Frazer, scrive varie enciclopedie tra cui un enciclopedia dove all’interno ci sono miti, riti magici,
credenze, usanze, cerimonie, rituali delle antiche religioni. l’evoluzionismo di frazer si applica allo studio
delle forme di conoscenza e organizzazione nel mondo, egli interpretò magia e religione come sistemi pre
scientifici di conoscenza. Secondo Frazer soltanto la scienza moderna dell’epoca industriale alla capacità di
spiegare esattamente la realtà e controllarla a vantaggio dell’uomo.

---GLI ANTROPOLOGI CLASSICI 

Per classici dell’antropologia intendiamo gli autori, europei e statunitensi che operano negli anni tra le due
grandi guerre mondiali e nel secondo dopo guerra, e che posero le basi metodologiche della disciplina.
molte delle loro ricerche fanno ancora testo e i loro punti di vista sono tuttora discussi importanti, si può a
buon diritto definirli classici, nel senso che a questo termine si dà in letteratura in filosofia: autori con cui si
può ancora dialogare, perché riescono a parlare anche alle epoche successive a quella in cui vissero e
lavorarono.

FRANZ BOAS
Franz Boas È stato il caposcuola dell’antropologia statunitense con Boas e i suoi allievi, gli studi entro-
antropologici conobbero una fioritura straordinaria, partendo dagli Stati Uniti all’avanguardia della ricerca
in questo campo. Boas studiò matematica e fisica in Germania e si avvicinò alle scienze umane dopo una
spedizione scientifica in Canada.

COSA FA: Lui si trasferì definitivamente negli Stati Uniti dove si dedicò allo studio degli indiani della costa
nord-ovest dei pueblos, un gruppo di popoli nativi americani stazionati nelle grandi regioni dell’Arizona e
del nuovo Messico. Boas è stato lo studioso che ha fatto di più per la conoscenza e la conservazione delle
lingue degli indigeni americani: ne parlava moltissime, e di una decina raccolse pubblicò le regole
grammaticali. È importante Che un antropologo apprende la lingua dei popoli che osserva , Permette non
solo di comunicare più facilmente ma consente una migliore comprensione della mentalità.

IL MOTTO DI BOAS Era tutti sul campo. contrario All’etnologia da tavolino, egli propugnava un metodo di
ricerca induttivo sul modello delle scienze naturali che può essere riassunto così osservazione diretta dei
fatti concreti, raccolta e analisi dei dati, elaborazione di teorie e leggi.

BOAS STUDIA la società degli indiani americani del Nord-ovest e sono celebri le sue indagini del potlac una
singolare cerimonia di cui boars rivelò il significato economico e sociale.

IL POTLAC È un rituale durante il quale un ricco ospite ostenta il suo prestigio e i suoi beni, distribuisce doni
agli invitati e, per ribadire la sua condizione niente, brucia e distrugge oggetti di valore.

Ogni cultura, secondo boas possiede delle peculiarità che la rendono unica e il riducibile a uno schema
universale come quello degli stadi evolutivi. Questa impostazione è stata definita PARTICOLARISMO
CULTURALE: si tratta di un punto di vista secondo il quale ogni cultura deve essere studiata è compresa in
relazione allo specifico ambiente in cui si sviluppa e ai problemi che deve affrontare. Il particolarismo è la
premessa indispensabile del relativismo culturale, ovvero di quelle concezioni per cui tutte le culture hanno
una loro validità E per questo non ha senso valutarle. Nella seconda metà del 900 il relativismo culturale fu
condiviso da quasi tutti gli antropologi statunitensi, molti dei quali come si è detto furono allievi di boas.

I SUCCESSORI DI BOAS 

La scuola antropologica di cultura e personalità fiorì negli Stati Uniti per opera di allievi di boas. Questi
autori concepirono la cultura come un sistema di comportamenti che caratterizza un determinato ambiente
sociale, trasmesso da una generazione all’altra attraverso quel processo di trasmissione culturale che
prende il nome di INTERCULTURAZIONE.

