Galileo Galilei - Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo
SALV. Ora, perché è tempo di por fine a i nostri discor-
si, mi resta a pregarvi, che se nel riandar piú posata- mente le cose da me arrecate incontraste delle diffi- cultà o dubbii non ben resoluti, scusiate il mio difetto, sí per la novità del pensiero, sí per la debolez- za del mio ingegno, sí per la grandezza del suggetto, e sí finalmente perché io non pretendo né ho preteso da altri quell’assenso ch’io medesimo non presto a questa fantasia, la quale molto agevolmente potrei ammetter per una vanissima chimera e per un solen- nissimo paradosso: e voi, signor Sagredo, se ben ne i discorsi avuti avete molte volte con grand’applauso mostrato di rimaner appagato d’alcuno de’ miei pen- sieri, ciò stimo io che sia provenuto, in parte, piú dal- la novità che dalla certezza di quelli, ma piú assai dal- la vostra cortesia, che ha creduto e voluto co ’l suo assenso arrecarmi quel gusto che naturalmente soglia- mo prendere dall’approvazione e laude delle cose proprie. E come a voi mi ha obbligato la vostra genti- lezza, cosí m’è piaciuta l’ingenuità del signor Simpli- cio; anzi la sua costanza nel sostener con tanta forza e tanto intrepidamente la dottrina del suo maestro, me gli ha reso affezionatissimo: e come a Vossignoria, si- gnor Sagredo, rendo grazie del cortesissimo affetto, cosí al signor Simplicio chieggio perdono se tal volta co ’l mio troppo ardito e resoluto parlare l’ho altera- to, e sia certo che ciò non ho io fatto mosso da sini- stro affetto, ma solo per dargli maggior occasione di portar in mezo pensieri alti, onde io potessi rendermi piú scienziato. SIMP. Non occorre che voi arrechiate queste scuse, che son superflue, e massime a me, che, sendo consueto a ritrovarmi tra circoli e pubbliche dispute, ho cento volte sentito i disputanti non solamente riscaldarsi e tra di loro alterarsi ma prorompere ancora in parole ingiuriose, e talora trascorrere assai vicini al venire a i
Letteratura italiana Einaudi 597
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fatti. Quanto poi a i discorsi avuti, ed in particolare in
quest’ultimo intorno alla ragione del flusso e reflusso del mare, io veramente non ne resto interamente ca- pace; ma per quella qual si sia assai tenue idea che me ne son formata, confesso, il vostro pensiero parermi bene piú ingegnoso di quanti altri io me n’abbia senti- ti, ma non però lo stimo verace e concludente: anzi, ritenendo sempre avanti a gli occhi della mente una saldissima dottrina, che già da persona dottissima ed eminentissima appresi ed alla quale è forza quietarsi, so che amendue voi, interrogati se Iddio con la Sua infinita potenza e sapienza poteva conferire all’ele- mento dell’acqua il reciproco movimento, che in esso scorgiamo, in altro modo che co ’l far muovere il vaso contenente, so, dico, che risponderete, avere egli po- tuto e saputo ciò fare in molti modi, ed anco dall’in- telletto nostro inescogitabili. Onde io immediatamen- te vi concludo che, stante questo, soverchia arditezza sarebbe se altri volesse limitare e coartare la divina potenza e sapienza ad una sua fantasia particolare. SALV. Mirabile e veramente angelica dottrina: alla qua- le molto concordemente risponde quell’altra, pur di- vina, la quale, mentre ci concede il disputare intorno alla costituzione del mondo, ci soggiugne (forse acciò che l’esercizio delle menti umane non si tronchi o an- neghittisca) che non siamo per ritrovare l’opera fab- bricata dalle Sue mani. Vaglia dunque l’esercizio per- messoci ed ordinatoci da Dio per riconoscere e tanto maggiormente ammirare la grandeza Sua, quanto me- no ci troviamo idonei a penetrare i profondi abissi della Sua infinita sapienza. SAGR. E questa potrà esser l’ultima chiusa de i nostri ragionamenti quatriduani: dopo i quali se piacerà al signor Salviati prendersi qualche intervallo di riposo, conviene che dalla nostra curiosità gli sia conceduto, con condizione però che, quando gli sia meno inco-
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modo, torni a sodisfare al desiderio, in particolare
mio, circa i problemi lasciati indietro, e da me regi- strati per proporgli in una o due altre sessioni, conforme al convenuto; e sopra tutto starò con estre- ma avidità aspettando di sentire gli elementi della nuova scienza del nostro Accademico intorno a i moti locali, naturale e violento. Ed in tanto potremo, se- condo il solito, andare a gustare per un’ora de’ nostri freschi nella gondola che ci aspetta.