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COMPORTAMENTO DEI CORPI COME RICEVITORI DI

ENERGIA RAGGIANTE

Quando un fascio di energia raggiante colpisce un corpo, in generale, una parte


dell’energia viene da esso rinviata per riflessione(speculare o diffusa), una parte
viene assorbita ed una terza parte riesce, eventualmente, ad attraversare il corpo.
Pertanto definiamo tre coefficienti in grado di esprimerci tali quantità.
Prima di ciò riportiamo in figura . . 1 una illustrazione che chiarifica tale
fenomeno.

Figura . . .1

Scriviamo quindi l’equazione di bilancio energetico del mezzo in termini di


potenza emissiva emisferica spettrale G(W/m2m):

G  G ,rif  G ,ass  G ,tr ( . .2)

In generale la determinazione di queste componenti è complessa, dipendendo


dalle condizioni tecnologiche sulla superficie superiore ed inferiore, dalla
lunghezza d’onda della radiazione incidente(G) e dalla natura fisica del materiale.
Inoltre vi è una dipendenza dagli effetti volumetrici che accadono nel
mezzo(aumento di temperatura diminuzione di densità, ecc.).
Tuttavia nella maggior parte delle applicazioni, il mezzo è opaco alla radiazione
incidente.
In questo caso quindi G,tr=0.
Tra l’altro è interessante notare come l’assorbimento e la riflessione siano i
principali responsabili della nostra percezione del colore.
Quando una superficie si trova ad una temperatura T>1000 K essa spesso ha un
colore arancio, ed il suo colore non dipende dal vero valore dell’emissione che è
concentrata nella regione degli infrarossi ed è quindi impercettibile all’occhio
umano.
Il colore di un corpo è invece dovuto alla riflessione selettiva ed all’assorbimento
della porzione visibile di irradiazione incidente del sole o una sorgente artificiale
di luce.
Per esempio una camicia rossa è rossa perché contiene un pigmento che assorbe
preferenzialmente il blu ed il verde ed il giallo, componenti della luce solare;
quindi i contributi di queste componenti relativi alla luce riflessa sono diminuiti e
la componente rossa è dominante.
Una superficie appare nera quando assorbe tutte le radiazioni incidenti visibili ed
è bianca quando le riflette tutte.
Ma una superficie bianca può comportarsi comunque come un corpo nero quando
su di essa incidono radiazioni infrarosse.

ASSORBIVITA’

L’assorbività è una propietà che determina la frazione della irradiazione assorbita


da una superficie.
La sua determinazione è complessa ed è indipendente dalla direzione e dalla
lunghezza d’onda.
Definiamo come assorbività emisferica spettrale () il rapporto:

G ,ass (  )
 
G (  )

Definiamo anche una assorbività emisferica totale  come il rapporto:


Gass    (  ) * G  (  ) * d
  0

G
 G  (  ) * d
0

Accuratamente  dipende dalla distribuzione spettrale della radiazione incidente,


dalla direzione della radiazione incidente e dalla natura del corpo.
Da notare che  è approssimativamente indipendente dalla temperatura, cosa che
non è vera per esempio per l’emissività .
Nel caso di radiazione solare l’assorbività totale  può essere espressa così:

   (  )* E ,n (  ,5800 K )* d
s  0

 E
0
,n (  ,5800 K ) * d

Questi integrali possono essere calcolati facendo riferimento alla tab 1 pg 526.

RIFLESSIVITA’

La riflessività è una propietà dei corpi che determina la frazione della radiazione
riflessa incidente su una superficie.
Essa pertanto ci da indicazioni sia sulla direzione che sull’intensità della
radiazione riflessa.
Questo valore, come per l’assorbività, dipende dalla natura del corpo e dalla
distribuzione sia spettrale che direzionale della radiazione incidente.
Trascurando il fattore direzione cioè estendendo l’analisi a tutto lo spazio
possiamo definire riflessività emisferica spettrale () il rapporto:

G ,rif (  )
 (  ) 
G (  )
Il valore di questi tre coefficienti è comunque compreso tra zero ed uno ed il loro
rispettivo valore dipende dalla natura del corpo, dalla temperatura e dalla
lunghezza d’onda della radiazione incidente.
Per quanto riguarda il coefficiente , il suo valore dipende anche dallo stato della
superficie irraggiata.
La riflessione può essere diffusa o speculare.
Avremo la riflessione diffusa quando l’intensità della radiazione riflessa è
indipendente dall’angolo di riflessione e la radiazione riflessa si diffonde su più
direzioni(figura . .14(a)).
Invece quando tutta la riflessione è concentrata in un’unica direzione simmetrica a
quella della radiazione incidente si avrà la riflessione speculare(figura . .14(b)).

