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Scavi e ricerche

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Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo Università degli Studi di Bari
Soprintendenza Archeologia della Puglia “Aldo Moro”

CITTADELLA NICOLAIANA - 1
Archeologia urbana a Bari
nell’area della Basilica di San Nicola
Saggi 1982 - 1984 - 1987

a cura di
Maria Rosaria Depalo, Giacomo Disantarosa, Donatella Nuzzo

E S T R A T T O

Bari 2015
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BARI: IL PRETORIO DELLA CITTÀ BIZANTINA
di Donatella Nuzzo

La prima indicazione della presenza di una autorità solo qualche anno più tardi dall’iscrizione celebrativa
bizantina a Bari nell’altomedioevo si lega al nome dei lavori del catapano Basilio Mesardonite. una
dello stratega Gregorio, giunto da Otranto nel dicem- struttura idonea alla residenza stabile dei governatori
bre 876. Gregorio era stato chiamato dagli abitanti di in città potrebbe essere stata realizzata verosimilmente
Bari per timore dei Saraceni, come ricorda Erchem- in occasione dell’istituzione del Tema o, quantomeno,
perto 1, e governò la città per circa un decennio 2. di quella del Catapanato. D’altra parte le indagini
Con l’istituzione del Tema di Longobardia, nella degli anni 1982/1984 hanno documentato l’esistenza
seconda metà del IX sec., la presenza dei funzionari nell’area di edifici, anche di carattere pubblico, della
bizantini a Bari dovette essere assidua e nello stesso fine del IX- inizi del X sec. 6.
tempo si procedette al progressivo consolidamento del Nella scelta del luogo dovette intervenire l’oppor-
ruolo della città negli apparati organizzativi dell’im- tunità di servirsi di un settore della città verosimil-
pero 3. In effetti, anche in seguito alla fondazione del mente non occupato in maniera intensiva e la
catepanato d’Italia da parte di Niceforo II Foca, nella probabile non lontana presenza di uno scalo portuale 7.
seconda metà del X sec., Bari rimase la sede ufficiale L’intervento del Mesardonite riguardante il pretorio
del rappresentante imperiale in Italia meridionale 4. seguì la rivolta di Melo del 1009, nel corso della quale
Tuttavia, fino agli inizi dell’XI sec. non è noto erano stati causati estesi danni anche al palazzo 8. Il ca-
alcun riferimento a una probabile residenza. Nel 1002 tapano, recuperato il potere in città nel 1011, si occupò
la città, temporaneamente nelle mani dei Saraceni, fu del ripristino degli edifici danneggiati, preoccupandosi
liberata grazie all’intervento dei Veneziani guidati dal di lasciarne memoria in un testo epigrafico pubblica-
doge Pietro II Orseolo. In occasione del suo arrivo in mente esposto. L’intervento edilizio di Basilio è ricor-
città, il doge fu accolto con grandi onori nel palazzo dato, infatti, nella ben nota iscrizione, rinvenuta negli
catepanale (in palacio) da Gregorio Tarcaniota, come anni trenta del Novecento nel corso dei lavori di re-
riporta la cronaca di Giovanni Diacono 5. stauro della Basilica di S. Nicola 9, che costituisce la te-
Non sappiamo quale fosse il sito del palacium e se stimonianza principale riguardante il pretorio bizantino
esso corrispondesse a quello del pretorio, ubicato, e che si ritiene databile nel 1011 (fig. 2). Il testo, inciso
come è noto, nell’area della “Cittadella nicolaiana” in greco in versi giambici, celebra infatti il ripristino
(fig. 1). Tuttavia, è da ritenere verosimile che il pala- dello stesso pretorio e ricorda alcuni degli edifici esi-
cium dei primi anni dell’XI sec. potesse coincidere dal stenti all’interno del suo perimetro, edifici noti finora
punto di vista topografico con il complesso attestato attraverso questa unica fonte.

6
BERTELLI BuquICCHIO, MILELLA LOVECCHIO 1989, pp. 394-
1
Ercherpertus, Historia Langobardorum Beneventanorum, in 396; cfr. Depalo infra pp. 39-47. un documento del 1084, non
MGH SS III, p. 253. La notizia è riportata anche negli Annali di compreso nel Codice Diplomatico Barese (DE DONATO 1974, pp.
Lupus Prothospatharius all’anno 875: Intraverunt Graeci in Bari 192-193), riporta il riferimento a una corte catapanale più antica
mense Decembr. die natalis Domini, feria 3, Gregorius stratico, rispetto a quella occupata in seguito dalla basilica di S. Nicola e
qui et Baiulus dicebatur (MGH SS V, pp. 52-53). situata prope mare, una curtis veterana que prius dicta fuit de ca-
2
GAy 1917, pp. 158-160; VON FALkENHAuSEN 1986, pp. 198- tapano prope judecam (MéNAGER 1981, p. 143), da ubicare forse
199; CORSI 1989, pp. 316-317. non lontano dalla Cattedrale (sulla questione LICINIO 1994, pp.
3
CORSI 1989, pp. 324-325. 80-83; IORIO 2006, p. 29). Di queste strutture non è noto, al mo-
4
Cfr. al proposito CORSI 1989, pp. 330-332. mento, alcun riscontro archeologico.
5
Giovanni Diacono, Chronicon Venetum, in Cronache vene-
7
SALVATORE, LAVERMICOCCA 1980, p. 133. Sulla discussa ubi-
ziane antichissime, ed. G. Monticolo, Roma 1890, p. 166: Sed di- cazione del porto di Bari si veda, più di recente, FIORIELLO 2014,
vina propiciatione domnus Petrus dux cum omnibus suis antedicte pp. 149-150. In ogni caso è certo che nel medioevo uno scalo por-
civitatis in portum indemnis ingressus est; quem cives una cum tuale doveva essere stato allestito anche lungo la costa orientale
Gregorio imperiali catapano digne suscipiens eiusdem urbis in della penisoletta, poiché nella Translatio sancti Nicolai episcopi
palacio ospitari fecerunt. Sulla vicenda si veda GAy 1917, pp. dell’arcidiacono Giovanni il monastero di S. Benedetto, vicino a
345-346; CORSI 1989, pp. 337-343. La notizia del passaggio di questo settore della città, è detto supra portum (cfr. NITTI DI VITO
Pietro Orseolo nella residenza del catapano non è riportata, in- 1937, p. 365).
vece, negli Annales barenses né da Lupo Protospatario, che pure 8
MuSCA 1981, p. 22.
ricordano l’episodio della liberazione della città (cfr. MGH SS V, 9
L’epigrafe è stata ritrovata “immurata capovolta sul davan-
p. 53 e 56). zale d’una delle esafore della basilica”: BABuDRI 1961, p. 51.

