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a Domenico Machetta
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Sfogliando i fascicoli delle annate di Armonia di mazione liturgica per acquIsire e continuamente
Voci, le più recenti come le più lontane, si rimane approfondire le ragioni di scelte che siano ogget-
impressionati dalla quantità di proposte accumula- tive, non solo legate ad una personale valutazione
tesi nel tempo: molti brani sono opportunamente estetica. L'esperien za ci insegna che gli animatori
inseriti nei repertori diocesani, diversi hanno soste- musicali delle assemblee liturgiche devono esser
nuto con dignità e rigore il servizio dei più semplici formati soprattutto in tal senso. Rispetto al nume-
gruppi parrocchiali, taluni sono entrati nel patri- ro delle parrocchie italiane, il Coperlim, gli istituti
monio delle corali più dotate. Certi sono diventati di Musica e Liturgia, gli uffici diocesani, le iniziative
notissimi ma altri - pur di eccellente valore - sono vicariali,zonali e parrocchiali hanno, fino ad oggi,
stati poco notati ed utilizzati. Alcuni titoli hanno appena iniziato a fecondare di competenza e sen-
avuto maggior fortuna raccogliendo l'attenzione di sibilità la realtà della musica rituale. Si affacciano
riviste, seminari di studio, corsi di formazione ove conti nua mente nuove generazion i di ani matori,
hanno ricevuto impulso e diffusione dall'esser co- una più diffusa pratica musicale genera nuovi or-
munitariamente analizzati e sperimentati . ganisti e coristi, il coinvolgimento dei laici introdu-
Ecco una prima considerazione : non si può certo ce nuove figure, magari di neofiti, alla pratica mini-
dire che manchi del valido materiale musicale per steriale. Non abbiamo finito, perciò, di formulare e
la liturgia: pagine di buona musica e di testi ben ripetere le più semplici direttive; è ancora immenso
centrati (certo, accanto ad esiti mediocri) stanno a il campo da coltivare, lo studio da rinnovare. E, na-
dire che l'editoria italiana ha reagito e reagisce con turalmente, non si parla delle propaggini avanzate
fantasia e creatività alla domanda degli operato- della scienza liturgica. Si intende che, così come
ri liturgici. Accanto al riutilizzo o al riadattamento avviene con i Misteri della fede che ciclicamente
delle grandi pagine del repertorio antico non sfi- sono celebrati, si devono rinnovare con costanza le
gurano le migliori produzioni degli ultimi anni . occasioni per trasmettere contenuti, per passare le
A questa prima considera zione se ne lega un'al- esperienze.
tra: è pur vero che le molte buone proposte hanno In questa prospettiva Armonia di Voci vuole con-
fatto fatica a stare a galla in un immenso fiume tinuare a fare la sua parte. Nel suo stile: mettere
di produzioni musicali con cui oggi si identifica in- a fuoco un tema principale e corredarlo di un co-
differentemente il nuovo in musica: qui si parla di rollario di stimoli e riflessioni scommettendo sulla
quella sterminata produzione di canti per la pre- crescita degli animatori. Non con una pretesa di to-
ghiera che - più o meno coerentemente indirizzata tale completezza ma, speriamo, come strumento e
ad animare gli incontri fraterni, la vita cristiana, la serbatoio di buoni esempi.
preghiera dei gruppi giovanili - ha poi conosciu- Ma anche, agganciandoci allo spunto iniziale,
to una collocazione non pertinente nei gesti litur- la nostra rivista vuole continuare ad offrire nuo-
gici delle comunità cristiane, in ciò trascendendo ve produzioni. Lo facciamo ben sapendo che già ci
spesso le stesse intenzioni dei rispettivi creatori. sono materiali validi e che una grande ricchezza
Intendiamoci: non si tratta di delimitare a poste- di proposte può persino sconcertare, superando di
riori il campo di una certa ortodossia della musica molto la normale recettività di un coro parrocchia-
liturgica (dove i pronunciamenti del Magistero, in- le, con i I risch io che otti me musi che e testi ben fatti
dicandoci dei modelli esemplari, sono più orienta- non vengano colti e sfruttati nella loro potenzial i-
tivi che esclusivi) ma di riconoscere che le proposte tà. E' però la vocazione della rivista; ed è il profilo
musicali sono efficaci soprattutto nell'ambito per dei nostri lettori: il maestro esperto ed il novizio
cui sono state pensate. Un canto ritmato sull'espe- che sono alla ricerca (di un brano, di un'idea, di
rienza dell'amicizia è ottimo all'oratorio ma "gela" un'opportunità) sfogliano, rileggono, rammentano
l'assemblea liturgica così come un Agnello di Dio li- e scelgono.
turgicamente perfetto suona estraneo in un recital. Insomma: con il nostro lavoro editoriale voglia-
E' evidente che il discernimento tra le decine di mo dare il buon esempio rispetto all'atteggiamen-
migliaia di titoli che sollecitano la nostra attenzio- to richiesto ad ogni musicista attivo nella liturgia:
ne può esser sostenuto solo da una solida forma- bando alla pigrizia e alla comoda routine. Avanti
zione. Formazione musicale, certo, per vagliare il con la ricerca, lo studio, le riflessioni sul nostro mi-
dozzinale e tenere il buono. Ma, soprattutto, for- nistero, in un cammino paziente e lieto nel servizioJ"
11 canto di Miriam la profetessa, sorella di a mano alzata (Es 14,8), la mano di Mosè che
Aronne e di Mosè, celebra la vittoria di Dio, si stende sulle acque (Es 14,16.26), le mani dei
la vita del popolo che nasce dalle acque della nemici (Es 14,30), la mano di Miriam che per-
morte, l'inizio del cammino che condurrà 1sra- cuote il tamburello per intonare il canto e apri-
ele nella terra promessa, l'origine del canto del re le danze. Nel compiere questo gesto Miriam
popolo al suo Dio. sembra quasi imitare i gesti drammatici della
lotta e della vittoria appena awenuta, tempo e
11 testo è contenuto nel capitolo 15° del libro spazio si dilatano rimanendo come sospesi den-
dell'Esodo in cui l'evento mirabile della salvez- tro un ritmo che awolge tutti e, nel contesto
za di 1sraele è narrato per tre volte: la cronaca della liturgia, la bocca si schiude al canto profe-
dell'awenimento (Es 14,1-31), la storia che si tico: «Cantate a JHWH perché ha mirabilmente
fa poesia nel canto di Mosè (15,1-8), il canto trionfato». 11 testo sottolinea che Miriam "ripetè
che si fa liturgia nella danza di Miriam e delle il ritornello", letteralmente: "Miriam rispondeva
donne (Es 15, 20-21). La successione di questi loro". 11 pronome è al maschile, e sembra evo-
tre testi non è solo il frutto di un accostamento care un canto alternato tra uomini e donne o
redazionale, ma costruiscono la testimonianza tra solista e tutti, il canto di un popolo in festa!
di quel profondo movimento interiore che ge-
nera il canto liturgico: l'evento, la profezia, la 11 canto presso il Mare è nella tradizione
liturgia. Secondo Abraham Heschel, quando il ebraica il cantico per eccellenza, l'origine stessa
popolo d'lsraele attraversò il Mar Rosso accad- del cantare. Nella Shirta (antico commento di Es
dero due cose: le acque si divisero e, tra l'uomo 15) sta scritto: «Allora canterà Mosè». 11 cantico
e Dio, ogni distanza sparì. Al popolo fu così presso il mare è infatti una profezia, una paro-
concesso di esclamare: "Ecco, è questo il mio la in attesa di compimento che nell'apocalisse
Dio", e da quel momento, il miracolo si tra- giovannea, il libro che chiude la rivelazione bi-
sformò in canto. Non è infatti l'accadimento blica, sarà intonato dagli angeli insieme a tutti
in sé che fa la storia, ma l'intuizione poetica i redenti: «Cantavano il cantico di Mosè, servo
dell'evento. 11 canto si trasforma in profezia: di Dio, e il cantico dell'Agnello» (Ap 15,2-3).
ispirazione che solo Dio può donare e rivelare.