Figura . .14

TRASMISSIVITA’

Ogni corpo in natura non riesce ad assorbire completamente tutta l’energia


radiante incidente in quanto pur una piccola parte riesce ad attraversarlo(vedi
fig.1).
Questa quantità è deducibile attraverso la conoscenza della trasmissività
emisferica spettrale  definita come:
G  ,tr ( )
  (...
G  ( )

ed come per i parametri precedentemente definiti, avremo la trasmissività


emisferica totale , così definita:

   ( ) * G ( ) * d Gtr
 0


G
 G  (  ) * d
0

Si definisce corpo opaco quel corpo che ha un coefficiente di trasparenza t=0.


E’ quindi opportuno dire che affinchè un corpo si comporti come opaco dipende,
oltre che dalla natura del materiale e dalla lunghezza d’onda, anche dallo spessore
che deve essere attraversato.
Infatti l’assorbimento dell’energia raggiante all’interno di un corpo segue una
legge esponenziale del tipo:

W ( x )  W ( 0) e  * x ( . .15)

dove x è lo spessore dello strato attraversato, W(0) è la potenza del fascio di


energia raggiante che penetra nel corpo in corrispondenza della sezione di
ingresso, W(x) è la stessa potenza dopo l'attraversamento dello strato di spessore
x, mentre  è una costante del materiale denominata costante di assorbimento ed
ha la dimensione di un inverso di una lunghezza.
Quindi un materiale avente un elevato valore di  necessità di uno spessore
minore rispetto ad uno avente un minor valore di  per comportarsi come opaco.
Va aggiunto che  dipende oltre che dalla natura del corpo anche dalla
temperatura T e dalla lunghezza d’onda .

CONSIDERAZIONI SPECIALI
Dal bilancio energetico fatto precedentemente per il mezzo semitrasparente in
termini di potenza emissiva emisferica spettrale G(W/m2m) possiamo estendere
lo stesso bilancio in termini dei tre coefficienti , , , pertanto abbiamo:

      1

questo esprime la relazione dipendente per ogni lunghezza d’onda .


Estendendo il tutto ad una configurazione spaziale emisferica abbiamo le
grandezze totali che sono nella relazione:

   1

Nel particolare caso in cui il mezzo si possa ritenere opaco abbiamo il seguente
bilancio:

   1

Riassumendo quindi i coefficienti , , , funzioni della lunghezza d’onda, della


natura del corpo attraversato e della sua temperatura; essi pertanto dipenderanno
dalla direzione di incidenza della radiazione in quanto sia la potenza emissiva
emisferica e la potenza totale emissiva sono funzioni della direzione; inoltre
interviene pure lo spessore che se è sufficiente limitato fa risultare il corpo
parzialmente trasparente.
fig 16

In figura . .16 abbiamo riportato l’andamento del coefficiente di riflessione r e del


coefficiente di assorbimento a, in funzione della lunghezza d’onda per una
temperatura di 300K di diversi materiali(vernice nera(blak paint), vernice
bianca(white paint), film di alluminio che evapora(alluminium evaporated film),
neve(snow), pelle umana(human skin), foglia di grano(corn leaf), brik rosso(red
brik)).
Mentre in figura . .17 si riporta la dipendenza del coefficiente di trasparenza o
trasmissività di diversi materiali in funzione della lunghezza d’onda incidente e
dello spessore(vetro con basso contenuto di ferro di spessore 6mm(low iron
glass….), vetro con alto contenuto di ferro di spessore 6mm(high iron glass..),
quarzo fuso spessore 6mm(fused quartz..), ecc)
fig.17

Il fenomeno della trasmissione del calore per irraggiamento è il risultato di un


bilancio fra energia emessa ed energia assorbita dai corpi interessati.
Quindi occorre conoscere di ciascun corpo le propietà sia nei riguardi
dell’emissione sia nei riguardi dell’assorbimento.
Consideriamo una cavità molto grande rispetto alla superficie di n corpi contenuti
in essa posta alla temperatura Ts.
Questi corpi essendo molto piccoli avranno una influenza trascurabile in termini
di irraggiamento interno alla cavità; infatti questo è dovuto agli effetti cumulativi
di emissione e riflessione della cavità stessa.
Considerando quindi la nostra cavità come un corpo nero in essa si raggiungerà un
equilibrio termico tra i corpi contenuti e la stessa.
Quindi anche i corpi finiranno per raggiungere la temperatura della superficie che
li contiene e cioè Ts:

T1  T2  .....  Ts

Applicando per esempio al corpo 1 un bilancio energetico sulla sua superficie


avremo:
 1 * G * A1  E1 (Ts ) * A1  0

Ma poiché abbiamo considerato la cavità nera abbiamo che:

G  E n (Ts )

Quindi come per il corpo 1 questo risultato può essere applicato a tutti gli altri i
corpi e quindi:

