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JOHN CHEEVER

Il nuotatore (The swimmer)


1964

Una domenica di mezza estate, c’è il sole, e “una massiccia formazione di


nuvole cumuliformi, così simile a una città vista in lontananza dalla prua di una
nave che s’avvicina, che si sarebbe potuto darle un nome, Lisbona e Hackensack”.
Neddy Merrill è un uomo snello, “con quella particolare snellezza della
gioventù”, anche se non più giovane - un “personaggio leggendario”, si
autodefinisce lui - uno che prova “un disprezzo inspiegabile per gli uomini che
non sanno tuffarsi dentro una piscina", un uomo di successo con una bella
moglie e quattro bellissime figlie che giocano a tennis al circolo. Neddy è a
un party che si svolge nella piscina di Westerhazy, il presidente della locale
associazione ornitologica. Si annoia, come tutti. Ha un forte mal di testa: ha
bevuto troppo. Come tutti. Persino il parroco beve.
Senza un’apparente ragione, Neddy decide di compiere un’impresa allo
stesso tempo epica e balzana: tornerà a casa attraversando a nuoto la ricca
suburbia residenziale di Bullet Park, ovvero percorrendo per otto miglia -
una dopo l'altra - quindici piscine private, oltre al centro sportivo di
Lancaster.
Sarà il“suo contributo alla geografia moderna”.
Neddy scavalca siepi come un esploratore, ignora i cartelli con la scritta
PROPRIETA’ PRIVATA, ammira le magnifiche ville vittoriane e ammicca ai
camerieri in livrea. Percorre le prime vasche a cuor leggero, accompagnato
dall'accoglienza dei loro proprietari, borghesi un po’ ruffiani che lo
invitano a un drink: “come erano incantevoli e lussureggianti le rive del fiume
Lucinda!” (Neddy infatti aveva deciso di ribattezzare questo inedito e suo
personale percorso d’acqua come sua moglie).
Ma presto è sorpreso da un violento temporale ed è costretto a trovare
rifugio in uno spogliatoio. Da questo momento tutto cambia, tutto diventa
sbiadito, confuso: il tempo, lo spazio, le coordinate. L’acqua delle piscine
diventa sempre più fredda, e si tinge di colori cupi; la natura vivace e
rigogliosa lascia spazio alle prime avvisaglie d’autunno. Neddy si scopre
sempre più smarrito, sempre più stanco. Le persone sono sempre meno
gentili con lui, anzi: sono scortesi. In questo paesaggio sempre più fosco e
malinconico - le piscine ora sono vuote, e compaiono cartelli con la scritta
VENDESI - lui si ritrova solo. Seminudo, ai margini dell’autostrada, a piedi
scalzi tra lattine di birra, stracci e pneumatici scoppiati, esposto al ridicolo
dei turisti diretti verso nord.
Tuttavia non torna indietro: quella che è nata come una burla è nel
frattempo diventata una faccenda terribilmente seria. Una sfida. Un viaggio
verso l’autodistruzione. Una metafora del suo inesorabile declino, che poi
altro non è che il declino dell’American dream.
È dagli Halloran, una coppia di bizzarri anziani che passeggiano nudi per
il loro sterminato parco di faggi, che scopriamo la verità, o una parte di
essa: “Ci è dispiaciuto immensamente di sapere delle tue disgrazie, Neddy”. “Non
capisco di cosa parli”, risponde lui. Neddy - forse - ha dovuto vendere la
casa. Ma sembra averne perso la memoria, o comunque aver rimosso.
Insomma, Neddy è un fallito, e ora che è caduto in disgrazia la gente lo
commisera, gli volta le spalle. La signora Biswanger - parlano solo le donne
in questo racconto, gli uomini appaiono inutili e impotenti - lo irride,
accusandolo di violazione di domicilio, e la sua ex amante si rifiuta persino
di offrirgli da bere. Cambiano persino le costellazioni del cielo, ora: un
presagio di sconfitta. Neddy si mette a piangere, per la prima volta nella
sua vita di adulto.
Ma ormai è arrivato a casa. La casa è immersa nel buio. Neddy prova ad
aprire la porta del garage, ma la trova chiusa a chiave, così come chiuso a
chiave è l’ingresso principale. Le finestre sono sbarrate. Davanti a lui solo
relitti, solo rovine.
Dov’è sua moglie?
E le sue bellissime figlie?

Il nuotatore (The swimmer) è apparso per la prima volta sulla mitica rivista
New Yorker il 16 luglio 1964. In Italia è pubblicato, tra gli altri, per
Fandango. John Cheever (Quincy, 27 maggio 1912 – Ossining, N.Y., 18
giugno 1982) ha vinto con i suoi Racconti (The Stories of John Cheever) il
Premio Pulitzer nel 1979. Egli prediligeva le situazioni, la percezione, i
sogni e i concetti. “Non ho mai lavorato sulla trama”, dirà di sé: “La trama
implica la narrazione e un sacco di stronzate”. Come altri nella raccolta, Il
nuotatore è anche uno straordinario ritratto della borghesia americana, oltre
che di una metafora sul declino e sulla sconfitta. Come scrive Fernanda
Pivano nella prefazione: “(…) nei suoi personaggi la serenità era soffocata, la
tranquillità repressa, la felicità artificiale, e questo rendeva più commoventi le
vicende conformiste dei suoi benestanti delusi, frustrati, dolenti; in realtà della
borghesia descriveva i problemi oltre che i costumi in racconti tristi, intrisi di
pessimismo e carichi di una disperazione tanto più drammatica quanto più
immersa sotto la superficie levigata delle false apparenze.”

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