Sei sulla pagina 1di 3

Hinanui è un arcipelago situato ad ovest del continente.

Non ha mai ospitato alcuna civiltà umana sino


all’arrivo di coloni provenienti dalle coste sud del continente in epoca remota. Di fatto l’apparizione dei
primi insediamenti sulle isole corrisponde a quello stesso periodo. Col progredire del tempo e l’affermarsi
del popolo degli Hinatea, i diretti discendenti dei primi a mettere piede sull’isola, Hinanui inizia ad assumere
sempre più l’aspetto di un paese ricco e prospero. Il popolo abitante è rinomato per la propria maestria in
mare, tanto che la pesca e il commercio ittico sono diventate fonti di sostentamento per l’intero arcipelago.
Ad Hinanui vige la monarchia della famiglia reale dei Matahi, residente nella capitale, l’isola di Hinahoa.
Seppur non sia la più grande tra le isole, Hinahoa riveste un ruolo primario nel mantenimento dell’armonia
dell’intera Hinanui, dapprima ospitando la reggia reale e i giardini di alabastro, orgoglio dei Matahi, poi il
santuario alla vestale della luna Hina, nonché il suo sepolcro e gli 8 fari d’alabastro dedicati al culto del dio
abissale.

Ben poco si sa sulle origini effettive dell’agglomerato di isole nominato in onore della vestale della luna
Hina, il cui sacrificio placò la furia del dio Arixmethes, Kraken degli abissi, responsabile della emersione
delle numerose isole che hanno poi composto l’arcipelago. Scontento della poca riconoscenza espressa dai
primi individui insidiatisi sull’isola, Arixmethes minacciò di trascinare con sé negli abissi l’intero arcipelago,
ma la sua rabbia venne quietata dalla giovane sacerdotessa Hina che convinse il dio a risparmiare il suo
popolo facendosi portare nel suo antro sottomarino. Sempre secondo il mito, dal sacrificio della vestale e
dalla sua scomparsa assieme ad Arixmethes vennero eretti in tutto l’arcipelago simulacri, fari e santuari in
onore della ragazza tanto amata dalla luna e del magnanimo Kraken, sia come simbolo di adorazione sia
come monito a non dimenticare le origini dell’arcipelago. Si crede che gli stessi Matahi fossero
consanguinei di Hina, e che smossi dal gesto del loro parente si caricarono sulle spalle il destino di tutta
Hinanui e del loro popolo.

L’arcipelago presenta molti promontori vulcanici, ma sono passati secoli ormai dallo spegnimento
dell’ultimo vuclano, ed il popolo degli Hinatea si è ingegnata per poter sfruttare anche quel poco di terra
coltivabile per la crescita di viti e piantagioni di ulivi.

Iroa è l’isola più grande dell’arcipelago, nonché base della flotta militare di Hinanui. Benché l’arcipelago
abbia da sempre vissuto in buoni rapporti con le maggiori civiltà del continente ha comunque saputo
dimostrare la sua incrollabile determinazione nel mantenere l’egemonia sui mari. Iroa addestra da
generazioni migliaia di giovani tra uomini e donne dispost* a dare la loro vita per il benessere del paese. La
città presenta diverse caserme, innumerevoli campi da tiro e il più attrezzato porto militarizzato tra le isole.

Eterara è la seconda isola più grande dell’arcipelago. Se Iroa minaccia i malintenzionati dal continente di
starsene alla larga dalle ricchezze dell’arcipelago, Eterara accoglie a braccia aperte mercanti e avventori da
ogni dove. Colorata e chiassosa, è la città più cosmopolita di Hinanui. Qui vi si possono merci dal continente
e ogni sorta di buon affare per gli occhi più allenati. Girano voci che nelle viscere di Eterara vi si nasconda
una sorta di villaggio segreto, dedito al mercato nero e alla tratta di oggetti e animali più rari e discutibili del
continente.