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Fig. 1. - Pianta della città di Bari in età bizantina secondo l’ipotesi di MuSCA 1981 (riel. grafica F. Micucci).

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Bari: il pretorio della città bizantina

Κόπωι τε πολλῶ καὶ φρονήσε[ι μεγάλη]


Βασίλειος κράτιστος Μεσ[αρδονίτης]
Προὔχων ἄριστος ἐξ ἀνάκτ[ων τὸ γένος
Ἤγειρεν ἄστυ πανσόφωι τ[εχνουργία]
5 Πλίνθωι πετρώδει τ(οῦ)το προσκα[ινουργήσας]
[Ἄ]λλην κιβωτὸν τεύξας ὠ[χυρωμένην],
[Πρό]πυλον αὐτὸ κρηπιδώσ[ας ἐκ βάθρον]
[Εἰς] τῶν ἀπλήκτων ἐκλύτρω[σιν τῶν φόβων]
[Εἰς] δόξαν, εἰς καύχημα τῶν ἀ[νακτόρων].
10 [Νε]ὼν δὲ θεῖον ἀγλαοῦ Δημη[τρίου]
[Λί]θω δομήσας εἰλικρινεῖ τῷ [πόθῳ]
[Ὕψ]ωσεν αὐτὸν ὡς, δίκην φρυκ[τωρίας],
[Λαμπ]εῖν προδήλως πανσθενεῖ ἀ[γλαῖα]
[Οἰ]κοῦσι πᾶσι δεῦρο τ´ᾴφικν(ου)μ[ένοις]
15 [---]υτος ἡ τ(οῦ) στ[---]ε[---]εν[---]
«A prezzo di grande fatica e con molta saggezza il
potentissimo Basilio Mesardonite, primo dei notabili,
di razza imperiale, ha innalzato l’asti con tecnica con-
sumata rimettendolo a nuovo, con mattoni duri quanto
la pietra avendo (così) costruito una nuova arca forti-
ficata; egli ha costruito anche il vestibolo per liberare
dalle loro paure i soldati del campo, e per la gloria e
la fierezza del Palazzo. D’altra parte, spinto da una
sincera devozione, egli ha eretto la santa chiesa del
glorioso Demetrio costruita in pietra affinché, simile
a un faro, essa brilli chiaramente nella sua gloria on-
nipossente per tutti coloro che abitano e coloro che
qui verranno ad abitare …».
Il testo iscritto informa, come è stato ripetutamente Fig. 2. - Iscrizione del catapano Basilio Mesardonite (da FALLA
evidenziato 10, del fatto che fu rimesso a nuovo l’ἅστυ, CASTELFRANCHI 2010).
impiegando mattoni duri quanto la pietra, e che in
esso fu realizzato un vestibolo d’ingresso destinato I lavori di Basilio dell’anno 1011 sono ricordati
alle truppe e costruita una chiesa dedicata a S. Deme- anche dall’Anonimus Barensis 12, e la fortificazione,
trio. La struttura, che risulta dunque preesistente al- poco dopo, è nuovamente menzionata come sede del
l’intervento del Mesardonite, era una cittadella governo bizantino 13.
fortificata posta all’interno di uno spazio urbano già ulteriori informazioni riguardanti il pretorio si
dotato di una doppia protezione muraria almeno dalla possono recuperare attraverso la lettura delle fonti
metà del IX sec. 11. agiografiche 14. L’area catapanale viene ripetutamente

10
L’iscrizione è stata pubblicata per la prima volta da BABuDRI duobus est a meridie latissimis munita muris, ab aquilone vero
1961, ma per l’edizione critica del testo e la sua corretta colloca- mari prominet exposita (ACkERMANN 2010, p. 116).
zione cronologica vd. GuILLOu 1976 e GuILLOu 1996, n. 143, pp.
12
Mesardoniti laboravit castello domnico (Anonymus Baren-
154-159. La traduzione è ripresa da GuILLOu 1976, p. 189. Vd. sis, in RIS V, p. 148, a. 1011).
anche MuSCA 1981, p. 22; LAVERMICOCCA 1988c, pp. 531-533; 13
Hoc anno obsessa est Bari a catepano Basilio cognomento
MAGISTRALE 1989, pp. 417-419; MARTIN 1993, p. 265; LAVERMI- Sardonti, undecimo die astante mense aprilis, et completis diebus
COCCA 1995, p. 26 e, più di recente, FALLA CASTELFRANCHI 2007, sexaginta unum fecit pacem cum ipsis, et ipse intravit castellum
pp. 132-133; FALLA CASTELFRANCHI 2010, pp. 103-105. Bari, ubi sedes est nunc Graecorum magnatum (Annales Baren-
11
L’esistenza a Bari di una doppia cinta muraria è attestata nel- ses, in MGH SS V, p. 53, a. 1013).
l’Itinerario del monaco Bernardo che, diretto in Terra Santa, passò 14
un riferimento al palazzo, e in particolare agli appartamenti
dalla città alla fine del IX secolo: Que civitas, supra mare sita, del catapano (illius cameras), si trova nella vita di s. Vitale da Ca-