Nella prospettiva di questo indirizzo, tutti i membri di una cultura condividono un certo numero di tratti
comportamentali appresi durante l’infanzia e l’adolescenza, ovvero il denominatore comune degli individui
appartenenti alla stessa cultura. sono celebri le ricerche comparative condotte da MARGARET MEAD su due
popolazioni della nuova Guinea Che permisero allo studioso di rilevare una significativa correlazione tra
metodi educativi e tratti della personalità. l’indirizzo cultura e personalità appartiene sia la storia
dell’antropologia sia quella della psicologia sociale della psicoanalisi per rilievo dato ai processi di
socializzazione e all’apprendimento sociale.

MALINOWSKI

 Malinowski è considerato il principale teorico del FUNZIONALISMO ANTROPOLOGICO, un punto di vista


che collega la funzione della cultura ai bisogni biologici dell’uomo. egli fu come boas un emigrante
culturale. Durante la sua permanenza Alle isole Trobriad, Malinowski si immerse nella vita sociale degli
indigeni, cercando sempre di non fermarsi all’apparenza e di capire la funzione sociale di tutte le usanze
anche le più singolari. MALINOWSKI SCRISSE IL KULA RING una forma di scambio cerimoniale.Nel kula Collane
di conchiglie rosse erano scambiate con bracciali di conchiglie bianche, secondo regole ben precise, nel
corso di visite che gli abitanti delle varie isole si facevano reciprochimento. Al kula si accompagnava il
Barretto di prodotti utili. Malinowski rivelò il significato economico e sociale di queste usanze tribali: serviva
promuovere la solidarietà sociale e a stabilire il principio di reciprocità, base del diritto e della relazione
sociale degli isolani. Altri aspetti della vita sociale dei Trobriasi che interessarono Malinowski furono la
magia, accompagnavamo molti momenti dell’esistenza Degli indigeni, e l’organizzazione familiare: in
particolare gli fu colpito dalla grande libertà sessuale prematrimoniale dei trobriandesi e della particolare
posizione sociale delle donne infatti la discendenza era Matri lineare e l’uomo più importante all’interno del
nucleo familiare era lo zio, fratello della madre, a cui spettava l’educazione la tutela dei nipoti. Secondo
l’autore per capire che cos’è la cultura occorre collegarla all’uomo biologico e ai suoi bisogni. In altre
parole, occorre comprendere qual è la funzione. Per ogni bisogno biologico esiste una risposta culturale più
efficace di quella naturale ai fini della conservazione della specie. Come insieme delle risposte specialmente
organizzate hai fondamentali bisogni umani, la cultura a principalmente la funzione di proteggere la specie,
ma queste risposte, proprio perché sono di tipo culturale e non biologico come accade invece nel mondo
animale, possono variare notevolmente da una posizione all’altra. Questa diversità può non essere
evidente a livello della cultura materiale, cioè considerando semplicemente manufatti, occorre piuttosto
chiedere come funziona Quel particolare manufatto e qual è il suo significato all’interno di un contesto di
simboli condivisi: chi autorizzato a fabbricarlo e chi è usarlo, per quali scopi, in quali circostanze, con quali
modalità. Malinowski fa l’esempio del più semplice primitivo manufatto: il bastone da scavo lungo era 150 a
130 cm.La sua forma e le sue dimensioni sono pressoché uguali in tutte le culture ma la sua formazione
cambia. E ogni prodotto dell’attività umana, dall’artefatto più semplice a quello per adorato, è definito dalla
sua funzione, cioè dalla parte che svolge in un sistema culturale.