Ciascuna delle isole subisce l’autorità dei reali attraverso la presenza di vassalli fedeli alla corona e al re.
Hinanui ancora oggi nutre profondo rispetto per la popolazione dei “nibba” anche per via di un passato
comune che ha posto garantito nel corso degli anni relazioni di aiuto reciproco. Come già menzionato, gli
Hinatea non dimostrano alcun interesse nell’espandersi territorialmente, bensì si concentrano sul
mantenere il controllo delle rotte commerciali dalle mire espansionistiche degli “asiatici”, ormai da anni in
rapporti altalenanti con Hinanui.

Il popolo delle isole è conscio del cambiamento che sta subendo il mondo in cui vivono: il mare inizia a
svuotarsi delle ricchezze che erano soliti pescare, la nutriente terra alle pendici dei vulcani inizia a farsi
sempre più infeconda. Nonostante ciò gli Hinatea non si lasciano demoralizzare e, soprattutto grazie alla
guida dei Matahi e ad un forte senso di appartenenza alle isole, riescono a sopravvivere.
Gwenael è la regione a nord del continente. Prevalentemente montuosa e al limite dell’ospitale è la culla
delle più antiche tradizioni e culti del continente. La popolazione autoctona è quella degli Arven, civiltà
orgogliosa e resiliente. Nel corso dell’ultimo secolo il popolo di Gwenael è stato spettatore di una guerra
civile che si è conclusa con l’abdicazione del Grande Jarl, Tibalt Deirdre, e la scissione degli Arven nelle già
esistenti 5 clan maggiori. A causa dello scetticismo sempre più crescente nell’autorità dello Jarl e del
distacco dalle pratiche antiche, i clan dei Morrigan, dei Carney e dei Bredan fecero scoppiare la scintilla
della rivolta che causò la caduta del clan sovrano dei Deirdre. Ne conseguì la migrazione dei 3 clan alleati
alle pendici della montagna, nelle zone a confine con i paesi centrali. Benché i popoli centrali fossero ben
disposti a intrecciare nuove relazioni con gente che fino ad allora non era mai scesa dalle montagne, si
accorsero che la loro buona volontà era stata mal riposta una volta che il clan dei Carney spalleggiato da
quello dei Bredan fece razzie dei villaggi ai piedi della collina. I Morrigan, d’altro canto, avevano ben altre
intenzioni: intrattenersi in rapporti di scambio con la civiltà dei Nibba e successivamente con quella degli
Hinatea, dopo averne compreso la necessità.

I Morrigan scelsero come propria dimora le coste a Nord Ovest del continente, costruendo dapprima
insediamenti, poi veri e propri villaggi e centri di scambio in riva al grande mare, così da permettersi un
flusso costante di merce dai popoli delle isole e da quelli del sud. Dalla crescita di più villaggi nacque Tadus,
città simbolo del clan, patria di artigiani del legno, ormai specializzatisi nella carpenteria. I Morrigan sono
ben consapevoli del cambiamento che sta subendo il mondo, ma al contempo affrontano problemi inerenti
allo sviluppo di una comunità fiorente e quindi tendono a posticipare l’argomento.

I Carney una volta scesi dalle montagne misero a ferro e fuoco i centri abitati dalle comunità del centro
nord. Capirono che non era ancora il caso di inimicarsi i grandi paesi situati al centro del continente e
placarono la loro brama di saccheggio alle terre di Brern, dove piantarono l’ascia per dedicarsi ad una vita
di caccia e allevamento. I Carney restano tra i clan più bellicosi tra gli Arven e a causa di ciò non hanno
rapporti di alcun tipo con le altre civiltà, tanto da non essere consapevoli del problema in cui versa il
mondo. Attraverso i Morrigan tentano di avvicinarsi alle civiltà oltre mare, per trafficare i propri prodotti,
come pelli e armi da caccia.