E1 (Ts ) E 2 (Ts ) E (T )
  ......  n s  E n (Ts )
1 2 1

Questa relazione è conosciuta come il principio di Kirchhoff, che ha mostrato


come sia possibile dedurre le propietà di un corpo opaco nei riguardi
dell’assorbimento da quelle relative all’emissione, o viceversa.
Il principio afferma che il rapporto fra la potenza emisferica emissiva spettrale E 
ed il coefficiente di assorbività di uno stesso corpo(non nero) è indipendente dalla
natura del corpo stesso ed è quindi una funzione universale della lunghezza
d’onda e della temperatura, cioè è uguale al valore della potenza emissiva
spettrale del corpo nero En.
Si può pertanto osservare come la funzione En sia indipendente dal corpo preso in
esame ma sia funzione solo della lunghezza d’onda  della radiazione emessa e la
temperatura T del corpo stesso.
La funzione En può essere interpretata come la potenza emissiva spettrale di un
corpo che abbia un coefficiente di assorbività pari ad uno(=1), questo per tutte le
temperature e per tutte le lunghezze d’onda.
Quel corpo(unico) che presenta tali propietà è denominato appunto corpo nero.
Quindi dalla legge di Kirchhoff si può aggiungere che non esiste nessun corpo in
grado di avere la stessa potenza emissiva per ogni lunghezza d’onda ed ad ogni
temperatura del corpo nero in quanto ogni corpo pur ”scuro” che sia ha comunque
un <1.
Riprendendo la legge che definisce l’emissività emisferica totale (T) si nota che
se la si confronta con la precedente di Kirchhoff si scopre:

1  2
  .....  1
1  2
e cioè in generale:

 

Questa relazione afferma che per ogni corpo alla stessa temperatura T l’emissività
emisferica totale  coincide con l’assorbività totale emisferica .
Ovviamente si può particolareggiare la precedente nel senso che è comunque
valida ad ogni lunghezza d’onda che sia presa come riferimento, cioè:

 

ed analogamente estendibile anche alla direzione:

  ,    ,

Il comportamento del corpo nero come emettitore di energia raggiante è


caratterizzato dalla legge di Plank che esprime la sua potenza emissiva spettrale
in funzione di  e T:

C
E  ,n  1

 e 
C 2 / T (..
5
1
19)

Questa legge in forma esplicita può essere sostituita in . .18 al secondo membro
in quanto è indipendente dalla natura del corpo.
Sempre nei riguardi del corpo nero possiamo mettere in relazione la sua potenza
emissiva totale En in funzione della sua temperatura.
Questa legge prende il nome di legge di Stefan-Boltzmann, ed è:

En   * T 4 ( . .20)

Dove 0 è detta costante di Stefan-Boltzman e vale:


 =5.6696*10-8W/m2K4 ( . .21)

Il valore di questa costante dipende da C 1 e C2 che rispettivamente sono funzioni


della costante di Plank h, della velocità della luce nel vuoto e l’altra(C 2) anche
della costante di Boltzman(1).
I loro valori sono:

C1=3.742*108W*m4/m2 ( . .22)

C2=1.439*104m*K ( . .23)

Un’altra legge assai importante è la legge di Wien:

mT=C3 ( . .24)

che fornisce il valore della lunghezza d’onda m per la quale è massima la potenza
emissiva spettrale E,n.
Il valore della costante di Wien C3 è:

C3=2897.6 m*K ( . .25)

Sostituendo quindi il valore di m nella . .19 otteniamo il valore di E ,n in funzione


della temperatura T:

E,n=12.87*10-6T5 (W/m3) ( . .26)

Dal principio di Kirchhoff si può dire che il corpo nero è quello che a parità di
temperatura emette molte più radiazioni qualunque sia la loro lunghezza d’onda.
Inoltre la potenza emissiva spettrale di un corpo qualunque non nero può essere
dedotta da quella del corpo nero purchè sia nota la funzione che esprime il
coefficiente di assorbività del corpo che si considera.
Oppure il coefficiente di assorbività di un corpo può essere dedotto dalla sua
potenza emissiva spettrale e da quella del corpo nero.
Dalle leggi di emissione del corpo nero si deduce che quando aumenta la
temperatura si ha un aumento della potenza raggiante globalmente emessa ( . .20);
la potenza emessa aumenta, oltre che globalmente, anche per ogni singola
lunghezza d’onda ( . .19), in maniera tale da far traslare verso l’alto l’andamento
e la posizione del massimo si sposta verso valori più piccoli della lunghezza
d’onda (legge di Wien . .24) per cui risultano proporzionalmente più incrementate
le radiazioni di lunghezza d’onda minore.
Le stesso osservazioni e lo stesso andamento generale dei diagrammi di emissione
restano qualitativamente validi per tutti i casi di emissione per temperatura da
parte di corpi condensati, anche se non neri.
Accettando il fatto che l’emissività e l’assorbività spettrale e direzionale siano
uguali, dalle propietà emisferiche si ricava che la precedente sarebbe:

2  / 2 2  / 2

    , * cos  * sen  * d * d    I , ,i * cos  * sen  * d * d


  0 0
2  / 2
 ? 0 0
2  / 2

  cos  * sen  * d * d
0 0
  I
0 0
,i cos  * sen  * d * d

Dal fatto che abbiamo supposto che   ,    , segue che affinchè la precedente
sia vera devono sussistere le seguenti condizioni:

1)L’irradiazione è diffusa, cioè I,i sia indipendente da  e da 


2)La superficie è diffusa, cioè   , ed  , siano indipendenti dagli stessi angoli
sopra definiti.

La prima condizione è una ragionevole approssimazione per la maggior parte dei


calcoli ingegneristici; la seconda è una condizione che si applica alla maggior
parte delle superfici, in particolare per materiali non conduttori(vedi figpg533)
Mentre per soddisfare la condizione di parità tra l’emissività e l’assorbività totali
occorreranno condizioni aggiuntive a quelle precedentemente esposte; infatti

 

   * E  ,n ( , T ) * d    * G  (  ) * d
 0
 ? 0

E n (T ) G

Dal fatto che      segue che affinchè la precedente sia valida devono
sussistere due condizioni da aggiungere alle due precedenti:
1)L’irradiazione corrisponde a quella di un corpo nero con superficie a
temperatura T, nel cui caso G()=E,n(,T) e G=En(T)
2)La superficie è grigia (   ,   sono indipendenti da )

Poiché l’assorbività totale di una superficie dipende dalla distribuzione spettrale


della irradiazione, essa non può essere inequivocabilmente posta uguale
all’emissività totale (=).
Infatti, una particolare superficie può essere altamente assorbente all’irradiazione
in una particolare regione dello spettro e praticamente riflettente in un altro spettro
di lunghezze d’onda(vedi fig 8)

fig.8

Inoltre per due campi di irradiazione G,1() e G,2() il valore di  può essere
completamente diverso.(vedi fig 19)
fig19

In contrasto però rimano l’emissività  che risulta indipendente dall’irradiazione.


Quindi per concludere, in generale non ci sono basi per affermare che =.
Tuttavia la superficie grigia esiste e non è quindi necessario che l’emissività
spettrale e l’assorbività spettrale siano indipendenti da  su tutto lo spettro.
Pertanto si parlerà di superficie grigia o corpo grigio per quella superficie che in
quell’intervallo di spettro dell’irradiazione abbia      indipendente da  (vedi
fig 9)
fig 10

Quindi per <1 e per >2 il corpo non ha un comportamento assimilabile ad un


corpo grigio.
Le superfici che abbiano un   , ed  , indipendente da  e  sono chiamate
superfici grigie diffuse.
Per concludere è lecito assumere la maggior parte delle superfici esistenti come
casi particolari(dipende dallo spettro) di superfici grigie. per le quali il
coefficiente di assorbività, appunto, pur essendo minore di uno è peraltro
indipendente dalla lunghezza d’onda.
L’importanza di tali corpi è che per essi le leggi dell’emissione sono facilmente
deducibili da quelle del corpo nero, alle quali risultano simili e che d’altra parte a
tale comportamento si avvicina sufficientemente quello di una importante classe
di corpi , quelli non metallici.

DESCRIZIONE DEL MODELLO TEORICO DEL LOOP CONVETTIVO

Il nostro loop convettivo è costituito essenzialmente da una parete vetrata che


permette la trasmissione della potenza irraggiata dal sole alla parete assorbente
costituita da una superficie metallica(alluminio) colorata di nero.
Questa superficie come si può vedere dalla figura

Il nostro loop convettivo è cosi costituito:


1)parete vetrata di 8 mm circa
Il vetro è un materiale che ha un coefficiente di trasmissività  prossimo ad uno ed
il motivo principale del suo impiego risiede nel fatto che esso è non trasparente
nell’infrarosso termico(in questa regione è per il 90% assorbente e per il 10%
riflettente) così che la radiazione termica infrarossa emessa dall’assorbitore alla
sua temperatura viene parzialmente intrappolata in quanto assorbita dal
trasmettitore che a sua volta riemette alla sua temperatura in tutte le direzioni e
quindi anche nuovamente verso l’assorbitore.
Nella raccolta dell’energia solare sono molto importanti gli assorbitori selettivi
che hanno un’alta assorbività sullo spettro solare ma alta riflessività
sull’infrarosso termico, e quindi per corpi opachi equivale a dire per Kirchhoff
bassa emissività.
Il rapporto  è chiamato selettività dell’assorbitore( grande ed  piccolo) non
và contro la legge di Kirchhoff in quanto per le due grandezze sono diverse gli
intervalli di lunghezza d’onda e per quanto concerne le applicazioni è comunque
indispensabile avere un alto valore di  per la radiazione solare.
Come nel nostro caso una superficie assorbente non selettiva è quando  ed 
hanno valori simili per un buon intervallo di lunghezze d’onda cioè sono
indipendenti dalla lunghezza d’onda(corpi grigi).
Un vetro singolo rispetto ad uno doppio( maggior spessore) ha un valore di
trasmissività  maggiore rispetto a quello doppio per tutta la gamma di angoli
dell’incidenza della radiazione solare ma ha anche lo svantaggio che è più facile
da attraversare quando su di esso incidono le radiazioni termiche dell’infrarosso
emesse dalla piastra assorbente; è quindi necessario trovare per un
dimensionamento corretto un giusto compromesso tra i due generi.

Si assume che il nostro vetro abbia proprietà selettive e che quindi ci sia una
dipendenza dalla lunghezza d’onda da parte di  ed .
Infatti lo spettro della radiazione solare ha un range di lunghezze d’onda
significativo che vanno da 0.3 a 2.73m.
Il vetro utilizzato rientra come impiego nei vetri per finestre o per impianti di
accumulo del calore.
Esso ha un valore di =0.97 per 0.3-2.5m e per lunghezze d’onda maggiori il
suo valore si estingue a zero.
Mentre ha un elevato valore di remissività  nel range dell’infrarosso termico con
>2.5m.
Per il nostro loop utilizzeremo un vetro con le seguenti caratteristiche:

v=0.07; v=0.88; v=0.05 (nell’intervallo di lunghezze dello spettro solare)


v=0.92 vi=0.08( sull’infrarosso termico)

Vale la legge di Bouguer:

Iv
(1  )  1  e  k *s   v
IT

dove Iv è la potenza del sole che riesce ad attraversare il vetro di spessore s.

k=9.071 m-1
s=8 mm=0.008 m
Eseguendo i calcoli abbiamo che Iv è
I T  (1  e  k *s ) * I T  I v

Invece per quanto riguarda l’emissività nell’infrarosso il vetro si comporta come


un corpo grigio e quindi viste le considerazioni precedenti abbiamo:
Epa=energia emessa dall’assorbitore;
Eav=energia assorbita dal vetro nell’infrarosso0.9*Epa=**Tv4;
Erv=energia riflessa dal vetro0.08*Epa;

2)assorbitore costituito da una lastra di alluminio verniciata di nero.

Infatti l’alluminio puro o lucidato presenta un basso valore di emittenza ed un


elevato valore di riflessività sull’infrarosso termico.
Ma se esso viene ricoperto di una vernice o uno strato di ossido questo valore
aumenta considerevolmente a spese ovviamente della riflessività essendo
l’alluminio un materiale opaco.
Ovviamente si deve aggiungere che a prescindere dal trattamento l’alluminio può
essere considerato un corpo grigio.
Queste considerazioni valgono per un determinato valore di temperatura in quanto
all’aumentare della temperatura della sorgente aumenta l’assorbività del metallo.
La scelta dell’alluminio nei confronti degli altri metalli è che per un valore
massimo di temperature raggiunte(circa 90°C) esso presenta un valore di
emissività più alto di tutti gli altri, come acciaio, ferro, rame, ecc.
Caratteristiche della lastra di alluminio verniciata per un range di temperature fino
a 80°C:

pa=0.91
pa0
pa=0.91
pa=0.09
Tpa=temperatura assorbitore (K)
Eapa= energia assorbita dall’assorbitore=pa*Iv
Erpa=energia riflessa dall’assorbitore=pa*Iv
Epa=energia emessa dall’assorbitore=pa**Tpa4

Distanza tra il trasmettitore ed l’assorbitore d


Poiché esiste l’effetto serra che il vetro causa, l’energia assorbita dalla parete di
alluminio è sicuramente maggiore di quella stimata precedentemente.
Infatti poiché il vetro nell’infrarosso ha un buon valore di riflessività l’espressione
della potenza totale ricevuta dall’assorbitore si sviluppa come somma di più
termini (serie);ma poiché il valore della riflettanza dell’alluminio è abbastanza
basso con buona approssimazione ci si può arrestare al termine del secondo grado.
Inoltre poiché il vetro nell’infrarosso ha un elevato valore di assorbività e poiché
ogni corpo riemette quello che assorbe alla stessa lunghezza d’onda avremo che la
superficie assorbente risentirà pure di questo contributo.
Allora oltre l’effetto della riflessività nell’infrarosso l’assorbitore risentirà pure
dell’emissione da parte del vetro sempre nell’infrarosso( 0.9*Epa).
Quindi:
Etapa= energia totale assorbita dalla parete =

