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DIRITTO PRIVATO
Docente: Alessandro Martini
Col termine obbligazione si indica anche il rapporto che intercorre tra debitore e creditore
che è il rapporto obbligatorio e che ha come contenuto la pretesa di un soggetto alla
prestazione di un altro soggetto.
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- diritti personali, in quanto il contenuto consiste nella pretesa di un soggetto alla
prestazione di un altro soggetto.
Il debitore ed il creditore devono comportarsi secondo le regole della correttezza (art. 1175
c.c.).
La correttezza è
- la buona fede in senso oggettivo che si distingue dalla buona fede in senso soggettivo
che è l’ignoranza di ledere l’altrui diritto nello svolgimento del rapporto obbligatorio;
- una clausola generale, che vale a caratterizzare tutti i comportamenti delle parti nei
rapporti giuridici contrattuali; es.: le trattative (art. 1337 c.c.), l’interpretazione (art. 1366
c.c.) e l’esecuzione del contratto (art. 1375 c.c.).
La possibilità per il creditore di agire per ottenere quanto gli spetta distingue l’obbligazione
in senso tecnico dalla obbligazione naturale.
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- un adempimento dell’obbligazione naturale: è un negozio unilaterale mediante il quale
un soggetto capace attribuisce ad un altro un beneficio patrimoniale moralmente o socialmente
doveroso, spontaneamente cioè senza coazione.
- il contratto;
- il fatto illecito,
- fonti non negoziali di obbligazioni: il fatto illecito doloso o colposo che cagiona ad
altri un danno ingiusto (art. 2043 c.c. ) è fonte dell’obbligazione di risarcire il danno cagionato;
ma è anche fonte di obbligazioni :
Nel rapporto obbligatorio si hanno due centri di imputazione soggettiva che sono
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- il debitore: è il soggetto passivo del rapporto obbligatorio, tenuto ad una prestazione per
soddisfare l’interesse di altro soggetto detto creditore;
- il creditore: è il soggetto attivo del rapporto obbligatorio, che ha diritto alla prestazione.
I soggetti possono essere più di due (es. più creditori o più debitori), e in tal caso di ha una
parte soggettivamente complessa.
- la prestazione;
Il debito è la posizione giuridica passiva del rapporto obbligatorio e consiste nel dovere di
adempiere una determinata prestazione.
Il dovere è
- a contenuto patrimoniale;
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Il credito è il diritto all’adempimento.
Esso è
La prestazione è il comportamento che il debitore deve tenere per realizzare il diritto del
creditore e così far conseguire al creditore il bene dovuto; il bene dovuto è il bene reputato
idoneo dal creditore a soddisfare il proprio interesse.
- patrimoniale (art. 1174 c.c.): ossia deve essere suscettibile di valutazione economica.
Se:
- lecita: ossia non deve esser contraria a norme imperative, all’ordine pubblico, al buon
costume;
- determinata, perché devono essere specificati tutti i suoi elementi oggettivi; oppure
determinabile: quando il titolo o la legge fissano i modi della sua successiva determinazione;
le parti possono stabilire che l’oggetto della prestazione sia determinato da un terzo detto
arbitratore.
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Il Codice civile dispone che la prestazione deve corrispondere ad un interesse anche non
patrimoniale del creditore (art. 1174 c.c.).
Tale interesse può essere anche scientifico, culturale, affettivo, purché socialmente
apprezzabile e come tale meritevole di tutela giuridica.
- obbligazioni specifiche: quando hanno per oggetto beni specificati nella loro
identità;
- obbligazioni di fare: sono quelle aventi ad oggetto una attività materiale o giuridica che
non consiste in un dare;
- obbligazioni miste di dare e fare: sono quelle in realizzano alcune figure complesse
come nei contratti di somministrazione, di appalto;
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- Le obbligazioni di risultato: sono quelle in cui il debitore è tenuto ad un determinato
risultato, o scopo; es.: l’obbligazione del prestatore d’opera (art. 2222 c.c.).
In tali obbligazioni:
- si ha riguardo ad un dato effetto materiale o giuridico essendo lasciata al
debitore la scelta discrezionale dei mezzi e dei modi per il suo raggiungimento;
-l’oggetto dell’obbligazione non è costituito dall’attività, ma dal risultato della stessa;
- l’adempimento coincide con la piena realizzazione dello scopo perseguito dal
creditore;
- la diligenza non rileva di per sè, ma in via strumentale al perseguimento dello
scopo stesso.