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Donatella Nuzzo

menzionata nelle diverse versioni del racconto della prefatam curtem, apud ecclesiam sancti Eustratii
traslazione di s. Nicola, giunto, come si sa, a Bari nel martiris Christi, qua eversa post aliquot dies cum
1087, momento in cui la basilica dedicata al santo non aliorum sanctorum ecclesiis usque ad solum, con-
era ancora stata costruita ed erano in vista le strutture structa est in eis cum alio spatio eiusdem curtis splen-
bizantine 15. Ad esse, come è noto, si sovrapposero la didissima ac magnifica ecclesia ab eisdem Barensibus
Basilica di S. Nicola e il complesso degli edifici con- ad honorem beatissimi Nicolai 18. Al momento della
nessi, in seguito alla conquista di Bari da parte dei costruzione della nuova basilica l’area si presentava
Normanni nella seconda metà dell’XI sec. 16. ingombra di un alto accumulo di macerie, risultanti
La Translatio sancti Nicolai episcopi dell’arcidia- dalla terra dello scavo delle fondamenta dell’edificio
cono Giovanni, composta nel 1088, riferisce del tra- e dalle pietre recuperate dallo smontamento delle
sferimento della cassetta contenente le reliquie di s. strutture preesistenti. Tra i miracoli operati dal santo,
Nicola nell’area precedentemente occupata dal preto- Niceforo annovera il salvataggio degli operai intenti
rio bizantino. Essa, infatti, ad Curiam, que dicitur Ca- alla costruzione della chiesa, i quali, travolti e sepolti
tepani portata [fuit], mentre i marinai e i cittadini da un crollo di terra e pietre, ne uscirono insperabil-
baresi chiedevano al vescovo che fosse realizzata, per mente incolumi 19.
la sua sistemazione definitiva, una basilica in quel L’ubicazione del vasto impianto bizantino non può
luogo, giudicato adatto e sufficientemente ampio 17. essere messa in dubbio date le ripetute rispondenze
Nella narrazione di Niceforo, della fine dell’XI con l’area che fu in seguito occupata dall’edificio ni-
sec., è riportata la promessa dei marinai baresi di co- colaiano 20. qualche anno dopo la conquista della città,
struire in onore del santo una dignam ecclesiam in come attesta un documento del 1087, il duca nor-
curte domnica, que dicitur catepani. La prosecuzione manno Ruggiero donò all’arcivescovo di Bari, ur-
del racconto fa riferimento allo smantellamento di al- sone, la Corte del Catapano, con la possibilità di
cune chiese, tra cui quella di S. Eustrazio, per l’edifi- edificarvi la chiesa di S. Nicola 21.
cazione della basilica nicolaiana: detulerunt in Riferimenti alle diverse denominazioni, all’ubica-

invidus felicitatis sanctorum magisque beatissimi Nicolai, invisi-


stronuovo, il quale giunse a Bari con i compagni Ilario e Leonzio biliter ibi adveniens, obrueret rupem illam simul et lapides super
e, dopo aver predicato sotto un umbraculum, salvò la città da una hos quinque fossores, quos sic graviter illa valle fundaminis op-
violenta grandinata: De s. Vitale siculo abbate ordinis s. Basilii, pressit, ut nulla evadendi spes foret eis ad vitam. Ab hora nona,
Armenti et Rapollae in Italia, in AA. SS. Martii, t. II, coll. 29-30. usque ad occasum solis recubantes sub gravedine illa. Immo
L’episodio è ambientato al tempo del catapano Basilio Mesardo- omnes qui illic astabamus, et qui ad opinionem mortis illorum
nite o del Boioannes (cfr. SALVATORE, LAVERMICOCCA 1980, pp. concurrebant, quasi quingenti homines pariter deambulamus
129, 133-134; LAVERMICOCCA 1995, pp. 27-28). super eos, ad deicendam terram simul et lapides: estimantes eos
15
una bibliografia recente e accurata in CAMPIONE 2012, p. ac destentes pro mortuis. Ubi tunc quidem festinus accurrit Io-
185. Cfr. anche GEARy 2000, pp. 100-109. hannes varino trumarcha; quo pariter fodiente cum ceteris ad
16
LICINIO 1994, pp. 75-77; BERTELLI 2011a, in part. pp. 170-175. proicendam terram simul et lapides, quinque fossores salvi et vivi
17
Nam inde [dalla chiesa di S. Benedetto, la cassetta conte- educti sunt per manus eius aliorumque hominum e valle ipsa, sine
nente le sacre reliquie di s. Nicola] postea fuit ablata, et ad Cu- omni lesione mortis aut vulneris, ac sic nil gravedini perpessi fuis-
riam, que dicitur Catepani portata. Denique vero eodem sent; deosculantes eos pre nimio gaudio.
adveniente Archiepiscopo, naute et cives flagitaverunt illum, qua- 20
Cfr. VON FALkENHAuSEN 1986, pp. 197-198.
tenus eandem capsellam intra Curiam ipse favente sineretur, quia 21
CDB I, n. 32, p. 60: … Per hoc sigillum concedimus atque
locus ille esset actus, et amplus, ibique propria ecclesia costitue- donamus in archiepiscopio huius nobis a Deo concesse barine ci-
retur. Nel frattempo il reliquiario fu conservato nella chiesa di S. vitatis cui dominus Urso gratia dei archiepiscopus preest, totam
Stefano, di recente costruzione: Quorum ille postulationi consen- et integram curtem que vocatur de catapano que nobis nostreque
sum prebuit, et mox cum episcopis et clericis omnique populo ci- reipublice pertinet. Concedimus igitur atque donamus et confir-
vitatis nudis pedibus illuc pergens, de medio Curiae abstulit, et in mamus ipsam curtem cum omnibus suis pertinentiis intus et exte-
ecclesia beati martiris Stephani, que paucis mensibus ante annos rius predicto archiepiscopio, et prefatus archiepiscopus eiusque
tres fabricata fuerat deposuit. I testi citati sono ripresi da NITTI DI successores et pars archiepiscopii licentiam habeant facere de ea
VITO 1937, p. 366. quod voluerint, et ecclesiam in honore beatissimi Nicolay ibi edi-
18
NITTI DI VITO 1937, p. 349. ficare, et predicta curtis et ecclesia in ea constructa et alia que-
19
NITTI DI VITO 1937, p. 353: … cum domnus Helias prepha- cumque edificia semper sint in potestate archiepiscopii et
tus abbas conduxerat viginti et unum homines fossores ad exca- archiepiscopi prefati eiusque successorum et neque a nobis aut a
vanda fundamina ecclesie ipsius confessoris Dei, in quibus dum nostris heredibus neque a nostri iudicibus catepanis trumarchis,
fossores idem toto decertarent annixu, quinque ex eis separarunt neque a quibuscumque auctoribus nostre reipublice aut a quibu-
se in alia ad foliendum parte, in qua nimis altas grandisque su- scumque hominibus habeant ipse archiepiscopus eiusque succes-
pereminebat rupes cum multorum collectione lapidum superia- sores et pars ipsius ecclesie, quolibet tempore de ea aliquam
centium; sub qua viriliter fodientes, accidit ut hostis antiquus contrarietatem….

