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Apatia & violenza segnali bruttissimi

20/7/2006 di Lietta Tornabuoni


Vacanza, sette giorni a Barcellona. Voli Alitalia (errore, ma inevitabile):
oltre un’ora di ritardo all’andata, cinquanta minuti al ritorno, aereo sporco,
tavolinetto sporco (tracce vischiose di Coca Cola), pavimento non ne
parliamo, personale di bordo sciatto, lento e a volte sgarbato. Barcellona,
pulitissima. Non esistono cassonetti, né traboccanti né maleolenti né
circondati da sacchetti di ulteriore spazzatura sventrati dai gatti. In ogni
quartiere si trovano taxi anche di notte, alcuni supermercati sono aperti
sino alle dieci di sera, alcune edicole sino a mezzanotte. Un albergo a
cinque stelle chiede per una stanza singola 250 euro; al ristorante o in
trattoria servono porzioni giganti. Al ritorno, un’ora e venti di attesa per
poter ritirare i bagagli. Dicono gli amici che sono stati in vacanza a
Barcellona: «Guardando intorno, Roma pareva Beirut».

Disavventure medie, ad altri viaggiatori è accaduto di peggio: bagagli


smarriti o violati, attese di 12-15 ore, dirottamenti inopinati. Ma, anche
lasciando da parte i fatti più gravi e i giudizi catastrofici, da noi c’è
qualcosa che proprio non va, non funziona. Una apatia o atonia nel
fare il proprio lavoro, un menefreghismo neppure occultato, una
stracca mancanza d’iniziativa o d’impegno si uniscono a una
pratica dell’illegalità e al rifiuto d’ogni responsabilità o sanzione
per il malfatto. Il posto di lavoro collettivamente tanto desiderato
e cercato sembra diventare, quando c’è, un’ovvietà, un diritto in
cambio del quale non sono previste fatica o energia. Le critiche di
utenti o dirigenti (quando arrivano: raramente) sfrenano reazioni
impermalite o villane di negazione («A me lo dice? E io che
c’entro? Vada a raccontarlo...»).

Sanzioni sgradite, anche non personali, suscitano eccessi. Le


manifestazioni anti-liberalizzazione dei tassisti sono state violente, urlate,
del tutto indifferenti alle conseguenze sulla città, sui cittadini, sulla legalità
(anche se è vero il danno per l’eventuale perdita di valore della licenza
pagata a caro prezzo e considerata un’assicurazione per la vecchiaia). I
tifosi della Fiorentina che hanno bloccato la circolazione dei treni in segno
di rifiuto della sentenza della giustizia sportiva sulla loro squadra, hanno
pure loro mostrato quella virulenza asociale e irresponsabile attribuita un
tempo ai camionisti nel Cile di Allende. Anche se per fortuna un simile mix
di inerzia e violenza non ha avuto sinora conseguenze troppo gravi, certi
segni sono bruttissimi.

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