11 testo biblico sembra far emergere questo
11 canto di Miriam si apre con un esplicito canto dalle acque stesse del mare, come il grido
riferimento alla mano: «prese in mano un tam- della vita che prorompe dal grembo: «Quando i
burello». Nei capitoli 14 e 15 del libro dell'Eso- cavalli del faraone, i suoi carri, e i suoi cavalieri,
do la mano - le mani costituiscono un elemento furono entrati nel mare, il Signore fece tornare
fondamentale: le mani degli israeliti che escono sopra di essi le acque del mare, mentre gli
israeliti avevano camminato sull'asciutto in versato il confine tra la vita e la morte. Così
mezzo al mare. Allora Maria ... ». É la narrazione commenta Benedetto XVl: «11 canto liturgico si
di una nascita, anzi di una rinascita, ed è per colloca in questa grande tensione storica. Per
1sraele l'inizio del canto nuovo (1s 42,10; SI 96). Israele l'evento salvi fico accorso nel Mar dei
canneti restò sempre il motivo fondamentale
11 canto presso il Mare, infatti, è il canto di tut- del suo canto. Per i cristiani, la risurrezione di
to il popolo, poiché la lode che prorompe dalla Cristo, che aveva passato il "Mar Rosso" dalla
gola di tutti, è più grande di quella del singolo. morte, era disceso nel regno delle ombre e aper-
Così commenta la sapienza ebraica: «Dissero i to le porte del carcere era il vero esodo, che nel
sapienti: Quando 1sraele fu sul punto di dire il battesimo diveniva la nuova presenza: il batte-
cantico al Santo - benedetto Egli sia - disse a simo è un essere presi nella contemporaneità
Mosè: "Mosè, maestro nostro, sii tu a comin- della discesa di Cristo nell'ade e del suo salire,
ciare: noi lo diremo dopo di te". E Mosè subito nel quale ci accoglie nella comunità della nuova
rispose a Israele: "Siate voi a cominciare: io lo vita» (Benedetto XVl, Cantate a Dio con arte.
dirò dopo di voi. Perché io sono uno solo, e la Direttive bibliche per la musica sacra).
gloria di molti è piu grande che quella di uno
solo" (cf. Mekilta Es 22, 22)). 11 canto liturgico risuona solo nella terra li-
berata, quando la vita del popolo riscattato è
Al termine del lungo cammino nel deserto, ormai redenta. Suo tempio è la celebrazione li-
Mosè canterà di nuovo (Dt 32, 1-44) e, quasi turgica, sua voce è il popolo santo di Dio fino
esalando l'ultimo respiro, lo sussurrerà alle orec- al giorno del suo pieno compimento: «11 nuovo
chie del suo popolo (Dt 32,44) perché resti im- e definitivo canto è già intonato, ma bisogna
presso nella loro mente come pegno di vita, per che finiscano di soffrire tutte le sofferenze della
entrare così, finalmente, nella terra promessa. storia, che tutto il dolore sia raccolto e portato
nel sacrificio della lode, per essere trasformato
Per l'antico 1sraele non vi potrà mai più essere in canto di lode» (Benedetto XVl). C'è ancora
un canto se non nella terra, la vita sciolta dal un pianto in attesa di sciogliersi in gioia, un
legame della schiavitù. Quando il popolo in ter- grido che domanda di trasformarsi in esultanza,
ra straniera lascerà cadere dalle labbra, dimen- terrore e paura che invocano di mutarsi in dan-
ticandolo, il Nome santo di Dio, la bocca secca za, gridi di guerra che attendono parole di pace.
e ammutisce (sI 137) e il canto si trasformerà in
lamento (Am 8,10). Ma Dio non dimentica il suo Nel tempo di questo esodo, ancora in trava-
popolo e suscita nel suo cuore la nostalgia di glio, il canto di Mosè e Miriam non si è ancora
quel canto che lentamente si trasformerà in una compiuto, ma continua ad essere intonato dal
nuova via. Il popolo infatti rientrerà nella terra popolo di Dio sulla riva del Mare, fino al giorno
in un corteo di esultanza, nella gioia e nel can- in cui tutti i faraoni saranno sprofondati negli
to, danzando nuovamente al suono della sua abissi, e non ci sarà più lutto e il mare, sarà defi-
voce (ls 52,7- 12). nitivamente umiliato (A. Mello, Quando il mare
non ci sarà più ).
11 canto Nuovo
Nella celebrazione della notte pasquale i 11 canto dell'assemblea liturgica nasce, dun-
cristiani, ancora oggi, si uniscono a quel can- que, dall'esperienza pasquale: non è la voce che
to perché anch 'essi sanno di essere "tratti dalle canta se stessa, né l'opera delle proprie mani,
acque", strappati via dai flutti della morte gra- ma dono che scende dall'alto e che Gesù, nella
zie aIla mano liberatrice di Dio. 11 canto liturgi- sua incarnazione, ha portato in questa nostra
co sgorga, dunque, dai flutti delle acque della terra di esilio (cfr. Paolo V1, costituzione apo-
morte, dalla gioia che prorompe nell 'aver attra- stolica Laudis canticum). È il canto stesso di
Gesù che, dopo la risurrezione dai morti, intona Nell'assemblea liturgica, il canto nuovo è con-
l'inno di ringraziamento e di lode: «Per questo tinuamente donato per attraversare il tempo della
si è rallegrato il mio cuore, la mia lingua ha storia, per custodire la memoria del Nome Santo di
giubilato e anche la mia carne riposerà nella Dio, per annunciare i prodigi della sua misericordia,
speranza» (At 2,25-28). È il canto che lo Spirito per suscitare la nostalgia di Dio, per edificare la co-
del Risorto continuamente mormora nel cuore munità cristiana e risanare le ferite dell'odio e della
della Chiesa (Rm 8,26) è anticipazione del can- discordia. Le parole e gesti si intrecciano nel dare
to nuovo, l'ultimo, il canto nuziale della Sposa forma alla danza del rito e così ritmare, al suono
dell'Agnello (Ap 19,6-8). del canto nuovo, il lento peregrinare verso il RegnoJl
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la Parola si è fatta voce d'uomo, di una vita spezzata come pane:
parole che annunciano il divino. ch'io ti segua ovunque sia o vada.
l. L'opera bella che è nascosta attende 3. Se più chiara mi giunge la tua voce,
chi la porti a brillare in piena luce con la forza del sangue essa dice:
là dove amore pienta le sue tende. il tuo slancio si saldi con la croce.