LEVI STRAUSS L’ANTROPOLOGIA STRUTTURLE

cloud levi Strauss, massimo esponente dell’antropologia strutturale, cioè di quel complesso di teorie, da lui
stesso elaborato, che si propone di individuare la struttura sociali, ovvero quegli elementi ricorrenti
universali che sostengono e orientano, come una sorta di invisibile impalcatura, i componenti sociali, e che
sono alla base di tutte le culture. Nella prima opera rilevante di Strauss chiamata le strutture elementari
della parentela, si svolge un’analisi dei rapporti di parentela presenti in tutte le società anche se in forme
molto diverse, per arrivare al problema per eccellenza dell’antropologia. L’autore afferma che questa linea
di confine risiede nella creazione di legami di affinità, cioè i vincoli conseguenti al matrimonio, che in tal
modo si aggiungono a quelli naturali di filiazione e di consanguineità; l’insieme di questi tre legami è
l’atomo di parentela. Levi Strauss individua gli eventi decisivi del passaggio dalla natura alla cultura e
inaugura la metodologia di analisi strutturalista, che consiste nella ricerca, condotta con strumenti logico-
matematici, di elementi universali nella varietà delle produzioni culturali umane. La parentela è una
costruzione culturale perché ogni società ha un proprio modo di classificare i legami di parentela e di
attribuire loro dei significati, la più importante LA TRIBÙ DELL’INCESTO, che proibisce l’unione sessuale con
parenti stretti e rende obbligatoria l’ESOGAMIA: con questo termine si intende la regola matrimoniale che
impone di sposarsi al di fuori del proprio gruppo di appartenenza, clan familiari o bande, in
contrapposizione a ENDOGAMIA che Indica invece le unioni che avvengono all’interno del gruppo. Levi
Strauss studia i rapporti di parentela sono le donne che si spostano dalla loro tribù a quella del futuro
marito, e gli parla di scambio delle donne, facendo quindi riferimento alle società Patrilineari. Nel contesto
di rapporti sociali, lo scambio delle donne ha in un certo senso la stessa funzione dello scambio linguistico
dei rapporti comunicativi e dello scambio di merci nei rapporti economici: tutti e tre servono a mettere in
Pacifico contatto gruppi diversi che possono essere e così ampliare la loro rete di relazioni sociali e fare
progredire la cultura.
IL MATRIMONIO ESOGAMICO

Il matrimonio islamico si è imposto in tutte le società non tanto perché preserva l’integrità fisica della
discendenza da malattie derivanti dall’unione tra consanguinei, Ma piuttosto perché stabilisce rapporti
alleanze di vario tipo che sono una garanzia di sopravvivenza del gruppo sociale, se non volevano più vivere
nel timore di essere uccisi dagli esterni, dovevano sposarsi con gli esterni, lo scopo di stabilire nuove reti di
alleanza questo era ciò che pensava Taylor. Levi Strauss individua nel Tabù dell’incesto l’elemento di
mediazione tra natura e cultura poiché pur essendo una creazione umana non ha l’universalità e
l’obbligatorietà delle leggi di natura.

IL NEOEVOLUZIONISMO

Nella seconda metà del 900 Ci fu una ripresa dell’ottica Evoluzionistica che da spiegazioni Dello sviluppo
culturale. Ci fu un ritorno come reazione dell’antropologia da Franz Boas Che rinunciando al le spiegazioni
di ordine generale, non offre una risposta all’esigenza di tracciare delle linee di sviluppo universali. Vere
Gordon Childe fu Un archeologo brittannico che diede vita alle evoluzionismo endivie tu o la molla del
progresso storico nell'evoluzione del sistema produttivo Che è il modo in cui l’essere umano si procura i
mezzi per la sopravvivenza. E gli indicatori stadi dell’evoluzione mondiale: 1)il paleolitico (lavorazionde
della pietra+caccia), Il neolitico (domesticazione di piante animali), e lo stadio della civiltà (rivoluzione
urbana). Un altro esponente importante fu l'antropologo LESLIE WHITE che definì la cultura un sistema
integrato in 3 sottosistemi: il sistema tecnologico che comprende gli strumenti che l'uomo usa per
dominare l’ambiente, il sistema sociologico che comprende le relazioni umane e il sistema ideologico che
comprende le idee le credenze. Questi sistemi interagiscono tra loro ma ruolo in più importante è attribuito
il sistema tecnologico che determina lo sviluppo della società perché Consente di sfruttare le risorse
energetiche rendendo la vita più lunga. JULIAN STEWARD fu un altro antropologo statunitense importante
Che dice che non è possibile e lavorare un percorso segnato da stadi. L’evoluzione della cultura può venire
in più modi E infatti individua parallelismi e regolarità nelle culture di regioni del mondo molto distanti
geograficamente.

