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Sommario
1. L’importanza della nuova disciplina. – 2. Sui contenuti. - 2.1. Il rapporto Chie-
sa-Diritto. - 2.2. La natura del diritto canonico. - 2.3. Somiglianza e diversità
fra diritto secolare e diritto canonico. – 3. Sullo statuto epistemologico della ca-
nonistica. – 4. L’ambiguità dell’espressione «Teologia del diritto canonico».
1 L’autore parla quasi sempre di «teologia del diritto». Anche se dal contesto è chiaro che si
intende «teologia del diritto canonico» penso che convenga essere precisi. L’espressione «teo-
logia del diritto» potrebbe infatti intendersi nel senso di una riflessione teologica sul fenome-
no giuridico in generale, in modo analogo all’insegnamento della «filosofia del diritto».
2 Ephemerides Iuris Canonici 52 (2012) n. 1, 211-234.
3 Il 2 settembre 2002 la Congregazione per l’Educazione cattolica ha pubblicato il decreto
«Novo Codice» con cui viene rinnovato l’ordine degli studi nelle Facoltà di diritto canonico.
Fra le nuove discipline obbligatorie introdotte nel secondo ciclo si trova la «Teologia del di-
ritto canonico» e la «Prassi canonica amministrativa e giudiziale».
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4 Più avanti l’Autore osserva che «l’intento evidente della riforma degli studi è orientato a una
presa di coscienza circa la natura stessa del diritto canonico» (p. 227).
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2. Sui contenuti
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5 Soprattutto il diritto divino positivo, quello cioè che riguarda gli aspetti fondanti di natura,
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7 Altri simili concetti analogici sono ad esempio quello di persona, società, potestà, comunio-
ne, ecc.
8 Sul tema cf. quanto ho scritto in Questioni fondamentali della canonistica nel pensiero di Klaus
Mörsdorf, Pamplona 1986, 434-441. Nello stesso senso cf. M. GAULICH, Unterwegs zu einer
Theologie des Kirchenrechts, Paderborn-München-wien-zürich 2006, 355-357.
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canonistica. A mio avviso questo tema dovrebbe essere fra gli ultimi e
comunque dovrebbe essere preceduto dalla questione epistemologica,
della quale è una conseguenza.
Nella parte storica, esponendo le diverse tendenze della canonisti-
ca sviluppatesi soprattutto durante il periodo di riforma del CIC, ma
che ancora oggi determinano i diversi indirizzi, si dovrà necessaria-
mente accennare alla questione epistemologica della canonistica. Essa
costituisce infatti la principale differenza fra la «tendenza teologica» e
quella «giuridica». La questione dovrebbe tuttavia essere ripresa nella
parte sistematica.
In sintesi si tratta di capire se è più adeguato considerare il diritto
canonico quale realtà essenzialmente ecclesiale e specificata giuridica-
mente, oppure quale realtà essenzialmente giuridica e specificata eccle-
sialmente. Nel primo caso il suo studio verrà considerato come scien-
za teologica9, nel secondo come scienza giuridica. Ciò ha, ovviamente,
importanti ripercussioni metodologiche.
Mi trovo in sintonia con l’a. nel considerare che la posizione più
adeguata sia la prima. Non mi sembra tuttavia del tutto soddisfacente
il modo con cui egli imposta la questione.
Fra i diversi approcci epistemologici al diritto canonico, l’Autore
presenta tre tendenze: «Vi è chi affronta la disciplina ritenendola pre-
cipuamente giuridica, così che il ruolo della teologia consiste solo nel
creare il contesto sul quale tale scienza contribuisce a portare i propri
risultati» (p. 230). In secondo luogo Visioli si riferisce a Corecco che
parla di disciplina teologica con metodo teologico, «limitandone così
la portata giuridica e il dialogo con il diritto secolare» (p. 230)10 e, fi-
nalmente, agli approcci «misti», nei quali si parla di «disciplina teolo-
gica con metodo giuridico» (p. 230), con evidente riferimento alla po-
sizione di Mörsdorf.
In realtà quest’ultima tendenza non può essere considerata «mista»
come se la canonistica fosse una disciplina tanto teologica quanto giu-
9 Con la rispettiva centralità della fede – fides qua et fides quae – che implica la guida del Ma-
gistero.
10 Ho cercato di chiarire e giustificare la concezione di Corecco nell’articolo La necessità del
metodo teologico per la canonistica nel pensiero di Eugenio Corecco, in Metodo, fonti e soggetti del
diritto canonico, ed. j. I. Arrieta – G. P. Milano, Roma 1999, 78-94.
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11 Ho evidenziato questo aspetto in diversi articoli: «Teologia e diritto nella definizione epi-
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12 Il fatto che nel nuovo Codice ci sia una maggior abbondanza di definizioni e di esortazioni
si spiega in virtù della dimensione pastorale e pedagogica che il legislatore volle fosse anche
presente. Non può invece venir considerata come manifestazione della dimensione teologica
del diritto canonico nel senso che abbiamo indicato. Sulla questione cf. w. AyMANS, «Codex
Iuris Canonici. Erwägungen zu Geist und Gestalt des neuen Gesetzbuches der lateinischen
kirche», in Ministerium iustitiae, ed. A. Gabriels – H. Reinhardt, Essen 1985, 38.
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13 PUL, PUG, PUU, Angelicum, UPS, Istituto di diritto canonico di Budapest, PIO.
14 Decreto, Introduzione.
15 Anche Visioli riconosce che in questa denominazione c’è «il rischio di perdere di vista la
specificità di metodo di indagine proprio di questa disciplina e di farne una semplice branca
della teologia» (p. 233).
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16 Ricordo che «Optatam totius», n. 16 esorta a tener presente il mistero della Chiesa nello
studio sia del «Diritto canonico» che della «Storia della Chiesa».
17 Con A. M. ROUCO VARELA, Sacramento e Diritto antinomia nella Chiesa? Riflessioni per una
teologia del Diritto canonico, Milano 1971; ID., «Teologia del Diritto Canonico», in Nuovo Di-
zionario di Teologia, ed. G. Barbaglio – S. Dianich, Roma 1977, 1979 (2); 1982 (3); 1985 (4),
1711-1753; ID., Theologie des Kirchenrechts. Methodologische Ansätze, Canonistica. Beiträge
zum kirchenrecht 4, Trier 1979; «Theologie des kircheurechts», in Grundriss des nachkonzi-
liaren Kirchenrechts, ed. j. Listl – H. Muller – H. Schmitz, Regensburg 1980, 11-21; ID., «Theo-
logie des kirchenrechts», in Handbuch des katholischen Kirchenrechts, ed. j. Listl – H. Muller –
H. Schmitz, Regensburg 1983, 12-24.
18 Cf. L. MüLLER, «Ordo Ecclesiae. Fondazione teologica e teologia del diritto canonico se-
condo Eugenio Corecco», in Antropologia, fede e diritto ecclesiale, ed. L. Gerosa, Milano
1995, 99.
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19è infatti proprio così che ho intitolato il manuale (editato da Marcianum Press, Venezia
2011), nel quale, con la collaborazione di Costantino-M. Fabris, ho raccolto le lezioni del
Corso tenuto nella Facoltà di Venezia.
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