Quando le obbligazioni sono riferite ad una pluralità di debitori o di creditori esse si dicono
obbligazioni plurisoggettive.
Le obbligazioni plurisoggettive si distinguono obbligazioni parziarie e solidali.
Le obbligazioni parziarie sono le obbligazioni aventi ad oggetto una prestazione divisa tra
più debitori o creditori, ognuno dei quali è obbligati o ha diritto all’adempimento nei limiti della
sua parte (art. 1314 c.c.).
L’obbligazione parziaria è plurisoggettiva, in quanto è riferita a più soggetti, ossia
- a più creditori (obbligazione parziaria attiva): ciascuno di essi ha diritto di
esigere dal debitore soltanto la sua parte;
- o a più debitori (obbligazione parziaria passiva): ciascuno di essi è obbligato
per la sua parte.
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- quelle che fanno capo a più debitori (condebitori), tutti tenuti ad una sola prestazione
in modo che l’adempimento dell’uno libera gli altri; è la solidarietà passiva: ogni debitore ha
l’obbligo di eseguire la prestazione per l’intero;
- quella che fanno capo a più creditori (concreditori), tutti aventi diritto ad una sola
prestazione in modo che l’adempimento fatto ad uno di essi libera il debitore anche nei
confronti degli altri; è la solidarietà attiva: ogni creditore ha diritto di pretendere la
prestazione per l’intero.
- una pluralità di vincoli obbligatori i quali derivano dal medesimo fatto giuridico ed
hanno quindi uguale causa e uguale contenuto (eadem causa obbligandi).
La solidarietà attiva:
Per quanto riguarda la disciplina delle obbligazioni solidali, il Codice civile prevede alcune
norme con particolare riferimento alla solidarietà passiva:
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- l’azione di regresso: il debitore solidale che ha pagato l’intero ammontare al creditore si
rivolgerà con l’azione di regresso agli altri condebitori per ottenere il rimborso delle rispettive
quote di debito (art. 1299 c.c.). Allo stesso modo il creditore che ha riscosso il credito per
l’intero ammontare dovrà corrispondere le rispettive quote agli altri creditori;
- estensione dei fatti favorevoli: se si verifica un fatto o atto favorevole nei confronti di
un debitore solidale, gli effetti si comunicano agli altri;. es.: al remissione del debito fatta dal
creditore ad uno dei debitori libera anche agli altri condebitori.
- o per volontà delle parti (indivisibilità soggettiva), se la cosa è divisa non soddisfa più
gli interessi dei creditori.
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- una pluralità dell’oggetto: tutte le prestazioni sono dovute fin dalla costituzione del
rapporto obbligatorio e fino al momento della concentrazione, cioè della scelta;
La scelta è l’atto che comporta la concentrazione, ossia alla riduzione delle prestazioni
dedotte ad una sola ed essa spetta al debitore, se le parti non hanno stabilito che spetti ad un
terzo a al creditore (art. 1286 c.c.).
La scelta può essere tacita o espressa; il debitore può eseguire la scelta mediante
l’adempimento ovvero mediante una dichiarazione comunicata al creditore. L’adempimento o la
comunicazione rendono irrevocabile la scelta. Il potere di scelta può essere attribuito ad un
terzo. In tal caso la scelta è irrevocabile quando essa è comunicata al debitore e la creditore.
- se una delle due prestazioni diventa impossibile anche per causa imputabile
al debitore al quale spetta la scelta, l'obbligazione alternativa diviene semplice; se una
delle due prestazioni diviene impossibile per colpa del creditore, il debitore è liberato
dall'obbligazione, qualora non preferisca eseguire l'altra prestazione e chiedere il risarcimento
dei danni (art. 1289, 1° comma, c.c.);
- se una delle due prestazioni diviene impossibile per colpa del creditore, al
quale spetta la scelta, il debitore è liberato dall'obbligazione, salvo che questi preferisca
esigere l'altra prestazione e risarcire il danno. Se dell'impossibilità deve rispondere il debitore,
il creditore può scegliere l'altra prestazione o esigere il risarcimento del danno (art. 1289, 2°
comma, c.c.);
- qualora entrambe le prestazioni siano divenute impossibili e il debitore
debba rispondere riguardo a una di esse, egli deve pagare l'equivalente di quella che è
divenuta impossibile per l'ultima, se la scelta spettava a lui. Se la scelta spettava al creditore,
questi può domandare l'equivalente dell'una o dell'altra (art. 1290 c.c.).