IL MATERIALISMO CULTURALE = Conosce l’uomo alle prese con problemi di sopravvivenza. Il programma di
ricerca materialista aspira allo stesso tipo di oggettività delle scienze naturali. Si applica infatti alla biologia
evolutiva di Darwin dando una spiegazione materiale. Per la politica, l'arte e la religione può fornire una
spiegazione materiale o funzionale: la politica infatti ha la funzione di risolvere i conflitti, la religione invece
aiuta le persone e così via. In questa prospettiva la cultura è legata alla costituzione materiale dell'uomo
poiché è l'insieme delle risposte che gli uomini, nel corso dell evoluzione, hanno dato al problema della loro
sopravvivenza. L’antropologo statunitense MARVIN HARRIS è il rappresentante di questa tradizione. Lui
infatti riprende alcune prospettive teoriche. il materialismo storico del filosofo tedesco Karl Marx ne è un
esempio perché distingue l’uomo per la sua attitudine a lavorare e produrre. Riprende anche la teoria della
selezione naturale di Darwin secondo cui quelli che hanno sviluppato caratteri vantaggiosi Sopravvivono di
più. la psicologia comportamentista Considera il quindi il comportamento esteriore che è l'unico oggetto
osservabile d'indagine. Infine la demografia di malthus. Un studioso inglese che è famoso il suo nome alla
legge di malthus, secondo la quale mentre la popolazione cresce in progressione geometrica, le risorse
crescono in progressione aritmetica. Da questo deriva un perenne squilibrio tra le due cose. Cio che lega
tutte queste prospettive è prima di tutto una visione naturalistica: l'essere umano è visto come insieme di
bisogni, geneticamente prestabiliti Che si realizzano grazie all’intelligenza. Il principale STRUMENTO
DISPOSIZIONE DI SOPRAVVIVENZA È LA CULTURA, che è l’insieme delle risposte umane alle sfide lanciate
dal ambiente, perché consente di ottimizzare il rapporto tra costi e benefici.
L’ ANTROPOLOGIA INTERPRETATIVA= Considera l’uomo diverso dagli altri capace di riflettere con diversi
significati valori. Il programma di ricerca è interpretativo simile al sapere filosofico letterario. Ogni cultura è
un mondo a se che può essere descritto interpretato ma non spiegato. Con questo si ottengono vari
significati dei comportamenti culturali che vanno in riferimento a un determinato con testo. L’antropologo
statunitense CLIFFORD GEERTZ e il maggior esponente. Lui raccolse dei saggi dal titolo interpretazione di
culture È stato un evento importante la pubblicazione di questo. Il volume presenta una sistemazione
teorica all’approccio interpretativo Secondo cui l’antropologo Dovrebbe coltivare la ricerca etnografica sul
campo invece che studi i fenomeni di esso. È importante che l'etnografia non coincida sempre con un
insieme di ricerche sulla civiltà ma devi risiedere nello sforzo intellettuale richiesto dall'interpretazione dei
fenomeni osservati. Questo è alla base di una descrizione etnografica densa cioè consapevole che gli
elementi raccolti Sono interpretazioni che gli individui offrono degli eventi della propria vita che
l'antropologo a sua volta elabora. A partire dal suo punto di vista. In questo senso allora sono
interpretazioni di interpretazioni. Geertz non crede in questo lavoro ma crede che l’incrocio delle
interpretazioni restituisce il senso della complessità e varietà del mondo umano. Un’altra peculiarità è il
carattere di narrazione scritta dal lavoro dell’antropologo che lo rielabora in forma narrativa L’antropologo
infatti è in primo luogo un conservatore di significati. Geertz Non crede sia possibile scoprire degli elementi
culturali universali comuni a tutti. il matrimonio esogamico per esempio assume un significato differente a
seconda del contesto culturale perché l’essere umano è un animale molto vario connotato dalla diversità
culturale. Quindi, l’etnografia per Geertz è la scrittura di queste diversità.

L’ANTROPOLOGIA POST-MODERNA
A partire dagli anni 80 del 900 di studi antropologici erano diventati Movimentati E si applica vanno al
postmodernismo Punto il POSTMODERNISMO È una corrente culturale dell’ultimo quarto del 900 e
coinvolge numerosi abiti artistico letterario filosofico predomina l’atteggiamento critico e dal loro punto di
vista ipost moderni sostengono che il mondo è troppo complesso e caotico per essere compreso nella sua
totalità. può Essere raccontato in molti modi validi I postmodernisti rinunciano a stabilire dei criteri
mettendo a capo Un pensiero debole senza pretese di certezze o di verità assolute. Per spiegare questa
corrente Si può partire da un volume degli antropologi statunitensi James clifford e George Marcus
considerato il manifesto del postmodernismo: writing culture The politics and politics of ethnography. Nei
saggi raccolti in questo volume viene in messo in discussione uno dei fondamenti dell’antropologia classica:
l’attendibilità del reso conto etnografico. In poche parole il brano dice che l’antropologo quando scrive non
fa scienza ma letteratura, il suo lavoro è sempre culturalmente situato ovvero inserito En una prospettiva
che deriva dalla sua cultura che può condizionare l’oggettività del suo sguardo e del suo ascolto. PER
ANDARE PIU A FONDO:La presenza del ricercatore dava sufficienti garanzie di oggettività e rispondenza al
vero come aveva capito jerz la situazione vede le incontro di 02:00 interpreti l’antropologo e nativo che lo
informa. La descrizione è inserita in un ben preciso quadro interpretativo sedimentato nel tempo
L’antropologo sovrappone al interpretazioni dell’indigeno le proprie, Ricerca quando puoi il ricercatore
elabora il reso conto etnografico Fa una critica post moderna che si avvale di una serie di espedienti tipici
della sua cultura di appartenenza seleziona dunque ciò che reputa Importante e scardaccio che nella sua
appare accessorio con ampio uso di convenzioni narratives che danno una forma letteraria al testo.