Etapa =pa*Iv+pa*Iv*pa*vi*d+pa*Iv*pa2*vi2*d+pa *v**Tv4*d


EQUAZIONE DI BILANCIO DEL LOOP CONVETTIVO

mt * c pi * Ti  I v *  pa  hcva * Av * (Tv  Ta ( x ))  hcricb * Aric * (Tric  Tb ( x ))  mt * c pu * Tu  Q s

m t  m a  mb 2

ma  mt * 0.4 ; mb  mt * 0.6 ;

m r  mamb  mt 3

m amb  0.6 * mt ; m r  0.4 * mt

hcpa  coefficiente di convezione relativo alla superficie dell’assorbitore


del canale a.

hcva  coefficiente di convezione relativo alla superficie vetrata del canale a

hcve  coefficiente di convezione relativo alla superficie vetrata esterna

hcric  coefficiente di convezione relativo al flusso del canale di ricircolo sulla


superficie che lo divide dal canale b

hcricb  coefficiente di convezione relativo al flusso del canale b sulla superficie


che lo divide dal canale di ricircolo

hcpb  coefficiente di convezione relativo alla superficie dell’assorbitore

del canale b

Q a  potenza termica ricevuta dal fluido che attraversa il canale a (W)

Q hcpb  potenza termica ricevuta dal fluido del canale b per convezione dalla

parete assorbente

Q hcpa  potenza termica ricevuta dal fluido del canale a per convezione dalla
parete assorbente;

Qhcva  potenza termica ricevuta dal fluido del canale a per convezione dalla
superficie vetrata;

Qhcrb  potenza termica ceduta dal fluido del canale b per convezione alla
parete del canale di ricircolo;

Q s  Q hcric  Qirrv  Qconv

Qirrv  calore ceduto dalla superficie vetrata esterna per irraggiamento

Q conv  calore ceduto dalla superficie vetrata esterna per convezione


Q hcric  calore ceduto dalla superficie del canale di ricircolo verso il fluido
del canale di ricircolo per convezione;
a  distanza tra la superficie vetrata ed il pannello assorbente

c  larghezza della piastra assorbente

L  lunghezza della piastra assorbente

v a  velocità media del fluido all’interno del canale a

v b  velocità media del fluido all’interno del canale b

v r  velocità media del fluido del canale di ricircolo

v v  velocità media dell’aria esterna

c pa  calore specifico medio del fluido che attraversa il canale a

c pb  calore specifico medio del fluido che attraversa il canale b

 i  densità del fluido in ingresso

T p  temperatura della piastra assorbente (K)

Ta ( x )  temperatura del fluido del canale a alla distanza x dalla sezione


di ingresso

Tb ( x )  temperatura del fluido del canale b alla distanza x dalla sezione


di ingresso

Tua  temperatura di uscita del fluido dal canale a (K)

Tub  temperatura di uscita del fluido dal canale b (K)

Ti  temperatura di ingresso del fluido ai canali a e b (K)


Tamb  temperatura dell’ambiente esterno (K)

Tu  temperatura di uscita del fluido dal canale di mandata(a+b) (K)

Tv  temperatura della superficie vetrata (K)

k a  conducibilità termica media dell’aria che attraversa il canale a

 a  viscosità cinematica media dell’aria che attraversa il canale a

Pr  numero di Prandtl dell’aria a temperatura ambiente

Rexa  numero di Reynolds del fluido del canale a valutato alla distanza x dalla
sezione di ingresso

Rexb  numero di Reynolds del fluido del canale b valutato alla distanza x dalla
sezione di ingresso

x  distanza dalla sezione di ingresso per il canale a e per il canale b;