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Bari: il pretorio della città bizantina

zione del complesso bizantino e ai suoi caratteri inse- individuato in un atto di compravendita del 1166 con
diativi compaiono anche in alcuni documenti che ci- il quale Maio vendette un oliveto a Donato, priore
tano il luogo soprattutto riguardo a lasciti testamentari della Basilica di S. Nicola, denominata sancta eccle-
e donazioni 22. Nel 1033 il chierico Petrus donò la metà sia castelli, verosimilmente ancora il pretorio 29.
dei suoi beni alla chiesa di S. Eustrazio che constructa Come emerge dai documenti esaminati, il com-
et edificata est intus in ipsa curte imperiali de iamdicta plesso catapanale comprendeva al suo interno, oltre
civitate Vari 23. Il testamento redatto nel 1041 dal mo- al S. Demetrio costruito da Basilio Mesardonite nel
naco Biagio e conservato nel monastero di S. Elia di 1011, altri edifici religiosi, quali l’oratorio di S. Sofia
Carbone ricorda, tra i lasciti del monaco, la chiesa di ἐν τῶ κάστρω Βάρεος ἐνηδρυμενην ἔνδων τοῦ πρε-
S. Sofia ubicata nel πραιτώριον di Bari (ἐν τῶ κάστρω τορίου, e le chiese di S. Eustrazio in curte imperiali e
Βάρεος ἐνηδρυμενην ἔνδων τοῦ πρετορίου) 24. di S. Basilio que olim fuit in curte pretorii puplici, ubi
un documento del 1075 sembra definire, diversa- nunc est prephata ecclesia beati Nicolai 30.
mente, l’area castellum 25. Degli edifici menzionati nei documenti non re-
È attestata anche un’offerta alla Basilica di S. Ni- stano tracce materiali, se non forse della chiesa di S.
cola, nel momento in cui era in costruzione: nel 1089 Eustrazio, identificata del tutto ipoteticamente con il
Maurelianus, proedrus et catepanus et dominator de piccolo edificio di culto, con annesso cimitero, ritro-
loco Rutiliano, donò la chiesa di S. Nicola de loco Me- vato negli anni Ottanta nel Cortile dell’Abate Elia,
nerba ad Elia abate e rettore di S. Nicola di Bari, che ubicato immediatamente a sud della Basilica 31. un’al-
si trovava nella curtis domnica 26. Ancora a S. Nicola tra chiesa, pure collegata a una ridotta area cimiteriale,
sono attribuiti dal giudice Nicolaus, nel 1100, i beni di è stato individuata nel 1984 nel corso delle indagini
Rigellus, che era stato defensus ecclesie sancti Basi- condotte nell’area antistante la Basilica di S. Nicola 32.
lii que olim fuit in curte pretorii puplici, ubi nunc est È probabile che una terza chiesa sia la struttura ritro-
prephata ecclesia beati Nicolai 27. vata nel 1974 scavando all’interno della “Casa del pel-
I documenti citati interessano un arco cronologico legrino”: i resti di una pavimentazione in tasselli di
che va oltre i limiti temporali della dominazione bi- pietra calcarea di forma quadrata, ellissoidale e rom-
zantina e dimostrano che, nonostante le trasforma- boidale, disposti all’interno di riquadri di forma irre-
zioni avvenute nell’area, rimase per un certo tempo il golare, rimandano verosimilmente a un edificio
ricordo del complesso catapanale. Allo stesso pretorio religioso 33. Ad esse va certamente aggiunta tra quelle
rimanda anche il riferimento topografico a uno dei li- del pretorio la chiesa di S. Gregorio, tuttora esistente
miti della proprietà oggetto della permuta di beni del- nella ricostruzione del XII secolo 34, posta presso l’an-
l’anno 1099 stabilita tra Meliciacca di Bari ed Elia, golo settentrionale della facciata di S. Nicola e atte-
rettore della Basilica di S. Nicola: tale limite è definito stata per la prima volta nel 1015 35.
dal percorso unde praeteribant et ambulabant homi- A parte S. Demetrio, che si sa costruita da Basilio
nes de catapanibus istius civitatis quando custodie- Mesardonite intorno all’anno 1011, e le piccole chiese
bant curte domnica 28. È possibile, infine, che un documentate archeologicamente nelle immediate adia-
ulteriore legame con la curtis bizantina possa essere cenze di S. Nicola, pure datate agli inizi dell’XI sec. e

22
Cfr. VON FALkENHAuSEN 1986, p. 199. Helie venerabis abbas et rector ipsius sancte ecclesie quam ille
23
CDB IV, n. 21, pp. 43-46. Nel documento l’area è denomi- accepit una cum suo advocatori …
nata anche curtis dominica e, alla fine dello stesso, al momento 27
CDB V, n. 32, pp. 55-57.
dell’approvazione da parte del catapano, si ricorda che la chiesa 28
CDB V, n. 30, pp. 51-53. Cfr. IORIO 1995, p. 73.
condita est in praetorio Barii. La chiesa era posta sotto il nome
sancti Eustratii et martyrum qui cum eo coluntur.
29
CDB V, n. 124, pp. 215-216.
24
ROBINSON 1929, p. 140.
30
Sulla presenza delle chiese all’interno delle strutture pala-
ziali in età bizantina vd. GuIGLIA GuIDOBALDI 2007, pp. 193-205.
25
CDB V, n. 1, pp. 3-5: a un tale Bisanzio Struzzo sono donate Per le chiese del pretorio e della città in Età bizantina vedi DE-
terre della stessa estensione di quelle contenute nel castello (totis PALO, NuZZO 2015.
terraneis quantas continet castellum ipsum). Cfr. IORIO 1995, pp.
65-67.
31
Cfr. DEPALO infra, pp. 106-108.
26
CDB V, n. 12, pp. 23-24: … Congrua mea voluntate per fu-
32
Cfr. DEPALO infra, pp. 43-47.
stem et per hoc sigillum dedi tradidi et offerui in ecclesia sancti
33
DEPALO 2011, pp. 193-194.
Nicolai que modo se laborat intus in civitate Bari in ipsa curte 34
BELLI D’ELIA 2003, p. 283.
domnica ubi est beatissimum corpus eius et in manibus domini 35
CDB IV, n. 13, pp. 26-28.