LA GLOBALIZZAZIONE
La globalizzazione caratterizza il panorama contemporaneo e l'antropologia ha dovuto ripensare te stessa e
mettere alla prova la validità delle proprie categorie concettuali nell'età classica Le ricerche svolte presso
popolazioni extraeuropee organizzati in una società di piccole dimensioni coincidenti con un villaggio. Era
facile attribuire a ciascuna popolazione una cultura compatte bene localizzata con un complesso di usanze
stabil il tempo e resistenti al cambiamento per cui ogni popolo è identificato dalla sua cultura. Negli ultimi
decenni del 900 c’era l’immagine del villaggio planetario o globale che secondo il sociologo MARSHALL
MCLUHAN Sono protagoniste Non le Culture ma le persone nel villaggio globale una comunità grande
quanto il pianeta terra gli uomini abitano in più luoghi e vivono più vite coinvolti da eventi che accadono a
chilometri di distanza per esempio il Mercato Mondiale o i social network. La cultura quindi risulta
delocalizzata cioè non attribuibile a un gruppo insediato in un luogo preciso e si presenta strettamente
legata ai processi di comunicazione, E trova la sua espressione in un ambiente culturale che spesso non
coincide con quello fisico come per esempio i social Che rappresentano una comunità virtuale Che si
costituisce su internet formata da persone che hanno in comune determinate idee Ma che non si
conoscono personalmente comunicando con una lingua veicolare. Ogni luogo allora è visibile alla comunità
mondiale e contribuisce ad aumentare la presa di coscienza dei problemi che la globalizzazione stessa
comporta in ambito sia politico si ambientale. Ad occuparsi di questi problemi globali si occupano delle
associazioni come l’ ONU Sorta con intensione di garantire la pace e la cooperazione internazionale la OMC
Che serve per regolamentare le relazioni commerciali O la FAO Con il mandato di accrescere la qualità della
nutrizione.

LIMITI DELLA GLOBALIZZAZIONE: L’INDIGENIZZAZIONE


L’antropologia offerto un contributo alla comprensione dei processi di globalizzazione sottolineandone
limiti. È ovvio che la forza della globalizzazione Può essere colta da chiunque basta pensare alla pubblicità.
Si rivela una tensione permanente Ciao globale e locale tra l’occidentale azione del mondo e le resistenze
indigene. I flussi culturali Subiscono dalle popolazione locali Il processo di traduzione e Reinterpretazione
che Marshall sahlins e arjun appadurai hanno definito indigeni azione Cioè il fenomeno per cui un
comportamento un prodotto culturale proveniente dall’estero subisce una traduzione culturale che ne
permette l’adattamento agli usi locali quindi è proprio prendere un prodotto e adattarlo al paese. Come
esempio Ma è la Coca Cola che viene usata In modi diversi a seconda del paese per esempio in chiapas e
offerta ai piedi dell’astato Sante. Anche Ugo fabietti dice che nel Camerun durante i funerali importanti I
tradizionali parasole sono sponsorizzati dalla marca di birra Guinness. Altro esempio è che ha kompot In
papua Nuova Guinea le incontro della popolazione indigena papà con quella occidentale ha fatto rinascere
l’arte locale informo e nuove il prodotto più tipico sono le storyboard delle tavolette di legno dipinte che
vengono apprezzate dai turisti pagandole bene Con queste però Non vogliono riaffermare la tradizione ma
vogliono avviare un’attività economica e trasportare la propria identità all’estero Questo in questo modo la
popolazione di kampot ha capito che il mondo non termina Al di fuori del loro villaggio Altro esempio di
resistenza alla globalizzazione e che in Europa sono manifestati fenomeni Cane in comune la rivincita del
locale su globale come per esempio dei movimenti politici indipendentisti l’affermazione di partiti politici
non ideologici ma territoriali Che vogliono difendere le tradizioni.