dx  distanza infinitesima dalla sezione di ingresso

dt  tempo infinitesimo di osservazione


Radiazione
Solare
Incidente

MODELLO TEORICO DEL LOOP CONVETTIVO

Il nostro loop convettivo sfrutta l’energia proveniente dal sole per riscaldare degli
ambienti attraverso l’incremento di temperatura dell’aria che lo attraversa.
Alla sua tecnologia fa capo essenzialmente l’immagazzinamento della potenza
radiativi derivante dalla radiazione solare e il riutilizzo dell’aria interna
dell’ambiente da riscaldare.
In esso si verificano due fenomeni essenziali per il riscaldamento dell’aria:
l’irraggiamento termico e la convezione forzata.
Infatti l’irraggiamento solare incide sulla superficie vetrata del loop, la quale non
riducendo quasi assai questa potenza la trasferisce all’assorbitore metallico che
assorbendola quasi integralmente produce un aumento della temperatura dello
stesso.
A questo punto l’assorbitore avendo una temperatura maggiore emette per la legge
di Wien in un uno spettro diverso da quello solare; infatti esso riemetterà parte di
questa energia nell’infrarosso termico.
Poiché il vetro è un materiale selettivo esso, avendo un bassissimo valore del
coefficiente di trasparenza(trasmssività) nell’infrarosso termico, non permetterà a
queste radiazioni di riuscire trattenendole al suo interno facendo così aumentare
l’energia interna del sistema e quindi la temperatura di tutti i corpi presenti.
L’aria attraversando il canale assorbirà calore dalla piastra assorbente per
convezione ed all’uscita dello stesso l’aria avrà subito un aumento di temperatura.
Attraverso il canale di ricircolo parte dell’aria immessa nell’ambiente dal loop
verrà riutilizzata per miscelarsi a quella proveniente dall’esterno(aria fresca)
quindi in ingresso al canale si avrà dell’aria a temperatura maggiore di quella
elaborata precedentemente.
Questo, ovviamente consentirà un miglior sfruttamento delle potenzialità del
sistema che si evidenzieranno in un aumento ulteriore della temperatura dell’aria
in uscita dal canale.
Avendo espresso in breve il fenomeno fisico che avviene nel loop andiamo a
vedere tutte le considerazioni tecniche che regolano tale sistema.

SCAMBIO DI CALORE PER IRRAGGIAMENTO TERMICO

Si analizza separatamente i vari componenti o sottosistemi del sistema loop


convettivo e per ognuno di essi si farà una trattazione in merito alle proprietà
tecnologiche ed hai fenomeni di scambio di calore che intervengono.
1) SUPERFICIE VETRATA

Il vetro è un materiale che ha un coefficiente di trasmissività  prossimo ad uno ed


il motivo principale del suo impiego risiede nel fatto che esso è non trasparente
nell’infrarosso termico(in questa regione è per il 90% assorbente e per il 10%
riflettente) così che la radiazione termica infrarossa emessa dall’assorbitore alla
sua temperatura viene parzialmente intrappolata in quanto assorbita dal
trasmettitore che a sua volta riemette alla sua temperatura in tutte le direzioni e
quindi anche nuovamente verso l’assorbitore.
Nella raccolta dell’energia solare sono molto importanti gli assorbitori selettivi
che hanno un’alta assorbività sullo spettro solare ma alta riflessività
sull’infrarosso termico, e quindi per corpi opachi equivale a dire per Kirchhoff
bassa emissività.
Il rapporto  è chiamato selettività dell’assorbitore( grande ed  piccolo) non
và contro la legge di Kirchhoff in quanto per le due grandezze sono diverse gli
intervalli di lunghezza d’onda e per quanto concerne le applicazioni è comunque
indispensabile avere un alto valore di  per la radiazione solare.
Una superficie assorbente non selettiva è quando  ed  hanno valori simili per un
buon intervallo di lunghezze d’onda cioè sono indipendenti dalla lunghezza
d’onda(corpi grigi).
Un vetro singolo rispetto ad uno doppio( maggior spessore) ha un valore di
trasmissività  maggiore rispetto a quello doppio per tutta la gamma di angoli
dell’incidenza della radiazione solare ma ha anche lo svantaggio che è più facile
da attraversare quando su di esso incidono le radiazioni termiche dell’infrarosso
emesse dalla piastra assorbente; è quindi necessario trovare per un
dimensionamento corretto un giusto compromesso tra i due generi.

Si assume che il nostro vetro abbia proprietà selettive e che quindi ci sia una
dipendenza dalla lunghezza d’onda da parte di  ed .
Infatti lo spettro della radiazione solare ha un range di lunghezze d’onda
significativo che vanno da 0.3 a 2.73m.
Il vetro utilizzato rientra come impiego nei vetri per finestre o per impianti di
accumulo del calore.
Esso ha un valore di =0.97 per 0.3-2.5m e per lunghezze d’onda maggiori il
suo valore si estingue a zero.
Mentre ha un elevato valore di emissività  nel range dell’infrarosso termico con
>2.5m.
L’irraggiamento solare totale IT(W/m2) incidente sulla superficie vetrata subirà un
decremento di potenza nell’attraversare lo spessore della stessa; la relazione che
esplicità tale fenomeno è indicata qui sotto secondo la legge di Bouguer:

Iv
(1  )  1  e  k *s   v
IT

dove Iv è la potenza del sole che riesce ad attraversare il vetro di spessore s, k è un


coefficiente che dipende dal materiale ed v è l’assorbività del vetro.
Una volta attraversato il vetro l’energia raggiante raggiungerà la superficie
assorbente del loop convettivo.
Il vetro emetterà energia raggiante sia internamente al loop sia esternamente cioè
verso l’ambiente esterno in quanto esso si porterà ad una temperatura T v di
equilibrio secondo la legge dei corpi reali; tuttavia queste due quantità non
possono essere uguali.
La superficie esterna del vetro emetterà energia raggiante secondo la legge di
Kirchhoff per le superficie reali; ovviamente questa quantità di energia verrà persa
in quanto non partecipa allo scambio di energia con il fluido interno; quindi la sua
espressione sarà:

Qirrv   v *  * Tv * Av
4

dove Av è l’area della superficie vetrata.