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Donatella Nuzzo

dunque attribuibili al periodo della dominazione bizan-


tina, per gli altri edifici cultuali non sempre disponiamo
di indicazioni che ci permettano di definirne la data di
costruzione. utile si rivela in tal senso il testamento re-
datto nel 1041 dal monaco Biagio e conservato nel mo-
nastero di S. Elia di Carbone: tra i lasciti del monaco si
elenca la già citata chiesa di S. Sofia ubicata nel πραι-
τώριον di Bari e fondata da un suo cugino, possiamo
supporre non molto prima della redazione del docu-
mento testamentario, nei primi anni dell’XI sec. Altra
informazione disponibile al proposito è quella che si ri-
cava dal documento del 1100 che menziona la chiesa di
S. Basilio. Si tratta della sentenza del giudice Nicolaus
con cui si attribuiscono alla chiesa di S. Nicola i beni di
un tale Rigellus, che era defensus ecclesie S. Basilii. Nel
testo è inserito il riferimento a due sigilla dei catapani
Romano (985-988) e Giovanni Ammiropulo (988-989)
che attestano l’effettiva disponibilità della chiesa di S.
Basilio da parte di Rigellus 36. Dal documento si evince
l’esistenza dell’edificio almeno dall’avanzato X secolo.
La chiesa di S. Eustrazio è attestata nel 1033 in quanto
destinataria di un lascito testamentario 37.
È verosimile che il cospicuo materiale marmoreo,
databile in età mediobizantina, riutilizzato nella Ba-
silica di S. Nicola dopo lo smantellamento della corte
catapanale, possa provenire, almeno in parte, dagli
edifici che costituivano il pretorio bizantino 38. Tra i
materiali più antichi si segnala il piccolo capitello a
tronco di piramide rovesciata, che presenta su un lato
con una croce greca e su altri due con i monogrammi
letti: Λέοντι πατρικίω 39 (fig. 3). Per il committente
del capitello, che con un altro pezzo simile doveva Fig. 3.- Capitellino cubico di iconostasi (da BERTELLI 2010).
comporre un’iconostasi, è stata proposta l’identifica-
zione con Leone, stratega del Tema di Longobardia,
attestato nella prima metà del X sec., e per il capitello nale 41, il pluteo frammentario 42, alcune lastre fram-
l’attribuzione a uno degli edifici di culto collocati nel- mentarie 43 e la transenna lucifera in pietra calcarea 44,
l’area del pretorio 40. Alcuni pezzi reimpiegati a S. Ni- tutti in uso nell’esaforato meridionale: anche per essi
cola sono datati tra la fine del X e l’XI sec., come il è verosimile una primitiva collocazione in uno degli
piccolo capitello reimpiegato nel matroneo meridio- edifici del pretorio. La medesima provenienza è pos-

36
CDB V, n. 32, p. 56. Unde prephatus Iohannizzius abiit, et 38
SALVATORE, LAVERMICOCCA 1980, p. 94; BERTELLI 2002a, p.
duxit duo sigilla greca, et ego feci ea legere, et unum erat conti- 109; BERTELLI, MITTICA 2010, pp. 97-99.
nens, quomodo Romano anthipatus, patricius, besti et catepanus 39
GuILLOu 1996, n. 145, pp. 161-163.
et alterum sigillum erat continens, quomodo Iohannes patricius,
et catepanus, dederunt Sasso cum fratribus suis servitiales et de-
40
BERTELLI 2002a, n. 63, pp. 120-121; BERTELLI 2010, pp. 53-
fensatos ad ecclesiam sancti Basilii, et invenimus quomodo ipsum 54.
Rigellum esse de progenie prephati Sassonis, secumdum conti-
41
BERTELLI 2002a, n. 79, pp. 124-125.
nentiam cartule, quam prephatus Nicolaus et Disigius nobis 42
BERTELLI 2002a, n. 101, p. 137.
ostenderunt. Cfr. LAVERMICOCCA 1995, p. 26. 43
BERTELLI 2002a, nn. 103-106, pp. 138-140.
37
CDB IV, n. 21, pp. 43-46. 44
BERTELLI 2002a, n. 122, pp. 148.

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Bari: il pretorio della città bizantina