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1. "Voi siete la luce del mondo, 5. "lo sono con voi ogni giorno
voi siete il sale della terra": portate il Vangelo ad ogni uomo":
andiamo, annunciamo la gioia del Regno, andiamo, annunciamo il Dio fedele,
sole per l'umanità. gioia per l'umanità.
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sfondo per cercare nuovi aspetti del tema; proviamo temario, per creare una variazione sul tipo di una
dunque a leggere il nostro canto nel modo di pro- berceuse moderata con frasi in dialogo,
Esempio 3
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Un momento di calma all'interno di movi- molo come canto fermo ornato; l'accompagna-
menti veloci offre la possibilità di impiegare mento procede su gradi forti e cerca preferibil-
altri suoni e di creare un diversivo; proviamo a mente di spostarsi per consonanze con la voce
leggere il canto nel modo di deuterus e trattia- superiore,
Esempio 4 C. F. Sesquialtera
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11 tempo temario, che facilita sia l'ideazione che movimento di giga; spostiamo il canto nel modo di
la piacevolezza d'ascolto, può essere usato per un fa, esplorando altre varianti melodiche.
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PROPOSTA DI MUSICA PER LA LITURGIA ~ A R M O N I A D I v O C I 25
SPERIMENTANDO
Paolo Bersano
iu - di
Sanctus BWV 325 di J. S. Bach
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Nella raccolta Choralgesange al numero 123
troviamo un singolare corale con testo liturgico
della messa luterana, nelle due versioni, tedesca
alcuni interventi sulla partitura: innanzi tutto
una divisione del tempo in 2/4, allo scopo di
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iu- di isolare nella prima frase un ritornello in nove
"Heilig", e latina "Sanctus". battute: "Sanctus ... Sabaoth ".
~ 11 Brano viene catalogato come BWV 325, La musica è stata lievemente adattata per
~
risulta utilizzato ancora occasionalmente nella utilizzare il testo completo previsto dalla litur-
messa luterana, normalmente con il testo tede- gia cattolica "pIeni sunt caeli et terra " dopo
_ a. iu - di sco. Non si può dire con certezza che il testo il primo Osanna viene riproposto il ritornello
sia stato concepito in tedesco. In effetti la do- individuato.
cumentazione storico archivistica attesta l'uti- 11 brano prosegue invariato fino alla fine. E'
lizzo della lingua latina nella messa luterana: il stato inoltre abbassato di un tono per favorire
latino era una lingua rimasta nella pratica degli il canto di una assemblea comune e sono state
intellettuali del tempo e lo stesso Bach, tra le eliminate le corone, poco adatte al nostro stile,
sue mansioni, aveva proprio quella di dedicare e comunque più idonee con il testo in tedesco.
alcune ore di insegnamento di questa lingua ai Da queste varianti risulta un brano che uni-
propri allievi presso la Thomasschule di Lipsia. sce la straordinaria eleganza dello stile, con una
Da notare inoltre che la melodia ha molte facile partecipazione assembleare nel ritornello
affinità con il Sanctus gregoriano della messa e nell'Osanna conclusivo. Oppurtuno sarebbe la-
XVII nel V modo di Fa prevista per le domeniche sciar eseguire i versetti "pIeni sunt" e benedictus
di Awento e Quaresima. qui venit" al solo coro, oppure ad una schola .
La proposta che sottoponiamo alla vostra at- On-line sono disponibili le parti per un grup-
tenzione è quella di utilizzare il brano in alter- po di strumenti a fiato e un controcanto in stile
nanza Coro - Assemblea: sono stati effettuati barocco.
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San - - - - etus, San - - ctus, Do - mi -nus
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Nuove rubriche
Nuove armonizzazioni
Ampliamento dell'organico strumentale
Allargamento dei collaboratori
Taglio più pastorale
* gli mp3 delle registrazioni sono scaricabili dal siro www.elledici.org
nella sezione rivisre/Armonia di Voci
PROGRAMMA 2 O1 2
ISBN 978-88-01-05235-0
Corso Francia, 214 10098 CASCINE VICA· TO Tel. (+39) 011 .95.52.111 Fax (+39) 011.95.74.048 € ",00
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PROPOSTA DI MUSICA PER LA LITURGIA
L UGLIO A GOSTO S E T T E MBRE 2012 ANNO 66
DIRETTORE
Alessandro Ruo Rui
CANTARE LA FEDE
HA NNO COLLABORATO IN QUESTO NUMERO
ASSOCIATO ALL'USPI
UNIONE STAMPA
PERIODICA ITALIANA
IN QUESTO NUMERO
Alessa ndro Ruo Rui
la fede e il canto
Nell'esperienza umana , sin dai primi istanti processo vitale dentro cui si consuma il dono
di vita, la bocca costituisce un luogo profon- misterioso dell'alleanza (Qu esta parola è molto
damente significativo di comprensione della vicina a te, è nella tua bocca e nel tuo cuore, per-
realtà . ché tu lo metta in pratica, Dt 30,14).