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Nell’obbligazione facoltativa:
- la prestazione prevista è una sola e pertanto l'obbligazione è semplice e non si ha una
scelta in senso tecnico, perché la prestazione principale è unica;
- l’impossibilità della prestazione principale per causa non imputabile al debitore,
determina l’estinzione dell’obbligazione.
Le obbligazioni pecuniarie sono quelle che hanno per oggetto la dazione di una somma
di denaro (art. 1277 ss. cc.); es. il credito del venditore per il prezzo, il credito del locatore per
il canone.
Tali obbligazioni:
- sono obbligazioni generiche perché hanno ad oggetto un bene generico e fungibile che
è il denaro;
Nel nostro ordinamento, come la maggior parte dei Paesi, vige pertanto il principio
nominalistico (art. 1277 c.c.), secondo cui i debiti pecuniari si estinguono in conformità del
loro importo nominale.
Contro i rischi derivanti dalla svalutazione vi sono alcuni rimedi elaborati dalla prassi e dalla
giurisprudenza:
Il principio nominalistico
- si applica alle obbligazioni di valuta che sono le comuni obbligazioni pecuniarie aventi
ad oggetto fin dall’origine la prestazione di un importo nominale di denaro che può essere
determinato o determinabile mediante il riferimento a parametri fissi; es. l’obbligo a
corrispondere il 5% del fatturato;
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- non si applica alle obbligazioni di valore che sono obbligazioni pecuniarie, ma la
somma dovuta è determinabile esclusivamente in ragione di un dato valore economico; es.
se una macchina va distrutta in un incidente il responsabile deve pagare una somma di denaro,
ma l’entità della somma deve essere previamente liquidata; la liquidazione deve avere
riguardo non la valore di mercato dell’automobile al momento dell’incidente, ma al suo valore
al momento della liquidazione.
Gli interessi rappresentano il costo del denaro, cioè quella somma accessoria che il
debitore deve al creditore oltre al capitale; sono le prestazioni pecuniarie percentuali e
periodiche dovute da chi utilizza un capitale altrui o ne ritarda il pagamento.
- periodicità: gli interessi maturano e quindi diventano esigibili con il decorso del
tempo in ragione della durata del diritto.
- convenzionali: quando risultano fissati dalla volontà delle parti nel titolo costitutivo
dell’obbligazione. La determinazione di un tasso di interesse superiore a quello legale deve
risultare per iscritto altrimenti gli interessi sono dovuti nella misura legale;
- interessi corrispettivi : sono quelli dovuti per la sola esistenza di crediti pecuniari
liquidi ed esigibili, automaticamente senza bisogno di domanda giudiziale o di costituzione in
mora del debitore;
- interessi moratori: sono quelli dovuti dal debitore di una somma di denaro che è in
mora, ossia per il ritardo nell’adempimento, a titolo di risarcimento del danno; sono interessi
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legali dovuti anche se non erano dovuti precedentemente e senza bisogno che il creditore provi
di aver sofferto realmente un danno;
- interessi compensativi: sono quelli dovuti nei contratti di scambio per compensare
il venditore del mancato godimento dei frutti della cosa consegnata prima del ricevimento della
controprestazione.
La legge vieta l’anatocismo (art. 1283 c.c.); tuttavia gli interessi scaduti possono essere
capitalizzati e produrre a loro volta interessi quando:
- sono interessi già scaduti da almeno 6 mesi e intervenga o una convenzione in tal
senso o una domanda giudiziale rivolta ad ottenere il pagamento sia degli interessi scaduti
che di quelli dovuti;
- esistono usi che prevedono la produzione di interessi sugli interessi; es. nel conto
corrente bancario gli interessi dovuti dalla clientela e dalla banca sono capitalizzati
trimestralmente.
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