I Bredan, una volta saziata la loro brama di razzia, scelsero di spostarsi ad Est rispetto ai clan fratelli.
Optarono anch’essi per una via più diplomatica, tentando di lasciarsi alle spalle la crudeltà e la violenza
inasprite dal gelo della montagna e si applicarono nell’agricoltura e nell’allevamento. Grazie ai loro sforzi
congiunti a quello delle popolazioni locali nacque Dwyn, ridente cittadina collinare peculiare per la forte
presenza di mulini a vento e folti prati fioriti. I Bredan sono consapevoli dei cambiamenti che il pianeta sta
subendo, e nonostante non sappiano ancora come affrontarli sono determinati a sopravvivere.

I Deirdre e gli Undvik sono i clan che hanno scelto di restare tra le montagne, non c’è nulla per loro nelle
agiate colline. Dopo che la disgrazia colpì la casata dei Deirdre, i capifamiglia scelsero di partire alla volta dei
boschi così da raggiungere i loro alleati di lunga data, gli Undvik. Sono fortemente influenzati dalle antiche
religioni e dal retaggio della venerazione delle divinità che abitano i boschi, tanto da non addentrarvisi con
leggerezza. I racconti passati di generazione in generazione sono pieni di fate e fuochi fatui, di creature
dalle fattezze umane che però bramano la carne mortale. Tra le tante figure però, spicca quella del
Wendigo, custode della foresta e riscossore delle anime di coloro che si perdono tra gli alti e scuri abeti. I 2
clan sono soliti pregare il wendigo affinché conceda loro una caccia proficua. Infatti la loro scarna economia
si basa su tutto ciò che riescono a cacciare e da scarsi esempi di allevamento. Si affidano alla preveggienza
di druidi che fungono da interpretatori del volere della foresta. Benché vivano in aree inospitali ad altezze
considerevoli, sanno che l’equilibrio del mondo si sta irrimediabilmente sbilanciando, grazie soprattutto ai
druidi e alle streghe che abitano i boschi.

Una civiltà con un’organizzazione gerarchica di natura spirituale, con alla guida la loggia degli sciamani.
Venerano gli astri, soprattutto il sole. Società divisa anch’essa in tribù, più coese tra loro, guidate ciascuna
da uno sciamano alto che fa capolino ad un gran maestro sciamano, massima autorità tra i nigga. Le tribù
insediatesi nelle zone più centrali del deserto che hanno sviluppato un senso più artistico tanto da
commerciare vasellame, tappezzeria molto apprezzati dagli asians e sono allevatori di cavalcature esotiche
anch’esse trattate come oggetti di scambio. Le tribù più esterne abitano canyon con insenature ricche di
giacimenti di un minerale malleabile applicabile in ambito militare. Le tecniche di estrazioni e di lavorazione
sono riservate a queste tribù. Disponibili al commercio con chiunque.

Gli asians, caratterizzata da grandi città, centri di scambio e commercio, ad ogni grande città corrisponde
una regione. Il diritto politico è esteso a chiunque tranne che agli schiavi. La tratta degli schiavi è un
commercio interno al paese, gli individuo impiegati nella forza lavoro e nell’esercito sono prettamente
prigionieri di guerra o criminali dello stesso paese. Per ogni regione ci sono un to di distretti, ciascun
distretto elegge il rappresentante di distretto che assieme agli altri nella medesima regione eleggono un
rappresentante regionale che media con le altre regioni. La legge è sacra, il loro sistema sociale si basa sulla
legge di dio scritta sul testo sacro che legittima la sacralità della democrazia. Sono fondamentalismi. La
schiavitù è sancito nel testo sacro

Bonus etnia:
Nigga +2 costituzione, -1 intelligenza
Asiatish +1 intelligenza, +1 carisma, -1 costituzione
Arcipelago +1 saggezza, +1 destrezza, -1 forza
Montagna +1 forza, +1 costituzione, -1 carisma

Musica elettrica angelo


Musica italiana nel mondo
Festival musica dance in oculus rift in hub locati in tutto il mondo

Potrebbero piacerti anche