L'uomo, nell'atto del mangiare mette in atto Purtroppo, la fede viene spesso confusa con
una sorta di apprendimento, di comprensione una razionale adesione ad una verità astratta,
del reale. 11 bambino, infatti, inizia l'esplora- o con la coerente corrispondenza della vita a
zione del mondo portando alla bocca tutto ciò principi e valori morali. Essa, al contrario, è in
che lo circonda, ed esprime le sensazioni pro- primo luogo un'esperienza di relazione che na-
vate attraverso i suoni : vagiti di soddisfazione sce e cresce nella dimora del cuore, per affiora-
o di disappunto, risate di gioia o grida di dolo- re sulle labbra. Così ci ricorda san Paolo: «Che
re. Così, alle labbra affiorano le espressioni del il Cristo abiti per la fede nei vostri cuori» (Ef
cuore, i moti interiori dei sentimenti, i suoni 3,17). All'inizio di ogni cammino di fede, infat-
che danno corpo ai pensieri, i significati ela- ti, la Sacra Scrittura pone sempre un incontro,
borati dalla mente. Vi è, dunque, una naturale una relazione, dalla quale inizia un cammino
reciprocità tra la bocca e la conoscenza, tra il di conoscenza e di sequela. Così è stato per
cuore e la voce. i discepoli, che dopo aver seguito Gesù per le
Così accade anche nell'esperienza di fede. strade della Galilea e della Giudea, lo hanno
Nella lettera ai Romani, san Paolo paragona la riconosciuto quale Signore (Mio Signore e mio
confessione di fede ad una sorta di manduca- Dio, Gv 20,28), Cristo (Tu sei il Cristo, Mt 16,16),
tio : con il cuore si crede e con la bocca si pro- Figlio di Dio (Veramente quest'uomo era Figlio
fessa; al tempo stesso, la voce che confessa la di Dio, Mc 15,39) . Così è stato anche per co-
fede nel Signore Gesù è espressione di ciò che loro che lo incontrarono attraverso l'annuncio
è stato metabolizzato nel cuore. La bocca e il della Parola e la testimonianza degli apostoli:
cuore sono, infatti, nella Bibbia le due vie di Paolo di Tarso (At 9, 1-19), l'etiope di Canda-
espressione della fede: il cuore, nell'interiorità , ce (At 8,26-40), la folla che domanda il batte-
la voce, nell'esteriorità. Cuore e voce sono reci- simo, dopo aver ascoltato il discorso di Pietro
procamente annodati e partecipano a un unico (At 2, 14-36). ln tutti coloro che hanno vissuto
l'esperienza della fede, vi è la stupita consape- abbondanza: qui lo Spirito convoca, la Parola
volezza che essa è un dono che viene dall'alto, converte, il sacrificio realizza. ln ogni celebrazio-
un gesto di grazia, una richiesta d'amore che ne eucaristica il cristiano ripete, di domenica in
attende una risposta . La fede diventa così as- domenica, quel cammino di fede che lo porterà
senso convinto e personale all'appello di Dio, ad accogliere una chiamata (riti di introduzione),
alla sua Parola, alla sua rivelazione. Attraverso ad aprire il cuore all'ascolto (liturgia della Parola),
questo "sì" il pensiero stesso di Dio viene ad a rinnovare un'alleanza (liturgia eucaristica). Tut-
abitare nel cuore, prende corpo in un atto di ta la celebrazione è, per così dire, una graduale
fiducia, di adesione, di obbedienza che schiude "confessione di fede", che culmina nell'Amen che
le labbra e confessa: «Credo, Signore!». la comunità cristiana proclama al termine della
L'atto di fede domanda una voce, un corpo, Preghiera Eucaristica: Per Cristo, con Cristo e in Cri-
un gesto, un'azione che esprime ciò che c'è nel sto, a Te, Dio Padre onnipotente, ogni onore e gloria,
cuore. Nei vangeli troviamo alcuni episodi signi- per tutti i secoli dei secoli. Amen.
ficativi in proposito: il cieco nato, nel professare
la propria fede (lo credo, Sign ore!, Gv 9,38), si La sonorità della fede
prostra ai piedi di Gesù; i discepoli di Emmaus L'intima corrispondenza tra il cuore e la bocca
corrono ad annunciare agli apostoli l'incontro si manifesta in modo particolarmente intenso
che ha trasformato la loro vita (Davvero il Signo- nel canto dell'assemblea liturgica. Così afferma
re è risorto!, Lc 24,34); il cieco di Gerico professa l'istruzione Musicam Sacram: «Non c'è niente di
la propria fede, seguendo Gesù e lodando Dio più solenne e festoso nelle sacre celebrazioni di
(Cominciò a seguirlo, lodando Dio, Lc 18,26); l'a- un'assemblea che, tutta, esprime con il canto la
postolo Pietro confessa: Noi abbiamo creduto e sua pietà e la sua fede» (MS 16). 11 canto dell'as-
conosciuto che tu sei il Santo di Dio (Gv 6,69) e semblea liturgica è espressione della fede nel Si-
sceglie di seguire Gesù a Gerusalemme. gnore Gesù, ma contemporaneamente è il luogo
L'intima relazione tra la fede custodita nel sorgivo della fede stessa. Non si tratta, infatti,
cuore e la voce che questa fede proclama trova di attribuire al canto un ruolo solo espressivo
nell'assemblea liturgica la sua naturale dimora . della fede, ma piuttosto di considerarlo un mez-
Le prime comunità cristiane, infatti, professa- zo attraverso cui l'atto di fede si manifesta e si
no comunitariamente il Credo. Tra i testi più realizza. Nell'atto del cantare, infatti, la Chiesa
antichi, ricordiamo il Credo battesimale nel- rivela il suo essere credente, pronuncia il si del-
la Tradizione apostolica e il Credo romano, la fede, dà voce al canto nuovo del popolo dei
che costituirono le basi per il successivo Credo battezzati. Così, l'atto liturgico non può essere
apostolico che ancora oggi viene proclamato ridotto a momento puramente rappresentativo
nell'assemblea liturgica. Queste formulazioni di o applicativo di una fede costituitasi altrove, ma
fede non saranno mai considerate un semplice è il luogo stesso del suo darsi e del suo dirsi.
apprendimento dottrinale, ma sempre l'espres- Di conseguenza, la cura per la qualità del
sione di una confessione comunitaria. Pur es- canto e l'attenzione alle forme musicali non co-
sendo pronunciate in prima persona (lo credo in) stituiscono un ritorno al fasto o alla solennità
esse sono qui proclamate durante un'assemblea pre-conciliare, ma il modo concreto perché il
liturgica, sono la voce di una sola chiesa, l'e- mistero giunga ad una sua più autentica ma-
spressione di fede di un popolo radunato da un nifestazione.
unico Signore: Un solo Signore, una sola fede, un Troppo spesso la fede è stata confusa con l'a-
solo battesimo (Ef 4,5). desione ad una dottrina, dimenticando la sua
Tutta la celebrazione eucaristica costituisce il carnalita, la sua capacità di assumere una na-
luogo fontale in cui la Chiesa celebra e testimo- tura sonora. È semplicemente accaduto - affer-
nia la propria fede: Lo riconobbero allo spezzare del ma Hameline - «che ci siamo dimenticati dello
pane (Lc 24,13-35). Qui, infatti, si rinnova quel spessore del suono (e dunque dell'udire) nella
dono che Dio non si stanca mai di offrire con catena della fede» (J. Hameline, L'accordo rituale,
p. 188). «Che Dio sia cantabile, la fede lo scopre bocca, il cuore e l'intelligenza del singolo cantore
esercitandosi nella cantabilità di Dio . Orbene, è nel corpo sonoro della Chiesa. ((11 canto liturgico
proprio della fede assumersi la responsabilità coinvolge nell'esperienza della fede non solo il
di lavorare incessantemente all a propria man i- pensiero, ma anche il gusto, l'affetto, la sensibi-
festazione: esplorare il giardino segreto o pub- lità. Permette cioè che tutto l'uomo sia coinvolto
blico dove si nascondono i suoi più cari tesori, nell 'atto di fede. Liturgia e musica realizzano il
incastonarvi poemi , abbandonandosi all'incanto gareggiare insieme nell 'atto di fede di certezza e
della fedeltà e della speranza» (Id., p. 187). Per dolcezza: si tratta di un intrigo pertinente. Con -
questo, in Musicam sacram il concetto stesso di tro la tenaglia dellogocentrismo, il rito non lascia
solennità muta radicalmente il suo significato la parola senza voce e suono, anzi spingendo la
(cfr. MS 12). La sacralità del canto, infatti, non parola verso la forma sonora, custodisce la qualità
è data dalla scelta di forme musicali fastose o non solo di sapienza, ma anche di potenza della
auliche, ma sgorga dall'accordo pieno e unanime parola stessa. 11 canto, in un certo senso, salva-
della voce della Chiesa . Come ci ricorda s. Ambro- guarda la natura liturgica dell a parola» (G . Bu-
gio: fidei canora confessio, raccordando insieme la sani, introduzione Notiziario CE1, maggio 2004) ~
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Tutti : Credo.