I NON LUOGHI
Oggi gli antropologi sono chiamati a studiare le trasformazioni di società africane asiatiche ritenute
immobili e a servare le forme di vita comunitarie all interno delle metropoli multietnica e multiculturale
come un progetto di ricerca comune con la sociologia Uno dei primi è stato Marc auge Oltre la ricerca nel
metrò fece l’analisi dei non luoghi della contemporaneità un esempio assai ficacci di lettura antropologica
delle società complesse Augè fece una ricerca svolta l’interno della metropolitana di Parigi I compiti per
capire i comportamenti umani nel metró lo studioso ha utilizzato il metodo dell antropologia culturale cioè
in osservazione diretta sul campo. Altri 2 lavori importanti sono: ville tenute etnologia della casa di
campagna 1939 e il celebre non luoghi Non voghi infatti ha suscitato un grande dibattito tra i
contemporanei. Augè per dimostrare l’urbanizzazione del mondo contemporaneo in cui non esiste più
soluzione di continuità tra una citta e l’altra per esempio gli aereoporti E le stazioni che conferiscono al
territorio l’aspetto di un'unica immensa città Su nel mondo surmoderno La distinzione non è più tra città e
campagna ma tra luoghi e non luoghi I luoghi sono gli spazi della residenza stabile che ha una storia le
spalle e conferisce quindi a un’identità. Il non luoghi Sono gli spazi in personali del transito e della
comunicazione uguale in ogni parte del mondo globalizzato Per esempio le stazioni i parcheggi gli svincoli
autostradali i negozi gli alberghi i parchi ecc. L’uomo nei luoghi non si sente a disagio ma vive la piacevole
sensazione di sentirsi a casa perché i non luoghi sono uguali dappertutto e sono progettati nello stesso
modo in un certo senso rimpiccioliscono il mondo. (tokyo=italia)(per negozi)

METODO ETNOGRAFICO PER I MASS MEDIA


Il metodo di indagine etnografico Applicato anche a settori di ricerca diversi da quelli tradizionali arriva
doversi confrontare con i gusti dei telespettatori dei serial televisivi. Da quando l’analisi dei mass media
(Autentici produttori e trasmettitori di cultura) Veri e propri agenti di socializzazione. Il principale filone di
ricerca dei mass media L’audience studies. Esci hanno origine in Gran Bretagna e gli Stati Uniti e gli autori si
propongono di ottenere una conoscenza del pubblico radiotelevisivo più preciso come le Rilevazioni degli
ascolti anche se sono poco affidabili gli studi condotti in laboratorio, Perché risultano lontani dalle situazioni
della vita reale E sono preferibili i metodi etnografici Come l’analisi del contenuto dei programmi (indagine
desk), Il focus Group, L’osservazione del comportamento degli spettatori, I resoconti individuali che
descrivono le emozioni. L’obiettivo appunto è raccogliere testimonianze sul ruolo dei media. L’analisi
culturale dei programmi è un lavoro a tavolino l’etnografia infatti ci pone di fronte alla giornata tipo
televisiva con un flusso interrotto di programmazione nei vari generi trattando la come un unico testo la cui
trama è costituita da molteplici narrazioni. la Narrazione può essere trasversale e dislocate in più momenti
ad esempio nell’insieme dei programmi è possibile rintracciare la narrazione dell’Italia contemporanea un
immaginario italiano che possa alimentare un certo tipo di Coscienza e identità nazionale.

Le domande a cui l'etnografia dei media radiotelevisivi cerca di rispondere sono:

 • quali sono i contenuti trasmessi dai media?

 • come reagiscono gli spettatori alle proposte dei media?

  • quale uso dei contenuti trasmessi dai media fanno le persone nella vita di tutti i giorni?

 • qual è il contributo fornito dai media alla creazione di un immaginario individuale e collettivo?

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