come la raffigurazione della Divina Sapienza, sugge-


stivamente “la Agia Sophia alla quale era dedicata una
delle chiese comprese nel recinto della Curte dom-
nica” 50.
I resti di strutture identificate come chiese atte-
stano l’esistenza nel pretorio di edifici cultuali di di-
mensioni ridotte, attorniati da aree sepolcrali di
limitata estensione 51. Essi risultano costruiti in bloc-
chetti di pietra locale, con la pavimentazione in tas-
selli di pietra calcarea, finora attestata sia nella
ipotetica chiesa sottostante la “Casa del pellegrino” 52,
sia in quella ritrovata presso la facciata della Basi-
lica 53, pavimentazione che sembra caratterizzare gli
edifici religiosi di età bizantina di Bari e del suo ter-
ritorio 54. La decorazione scultorea in marmo era di
elevata fattura e, dal punto di vista formale, del tutto
coerente con quella degli edifici ecclesiastici delle
aree orientali dell’impero, ma pure in grado di recu-
perare importanti opere di produzione locale, come
l’Angelo docente 55.
Le dediche delle chiese del pretorio indicano evi-
dentemente una committenza bizantina e trovano par-
Fig. 4. - Rilievo con Angelo docente (da BELLI D’ELIA 2010b). ticolare rispondenza nell’ambiente costantinopolitano.
In particolare, nel Grande Palazzo di Costantinopoli,
sibile anche per i materiali datati agli inizi dell’XI dove è attestato un gran numero di edifici di culto di
sec., come il capitello a foglie di acanto della fac- diversa cronologia, c’erano una cappella dedicata a S.
ciata 45, i vari frammenti di iconostasi reimpiegati Basilio e una chiesa di S. Demetrio sulla terrazza del
nelle gallerie dei matronei 46 e quello dell’esaforato Faro, fatta costruire da Leone VI (886-912) 56. A que-
meridionale 47, così come per i numerosi pezzi di XI st’ultimo edificio si pensava evidentemente al mo-
sec., per i quali sono stati rilevati una manifattura mento della redazione dell’epigrafe del 1011, dove,
orientale e confronti con l’area greca e costantinopo- come si è visto, il riferimento alla nuova chiesa di S.
litana 48. Demetrio si collegava all’aspetto brillante del faro,
Di particolare interesse sul piano formale è il ri- per la protezione degli abitanti della città.
lievo, recuperato dal pavimento della Basilica nicola- Inoltre, la dedica di una delle chiese del pretorio a
iana, con la rappresentazione di una figura alata, S. Eustrazio, santo venerato pure a Costantinopoli, po-
parzialmente mutila, seduta di profilo, con un libro trebbe rimandare alla comunità armena, ampiamente
aperto sulle ginocchia (fig. 4). Il pezzo, opera di uno attestata a Bari dalle fonti documentarie 57. Si potreb-
scultore pugliese, potrebbe datarsi, come è stato di re- be anche supporre che l’edificio fosse intitolato non al
cente ribadito 49, agli inizi dell’XI sec. e interpretarsi solo Eustrazio, ma all’intero gruppo agiografico armeno

45
BERTELLI 2002a, n. 39, pp. 112-113.
46
BERTELLI 2002a, nn. 87-90, pp. 129-131. 53
BERTELLI BuquICCHIO, MILELLA LOVECCHIO 1989, p. 396.
47
BERTELLI 2002a, n. 121, pp. 147-148. 54
DEPALO 2008a, p. 118.
48
BERTELLI 2002a, nn. 80-86, pp. 125-128; nn. 98-100, pp. 55
BELLI D’ELIA 2010a, p. 116
135-137; n. 102, pp. 137-138; nn. 107-120, pp. 140-147. Si tratta 56
BARSANTI 2007, pp. 87-100.
prevalentemente di lastre, ma anche di plutei e pilastrini. 57
una chiesa dedicata a S. Giorgio, ricordata in un atto di ven-
49
BELLI D’ELIA 2010b, pp. 121-123. dita del 1005 (CDB IV, n. 9, pp. 18-19), era stata fondata in città
50
BELLI D’ELIA 2010b, p. 121. dal chierico armeno Moses. La presenza di Armeni è documentata
51
LAVERMICOCCA 2008a, pp. 61-64. Cfr. ZANINI 1994, p. 165. anche nella vicina Ceglie del Campo (VON FALkENHAuSEN 1986,
52
DEPALO 2011, pp. 193-194. pp. 205-206; MARTIN 1993, pp. 518-519; STRANO 2013, p. 198).

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Donatella Nuzzo

da lui guidato e composto pure da


Aussenzio, Eugenio, Mardario
ed Oreste 58. Infatti, in base a
quanto riportato nel già citato
documento del 1033, al momen-
to dell’approvazione della dona-
zione da parte del catapano si ri-
corda che la chiesa era posta sot-
to il nome sancti Eustratii et
martyrum qui cum eo coluntur 59,
un chiaro riferimento ad un cul-
to cumulativo.
Definitivamente superata la
tesi di Schettini, che riteneva la
Basilica di S. Nicola semplice-
mente una trasformazione del
complesso bizantino 60, restereb-
be da verificare la lettura propo-
sta da Lavermicocca, secondo
cui sarebbero ancora visibili in
elevato alcuni resti del pretorio
nell’area retrostante l’abside del-
la Basilica, dove egli riconosce gli
ambienti relativi al vestibolo,
menzionato nell’iscrizione 61 (figg.
5 e 6). Risultano, invece, eviden-
ti gli elementi preesistenti nella
parte inferiore della facciata e del-
la torre a nord della stessa Basi-
Fig. 5. - La “torre del catapano” dopo il 1930 (da MILELLA 1995).
58
MOTTIRONI 1964, coll. 313-315. Si
veda supra nota 23.
59
CDB IV, n. 21, pp. 43-46.
60
SCHETTINI 1967, pp. 35-40.
61
LAVERMICOCCA 1995, p. 25; LA-
VERMICOCCA 2003, p. 26. L’ipotesi che i
resti visibili alle spalle dell’abside della
Basilica di S. Nicola possano essere per-
tinenti alle strutture del pretorio è di dif-
ficile verifica, date le importanti
trasformazioni strutturali che nel tempo
hanno interessato questo settore del
complesso nicolaiano. In ogni caso sem-
bra difficile che in essi possa identifi-
carsi il vestibolo di accesso all’area del
palazzo, poiché esso sarebbe, in questo
caso, rivolto verso il mare e non, più
plausibilmente, verso la città. Cfr. anche
AMBROSI 1995, pp. 33-46. Cagiano de
Azevedo ipotizzò, infine, che la “citta-
della nicolaiana” avesse conservato
anche i resti della sede della Gastaldaga
longobarda di Bari, che egli intravide
nel cd. “portico del pellegrini” (CA-
Fig. 6. - La “torre del catapano” nel 2015 (foto G. Disantarosa). GIANO DE AZEVEDO 1961, pp. 343-344).