Celebrante: Credete in Gesù Cristo, suo unico Figlio, nostro Signore, che nacque da Maria vergine,
morÌ e fu sepolto, è risuscitato dai morti e siede alla destra del Padre?
Tutti: Credo.
Celebrante: Credete nello Spirito Santo, la santa Chiesa cattolica, la comunione dei santi,
la remissione dei peccati, la risurrezione della carne e la vita eterna?
Tutti: Credo.
16 F R U l ~ ARMONIA o I v O C I
Vogliamo vedere Gesù T e M: Antonio Pacetta
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lo abbiamo contemplato presente fra noi. l'um anità dormiente si sveglia con te.
Vogliamo annunciare Gesù, il Verbo di Dio fra noi: Sia gloria a dio nei cieli e pace quaggiù sulla terra.
la luce che illumina l'uomo risplenda sul nostro cammino. Risuona il lieto annuncio "è nato p er voi il Salvatore".
2. Elevo a te, Signore, lo spirito mio, 8. Onore lode e gloria al nostro Redentore.
Dio mio, in te confido, io spero in te. Nei cieli e sulla terra il suo poter.
Vediamo i segni, Gesù, la tua venuta è vicina, Apritevi, o porte eterne, avanzi il Re della gloria.
vegliamo e preghiamo perché l'aurora ci colga in attesa. O luce e splendore del Padre, Parola del Dio vive nte.
3. Gerusa lemme, sorgi e guarda verso oriente, 9. Pastori, non temete: gran gioia ci sarà:
ritornano a te i tuoi figli esultanti. vi è nato un Salvatore, il Cristo Signor.
Apriamo la strada a Gesù: il tempo del pianto è finito. Tu sei la speranza, Gesù; rovesci i potenti dai troni,
Torniamo nel giubilo a te che sei la salvezza di Dio. i poveri innalzi a Te per farli eredi del Regno.
4. Rallegrati , Israele, ti salva il Signore, IO. Ven ivano da Oriente, cercando verità.
dimentica i peccati , gio isce per te. La stella li guidava, trovarono il Re.
Rallegrati popolo mio perché il Signore è vicino: Vogliamo vedere Gesù, un bimbo ci è stato donato.
ai poveri tu porterai il lieto annuncio di pace. Prostrati adoriamo il Re, il Figlio di Dio che è nato.
5. Maria, sarai madre del Salvatore, Il. Due vecchi nel tempio attendono Gesù:
prescelta dal Signore, beata sei tu. la stori a di Israele si compie in lui.
A vrò nel mio grembo Gesù, io sono la serva di Dio. Abbiamo veduto Gesù, salvezza per l'uomo che attende,
Si compia la tua volontà, il tuo progetto d'amore. la luce che illumina il mondo, la gloria del popolo suo.
6. Giuseppe, non temere di prendere Maria: 12. Giovanni lo ha indicato presente in mezzo a noi ,
in lei è generato il "Dio con noi" . l'Agnello di Dio: " Andate con lui " .
Sarò il tuo custode, Gesù, mi basta il tuo sorriso. Vogliamo venire con te, Maestro, dov'è la tua casa?
Rinuncio ai miei sogni perché il sogno di Dio si è compiuto. Venite con me e vedrete: "A bbiamo trovato il Messia".
L'esercizio più semplice per acquisire sicurez- nali ancora validi sul piano comunicativo; una
za nell'improwisazione consiste nel seguire una variazione in tempo Adagio può vedere arric-
traccia scritta ; è questo il caso della melodia va- chita l'armonia con !'impiego di seconde, seste
riata, cioè dell'inserimento di note ornamentali o settime artificiali senza preparazione e senza
estemporanee intorno ad una linea di canto; se risoluzione (Gambe). Se si vuole prolungare il
i primi passi sono un semplice aggiungere note tempo di una variazione, che possiamo chiamare
di carattere passando attraverso le note della Narratio o Propositio facendo ricorso alla retorica
melodia, i seguenti devono portare all'abitudine antica unicamente per avere la consapevolezza
di leggere anche possibili varianti armoniche e di come disporre il materiale (Trombe), è possi-
ritmiche; lo studio delle partite del periodo ba- bile all'inizio fare qualche battuta nello stesso
rocco ci dà un'immagine solo incompleta della spirito di ciò che seguirà, senza invadere ciò che
fantasia dei musicisti dell'epoca, la cui arte della sarà la tessitura del tema variato e creando un
variazione si esplicava proprio nel trovare di volta senso di attesa, per esempio improwisando sul-
in volta aspetti nuovi e impensati a melodie note la dominante della tonalità di impianto (Exor-
a tutti. dium); dopo la variazione è possibile prolungare
Gli esempi che seguono vogliono illustrare al- il preludio inserendo un pedale sulla dominante
cuni principi da tenere presenti quando si co- (o nella tonalità relativa) o movimenti del basso
mincia a vedere un canto in modo diverso dal intorno alla dominante per creare delle frasi al-
semplice seguito di note scritte; l'armonia vi è ternative, avendo cura di cambiare registro o di
rispettata scrupolosamente e le variazioni sono usare il registro in zone della tastiera differenti
solo nella voce messa in evidenza dal registro or- da quelle impiegate in precedenza (Confutatio);
ganistico; alla fine è posto un esempio di come la lunghezza di tali frasi è libera e deve crea-
si può mutare la disposizione armonica per cer- re diversivi rispetto alla melodia principale. Una
care soluzioni differenti (Alia modo); la scelta del semplice estensione cadenziale può amplificare il
suono è quella che detta lo statuto dell'atteg- piccolo brano, creando una conclusione appro-
giamento espressivo, secondo stilemi tradizio- priata al momento liturgico (Conc/usio)JI
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Nuove rubriche
Nuove armonizzazioni
Ampliamento dell'organico strumentale
Allargamento dei collaboratori
Taglio più pastorale
* gli mp3 delle registrazionI sono scancabili dal Sito www.eJ1edici.org
nella sezione riviste/Armonia di Voci
PROGRAMMA 2 O1 2
C) Cantare la Fede
ISBN 978-88-01-05298-5
Corso Francia, 214 10098 CASCINE VICA· TO Tel. (+39) 011.95.52.111 Fax (+39) 011.95.74.048 € 11,00
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PROPOSTA DI MUSICA PER LA LITURGIA
O TTOBRE N OVEMBRE D IC E MBR E 2012 ANNO 66
DIRETTORE
Alessandro Ruo Rui
CANTARE LA FEDE
HANNO COLLABORATO 1N QUESTO NUMERO
A I 4 NUMERI 3 PRESENTAZIONE
La casa della Parola: l'assemblea liturgica
DEL 2012 : di Anna Morena Baldacci l
Anna Morena Baldacci, Paolo Bersano, Claudio
Burgio, Davide Cantino, Fausto Caporali,
Giuseppe Gai, Claudio Ghione, Domenico 6 Salmo 117 - Alleluia. Rendete grazie al Signore
Machetta, Fabio Massimillo, Angelo Mazza, T: Liturgia
Francesco Meneghello, Antonio Pacetta, Maurizio M: Giuseppe Gai
Palazzo, Massimo Palombella, Benito Regis,
Emanuele Spagnolo. 10 Salmo 29 - Ti esalterò, Signore
T: Liturgia
© 2013 Espressione Edizioni Musicali M: Alessandra Ruo Rui
Tutti i diritti riservati.