Nella precedente la temperatura del vetro Tv è in gradi Kelvin e quindi Qirrv è in
W.
La superficie interna del vetro si comporta come un corpo opaco nei confronti
della radiazione proveniente dalla superficie assorbente e per questo tipo di
materiale non si può usare la semplificazione di corpo grigio in quanto
l’emissività v ha un valore diverso(più basso) dell’assorbività v nell’infrarosso
termico.
Per questa parete il calore emesso per irraggiamento verso l’interno sarà uguale a
quello emesso verso l’esterno, quindi:
Qirrveta   v *  * Tv * Av
4

La superficie vetrata è anche interessata allo scambio di calore per convezione su


entrambi le superfici.
Sulla superficie interna scambierà calore con il fluido che attraversa il canale a e
quindi questa quantità sarà data dalla legge dello scambio termico per convezione
forzata:

Qhcva  hcva * Av * [Tv  Ta ( x )]

Per quanto riguarda la superficie esterna anche questa sarà interessata allo
scambio termico per convezione (naturale) e per essa cambierà quindi il valore del
coefficiente di convezione; pertanto avremo:

Qconv  hcve * Av * [Tv  Tamb ]

Vediamo ora le espressioni del coefficiente di convezione per i due scambi di


calore.
Per quanto riguarda hcva esso è funzione di molti fattori come il numero di Nusselt
Nu la conduttività termica dell’aria che attraversa il canale a Kfa e della lunghezza
L della piastra su cui scorre il fluido.
Poiché siamo nel caso di regime di moto laminare, in quanto il valore della
distanza dal bordo di attacco xc per cui si verifica la transizione a turbolento è
molto maggiore della lunghezza L della piastra vetrata, avremo la seguente
relazione locale:

hcvax * x 1
N uxva   0.332 * Rexa *
K fa Pr 3

dove con hcvax si è indicato il valore del coefficiente di convezione alla distanza x
dal bordo di attacco, e con Nuxcva il corrispondente numero di Nusselt; nella
precedente compare anche Rexa cioè il numero di Reynolds relativo ed il numero di
Prandtl Pr tiene conto delle proprietà fisiche del fluido.
Nella nostra analisi considereremo indipendenti dalla temperatura tutti i parametri
che ne possono dipendere come Kfa, il calore specifico, la viscosità cinematica e la
densità(ovviamente si intende che si considererà un valore medio).
Per calcolare il valore del coefficiente di convezione per tutta la piastra vetrata
basterà integrare la precedente; tuttavia questo procedimento verrà eseguito in
seguito nell’espressione generale del bilancio energetico del canale a del loop
convettivo.
Per quanto riguarda la superficie esterna valgono le stesse considerazioni fatte
precedentemente, quindi avremo:

hcvex * x 1
N uxve   0.332 * Rexa *
K fe Pr 3

dove Rexe è il numero locale di Reynolds per la superficie esterna così espresso:

vv * x
Rexe 
 amb

dove vv e amb sono rispettivamente la velocità esterna dell’aria e la sua viscosità


cinematica.

Infatti, per quanto riguarda la superficie interna essa assorbirà la radiazione


nell’infrarosso termico emessa dalla superficie assorbente e quindi la sua
espressione sarà:

Qirrv   v *  * Tv * Av
4

Per il nostro loop utilizzeremo un vetro con le seguenti caratteristiche:

v=0.07; v=0.88; v=0.05 (nell’intervallo di lunghezze dello spettro solare)


v=0.92 vi=0.08( sull’infrarosso termico)

Vale la legge di Bouguer:

Iv
(1  )  1  e  k *s   v
IT
dove Iv è la potenza del sole che riesce ad attraversare il vetro di spessore s.

k=9.071 m-1
s=8 mm=0.008 m
Eseguendo i calcoli abbiamo che Iv è
I T  (1  e  k *s ) * I T  I v

Invece per quanto riguarda l’emissività nell’infrarosso il vetro si comporta come


un corpo grigio e quindi viste le considerazioni precedenti abbiamo:

Epa=energia emessa dall’assorbitore;


Eav=energia assorbita dal vetro nell’infrarosso0.9*Epa=**Tv4;
Erv=energia riflessa dal vetro0.08*Epa;

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