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Bari: il pretorio della città bizantina

lica, individuabili in base alle


anomalie planimetriche e tecniche
riscontrate nell’edificio norman-
no 62. un recente riesame di que-
ste strutture ha confermato che le
murature nei punti indicati mo-
strano l’uso di «blocchi calcarei
lavorati in maniera più approssi-
mativa, piuttosto differente ri-
spetto alla tessitura di conci fi-
nemente squadrati che caratterizza
l’intera costruzione» 63 (fig. 7).
Le indagini condotte negli
anni 2001-2002 nell’area del Mu-
seo Nicolaiano, posto a nord del-
la Basilica, hanno permesso di in-
dividuare, per quanto riguarda la
fase bizantina, una struttura mu-
raria interpretata come un tratto
della fondazione della cinta mu-
raria della corte catapanale, l’uni-
co attualmente visibile 64. Il trat-
to murario dal punto di vista tec-
nico, per la presenza di conci cal-
carei approssimativamente lavo-
rati e disposti in corsi piuttosto re-
golari, si può accostare alle strut-
ture indicate come preesistenti alla
basilica, visibili, come si è ac-
cennato, presso la facciata e la tor-
re nord.
Il muro di cinta del comples-
so bizantino doveva delimitare
uno spazio di dimensioni rile-
vanti 65 e accogliere al suo inter-
no edifici di carattere ammini-
strativo, abitativo, religioso, ri- Fig. 7. - Torre N della facciata della basilica di S. Nicola (foto G. Disantarosa).
dotte aree cimiteriali e, forse,
qualche impianto di tipo produttivo 66. L’articolazione fusione dei castra fortificati urbani, all’interno dei qua-
interna, così come si ricava dalle fonti archeologiche, li si raccoglievano i luoghi del potere civile e milita-
epigrafiche e documentarie, rivela una committenza ele- re, distinti da quelli delle autorità religiose, le chiese
vata, direttamente legata ai modelli orientali e alla dif- cattedrali e le residenze vescovili 67. Anche a Bari, come

62
BELLI D’ELIA 1985, pp. 16-18; BELLI D’ELIA 2003, pp. 116-
117. 66
Cfr. DEPALO infra pp. 219-223.
63
GIuLIANI 2011, p. 195. 67
Sul tema dei castra urbani e le problematiche connesse alle
64
CIMINALE 2010, pp. 113-114; NuZZO et al. 2012, p. 88 e fig. relazioni tra castrum, complesso episcopale e città vd. PANI ER-
8. MINI 1998a, pp. 223-233; PANI ERMINI 1998b, pp. 24-26; PANI ER-
65
Per MuSCA 1976, pp. 50-52 e MuSCA 1981, p. 22, la cinta di- MINI 1999, pp. 623-625. Sui caratteri insediativi dei praetoria
fensiva del pretorio aveva un perimetro di ca. 400 m. tardoantichi vedi LAVAN 2001.

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Fig. 8. - Disegno ricostruttivo di Bari nell’XI sec. (dis. F. Sanseverino).

è stato accertato dalle analisi archeologiche 68, la cat- sidenziale da parte del duca Antimo (801-818), in cui la
tedrale sorgeva da secoli in un settore della città distinto vedova Theodonanda fece costruire, nell’820, il mo-
da quello scelto per la sistemazione del pretorio, con- nastero di S. Marcellino in suo pretorio 70. Il complesso
fermando anche in questo caso la dualità dei luoghi del era situato in posizione predominante e prospiciente il
potere. una situazione ipotizzata anche per la vicina mare 71. un pretorio c’era anche a Reggio e a Catan-
Oria, sede di un funzionario bizantino nel IX sec., in zaro. A Reggio, infatti, capitale del tema di Calabria e
cui la residenza legata al potere civile era posta nell’area sede dello stratego dopo la conquista araba di Siracusa
sommitale della città e comprendeva al suo interno la nell’878, la vita di s. Elia lo Speleota menziona il πρε-
cappella dei Santi Crisanzio e Daria, mentre il sito del- τώριον come luogo della morte del catapano Niceta Bo-
la cattedrale, edificata dal vescovo Teodosio alla fine therides 72. Inoltre, stando alla testimonianza della
del IX sec. e dedicata alla Vergine, era esterno al com- Chronaca Tres Tabernae, all’epoca dell’imperatore Co-
plesso palaziale e probabilmente coincidente con stantino IX Monomaco (intorno alla metà dell’XI sec.)
quello della cattedrale attuale 69. il generale bizantino Flagizio fondò nella città di Ca-
Le informazioni disponibili sugli altri praetoria del- tanzaro una chiesa dedicata all’Arcangelo, la sua resi-
l’Italia bizantina non sono particolarmente consistenti. denza e il pretorio 73.
A Napoli è attestata la fondazione di un complesso re- Nonostante la lacunosità delle informazioni, il pre-

68
Vd. il recente volume in cui sono pubblicati gli ultimi studi nit). Cfr. MARTIN 1996, p. 175; GuARINO 2003, pp. 124-126;
e scavi nella cattedrale di Bari, Le radici della Cattedrale. FALLA CASTELFRANCHI 2007, p. 129; NOyé 2012, pp. 418-420.
69
FALLA CASTELFRANCHI 2007, pp. 125-126. 71
Cfr. FENIELLO 1997, p. 630. Vd. anche SkINNER 1994, pp.
70
Gesta Episcoporum Neapolitanorum, in MGH SS VI-IX, p. 281-283; ARTHuR 2002, pp. 41-42.
428 (In ipsis denique diebus Theodonanda, uxor Anthimi quon- 72
Vita S. Eliae Spelaeotae, AA. SS. Septembris, t. III, p. 854
dam ducis, in suo praetorio fecit monasterium sancti Marcellini, (οὕτως ὑποστρέψας εἰς τὸ ἴδιον πρετώριον, ἐντὸς τρεῖον ἡμέρων
in quo abbatissam suam neptem cum ancillis Dei posuit). Il pre- ἐν νεκροῖς ἦν ὁ δείλαιος, δίκην ἐνδικον στῆσας τῆς ἑαυτοῦ πα-
torio è menzionato anche nella Vita del vescovo Atanasio, nel- ρανπμίας, τὸν οἰκτρὸν καὶ ἀόρατον θάνατον); VON FALkENHAuSEN
l’occasione del suo arresto da parte del duca Sergio II alla fine 1978, p. 106; VON FALkENHAuSEN 1991, pp. 256-257.
dell’870 e del preteso rilascio da parte del clero della città (Vita 73
CASPAR 1907, p. 37: Iuxta illam vero ecclesiam [sancti Mi-
Athanasii episcopi neapolitani, in MGH SS VI-IX, p. 445: Inter chaelis archangeli] construxit Flagitius domum suam et praeto-
haec Graeca Latinaque pars sacerdotalis et monachica turba, rium. Cfr. VON FALkENHAuSEN 1978, p. 151; MARTIN, NOyé 1991,
precipueque Antonius, … cum universo clero ad pretorium adve- pp. 49-50; FALLA CASTELFRANCHI 2007, p. 132.