13 Salmo 99 - Noi siamo il suo popolo
Amministrazione e Commerciale: T: Liturgia
Editrice ELLEDICI, Corso Francia, 333/3 M: Giuseppe Gai
lO 142 Torino
16 Salmo 144 - Benedirò il tuo nome per sempre
Ufficio abbonamenti : T: Liturgia
Tel. 011.95.52.164/165 - fax 011.95.74.048 M: Giuseppe Gai
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IN QUESTO NUMERO
Alessandro Ruo Rui
opportunamente cantato in altri momenti della 11 Salmo 29 (lll Domenica di Pasqua C) uti-
stessa celebrazione. lizza due corde espressive : armonie dissonanti
Un supporto agli animatori liturgici è venuto per sostenere la memoria dell'affanno vissuto e
dalla pubblicazione di raccolte complete di salmi l'invocazione; soluzioni più scandite, a due voci
per le domeniche e le feste. Qui citiamo innan- (ma anche una sola voce è sufficiente se l'organo
zitutto il fascicolo "11 canto del salmo respon- sostiene) per le espressioni di giubilo.
soriale della domenica" edito da LDC, a cura di 11 Salmo 99 (IV Domenica di Pasqua C), dopo
Dusan Stefani, nel 1997 dopo una pluriennale due strofe cantillate, propone una terza strofa
sperimentazione cui corrispose l'utilizzo di circa "cantata" a sottolineare il motivo della fiducia
180 antifone sul diffusissimo foglio "La Domeni- nella misericordia divina. 11 ritornello è propo-
ca" delle Edizioni Paoline. Questa pubblicazione sto in due versioni polifoniche che possono dare
è stata recentemente aggiornata e riedita, a cura un bel rilievo alla conclusione; quella a 2 voci è
di Adriano Manente e Maurizio Palazzo, con un veramente alla portata di ogni gruppo parroc-
approfondito lavoro per formulare nuove antifo- chiale.
ne ove richiesto dal Nuovo Lezionario Festivo. l 11 Salmo 144 (V Domenica Pasqua C) è una
ritornelli, mai banali, sono liberamente abbinabili interessante riproposizione del notissimo Alleluia
ad un ampio catalogo di moduli. Le acclamazioni O fi/ii et filiae. 11 testo alternativo dell'antifona
delle festività principali sono anche elaborate per "Benedirò il tuo nome per sempre, Signore" è
un'eventuale esecuzione polifonica. A tale fasci- cantabile sulle stesse note (nella registrazione on
colo rimandiamo anche per una divulgativa trat- line si sono scelte entrambe le soluzioni, per dare
tazione su aspetti biblici e molti dettagli tecnici. l'idea). Interessante lo sviluppo della terza stro-
Ma veniamo allora a descrivere quale tipo di fa, a richiamare il tema principale. La versione
proposta troveremo in questo ultimo fascicolo polifonica dell'Alleluia e la sua più impegnativa
2012 di Armonia di Voci. Si è voluto offrire un coda ad libitum possono costituire, oltre che la
materiale che, nel rispetto delle linee preceden- conclusione dello stesso salmo, una efficace ac-
temente descritte, offrisse prospettive di appro- clamazione al Vangelo.
fondimento su qualche aspetto. Innanzitutto sul 11 Salmo 66 (VI Domenica di Pasqua C) è,
trattamento del testo : la distinzione - che molti come gli altri , un testo presente in varie Solen-
semplici moduli non possono evidenziare - tra nità e domeniche. I mezzi sono assai semplici:
forme litaniche ed esortazione al popolo, tra in- nelle strofe si combinano variamente solo due
vocazione diretta e riflessiva, tra espressioni ora moduli. 11 discanto, facoltativo, può essere af-
gioiose e fiduciose ed ora tristi e supplicanti, è af- fidato ad una voce femminile acuta o ad uno
fidata ad invenzioni musicali pensate ad hoc, sen- strumento, purché sia decisamente in secondo
za tuttavia stravolgere il senso unitario del brano. piano rispetto al salmista.
Vi è poi il tentativo di dare ad ogni salmo qualche L'Angolo dell'organista presenta ancora una
arricchimento musicale che valorizzi il ministero sontuosa lezione del Maestro Fausto Caporali. Se
del coro e dell'organista, in ciò suggerendo so- già potevano sembrare impegnative le strade su
luzioni che il musicista esperto saprà riproporre cui venivamo condotti negli scorsi numeri, ora
anche su altri materiali. Infine, per dare un senso l'argomento parrà eccessivamente ambizioso per
unitario alla proposta, si sono scelti i salmi delle molti organisti. Tuttavia la proposta di lavorare
cinque domeniche successive alla Pasqua, secon- sui modi di Messiaen è di straordinario arricchi-
do il Lezionario del corrente Anno C. 11 Tempo mento anche per lo strumentista di livello medio
Pasquale è il più festoso e spesso, in molte diocesi e la gradual ità degli esercizi proposti è veramen-
e parrocchie, è periodo privilegiato per celebrazio- te invog liante.
ni solenni, convegni, ordinazioni, amministrazio- La rubrica Sperimentando e l'Elaborazione
ne dei sacramenti: buon motivo per solennizzare polifonica del Repertorio completano il denso
anche il Salmo responsoriale. percorso editoriale dell'anno 2012. Ringraziamo
11 Salmo 117 è qui proposto con un testo che i nostri lettori per averci seguiti fedelmente. Ci
opera una sintesi tra il Lezionario della Veglia Pa- auguriamo che le novità introdotte nell'anno
squale e l'Ottava di Pasqua negli anni A, B e C. 11 che si è concluso siano risultate gradite agli ani-
ritornello, come nella Veglia, propone unicamen- matori musicali della liturgia e confidiamo che il
te l'Alleluia, cosicché l'antifona viene inserita nel nostro modesto contributo alla formazione ed al
trattamento litanico riservato alla prima strofa. repertorio trovi sempre maggior diffusione JI
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PRESENTAZIONE
Ci sono parole vuote e parole autentiche, pa- Ogni parola, tuttavia, domanda un interI 0-
role che nutrono e parole che "schiamazzano", cutore, attende una risposta, vive e si alimenta
parole false e parole vere; le parole possono avere della voce dell 'a ltro. Nel libro della Genesi , Dio
tanti volti! Nel nostro tempo, le parole si molti- stesso ama intrattenersi con l'uomo e la don-
plicano, si soffocano a vicenda, si contraddicono; na passeggiando nel giardino (Gn 3,8); Abra-
siamo così assuefatti al rumore delle parole che, mo riceve la promessa della nascita di un figlio
ormai, non ci ispirano più alcuna fiducia . Eppure, dialogando con i tre misteriosi viandanti (Gn
da sempre, esse costituiscono quello strumento 18,1-16), Mosè disputa con Dio nella teofania
unico e indispensabile attraverso cui realizzare la del roveto (Es 3, 7-4,9), Maria di Nazareth ge-
comunicazione. La parola umana ha una sua ori- nera il Verbo accogliendo l'annuncio dell'angelo
ginalità: veicola il pensiero, crea relazione, sostie- Gabriele (Lc 1,26). Sin dall'inizio, infatti, a Dio
ne e accompagna l'azione, dà voce ai sentimenti è piaciuto rivelarsi, e in diversi modi egli ha par-
più profondi del cuore e ai pensieri della mente. lato agli uomini come ad amici (Es 33,11; Gv
L'uso della parola costituisce uno degli elementi 15,14-15), intrattenendosi con essi (Bar 3,38)
distintivi della persona umana, partecipazione di per invitarli alla comunion e con sé (DV 2).
quello stesso soffio di vita che sin dall'origine ha
creato ogni cosa (Gen 1,3). L'uomo ha perso fidu- Questa condiscendenza di Dio si compie in
cia nella parola; Dio, al contrario, vi ha consegna- modo sorprendente nell'incarnazione del Verbo:
to tutto se stesso. la Parola eterna, che rivela se stessa nella creazio-
ne e si è comunicata in molti modi nella storia
Nella Bibbia la Parola è creatrice e ogni vi- della salvezza, si rivela ora in un uomo (Gal 4,4).
vente viene alla luce rispondendo alla voce divi-
na che la chiama per nome: «Egli parlò e tutto La Parola divina si esprime in parole umane.
fu creato, comandò e tutto fu compiuto» (Sal Dio, infatti, si è fidato a tal punto della parola
33,9). Al suono della sua voce la luce si sepa- da nascondersi in essa per farne la sua dimora ((11
ra dalle tenebre, le acque dalla terra, le piante Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo
e gli animali popolano la terra, le stelle e gli a noi» Gv 1,14).
astri brillano in cielo. In ogni essere creato Dio
lascia una traccia della sua voce che, come un La tradizione patristica descrive questa "cristo-
sentiero, conduce l'uomo al suo Creatore. Tutta logia della Parola " con una metafora suggestiva:
la creazione, infatti, è simile ad un grande libro la parola imm ensa della creazione si è come ab-
(Sal 19,2) attraverso cui, a tutti, è dato di poter breviata, fino ad addensarsi in un unico suono,
scorgere la bell ezza del volto di Dio, per corri- Gesù, il Figlio di Dio, fatto uomo per noi. Come
spondere al suo volere e glorificare il suo Nome dice Origene, «Dio ha reso breve la sua Parola,
(Sa p 13,5; Rm 1, 19-20). l'ha abbreviata [... ]. 11 Figlio stesso è la Parola, è
ARMONIA o I v O C I 3
PRESENTAZIONE
il Logos: la Parola eterna si è fatta piccola, così Santo, tutta la Celebrazione Eucaristica diventa
piccola da entrare in una mangiatoia. Si è fatta così una continua, piena ed efficace proclamazio-
bambino, affinché la Parola diventasse per noi ne della Parola d Dio (lntr. al Lezionario 4).
afferrabile». Adesso la parola non è solo udibile;
ora la Parola ha un volto, che dunque possiamo La liturgia della Parola intesse un dialogo
vedere: Gesù di Nazareth (Verbum Domini 12). fatto di parole ascoltate e risposte date, di si-
lenzi di accoglienza e di acclamazioni di gioia.
La Parola è il luogo in cui Dio stesso ha scel- Attraverso questo mistico scambio, Dio si rive-
to di dimorare, in cui egli si rivela e si lascia la e noi riceviamo in dono un sentiero per la
incontrare; per questo, il recupero dell'impor- vita. Infatti, la Parola di Dio è viva ed efficace e
tanza della Parola di Dio nella vita della Chiesa mentre parla a tutti, sussurra nel cuore di cia-
è stato uno dei perni fondamentali del Concilio scuno, favorendo l'unità e nello stesso tempo
Vaticano 11: rispondendo alle domande inespresse più per-
sonali (lntroduzione al lezionario 9). Questo
«La Chiesa ha sempre venerato le Divine Scrittu- evento dialogico, per essere celebrato, invoca
re come lo stesso Corpo del Signore, non trala- un luogo, un tempo, un ministro, un libro, una
sciando mai, massimamente nella Santa Litur- gestualità.
gia, di prendere e porgere ai fedeli il pane della
vita dalla mensa così della Parola di Dio come La Costituzione Conciliare ci ricorda che
del Corpo di Cristo [... ]. Nei libri sacri il Padre quando nella celebrazione si proclamano le Sacre
che è nei Cieli viene incontro ai suoi figli amo- Scritture, è Dio stesso che parla ((È Lui che parla
revolissimamente e discorre con loro; e nella quando nella Chiesa si legge la sacra Scrittura»
parola di Dio c'è tanta potenza ed efficacia da Sacrosanctum Concilium 7). Questa presenza di
farsi sostegno e vigore alla Chiesa, fermezza di Dio nella Parola proclamata ha dato forma a tut-
fede, cibo dell'anima, sorgente pura e perenne ta la liturgia della Parola (l 'alternanza tra Parola
di via spirituale, ai figli della Chiesa» (DV 21). proclamata e risposta cantata, tra lettura e pre-
ghiera), ha generato una ritualità (processione,
La Parola di Dio, come ogni altra parola , ha incensazione, bacio), ha domandato uno spazio
bisogno di una voce che la pronunci e di un adeguato (ambone), ha richiesto un oggetto (le-
orecchio che la ascolti. Per questo l'assemblea zionario, evangeliario) ha necessità di una voce
liturgica costituisce la prima casa della Parola, che possa dargli carne (il lettore) .
il luogo privilegiato in cui Dio fa risuonare la
sua voce, si rende presente nella nostra vita e La Parola di Dio proclamata nell'assemblea li-
parla oggi al suo popolo, che ascolta e risponde turgica si rende percepibile alla fede attraverso il
(Verbum Domini 52). La Liturgia della Parola "segno" di parole e gesti umani, poiché Cristo si
costituisce il primo incontro con Dio: Egli si rende realmente presente nella Parola proclama-
rivolge a noi e sempre attende una risposta «la ta così come nelle specie eucaristiche (Verbum
quale è un ascolto e un'adorazione in "Spirito Domini 56). Per questo occorre prestare la massi-
e Verità" (Gv 4,23)>> (Introduzione al Lezionario ma cura a tutti quei segni che rendono tangibile
6). La responsorialit6 alla Parola di Dio ascoltata questa presenza: il lettore, il libro, l'ambone, i
nasce da un orecchio attento, crea fecondità in gesti, l'ascolto, il canto e le risposte previste dal
un cuore docile e germoglia sulle labbra: essa, rito, il rispetto dei tempi di silenzio. 11 dialogo li-
come la pioggia e la neve, scende giù dal cielo turgico tra Dio e il suo popolo, infatti, non sfug-
(ls 55,10-11), "fora" il nostro orecchio (SI 40,7), ge alle condizioni dell'umana comunicazione.