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Fig. 9. - Principali edifici pubblici e religiosi, porte e mura urbiche e viabilità del disegno ricostruttivo di Bari nell’XI sec. (riel. F. San-
severino).

A. strada per Brindisi – B. strada per Ceglie del Campo – C. strada per Bitonto – D. Porta Nova – E. Porta Dominica - F Porta Vetus

1. Monastero di S. Benedetto: S. Pietro «retro prefati nostri cenobii edificatam» (la Vallisa) – 2. Monastero di S. Benedetto: S. Bene-
detto (S. Michele – ex convento dei Celestini) – 3. Monastero di S. Benedetto: S. Felice ? «in ista civitate fundatam ante portam nostri
cenobii» - 4. Chiesetta anonima sotto Palazzo Simi – 5. Chiesa anonima sotto l’attuale ex monastero di S. Teresa dei Maschi – 6. Pa-
lazzo episcopale – 7. S. Bartolomeo «iuxta antitum muri» - 8. Oratorio di S. Martino – 9. S. Apollinare (Castello) – 10. Cattedrale – 11.
Chiesa di S. Giacomo – 12. Chiesa del SS. Salvatore (S. Gaetano) – 13. Torre (Fortino di S. Antonio) – 14. Chiesa di S. Pelagia (S. Anna)
– 15. Chiesa di S. Caterina d’Alessandria (Chiesa del Gesù) – 16. Chiesa di S. Marco dei Veneziani – 17. Chiesa anonima nella Piazza
Bisanzio e Rainaldo – 18. Chiesa anonima sotto l’attuale chiesa di S. Maria del Monte Carmelo – 19. Chiesa di S. Vito ? – 20. Pretorio
bizantino: Palazzo del Catapano, Chiese di S. Eustrazio, S. Basilio, Oratorio di S. Sofia, S. Demetrio (Basilica di S. Nicola) – 21. S. Maria
del Popolo (S. Maria del Buonconsiglio) – 22. Monastero SS. Trinità e chiesa dei SS. Giovanni e Paolo (Monastero di S. Scolastica) –
23. Monte Rosso (secca del Monte).

torio di Bari risulta essere quello meglio conosciuto complesso bizantino. In sostanza, rimangono ancora
in Italia all’epoca della dominazione bizantina. attuali gli auspici di Nino Lavermicocca che nel
Restano, tuttavia, ancora aperti molti interroga- 1995 proponeva “un progetto di grande respiro” in-
tivi che le ricerche archeologiche finora condotte centrato nell’area della “Cittadella nicolaiana”, pre-
non possono risolvere. In particolare sono da defi- vedendo “l’ampliamento dell’area archeologica” e
nire aspetti importanti quali i caratteri insediativi la costruzione di un articolato itinerario conoscitivo
dell’area prima della costruzione del pretorio e la della totam et integram curtem que vocatur de Ca-
conformazione materiale e l’effettiva estensione del tapano 74 (figg. 8-9).

74
Per il documento citato cfr. supra nota 21. LAVERMICOCCA
1995, pp. 30-31.

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INDICE
p. Damiano Bova O.P. - Già Rettore della Basilica Pontificia S. Nicola - Bari
p. Ciro Capotosto O.P. - Rettore della Basilica Pontificia S. Nicola - Bari
Paolo Ponzio, Prefazione
Luigi La Rocca, Presentazione
Maria Rosaria Depalo, Giacomo Disantarosa, Donatella Nuzzo, Introduzione
Francesca Radina, Nino Lavermicocca e l’archeologia urbana a Bari
Donatella Nuzzo, Bari: il pretorio della città bizantina

PARTE I
L’INDAGINE ARCHEOLOGICA DEI SAGGI IN PIAZZA SAN NICOLA 1982, 1984

Maria Rosaria Depalo, Lo scavo (Saggi 1982, 1984)


Giusy Rubino, I reperti ceramici da mensa, dispensa, cucina, illuminazione e costruzione
Giacomo Disantarosa, Le anfore e gli opercula e i “Late Roman Unguentaria”
Michele Pellegrino, I reperti vitrei
Anna Rita Surdo, I reperti in metallo
Giuseppe Sarcinelli, Le monete

PARTE II
L’INDAGINE ARCHEOLOGICA DEL SAGGIO DI LARGO ABATE ELIA 1987

Maria Rosaria Depalo, Lo scavo (Saggio 1987)


Sara Airò, I reperti ceramici per la mensa, la dispensa, la cucina, l’illuminazione, il gioco, la tessitura e la costruzione
Giacomo Disantarosa, Le anfore e gli opercula
Sara Airò, I reperti in pietra ollare
Michele Pellegrino, I reperti vitrei
Anna Rita Surdo, I reperti in metallo
Giuseppe Sarcinelli, Le monete

PARTE III
QUADRI DI SINTESI

Maria Rosaria Depalo, La Cittadella Nicolaiana e le indagini degli anni Ottanta


Giusy Rubino, Le ceramiche di Età tardoantica
Giacomo Disantarosa, I contenitori da trasporto e la circolazione delle merci
Sara Airò, Le ceramiche di Età medievale: produzione, commercio e consumo a Bari tra VIII e XIV secolo
Dario Ciminale, Le ceramiche di Età moderna e contemporanea
Valeria Monno, L’analisi dei residui organici nelle ceramiche: un’esperienza didattica
Sara Airò, Gli oggetti in pietra ollare
Michele Pellegrino, I manufatti vitrei
Anna Rita Surdo, Gli oggetti e le scorie in metallo
Giuseppe Sarcinelli, La circolazione monetale
Daniele Mittica, I materiali lapidei
Ginevra Panzarino, Sandro Sublimi Saponetti, Le tombe della Cittadella Nicolaiana

Bibliografia generale

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tel. 0805333056-5333057 (fax) - http://www.edipuglia.it - e-mail: info@edipuglia.it

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