spezza la durezza del cuore e, infine, fecon-
da e fiorisce nella lode, nel rendimento di gra- A questo scopo, un ruolo particolare è riser-
zie, nella supplica. Per la potenza dello Spirito vato al salmo responsoriale. Esso ha lo scopo di
4 <; TA \ r ER I I l G ARMONIA D v O C I
~
PRESENTAZIONE
Anna Morena Baldacci
dare voce al popolo di Dio e di rispondere alla e spirituale. Come ci ricorda il lezionario stesso:
parola ascoltata con le parole stesse di Dio (OLM «11 canto del salmo o anche del solo ritornello è
19). 1 salmi responsoriali, infatti, richiedono di un mezzo assai efficace per approfondire il senso
essere eseguiti in canto (OLM 20) e costituiscono spirituale del salmo stesso e favorirne la medi-
il primo gesto di accoglienza e di risposta alla tazione» (OLM 21). A questo scopo, i ritornelli
parola ascoltata. La chiesa, nel corso dei tempi, proposti nei Lezionari costituiscono solo un sug-
ha elaborato un articolato criterio di scelta e di gerimento e un invito a custodire la funzione re-
concordanza tematica con le letture proclamate sponsoriale del salmo e non escludono la varietà
tanto da costituire un ricco patrimonio musicale e molteplicità dei modi e delle forme musicali J'
Partitura organistica
per accompagnare
i ritornelli ai Salmi
di tutte le domeniche,
feste e Solennità.
In quattro pagine
allegate,
sttS~~ si trovano
per il CICLO LITURGICO A-B-C 27 moduli salmici,
e altre solennità "Domenicali" per il canto del testo
o curo di Adriono Morente e Mouriz
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pO/oOo del Salmo.
Caratteristiche
del sussidio sono
una cantabilità facile e
popolare, l'aderenza
part di accompagnamento per organood .. delle melodie
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itura dei Ritomelli e dei Moduli .. Im '"
con la musica
alla natura dei testi ,
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l'elaborazione
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Veglia Pasquale e Ottava di Pasqua M: Giuseppe Gai
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1. Misericordioso e pietoso è il Si - gno - re, lento all ' ira e grande nel-l'a - mo-re.
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~AR"ONIA D I v O C I 19
SALMO 66 -Ti lodino i popoli, o Dio
VI Domenica di Pasqua - Anno C T: Liturgia
M: Alessandro Ruo Rui
Vivace
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ARMONIA o I v O C I 21
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22 ARMONIA D I v O r I
l'ANGOLO
Fausto Caporali
DEll'ORGANISTA
Un tipo di improwisazione moderna che non Gli esempi che seguono mostrano le tappe da
si limiti a semplici effetti sonori può basarsi seguire per ottenere una progressiva padronanza
sull'impiego dei cosiddetti modi d i Messiaen; in dei modi e per poi poterli utilizzare nell a Liturgia;
sostanza è il ricorso ad alcune scale che com- per brevità si fa riferimento a una sola scala delle
prendono i suoni derivati dalla successione or- 3 possibili del modo 11 di Messiaen. Si inizia con lo
dinata degli armonici di una nota fondamenta- studio degli accordi, quindi si acquista familiarità
le; la disposizione dei gradi è tale che si ha una con la scala inventando melodie, poi si sovrap-
sequenza di Tono/Tono/Semitono per 4 volte e pongono 2 voci, 3 voci, melodie con accordi, infi-
come tale è definita in ambiti jazzisti dove l'uso ne si usa il modo come contorno ad una melodia
è assai frequente; tali scale generano una serie liturgica.
limitata di accordi che possono essere sia con- Quando si sovrappone una melodia liturgica
sonanti in senso tradizionale sia arricchiti fino tonale ai modi in un commento organistico bi-
ad assumere densità più dissonanti. sogna osservare delle precauzioni per attenuare
11 carattere sistematico e limitato del modo urti armonici inevitabili : per esempio gli accordi
fa sì che il suo uso sia relativamente semplice, modali devono essere suonati piano o pianissimo
mentre la sua origine per così dire, naturale, sotto il canto, oppure le tessiture devono essere
offre una successione armonica orecchiabi le e distanti fra loro, oppure le note lente del canto
suggestiva. devono essere sovrapposte a note molto veloci nei
La pratica dimostra che quando si improwisa modi; se in improwisazioni di breve durata l'uso
in un dato modo non si incontrano mai delle di un modo presenta sicura efficacia, in improwi-
dissonanze eccessive e che il controllo dei para - sazioni più lunghe è bene alternare diverse scale
metri risulta perfettamente razionale. di riferimento per creare maggiore varietàJ'
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ARMONIA o I v O C I 23
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Fausto Caporali
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24 ARMONIA D I v O C I
VFausto Caporali
l'ANGOLO DELL'ORGANISTA
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ARMONIA o I v O C I 27
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28 ~ARMONIA o I v O C I
E L ABORAZIONE POLIFONICA
T: Liturgia
M: Zappalà-Mancuso
DE L REPERTORIO NAZIONALE
Elab. : Francesco Meneghello
Santo
11 Santo di cui proponiamo l'elaborazione non semplici ed efficaci elaborazioni organistiche che
è inserito nel Repertorio Nazionale, ma è sicu- ne hanno ulteriormente facilitato la diffusione.
ram ente tra i più noti nelle parrocchie italiane. Così, in quarant'anni, il brano ha retto pure
Conosciuto anche come "il Santo del Gen Ros- l'insidiosa prova della frequente esecuzione sen-
so " apparve in una raccolta (Noi ven iamo a te, za accompagnamento che ne ha generalmente
del 1972) in cui il noto complesso si dedicava rispettato le linee, salvo la perdita degli abbel-
espressamente alla liturgia. limenti originali e qualche imprecisione ritmica .
In origine presentava limitatissime aperture L'elaborazione di Francesco Meneghello può
polifoniche e alcune fioriture nell'Osanna che dare qualche buona soddisfazione ai cori polifo-
andarono poi perse nel frequente utilizzo popo- nici, senza però disorientare l'esecuzione dell'as-
lare. La notorietà del brano, entrato nel reperto- semblea che viene, anzi, facilitata nel rispettare
rio de La casa del Padre nel 1985, è stata favo- le proporzioni musicali.
rita anche dalla semplicità delle figure musica li 11 tessuto della struttura corale è efficace anche
che non necessita di un apparato ritmico e dalle per una eventuale esecuzione a voci scoperte;'
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ARMONIA o I v O C I 31
ELABORAZIONE POLIFONICA
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